LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE, PRATICHE A CONFRONTO (Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione, Roma 11 marzo 2013, Sala Polifunzionale P.C.M.) Corruzione e settore pubblico: perché intervenire? Costi economici della corruzione - tassa impropria sulle imprese e sui loro investimenti - barriera all’ingresso per nuove imprese - distorce l’allocazione delle già limitate risorse pubbliche e private - riduce l’efficacia della spesa facendo lievitare i costi → relazione inversamente proporzionale tra diffusione della corruzione e crescita economica: ogni punto perso nella classifica di Transapency sulla percezione della corruzione si traduce nella perdita del 16% degli investimenti dall’estero; le imprese che operano in ambiente ad alto tasso di corruzione crescono in media dal 25 al 40% in meno delle aziende che operano in ambiente sano. Costi di tipo sistemico - trasparenza dei meccanismi decisionali; - violazione del principio di uguaglianza: uguaglianza vuol dire pari opportunità di tutti secondo un sistema di regole che non può essere alterato da fattori “impropri”; e il rispetto delle regole è il requisito minimo del vivere civile; - sfiducia nelle istituzioni e nei meccanismi di legittimazione democratica - sfiducia dei consociati nella legalità e imparzialità dell’azione degli apparati pubblici: questo genera un circolo vizioso, perché la sfiducia è a sua volta causa della diffusione di pratiche corruttive e determina una bassa percezione del disvalore del fenomeno e una progressiva assuefazione allo stesso. Per questo gli ordinamenti hanno elaborato politiche integrate di repressione e di prevenzione della corruzione, che assumono come centrale il “valore etico della legalità” e la “integrità”, intesa come principio generale e “fisiologico” sotteso all’azione amministrativa. Va recuperata la centralità dell’etica pubblica. Uno studioso americano Dennis Thompson (in uno scritto del 1992 sulla Public Administration Review, afferma testualmente che “l’etica rende la democrazia compiuta”, consente di concentrare il dibattito sul merito e sulla sostanza delle politiche pubbliche e, in una parola, “offre i prerequisiti per la elaborazione della buona politica”. 1 In altri termini, “i funzionari devono comprendere che, nell’amministrazione, essi non hanno una responsabilità verso i propri partner commerciali o il proprio superiore, ma sono responsabili di fronte a tutti i cittadini”. E i cittadini devono essere sicuri che le decisioni pubbliche siano prese sulla base del merito delle questioni, senza condizionamenti impropri. E proprio questa necessaria fiducia nell’amministrazione rende inevitabile il “paradosso dell’apparenza”, sicché “anche quando si agisce correttamente, l’apparenza di una cattiva condotta equivale a una condotta realmente cattiva”. Naturalmente –avverte Thompson- nell’etica dell’apparenza assumono rilevanza gli standard di comportamento oggettivi e quindi i comportamenti percepiti in relazione allo standard da un cittadino ragionevole e ben informato, non anche “le immagini e i frammenti sonori” di gruppi in malafede o di media che non informano correttamente. Iniziative del Governo in materia di contrasto preventivo della corruzione Il Governo, in questo anno e mezzo di attività, ha individuato nella lotta alla corruzione una fondamentale misura per favorire la crescita economica del Paese e ristabilire l’indispensabile rapporto di fiducia tra cittadino e pubblica amministrazione. E’ riuscito, in primo luogo, a condurre in porto, in un clima non facile, la legge anticorruzione, suggerendo al Parlamento integrazioni significative e corpose del testo già pendente alla Camera, sulla base: - delle indicazioni di una Commissione di studio istituita dal Ministro per la pubblica amministrazione e che ha predisposto un vero e proprio libro bianco dal quale sono stati tratti utili suggerimenti; - del confronto con le migliori esperienze internazionali, così come individuate dal Gruppo di Stati contro la corruzione (GRECO), istituito nel 1999 dal Consiglio d'Europa per monitorare il rispetto degli standards anti-corruzione da parte degli Stati Membri e favorire l'attuazione delle necessarie riforme; - soprattutto, sulla base della collaborazione, già consolidata in altre materie, tra il Dipartimento della funzione pubblica e la direzione public Governance dell’Ocse. (Su questo punto posso oggi annunciare che nei prossimi giorni sarà resa pubblica la “Integrity Review” dell’OCSE per l’Italia, che ci consentirà una valutazione del grado di avvicinamento dell’Italia ai migliori standard internazionali in materia di prevenzione della corruzione, grazie alle nuove misure introdotte, nonché indicazioni operative basate sulle 2 migliori esperienze dei paesi Ocse e utili alla implementazione delle misure contenute nel provvedimento). Le misure di prevenzione proposte ed approvate dal Governo L’approccio privilegiato dal Governo, alla luce del complesso quadro delineato dall’analisi ora evocata, è stato sistemico: alle misure repressive è stato affiancato un apparato di disposizioni finalizzate a rafforzare la prevenzione del rischio. Principali misure previste dalla legge: - Individuazione dell’Autorità nazionale Anticorruzione – recepimento delle Convenzioni internazionali che la prevedono come organo indipendente - Piano nazionale anticorruzione, che fornisce alle singole amministrazioni i modelli organizzativi e gestionali che dovranno essere adottati dai singoli piani (risk assessment e risk management, rotazione dei dirigenti, monitoraggio procedimenti a rischio, ecc.) - Responsabile della prevenzione della corruzione in ogni amministrazione, sul modello