PREMESSA Con il presente aggiornamento, l’Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro intende rappresentare le ulteriori misure volte alla prevenzione della corruzione da attuarsi nel corso dell’anno 2017, in applicazione della legge 6 novembre 2012, n. 190, recante “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione”, del D. Lgs.n. 97/2016, riportante “Revisione delle norme in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza ai sensi dell’art.7 della legge n. 124/2015 di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche”, di quanto contenuto nel Piano Nazionale Anticorruzione approvato in data 11 settembre 2013 dall’Autorità Nazionale Anticorruzione, nell’aggiornamento 2015 al Piano Nazionale Anticorruzione di cui alla determinazione n. 12 del 28 ottobre 2015 della medesima Autorità e nell’atto determinativo ANAC n. 831 del 3 agosto 2016 di approvazione del Piano Nazionale Anticorruzione 2016. Quest’ ultimo , in quanto atto di indirizzo, contiene indicazioni, che impegnano le amministrazioni oltre che allo svolgimento di attività di analisi della realtà amministrativa e organizzativa, nella quale si svolgono le attività di esercizio di funzioni pubbliche e di attività di pubblico interesse esposte a rischi di corruzione, anche all’adozione di concrete misure di prevenzione della corruzione. Gli intenti perseguiti sono anche quelli di semplificazione delle attività, attraverso l’unificazione in un solo strumento sia del Piano Triennale di prevenzione della corruzione (PTPC) sia del Programma triennale della trasparenza e dell’integrità (PTTI). Il PTPC 2017-2019 viene quindi redatto apportando al precedente piano (PTPC 2016-2018, adottato con Delibera n.30 del 18/2/ 2016, alcuni aggiornamenti ed alcune modifiche, non solo in considerazione dei contenuti del PNA 2016, ma anche nell’ottica di una maggiore semplificazione. Il tutto secondo una logica di continuità e gradualità rispetto ai documenti adottati di promozione della legalità e secondo un approccio realistico ed evolutivo in considerazione della riorganizzazione di questa Azienda e delle innovazioni normative nel frattempo intervenute. Detto piano di aggiornamento rappresenta, quindi, la progressione e proiezione dinamica per l’anno 2017 del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione 2014 – 2016, e dei relativi aggiornamenti per gli anni 2015 e 2016, qui richiamati integralmente, ponendosi come appendice dei piani precedenti, fornendo una analisi più approfondita dei rischi corruttivi in alcune aree aziendali e definendo le modalità di vigilanza e di controllo sulle misure di contrasto alla corruzione adottate. Si precisa che il presente documento di Piano, oltre a prevedere la specifica parte operativa sulle misure sia per l’ambito della Trasparenza che per la Prevenzione della Corruzione, ha l’obiettivo anche di fornire in sintesi uno sguardo alle novità normative ed altri interventi amministrativi dell’anno 2016, in quanto determinanti per gli indirizzi e le indicazioni utili alla comprensione di obiettivi, azioni e misure che sono dettati. Ed anche richiamare i principali istituti della legge n. 190/2012 ed il sistema di prevenzione. 1 NOVITA’ NORMATIVE DECRETO N. 97/2016 E PIANO NAZIONALE ANTICORRUZIONE 3 AGOSTO 2016 Durante il 2016 si sono registrate novità di rilievo a livello normativo e amministrativo in tema di Trasparenza e Prevenzione della Corruzione: il decreto legislativo n. 97/2016, attuativo di una delle deleghe previste (art. 7) dalla legge n. 124/2015 di riordino delle amministrazioni pubbliche, che opera correttivi al sistema Trasparenza mediante il riordino degli obblighi di pubblicazione previsti dal decreto legislativo n. 33/2013, e il nuovo aggiornamento del Piano nazionale Anticorruzione approvato in agosto. Decreto legislativo n. 97/2016 Ha apportato numerosi cambiamenti alla normativa sulla trasparenza, rafforzandone il principio che caratterizza l’organizzazione e l’attività delle pubbliche amministrazioni e i rapporti con i cittadini. Dal punto di vista del metodo ha novellato il decreto legislativo n. 33/2013, a suo tempo attuativo di delega legislativa prevista dalla legge n. 190/2012 in forza del valore ampiamente riconosciuto alla trasparenza, quale uno degli strumenti più importanti di contrasto alla corruzione. D’ora innanzi, nel presente documento, si citeranno in gran parte norme del decreto legislativo n. 33/2013, da intendersi nella formulazione modificata dal decreto n. 97. Il decreto è intervenuto, con abrogazioni o integrazioni, su diversi obblighi di trasparenza. Tra le modifiche di carattere generale di maggior rilievo, si rileva il mutamento dell’ambito soggettivo di applicazione della normativa sulla trasparenza, l’introduzione dell’accesso civico generalizzato agli atti e ai documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, l’unificazione tra il Piano triennale di Prevenzione della Corruzione e il Programma della Trasparenza, l’introduzione di nuove sanzioni pecuniarie nonché l’attribuzione ad A.N.AC. della competenza all’irrogazione delle stesse. Con riferimento all’introduzione della nuova figura di accesso civico, il decreto ha assunto, nel gergo dei media, la denominazione di FOIA, acronimo inglese che sta per Freedom Of Information Act, come ad ispirarsi al manifesto assunto nel tempo in altri Paesi secondo cui si prevede il diritto di chiunque di avere accesso ai dati e ai documenti detenuti dalla pubblica amministrazione. In sintesi gli ambiti di intervento consistono in : 2 - obblighi di trasparenza e pubblicazione (riordino e modifiche) - accesso civico “generalizzato” o “ampliato” (accesso ampio a documenti e informazioni) - modifiche alla legge n. 190/2012 (PNA, Piani delle amministrazioni, coordinamento col sistema performance). Obblighi di trasparenza e pubblicazione Tra gli aspetti più significativi: Banche dati nazionali. Le pubblicazioni di dati che confluiscono in banche dati nazionali possono essere soddisfatte con le comunicazioni alle stesse banche dati Sezione Trasparenza nel piano anticorruzione. Cessa l’autonomia del documento di programma per la trasparenza, ora tutto confluisce nel Piano per la prevenzione della corruzione Incarichi dirigenziali. Introdotto l’obbligo di pubblicazione di una serie di dati relativi ai titolari di incarichi dirigenziali, comprese le dichiarazioni riguardanti la situazione patrimoniale e di reddito. Gli articoli coinvolti sono il 14, il 15 e il 41 (del decreto 33 modificato), quest’ultimo specifico per il settore sanità. Al momento l’attuazione delle disposizioni è incompleto, in particolare per l’ambito della dirigenza medica, veterinaria, sanitaria, poiché non vi è sufficiente chiarezza nella formulazione e nei rimandi contenuti nelle norme citate; si attende specifico intervento normativo e chiarimenti dall’Autorità Nazionale Anticorruzione. Concorsi e selezioni. Introdotta la pubblicazione dei criteri di valutazione delle commissioni e delle tracce delle prove scritte Organismo indipendente di valutazione (OIV). Da pubblicare gli atti e le deliberazioni dell’OIV. Rafforzamento complessivo del ruolo dell’OIV e ulteriori competenze in materia di trasparenza e anticorruzione, in connessione al sistema performance Pagamenti. Previste nuove pubblicazioni riguardanti i dati sui pagamenti, indici di tempestività, debiti e imprese creditrici Contratti pubblici. Ampliate le tipologie di dati da pubblicare in materia di procedure di gara e appalti, con riferimento alla recente riforma in materia approvata con decreto legislativo n.50/2016. A.N.AC. controlla l’adempimento degli obblighi di pubblicazione con: - esercizio di poteri ispettivi mediante richiesta di notizie, informazioni, atti e documenti - può ordinare l’adozione di atti o provvedimenti, ovvero la rimozione di comportamenti o atti contrastanti con i piani e le regole sulla trasparenza, da adempiere entro il termine di trenta giorni - può chiedere informazioni all’OIV. 3 Accesso civico “generalizzato” o “ampliato” ,che sarà oggetto di approfondimento successivamente. Modifiche alla legge n. 190/2012 Sono varie le modificazioni introdotte, sia di sistema che di semplice precisazione su alcuni aspetti: - il Piano Nazionale Anticorruzione, adottato da A.N.AC., costituisce atto di indirizzo per le pubbliche amministrazioni ai fini dell’adozione dei propri piani triennali di prevenzione della corruzione - il Piano individua aree di attività pubbliche, i principali ambiti di rischio e fornisce indicazioni per le misure di contrasto alla corruzione (il PNA di agosto individua le seguenti aree: piccoli Comuni, Città metropolitane, Ordini e Collegi professionali, Istituzioni Scolastiche, Beni Culturali, Governo del territorio, Sanità) - indicazione di specifici ambiti per il settore Sanità pubblica ANAC: - esercita poteri ispettivi mediante richiesta di notizie, informazioni, atti e documenti - può ordinare l’adozione di atti o provvedimenti, ovvero la rimozione di comportamenti o atti contrastanti con i piani - l’organo di indirizzo (il vertice delle amministrazioni) individua il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT) di norma tra i dirigenti di ruolo in servizio, disponendo le modifiche organizzative necessarie ad assicurare funzioni e poteri idonei. Il Responsabile della Prevenzione della Corruzione svolge, di norma, anche le funzioni di Responsabile della Trasparenza - RPCT segnala all’organo di indirizzo e all’OIV le “disfunzioni” inerenti all’attuazione delle misure di prevenzione della corruzione e di trasparenza; indica i nominativi dei dipendenti inadempienti agli uffici competenti in materia disciplinare - eventuali misure discriminatorie nei confronti del RPCT vanno segnalate ad ANAC - l’organo di indirizzo definisce