L`ITALIA DALL`UNITA` ALLA VIGILIA DELLA PRIMA GUERRA

L’ITALIA DALL’UNITA’ ALLA VIGILIA DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE
Fonti: R. ROMANELLI, L’Italia liberale, in AA.VV. Storia Contemporanea, manuali Donzelli; AA.VV., Storia e
storiografia vol. 2, casa ed. G. d’Anna; G. SABBATUCCI e V. VIDOTTO, Storia contemporanea – l’ottocento,
ed. Laterza
Link per risorse on-line: https://www.tes.com/lessons/E7vCALwTFOLAeg/edit
IL PERIODO DELLA DESTRA STORICA (1861-76)
Situazione nel 1861, unità nazionale:
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22 mln abitanti
78% tasso analfabetismo (90% al Sud)
Popolazione urbana: 20%
AGRICOLTURA: 70% della popolazione attiva (58% del PIL), 18% industria e artigianato, 12%
commerci e servizi
Agricoltura in ITA:
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Rendimenti medi molto bassi: stime che fossero 1/2 di quelli FRA e 1/3 di quelli INGH
Situazione per aree geografiche:
o Nord, Pianura Padana: agricoltura moderna tra Lombardia e Piemonte
o Centro: mezzadria (Toscana): ostacolo al progresso tecnico, MA preservazione del
paesaggio + cura territorio
o Sud: prevalenza latifondo
 Popolazione in grossi borghi rurali
 Rapporti arcaici di dipendenza tra contadini, braccianti e padroni
 Notabili con potere politico e sociale oltre che economico → con essi + i “nuovi
padroni”, cioè borghesi che avevano fatto fortuna appoggiando il processo di
unificazione
Moltissime aree: produzione per autoconsumo e sussistenza!
Aree di denutrizione cronica, miseria, insalubri (malaria, pellagra)
NB: qs situazione generale di malessere era per lo più ignorato dall’opinione pubblica urbana e
borghese
Enorme la distanza tra la classe dirigente, espressione per lo più del Nord, e il Sud delle masse contadine
Al momento dell’unità manca una rete infrastrutturale e di comunicazione → va creata affinché si crei, oltre
che uno stato unitario, anche una società e un mercato unitario!
LA CLASSE DIRIGENTE
Nelle istituzioni, in primis il Parlamento (con sede a Torino, prima capitale del regno), sono presenti coloro
che costituivano la classe dirigente dello stato Piemontese, + allargata con l’unità ad esponenti delle altre
regioni, in particolare Lombardia, Toscana, Emilia, + notabili del Sud.
I due schieramenti principali sono: Destra e Sinistra, chiamate “storiche” per distinguerle da quello che
saranno in seguito destra e sinistra politica in ITA nel ‘900.
La Destra storica
Schieramento di maggioranza in parlamento (= sostiene il governo; NB in questa fase delle vita politica nulla
a che vedere con la struttura di un partito), di cui il massimo esponente era stato Cavour:
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dal pdv politico dovremmo parlare di “centro moderato”;
la vera “destra” è fuori del parlamento, in quanto non ne riconosce la legittimità: clericali e
nostalgici dei vecchi regimi, cioè i conservatori più spinti.
Rispetto a Cavour, nessuno ebbe la sua statura di statista, MA questo gruppo politico (NB: NON si può
parlare ancora di partiti!) mantenne la linea politica da lui tracciate:
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Garanzia delle libertà costituzionali (stato di diritto) VS i suoi nemici (clericali, nostalgici dei vecchi
regimi)
Centralismo amministrativo;
o nonostante fossero tutti ammiratori del modello INGH (decentramento = iniziativa politica
dei territori, enti locali con competenze definite, suoi rappresentanti eletti in loco)! Perché?
Per molti commentatori qs fu dovuto alla situazione che si venne a creare nel Sud Italia
(vedi dopo); molti altri sono comunque critici su questo punto
Economia liberista: creazione di un mercato unico in ITA + aperto agli scambi con gli altri stati
Laicità: “libera Chiesa in libero Stato”
Chi sono i parlamentari della DX storica? Per lo più esponenti dell’aristocrazia, grandi proprietari terrieri
quindi con una base sociale di riferimento ristrettissima, estremamente elitaria.
