Piano triennale di prevenzione della corruzione - Pugliese

PREMESSA
Con il presente aggiornamento, l’Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro intende rappresentare le ulteriori misure volte alla
prevenzione della corruzione da attuarsi nel corso dell’anno 2017, in applicazione della legge 6 novembre 2012, n. 190, recante “Disposizioni per la
prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione”, del D. Lgs.n. 97/2016, riportante “Revisione delle
norme in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza ai sensi dell’art.7 della legge n. 124/2015 di riorganizzazione delle
amministrazioni pubbliche”, di quanto contenuto nel Piano Nazionale Anticorruzione approvato in data 11 settembre 2013 dall’Autorità Nazionale
Anticorruzione, nell’aggiornamento 2015 al Piano Nazionale Anticorruzione di cui alla determinazione n. 12 del 28 ottobre 2015 della medesima
Autorità e nell’atto determinativo ANAC n. 831 del 3 agosto 2016 di approvazione del Piano Nazionale Anticorruzione 2016.
Quest’ ultimo , in quanto atto di indirizzo, contiene indicazioni, che impegnano le amministrazioni oltre che allo svolgimento di attività di analisi
della realtà amministrativa e organizzativa, nella quale si svolgono le attività di esercizio di funzioni pubbliche e di attività di pubblico interesse
esposte a rischi di corruzione, anche all’adozione di concrete misure di prevenzione della corruzione.
Gli intenti perseguiti sono anche quelli di semplificazione delle attività, attraverso l’unificazione in un solo strumento sia del Piano Triennale di
prevenzione della corruzione (PTPC) sia del Programma triennale della trasparenza e dell’integrità (PTTI).
Il PTPC 2017-2019 viene quindi redatto apportando al precedente piano (PTPC 2016-2018, adottato con Delibera n.30 del 18/2/ 2016, alcuni
aggiornamenti ed alcune modifiche, non solo in considerazione dei contenuti del PNA 2016, ma anche nell’ottica di una maggiore semplificazione.
Il tutto secondo una logica di continuità e gradualità rispetto ai documenti adottati di promozione della legalità e secondo un approccio realistico ed
evolutivo in considerazione della riorganizzazione di questa Azienda e delle innovazioni normative nel frattempo intervenute.
Detto piano di aggiornamento rappresenta, quindi, la progressione e proiezione dinamica per l’anno 2017 del Piano Triennale di Prevenzione della
Corruzione 2014 – 2016, e dei relativi aggiornamenti per gli anni 2015 e 2016, qui richiamati integralmente, ponendosi come appendice dei piani
precedenti, fornendo una analisi più approfondita dei rischi corruttivi in alcune aree aziendali e definendo le modalità di vigilanza e di controllo sulle
misure di contrasto alla corruzione adottate.
Si precisa che il presente documento di Piano, oltre a prevedere la specifica parte operativa sulle misure sia per l’ambito della Trasparenza che per
la Prevenzione della Corruzione, ha l’obiettivo anche di fornire in sintesi uno sguardo alle novità normative ed altri interventi amministrativi
dell’anno 2016, in quanto determinanti per gli indirizzi e le indicazioni utili alla comprensione di obiettivi, azioni e misure che sono dettati. Ed anche
richiamare i principali istituti della legge n. 190/2012 ed il sistema di prevenzione.
1
NOVITA’ NORMATIVE
DECRETO N. 97/2016 E PIANO NAZIONALE ANTICORRUZIONE
3 AGOSTO 2016
Durante il 2016 si sono registrate novità di rilievo a livello normativo e amministrativo in tema di Trasparenza e Prevenzione della Corruzione: il
decreto legislativo n. 97/2016, attuativo di una delle deleghe previste (art. 7) dalla legge n. 124/2015 di riordino delle amministrazioni pubbliche,
che opera correttivi al sistema Trasparenza mediante il riordino degli obblighi di pubblicazione previsti dal decreto legislativo n. 33/2013, e il nuovo
aggiornamento del Piano nazionale Anticorruzione approvato in agosto.
Decreto legislativo n. 97/2016
Ha apportato numerosi cambiamenti alla normativa sulla trasparenza, rafforzandone il principio che caratterizza l’organizzazione e l’attività
delle pubbliche amministrazioni e i rapporti con i cittadini.
Dal punto di vista del metodo ha novellato il decreto legislativo n. 33/2013, a suo tempo attuativo di delega legislativa prevista dalla legge n.
190/2012 in forza del valore ampiamente riconosciuto alla trasparenza, quale uno degli strumenti più importanti di contrasto alla corruzione. D’ora
innanzi, nel presente documento, si citeranno in gran parte norme del decreto legislativo n. 33/2013, da intendersi nella formulazione modificata dal
decreto n. 97.
Il decreto è intervenuto, con abrogazioni o integrazioni, su diversi obblighi di trasparenza. Tra le modifiche di carattere generale di maggior
rilievo, si rileva il mutamento dell’ambito soggettivo di applicazione della normativa sulla trasparenza, l’introduzione dell’accesso civico
generalizzato agli atti e ai documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, l’unificazione tra il Piano triennale di Prevenzione della Corruzione
e il Programma della Trasparenza, l’introduzione di nuove sanzioni pecuniarie nonché l’attribuzione ad A.N.AC. della competenza
all’irrogazione delle stesse.
Con riferimento all’introduzione della nuova figura di accesso civico, il decreto ha assunto, nel gergo dei media, la denominazione di FOIA,
acronimo inglese che sta per Freedom Of Information Act, come ad ispirarsi al manifesto assunto nel tempo in altri Paesi secondo cui si prevede il
diritto di chiunque di avere accesso ai dati e ai documenti detenuti dalla pubblica amministrazione.
In sintesi gli ambiti di intervento consistono in :
2
- obblighi di trasparenza e pubblicazione (riordino e modifiche)
- accesso civico “generalizzato” o “ampliato” (accesso ampio a documenti e informazioni)
- modifiche
alla legge
n. 190/2012 (PNA, Piani delle amministrazioni, coordinamento col sistema performance).
Obblighi di trasparenza e pubblicazione
Tra gli aspetti più significativi:
Banche dati nazionali. Le pubblicazioni di dati che confluiscono in banche dati nazionali possono essere soddisfatte con le comunicazioni alle
stesse banche dati
Sezione Trasparenza nel piano anticorruzione. Cessa l’autonomia del documento di programma per la trasparenza, ora tutto confluisce nel Piano
per la prevenzione della corruzione
Incarichi dirigenziali. Introdotto l’obbligo di pubblicazione di una serie di dati relativi ai titolari di incarichi dirigenziali, comprese le
dichiarazioni riguardanti la situazione patrimoniale e di reddito. Gli articoli coinvolti sono il 14, il 15 e il 41 (del decreto 33 modificato),
quest’ultimo specifico per il settore sanità. Al momento l’attuazione delle disposizioni è incompleto, in particolare per l’ambito della dirigenza
medica, veterinaria, sanitaria, poiché non vi è sufficiente chiarezza nella formulazione e nei rimandi contenuti nelle norme citate; si attende specifico
intervento normativo e chiarimenti dall’Autorità Nazionale Anticorruzione.
Concorsi e selezioni. Introdotta la pubblicazione dei criteri di valutazione delle commissioni e delle tracce delle prove scritte
Organismo indipendente di valutazione (OIV). Da pubblicare gli atti e le deliberazioni dell’OIV. Rafforzamento complessivo del ruolo dell’OIV e
ulteriori competenze in materia di trasparenza e anticorruzione, in connessione al sistema performance
Pagamenti. Previste nuove pubblicazioni riguardanti i dati sui pagamenti, indici di tempestività, debiti e imprese creditrici
Contratti pubblici. Ampliate le tipologie di dati da pubblicare in materia di procedure di gara e appalti, con riferimento alla recente riforma in
materia approvata con decreto legislativo n.50/2016.
A.N.AC. controlla l’adempimento degli obblighi di pubblicazione con:
- esercizio di poteri ispettivi mediante richiesta di notizie, informazioni, atti e documenti
- può ordinare l’adozione di atti o provvedimenti, ovvero la rimozione di comportamenti o atti contrastanti con i piani e le regole sulla trasparenza,
da adempiere entro il termine di trenta giorni
- può chiedere informazioni all’OIV.
3
Accesso civico “generalizzato” o “ampliato” ,che sarà oggetto di approfondimento successivamente.
Modifiche alla legge n. 190/2012
Sono varie le modificazioni introdotte, sia di sistema che di semplice precisazione su alcuni aspetti:
- il Piano Nazionale Anticorruzione, adottato da A.N.AC., costituisce atto di indirizzo per le pubbliche amministrazioni ai fini dell’adozione dei
propri piani triennali di prevenzione della corruzione
- il Piano individua aree di attività pubbliche, i principali ambiti di rischio e fornisce indicazioni per le misure di contrasto alla corruzione (il PNA di
agosto individua le seguenti aree: piccoli Comuni, Città metropolitane, Ordini e Collegi professionali, Istituzioni Scolastiche, Beni Culturali,
Governo del territorio, Sanità)
- indicazione di specifici ambiti per il settore Sanità pubblica
ANAC:
- esercita poteri ispettivi mediante richiesta di notizie, informazioni, atti e documenti
- può ordinare l’adozione di atti o provvedimenti, ovvero la rimozione di comportamenti o atti contrastanti con i piani
- l’organo di indirizzo (il vertice delle amministrazioni) individua il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT) di
norma tra i dirigenti di ruolo in servizio, disponendo le modifiche organizzative necessarie ad assicurare funzioni e poteri idonei. Il Responsabile
della Prevenzione della Corruzione svolge, di norma, anche le funzioni di Responsabile della Trasparenza
- RPCT segnala all’organo di indirizzo e all’OIV le “disfunzioni” inerenti all’attuazione delle misure di prevenzione della corruzione e di trasparenza;
indica i nominativi dei dipendenti inadempienti agli uffici competenti in materia disciplinare
- eventuali misure discriminatorie nei confronti del RPCT vanno segnalate ad ANAC
- l’organo di indirizzo definisce gli obiettivi strategici in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza; adotta il Piano triennale entro il 31
gennaio di ogni anno, su proposta del RPCT
- L’OIV:
verifica coerenza Piani triennali prevenzione corruzione con obiettivi contenuti nei documenti di programmazione strategico gestionale
verifica che nel sistema performance si tenga conto degli obiettivi connessi all’anticorruzione e trasparenza
verifica i contenuti della Relazione annuale del RPCT (attività successiva), tramite richiesta di informazioni ed eventuali audizioni di dipendenti
4
la violazione delle misure di prevenzione previste dal Piano da parte dei dipendenti costituisce illecito disciplinare
- RPCT risponde per responsabilità dirigenziale e disciplinare nei casi di ripetute violazioni delle misure dei Piani, salvo che si sia data diffusione dei
Piani e delle essi contenute, e di aver misure in esse contenute , e di aver vigilato
- RPCT trasmette la relazione annuale entro il 15 dicembre di ogni anno all’organo di indirizzo e all’OIV.