gli obiettivi strategici in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza; adotta il Piano triennale entro il 31 gennaio di ogni anno, su proposta del RPCT - L’OIV: verifica coerenza Piani triennali prevenzione corruzione con obiettivi contenuti nei documenti di programmazione strategico gestionale verifica che nel sistema performance si tenga conto degli obiettivi connessi all’anticorruzione e trasparenza verifica i contenuti della Relazione annuale del RPCT (attività successiva), tramite richiesta di informazioni ed eventuali audizioni di dipendenti 4 la violazione delle misure di prevenzione previste dal Piano da parte dei dipendenti costituisce illecito disciplinare - RPCT risponde per responsabilità dirigenziale e disciplinare nei casi di ripetute violazioni delle misure dei Piani, salvo che si sia data diffusione dei Piani e delle essi contenute, e di aver misure in esse contenute , e di aver vigilato - RPCT trasmette la relazione annuale entro il 15 dicembre di ogni anno all’organo di indirizzo e all’OIV. Operatività delle nuove norme Se le modifiche alla legge n. 190/2012 sono risultate subito efficaci, per gli altri due aspetti, obblighi di pubblicazione e accesso civico “generalizzato”, l’entrata in vigore è avvenuta il 23 dicembre 2016; peraltro l’attuazione effettiva è stata subordinata all’emanazione di apposite Linee Guida di A.N.AC. Strategia di prevenzione dell’AOPugliese-Ciaccio per il periodo 2017-2019: analisi di contesto, obiettivi, soggetti, azioni e misure Natura, missione e organico dell’AOUP, analisi del contesto esterno ed interno Come definito dall’art. 2 dell’atto aziendale , adottato con deliberazione del CS n. 65 del 02/08/2016 ed approvato con Decreto n. 91dell’ 11 agosto 2016 del Commissario ad acta per l’ attuazione del Piano di rientro, l’ azienda ha come mission istituzionale il trattamento delle patologie ad alta complessità perseguendo lo sviluppo delle attività di alta specializzazione, in coerenza con il fine di ottimizzare la rete ospedaliera e con le indicazioni della programmazione regionale; assicurando la centralità del paziente, nella logica di servizio inteso come valore aggiunto della componente tecnicoprofessionale e parte integrante e sostanziale della prestazione stessa; garantendo ai pazienti ed ai loro familiari ascolto e informazione e conforto nel rispetto dei loro sentimenti; valorizzando e integrando le competenze, sviluppando le conoscenze e le abilità tecnico-professionali, organizzative e direzionali; favorendo lo sviluppo dell’organizzazione orizzontale e per processi e la valorizzazione e la gestione per percorsi assistenziali e clinici. 5 Obiettivo dell’analisi del contesto esterno è quello di identificare la situazione del contesto in cui opera questa azienda, per mettere in luce eventuali fattori di rischio di corruzione. L ’analisi di contesto condotta ai fini della predisposizione del presente PTPC evidenzia come l’AOPC operi in un settore, quello dei servizi sanitari, che, come evidenziato dallo stesso Dipartimento della Funzione Pubblica e dall’ANAC, presenta caratteristiche del tutto peculiari, in considerazione di fattori che la espongono a rischi specifici sotto il profilo delle potenziali fattispecie di illegalità che possono svilupparsi nel suo ambito. A mitigare l’esposizione al rischio corruttivo concorre trasversalmente la circostanza che la maggior parte degli ambiti di attività sono presidiati da norme di legge, di livello statale e/o regionale, e che negli ultimi anni, anche grazie alla strategia di prevenzione della corruzione e della illegalità, è stata fortemente implementata la normazione aziendale con regolamenti, procedure, istruzioni operative che disciplinano in modo puntuale tutte le fasi del processo, delimitando e riducendo l’ambito di discrezionalità. Contribuisce a mitigare ulteriormente il rischio illegalità, l’incremento della gestione informatizzata di molti processi, attraverso applicativi che garantiscono la tracciabilità delle operazioni e dei soggetti responsabili, sia nell’ambito dei processi di cura che in ambito amministrativo. E ancora concorrono a rafforzare il sistema volto a presidiare la legalità e la qualità aziendale il Sistema di controlli interni, in fase di crescita; la ridefinizione della composizione del Servizio Ispettivo Aziendale, con la previsione di un ambito di attività anche a supporto della prevenzione della corruzione; i controlli dei gruppi di verifica dei valutatori della Regione in ordine all’accreditamento istituzionale. A seguito dell’emanazione dell’Aggiornamento 2016 al PNA, si è evidenziato come la prima ed indispensabile fase del processo di gestione del rischio sia quella relativa all’analisi del contesto, attraverso la quale ottenere le informazioni necessarie a comprendere come il rischio di corruzione/illegalità possa verificarsi all’interno dell’amministrazione. Come suggerisce l’ANAC, sono proprio le variabili criminologiche, sociali, culturali ed economiche del territorio a favorire, potenzialmente, il verificarsi di fenomeni corruttivi. Del resto, al fine di una puntuale contestualizzazione del presente Piano, risulta indispensabile l’analisi delle dinamiche socio-territoriali del contesto di riferimento, necessarie a comprendere come il rischio corruttivo possa veicolare all’interno dell’AOPC per via delle specificità dell’ambiente in cui la stessa opera. Le maggiori criticità derivanti dal contesto esterno sono riconducibili alle possibili influenze determinate dai diversi portatori di interessi pubblici e privati, quando queste possano in qualche maniera contrastare con la legge, i regolamenti, le procedure, il codice etico e di comportamento. Si rappresenta che le suddette caratteristiche contestuali, sulla base delle indicazioni già contenute nel PNA, sono state in parte già analizzate per l’adozione dei precedenti PTPC e per le conseguenti relazioni annuali e sono state altresì valida base anche per dare un taglio attuale e concreto agli interventi formativi in tema di anticorruzione, etica e legalità. Detta analisi è stata suddivisa in due parti: 1.Il contesto sociale, di cui la parte estesa si trova nel bilancio di missione al primo capitolo “Il contesto”; 2. la presenza sul territorio regionale e provinciale di situazioni criminali e corruttive, desunta dai documenti disponibili. In particolare si è condotta l’analisi delle dinamiche socio-territoriali afferenti principalmente alla dimensione regionale , nonché l’analisi del 6 contesto interno - ricavata in particolare dall’approfondimento dell’atto aziendale (struttura di vertice ed organizzativa, missione, obiettivi e strategie etc..), della relazione sanitaria, delle relazioni sulla gestione allegate ai bilanci di esercizio. Detta analisi risulta anche formalizzata in modo ampio nel Piano della Performance, coordinato con il PTPC, nel quale ultimo è stato dato ampio spazio all’analisi delle attività potenzialmente esposte, per le aree di rischio obbligatorie ed ulteriori, tramite la mappatura dei processi/procedimenti. Le maggiori criticità derivanti dal contesto esterno sono riconducibili alle possibili influenze determinate dai diversi portatori di interessi pubblici e privati, quando queste possano in qualche maniera contrastare con la legge, i regolamenti, le procedure, il codice etico e di comportamento. Eventuali punti di debolezza del sistema sanitario calabrese si possono ricondurre alle indagini condotte dalla Magistratura e dagli Organi inquirenti nel nostro territorio negli ultimi anni, che hanno avuto tutte una eco nazionale. Processo di gestione del rischio Con il Piano di Prevenzione della Corruzione valevole per il triennio 2014-2016, ed i relativi aggiornamenti per gli anni 2015 e 2016, si è dato avvio al processo di gestione del rischio, attraverso l’individuazione delle aree aziendali di rischio, la valutazione dello stesso, la identificazione delle misure di prevenzione specifiche e generali, il conseguente monitoraggio e l’implementazione delle azioni di contrasto. La metodologia utilizzata è stata quella indicata nel Piano Nazionale Anticorruzione, integrata con analisi locali in merito alla percezione del rischio nelle diverse aree attraverso la consultazione dei dati esistenti sul fenomeno corruttivo, tra cui quelli dell’Ufficio Procedimenti Disciplinari, dell’Ufficio Contenzioso del Lavoro e quelli giornalistici. Con il presente documento si conferma l’analisi delle aree di rischio riportata nei piani suddetti, cui interamente si rimanda e si approfondisce, in particolare, l’area dell’acquisizione e progressione del personale, come di seguito specificato, sulla base delle specifiche indicazioni fornite dall’Autorità Nazionale Anticorruzione in sede di aggiornamento 2016 al Piano Nazionale Anticorruzione. Nel Piano gli esiti di detto processo sono rappresentati dalle misure specifiche, che considerano tratti di attività nei quali si è ritenuto di intervenire, in applicazione della logica del risvolto operativo. Si tratta di una delle parti in cui la programmazione si è spinta al dettaglio, prevedendo gli aspetti concreti ed operativi; la parte più Posto che il concetto di corruzione è da considerarsi in senso lato e, quindi, comprensivo di comportamenti di maladministration, il processo di gestione del rischio deve trovare una necessaria integrazione nello svolgimento di ulteriori attività collaterali, che possano concorrere a contrastare 7 eventuali fenomeni corruttivi. In tal senso il coinvolgimento diretto del Responsabile della Prevenzione della Corruzione in attività di monitoraggio e controllo può assumere un ruolo di rilievo. 