La Sinistra Storica
Questi parlamentari, di minoranza (= criticano il governo, fanno opposizione), sono stati seguaci delle ideali
democratici e repubblicani, insomma hanno seguito Garibaldi e Mazzini. Sono espressione di una base
sociale più ampia rispetto all’elitarismo della destra:
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Borghesia piccola e media, con intellettuali e professionisti urbani, MA anche commercianti e
imprenditori
MA anche operai e artigiani, al nord, che però erano ancora esclusi dalle elezioni
Quindi, anche qui, abbiamo la sinistra parlamentare piemontese (Agostino Depretis) + un gruppo che si è
fatto le ossa come leader nelle insurrezioni popolari democratiche e repubblicane e nell’avventura
garibaldina, es. Francesco Crispi, Bertani, Cairoli.
NB: i repubblicani duri e puri NON partecipano alle istituzioni, rifiutano di parteciparvi (Mazzini, leader
carismatico MA messo ormai da parte, morirà in clandestinità a Pisa nel 1872, solo e inviso
all’establishment della Destra storica).
MA nella Sinistra chi comunque partecipa alla vita istituzionale (es. Garibaldi è deputato) lo fa per cambiarla
dall’interno; come?
Concezione politica:
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Allargamento della partecipazione elettorale → obiettivo suffragio universale (maschile)
Completamento dell’Unità d’Italia:
o Roma e Lazio
o Veneto (+ Venezia Giulia)
o Trentino
NB: in Italia nel 1861 NON esisteva un proletariato industriale (poche industrie concentrate tra
Torino, Milano, Genova) → quindi non si ebbe una diffusione delle idee socialista prima degli anni
’80-’90, cosa che cambierà per sempre il volto della politica di “sinistra”.
NB: tendenzialmente più anticlericali rispetto alla DX
Attenzione: sia Destra che Sinistra storica furono una classe dirigente sostanzialmente molto ristretta!
Basti guardare alla legge elettorale in vigore nel 1861:
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Sbarramento di censo: escluso chi non pagasse almeno 40 lire di imposta annua
Poteva parteciparvi ca il 2% della popolazione totale, il 7% dei maschi adulti (sopra 25 anni)
Sistema collegiale uninominale → bastavano poche centinaia di voti per essere eletti
Grande astensione → es. Q? cattolici
La vita politica dei primi anni dell’unità fu quindi caratterizzata dall’attività di quella che in fondo può essere
vista come una ristretta oligarchia (la SX, a base sociale più ampia, è in minoranza). Caratteristiche di questa
stagione politica:
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accentuata concezione personalistica del potere (NO partiti, MA singoli e il loro prestigio e
influenza personali nel loro territorio di radicamento + rete di relazioni personali)
i cosiddetti “notabili”: persone estremamente influenti nei loro territori
Nel complesso, questa classe dirigente della DX storica nei primi 16 anni di vita dello stato italiano unitario
si caratterizzò per l’onestà e il rigore, riuscendo a “creare” uno stato unitario non solo dal pdv politico, MA
anche con un sistema fiscale, infrastrutture, mercato unitari ecc.
La classe dirigente della DX storica contrastò in egual misura le spinte disgregatrici dei reazionari (clericali,
nostalgici) e dei radicali rivoluzionari. MA il rigore (centralismo gerarchico, politica fiscale) ebbe molte
conseguenze negative (vedi dopo)
La questione del Sud Italia
Per esigenze pratiche immediate, l’unione amministrativa dei territori del centro e del Sud annessi al regno
avvenne all’insegna dell’accentramento e di una rigida gerarchizzazione, centro-periferie. Di fatto vi fu
l’estensione delle leggi dello stato piemontese al resto della penisola;
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Q? Uguaglianza o equità? Es. la politica fiscale che era sostenibile al Nord, in economie più ricche,
NON lo era nella maggior parte del Sud, dove l’agricoltura era di norma molto più povera!
Uguaglianza di leggi qui significa iniquità di fatto.