anglosassone del Responsabile per l’etica - Alcune deleghe (legislative o regolamentari) al Governo, per disciplinare: a) la trasparenza dell’organizzazione e dell’attività amministrativa, la trasparenza sul conferimento di incarichi dirigenziali e consulenze, la trasparenza patrimoniale degli eletti e dei dirigenti, la trasparenza dell’uso delle risorse pubbliche e dell’attività contrattuale; b) la non conferibilità degli incarichi dirigenziali (per esempio, per condanne penali anche non passate in giudicato) e le incompatibilità per prevenire conflitti di interesse dei dirigenti; c) i codici di comportamento dei dipendenti pubblici; d) l’incandidabilità e il divieto di ricoprire cariche elettive e di governo conseguentemente a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi. - Misure di tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti Ad oggi, dopo appena 4 mesi e mezzo dal’approvazione della legge, quasi tutti i provvedimenti esecutivi risultano emanati o in corso di emanazione: - È in corso di pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale il decreto legislativo, recante riordino della disciplina sugli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione delle informazioni delle pubbliche amministrazioni che realizza in Italia qualcosa di simile e, per certi versi, 3 anche più avanzato rispetto al FOIA americano. E sul punto vorrei spendere due parole: si è detto da alcune associazioni che siamo ben lontani dalla trasparenza totale degli ordinamenti anglosassoni e, in particolare, dal FOIA statunitense. Non sono d’accordo e temo che talune di queste critiche, solo alcune, più che rappresentare un diverso punto di vista, siano “preconcette”. E’ vero che non è previsto che qualunque cittadino possa chiedere all’amministrazione qualsiasi informazione. In un ordinamento complesso come il nostro sul piano dell’organizzazione amministrativa, ben diverso da quello statunitense, il rischio sarebbe stato, da una parte, di limitare di fatto l’accessibilità totale a soggetti forti e associazioni esponenziali senza che il singolo cittadino nemmeno capisse cosa chiedere, realizzando paradossalmente una sorta di opacità superata solo dal rapporto diretto tra organizzazioni pubblica e private; dall’altra, si sarebbero stimolate richieste anche emulative e comunque costose e paralizzanti per le amministrazioni. Si è allora previsto che l’obbligo di pubblicità –esteso a moltissime informazioni e dati- preesista alla richiesta e ne prescinda, nel senso che l’amministrazione è tenuta a pubblicare quei dati, che sono stati ritenuti dal legislatore significativi ai fini del controllo sociale, sui propri siti istituzionali; in quest’ottica, l’accesso civico dei cittadini (comunque svincolato dalla titolarità di un interesse personale, come avveniva e avviene tuttora per l’accesso di cui alla legge n.241) si presenta come rimedio per l’inosservanza degli estesi obblighi di pubblicità. Troppo poco? Forse meno di quello che è stato detto, ma molto più di quello che (non) è stato fatto negli ultimi venti anni. E forse anche più razionale. - E’ stato approvato venerdì in cdm il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici, assistito da un efficace meccanismo sanzionatorio per la violazione dei doveri ivi previsti ovvero nei codici che saranno emanati dalle singole amministrazioni: i dipendenti sapranno quale comportamento ci si aspetta da un pubblico funzionario e i cittadini avranno uno standard di comportamento di riferimento: una passante, evidentemente pubblico dipendente, a un telegiornale ha dichiarato che riteneva giusto avere un codice di comportamento “perché chi è dipendente pubblico è l’amministrazione statale e deve dare l’esempio”; - E’ già vigente il testo unico sulla incandidabilità alle elezioni politiche e amministrative; - A breve un Comitato interministeriale, già costituito e presieduto dal PCM, fornirà al DFP linee di indirizzo per la predisposizione del primo Piano Nazionale Anticorruzione che sarà la base per i piani di prevenzione del rischio di corruzione delle singole amministrazioni; 4 - Infine il CDM nelle prossime riunioni esaminerà anche il decreto legislativo in materia di inconferibilità e incompatibilità degli incarichi. Ruolo attribuito alla Scuola Superiore dalla legge 190 La Scuola superiore della pubblica amministrazione –che presto, con la riforma del sistema di reclutamento e delle scuole, assumerà un ruolo ancor più centrale e cambierà denominazione in Scuola Nazionale dell’Amministrazione- è chiamata dalla legge a curare la formazione dei dipendenti pubblici in tema di prevenzione e contrasto della corruzione, non solo munendoli degli strumenti tecnici necessari per contrastarne il diffondersi sul piano amministrativo, ma anche predisponendo percorsi formativi sui temi dell’etica e della legalità: in modo da formare nei funzionari il convincimento che l’etica non sarà forse un obiettivo primario della p.a., come la difesa nazionale o il benessere economico o l’occupazione; ma è ciò che consente alla p.a. di ben funzionare e di raggiungere quegli obiettivi. CONCLUDO - Dai funzionari pubblici dipende la fiducia dei cittadini ed essi perciò non devono mai dimenticare quanto sia precaria e fragile la fiducia del pubblico. Piero Calamandrei diceva che l’umiltà è il prezzo che i giudici devono pagare al loro potere di incidere sulla vita dei cittadini. Così il funzionario pubblico deve comprendere che egli è responsabile di un servizio che rende alla comunità e per questo deve assicurare standard di comportamento nei quali si traducono e vivono i valori e le convinzioni della comunità. Filippo Patroni Griffi Ministro per la pubblica amministrazione 5