8 Area di rischio generale: Acquisizione e progressione del personale Processi Rischi Requisiti di accesso Reclutamento e personalizzati e insufficienza progressioni di di meccanismi oggettivi e carriera trasparenti di reclutamento. Abuso nei processi di stabilizzazione per reclutamento di specifici candidati. Livello di rischio Alto Misure prevenzione di Predisposizione piano aziendale di fabbisogno. Approvazione annuale da parte della Regione Emilia Romagna del fabbisogno di personale. Tempi di attuazione In essere Responsabile Monitoraggio/Ind i catore Verifica rispetto Servizio Unico del documento di Amministrazione fabbisogno Personale N° atti non pubblicati secondo la normativa/N° atti Pubblicazione degli atti (bandi) in Gazzetta Ufficiale, BUR, Sito internet aziendale. 9 Irregolare composizione Reclutamento e della commissione di concorso progressioni di finalizzata al reclutamento di carriera candidati particolari Alto Pubblicazion e degli atti (decisione di nomina della In essere Numero atti non Servizio Unico pubblicati sul sito Amministrazione del Personale 10 Commissione) sul sito internet aziendale Sorteggio (Dirigenza sanitaria) Dichiarazione assenza conflitto di interessi con candidati Rotazione componenti commissione sorteggio % presenza dichiarazioni conflitto interessi In essere % presenza dichiarazioni conflitto interessi In essere % presenza dichiarazioni dei di Da attuarsi entro 31.10.2017 Presenza soggetto terzo al sorteggio Ampliamento trasparenza (D. Lgs. n. 97/2015) Verifica applicazione rotazione della In essere Verifica presenza Da completarsi entro febbraio 2017 Monitoraggio/verifi ca attuazione 11 Reclutamento e Inosservanza regole progressioni di procedurali a garanzia carriera trasparenza e imparzialità Alto Acquisizione dichiarazione formale ex DPR 445/2000, rilasciata dai componenti Commissione di concorso circa assenza di conflitti di interesse/incomp atibilità. In essere Funzione di controllo di legittimità del Segretario In essere Rotazione dei funzionari addetti alle segreterie di concorso Attività formativa specifica a tutti i In essere % dichiarazioni rilasciate/non rilasciate Servizio Unico Verifica Amministrazione del applicazione Personale rotazione Adozione guida regolamentare Verbali formativi incontri 12 Conferimento incarichi collaborazione Motivazione generica e tautologica circa la sussistenza dei presupposti di legge per il conferimento di incarichi professionali allo scopo di agevolare precisi soggetti Alto possibili segretari e adozione di guida regolamentare Da attuarsi entro ottobre 2017 Approvazione espressa Direzione aziendale (DG DA- DS) In essere parzialmente Dichiarazione di avvenuto accertamento della sussistenza dei requisiti di legge da parte del Direttore del Servizio richiedente Pubblicazione del bando di selezione con collegamento diretto tra Servizio Unico Verifica Amministrazione del autorizzazione Personale In essere In essere Verifica campione pubblicazione atti a 13 progetto requisiti richiesti e Svolgimento di procedura comparativa di selezione (fatti salvi i casi, eccezionali, di intuito personae previsti dalla norma) In essere Verifica congruenza tra progetto di incarico e requisiti richiesti Regolamento aziendale in materia Adozione di regolamentazion e in sede di area vasta Acquisizione dichiarazione formale insussistenza conflitti di Da attuarsi entro dicembre 2017 Adozione regolamento % presenza dichiarazioni In essere 14 interesse/incomp atibilità Definizione voci stipendiali Corresponsione di somme non giustificate Medio/Alto Riscontro su attività di controllo Aggiornamento In essere. Da procedura calcolo implementare voci stipendiali e relativi controlli, anche in forma automatizzata Verifica assolvimento debito orario in caso di richiesta di attribuzione voci stipendiali straordinarie/ag giuntive Attività di controllo Applicazione controlli svolti in modo non imparziale Medio/Alto Monitoraggio periodico applicazione controlli previsti Da attuare Servizio Unico Numero Amministrazione del dipendenti Personale sottoposti a controllo Riscontro controlli e recupero somme non dovute Servizio Unico Diffusione report Amministrazione del controlli Personale 15 a livello aziendale Da attuare Ridefinizione delle procedure di controllo di competenza del Servizio Unico Amministrazione del Personale Incarichi e Alterazioni delle nomine: dirigenza strutture esistenti non legate medica a processi di riorganizzazione per favorire interessi specifici (struttura complessa) Medio/Alto Approvazione della Regione In essere Adozione procedura/regola mento Servizio Unico Verifica Amministrazione del documento Persona regionale e congruità con l’attribuzione incarichi 16 Piano Integrato Trasparenza/Prevenzione della Corruzione Come già in precedenza detto, tra le novità introdotte dal decreto legislativo n. 97/2016 vi è la cessazione dell’autonomia del precedente modello di Programma Trasparenza ed Integrità e la conseguente unificazione in un solo strumento di Piano Prevenzione e interventi per la Trasparenza; e così anche la previsione di attribuire di norma allo stesso soggetto dirigente le funzioni di Responsabile anticorruzione e Responsabile per la Trasparenza. In conseguenza, il presente documento di Piano comprende in modo integrato, appunto, la materie di prevenzione della corruzione e della trasparenza. Da ribadire che detta integrazione trova il proprio presupposto fondamentale nel valore riconosciuto alla trasparenza quale uno dei principali strumenti di prevenzione della corruzione; e così rilevano anche motivazioni di semplificazione nella programmazione e negli atti. Obiettivi strategici In analogia agli obiettivi fondanti la strategia nazionale ed in continuità con i precedenti PTPC, al fine di costruire un sistema di prevenzione della corruzione concreto ed efficace ,gli obiettivi strategici individuati sono: • • • • • • • promozione di maggiori livelli di trasparenza formazione specifica valorizzazione dell’accesso civico implementazione sistema di controlli sviluppo collegamento con il Piano della Performance riduzione delle opportunità di manifestazione di casi di corruzione creazione di un contesto culturale sfavorevole alla corruzione Gli obiettivi strategici sono sviluppati in azioni e misure attuative, la cui violazione da parte del personale che compone l’organico aziendale costituisce illecito disciplinare. 17 La finalità è un modello di strategia di prevenzione della corruzione/illegalità coerente, organico e diffuso, del quale garantire una concreta attuazione e prevedere una sistematica azione di verifica della idoneità, in vista della proposizione di opportune modifiche , per accrescerne la reale efficacia preventiva, nonché quella di favorire un percorso di cambiamento culturale fortemente orientato ad ispirare ogni azione e decisione aziendale ai valori della legalità, della trasparenza, dell’integrità e dell’etica. La effettività degli interventi attuativi adottati da AOPC per prevenire il rischio della corruzione e della illegalità è garantita dal costante raccordo, ai sensi del presente PTPC, tra la Direzione Aziendale ed il RPCT e tra quest’ultimo ed i propri Referenti, con i dirigenti appartenenti al ruolo amministrativo, tecnico e professionale nonché con i Dirigenti del Ruolo Sanitario direttori di Dipartimento e/o Struttura, finalizzato a conseguire la attuazione di forme interne di controllo diffuso. Misure di sistema e generali Per misure si intendono iniziative, azioni, strumenti, percorsi il cui adempimento è ritenuto rilevante o determinante per l’attività di prevenzione. La definizione delle misure è la fase e l’attività con maggiore importanza all’interno del processo di gestione del rischio, fatta salva, naturalmente, quella di realizzazione delle misure stesse. La strategia di prevenzione AOPC è strutturata con misure generali, in grado di incidere sul sistema complessivo della prevenzione della corruzione/illegalità trasversalmente sull’intera azienda, specifiche, progettate in riferimento al contesto interno e caratterizzate dal fatto di incidere su problematiche specifiche individuate nelle attività di valutazione, nonché, a seguito del PNA 2016, l’ ulteriore distinzione delle misure in oggettive, che mirano, attraverso soluzioni organizzative, a ridurre ogni spazio possibile all’azione di interessi particolari volti all’improprio condizionamento delle decisioni pubbliche e soggettive , che mirano a garantire la posizione di imparzialità del funzionario pubblico che partecipa , nei diversi modi previsti dall’ordinamento ad una decisione amministrativa . Resta altresì la classificazione delle misure in obbligatorie , la cui applicazione discende direttamente dalla legge o da altre fonti normative ed ulteriori, in quanto inserite nel PTPC a discrezione dell’amministrazione, senza graduazione tra le stesse in merito alla priorità del trattamento. La strategia prevede la valorizzazione, il coordinamento e la sistematizzazione di tutti gli strumenti già previsti o già in uso presso l’Azienda per finalità di prevenzione dell’illegalità ed in particolare del sistema dei controlli interni ; dei controlli del Servizio Ispettivo; delle misure/azioni/attività già oggetto delle pianificazioni precedenti ed attivate nonché di tutti i documenti di ordine organizzativo, regolamentare e procedurale finalizzati a presidiare e circoscrivere gli ambiti di discrezionalità ed a garantire il rispetto della legalità, l’efficienza e l’efficacia delle attività. La programmazione delle misure prevede la descrizione della struttura/soggetto responsabile della attuazione; dello standard/valore atteso; dell’indicatore di verifica; della frequenza/tempistica; del target atteso nel triennio. 