da Il Resto del Carlino, mercoledì 8 Maggio 2013

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BOLOGNA PRIMO PIANO
MERCOLEDÌ 8 MAGGIO 2013
LE SFIDE DELLA SCUOLA
I SOCIALISTI
OGGI ALLE 18 IN VIA ELISABETTA SIRANI 3 FILIPPO
SIMILI ILLUSTRERÀ LA POSIZIONE DEI SOCIALISTI
CONTRO IL FINANZIAMENTO ALLE PARITARIE
«La protesta delle maestre? Non capiscono
Oggi sciopero indetto dall’Usb. Lepore: «In Italia il loro contratto vale solo
DALLA PRIMA
L’ASP
È ALL’ALTEZZA
di PAOLO
MARCHESELLI*
(...) QUANTO piuttosto ritengo
opportuno precisare alcuni termini del problema. Innanzi tutto Irides non è un ente di assistenza come impropriamente affermano
docenti e genitori, ma un’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona, finalizzata a «promuovere i
diritti in ambito educativo, culturale e scolastico», «nell’area della
maternità, dell’infanzia dell’adolescenza e della famiglia». Quindi la sua natura giuridica e statutaria abilita l’Asp a gestire a pieno titolo anche asili nido e scuole
per l’infanzia. Azienda Pubblica
della quale il Comune detiene il
96% delle quote (2% Provincia,
2% Fondazione Cassa di Risparmio). L’esperienza di Asp Irides
in campo scolastico ed educativo
è confermata da almeno venti anni attraverso la gestione del progetto ‘anni verdi’, rivolto alla fascia di età 11–14 anni. La certezza che Irides operi in conformità
con gli indirizzi del Comune viene data dai contratti di servizio
che il Comune stesso affida
all’Azienda, in modo vincolante,
così come avviene in tutti gli ambiti di intervento.
I VINCOLI posti dal ‘patto di
stabilità’ non consentono al Comune di mantenere la gestione diretta dell’intero servizio. Il dibattito tende a sottovalutare questo
aspetto. Nel merito, docenti e genitori esprimono forte preoccupazione per il rischio della perdita della continuità didattica e relazionale conseguente al passaggio del
servizio ad Irides. A questo riguardo però è bene riprecisare che
la continuità invocata non riguarda solo la presenza degli stessi insegnati nella medesima sezione
per almeno un triennio, ma dipende anche dal coordinamento pedagogico e dagli indirizzi metodologici che sarebbero comunque garantiti dal Comune. Va poi positivamente sottolineato l’intendimento del Comune di trasformare, progressivamente, i contratti
di precariato in essere in rapporti
di lavoro a tempo indeterminato.
Il quadro che si sta delineando deve essere considerato con fiducia
nella certezza che il datore di lavoro rimane sempre il Comune e
che, conseguentemente, il contratto di lavoro rimane quello del
comparto pubblico.
*Vice presidente Asp Irides
LE MAESTRE sono pronte a scioperare. Oggi
alle 9 l’Usb riunirà in piazza Nettuno maestre e
collaboratori delle materne, educatrici e
collaboratori dei nidi, e il personale di Irides
che già oggi opera all’interno di asili e scuole
dell’infanzia. La protesta contro la decisione del
Comune di affidare i servizi educativi alla futura
Asp unica continua e si fa più trasversale.
L’azione dell’Use segue infatti quella dell’Adi,
che lunedì ha portato 200 maestre a Palazzo
d’Accursio per interrompere il Consiglio
comunale. Da piazza Nettuno partirà un corteo
che farà tappa in via Castiglione alla sede di
di SAVERIO MIGLIARI
ASSESSORE Matteo Lepore,
lei è sempre molto contenuto.
Ma lunedì davanti alle maestre che fischiavano si è lasciato scappare espressioni che
non le appartengono. Perché?
«Noi siamo in trincea, siamo in
guerra. Non contro le maestre,
ma contro una situazione nazionale dove non ci sono più certezze,
nemmeno nel diritto. Io rivendico con orgogio il primato di Bologna come città della scuola pubblica e stiamo combattendo a mani
nude per aumentare l’offerta pubblica. Per questo mi sono scaldato...».
Cosa intende per ‘mancanza
di certezze nel diritto’?
Irides, per poi tornare in piazza Maggiore per
un’assemblea all’aperto a cui sono stati invitati i
gruppi consiliari. Oltre a tutto ciò è già in
programma un intervento venerdì, durante il
convegno organizzato in Sala Borsa in cui il
Comune affronterà il tema dell’unificazione
delle Asp assieme alle amministrazioni di
MIlano e Firenze. Sia Usb sia Cub daranno
vita a dei sit-in contro il passaggio di servizi
e personale all’Asp. Cub, poi, ha già indetto
un altro sciopero per il 30 maggio. Sempre
venerdì, inoltre, ma a Villa Pallavicini, il
Cub organizza una tavola rotonda sul
referendum del 26 maggio.
«Non sappiamo più, di fronte a
continui cambiamenti di legge nazionali, cosa accadrà ad esempio
all’Imu e al Patto di stabilità».
