STORIA DEL BATTISTERO SAN GIOVANNI BATTISTA Il Battistero di Sanremo è dedicato a San Giovanni Battista. Si trova nella zona della città chiamata Piano, che, insieme alla Pigna ed alla Marina forma il complesso del centro storico locale. Dal punto di vista urbanistico, l'edificio è collocato a Levante della parrocchiale collegiata, ora concattedrale, di San Siro e a Meridione dell'oratorio dell'Immacolata. Il Battistero fa parte del complesso di quattro edifici sacri che insistevano sulla piazza. Ora gli edifici sacri sono rimasti tre, a causa della demolizione dell'oratorio di San Germano, al cui posto si trova la struttura delle opere parrocchiali. L'edificio attuale. Il Battistero si presenta con una pianta a croce greca sovrastata da una ragguardevole cupola. Le sue volumetrie sono relativamente semplici ed integrate nel contesto urbano. Il portale di accesso è affiancato da un paramento murario residuo dell'edificio sacro medievale preesistente databile prima del XIII secolo. Lo sviluppo della struttura è stato chiarito nel corso di campagne archeologiche condotte a ridosso del 1960. All'interno si trova una cospicua collezione di opere d'arte, soprattutto pittoriche, provenienti da altri edifici sacri sanremesi, come dal demolito oratorio di San Germano o da altari ormai scomparsi. Lineamenti storici. Prime citazioni ed immagine iniziale. Nel 1123 viene stipulato un documento sotto una noce, in un orto dietro la chiesa di San Giovanni Battista. Si tratta della prima citazione relativa alla chiesa di San Giovanni. Si badi: si parla di chiesa e non di "battistero". Le indagini archeologiche provano un'esistenza originale di un edificio la cui pianta non è assimilabile ad un edificio battesimale. San Remo è una città ancora circondata dalla campagna lussureggiante, ma, in pieno Medioevo, la campagna arrivava a lambire anche gli edifici principali. Nel 1164 l'orto è già divenuto una piazza, in relazione all'innalzamento delle vicine case canoniche. Nel 1210 la piazza è già individuata come "chiostro", destinato ai canonici (sacerdoti componenti il collegio relazionato forse in origine al Vescovo di Genova, signore di San Remo fino al 1297. E' finalmente definito il cosiddetto Resettu, la piazza-chiostro dei canonici, sotto il quale si trovano spazi cimiteriali, e, forse, alcuni elementi utili alla definizione degli spazi originali del Battistero. Alla scoperta dello scavo: nelle viscere di San Remo. Nel 1960 vengono pubblicati i risultati degli scavi intrapresi già a partire dal 1950-51. In base alla documentazione d'archivio si aveva conoscenza dell'aura di antichità specifica dell'edificio. Era dunque necessario indagarne le fasi iniziali. Le ricerche erano andate subito alla ricerca di un importante fonte battesimale, eliminato nel corso dei lavori del secondo quarto del XVII secolo. Il fonte non è stato mai trovato, benché nel 1950 Antonio Canepa abbia individuato comunque due elementi che potrebbero anche far pensare ad una originale struttura ad immersione. Si era comunque nelle concitate e complesse fasi dei primi scavi. Sono stati definiti, invece, vari livelli pavimentali, di lettura non facile. In parallelo, si sono scavate aree di sepoltura e sono emersi anche sepolcri isolati collocabili in una piena fase medievale. L'età romana. Con relativa facilità è possibile accedere ad uno degli spazi più misteriosi di San Remo. Si tratta dello scavo archeologico sotto il Battistero. Possiamo dunque scendervi. Siamo immediatamente all'altezza del settore di levante. Proprio sotto di noi si trovano i minimi resti del passato di età romana della città. Sono tracce, minimi brandelli. L'epoca di queste vestigia è stata riconosciuta grazie alla ceramica di età romana che vi è stata rinvenuta. Raccontano una