18 Il processo di gestione del rischio si compendia con la successiva attività di monitoraggio, per intercettare rischi emergenti; identificare processi organizzativi tralasciati nella fase di mappatura, prevedere nuovi e più efficaci criteri per analisi e ponderazione del rischio. Il monitoraggio sulla attuazione delle misure/attività/azioni è strutturato annualmente , con riferimento alle strutture/soggetti responsabili dell’attuazione, agli standard, agli indicatori di verifica, alle frequenze/tempistiche ed ai target attesi nel triennio. È effettuato da parte della Direzione Aziendale e del RPCT, anche tramite audit comprensivo di verifiche documentali e partecipazione ad incontri di budget attinenti. Si confermano le seguenti misure generali di prevenzione del rischio di corruzione individuate con il Piano 2014 – 2016 e successivi aggiornamenti: Codice di comportamento e diffusione di buone pratiche e valori Formazione Rotazione del personale Tutela del dipendente che effettua segnalazioni di illecito Incompatibilità, inconferibilità, svolgimento di incarichi esterni e conflitto di interesse Attività successiva alla cessazione del rapporto lavoro Collegamento con il Piano delola Perfomance Formazione di commissioni, assegnazione agli uffici e conferimento di incarichi in caso di condanna penale per delitti contro la pubblica amministrazione Nomina gestore segnalazioni di operazioni sospette e riciclaggio Interazione tra Responsabile della Corruzione e Organismo Indipendente di Valutazione (OIV) Al duplice fine di rendere note le misure di prevenzione e di consentire un collegamento costante con la trasparenza, le stesse sono oggetto di pubblicazione nella sezione “Amministrazione Trasparente” del sito istituzionale aziendale, unitamente alla relazione annuale del Responsabile della Trasparenza e Prevenzione della Corruzione. La trasparenza, pertanto, resta uno dei principali strumenti di prevenzione della corruzione. Il concetto ora è rafforzato dalle previsioni di cui al decreto legislativo n. 97/2016, intervento che ha apportato novità e modificazioni in materia di obblighi di pubblicazione, come visto in precedenza. Alla luce della nuova disciplina, l’individuazione delle modalità di attuazione della trasparenza non saranno più oggetto di un separato atto, ma diverranno parte integrante del presente PTPC, attraverso la predisposizione di un’apposita sezione. Infatti il d.lgs. 97/2016 ha semplificato gli adempimenti a carico delle pubbliche amministrazioni, unificando in un solo strumento il PTPC e il PTTI. All’interno del PTPC la sezione dedicata alla trasparenza oltre all’individuazione degli obiettivi strategici in materia di trasparenza, contiene le soluzioni organizzative idonee ad assicurare l’adempimento degli obblighi di pubblicazione di dati e informazioni previsti dalla normativa vigente. In essa sono 19 chiaramente identificati i responsabili della trasmissione e della pubblicazione dei dati, dei documenti e delle informazioni. Codice di comportamento E’ una delle principali misure previste dal Piano Nazionale Anticorruzione, che contribuisce agli aspetti di promozione dell’integrità, in quanto la sua adozione costituisce elemento del PTPC aziendale , perché le norme in esso contenute regolano in senso legale ed eticamente corretto il comportamento dei dipendenti e, in conseguenza, indirizzano l’azione amministrativa. Quanto al codice di comportamento aziendale, si confermano i doveri ivi contenuti, già previsti in modo ampio, specifico ed estesi ai soggetti che gravitano in azienda a vario titolo. Formazione In merito alla misura della formazione, ad integrazione di quanto già contemplato, si prevede per l’anno 2017 il proseguimento di attività formativa ed informativa. La formazione, infatti, assume un ruolo strategico nell’ambito della prevenzione della corruzione secondo la logica della diffusione e implementazione dell’esperienza e delle buone pratiche, rivestendo un ruolo di rilievo e di delicatezza in ambito sanitario. Posto che, negli scorsi anni, la formazione di carattere generale sul complessivo sistema di prevenzione della corruzione, tra cui il codice di comportamento, ha rivestito un ruolo fondamentale ed è stata effettuata in modo capillare, nell’anno 2017 si ritiene di dedicare maggiore spazio alla formazione di carattere specifico agli operatori che esercitano la propria attività nelle aree di maggiore rischio. Adeguata attività formativa sarà rivolta alle figure dei referenti del responsabile della prevenzione della corruzione, anche in relazione alle innovazioni normative di cui al D. Lgs. n. 97/2016, recante “Revisione delle norme in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza ai sensi dell’art. 7 della legge n. 124/2015 di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche”. Rotazione del personale addetto alle aree a rischio L’azienda, compatibilmente con le sue specialità, l’organico e con l’esigenza di mantenere continuità e coerenza di indirizzo delle strutture, riconosce validità al principio della rotazione, finalizzato a prevedere che nei settori maggiormente esposti a rischio di corruzione sia assicurata l’alternanza del 20 personale, con particolare riferimento ai responsabili del procedimento, nonché ai componenti delle commissioni di gara e di concorso. Data la natura di azienda anche di alta specialità sanitaria, per quanto attiene a specifiche figure professionali infungibili o comunque difficilmente sostituibili, si esplicita la difficoltà di applicazione del principio. Occorre pertanto condividere criteri generali ed oggettivi per sostenere modalità di applicazione in via ordinaria del principio tali da salvaguardare le specificità professionali e la continuità della gestione amministrativa e dei servizi sanitari, garantendo al personale coinvolto nella rotazione l’acquisizione di adeguate competenze, attraverso la formazione e l’affiancamento. Nel settore della sanità, per stessa ammissione dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, l'applicabilità del principio della rotazione presenta criticità peculiari in ragione della specificità delle competenze richieste nello svolgimento delle funzioni apicali e non solo. Il settore clinico è sostanzialmente vincolato dal possesso di titoli e competenze specialistiche, ma soprattutto di expertise consolidate, che inducono a considerarlo un ambito in cui la rotazione è di difficile applicabilità ed occorrerà tener presente soprattutto altre misure di prevenzione. Il percorso di conferimento di incarichi dirigenziali di struttura complessa nell’area clinica è caratterizzato dalla specificità del rischio per individuare misure che, pur con valenze organizzative diversificate, andassero nella direzione auspicata di favorire maggiore condivisione delle funzioni o a vere e proprie rotazioni di professionisti ed operatori. Nel corso degli anni 2015 e 2016 si è messo in atto un importante cambiamento organizzativo che ha visto una rotazione ai vertici di strutture complesse, di funzionari e di operatori. Si intendono comunque fornire criteri, da adottare con specifico regolamento in materia nel corso dell’anno 2017. Inoltre, anche gli incarichi amministrativi e/o tecnici richiedono, in molti casi, competenze tecniche specifiche (ad es., ingegneria clinica, fisica sanitaria, informatica, ecc.) e spesso le figure in grado di svolgere questo compito sono in numero limitato all'interno di un'azienda. Queste premesse, condivise anche dall’Autorità Nazionale Anticorruzione, non hanno comunque indotto questa Azienda a ritenere ogni intervento sotto questo profilo. Anzi, si è cercato di intervenire in diversi settori, considerati più a rischio, per individuare misure che, pur con valenze organizzative diversificate, andassero nella direzione auspicata di favorire maggiore condivisione delle funzioni o a vere e proprie rotazioni di professionisti ed operatori. Si intendono , pertanto, fornire criteri, da adottare con specifico regolamento in materia nel corso dell’anno 2017. I criteri che si elencano di seguito sottendono comunque un presupposto fondamentale riguardante la garanzia di un corretto svolgimento delle funzioni aziendali in termini di conoscenze, competenze tecniche specifiche, di efficienza e di efficacia. Ciò comporta che si adotti un altro criterio importante, quello della gradualità, al fine di mantenere in equilibrio l’esigenza delle buone performance, un’efficienza organizzativa e di favorire un sistema di “rotazione” inteso nelle diverse forme più avanti esplicitate. Di seguito si enucleano quelli che saranno i principali criteri che verranno seguiti per attuare con modalità più sistematiche e programmate le misure di rotazione, fra cui: - rotazione funzionale, che prevede l'assegnazione del dipendente ad altre competenze nella medesima struttura; - rotazione funzionale, che prevede l'assegnazione del dipendente ad altre competenze e in altra struttura; - fissazione della periodicità della rotazione; - -principio della “segregazione delle funzioni La scelta dell'applicazione di uno dei predetti criteri dovrà essere operata in base alle esigenze organizzative della struttura interessata, avendo 21 riguardo al tipo di rischio connesso, alle specifiche attività e al momento in cui si opererà la misura. La rotazione non si applica alle figure professionali, ossia quelle per le quali sono richieste competenze ed esperienze specifiche e/o è richiesto il possesso dì lauree specialistiche non presenti per altre figure dirigenziali o particolari requisiti del reclutamento. La infungibilità delle figure professionali dovrà essere adeguatamente motivata. L’Azienda considera la formazione del personale uno strumento fondamentale per riuscire a garantire l’applicazione del principio della rotazione. L’obiettivo è quello di creare, attraverso il Piano formativo, competenze di carattere trasversale e professionalità che possano essere utilizzate in una pluralità di