Operatività delle nuove norme
Se le modifiche alla legge n. 190/2012 sono risultate subito efficaci, per gli altri due aspetti, obblighi di pubblicazione e accesso civico
“generalizzato”, l’entrata in vigore è avvenuta il 23 dicembre 2016; peraltro l’attuazione effettiva è stata subordinata all’emanazione di apposite
Linee Guida di A.N.AC.
Strategia di prevenzione dell’AOPugliese-Ciaccio per il periodo 2017-2019: analisi di contesto, obiettivi, soggetti, azioni e
misure
Natura, missione e organico dell’AOUP, analisi del contesto esterno ed interno
Come definito dall’art. 2 dell’atto aziendale , adottato con deliberazione del CS n. 65 del 02/08/2016 ed approvato con Decreto n. 91dell’ 11 agosto 2016
del Commissario ad acta per l’ attuazione del Piano di rientro, l’ azienda ha come mission istituzionale il trattamento delle patologie ad alta complessità
perseguendo lo sviluppo delle attività di alta specializzazione, in coerenza con il fine di ottimizzare la rete ospedaliera e con le indicazioni della
programmazione regionale; assicurando la centralità del paziente, nella logica di servizio inteso come valore aggiunto della componente tecnicoprofessionale e parte integrante e sostanziale della prestazione stessa; garantendo ai pazienti ed ai loro familiari ascolto e informazione e conforto nel
rispetto dei loro sentimenti; valorizzando e integrando le competenze, sviluppando le conoscenze e le abilità tecnico-professionali, organizzative e
direzionali; favorendo lo sviluppo dell’organizzazione orizzontale e per processi e la valorizzazione e la gestione per percorsi assistenziali e clinici.
5
Obiettivo dell’analisi del contesto esterno è quello di identificare la situazione del contesto in cui opera questa azienda, per mettere in luce
eventuali fattori di rischio di corruzione.
L ’analisi di contesto condotta ai fini della predisposizione del presente PTPC evidenzia come l’AOPC operi in un settore, quello dei servizi
sanitari, che, come evidenziato dallo stesso Dipartimento della Funzione Pubblica e dall’ANAC, presenta caratteristiche del tutto peculiari, in
considerazione di fattori che la espongono a rischi specifici sotto il profilo delle potenziali fattispecie di illegalità che possono svilupparsi nel suo
ambito.
A mitigare l’esposizione al rischio corruttivo concorre trasversalmente la circostanza che la maggior parte degli ambiti di attività sono presidiati
da norme di legge, di livello statale e/o regionale, e che negli ultimi anni, anche grazie alla strategia di prevenzione della corruzione e della illegalità,
è stata fortemente implementata la normazione aziendale con regolamenti, procedure, istruzioni operative che disciplinano in modo puntuale tutte le
fasi del processo, delimitando e riducendo l’ambito di discrezionalità. Contribuisce a mitigare ulteriormente il rischio illegalità, l’incremento della
gestione informatizzata di molti processi, attraverso applicativi che garantiscono la tracciabilità delle operazioni e dei soggetti responsabili, sia
nell’ambito dei processi di cura che in ambito amministrativo. E ancora concorrono a rafforzare il sistema volto a presidiare la legalità e la qualità
aziendale il Sistema di controlli interni, in fase di crescita; la ridefinizione della composizione del Servizio Ispettivo Aziendale, con la previsione di
un ambito di attività anche a supporto della prevenzione della corruzione; i controlli dei gruppi di verifica dei valutatori della Regione in ordine
all’accreditamento istituzionale.
A seguito dell’emanazione dell’Aggiornamento 2016 al PNA, si è evidenziato come la prima ed indispensabile fase del processo di gestione del
rischio sia quella relativa all’analisi del contesto, attraverso la quale ottenere le informazioni necessarie a comprendere come il rischio di
corruzione/illegalità possa verificarsi all’interno dell’amministrazione.
Come suggerisce l’ANAC, sono proprio le variabili criminologiche, sociali, culturali ed economiche del territorio a favorire, potenzialmente, il
verificarsi di fenomeni corruttivi.
Del resto, al fine di una puntuale contestualizzazione del presente Piano, risulta indispensabile l’analisi delle dinamiche socio-territoriali del
contesto di riferimento, necessarie a comprendere come il rischio corruttivo possa veicolare all’interno dell’AOPC per via delle specificità
dell’ambiente in cui la stessa opera.
Le maggiori criticità derivanti dal contesto esterno sono riconducibili alle possibili influenze determinate dai diversi portatori di interessi pubblici
e privati, quando queste possano in qualche maniera contrastare con la legge, i regolamenti, le procedure, il codice etico e di comportamento.
Si rappresenta che le suddette caratteristiche contestuali, sulla base delle indicazioni già contenute nel PNA, sono state in parte già analizzate per
l’adozione dei precedenti PTPC e per le conseguenti relazioni annuali e sono state altresì valida base anche per dare un taglio attuale e concreto agli
interventi formativi in tema di anticorruzione, etica e legalità.
Detta analisi è stata suddivisa in due parti:
1.Il contesto sociale, di cui la parte estesa si trova nel bilancio di missione al primo capitolo “Il contesto”;
2. la presenza sul territorio regionale e provinciale di situazioni criminali e corruttive, desunta dai documenti disponibili.
In particolare si è condotta l’analisi delle dinamiche socio-territoriali afferenti principalmente alla dimensione regionale , nonché l’analisi del
6
contesto interno - ricavata in particolare dall’approfondimento dell’atto aziendale (struttura di vertice ed organizzativa, missione, obiettivi e
strategie etc..), della relazione sanitaria, delle relazioni sulla gestione allegate ai bilanci di esercizio. Detta analisi risulta anche formalizzata in
modo ampio nel Piano della Performance, coordinato con il PTPC, nel quale ultimo è stato dato ampio spazio all’analisi delle attività
potenzialmente esposte, per le aree di rischio obbligatorie ed ulteriori, tramite la mappatura dei processi/procedimenti.
Le maggiori criticità derivanti dal contesto esterno sono riconducibili alle possibili influenze determinate dai diversi portatori di interessi pubblici
e privati, quando queste possano in qualche maniera contrastare con la legge, i regolamenti, le procedure, il codice etico e di comportamento.
Eventuali punti di debolezza del sistema sanitario calabrese si possono ricondurre alle indagini condotte dalla Magistratura e dagli Organi
inquirenti nel nostro territorio negli ultimi anni, che hanno avuto tutte una eco nazionale.
Processo di gestione del rischio
Con il Piano di Prevenzione della Corruzione valevole per il triennio 2014-2016, ed i relativi aggiornamenti per gli anni 2015 e 2016, si è dato
avvio al processo di gestione del rischio, attraverso l’individuazione delle aree aziendali di rischio, la valutazione dello stesso, la identificazione delle
misure di prevenzione specifiche e generali, il conseguente monitoraggio e l’implementazione delle azioni di contrasto.
La metodologia utilizzata è stata quella indicata nel Piano Nazionale Anticorruzione, integrata con analisi locali in merito alla percezione del
rischio nelle diverse aree attraverso la consultazione dei dati esistenti sul fenomeno corruttivo, tra cui quelli dell’Ufficio Procedimenti Disciplinari,
dell’Ufficio Contenzioso del Lavoro e quelli giornalistici.
Con il presente documento si conferma l’analisi delle aree di rischio riportata nei piani suddetti, cui interamente si rimanda e si approfondisce, in
particolare, l’area dell’acquisizione e progressione del personale, come di seguito specificato, sulla base delle specifiche indicazioni fornite
dall’Autorità Nazionale Anticorruzione in sede di aggiornamento 2016 al Piano Nazionale Anticorruzione.
Nel Piano gli esiti di detto processo sono rappresentati dalle misure specifiche, che considerano tratti di attività nei quali si è ritenuto di
intervenire, in applicazione della logica del risvolto operativo. Si tratta di una delle parti in cui la programmazione si è spinta al dettaglio,
prevedendo gli aspetti concreti ed operativi; la parte più
Posto che il concetto di corruzione è da considerarsi in senso lato e, quindi, comprensivo di comportamenti di maladministration, il processo di
gestione del rischio deve trovare una necessaria integrazione nello svolgimento di ulteriori attività collaterali, che possano concorrere a contrastare
7
eventuali fenomeni corruttivi. In tal senso il coinvolgimento diretto del Responsabile della Prevenzione della Corruzione in attività di monitoraggio e
controllo può assumere un ruolo di rilievo.