Ricordiamo le leggi “unitarie” più importanti:
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legge Casati sull’istruzione: gratuità e obbligatorietà dei primi due anni di istruzione elementare
(pro riduzione analfabetismo), ma poco efficace negli effetti → maggiore efficacia VS analfabetismo
l’avrà la legge Coppino del 1877 (gov SX storica)
legge Rattazzi: sull’ordinamento amministrativo:
o comuni → sindaci di nomina regia
o province → prefetti di nomina regia
Fondamentalmente, nel Sud Italia vi fu profonda ostilità VS il nuovo ordinamento politico
Perché?
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Mondo contadino:
o Malessere atavico e miseria, da tempo immemore; le trasformazioni in corso nell’Europa
Occidentale del periodo rendevano ancora più arretrata la situazione
o Grandissime speranze aveva suscitato es. Garibaldi (specie in Sicilia) → figura quasi
“messianica”, idea che con l’Italia sarebbe giunto immediato anche un miglioramento
o MA qs miglioramento NON vi fu!
 se non per pochi, per quella borghesia rurale che approfittò della situazione per
ingrandire i loro possedimenti, appoggiando l’unificazione nazionale → nuovi
“notabili”, oltre al mai tramontato ruolo dell’aristocrazia latifondista
 nessuna redistribuzione delle terre, es. delle terre pubbliche che erano
appartenute alle istituzioni comunali e feudali del passato, promessa ma poi
effettuata con esasperante lentezza, e spesso a vantaggio dei grandi proprietari
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Lo stato è visto in generale come distante e nemico:
o NON che quello borbonico fosse amato, né forniva chissà quali servizi (analfabetismo al
90%); MA costituiva pur sempre, agli occhi della popolazione, l’incarnazione della sovranità
“legittima”, ancorata alla tradizione.
o MA ora, per far fronte alle spese dell’unificazione (e fedele al credo liberista del pareggio di
bilancio) lo stato italiano aveva imposto:
 Carico fiscale molto duro → si può pensare a posteriori sulla necessità di queste
misure… MA nell’immediato semplicemente odioso; per la maggior parte dei
contadini peggiora il tenore di vita
 Servizio militare obbligatorio → ecco un altro modo di “fare gli italiani” calato
dall’alto, imposto, e quindi creatore di ostilità e rivalsa; il servizio militare era molto
duro e durava 3 anni; pensare di stare via per tutto quel tempo, le braccia più forti
dei giovani, per uno stato sentito come distante e nemico, che porta via senza dare
nulla, era insopportabile per molti
o CRISI anche economica al Sud: ora, con il mercato italiano unito e il regime di libera
concorrenza liberale, l’agricoltura e le industrie del nord sono molto più competitive di
quelle al Sud,
Dal 1861 al 1865 esplode il fenomeno del BRIGANTAGGIO
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Il banditismo era un fenomeno endemico in molte zone, spesso le più selvagge e interne; ora
diviene un fenomeno di massa, che si ribella allo stato italiano visto nient’altro che come una sorta
di “colonizzazione” da parte del Piemonte.
NB: all’inizio c’è il ruolo anche dei sobillatori filo-borbonici che agivano in clandestinità, MA che
potevano contare su reti di relazioni clientelari ancora molto forti; avevano facile presa, poiché
appunto la mancata realizzazione della promessa del “meglio” + l’aumento dell’imposizione fiscale
+ aumento del prezzo dei generi alimentari data l’apertura del mercato unitario (fine delle misure
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protezionistiche locali) → tenore di vita spesso peggiorato. Quindi idea che “si stava meglio prima”,
e che il ritorno dei Borboni (magari insediati da un intervento militare dell’Austria! La potenza
militare cattolica)
Immagine archetipica del brigante come del “grande ribelle”, il fascino che l’oppositore sedizioso
ha sulle masse contadine, incarna un ideale di libertà e, a suo modo, di “giustizia sociale” (in quanto
ruba ai ricchi), il “vendicatore delle ingiustizie subite dal popolo”.