settori, tenendo conto del principio della continuità e del buon andamento dell’attività e dei servizi erogati.Gli indirizzi e la programmazione del Piano formativo dei professionisti dovranno essere finalizzati a favorire le misure di attuazione del principio della rotazione. L’attuazione delle misure di rotazione dovrà essere oggetto di specifico monitoraggio annuale per valutarne l’applicazione e i risultati organizzativi e di garanzia dell’efficienza delle attività. I successivi atti organizzativi dovranno quindi regolamentare oltre ai criteri della rotazione anche le modalità del monitoraggio che andrà a supporto di possibile eventuali adeguamenti delle misure attuate. Tutela del dipendente che effettua segnalazioni La tutela del dipendente che effettua segnalazioni di illeciti è considerata, nel nostro ordinamento giuridico, quale misura di prevenzione della corruzione. Si conferma, con il presente documento, quanto già rappresentato nel piano 2014 – 2016 ed, in particolare: • adozione di specifica procedura di segnalazione a garanzia e tutela dell’anonimato del soggetto denunciante • pubblicazione della procedura stessa nella sezione internet/intranet dedicata alla trasparenza • diffusione della conoscenza circa l’istituto del whistleblowing, anche tramite incontri formativi rivolti ai dipendenti. Incompatibilità, inconferibilità, svolgimento di incarichi esterni e conflitto di interesse L’Azienda ha da tempo approvato il proprio Regolamento per la disciplina degli incarichi esterni occasionali, successivamente integrato e modificato, in corso di aggiornamento anche in format qualità, per il quale è stata predisposta una bozza di revisione con adeguamento di procedure e modulistica da adottare entro il 2017. Tutti i dipendenti, i collaboratori e i consulenti devono, nei rapporti esterni con utenti/fornitori e concorrenti, garantire gli interessi dell’Azienda rispetto ad ogni altra situazione che possa concretizzare un vantaggio personale anche di natura non patrimoniale. I dipendenti che operano in settori particolarmente esposti alla corruzione sono tenuti ad astenersi dalle attività che possano generare ogni situazione di conflitto, anche potenziale. Come espressamente indicato nel codice di comportamento aziendale, il dipendente deve comunicare al responsabile di appartenenza la sussistenza del conflitto di interessi per iscritto e in tempo utile alla trattazione della pratica Lo svolgimento di incarichi extra istituzionali, oggetto di preventiva autorizzazione o di comunicazione, conferiti da altri enti privati o pubblici, può 22 realizzare situazioni di conflitto di interesse, anche potenziali, che possono compromettere il buon andamento e l’imparzialità dell’azione amministrativa. Stante la delicatezza di dette situazioni, è necessario garantire una efficace azione di monitoraggio di suddetti incarichi svolti dai dipendenti, siano essi oggetto di preventiva autorizzazione o siano solo oggetto di comunicazione. Si intende quindi procedere, per l’anno 2017, alla implementazione, attraverso il software in uso all’ Area risorse umane, di una unica banca dati informatica che consenta la completa evidenza delle informazioni relative all’ente conferente e all’ente che eroga il compenso, unitamente alle risultanze dei controlli effettuati. Le dichiarazioni sono pubblicate sul sito aziendale, nella sezione amministrazione trasparente/personale/incarichi amministrativi di vertice Attività successiva alla cessazione del rapporto di lavoro (pantouflage - revolving doors) L’ art. 16 ter d.lgs. n. 165/2001 stabilisce il divieto, per i dipendenti che negli ultimi tre anni di servizio hanno esercitato poteri autoritativi o negoziali per conto delle pubbliche amministrazioni, di prestare attività lavorativa (a titolo di lavoro subordinato o di lavoro autonomo), per i tre anni successivi alla cessazione del rapporto di lavoro, presso i soggetti privati destinatari dell’attività svolta attraverso i medesimi poteri. Tale norma prevede, quindi, una limitazione della libertà negoziale del dipendente per un determinato periodo successivo alla cessazione del rapporto, al fine di eliminare la “convenienza” di accordi fraudolenti. In riferimento all’ambito di applicazione, i dipendenti interessati sono coloro che, per il ruolo e la posizione ricoperti nell’amministrazione, hanno avuto il potere di incidere in maniera determinante sulla decisione oggetto dell’atto e, quindi, coloro che hanno esercitato la potestà o il potere negoziale con riguardo allo specifico procedimento o procedura. La norma prevede, inoltre, delle sanzioni per il caso di violazione del divieto, che consistono in sanzioni sull’atto e sanzioni sui soggetti: - sanzioni sull’atto: nullità dei contratti di lavoro conclusi e degli incarichi conferiti in violazione del divieto; - sanzioni sui soggetti: obbligo per i soggetti privati che hanno concluso contratti o conferito incarichi in violazione del divieto di contrattare con la pubblica amministrazione di provenienza dell’ex dipendente per i tre anni successivi con l’obbligo di restituzione dei compensi eventualmente percepiti e accertati ad essi riferiti. Al fine di dare attuazione alla normativa delineata, l’ Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio prevede le seguenti misure: • clausola del divieto di prestare attività lavorativa, a titolo di lavoro subordinato o autonomo, per i tre anni successivi alla cessazione del rapporto di lavoro nei confronti dei destinatari di provvedimenti adottati o di contratti conclusi con l’apporto decisionale del dipendente (inserita nei contratti di assunzione) • condizione soggettiva di non aver concluso contratti di lavoro subordinato o autonomo e comunque di non aver attribuito incarichi ad ex dipendenti che hanno esercitato poteri autoritativi o negoziali per conto delle pubbliche amministrazioni nei loro confronti per il triennio successivo alla cessazione del rapporto (inserita nei bandi di gara o negli atti prodromici agli affidamenti) • esclusione dalle procedure di affidamento nei confronti dei soggetti per i quali sia emersa la situazione di cui al punto precedente 23 • • azione in giudizio per ottenere il risarcimento del danno nei confronti degli ex dipendenti nullità dei contratti conclusi e degli incarichi conferiti in violazione di quanto previsto ai punti precedenti e il divieto ai soggetti privati che li hanno conclusi o conferiti di contrattare con l’azienda per i successivi tre anni con obbligo di restituzione dei compensi eventualmente percepiti e accertati ad essi riferiti. Collegamento con il Piano della Performance Questa Azienda ha adottato un proprio processo di valutazione delle performance e formula annualmente il Piano della performance, che individua gli indirizzi, gli obiettivi strategici ed operativi, nonché gli indicatori per la misurazione e la valutazione della performance dell’Azienda Ospedaliera , nel rispetto di quanto previsto dalla normativa vigente. Il contenuto del presente piano sarà integrato con il suddetto documento e gli altri strumenti di programmazione annuale, così come richiesto dalla normativa. Per rendere chiara l’integrazione degli strumenti di programmazione e garantir e il collegamento tra performance e prevenzione della corruzione, nei Piani della performance sarà esplicitamente previsto il riferimento a obiettivi, indicatori e target relativi ai risultati da conseguire tramite la realizzazione del presente Piano. Ogni dirigente riceverà fra gli obiettivi anche quelli annuali relativi a quanto contenuto nel presente piano. Nomina gestore delle segnalazioni di operazioni sospette di riciclaggio L’Azienda Ospedaliera P.C. intende provvedere alla individuazione, e conseguente nomina, del soggetto tenuto alla segnalazione di operazioni sospette di riciclaggio. Nell’individuazione di detta figura occorrerà valutare l’assolvimento di azioni di coordinamento tra la complessiva attività di prevenzione della corruzione e la attività specifica di segnalazione. A tal proposito, la normativa vigente e le indicazioni dell’Autorità Nazionale Anticorruzione optano per l’unificazione in un unico soggetto delle funzioni di Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza e di gestore delle segnalazioni in questione, in una logica di continuità esistente fra i presidi anticorruzione e antiriciclaggio e l’utilità delle misure di prevenzione del riciclaggio ai fini di contrasto alla corruzione. 