Le maestre dicono che volete
privatizzare la scuola pubblica. Cosa risponde?
«Intanto si fa molta confusione e
propaganda, mettendo assieme il
tema del referendum con quello
dell’Asp. A Bologna noi copriamo il 98% della domanda, in Italia un bambino su due resta fuori
dalle scuole. Cominciamo a guardare quali sono le uniche città dove i dipendenti dei servizi educativi hanno ancora il contratto scuola: solo Bologna e Firenze. La storia bolognese parla di un grande
impegno sulla scuola pubblica, nato in condizioni economiche ben
diverse da quelle di oggi
però».
E quindi cambierà quel
contratto?
«Ci siamo presi l’impegno di
mantenerlo, ma non siamo
un’isola».
Fischi, striscioni, megafono.
Cosa ne pensa della tipologia
della protesta inscenata in Comune?
«Non mi faccio impressionare da
legittime proteste. Ma proprio
perché siamo in trincea abbiamo
bisogno di più scuola pubblica e
non possiamo tollerare che la parola pubblico sia equivalente a
‘statale’. Per questo esiste il sistema integrato».
Da quanto tempo non urlava
dentro un megafono?
L’albero europeo al Serpieri
Sentirsi europei. Questo è ciò che hanno fatto gli studenti Liceo
artistico Chierici di Reggio Emilia con l’Albero della Memoria e
dell’Europa, che hanno realizzato per i compagni dell’istituto agrario
Serpieri di Bologna. Un’opera d’arte in ceramica, che gli studenti
della classi IVA e VB del Chierici hanno realizzato, in memoria del
campo di smistamento ‘Caserme Rosse’.
«Da qualche anno, ma mi sono
trovato così a mio agio che forse
lo userò nei prossimi giorni per fare sentire le nostre ragioni... (ride,
ndr)».
Domani (oggi per chi legge,
ndr) a causa dello sciopero
potrebbero essere chiuse alcune scuole?
«Non lo sappiamo. Le manifestazioni sono legittime, ma i servizi
devono essere garantiti. Alzare la
voce e usare le assemblee, magari
dedicate al tema del referendum,
per rivendicazioni sindacali, significa impedire ai cittadini di capire come stanno le cose».
E della notte bianca del 16 cosa ne pensa?
«Io eviterei di privatizzare, questa
volta sì, la scuola bolognese per le
proprie proteste».
ALDINI VALERIANI IL NUOVO SOFTWARE DI SAMSUNG AIUTA I RAGAZZI A IMPARARE E SOCIALIZZARE
I disturbi d’apprendimento si scacciano con un clic
«TUTTO quello che ti fa male ti
fa bene»: le dita di Andrea sfiorano rapide il notebook. Clic: esplode la mappa concettuale che racconta gli effetti dei videogiochi, la
tesina per l’esame di terza media.
Clic: Stimolazione del cervello.
Ogni comando di Supermappe si
curva al volere del ragazzino con
le ‘ali piegate’. Epico, il software
di sintesi vocale in quattro lingue
e i libri digitali fanno il resto. Aldini Valeriani Sirani, piano terra:
lì c’è l’aula dove i ragazzini con disturbi specifici di apprendimento
(Dsa) imparano a «dispiegare le
ali e a prendere il volo». Antonella Bortoli è il loro ‘navigatore-allenatore’.
Dsa, una sigla che parla di dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia. Tanti ‘dis’ che fanno inciampare e che celano, spiega Bor-
toli, referente Dsa in via Bassanelli, «un passato problematico enorme». Tale da sfociare anche in episodi di autolesionismo, mutismo,
rifiuto. Montagne da scalare.
L’OBIETTIVO
Bortoli: «Abbiamo i mezzi
migliori per superare blocchi
di lettura e scrittura»
PERSONAL COMPUTER
Il programma usato dagli studenti
«INCLUSIONE come risorsa» è
il progetto messo a punto da Bortoli e il suo staff, con il sostegno
del preside Salvatore Grillo, che
ha guardato a 30 alunni Dsa del
biennio. Ultimi che in via Bassanelli sono diventati pari perché
«li abbiamo aiutati a uscire dal loro isolamento e ad acquisire con-
sapevolezza del loro disturbo: è
come se avessero sempre un gilet
fosforescente indosso». Un segno
che, alle Aldini, diventa evanescente grazie ad una maggiore «sicurezza di sè, autonomia, all’aver
imparato ad imparare e a socializzare».
Mica facile. Monitorato da Scienze della Formazione, il progetto è
sperimentale in tutto. Ma con un
potente alleato: l’informatica. E,
in particolare, la ‘Smartschool’ di
Samsung che, tramite il dealer
DataSpeed, ha aperto qui la sua
aula digitale per Dsa: basta carta,
ma libri online su notebook dato
in comodato gratuito ai ragazzi e
ingegneri che, segnalazione dopo
segnalazione, modificano i software affinché i Dsa «abbiano i mezzi
migliori per superare i blocchi di
letto-scrittura o matematici».
Federica Gieri