Chi ingrossa le fila delle bande di briganti?
o I renitenti alla leva! Es. la leva in Basilicata aveva chiamato ca 2700 giovani; furono renitenti
oltre 2000! → che poi dovevano vivere in clandestinità (reato essere renitenti alla leva), e
quindi la cosa più facile era prendere la via delle montagne, associarsi a qualche banda
fuorilegge
All’inizio la risposta dello stato italiano è lenta e poco efficace → scarsità di mezzi, i reparti dell’esercito
mandarti a contrastare i briganti operavano in un territorio ad essi completamente ostile (la popolazione
locale spesso sostenevano le bande di briganti)
Poi invio di sempre più truppe, finché non si ebbe una vera e propria occupazione militare del Sud Italia
fino al 1865!
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Impegnati ca 120.000 soldati, la metà degli effettivi a disposizione!
Imposizione della legge marziale, con dura repressione, escalation di violenza da ambo le parti,
distruzione es. di interi villaggi in cui si sospettava connivenza coi briganti. La popolazione comune
paga un prezzo altissimo (nel 1863 Garibaldi si dimette da parlamentare per protesta VS la
repressione nel Sud Italia)
Stime del conflitto:
o Ca 5200 briganti uccisi in combattimento
o Oltre 5000 arrestati
 2000 condannati a morte
Nel 1865 il brigantaggio come fenomeno di massa era praticamente estirpato:
o Più che altro per sfinimento della popolazione, per la quale questi primi anni di unità
d’Italia rappresentano un periodo durissimo, con lacerazioni del tessuto sociale (tradimenti
reciproci) e familiare (in molte famiglie membri che subiscono carcere, pene varie, ma
anche moltissime condanne a morte, o morti negli scontri a fuoco) che generano oltre a
rancori e risentimenti privati → un generale senso di sfiducia nei confronti delle istituzioni
o NON sono certo eliminate le CAUSE del malessere del Sud Italia
Sotto molti punti di vista (economico, politico, sociale) per le regioni del Sud l’unificazione portò –
nell’immediato dei primi anni di Italia unita – più svantaggi che vantaggi → cresceva il divario tra regioni del
Nord (invece beneficiarie dell’unità) e del Centro rispetto a quelle del Sud → la cosiddetta “Questione
meridionale”, realtà dolorosa e problematica anche ai giorni nostri.
Politica economica della Destra storica
Impianto liberista, quindi:
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Rimozione barriere doganali
Unificazione sistemi monetari e fiscali
Creazione di una rete infrastrutturale (strade e ferrovie)
→ impiego di enormi risorse per la creazione di un mercato nazionale
I maggiori investimenti della Destra storica furono nel settore agricolo; a beneficiarne furono:
 Zone di agricoltura moderna, nella Pianura Padana;
 In piccola parte anche le zona a coltura specializzata nel Sud (olio, vino, frutta) → per lo più
destinate all’esportazione
MA il settore industriale fu penalizzato dalle scelte della DX, in quanto l’apertura al mercato internazionale
significò la crisi, fino spesso alla scomparsa, di quei pochi e deboli distretti industriali e manifatturieri che si
erano formati (es. al Sud) MA che non possono competere con quelli degli stati più avanzati.
Ciò che caratterizzò maggiormente la politica economica della DX storica fu però la dura politica fiscale;
ricordiamone i motivi:
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Costi guerre sostenute del Piemonte per l’unificazione (forte indebitamento estero)
Enormi costi per la creazione di un mercato unitario (vedi prima)
Abbiamo già visto come tutto questo abbia creato effetti negativi nel Sud Italia.
Ricordiamo anche un provvedimento per aumentare il gettito fiscale che risultò particolarmente odioso, e
creò le prime forme di agitazione sociale nell’Italia unitaria (da Sud a Nord):
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1868 introduzione della tassa sul macinato → odiosa perché toccava tutti gli strati contadini e in
generale i lavoratori
1869 moti di protesta raggiungono dimensioni preoccupanti soprattutto nell’area padana → anche
qui impiego dell’esercito e durissima repressione
Nel 1875 il governo della Dx storica raggiunge uno degli obiettivi “tipici” della visione liberista
dell’economica: il pareggio di bilancio. MA a quale prezzo? Malcontento esteso e diffuso:
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Cronico nel Sud Italia
Proteste popolari anche al Nord
MA anche imprenditori e investitori vorrebbero una politica fiscale meno gravosa → in modo che
possa formarsi una maggiore ricchezza privata; insomma, per incentivare consumi e quindi
produzione e investimenti
Qs la causa profonde della caduta, nel 1876, del governo della DX storica.