24 Interazione tra Responsabile della Corruzione e Organismo Indipendente di Valutazione (OIV) Misura di rilievo, al fine di sviluppare una sinergia tra gli obiettivi di performance organizzativa e l’attuazione delle misure di prevenzione, è rappresentata dal rafforzamento di canali di comunicazione tra le attività svolte dal Responsabile della Prevenzione della Corruzione e l’OIV. Pur non trattandosi di una vera e propria misura di prevenzione alla stregua di quelle sopra delineate, la interazione tra i soggetti citati rappresenta una modalità di accrescimento della cultura dell’integrità, oltre che una attività di intensificazione della prevenzione della corruzione e del contrasto alla mala administration. Infatti, il Responsabile della Prevenzione della Corruzione in ambito aziendale e l’OIV rivestono un ruolo importante nel sistema di gestione della performance e della trasparenza nelle pubbliche amministrazioni e non è possibile prescindere dall’integrazione tra detti soggetti. Formazione di commissioni e assegnazioni agli uffici Sono state introdotte nuove forme di incompatibilità nel caso di condanna con sentenza anche non passata in giudicato per i reati ricompresi nella parte del codice penale riservata ai delitti dei pubblici ufficiali contro la pubblica amministrazione. I soggetti condannati: - non possono far parte, anche con compiti di segreteria, di commissioni per l’accesso o la selezione a pubblichi impieghi - non possono far parte delle commissioni per la scelta del contraente per l’affidamento di lavori, servizi e forniture o per la concessione o l’erogazione di contributi, sovvenzioni, sussidi, ausili finanziari, nonché per l’attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere - non possono essere assegnati, anche con funzioni direttive, agli uffici preposti alla gestione delle risorse finanziarie, all’acquisizione di beni, servizi, forniture. Misure trasversali Anche per le misure trasversali di prevenzione dei rischi corruttivi, rappresentate dalla trasparenza, monitoraggio dei tempi procedimentali, informatizzazione e dematerializzazione, si conferma quanto previsto nel Piano triennale 2014-2016 e relativi aggiornamenti, rimandando al documento di monitoraggio e stato di avanzamento dei documenti di prevenzione della corruzione, più volte citato, circa la loro attuazione. Il collegamento costante 25 alla trasparenza e performance rappresenterà ulteriore elemento di rilievo in merito a detto monitoraggio. Si confermano le figure dei referenti del responsabile della prevenzione della corruzione, quali riferimenti costanti per la raccolta di dati ed informazioni, come individuate nel corso dell’anno 2016 e sulla base delle previsioni di cui al piano triennale di prevenzione della corruzione 2014-2016 e successivi aggiornamenti. La individuazione di detti referenti, come realizzata, consentirà, infatti, di creare una rete di soggetti che potrà contribuire alla facilitazione ed al monitoraggio degli adempimenti derivanti dal complessivo sistema di prevenzione della corruzione e di trasparenza. Ulteriore aspetto da implementare riguarda il coordinamento delle attività di pianificazione, di vigilanza e di controllo svolte nell’ambito dell’azienda e proprie dell’organizzazione aziendale al fine di una integrazione con le attività e le verifiche strettamente attinenti alla prevenzione della corruzione. Ruolo del Responsabile della prevenzione della corruzione Il responsabile della prevenzione della corruzione svolge un ruolo di rilievo per l’attuazione della normativa relativa alla trasparenza e al contrasto ai fenomeni corruttivi. Gli aspetti che hanno prevalso nella scelta della figura del responsabile aziendale della prevenzione della corruzione sono quelli legati alla competenza acquisita dal professionista individuato per la conoscenza dell’organizzazione aziendale e dei processi amministrativi e gestionali, unitamente all’integrità morale del medesimo. Attualmente, la rete dei referenti aziendali del responsabile della prevenzione della corruzione, già individuati, come sopra riportato, costituisce elemento di raccordo tra le varie attività aziendali. Inoltre, la partecipazione dei dipendenti ed, in particolare, dei responsabili delle strutture organizzative agli incontri formativi/informativi, alle fasi di predisposizione del piano aziendale ed il contributo all’attività di monitoraggio degli stessi consente di facilitare l’espletamento delle funzioni proprie del soggetto responsabile della trasparenza e della prevenzione della corruzione. L’implementazione dei necessari collegamenti fra le attività aziendali, anche tramite figure di supporto al responsabile della prevenzione della corruzione sarà oggetto di valutazione, anche a seguito dei feed back sulla efficacia dell’attuale rete dei referenti del responsabile della prevenzione della corruzione. 26 Sistema dei controlli La funzione di controllo fa parte dell'attività ordinaria dell'Azienda, tesa ad assicurare che i servizi siano erogati in conformità alle leggi e secondo l'effettiva opportunità di tutela dell'interesse pubblico. Accanto alle aree di controllo disciplinate dalla legge, il controllo del collegio sindacale, il controllo sugli atti, il controllo di gestione, il controllo strategico ed il controllo di qualità, nel corso dell’anno 2016 l'Azienda ha sviluppato alcune importanti attività, tese ad evitare situazioni di mala administration. Trattasi, in particolare, dei seguenti controlli: • verifica sulla presenza in servizio del personale dipendente • valutazione approfondita in merito alla concessione del gratuito patrocinio dell’azienda, più sopra delineato • implementazione degli accertamenti circa le autocertificazioni rilasciate dai dipendenti. Al fine di realizzare un compiuto sistema di controllo all’interno della complessa organizzazione aziendale, nel corso dell’anno 2017 saranno individuate le modalità di raccordo tra le attività di vigilanza in essere, unitamente alla analisi di ulteriori tipologie di verifica che dovranno essere integrate ed interconnesse con esse. Nella individuazione di quanto sopra occorrerà considerare l’insieme delle attività di verifica che le singole unità operative svolgono sui loro processi, che si conformano ai seguenti 3 principi: ogni azione posta in essere deve essere veritiera, verificabile, coerente e documentata. Conseguentemente: 1. nessun referente può gestire un intero processo in totale autonomia (c.d. segregazione compiti); 2. documentabilità e tracciabilità dei controlli effettuati, anche in termini di supervisione. L’attività di controllo deve essere svolta attraverso un approccio collaborativo con le singole strutture, in una logica generale di miglioramento del sistema piuttosto che di sola sanzione delle situazioni non conformi. Elemento che accompagnerà l’analisi dei rischi a livello aziendale dei singoli processi, sarà l’analisi delle cause che possono portare al verificarsi degli eventi negativi per l’azienda, elemento che permette di mettere in campo misure per prevenire i rischi stessi. Accesso Civico L’ a c c e s s o civico è il diritto di chiunque di richiedere i documenti, le informazioni o i dati che le pubbliche amministrazioni hanno l'obbligo di pubblicare ai sensi del D.Lgs. n. 33/2013, laddove abbiano omesso di renderli disponibili nella sezione Amministrazione Trasparente del sito 27 istituzionale . Il D.Lgs. n. 97/2016 amplia il concetto di accesso civico, estendendolo anche ai dati e ai documenti detenuti dalle Pubbliche Amministrazioni, ulteriori rispetto a quelli oggetto di pubblicazione, nel rispetto dei limiti relativi alla tutela di interessi giuridicamente rilevanti. Gli scopi ai quali intende rispondere l’accesso civico sono favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e dell’utilizzo delle risorse pubbliche, nonché promuovere la partecipazione al dibattito pubblico. L'accesso civico è un diritto che può essere esercitato da chiunque, è gratuito, non deve essere motivato e la richiesta va indirizzata al Responsabile della Trasparenza. Il Responsabile della Trasparenza, dopo aver ricevuto la richiesta, verifica la sussistenza dell'obbligo di pubblicazione e, in caso positivo, provvede alla pubblicazione dei documenti o informazioni oggetto della richiesta nella sezione Amministrazione Trasparente del sito istituzionale entro il termine di 30 giorni. Provvede, inoltre, a dare comunicazione della avvenuta pubblicazione al richiedente indicando il relativo collegamento ipertestuale. Se quanto richiesto risulta già pubblicato, ne dà comunicazione al richiedente indicando il relativo collegamento ipertestuale. La richiesta di accesso civico può essere presentata anche al responsabile del procedimento cui si riferiscono i dati o le informazioni richieste. In questo caso gli uffici che ricevono la richiesta devono trasmetterla immediatamente al Responsabile della Trasparenza ove il dato sia di pubblicazione obbligatoria. Il Piano aziendale 2014 – 2016 ha previsto, nella sezione dedicata alla trasparenza, la pubblicazione nel sito istituzionale e nel sito web dell’azienda, con modalità di evidenza, chiarezza e semplicità, contenente l’indicazione per l’attuazione dell’accesso civico. Ciò rappresenta sicuramente la prima e fondamentale misura per la conoscenza, da parte dei cittadini, di tale possibilità loro riconosciuta dalla legge. Pure il percorso da attivare per la richiesta di dati ed informazioni è semplificato e descritto in modo dettagliato. IL D.Lgs. n. 97/2016 detta una nuova tipologia di accesso civico, ampliato o generalizzato, da esercitarsi per accedere a dati, documenti, informazioni detenuti da pubbliche amministrazioni ma ulteriori rispetto a quelli oggetto di pubblicazione: Coesistono, pertanto, tre tipologie di accesso: 1. accesso alla documentazione amministrativa (artt. 22 e seguenti della legge n. 241/1990 - tipologia di accesso confermata da art. 5, comma 11, del decreto n. 33 modificato) si ricorda che: - i richiedenti interessati sono tutti i soggetti privati, compresi i portatori di interessi pubblici diffusi, che abbiano un interesse diretto, concreto e attuale, corrispondente ad una situazione giuridicamente tutelata e collegata al documento al quale è chiesto l’accesso - la richiesta di accesso deve essere motivata l’accesso si realizza con la presa visione o l’estrazione di copia di documentazione l’esame dei documenti è gratuito, il rilascio di copie è subordinato al rimborso dei costi di riproduzione istanza rivolta all’amministrazione/unità organizzativa che detiene la documentazione 28 2. accesso civico (art. 5 decreto n. 33) -diritto esercitabile da chiunque, gratuito, non deve essere motivato -riguarda documenti, dati, informazioni da pubblicarsi obbligatoriamente in “Amministrazione Trasparente” -istanza al Responsabile Trasparenza (RPCT) 3.accesso civico “generalizzato/ampliato” (art. 6, comma 2, decreto n. 97) è ora quello esercitabile da chiunque rispetto a dati e documenti detenuti da pubbliche amministrazioni, ulteriori rispetto a quelli oggetto di pubblicazione obbligatoria, nel rispetto di limiti di