PREMESSA DI LAVORO La nostra premessa di lavoro risiede in uno studio iniziato nel 2005, sulle possibilità simboliche e contenutistiche dell’Apocalisse ebraica e cristiana, rispettivamente quella descritta da Enoch e Giovanni. Il punto di partenza è stato il recupero della parola Apocalisse in un approccio laico, privo di ogni eco religiosa, in una sostanziale regressione etimologica. Apocalisse (dal greco apokalypsis – composto da apò, particella negativa e kalìptein, nascondere): 1.rivelazione, disvelamento. 2.processo di metamorfosi da un ordine a un altro, comprendente per questo un aspetto distruttivo (di morte) e un aspetto costruttivo (di nascita, passare ad un assetto nuovo). Il confronto tentato è stato tra la fine del mondo dell'umanità nella visione religiosa, in cui il contesto escatologico appare come orizzonte di salvezza e l'attuale cultura apocalittica moderna occidentale. In quest’ultima il tema della fine non comprende nessun valore salvifico, si interroga infatti, più che sulla fine, sul fine del mondo e la sua storia ed interpreta i segni dei tempi seminati nel vita del presente. Il fuoco della nostra ricerca è stato così stretto intorno alla visione dell’apocalisse contemporanea che designa il mondo a divenire una sorta di laboratorio produttivo, in cui la sua stessa sapienza di progressione diventa messaggio profetico e strumento di fine. La necessità è stata allora di riempire il nostro lavoro di arte scenica con quella che era stata l’esperienza di questi studi. Nasce da qui il progetto Studi per un teatro apocalittico, in cui il teatro diventa rivelatore, rivelatore di un futuro prossimo (inteso come la fine o punto di arrivo di un processo) e luogo in cui poter far riverberare al proprio interno la possibilità di una scelta che avvertiamo essere la premessa necessaria ad ogni cambiamento (da aspetto distruttivo ad aspetto costruttivo). Attraversare questo tema ci ha avvicinato a quei testi che nella letteratura contemporanea sono ritenuti rivelatori di un futuro prossimo, rivelatori di un sistema politico, sociale, educativo, ma soprattutto rivelatori della propria naturale conseguenza. Il passaggio successivo è stato infatti quello di capire come questo sistema, responsabile del proprio collasso, diviene responsabile anche dell'individuo e di come quest'ultimo a sua volta reagisce. Sono nati in ordine 84.06 (dal testo di Orwell, 1984),Spettacolo sintetico per la stabilità sociale (dal testo di Huxley, Il Mondo Nuovo) e SEIGRADI_concerto per voce e musiche sintetiche. Dalle derive distopiche a cui erano approdati i primi due lavori si recupera in quest’ultimo un livello primordiale dell’elemento. Il sistema che si racconta e di cui ci si fa rivelatori è in questo caso un eco-sistema, una micro-unità come paradigma di una macro già raccontato. Tutti i lavori appartenenti al progetto Studi per un teatro apocalittico, sono inseriti all’interno di una ricerca tecnica relativa all'immagine olografica. Questo ci ha permesso di sperimentare in scena la compresenza di attori/elementi reali e attori/elementi virtuali, con esiti molto interessanti sullo sfasamento della visione che questa duplicità può creare. 3 2008 _____________ __ SEIGRADI _ Concerto per voce e musiche sintetiche Ideazione: Diana Arbib, Luca Brinchi, Maria Carmela Milano, Dario Salvagnini, Pasquale Tricoci, Roberta Zanardo. Elaborazione del video: Diana Arbib, Luca Brinchi, Pasquale Tricoci. Partitura ed elaborazione del suono: Dario Salvagnini Corpo e voce: Roberta Zanardo Visual designer 3D: Piero Fragola. Water animation 3D: Alessandro Rosa Registrazioni: voce e violino H.E.R.- violoncello Viola Mattioni – fiati Giacomo Piccioni Realizzazione costume di scena: Maria Carmela Milano, in collaborazione con Fiamma Benvignati. Organizzazione: Elena Lamberti. Fotografo: Laura Arlotti Produzione: santasangre 2008 Co-produzione: Romaeuropa Festival 2008/Romaeuropa Promozione Danza, Sistema Teatro Marche / In teatro Vincitore di NUOVE CREATIVITA’ con il sostegno di ETI Ente Teatrale Italiano In collaborazione con Città di Ebla, Con il sostegno di AgoràKajSkenè Aksé Crono 2008 Residenze creative : L’arboreto - Teatro Dimora di Mondaino, OperaEstate festival Veneto/la conigliera-ANAGOOR, Drodesera>centrale FIES Si ringrazia : Viola Mattioni, gruppo nanou, Ferran Paredes Rubio, Mario Raoli, Francesco Russo, Liviana Santilli, Elisabetta Scaterzi, Lorenzo Letizia. Molte sono le teorie per le quali si prevede un disastro ambientale nel nostro futuro, ma comune è l'idea che l'elevata emissione di CO2 nell'atmosfera comporti l'aumento dell'effetto serra e dell’assorbimento dei raggi solari da parte del suolo. Aumenta cosi' il surriscaldamento globale della terra con conseguente