COMPLETAMENTO DELL’UNITA’ NAZIONALE
Questo obiettivo vede uniti negli intenti sia DX che SX storiche, MA con diverso pensiero sulle modalità di
realizzazione:
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DX: tramite relazioni diplomatiche (specie nella risoluzione dei rapporti con la Chiesa: “Libera
Chiesa in Libero Stato” di Cavour), e quindi inevitabilmente per gradi e con tempi lunghi
SX: come nella migliore tradizione garibaldina → guerra popolare! NB: anche per rinvigorire le
posizioni democratiche e repubblicane
Quali terre sono ancora da “unificare”?
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Roma e Lazio
Veneto (comprendente il Friuli)
Trentino
La Questione romana
Sicuramente la più spinosa era la questione di Roma, sede del papa. Riassumiamo la faccenda in 3 punti:
1. Rapporto con la Francia
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Napoleone III governa in patria col sostegno delle forze reazionarie e clericali
(presentandosi al contempo come l’uomo del “progresso”: populismo)
Nello Stato Pontificio è presente un corpo di spedizione francese pronto ad intervenire in
caso di attacco → qualsiasi iniziativa militare equivarrebbe a dichiarare guerra alla Francia
NB: per la neonata ITA era “naturale” l’alleanza con la FRA: anche dal pdv economico è di
gran lunga il primo partner pro ITA
2. Grande influenza del clero in ITA
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Nel territorio del Lazio, lo stato pontificio, naturalmente
MA in tutt’Italia la Chiesa è fondamentale riferimento culturale! Per tutte le classi sociali, in
città e campagna (anche se totalizzante in queste ultime); NB: la classe dirigente
risorgimentale, a causa di tale scontro, è per lo più anticlericale
o anche es. nella scuola pubblica del neonato Regno d’Italia quasi la metà degli
insegnanti sono religiosi
3. Intransigenza di Pio IX
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1864 enciclica Quanta cura → contiene il Sillabo [→vedi testo], cioè in pratica la chiusura
verso e la “condanna” totale della civiltà moderna da parte della chiesa!
1870 dogma dell’infallibilità del papa
Rifiuto di qualsiasi proposta da parte dello Stato Italiano
Quindi, a fronte del fallimento diplomatico ci provano i democratici radicali → Garibaldi!
1862:
Garibaldi torna in Sicilia per organizzare clandestinamente la spedizione; la sua popolarità sull’isola è
fortissima. Passa in Calabria MA è intercettato in Aspromonte dall’esercito regio (G. è ferito in azione,
quindi imprigionato)
[* commozione fortissima in tutt’ITA: Garibaldi era un mito. Q? pensate a quei volontari che
“avevano fatto l’Italia”, pieni di ideali democratici, repubblicani… e ora l’esercito italiano gli spara
addosso – vedi “Noi credevamo” di Martone]
ITA e FRA si accordano diplomaticamente: le cosiddette “Convenzioni di settembre”, in cui lo stato ITA si
impegna a rispettare i confini dello Stato Pontificio.
1866:
Alleanza ITA e Prussia, ordita da Bismarck, VS Austria; la posta in gioco sono i territori popolati da italofoni
sotto l’autorità dell’Austria. MA sui campi di battaglia di Custoza e di Lissa (battaglia navale) per l’esercito
ITA ci sono solo sconfitte. Il solo Veneto è ottenuto, con l’umiliante passaggio prima alla Prussia, la quale
quindi lo cede all’ITA
→ CRISI morale a seguito di qs, anche con forti agitazioni popolari! → gli insuccessi come
“specchio” dell’impreparazione ITA, della mancanza di coesione nazionale.
NB: solo Garibaldi aveva ottenuto qualche buon risultato, in Trentino a Bezzecca, risalendo dal bresciano,
MA poi deve ripiegare.
1867:
Garibaldi (+ Mazzini, rientrato in ITA dall’esilio a Londra) approfitta di questo clima di agitazione per tentare
il colpo a Roma, e ridare slancio alla componente politica democratica.