tutela di interessi giuridicamente rilevanti. Aspetti e modalità per l’accesso civico generalizzato - l’esercizio del diritto non è sottoposto ad alcuna limitazione quanto alla legittimazione soggettiva del richiedente - l’istanza deve identificare i dati, i documenti e le informazioni - l’istanza non richiede motivazione Aspetti e modalità per l’accesso civico generalizzato - l’esercizio del diritto non è sottoposto ad alcuna limitazione quanto alla legittimazione soggettiva del richiedente - l’istanza deve identificare i dati, i documenti e le informazioni - l’istanza non richiede motivazione - l’istanza può essere trasmessa per via telematica 29 - il rilascio di dati o documenti in formato elettronico o cartaceo è gratuito, salvo il rimborso del costo effettivamente sostenuto e documentato per la riproduzione su supporti materiali A chi deve essere presentata l’istanza, in alternativa: all’Ufficio (unità organizzativa) che detiene i dati, le informazioni o i documenti all’Ufficio Relazioni col Pubblico ad altro Ufficio (unità organizzativa) indicata nel sito web istituzionale Il Responsabile Trasparenza resta competente a ricevere le istanze di accesso civico ordinario riguardanti dati, documenti, informazioni oggetto di pubblicazione obbligatoria in “Amministrazione Trasparente”. Esclusioni e limiti L’accesso è escluso nei casi di: - segreto di Stato Limiti. L’accesso civico generalizzato è rifiutato se il diniego è necessario per evitare un pregiudizio concreto alla tutela di uno degli interessi pubblici inerenti a: - sicurezza e ordine pubblico sicurezza nazionale difesa e questioni militari relazioni internazionali politica e stabilità finanziaria ed economica dello Stato conduzione di indagini su reati e loro perseguimento regolare svolgimento di attività ispettive L’accesso è rifiutato se il diniego è necessario per evitare un pregiudizio concreto alla tutela di uno dei seguenti interessi privati: - la protezione dei dati personali - la libertà e la segretezza della corrispondenza - gli interessi economici e commerciali di una persona fisica o giuridica, ivi compresa la proprietà intellettuale, il diritto d’autore e i segreti commerciali 30 Particolarità: - se i limiti riguardano soltanto alcuni dati o alcune parti del documento richiesto, deve essere consentito l’accesso agli altri dati o alle altre parti. - i limiti si applicano unicamente per il periodo nel quale la protezione è giustificata in relazione alla natura del dato - l’accesso non può essere negato ove, per la tutela degli interessi pubblici e privati citati, sia sufficiente fare ricorso al potere di differimento Controinteressati Si richiama quanto prima detto in ordine alla definizione dell’accesso civico “ampliato: è ora quello esercitabile da chiunque rispetto a dati e documenti detenuti da pubbliche amministrazioni, ulteriori rispetto a quelli oggetto di pubblicazione obbligatoria, nel rispetto di limiti di tutela di interessi giuridicamente rilevanti. Si fa riferimento ai limiti di cui prima si è detto, in particolare ad eventuali pregiudizi alla tutela di interessi privati, riconducibili ai tre ambiti indicati: protezione dati personali, libertà e segretezza della corrispondenza, interessi economici e commerciali. Sul punto è da ricordare che dovranno essere emanate apposite Linee Guida da parte di ANAC con indicazioni operative per l’attuazione dei limiti all’accesso civico Dunque per l’accesso civico “ampliato” il decreto n. 97 introduce e disciplina l’ipotesi di controinteressati all’accesso stesso (comma 5 e seguenti dell’art. 5 del decreto n. 33 modificato). Ecco la procedura, da osservarsi da ogni unità organizzativa che cura l’accesso richiesto: - individuazione controinteressati - invio agli stessi di copia della richiesta di accesso, mediante posta raccomandata con avviso di ricevimento o per via telematica, se consentito dai contro interessati - entro 10 giorni dal ricevimento della comunicazione, i controinteressati possono presentare motivata opposizione alla richiesta di accesso, anche in via telematica 31 - i 10 giorni sospendono il termine generale di conclusione del procedimento fissato in 30 giorni - il procedimento di accesso civico deve concludersi con provvedimento espresso e motivato nel termine di 30 giorni dalla presentazione dell’istanza, con comunicazione al richiedente ed agli eventuali controinteressati - in caso di accoglimento si provvede a trasmettere al richiedente i dati o i documenti richiesti - in caso di accoglimento della richiesta e in presenza di opposizione di controinteressati, si dà prima comunicazione ai controinteressati e dopo 15 giorni (dalla ricezione della comunicazione da parte del controinteressato) si trasmettono dati e documenti al richiedente - rifiuto, limitazione o differimento dell’accesso vanno motivati - in caso di diniego totale o parziale dell’accesso, ed in caso di mancata risposta, da parte dell’unità organizzativa destinataria della richiesta di accesso, il richiedente può avanzare richiesta di riesame al Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza, che decide con provvedimento motivato entro il termine di 20 giorni - se l’accesso è stato negato in ragione della tutela degli interessi riferiti alla protezione di dati personali, il responsabile deve consultare il Garante per la protezione dei dati personali, che si pronuncia entro 10 giorni dalla richiesta (con sospensione del termine dei 20 giorni per rispondere al richiedente il riesame) - il richiedente può far ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale avverso i provvedimenti dell’unità organizzativa o, in caso di richiesta di riesame, del Responsabile anticorruzione e trasparenza Qualora l’accesso civico riguardi dati, informazioni o documenti oggetto di pubblicazione obbligatoria, il Responsabile anticorruzione e trasparenza segnala il fatto (inadempimento) all’ufficio di disciplina, al vertice dell’amministrazione e all’OIV. Disposizioni operative Ogni unità organizzativa (di area amministrativa, tecnica o sanitaria) che naturalmente detiene dati, informazioni, documenti che possono essere oggetto di accesso civico “ampliato” è tenuta ad assicurare il procedimento di accesso secondo quanto sopra illustrato e previsto dal decreto n. 97/2016. Qualora le richieste di accesso siano rivolte ad Uffici Relazioni col Pubblico, questi dovranno necessariamente rivolgersi alle unità organizzative 32 competenti che possiedono dati e documenti, tenendo conto che ciò non comporta differimento di termini per le risposte. Sul sito web istituzionale, e collegamenti esistenti nelle sezioni “Amministrazione Trasparente”, sono rinvenibili per i potenziali richiedenti l’accesso civico le denominazioni e i riferimenti delle unità organizzative dell’ Azienda, nonché gli Uffici URP, al fine di individuare i detentori di dati, documenti e informazioni. TRASPARENZA L’ Azienda Ospedaliero Pugliese-Ciaccio, con atto deliberativo n. gennaio 2014, ha approvato il primo Programma per la Trasparenza e l’Integrità, valevole per il triennio 2014-2016, ed il successivo aggiornamento per gli anni 2015 e 2016, dando con ciò attuazione alle disposizioni contenute nella legge n. 190/2012, recante “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione” e nel D. Lgs. n. 33/2013 in tema di riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità e trasparenza. Si ribadisce che tale programma, il quale costituisce il documento di base con cui sono stati individuati gli obiettivi strategici e le azioni per l’attuazione degli obblighi di pubblicazione, nonché definite le misure organizzative volte a garantire la regolarità dei flussi informativi, non si presenta come un documento compiuto, bensì quale atto programmatico che descrive gli impegni che l’azienda intende assumere per dare concretezza alla disciplina in materia di trasparenza, dandone atto all’opinione pubblica attraverso la pubblicazione sul sito istituzionale aziendale alla sezione denominata “Amministrazione Trasparente”. Il programma per la trasparenza, quindi, in analogia con il piano di prevenzione della corruzione, è caratterizzato da una logica di gradualità ed il presente documento di aggiornamento ne rappresenta la progressione e proiezione dinamica per l’anno 2017. Per la la definizione del documento di aggiornamento ed al fine di un miglioramento continuo, ha assunto un significato di rilievo l’esito del monitoraggio e la verifica dello stato di avanzamento di quanto contenuto nel programma triennale, effettuato dal Responsabile della trasparenza e prevenzione della corruzione nel mese d dicembre 2016. Detto monitoraggio complessivo, infatti, unitamente a quanto emerso nel primo anno di attuazione dei documenti di prevenzione della corruzione, ha consentito di individuare le azioni e gli interventi da porre in essere al fine di meglio realizzare gli obiettivi del programma. Tra tali interventi vi rientra la implementazione di meccanismi informatici di automatismo nella pubblicazione dei dati e delle informazioni di cui al D. 33 Lgs. n. 33/2013 e, conseguentemente, del potenziamento della sezione web “Amministrazione Trasparente”. Infatti, tra gli obiettivi strategici in materia di trasparenza, contenuti nel programma triennale 2014-2016, e ribaditi nel presente piano, vi rientrano l’ampliamento dei dati oggetto di pubblicazione anche al fine di una maggiore comprensione degli stessi, il superamento della logica dell’adempimento normativo, l’implementazione dei sistemi di monitoraggio sull’attuazione del documento di trasparenza e la previsione di misure ed iniziative volte a favorire e a promuovere la cultura dell’integrità e della legalità, che possono essere facilitati se supportati da adeguati strumenti di tipo informatico. La presente sezione di