8
Area di rischio generale: Acquisizione e progressione del personale
Processi
Rischi
Requisiti
di
accesso
Reclutamento e
personalizzati e insufficienza
progressioni
di
di meccanismi oggettivi e
carriera
trasparenti di reclutamento.
Abuso nei processi di
stabilizzazione
per
reclutamento
di
specifici
candidati.
Livello
di rischio
Alto
Misure
prevenzione
di
Predisposizione
piano aziendale di
fabbisogno.
Approvazione
annuale da parte
della Regione Emilia
Romagna
del
fabbisogno
di
personale.
Tempi di
attuazione
In essere
Responsabile
Monitoraggio/Ind
i catore
Verifica
rispetto
Servizio Unico
del documento di
Amministrazione
fabbisogno
Personale
N°
atti
non
pubblicati secondo la
normativa/N° atti
Pubblicazione
degli atti (bandi) in
Gazzetta Ufficiale,
BUR, Sito internet
aziendale.
9
Irregolare
composizione
Reclutamento e
della commissione di concorso
progressioni
di
finalizzata al reclutamento di
carriera
candidati particolari
Alto
Pubblicazion
e
degli
atti
(decisione
di
nomina della
In essere
Numero atti
non
Servizio Unico
pubblicati sul sito
Amministrazione del
Personale
10
Commissione)
sul sito internet
aziendale
Sorteggio
(Dirigenza sanitaria)
Dichiarazione
assenza conflitto di
interessi
con
candidati
Rotazione
componenti
commissione
sorteggio
%
presenza
dichiarazioni conflitto
interessi
In essere
%
presenza
dichiarazioni conflitto
interessi
In essere
%
presenza
dichiarazioni
dei
di
Da attuarsi entro
31.10.2017
Presenza soggetto
terzo al sorteggio
Ampliamento
trasparenza (D. Lgs.
n. 97/2015)
Verifica
applicazione
rotazione
della
In essere
Verifica presenza
Da completarsi
entro
febbraio
2017
Monitoraggio/verifi
ca attuazione
11
Reclutamento e
Inosservanza
regole
progressioni
di procedurali a garanzia
carriera
trasparenza e imparzialità
Alto
Acquisizione
dichiarazione
formale ex DPR
445/2000,
rilasciata
dai
componenti
Commissione
di
concorso
circa
assenza di conflitti di
interesse/incomp
atibilità.
In essere
Funzione di
controllo
di
legittimità
del
Segretario
In essere
Rotazione dei
funzionari addetti
alle segreterie di
concorso
Attività
formativa specifica a
tutti i
In essere
% dichiarazioni
rilasciate/non rilasciate
Servizio Unico
Verifica
Amministrazione del applicazione
Personale
rotazione
Adozione guida
regolamentare
Verbali
formativi
incontri
12
Conferimento
incarichi
collaborazione
Motivazione generica e
tautologica
circa
la
sussistenza dei presupposti
di
legge
per
il
conferimento di incarichi
professionali allo scopo di
agevolare precisi soggetti
Alto
possibili
segretari
e
adozione di guida
regolamentare
Da attuarsi entro
ottobre 2017
Approvazione
espressa Direzione
aziendale (DG DA- DS)
In
essere
parzialmente
Dichiarazione di
avvenuto
accertamento della
sussistenza
dei
requisiti di legge da
parte del Direttore
del
Servizio
richiedente
Pubblicazione del
bando di selezione
con
collegamento
diretto tra
Servizio Unico
Verifica
Amministrazione del autorizzazione
Personale
In essere
In essere
Verifica
campione
pubblicazione atti
a
13
progetto
requisiti richiesti
e
Svolgimento di
procedura
comparativa
di
selezione (fatti salvi
i casi, eccezionali,
di intuito personae
previsti
dalla
norma)
In essere
Verifica
congruenza
tra
progetto di incarico
e requisiti richiesti
Regolamento
aziendale in materia
Adozione
di
regolamentazion e in
sede di area vasta
Acquisizione
dichiarazione
formale
insussistenza
conflitti di
Da attuarsi entro
dicembre 2017
Adozione
regolamento
%
presenza
dichiarazioni
In essere
14
interesse/incomp
atibilità
Definizione
voci stipendiali
Corresponsione di
somme
non
giustificate
Medio/Alto
Riscontro
su attività di
controllo
Aggiornamento
In essere. Da
procedura calcolo implementare
voci stipendiali e
relativi
controlli,
anche in forma
automatizzata
Verifica
assolvimento debito
orario in caso di
richiesta
di
attribuzione
voci
stipendiali
straordinarie/ag
giuntive
Attività
di controllo
Applicazione controlli
svolti in modo non
imparziale
Medio/Alto
Monitoraggio
periodico
applicazione
controlli previsti
Da attuare
Servizio Unico
Numero
Amministrazione del dipendenti
Personale
sottoposti
a
controllo
Riscontro
controlli e recupero
somme non dovute
Servizio Unico
Diffusione report
Amministrazione del controlli
Personale
15
a
livello
aziendale
Da attuare
Ridefinizione
delle procedure di
controllo
di
competenza
del
Servizio
Unico
Amministrazione del
Personale
Incarichi
e
Alterazioni
delle
nomine:
dirigenza strutture esistenti non legate
medica
a
processi
di
riorganizzazione
per
favorire interessi specifici
(struttura
complessa)
Medio/Alto
Approvazione
della Regione
In essere
Adozione
procedura/regola
mento
Servizio Unico
Verifica
Amministrazione del documento
Persona
regionale
e
congruità
con
l’attribuzione
incarichi
16
Piano Integrato Trasparenza/Prevenzione della Corruzione
Come già in precedenza detto, tra le novità introdotte dal decreto legislativo n. 97/2016 vi è la cessazione dell’autonomia del precedente modello di
Programma Trasparenza ed Integrità e la conseguente unificazione in un solo strumento di Piano Prevenzione e interventi per la Trasparenza; e così
anche la previsione di attribuire di norma allo stesso soggetto dirigente le funzioni di Responsabile anticorruzione e Responsabile per la Trasparenza.
In conseguenza, il presente documento di Piano comprende in modo integrato, appunto, la materie di prevenzione della corruzione e della
trasparenza. Da ribadire che detta integrazione trova il proprio presupposto fondamentale nel valore riconosciuto alla trasparenza quale uno dei
principali strumenti di prevenzione della corruzione; e così rilevano anche motivazioni di semplificazione nella programmazione e negli atti.
Obiettivi strategici
In analogia agli obiettivi fondanti la strategia nazionale ed in continuità con i precedenti PTPC, al fine di costruire un sistema di prevenzione della
corruzione concreto ed efficace ,gli obiettivi strategici individuati sono:
•
•
•
•
•
•
•
promozione di maggiori livelli di trasparenza
formazione specifica
valorizzazione dell’accesso civico
implementazione sistema di controlli
sviluppo collegamento con il Piano della Performance
riduzione delle opportunità di manifestazione di casi di corruzione
creazione di un contesto culturale sfavorevole alla corruzione
Gli obiettivi strategici sono sviluppati in azioni e misure attuative, la cui violazione da parte del personale che compone l’organico aziendale
costituisce illecito disciplinare.
17
La finalità è un modello di strategia di prevenzione della corruzione/illegalità coerente, organico e diffuso, del quale garantire una concreta attuazione e
prevedere una sistematica azione di verifica della idoneità, in vista della proposizione di opportune modifiche , per accrescerne la reale efficacia preventiva,
nonché quella di favorire un percorso di cambiamento culturale fortemente orientato ad ispirare ogni azione e decisione aziendale ai valori della legalità, della
trasparenza, dell’integrità e dell’etica.
La effettività degli interventi attuativi adottati da AOPC per prevenire il rischio della corruzione e della illegalità è garantita dal costante raccordo, ai
sensi del presente PTPC, tra la Direzione Aziendale ed il RPCT e tra quest’ultimo ed i propri Referenti, con i dirigenti appartenenti al ruolo
amministrativo, tecnico e professionale nonché con i Dirigenti del Ruolo Sanitario direttori di Dipartimento e/o Struttura, finalizzato a conseguire la
attuazione di forme interne di controllo diffuso.
Misure di sistema e generali
Per misure si intendono iniziative, azioni, strumenti, percorsi il cui adempimento è ritenuto rilevante o determinante per l’attività di prevenzione. La
definizione delle misure è la fase e l’attività con maggiore importanza all’interno del processo di gestione del rischio, fatta salva, naturalmente, quella di
realizzazione delle misure stesse.
La strategia di prevenzione AOPC è strutturata con misure generali, in grado di incidere sul sistema complessivo della prevenzione della
corruzione/illegalità trasversalmente sull’intera azienda, specifiche, progettate in riferimento al contesto interno e caratterizzate dal fatto di incidere su
problematiche specifiche individuate nelle attività di valutazione, nonché, a seguito del PNA 2016, l’ ulteriore distinzione delle misure in oggettive,
che mirano, attraverso soluzioni organizzative, a ridurre ogni spazio possibile all’azione di interessi particolari volti all’improprio condizionamento
delle decisioni pubbliche e soggettive , che mirano a garantire la posizione di imparzialità del funzionario pubblico che partecipa , nei diversi
modi previsti dall’ordinamento ad una decisione amministrativa .
Resta altresì la classificazione delle misure in obbligatorie , la cui applicazione discende direttamente dalla legge o da altre fonti normative ed
ulteriori, in quanto inserite nel PTPC a discrezione dell’amministrazione, senza graduazione tra le stesse in merito alla priorità del trattamento.