rischio di inondazioni e desertificazione. L’acqua, quindi, come protagonista assoluta all’interno del processo che sta scardinando il nostro ecosistema. Una storia, quella di un cammino percorso nell'acqua e nella sua assenza. Una riflessione personale sulla straordinaria bellezza e forza di questo elemento attraverso la musica, l'immagine, il canto e il corpo. Il nostro desiderio è di appassionare chi osserva alla purezza e all'energia vitale dell’acqua fino al parossismo, per poi precipitare nella sua mancanza. Lo spettatore allora, non potrà far altro che osservare il paesaggio arido, la terra attraversata dal vento. Il percorso tentato è un ritorno alla sintesi, all'artificio tra corpo, voce, suoni, ambienti virtuali e scatole luminose. E’ un esperimento coreo-sonoro in cui fonti luminose, immagini olografiche, suoni campionati direttamente in scena ed elementi naturali rendono il luogo della scena una lanterna magica di grandi dimensioni. La sfera musicale viene proposta come un organismo sonoro auto-produttivo, in esso infatti proliferano e si generano suoni-visioni-azioni a partire dalle risorse interne allo spazio scenico: dall’acqua agli oggetti metallici sospesi, alla loro interazione con il corpo della performer. Ogni componente della scena subirà progressivamente una metamorfosi generando un cambiamento visivo-acustico-narrativo di incidenza sostanziale per la visione. L’acqua, da generatrice dell’azione sotto forma di goccia, si riempirà di vita fino a divenire cascata, ma un bagliore o meglio un’esplosione o forse un semplice moto assorbirà ogni abbondanza per disperderla nel suo opposto. Non rimarrà altro che una negazione, la terra spaccata e sterile. La linea drammaturgica dello spettacolo seguirà la suddivisione dei 4 movimenti (per noi intesi come fasi di cambiamento) propri della struttura sinfonica operistica, mentre l'elaborazione con video 3d del gesto e sonora del vocalizzo insieme ai suoni concreti degli elementi naturali produrranno la struttura armonica del discorso. I contenuti invece saranno affidati alle 4 fasi del divenire che Aristotele sostiene nel primo libro di fisica. 4 _____________ _______ ___ _SEIGRADI FOTO DI SCENA 5 _____________ _______ ___ _SEIGRADI Rassegna stampa Un’ipnotica carnalità, filtrata da vari linguaggi della tecnologia, è il cuore pulsante d' uno spettacolo straordinario, di una scultura mobile ed elettronica che assurge ad evento di 45 minuti fascinatori d' un teatro visivo-acusticonarrativo. Rodolfo Di Giammarco_la Repubblica Il radicale e tecnologico storybord crea suggestioni intense, amalgami sconcertanti, aggraziate minacce di destini fossilizzati. […] E' raro che una poetica di gruppo si identifichi in un risultato installativo, elettronico e scientifico così pervaso di fascino oscuro, di vitalità in estinzione, e di "bellezza" della catastrofe. Rodolfo Di Giammarco_la Repubblica La parabola di questo corpo, la carnalità rappresentata tra il reale e il virtuale è al centro dello spettacolo, in un connubio di forze ancestrali, primitive e ciò che di più tecnologico ci possa essere. Laura Landolfi_il manifesto Ora il loro atto più maturo e completo[…]. Tutto vive di bellezza estetica e grazia di contenuti nell’assenza della parola. Giacomo D’Alelio_Liberazione/Queer Il risultato è un lavoro di grande potenza visionaria e allucinatoria che mette in luce lo spettacolo come uno dei più grandi fenomeni della scena indipendente italiana e porta con sé anche il premio per le Nuove creatività. Aurora Milan_Messaggero Veneto È perturbamento materico ed emotivo richiesto anche dal tema da brivido che i Santasangre, giovane collettivo romano alla frontiera della più vitale ricerca contemporanea, attingono dal disastro ambientale del pianeta. […] Ma da questo notevole lavoro, a incrocio perfetto tra tecnologia, racconto e attualità, bello ma non estetizzante, allarmante ma non a tesi, si esce con la nera anti-utopia del punto di non ritorno. Angela Felice_Il gazzettino Uno spettacolo struggente. Alla fine […] la forza delle immagini si impone in tutta la sua drammaticità, e più urgente e necessario diviene il senso dello spettacolo. Mario Brandolin_Messaggero del Lunedì […] E’ uno spettacolo superbo. Sintesi perfetta di mezzi espressivi fra loro diversissimi – danza, vocalizzazione, musica, olografia, video-art – quanto concepito dal collettivo romano come riflessione/rappresentazione sul tema dell’acqua suscita emozioni potenti. La voce di Romagna Una ritualità emozionate e misteriosa, che porta con sé elementi ancestrali e potentemente tecnologici, in un mix di linguaggi audio e video utilizzati come sintagmi omogenei di un’identica lingua, o meglio di una partitura. […] Il risultato è un lavoro di grande potenza visionaria e allucinatoria che rappresenta una maturazione estetica e tecnica di questa compagnia dell’off romano, che la proietta ormai di diritto nel panorama internazionale. Graziano Graziani_Carta 17 Il collettivo romano Santasangre, si situa in territori estetici da ‘ipercontemporaneo’ compulsivo e fascinoso. I Santasangre, vengono ascritti al territorio del teatro, ma in effetti deterritorializzano il teatro. I Santasangre producono teatro, o comunque spettacolo scenico, con una piegatura creativa complessivamente autonoma e originale.