aggiornamento del programma per la trasparenza comprende, in buona sostanza, il proseguimento delle azioni volte alla realizzazione completa degli adempimenti relativi alla pubblicazione dei dati, l’aggiornamento della tabella riportante singoli dati ed informazioni oggetto di pubblicità con indicazione delle responsabilità a seguito di intervenute modifiche normative (D. Lgs. n. 97/2016), la conferma delle misure per assicurare la regolarità e tempestività dei flussi informativi. Si evidenziano le novità in campo normativo in materia di Trasparenza: Il nuovo d.lgs. n. 33/2013 persegue l’importante obiettivo di razionalizzare gli obblighi di pubblicazione vigenti mediante la concentrazione e la riduzione degli oneri gravanti sulle amministrazioni pubbliche e introduce il FOIA (Freedom of information act) ovvero il meccanismo analogo al sistema anglosassone che consente ai cittadini di richiedere anche dati e documenti che le pubbliche amministrazioni non hanno l’obbligo di pubblicare. Pertanto accanto all’accesso civico come già previsto, che aveva ad oggetto il diritto dei cittadini di richiedere solamente i dati e le informazioni oggetto di obbligo di pubblicazione ex d.lgs. n. 33/2013, viene introdotto l’accesso civico “generalizzato” che consiste nel diritto di accedere ai dati e ai competenti e responsabili della pubblicazione/aggiornamento dei dati. documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, ulteriori rispetto a quelli oggetto di pubblicazione. LEGGE 28 DICEMBRE 2015, N. 208 (legge di stabilità per l’anno 2016) Già con precedente legge n. 89/2014, di conversione del decreto legge n. 66/2014, e con DPCM 22 settembre 2014, erano stati ampliati gli obblighi di pubblicazione in materia di bilanci, prevedendo sostanzialmente la pubblicazione in forma integrale dei bilanci preventivo e d’esercizio, oltre a tabelle di sintesi in forma aggregate. Ora, l’art. 1, comma 522, della legge di stabilità 2016 prevede espressamente per gli Enti del Servizio Sanitario nazionale l’obbligo di pubblicazione in forma integrale del Bilancio d’Esercizio entro 60 giorni dalla relativa approvazione; la mancata pubblicazione nel sito web “costituisce illecito disciplinare ed è causa di responsabilità amministrativa del direttore generale e del responsabile per la trasparenza e la prevenzione della corruzione” (comma 523). In ragione dell’ organizzazione aziendale e dei compiti e funzioni attribuiti alle unità organizzative, si dispone il relativo obbligo in capo al Servizio 34 Economico Finanziario, riportato nella Tabella aggiornata inserita nel presente documento, a decorrere dal Bilancio d’Esercizio 2015. La stessa disposizione prevede, inoltre, che gli Enti del Servizio Sanitario Nazionale attivino “un sistema di monitoraggio delle attività assistenziali e della loro qualità, in raccordo con il sistema di monitoraggio regionale, e in coerenza con il programma nazionale valutazione esiti, pubblicando entro il 30 giugno di ogni anno i relativi esiti”. Anche per questa fattispecie è previsto che il mancato rispetto degli obblighi “costituisce illecito disciplinare ed è causa di responsabilità amministrativa del direttore generale e del responsabile per la trasparenza e la prevenzione della corruzione”. In ragione dell’organizzazione aziendale e dei compiti e funzioni attribuiti alle unità organizzative, si dispone il relativo obbligo in capo alla Direzione Sanitaria aziendale e al Controllo di Gestione. Misure per assicurare l’attuazione della normativa sulla “Trasparenza amministrativa” ex d.lgs. 33/2013 L’AO nel corso degli anni si è adoperata per implementare le misure, i modi e le iniziative volte all'attuazione degli obblighi di pubblicazione previsti dalla normativa vigente, nonché le misure organizzative volte ad assicurare la regolarità e la tempestività dei flussi informativi. In quest’ottica va intesa l’adozione del sistema decentrato di pubblicazione all’interno della sottosezione denominata “Amministrazione Trasparente” nella home-page del sito web dell’AOUP al fine di ottenere chiarezza in merito ai soggetti competenti e responsabili alla raccolta, pubblicazione e aggiornamento dei dati e informazioni oggetto di obbligo di pubblicazione. Testimonianza di tale sistema decentrato risulta essere il DV.05 allegato al presente Piano nel quale sono inseriti gli obblighi di pubblicazione previsti dal d.lgs. n. 33/2013 adattati alla realtà dell’AOUP, le tempistiche di aggiornamenti dei dati ivi previsti e i soggetti Misure organizzative per la regolarità e tempestività dei flussi Con il Programma per la Trasparenza e l’Integrità 2014-2016 sono state individuate le seguenti misure organizzative per la regolarità e tempestività dei flussi, che si confermano: Utilizzo efficace delle tecnologie dell’informazione Rispetto dei criteri di accessibilità, completezza di informazione, chiarezza, semplicità ed omogeneità Adozione dei provvedimenti per garantire e facilitare l’esercizio del diritto di accesso Trasparenza nei rapporti con i terzi fornitori Applicazione integrale dei principi di trasparenza al proprio ciclo di gestione della performance 35 Sensibilizzazione circa la tempestività dei flussi e relativo costante monitoraggio Rilevazione della soddisfazione degli utenti Si è data attuazione al potenziamento del sito web, che consente una maggiore interazione con i cittadini e gli utenti, anche attraverso la tecnologia responsive, che ne permette la visualizzazione con tutti i supporti informatici (tablet, I phone), nonchè l’introduzione di strumenti di automazione. In particolare, ciò faciliterà le azioni finalizzate a rendere sempre più fluida, tempestiva ed automatica l’acquisizione delle informazioni e dati oggetto di pubblicazione, attraverso il recepimento diretto dei dati alimentati nei normali percorsi gestionali, di tutte le informazioni destinate alla pubblicazione nella sezione “Amministrazione Trasparente”. Detto automatismo, inoltre, consentirà l’eliminazione di passaggi manuali e contribuirà a diminuire i rischi corruttivi. Nello specifico, saranno oggetto di suddetta automazione i dati riguardanti i contratti di gara quelli relativi al personale. Formazione e Referenti Questa azienda riconosce un ruolo prioritario alle iniziative formative volte a promuovere la cultura della legalità e dell’integrità, conferendo valore fondamentale, nell’ambito del sistema di prevenzione della corruzione ed attuazione della trasparenza, alla diffusione della conoscenza degli obblighi di pubblicità e delle norme comportamentali. Allo scopo di presentare l’insieme dei documenti adottati dall’azienda e di illustrarne lo stato di avanzamento, si intende programmare, anche per l’anno 2017, la Giornata della Trasparenza, rivolta a tutti i dipendenti, alle Organizzazioni sindacali e agli stakeholder. In analogia a quanto descritto in detto documento, l’attenzione sarà particolarmente rivolta alla formazione specifica. La individuazione delle figure dei referenti consentirà, inoltre, di creare una ampia rete di soggetti che potrà contribuire alla facilitazione ed al monitoraggio degli adempimenti derivanti dal complessivo sistema di prevenzione della corruzione e di trasparenza. Si confermano, quindi, nel corso dell’anno 2017, dette figure per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza. 36 Dati oggetto di pubblicazione Come previsto nel Programma per la trasparenza ed Integrità 2014-2016 e nei successivi aggiornamenti, le modalità di gestione dei dati sono affidate alla responsabilità delle singole strutture di pertinenza per la loro produzione, ivi compresa la pubblicazione dei dati stessi. Analogamente, la correttezza, completezza ed aggiornamento delle informazioni oggetto di pubblicazione è affidata a ciascuna delle strutture produttrici dei dati. Si conferma, quindi, la impostazione della tabella dei dati inserita nel programma per la trasparenza 2014-2016 e negli aggiornamenti 2015 e 2016, e si riporta di seguito il prospetto aggiornato, a seguito dell’entrata in vigore di nuove disposizioni (art. 1, comma 522, Legge n. 208/2015 – D. Lgs. n.97/2016), con l’introduzione di specifiche indicazioni e la descrizione dettagliata dei singoli obblighi: i singoli dati ed informazioni oggetto di pubblicità con indicazione delle responsabilità a seguito di intervenute modifiche normative (D. Lgs. n. 97/2016), la conferma delle misure per assicurare la regolarità e tempestività dei flussi informativi. Si evidenziano le novità in campo normativo in materia di Trasparenza: Legge 28 /12/2015 n.208 (legge di stabilità per l’anno 2016) Già con precedente legge n. 89/2014, di conversione del decreto legge n. 66/2014, e con DPCM 22 settembre 2014, erano stati ampliati gli obblighi di pubblicazione in materia di bilanci, prevedendo sostanzialmente la pubblicazione in forma integrale dei bilanci preventivo e d’esercizio, oltre a tabelle di sintesi in forma aggregate. Ora, l’art. 1, comma 522, della legge di stabilità 2016 prevede espressamente per gli Enti del Servizio Sanitario nazionale l’obbligo di pubblicazione in forma integrale del Bilancio d’Esercizio entro 60 giorni dalla relativa approvazione; la mancata pubblicazione nel sito web “costituisce illecito disciplinare ed è causa di responsabilità amministrativa del direttore generale e del responsabile per la trasparenza e la prevenzione della corruzione” (comma 523). Disposizioni finali Per quanto non espressamente previsto dal presente piano di aggiornamento trovano applicazione le norme definite dalla legge n. 190/2012 e dal D. Lgs. n. 33/2013 e successive modificazioni ed integrazioni. Tale programma costituisce un documento sovraordinato ad ogni altro atto aziendale. Esso sarà adottato con atto deliberativo del Direttore Genera entro il 31 gennaio 2017 37