La strategia prevede la valorizzazione, il coordinamento e la sistematizzazione di tutti gli strumenti già previsti o già in uso presso l’Azienda per
finalità di prevenzione dell’illegalità ed in particolare del sistema dei controlli interni ; dei controlli del Servizio Ispettivo; delle misure/azioni/attività
già oggetto delle pianificazioni precedenti ed attivate nonché di tutti i documenti di ordine organizzativo, regolamentare e procedurale finalizzati a
presidiare e circoscrivere gli ambiti di discrezionalità ed a garantire il rispetto della legalità, l’efficienza e l’efficacia delle attività.
La programmazione delle misure prevede la descrizione della struttura/soggetto responsabile della attuazione; dello standard/valore atteso;
dell’indicatore di verifica; della frequenza/tempistica; del target atteso nel triennio.
18
Il processo di gestione del rischio si compendia con la successiva attività di monitoraggio, per intercettare rischi emergenti; identificare processi
organizzativi tralasciati nella fase di mappatura, prevedere nuovi e più efficaci criteri per analisi e ponderazione del rischio.
Il monitoraggio sulla attuazione delle misure/attività/azioni è strutturato annualmente , con riferimento alle strutture/soggetti responsabili
dell’attuazione, agli standard, agli indicatori di verifica, alle frequenze/tempistiche ed ai target attesi nel triennio. È effettuato da parte della Direzione
Aziendale e del RPCT, anche tramite audit comprensivo di verifiche documentali e partecipazione ad incontri di budget attinenti.
Si confermano le seguenti misure generali di prevenzione del rischio di corruzione individuate con il Piano 2014 – 2016 e successivi aggiornamenti:
 Codice di comportamento e diffusione di buone pratiche e valori
 Formazione
 Rotazione del personale
 Tutela del dipendente che effettua segnalazioni di illecito
 Incompatibilità, inconferibilità, svolgimento di incarichi esterni e conflitto di interesse
 Attività successiva alla cessazione del rapporto lavoro
 Collegamento con il Piano delola Perfomance
 Formazione di commissioni, assegnazione agli uffici e conferimento di incarichi in caso di condanna penale per delitti contro la pubblica
amministrazione
 Nomina gestore segnalazioni di operazioni sospette e riciclaggio
 Interazione tra Responsabile della Corruzione e Organismo Indipendente di Valutazione (OIV)
Al duplice fine di rendere note le misure di prevenzione e di consentire un collegamento costante con la trasparenza, le stesse sono oggetto di
pubblicazione nella sezione “Amministrazione Trasparente” del sito istituzionale aziendale, unitamente alla relazione annuale del Responsabile della
Trasparenza e Prevenzione della Corruzione.
La trasparenza, pertanto, resta uno dei principali strumenti di prevenzione della corruzione. Il concetto ora è rafforzato dalle previsioni di cui al
decreto legislativo n. 97/2016, intervento che ha apportato novità e modificazioni in materia di obblighi di pubblicazione, come visto in precedenza.
Alla luce della nuova disciplina, l’individuazione delle modalità di attuazione della trasparenza non saranno più oggetto di un separato atto, ma diverranno
parte integrante del presente PTPC, attraverso la predisposizione di un’apposita sezione. Infatti il d.lgs. 97/2016 ha semplificato gli adempimenti a carico delle
pubbliche amministrazioni, unificando in un solo strumento il PTPC e il PTTI.
All’interno del PTPC la sezione dedicata alla trasparenza oltre all’individuazione degli obiettivi strategici in materia di trasparenza, contiene le soluzioni
organizzative idonee ad assicurare l’adempimento degli obblighi di pubblicazione di dati e informazioni previsti dalla normativa vigente. In essa sono
19
chiaramente identificati i responsabili della trasmissione e della pubblicazione dei dati, dei documenti e delle informazioni.
Codice di comportamento
E’ una delle principali misure previste dal Piano Nazionale Anticorruzione, che contribuisce agli aspetti di promozione dell’integrità, in quanto la
sua adozione costituisce elemento del PTPC aziendale , perché le norme in esso contenute regolano in senso legale ed eticamente corretto il
comportamento dei dipendenti e, in conseguenza, indirizzano l’azione amministrativa.
Quanto al codice di comportamento aziendale, si confermano i doveri ivi contenuti, già previsti in modo ampio, specifico ed estesi ai soggetti che
gravitano in azienda a vario titolo.
Formazione
In merito alla misura della formazione, ad integrazione di quanto già contemplato, si prevede per l’anno 2017 il proseguimento di attività formativa ed
informativa. La formazione, infatti, assume un ruolo strategico nell’ambito della prevenzione della corruzione secondo la logica della diffusione e
implementazione dell’esperienza e delle buone pratiche, rivestendo un ruolo di rilievo e di delicatezza in ambito sanitario.
Posto che, negli scorsi anni, la formazione di carattere generale sul complessivo sistema di prevenzione della corruzione, tra cui il codice di
comportamento, ha rivestito un ruolo fondamentale ed è stata effettuata in modo capillare, nell’anno 2017 si ritiene di dedicare maggiore spazio alla
formazione di carattere specifico agli operatori che esercitano la propria attività nelle aree di maggiore rischio.
Adeguata attività formativa sarà rivolta alle figure dei referenti del responsabile della prevenzione della corruzione, anche in relazione alle innovazioni
normative di cui al D. Lgs. n. 97/2016, recante “Revisione delle norme in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza ai sensi
dell’art. 7 della legge n. 124/2015 di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche”.
Rotazione del personale addetto alle aree a rischio
L’azienda, compatibilmente con le sue specialità, l’organico e con l’esigenza di mantenere continuità e coerenza di indirizzo delle strutture, riconosce
validità al principio della rotazione, finalizzato a prevedere che nei settori maggiormente esposti a rischio di corruzione sia assicurata l’alternanza del
20
personale, con particolare riferimento ai responsabili del procedimento, nonché ai componenti delle commissioni di gara e di concorso.
Data la natura di azienda anche di alta specialità sanitaria, per quanto attiene a specifiche figure professionali infungibili o comunque difficilmente
sostituibili, si esplicita la difficoltà di applicazione del principio. Occorre pertanto condividere criteri generali ed oggettivi per sostenere modalità di
applicazione in via ordinaria del principio tali da salvaguardare le specificità professionali e la continuità della gestione amministrativa e dei servizi sanitari,
garantendo al personale coinvolto nella rotazione l’acquisizione di adeguate competenze, attraverso la formazione e l’affiancamento.
Nel settore della sanità, per stessa ammissione dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, l'applicabilità del principio della rotazione presenta criticità
peculiari in ragione della specificità delle competenze richieste nello svolgimento delle funzioni apicali e non solo. Il settore clinico è sostanzialmente
vincolato dal possesso di titoli e competenze specialistiche, ma soprattutto di expertise consolidate, che inducono a considerarlo un ambito in cui la
rotazione è di difficile applicabilità ed occorrerà tener presente soprattutto altre misure di prevenzione.
Il percorso di conferimento di incarichi dirigenziali di struttura complessa nell’area clinica è caratterizzato dalla specificità del rischio per individuare
misure che, pur con valenze organizzative diversificate, andassero nella direzione auspicata di favorire maggiore condivisione delle funzioni o a vere e
proprie rotazioni di professionisti ed operatori.
Nel corso degli anni 2015 e 2016 si è messo in atto un importante cambiamento organizzativo che ha visto una rotazione ai vertici di strutture
complesse, di funzionari e di operatori.
Si intendono comunque fornire criteri, da adottare con specifico regolamento in materia nel corso dell’anno 2017.
Inoltre, anche gli incarichi amministrativi e/o tecnici richiedono, in molti casi, competenze tecniche specifiche (ad es., ingegneria clinica, fisica
sanitaria, informatica, ecc.) e spesso le figure in grado di svolgere questo compito sono in numero limitato all'interno di un'azienda.
Queste premesse, condivise anche dall’Autorità Nazionale Anticorruzione, non hanno comunque indotto questa Azienda a ritenere ogni intervento
sotto questo profilo. Anzi, si è cercato di intervenire in diversi settori, considerati più a rischio, per individuare misure che, pur con valenze
organizzative diversificate, andassero nella direzione auspicata di favorire maggiore condivisione delle funzioni o a vere e proprie rotazioni di
professionisti ed operatori.
Si intendono , pertanto, fornire criteri, da adottare con specifico regolamento in materia nel corso dell’anno 2017.
I criteri che si elencano di seguito sottendono comunque un presupposto fondamentale riguardante la garanzia di un corretto svolgimento delle
funzioni aziendali in termini di conoscenze, competenze tecniche specifiche, di efficienza e di efficacia.
Ciò comporta che si adotti un altro criterio importante, quello della gradualità, al fine di mantenere in equilibrio l’esigenza delle buone performance,
un’efficienza organizzativa e di favorire un sistema di “rotazione” inteso nelle diverse forme più avanti esplicitate.
Di seguito si enucleano quelli che saranno i principali criteri che verranno seguiti per attuare con modalità più sistematiche e programmate le misure
di rotazione, fra cui:
- rotazione funzionale, che prevede l'assegnazione del dipendente ad altre competenze nella medesima struttura;
- rotazione funzionale, che prevede l'assegnazione del dipendente ad altre competenze e in altra struttura;
- fissazione della periodicità della rotazione;
- -principio della “segregazione delle funzioni
La scelta dell'applicazione di uno dei predetti criteri dovrà essere operata in base alle esigenze organizzative della struttura interessata, avendo
21
riguardo al tipo di rischio connesso, alle specifiche attività e al momento in cui si opererà la misura.
La rotazione non si applica alle figure professionali, ossia quelle per le quali sono richieste competenze ed esperienze specifiche e/o è richiesto il
possesso dì lauree specialistiche non presenti per altre figure dirigenziali o particolari requisiti del reclutamento. La infungibilità delle figure
professionali dovrà essere adeguatamente motivata.