Dalla Toscana passa nel Lazio. Volontari romani avrebbero dovuto preparare il terreno, MA è un fallimento
su tutta la linea → intervento immediato del corpo di spedizione francese (che sconfigge i garibaldini a
Mentana) + poca partecipazione popolare
MA nel 1870:
a seguito della pesante sconfitta della FRA di Napoleone III a Sedan ad opera della Prussia di Bismark → il
governo ITA si ritiene svincolato dagli accordi
→ invia corpo di spedizione nel Lazio → breccia di porta Pia, Roma è presa il 20 settembre 1870
+ plebiscito nel Lazio per ratificare l’annessione
1871:
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Roma è capitale del Regno d’Italia
Legge delle Guarentigie → garanzie per il papato secondo l’impostazione di Cavour, libera Chiesa in
libero Stato
Post 1870:
Secondo la maggior parte degli storici, la presa di Roma e la fine del potere temporale papale fu un evento
positivo anche per la Chiesa stessa: libera dal potere temporale, la Chiesa poté diventare una forza
influente e dinamica dal punto di vista morale su una scala molto più vasta di quella a cui la confinava
l’anacronismo medievale dello stato territoriale, intraprendendo (con molta cautela) un’azione di
rinnovamento → questa la prospettiva di lungo termine.
MA dopo il 1870 Pio IX accentua ancor di più il muto contro muro, promulgando:
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1874 Non expedit → VS la partecipazione dei cattolici alle elezioni politiche, né come eletti né come
elettori
Influirà negativamente sulla vita politica italiana; già la classe dirigente era un’oligarchia ristretta,
vista come enormemente distante dalla maggioranza della popolazione, specie nel centro-sud; il
Non expedit tiene lontani dalla politica molte delle forze potenziali, alcune delle migliori, per creare
maggiore coesione all’interno della penisola
Movimento di opinione in ITA dei cosiddetti “intransigenti” → fedeltà e obbedienza clericale, si
oppongono allo stato liberale e teorizzano la “riconquista cattolica” della società
o Fondano giornali e riviste
o Fondano scuole
o
Si pongono in posizione apertamente critica VS lo stato ITA, anche denunciandone le
effettive storture (es. nel Mezzogiorno)
Quali forze politiche esistevano in ITA post-unitaria, nell’età dei governi della DX storica?
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In parlamento c’è la SX → MA che presto sostituirà la DX al governo, attuando, con il trasformismo,
al tempo stesso sia il riassorbimento di molte delle iniziali differenze con la DX, sia però una prassi
parlamentare all’insegna dell’interesse personale da parte dei rappresentanti parlamentari
(maggioranze fluide, che votano i vari provvedimenti a seconda delle convenienze)
Abbiamo detto degli “intransigenti” cattolici
Prime società operaie laiche:
o La loro storia inizia negli anni ’50, in particolare in Piemonte, si diffondono poi negli anni
successivi; per lo più si tratta di società di mutua assistenza; raccoglievano lavoratori di vari
mestieri MA con direzione di “soci onorari” borghesi liberali
 I primi gruppi dirigenti esprimono in sostanza una modalità con cui la borghesia
liberale cerca di arginare la concorrenza, presso le classi lavoratrici dei democratici
(mazziniani) e dei primi “socialisti”
o Si organizzano in forma federale anche su base nazionale, con i primi congressi nazionali
negli anni ’60: qui si scontrano le due correnti:
 liberal-moderati
 democratici radicali
o La creatura politica di Mazzini si chiama Partito d’Azione, e vorrebbe fare delle Società
operaie la sua base di massa; imposta il programma sulla lotta per il suffragio universale,
democrazia e repubblica (NB: del tutto trascurate le rivendicazioni economiche!); riesce a
strappare la maggioranza al congresso di Napoli delle società operaie del 1864 → MA è lo
stesso anno della Prima Internazionale!
o Il messaggio marxista avrà un appeal molto più forte presso i lavoratori, in quanto pone in
primo piano l’emancipazione economica della classe lavoratrice! Mazzini ormai è
“obsoleto”, la sua ideologia di impianto romantico NON coglie le trasformazioni in atto
o NON solo: in ITA avranno molto successo anche le posizioni degli “sconfitti” nella Prima
Iternazionale → gli anarchici! Sarà il russo Michail Bakunin, giunto in ITA proprio nel 1864, a
vedere nell’ITA post-unitaria, con le sue masse di diseredati (specie al sud), il terreno fertile
per l’insurrezione VS lo stato borghese. Con il fallimento del 1867 è definitivamente
tramontata la sinistra ispirata a Mazzini e Garibaldi → ora le forze politiche rivoluzionarie
sono marxismo e (forte in ITA e Spagna) anarchismo.