storia iniziale, con l'insediamento a ridosso della strada Iulia Augusta, in età imperiale (I-II sec. d.C.). Vi era dunque un centro abitato, con una sua necropoli (cimitero). Le tombe sono state ritrovate nel quartiere dei Costiglioli, vicino all'attuale chiesa dei Cappuccini ed al Casino. Nel Civico Museo Archeologico di Palazzo Borea d'Olmo è possibile osservare i cospicui resti provenienti dalla necropoli. Anche nel 1636, durante i lavori di ristrutturazione dell'oratorio di San Germano, oggi non più esistente, posto monte del Battistero, erano emerse strutture che le testimonianze dell'epoca individuano come "antichissime". Si trattava probabilmente delle vestigia di età romana. A fianco delle minime tracce di età romana, già nel 1950 era stata rinvenuta una pietra in forma di parallelepipedo, con coppella centrale scavata e canaletta di scolo. Un apparente ara, di non facile collocazione cronologica, forse spostata dalla sua sede originale. Il Medioevo. Proseguendo, si incontrano elementi molto interessanti. Basta osservare a sinistra, quasi contro il muro. Si tratta della base di un pilastro sagomato. E' costituito di pietre relativamente sbozzate. Stretto e lungo, appare come ultimo elemento sopravvissuto di una serie di pilastri, dei quali si individuano le fosse di fondazione tanto in asse con quello sopravvissuto quanto verso sud, dove si individuano gli alloggiamenti dei pilastri paralleli. L'individuazione del pilastro e delle sequenze relative agli altri è di importanza basilare, perché si individua l'esistenza di una chiesa medievale originale a tre navate. Era dunque così la chiesa di San Giovanni citata dai documenti del XII secolo. Ovviamente la pianta a tre navate non si concilia con la forma tipica delle chiese battesimali altomedievali. Appare dunque probabile che la chiesa non avesse questa funzione. Il titolo di San Giovanni Battista non rimanda solo alle funzioni battesimali, ma anche al patronato genovese. È così possibile pensare ad un riferimento originale al vescovo di Genova, che in San Giovanni aveva la "sua" chiesa. Si ripete a San Remo lo schema delle "cattedrali doppie" presenti in molti centri italiani, anche se la città non aveva titolo vescovile, collocato a Ventimiglia e ad Albenga. San Remo dipendeva da Albenga. Le chiese di San Giovanni e di San Siro apparivano dunque vicini e simili. All'esterno, sul lato della chiesa attuale rivolto verso San Siro, si nota ancora un brano murario medievale. Va detto che l'andamento della muratura è più preciso e regolare rispetto al sistema visibile nella base di pilastro superstite. Potrebbe comunque trattarsi di una fase di sistemazione anche relativamente successiva. La datazione del pilastro è comunque collocabile tra il 1050 ed il 1100 circa. Si è in una fase anteriore all'arrivo delle maestranze lombarde, protagoniste della ricostruzione della chiesa di San Siro nel XIII secolo. In ogni caso il complesso monumentale ha avuto anche fasi anteriori al secolo XI. Nel complesso delle canoniche è stato infatti trovato un frammento di pilastrino in marmo databile al secolo VIII. È conservato presso il Civico Museo Archelogico ed appare un esempio di espressione artistica con riflessi del gusto longobardo. Dal XV al XVI secolo. Appare molto significativo l'uso cimiteriale della struttura nella dimensione tardomedievale. Ne sono testimonianza lo scavo di fosse o la costruzione di vere e proprie tombe a più livelli, probabilmente destinate all'uso di specifiche famiglie. Nella San Remo ormai saldamente controllata da Genova, si procede a notevoli interventi edilizi. Il tardo Medioevo è un periodo di grande crescita economica ed urbanistica nei centri del Ponente ligure. San Remo è pienamente coinvolta in questo clima. All'inizio del