L’Azienda considera la formazione del personale uno strumento fondamentale per riuscire a garantire l’applicazione del principio della rotazione.
L’obiettivo è quello di creare, attraverso il Piano formativo, competenze di carattere trasversale e professionalità che possano essere utilizzate in una
pluralità di settori, tenendo conto del principio della continuità e del buon andamento dell’attività e dei servizi erogati.Gli indirizzi e la programmazione del
Piano formativo dei professionisti dovranno essere finalizzati a favorire le misure di attuazione del principio della rotazione.
L’attuazione delle misure di rotazione dovrà essere oggetto di specifico monitoraggio annuale per valutarne l’applicazione e i risultati organizzativi e di
garanzia dell’efficienza delle attività. I successivi atti organizzativi dovranno quindi regolamentare oltre ai criteri della rotazione anche le modalità del
monitoraggio che andrà a supporto di possibile eventuali adeguamenti delle misure attuate.
Tutela del dipendente che effettua segnalazioni
La tutela del dipendente che effettua segnalazioni di illeciti è considerata, nel nostro ordinamento giuridico, quale misura di prevenzione della
corruzione. Si conferma, con il presente documento, quanto già rappresentato nel piano 2014 – 2016 ed, in particolare:
• adozione di specifica procedura di segnalazione a garanzia e tutela dell’anonimato del soggetto denunciante
• pubblicazione della procedura stessa nella sezione internet/intranet dedicata alla trasparenza
• diffusione della conoscenza circa l’istituto del whistleblowing, anche tramite incontri formativi rivolti ai dipendenti.
Incompatibilità, inconferibilità, svolgimento di incarichi esterni e conflitto di interesse
L’Azienda ha da tempo approvato il proprio Regolamento per la disciplina degli incarichi esterni occasionali, successivamente integrato e
modificato, in corso di aggiornamento anche in format qualità, per il quale è stata predisposta una bozza di revisione con adeguamento di procedure e
modulistica da adottare entro il 2017.
Tutti i dipendenti, i collaboratori e i consulenti devono, nei rapporti esterni con utenti/fornitori e concorrenti, garantire gli interessi dell’Azienda
rispetto ad ogni altra situazione che possa concretizzare un vantaggio personale anche di natura non patrimoniale.
I dipendenti che operano in settori particolarmente esposti alla corruzione sono tenuti ad astenersi dalle attività che possano generare ogni situazione di
conflitto, anche potenziale.
Come espressamente indicato nel codice di comportamento aziendale, il dipendente deve comunicare al responsabile di appartenenza la sussistenza del
conflitto di interessi per iscritto e in tempo utile alla trattazione della pratica
Lo svolgimento di incarichi extra istituzionali, oggetto di preventiva autorizzazione o di comunicazione, conferiti da altri enti privati o pubblici, può
22
realizzare situazioni di conflitto di interesse, anche potenziali, che possono compromettere il buon andamento e l’imparzialità dell’azione amministrativa.
Stante la delicatezza di dette situazioni, è necessario garantire una efficace azione di monitoraggio di suddetti incarichi svolti dai dipendenti, siano essi
oggetto di preventiva autorizzazione o siano solo oggetto di comunicazione.
Si intende quindi procedere, per l’anno 2017, alla implementazione, attraverso il software in uso all’ Area risorse umane, di una unica banca dati
informatica che consenta la completa evidenza delle informazioni relative all’ente conferente e all’ente che eroga il compenso, unitamente alle risultanze
dei controlli effettuati.
Le dichiarazioni sono pubblicate sul sito aziendale, nella sezione amministrazione trasparente/personale/incarichi amministrativi di vertice
Attività successiva alla cessazione del rapporto di lavoro (pantouflage - revolving doors)
L’ art. 16 ter d.lgs. n. 165/2001 stabilisce il divieto, per i dipendenti che negli ultimi tre anni di servizio hanno esercitato poteri autoritativi o
negoziali per conto delle pubbliche amministrazioni, di prestare attività lavorativa (a titolo di lavoro subordinato o di lavoro autonomo), per i tre
anni successivi alla cessazione del rapporto di lavoro, presso i soggetti privati destinatari dell’attività svolta attraverso i medesimi poteri.
Tale norma prevede, quindi, una limitazione della libertà negoziale del dipendente per un determinato periodo successivo alla cessazione del
rapporto, al fine di eliminare la “convenienza” di accordi fraudolenti.
In riferimento all’ambito di applicazione, i dipendenti interessati sono coloro che, per il ruolo e la posizione ricoperti nell’amministrazione, hanno
avuto il potere di incidere in maniera determinante sulla decisione oggetto dell’atto e, quindi, coloro che hanno esercitato la potestà o il potere negoziale
con riguardo allo specifico procedimento o procedura.
La norma prevede, inoltre, delle sanzioni per il caso di violazione del divieto, che consistono in sanzioni sull’atto e sanzioni sui soggetti:
- sanzioni sull’atto: nullità dei contratti di lavoro conclusi e degli incarichi conferiti in violazione del divieto;
- sanzioni sui soggetti: obbligo per i soggetti privati che hanno concluso contratti o conferito incarichi in violazione del divieto di contrattare con la
pubblica amministrazione di provenienza dell’ex dipendente per i tre anni successivi con l’obbligo di restituzione dei compensi eventualmente percepiti e
accertati ad essi riferiti.
Al fine di dare attuazione alla normativa delineata, l’ Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio prevede le seguenti misure:
• clausola del divieto di prestare attività lavorativa, a titolo di lavoro subordinato o autonomo, per i tre anni successivi alla cessazione del rapporto
di lavoro nei confronti dei destinatari di provvedimenti adottati o di contratti conclusi con l’apporto decisionale del dipendente (inserita nei
contratti di assunzione)
• condizione soggettiva di non aver concluso contratti di lavoro subordinato o autonomo e comunque di non aver attribuito incarichi ad ex
dipendenti che hanno esercitato poteri autoritativi o negoziali per conto delle pubbliche amministrazioni nei loro confronti per il triennio
successivo alla cessazione del rapporto (inserita nei bandi di gara o negli atti prodromici agli affidamenti)
• esclusione dalle procedure di affidamento nei confronti dei soggetti per i quali sia emersa la situazione di cui al punto precedente
23
•
•
azione in giudizio per ottenere il risarcimento del danno nei confronti degli ex dipendenti
nullità dei contratti conclusi e degli incarichi conferiti in violazione di quanto previsto ai punti precedenti e il divieto ai soggetti privati che li hanno
conclusi o conferiti di contrattare con l’azienda per i successivi tre anni con obbligo di restituzione dei compensi eventualmente percepiti e
accertati ad essi riferiti.
Collegamento con il Piano della Performance
Questa Azienda ha adottato un proprio processo di valutazione delle performance e formula annualmente il Piano della performance, che
individua gli indirizzi, gli obiettivi strategici ed operativi, nonché gli indicatori per la misurazione e la valutazione della performance dell’Azienda
Ospedaliera , nel rispetto di quanto previsto dalla normativa vigente.
Il contenuto del presente piano sarà integrato con il suddetto documento e gli altri strumenti di programmazione annuale, così come richiesto dalla
normativa.
Per rendere chiara l’integrazione degli strumenti di programmazione e garantir
e il collegamento tra performance e prevenzione della corruzione, nei Piani della performance sarà esplicitamente previsto il riferimento a obiettivi,
indicatori e target relativi ai risultati da conseguire tramite la realizzazione del presente Piano.
Ogni dirigente riceverà fra gli obiettivi anche quelli annuali relativi a quanto contenuto nel presente piano.
Nomina gestore delle segnalazioni di operazioni sospette di riciclaggio
L’Azienda Ospedaliera P.C. intende provvedere alla individuazione, e conseguente nomina, del soggetto tenuto alla segnalazione di operazioni
sospette di riciclaggio.
Nell’individuazione di detta figura occorrerà valutare l’assolvimento di azioni di coordinamento tra la complessiva attività di prevenzione della
corruzione e la attività specifica di segnalazione.
A tal proposito, la normativa vigente e le indicazioni dell’Autorità Nazionale Anticorruzione optano per l’unificazione in un unico soggetto delle
funzioni di Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza e di gestore delle segnalazioni in questione, in una logica di continuità
esistente fra i presidi anticorruzione e antiriciclaggio e l’utilità delle misure di prevenzione del riciclaggio ai fini di contrasto alla corruzione.
24
Interazione tra Responsabile della Corruzione e Organismo Indipendente di Valutazione (OIV)
Misura di rilievo, al fine di sviluppare una sinergia tra gli obiettivi di performance organizzativa e l’attuazione delle misure di prevenzione, è
rappresentata dal rafforzamento di canali di comunicazione tra le attività svolte dal Responsabile della Prevenzione della Corruzione e l’OIV.
Pur non trattandosi di una vera e propria misura di prevenzione alla stregua di quelle sopra delineate, la interazione tra i soggetti citati rappresenta una
modalità di accrescimento della cultura dell’integrità, oltre che una attività di intensificazione della prevenzione della corruzione e del contrasto alla mala
administration.
Infatti, il Responsabile della Prevenzione della Corruzione in ambito aziendale e l’OIV rivestono un ruolo importante nel sistema di gestione della
performance e della trasparenza nelle pubbliche amministrazioni e non è possibile prescindere dall’integrazione tra detti soggetti.
Formazione di commissioni e assegnazioni agli uffici
Sono state introdotte nuove forme di incompatibilità nel caso di condanna con sentenza anche non passata in giudicato per i reati ricompresi nella
parte del codice penale riservata ai delitti dei pubblici ufficiali contro la pubblica amministrazione.