L’ETA’ DELLA SINISTRA STORICA (1876-96)
Il governo della Destra cade nel 1876:
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Causa contingente: va in minoranza su provvedimento di nazionalizzazione delle ferrovie (prima
aprivate)
Causa profonda: DX non considerata più adeguata pro guida nazione:
o Ormai unificazione completata
o Base sociale di riferimento troppo ristretta!
o Politica liberista con obiettivo del pareggio di bilancio aveva creato malcontento
 Sud: politica fiscale troppo gravosa
 Tassa sul macinato odiosa da sud a nord → proteste, agitazioni popolari
Dunque, con voto parlamentare, eletto nuovo governo sostenuto da nuova maggioranza: il governo della
Sinistra storica, con Agostino Depretis 1° ministro nel 1876
Depretis era stato mazziniano in gioventù, quindi originariamente radicale, poi via via più moderato
Chi sono gli esponenti della SX storica? Cosa propongono?
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NB: no partito omogeneo
Diversa base sociale di consenso rispetto a DX: media-piccola borghesia urbana al nord; MA anche
proprietari terrieri e intellettuali al sud
Insomma, convivono diverse “anime”:
o Progressista: pro ampiamento diritto al voto e rappresentanza, istruzione obbligatoria
estesa, decentramento amministrativo, legislazione sociale (che lo stato intervenga pro
aiuto fasce disagiate, politiche sociali)
o MA anche conservatrice: al sud coloro che sostengono la maggioranza SX sono pro interessi
dei latifondisti
Q? Come è possibile qs convivenza?
→ IL governo della SX storica si caratterizzerà per 1) riforme e 2) trasformismo
1) Riforme, cioè provvedimenti eseguiti:
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Ampliamento del diritto di voto (dal ca 2% al ca 9% → viene abbassata la soglia di reddito)
Legge Coppino → scolarità elementare obbligatoria fino ai 9 anni
Abolizione odiatissima tassa sul macinato
MA cmq SX NON riuscì a conseguire:
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Ampliare davvero la classe dirigente → sia DX che SX storica restano delle élite
Le masse popolari NON sono integrate nella vita pubblica delle istituzioni
Nessuna politica di legislazione sociale! → MA anzi, repressione scioperi
2) Trasformismo
Che cosa significa? L’ampliamento del diritto di voto fu però accompagnato da aumento di pratiche
degeneri della politica, quali clientelismo e corruzione.
I personaggi presenti nelle liste NON per affiliazione ideologica o merito, MA spesso in quanto
notabili in grado di portare grandi numeri di voti dalle loro clientele.
In parlamento si appoggia qs o quel provvedimento secondo scambi di favore: in cambio di
provvedimenti che vadano incontro agli interessi del territorio di provenienza del deputato (che poi
poteva farlo valere con i suoi elettori).
Depretis lo intendeva in modo positivo: aumentare la base di sostegno al governo.
MA di fatto qs significava maggioranze fluide, sulla base degli interessi e degli scambi di favore
NB: effettivamente però l’allargamento della maggioranza permetteva di neutralizzare le spinte
degli “estremi” in parlamento:
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Reazionari, nostalgici, clericali
MA soprattutto coloro che continuano con la tradizione di opposizione proprio dei radicali,
che ora non sono solo repubblicani e democratici MA anche i primi deputati socialisti:
formazione chiamata “L’Estrema” (Andrea Costa primo deputato socialista 1882; 10 anni
dopo viene fondato il PSI con Filippo Turati).
o Cosa chiedono? Suffragio universale, decentramento amministrativo, più
intervento dello stato pro migliori condizioni delle masse popolari
MA anche provoca pesanti critiche nell’opinione pubblica
L’Italia alla prova dei grandi mutamenti economici: la Crisi Agraria
Abbiamo visto l’età della “Grande Depressione” come fenomeno globale connesso allo sviluppo industriale
capitalistico.