[…] Quello dei Santasangre è post-teatro tecno-visivo, sicuramente qui risemantizzato con sapienza ed intelligenza, e capace di rilanciare una sfida di linguaggio all’altezza dei tempi, contro l’attuale dominanza di forme sceniche a vocazione estetica basicamente reazionaria. Marco Paladini_Retidedalus.it Una messa in scena essenziale e minimalista che unisce in sé qualcosa di intensamente primitivo e di acutamente tecnologico. […] Sbagliato pensare che quest’insieme di elementi diversi, questo sfoggio di svariate tecnologie sovrasti il senso drammaturgico dell’opera stessa. […] Ad un tratto ci accorgiamo di non poter più dire se il corpo che vediamo sia reale o meno, ma non importa perché - ed è qui che si potrebbe già gridare al capolavoro - stiamo sognando ad occhi aperti. Nell’epoca del virtuale.” Matteo Antonaci_Teatroteatro.it 6 Ancora una volta questa giovane compagnia teatrale ha saputo trasporre in maniera coinvolgente e spettacolare un tema di cocente attualità, fondendo insieme le più classiche tecniche teatrali e della danza con le più avveniristiche tecnologie digitali. Riccardo Melito_Portale Fastweb _____________ _______ ___ _SEIGRADI Rassegna stampa La “carne” dell’attore non abdica qui al suo doppio virtuale, ma diventa robusto “ubi consistam” di una narrazione fatta di visioni ed emozioni. […] Esteticamente maturo e giustamente sconcertante, Seigradi non consola, né assolve, mantenendo la promessa di un’apocalisse declinata nel significato originale: svelamento – rivelazione. Alberto Rochira_Il piccolo Da qui si sviluppa il mondo dei Santasangre, attraverso uno spettacolo complesso e poetico, dalla tecnologia avanzata. [...] Siamo alla massima e più moderna espressione dell’amalgama fra i differenti linguaggi artistici, con un’estetica nuova che fa della drammaturgia della tecnologia il biglietto da visita di questa compagnia. Cinquanta minuti di forte impatto emotivo sia visivo che sonoro. Simone Pacini_Il Grido.org Lo spettacolo dei Santasangre è una meditazione poetica sulle fasi di questa distruzione, come uno sguardo che ammiri incantato la bellezza della devastazione. […] Una forma di comunicazione molto diretta, che affronta gli organi percettivi con la proiezione di un flusso continuo di costruzioni luminose e di ologrammi sul corpo-installazione della performer, e con gli effetti della regia sonora, che avvolge l’attenzione e dona persuasività alle forme costruite in scena. Giovanni Pirari_Berlino News-teatro Immagini affascinanti di un corpo ostentato, caos sonori, scenografie digitali, alternanze di colori freddi e caldi si stratificano, pulsando e seguendo il ritmo della vita, culminando con un’inevitabile domanda sull’inizio e sulla fine, intesa come passaggio da un ordine a un altro, in un processo necessariamente ciclico, come quello dell’acqua. Sara Branzini_Exibart.com Il lavoro, già nei pochi minuti della sua prima uscita, mostra l’affinamento stilistico operato dal gruppo romano nel proseguire la riflessione sulla società contemporanea, avviata nel 2005 e approdata prima a 84.06 e poi a Spettacolo sintetico per la stabilità sociale . Mariateresa Surianello_ladifferenza.org Umanità, primitivismo e tecnologia si fondono in una commistione scenica che porta ad una sfida continua con il proprio io. Un tragitto alla scoperta di ciò che abbiamo dentro, ma soprattutto di ciò che c’è al di fuori di noi e che ci coinvolge, plasmando di continuo la strada che ci ritroviamo a percorrere e ci collega all’universo intero. Laura Khasiev_Close-Up.it Con un amalgama perfettamente armonizzato di linguaggi sonori, visivi e corporei, i Santasangre raccontano la visione sconvolgente della fine del mondo. [...] Capace di annullare la realtà e trasportare lo spettatore in un altro luogo dove attivare una riflessione personale sul processo che sta scardinando il nostro ecosistema. Fabiana Dalla Valle_Udine Teatro Altri spettatori rimarranno attoniti di fronte al racconto del ciclo dell’acqua, un racconto che anche se prende spunto dall’assunto degli esperti del clima, non ha niente a che vedere con una lezione di ecologia. Il messaggio è veicolato empaticamente. Andrea Pocosgnich_Recensito.net 7