I soggetti condannati:
- non possono far parte, anche con compiti di segreteria, di commissioni per l’accesso o la selezione a pubblichi impieghi
- non possono far parte delle commissioni per la scelta del contraente per l’affidamento di lavori, servizi e forniture o per la concessione o l’erogazione
di contributi, sovvenzioni, sussidi, ausili finanziari, nonché per l’attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere
- non possono essere assegnati, anche con funzioni direttive, agli uffici preposti alla gestione delle risorse finanziarie, all’acquisizione di beni, servizi,
forniture.
Misure trasversali
Anche per le misure trasversali di prevenzione dei rischi corruttivi, rappresentate dalla trasparenza, monitoraggio dei tempi procedimentali,
informatizzazione e dematerializzazione, si conferma quanto previsto nel Piano triennale 2014-2016 e relativi aggiornamenti, rimandando al documento
di monitoraggio e stato di avanzamento dei documenti di prevenzione della corruzione, più volte citato, circa la loro attuazione. Il collegamento costante
25
alla trasparenza e performance rappresenterà ulteriore elemento di rilievo in merito a detto monitoraggio.
Si confermano le figure dei referenti del responsabile della prevenzione della corruzione, quali riferimenti costanti per la raccolta di dati ed
informazioni, come individuate nel corso dell’anno 2016 e sulla base delle previsioni di cui al piano triennale di prevenzione della corruzione 2014-2016
e successivi aggiornamenti.
La individuazione di detti referenti, come realizzata, consentirà, infatti, di creare una rete di soggetti che potrà contribuire alla facilitazione ed al
monitoraggio degli adempimenti derivanti dal complessivo sistema di prevenzione della corruzione e di trasparenza.
Ulteriore aspetto da implementare riguarda il coordinamento delle attività di pianificazione, di vigilanza e di controllo svolte nell’ambito dell’azienda
e proprie dell’organizzazione aziendale al fine di una integrazione con le attività e le verifiche strettamente attinenti alla prevenzione della corruzione.
Ruolo del Responsabile della prevenzione della corruzione
Il responsabile della prevenzione della corruzione svolge un ruolo di rilievo per l’attuazione della normativa relativa alla trasparenza e al contrasto ai
fenomeni corruttivi.
Gli aspetti che hanno prevalso nella scelta della figura del responsabile aziendale della prevenzione della corruzione sono quelli legati alla competenza
acquisita dal professionista individuato per la conoscenza dell’organizzazione aziendale e dei processi amministrativi e gestionali, unitamente all’integrità
morale del medesimo.
Attualmente, la rete dei referenti aziendali del responsabile della prevenzione della corruzione, già individuati, come sopra riportato, costituisce
elemento di raccordo tra le varie attività aziendali.
Inoltre, la partecipazione dei dipendenti ed, in particolare, dei responsabili delle strutture organizzative agli incontri formativi/informativi, alle fasi di
predisposizione del piano aziendale ed il contributo all’attività di monitoraggio degli stessi consente di facilitare l’espletamento delle funzioni proprie del
soggetto responsabile della trasparenza e della prevenzione della corruzione.
L’implementazione dei necessari collegamenti fra le attività aziendali, anche tramite figure di supporto al responsabile della prevenzione della
corruzione sarà oggetto di valutazione, anche a seguito dei feed back sulla efficacia dell’attuale rete dei referenti del responsabile della prevenzione della
corruzione.
26
Sistema dei controlli
La funzione di controllo fa parte dell'attività ordinaria dell'Azienda, tesa ad assicurare che i servizi siano erogati in conformità alle leggi e secondo
l'effettiva opportunità di tutela dell'interesse pubblico. Accanto alle aree di controllo disciplinate dalla legge, il controllo del collegio sindacale, il
controllo sugli atti, il controllo di gestione, il controllo strategico ed il controllo di qualità, nel corso dell’anno 2016 l'Azienda ha sviluppato alcune
importanti attività, tese ad evitare situazioni di mala administration.
Trattasi, in particolare, dei seguenti controlli:
• verifica sulla presenza in servizio del personale dipendente
• valutazione approfondita in merito alla concessione del gratuito patrocinio dell’azienda, più sopra delineato
• implementazione degli accertamenti circa le autocertificazioni rilasciate dai dipendenti.
Al fine di realizzare un compiuto sistema di controllo all’interno della complessa organizzazione aziendale, nel corso dell’anno 2017 saranno individuate
le modalità di raccordo tra le attività di vigilanza in essere, unitamente alla analisi di ulteriori tipologie di verifica che dovranno essere integrate ed
interconnesse con esse.
Nella individuazione di quanto sopra occorrerà considerare l’insieme delle attività di verifica che le singole unità operative svolgono sui loro processi,
che si conformano ai seguenti 3 principi:
ogni azione posta in essere deve essere veritiera, verificabile, coerente e documentata.
Conseguentemente:
1. nessun referente può gestire un intero processo in totale autonomia (c.d. segregazione compiti);
2. documentabilità e tracciabilità dei controlli effettuati, anche in termini di supervisione.
L’attività di controllo deve essere svolta attraverso un approccio collaborativo con le singole strutture, in una logica generale di miglioramento del
sistema piuttosto che di sola sanzione delle situazioni non conformi.
Elemento che accompagnerà l’analisi dei rischi a livello aziendale dei singoli processi, sarà l’analisi delle cause che possono portare al verificarsi degli
eventi negativi per l’azienda, elemento che permette di mettere in campo misure per prevenire i rischi stessi.
Accesso Civico
L’ a c c e s s o civico è il diritto di chiunque di richiedere i documenti, le informazioni o i dati che le pubbliche amministrazioni hanno l'obbligo di
pubblicare ai sensi del D.Lgs. n. 33/2013, laddove abbiano omesso di renderli disponibili nella sezione Amministrazione Trasparente del sito
27
istituzionale . Il D.Lgs. n. 97/2016 amplia il concetto di accesso civico, estendendolo anche ai dati e ai documenti detenuti dalle Pubbliche
Amministrazioni, ulteriori rispetto a quelli oggetto di pubblicazione, nel rispetto dei limiti relativi alla tutela di interessi giuridicamente rilevanti. Gli
scopi ai quali intende rispondere l’accesso civico sono favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e dell’utilizzo
delle risorse pubbliche, nonché promuovere la partecipazione al dibattito pubblico.
L'accesso civico è un diritto che può essere esercitato da chiunque, è gratuito, non deve essere motivato e la richiesta va indirizzata al
Responsabile della Trasparenza.
Il Responsabile della Trasparenza, dopo aver ricevuto la richiesta, verifica la sussistenza dell'obbligo di pubblicazione e, in caso positivo,
provvede alla pubblicazione dei documenti o informazioni oggetto della richiesta nella sezione Amministrazione Trasparente del sito istituzionale entro
il termine di 30 giorni. Provvede, inoltre, a dare comunicazione della avvenuta pubblicazione al richiedente indicando il relativo collegamento
ipertestuale. Se quanto richiesto risulta già pubblicato, ne dà comunicazione al richiedente indicando il relativo collegamento ipertestuale.
La richiesta di accesso civico può essere presentata anche al responsabile del procedimento cui si riferiscono i dati o le informazioni richieste. In
questo caso gli uffici che ricevono la richiesta devono trasmetterla immediatamente al Responsabile della Trasparenza ove il dato sia di
pubblicazione obbligatoria.
Il Piano aziendale 2014 – 2016 ha previsto, nella sezione dedicata alla trasparenza, la pubblicazione nel sito istituzionale e nel sito web dell’azienda,
con modalità di evidenza, chiarezza e semplicità, contenente l’indicazione per l’attuazione dell’accesso civico. Ciò rappresenta sicuramente la prima e
fondamentale misura per la conoscenza, da parte dei cittadini, di tale possibilità loro riconosciuta dalla legge. Pure il percorso da attivare per la richiesta di
dati ed informazioni è semplificato e descritto in modo dettagliato.
IL D.Lgs. n. 97/2016 detta una nuova tipologia di accesso civico, ampliato o generalizzato, da esercitarsi per accedere a dati, documenti,
informazioni detenuti da pubbliche amministrazioni ma ulteriori rispetto a quelli oggetto di pubblicazione:
Coesistono, pertanto, tre tipologie di accesso:
1. accesso alla documentazione amministrativa (artt. 22 e seguenti della legge n. 241/1990 - tipologia di accesso confermata da art. 5, comma 11,
del decreto n. 33 modificato)
si ricorda che:
- i richiedenti interessati sono tutti i soggetti privati, compresi i portatori di interessi pubblici diffusi, che abbiano un interesse diretto, concreto e
attuale, corrispondente ad una situazione giuridicamente tutelata e collegata al documento al quale è chiesto l’accesso
- la richiesta di accesso deve essere motivata
l’accesso si realizza con la presa visione o l’estrazione di copia di documentazione
l’esame dei documenti è gratuito, il rilascio di copie è subordinato al rimborso dei costi di riproduzione
istanza rivolta all’amministrazione/unità organizzativa che detiene la documentazione
28
2. accesso civico (art. 5 decreto n. 33)
-diritto esercitabile da chiunque, gratuito, non deve essere motivato
-riguarda documenti, dati, informazioni da pubblicarsi obbligatoriamente in “Amministrazione Trasparente”
-istanza al Responsabile Trasparenza (RPCT)
3.accesso civico “generalizzato/ampliato” (art. 6, comma 2, decreto n. 97)
è ora quello esercitabile da chiunque rispetto a dati e documenti detenuti da pubbliche amministrazioni, ulteriori rispetto a quelli oggetto di
pubblicazione obbligatoria, nel rispetto di limiti di tutela di interessi giuridicamente rilevanti.