XVI secolo l'antica chiesa di San Giovanni viene radicalmente modificata. Gli scavi individuano con precisione le fondazioni del nuovo edificio sacro. La sua funzione battesimale è chiara, per la scelta di una pianta centrale, a croce greca. Si trattava di uno dei pochi edifici simili in Liguria, costruito a ridosso di un periodo molto difficile lungo le coste, a causa del pericolo dei pirati barbareschi. Nel 1505 l'influente famiglia sanremese dei Palmari istituisce una cappellania in Battistero, con diritto di sepoltura. La famiglia si era probabilmente impegnata nel finanziamento della ricostruzione dell'edificio. Infatti, quasi al centro del vano si trova un insieme archeologico molto interessante e complesso. Due tombe affiancano un piano di calpestio superiore. Quest'ultimo è pavimentato in mattoni, in posizione "a lisca di pesce", ancora secondo un impiego di tradizione medievale. Le tombe di fianco appaiono a livelli sovrapposti e possono essere posti in relazione con la cappellania Palmari. Il XVII secolo. L'immagine del Battistero trova una definizione completa ed attuale all'inizio del Seicento. Le fonti dell'epoca sono ricche di particolari. Appaiono utili in particolare le parole del "Sacro, e Vago Giardinello", resoconto delle visite pastorali del Vescovo di Albenga Pier Francesco Costa (databile tra 1625 e 1653). Il battistero viene definito "nuova fabrica di vaga architettura", con pianta quadrangolare, dotata di coro a settentrione e di ingresso a mezzogiorno, con tre altari. Si fa riferimento all'antica struttura dell'edificio, evidentemente in parte riutilizzata nella ricostruzione del primo Cinquecento. Si parla anche di un "antichissimo vaso marmoreo di fonte", il fonte battesimale mai ritrovato e la cui collocazione cronologica non è semplice. Il nuovo edificio di San Giovanni viene benedetto nel 1634. I rimaneggiamenti sono singolari. Vengono eliminati i bracci meridionale e occidentale della chiesa a croce greca e, probabilmente, risistemata o innalzata nuovamente la cupola. A ridosso di questi interventi vanno situati ritrovamenti quanto meno curiosi. Sotto il livello attuale della pavimentazione, fra l'altro, è comparsa una struttura adatta alla fonderia di campane, databile tra XVI e XVII secolo, in quanto collocata sotto il livello del pavimento seicentesco. Condizione e sviluppo. Anche se lo stato attuale del Battistero (2002) non appare dei migliori, si apprezza il progetto che potrebbe trasformare il sito in un'esposizione museale parrocchiale di indubbio valore. In questo modo tanto i cittadini sanremesi quanto i turisti potranno ammirare l'interno dell'edificio sacro, le sue collezioni d'arte e pure il sito archeologico disposto sotto l'attuale pavimento. Si spera inoltre di poter attuare un'operazione complessiva di restauro dei quadri presenti, alcuni dei quali si trovano in condizioni non positive. Bibliografia LAMBOGLIA N., Ricerche nel Battistero di Sanremo in "Rivista Ingauna e Intemelia", VI, 1-2, gennaio-giugno 1951, pp.29-30. N.LAMBOGLIA, Scavi e scoperte nel Battistero di Sanremo in "Rivista Ingauna e Intemelia", XV, 1-3, gennaio-giugno 1960, pp.23-29. F.GANDOLFO, La canonica medievale di S.Siro a Sanremo: riflessioni in vista di un restauro in "Rivista Ingauna e Intemelia", XLIX-L, 1994-1995 (1998), pp.43-54. G.BELLEZZA, La chiesa di S.Siro e la canonica del XII secolo di Sanremo nei documenti della Soprintendenza in "Rivista Ingauna e Intemelia", XLIX-L, 1994-1995 (1998), pp.55-70. C.PORRO, Note preliminari sullo scavo della canonica di S. Siro a Sanremo in "Rivista Ingauna e Intemelia", XLIX-L, 1994-1995 (1998), pp.71-74. G.FERRARI, Il complesso ecclesiale di S.Siro a Sanremo. I. Il Battistero in "A Gardiora di Matussian", XIX, 3, lugliosettembre 2000, p..4-5.