Aspetti e modalità per l’accesso civico generalizzato
- l’esercizio del diritto non è sottoposto ad alcuna limitazione quanto alla legittimazione soggettiva del richiedente
- l’istanza deve identificare i dati, i documenti e le informazioni
- l’istanza non richiede motivazione
Aspetti e modalità per l’accesso civico generalizzato
- l’esercizio del diritto non è sottoposto ad alcuna limitazione quanto alla legittimazione soggettiva del richiedente
- l’istanza deve identificare i dati, i documenti e le informazioni
- l’istanza non richiede motivazione
- l’istanza può essere trasmessa per via telematica
29
- il rilascio di dati o documenti in formato elettronico o cartaceo è gratuito, salvo il rimborso del costo effettivamente sostenuto e documentato per la
riproduzione su supporti materiali
A chi deve essere presentata l’istanza, in alternativa:
all’Ufficio (unità organizzativa) che detiene i dati, le informazioni o i documenti
 all’Ufficio Relazioni col Pubblico
 ad altro Ufficio (unità organizzativa) indicata nel sito web istituzionale
Il Responsabile Trasparenza resta competente a ricevere le istanze di accesso civico ordinario riguardanti dati, documenti, informazioni oggetto di
pubblicazione obbligatoria in “Amministrazione Trasparente”.
Esclusioni e limiti
L’accesso è escluso nei casi di:
- segreto di Stato
Limiti. L’accesso civico generalizzato è rifiutato se il diniego è necessario per evitare un pregiudizio concreto alla tutela di uno degli interessi pubblici
inerenti a:
-
sicurezza e ordine pubblico
sicurezza nazionale
difesa e questioni militari
relazioni internazionali
politica e stabilità finanziaria ed economica dello Stato
conduzione di indagini su reati e loro perseguimento
regolare svolgimento di attività ispettive
L’accesso è rifiutato se il diniego è necessario per evitare un pregiudizio concreto alla tutela di uno dei seguenti interessi privati:
- la protezione dei dati personali
- la libertà e la segretezza della corrispondenza
- gli interessi economici e commerciali di una persona fisica o giuridica, ivi compresa la proprietà intellettuale, il diritto d’autore e i segreti commerciali
30
Particolarità:
- se i limiti riguardano soltanto alcuni dati o alcune parti del documento richiesto, deve essere consentito l’accesso agli altri dati o alle altre parti.
- i limiti si applicano unicamente per il periodo nel quale la protezione è giustificata in relazione alla natura del dato
- l’accesso non può essere negato ove, per la tutela degli interessi pubblici e privati citati, sia sufficiente fare ricorso al potere di differimento
Controinteressati
Si richiama quanto prima detto in ordine alla definizione dell’accesso civico “ampliato:
è ora quello esercitabile da chiunque rispetto a dati e documenti detenuti da pubbliche amministrazioni, ulteriori rispetto a quelli oggetto di
pubblicazione obbligatoria, nel rispetto di limiti di tutela di interessi giuridicamente rilevanti.
Si fa riferimento ai limiti di cui prima si è detto, in particolare ad eventuali pregiudizi alla tutela di interessi privati, riconducibili ai tre ambiti indicati:
protezione dati personali, libertà e segretezza della corrispondenza, interessi economici e commerciali.
Sul punto è da ricordare che dovranno essere emanate apposite Linee Guida da parte di ANAC con indicazioni operative per l’attuazione dei limiti
all’accesso civico
Dunque per l’accesso civico “ampliato” il decreto n. 97 introduce e disciplina l’ipotesi di controinteressati all’accesso stesso (comma 5 e seguenti
dell’art. 5 del decreto n. 33 modificato).
Ecco la procedura, da osservarsi da ogni unità organizzativa che cura l’accesso richiesto:
- individuazione controinteressati
- invio agli stessi di copia della richiesta di accesso, mediante posta raccomandata con avviso di ricevimento o per via telematica, se consentito dai
contro interessati
- entro 10 giorni dal ricevimento della comunicazione, i controinteressati possono presentare motivata opposizione alla richiesta di accesso, anche in via
telematica
31
- i 10 giorni sospendono il termine generale di conclusione del procedimento fissato in 30 giorni
- il procedimento di accesso civico deve concludersi con provvedimento espresso e motivato nel termine di 30 giorni dalla presentazione dell’istanza,
con comunicazione al richiedente ed agli eventuali controinteressati
- in caso di accoglimento si provvede a trasmettere al richiedente i dati o i documenti richiesti
- in caso di accoglimento della richiesta e in presenza di opposizione di controinteressati, si dà prima comunicazione ai controinteressati e dopo 15
giorni (dalla ricezione della comunicazione da parte del controinteressato) si trasmettono dati e documenti al richiedente
- rifiuto, limitazione o differimento dell’accesso vanno motivati
- in caso di diniego totale o parziale dell’accesso, ed in caso di mancata risposta, da parte dell’unità organizzativa destinataria della richiesta di accesso, il
richiedente può avanzare richiesta di riesame al Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza, che decide con provvedimento
motivato entro il termine di 20 giorni
- se l’accesso è stato negato in ragione della tutela degli interessi riferiti alla protezione di dati personali, il responsabile deve consultare il Garante per
la protezione dei dati personali, che si pronuncia entro 10 giorni dalla richiesta (con sospensione del termine dei 20 giorni per rispondere al richiedente
il riesame)
- il richiedente può far ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale avverso i provvedimenti dell’unità organizzativa o, in caso di richiesta di riesame,
del Responsabile anticorruzione e trasparenza
Qualora l’accesso civico riguardi dati, informazioni o documenti oggetto di pubblicazione obbligatoria, il Responsabile anticorruzione e trasparenza
segnala il fatto (inadempimento) all’ufficio di disciplina, al vertice dell’amministrazione e all’OIV.
Disposizioni operative
Ogni unità organizzativa (di area amministrativa, tecnica o sanitaria) che naturalmente detiene dati, informazioni, documenti che possono essere
oggetto di accesso civico “ampliato” è tenuta ad assicurare il procedimento di accesso secondo quanto sopra illustrato e previsto dal decreto n. 97/2016.
Qualora le richieste di accesso siano rivolte ad Uffici Relazioni col Pubblico, questi dovranno necessariamente rivolgersi alle unità organizzative
32
competenti che possiedono dati e documenti, tenendo conto che ciò non comporta differimento di termini per le risposte.
Sul sito web istituzionale, e collegamenti esistenti nelle sezioni “Amministrazione Trasparente”, sono rinvenibili per i potenziali richiedenti l’accesso
civico le denominazioni e i riferimenti delle unità organizzative dell’ Azienda, nonché gli Uffici URP, al fine di individuare i detentori di dati, documenti
e informazioni.
TRASPARENZA
L’ Azienda Ospedaliero Pugliese-Ciaccio, con atto deliberativo n.
gennaio 2014, ha approvato il primo Programma per la Trasparenza e
l’Integrità, valevole per il triennio 2014-2016, ed il successivo aggiornamento per gli anni 2015 e 2016, dando con ciò attuazione alle disposizioni
contenute nella legge n. 190/2012, recante “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica
amministrazione” e nel D. Lgs. n. 33/2013 in tema di riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità e trasparenza.
Si ribadisce che tale programma, il quale costituisce il documento di base con cui sono stati individuati gli obiettivi strategici e le azioni per
l’attuazione degli obblighi di pubblicazione, nonché definite le misure organizzative volte a garantire la regolarità dei flussi informativi, non si presenta
come un documento compiuto, bensì quale atto programmatico che descrive gli impegni che l’azienda intende assumere per dare concretezza alla
disciplina in materia di trasparenza, dandone atto all’opinione pubblica attraverso la pubblicazione sul sito istituzionale aziendale alla sezione denominata
“Amministrazione Trasparente”.
Il programma per la trasparenza, quindi, in analogia con il piano di prevenzione della corruzione, è caratterizzato da una logica di gradualità ed il
presente documento di aggiornamento ne rappresenta la progressione e proiezione dinamica per l’anno 2017.
Per la la definizione del documento di aggiornamento ed al fine di un miglioramento continuo, ha assunto un significato di rilievo l’esito del
monitoraggio e la verifica dello stato di avanzamento di quanto contenuto nel programma triennale, effettuato dal Responsabile della trasparenza e
prevenzione della corruzione nel mese d dicembre 2016.
Detto monitoraggio complessivo, infatti, unitamente a quanto emerso nel primo anno di attuazione dei documenti di prevenzione della corruzione, ha
consentito di individuare le azioni e gli interventi da porre in essere al fine di meglio realizzare gli obiettivi del programma.
Tra tali interventi vi rientra la implementazione di meccanismi informatici di automatismo nella pubblicazione dei dati e delle informazioni di cui al D.
33
Lgs. n. 33/2013 e, conseguentemente, del potenziamento della sezione web “Amministrazione Trasparente”.
Infatti, tra gli obiettivi strategici in materia di trasparenza, contenuti nel programma triennale 2014-2016, e ribaditi nel presente piano, vi rientrano
l’ampliamento dei dati oggetto di pubblicazione anche al fine di una maggiore comprensione degli stessi, il superamento della logica dell’adempimento
normativo, l’implementazione dei sistemi di monitoraggio sull’attuazione del documento di trasparenza e la previsione di misure ed iniziative volte a
favorire e a promuovere la cultura dell’integrità e della legalità, che possono essere facilitati se supportati da adeguati strumenti di tipo informatico.
La presente sezione di aggiornamento del programma per la trasparenza comprende, in buona sostanza, il proseguimento delle azioni volte alla
realizzazione completa degli adempimenti relativi alla pubblicazione dei dati, l’aggiornamento della tabella riportante singoli dati ed informazioni oggetto
di pubblicità con indicazione delle responsabilità a seguito di intervenute modifiche normative (D. Lgs. n. 97/2016), la conferma delle misure per
assicurare la regolarità e tempestività dei flussi informativi.
Si evidenziano le novità in campo normativo in materia di Trasparenza:
Il nuovo d.lgs. n. 33/2013 persegue l’importante obiettivo di razionalizzare gli obblighi di pubblicazione vigenti mediante la concentrazione e la
riduzione degli oneri gravanti sulle amministrazioni pubbliche e introduce il FOIA (Freedom of information act) ovvero il meccanismo analogo al
sistema anglosassone che consente ai cittadini di richiedere anche dati e documenti che le pubbliche amministrazioni non hanno l’obbligo di
pubblicare.
Pertanto accanto all’accesso civico come già previsto, che aveva ad oggetto il diritto dei cittadini di richiedere solamente i dati e le
informazioni oggetto di obbligo di pubblicazione ex d.lgs. n. 33/2013, viene introdotto l’accesso civico “generalizzato” che consiste nel diritto di
accedere ai dati e ai competenti e responsabili della pubblicazione/aggiornamento dei dati. documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni,
ulteriori rispetto a quelli oggetto di pubblicazione. LEGGE 28 DICEMBRE 2015, N. 208 (legge di stabilità per l’anno 2016)
Già con precedente legge n. 89/2014, di conversione del decreto legge n. 66/2014, e con DPCM 22 settembre 2014, erano stati ampliati gli obblighi di
pubblicazione in materia di bilanci, prevedendo sostanzialmente la pubblicazione in forma integrale dei bilanci preventivo e d’esercizio, oltre a tabelle di
sintesi in forma aggregate.
Ora, l’art. 1, comma 522, della legge di stabilità 2016 prevede espressamente per gli Enti del Servizio Sanitario nazionale l’obbligo di pubblicazione
in forma integrale del Bilancio d’Esercizio entro 60 giorni dalla relativa approvazione; la mancata pubblicazione nel sito web “costituisce illecito
disciplinare ed è causa di responsabilità amministrativa del direttore generale e del responsabile per la trasparenza e la prevenzione della corruzione”
(comma 523).
In ragione dell’ organizzazione aziendale e dei compiti e funzioni attribuiti alle unità organizzative, si dispone il relativo obbligo in capo al Servizio
34
Economico Finanziario, riportato nella Tabella aggiornata inserita nel presente documento, a decorrere dal Bilancio d’Esercizio 2015.
La stessa disposizione prevede, inoltre, che gli Enti del Servizio Sanitario Nazionale attivino “un sistema di monitoraggio delle attività assistenziali e
della loro qualità, in raccordo con il sistema di monitoraggio regionale, e in coerenza con il programma nazionale valutazione esiti, pubblicando entro il
30 giugno di ogni anno i relativi esiti”. Anche per questa fattispecie è previsto che il mancato rispetto degli obblighi “costituisce illecito disciplinare ed è
causa di responsabilità amministrativa del direttore generale e del responsabile per la trasparenza e la prevenzione della corruzione”.
In ragione dell’organizzazione aziendale e dei compiti e funzioni attribuiti alle unità organizzative, si dispone il relativo obbligo in capo alla
Direzione Sanitaria aziendale e al Controllo di Gestione.
Misure per assicurare l’attuazione della normativa sulla “Trasparenza amministrativa” ex d.lgs. 33/2013
L’AO nel corso degli anni si è adoperata per implementare le misure, i modi e le iniziative volte all'attuazione degli obblighi di pubblicazione
previsti dalla normativa vigente, nonché le misure organizzative volte ad assicurare la regolarità e la tempestività dei flussi informativi.
In quest’ottica va intesa l’adozione del sistema decentrato di pubblicazione all’interno della sottosezione denominata “Amministrazione
Trasparente” nella home-page del sito web dell’AOUP al fine di ottenere chiarezza in merito ai soggetti competenti e responsabili alla raccolta,
pubblicazione e aggiornamento dei dati e informazioni oggetto di obbligo di pubblicazione.
Testimonianza di tale sistema decentrato risulta essere il DV.05 allegato al presente Piano nel quale sono inseriti gli obblighi di pubblicazione
previsti dal d.lgs. n. 33/2013 adattati alla realtà dell’AOUP, le tempistiche di aggiornamenti dei dati ivi previsti e i soggetti
Misure organizzative per la regolarità e tempestività dei flussi
Con il Programma per la Trasparenza e l’Integrità 2014-2016 sono state individuate le seguenti misure organizzative per la regolarità e tempestività dei
flussi, che si confermano:





Utilizzo efficace delle tecnologie dell’informazione
Rispetto dei criteri di accessibilità, completezza di informazione, chiarezza, semplicità ed omogeneità
Adozione dei provvedimenti per garantire e facilitare l’esercizio del diritto di accesso
Trasparenza nei rapporti con i terzi fornitori
Applicazione integrale dei principi di trasparenza al proprio ciclo di gestione della performance
35


Sensibilizzazione circa la tempestività dei flussi e relativo costante monitoraggio
Rilevazione della soddisfazione degli utenti
Si è data attuazione al potenziamento del sito web, che consente una maggiore interazione con i cittadini e gli utenti, anche attraverso la tecnologia
responsive, che ne permette la visualizzazione con tutti i supporti informatici (tablet, I phone), nonchè l’introduzione di strumenti di automazione.
In particolare, ciò faciliterà le azioni finalizzate a rendere sempre più fluida, tempestiva ed automatica l’acquisizione delle informazioni e dati oggetto di
pubblicazione, attraverso il recepimento diretto dei dati alimentati nei normali percorsi gestionali, di tutte le informazioni destinate alla pubblicazione
nella sezione “Amministrazione Trasparente”.
Detto automatismo, inoltre, consentirà l’eliminazione di passaggi manuali e contribuirà a diminuire i rischi corruttivi. Nello specifico, saranno oggetto
di suddetta automazione i dati riguardanti i contratti di gara quelli relativi al personale.
Formazione e Referenti
Questa azienda riconosce un ruolo prioritario alle iniziative formative volte a promuovere la cultura della legalità e dell’integrità, conferendo valore
fondamentale, nell’ambito del sistema di prevenzione della corruzione ed attuazione della trasparenza, alla diffusione della conoscenza degli obblighi
di pubblicità e delle norme comportamentali.
Allo scopo di presentare l’insieme dei documenti adottati dall’azienda e di illustrarne lo stato di avanzamento, si intende programmare, anche per l’anno
2017, la Giornata della Trasparenza, rivolta a tutti i dipendenti, alle Organizzazioni sindacali e agli stakeholder.
In analogia a quanto descritto in detto documento, l’attenzione sarà particolarmente rivolta alla formazione specifica.
La individuazione delle figure dei referenti consentirà, inoltre, di creare una ampia rete di soggetti che potrà contribuire alla facilitazione ed al
monitoraggio degli adempimenti derivanti dal complessivo sistema di prevenzione della corruzione e di trasparenza.
Si
confermano,
quindi,
nel
corso
dell’anno
2017,
dette
figure
per
la
prevenzione
della
corruzione
e
per
la
trasparenza.
36
Dati oggetto di pubblicazione
Come previsto nel Programma per la trasparenza ed Integrità 2014-2016 e nei successivi
aggiornamenti, le modalità di gestione dei dati sono affidate alla responsabilità delle singole
strutture di pertinenza per la loro produzione, ivi compresa la pubblicazione dei dati stessi.
Analogamente, la correttezza, completezza ed aggiornamento delle informazioni oggetto di
pubblicazione è affidata a ciascuna delle strutture produttrici dei dati.
Si conferma, quindi, la impostazione della tabella dei dati inserita nel programma per la
trasparenza 2014-2016 e negli aggiornamenti 2015 e 2016, e si riporta di seguito il prospetto
aggiornato, a seguito dell’entrata in vigore di nuove disposizioni (art. 1, comma 522, Legge n.
208/2015 – D. Lgs. n.97/2016), con l’introduzione di specifiche indicazioni e la descrizione
dettagliata dei singoli obblighi:
i singoli dati ed informazioni oggetto di pubblicità con indicazione delle responsabilità a
seguito di intervenute modifiche normative (D. Lgs. n. 97/2016), la conferma delle misure per
assicurare la regolarità e tempestività dei flussi informativi.
Si evidenziano le novità in campo normativo in materia di Trasparenza:
Legge 28 /12/2015 n.208 (legge di stabilità per l’anno 2016)
Già con precedente legge n. 89/2014, di conversione del decreto legge n. 66/2014, e con
DPCM 22 settembre 2014, erano stati ampliati gli obblighi di pubblicazione in materia di bilanci,
prevedendo sostanzialmente la pubblicazione in forma integrale dei bilanci preventivo e
d’esercizio, oltre a tabelle di sintesi in forma aggregate.
Ora, l’art. 1, comma 522, della legge di stabilità 2016 prevede espressamente per gli Enti del
Servizio Sanitario nazionale l’obbligo di pubblicazione in forma integrale del Bilancio
d’Esercizio entro 60 giorni dalla relativa approvazione; la mancata pubblicazione nel sito web
“costituisce illecito disciplinare ed è causa di responsabilità amministrativa del direttore generale
e del responsabile per la trasparenza e la prevenzione della corruzione” (comma 523).
Disposizioni finali
Per quanto non espressamente previsto dal presente piano di aggiornamento trovano
applicazione le norme definite dalla legge n. 190/2012 e dal D. Lgs. n. 33/2013 e successive
modificazioni ed integrazioni. Tale programma costituisce un documento sovraordinato ad ogni
altro atto aziendale. Esso sarà adottato con atto deliberativo del Direttore Genera entro il 31
gennaio 2017
37