MA quale la situazione in ITA?
Come paese ancora per lo più agricolo, l’afflusso massiccio di grano a basso prezzo ex USA comportò crisi
nel settore agricolo in ITA. Crisi è sicuramente depressione, MA anche chance di cambiamento e
modernizzazione; al solito, l’ITA rispose in modi diversi a seconda delle aree:
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Nord: Pianura Padana: diversificazione delle colture (SE cereali non rendono più, allora riso, canapa,
patate + allevamento) → l’agricoltura si fa +< capitalistica
Sud: il latifondo si dimostra estremamente arretrato
o Emerge maggiore specializzazione agricola anche a Sud: prodotti es. olio, vino, agrumi,
specie in alcune aree al sud
Il governo Depretis cede alla pressione di 1) partito degli agrari e 2) partito degli industriali e in risposta alla
Crisi Agraria → imposta politica protezionistica → 1887 “tariffa doganale”; chi la vuole?
1. Partito degli agrari: pro dazi VS import cereali USA (NB: MA i produttori specializzati che
esportavano erano contrari, in quanto protezionismo genera protezionismo…)
2. Partito degli industriali: pro intervento stato per maggiore sviluppo settore industriale → come può
decollare l’industria se non è protetta a fronte di paesi produttori più avanzati?
Conseguenze del protezionismo:
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Negative:
o Aumento prezzo pane per i salariati
o Danneggiamento export agricolo (vino, olio, agrumi)
o Sopravvive il latifondo cerealicolo, nonostante sia obsoleto
Positive:
o Si può creare un nucleo importante di industrie in ITA, settori tessile e meccanico, orientati
al mercato interno
Politica industriale SX:
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Incentivo allo sviluppo dell’industria di base (siderurgica, chimica)
Completamento infrastrutture strategiche per il paese: ferrovie (15.000 km), traforo San Gottardo
Grandi industrie: Breda, Pirelli, acciaierie di Terni
Nei ’90 ITA è in fase di decollo industriale
Compenetrazione tra stato e potere economico → dal protezionismo in poi, caratteristica stato ITA
Sicuramente la SX storica NON ha l’obiettivo del pareggio di bilancio → l’aumento della spesa
pubblica ha fatto aumentare il debito pubblico (da allora) → spesa pubblica pro incentivo a
economia interna, MA se debito troppo grande difficile gestirlo e freno a futuri investimenti
Politica estera SX:

Depretis aderisce alla Triplice Alleanza, (1882 e poi ancora 1887), con Austria-Ungheria e
Germania; perché?
o AUS era nemico storico! MA infatti dato che la causa radicale si appoggiava anche su
argomenti irredentisti
o VS Francia: tradizionale alleato DX, ora a causa di
1. Guerra commerciale in seguito alla politica protezionistica
2. Rivalità coloniale: entrambe mirano alla Tunisia, solo che la Francia se l’era presa
nel 1881 infischiandosene degli interessi ITA
o Per non restare isolati in una fase di forte competizione tra le potenze EU
Politica coloniale SX storica:
Maggiore spesa militare → connessa a adesione alla Triplice e al generale clima di rivalità tra potenze EU.
Inizio avventura coloniale ITA (ultima arrivata tra le potenze). SE per la Tunisia si potevano pensare a
ragioni di tipo “colonia di popolamento”, occupare il Corno d’Africa fu una mossa per solo scopi di prestigio
internazionale (per dimostrare al mondo cosa poteva fare l’ITA, unita da ormai qualche decennio e avviata
nello sviluppo industriale).
NB: il corno d’Africa, attuali Eritrea, Somalia, Gibuti, Etiopia era l’unico territorio NON ancora
occupato dalle potenze nella “corsa alle colonie” a partire dagli anni ’80 dell’800.
Conquista di Massaua (1885, attuale Eritrea), poi sconfitta di Dogali (1887) e interruzione penetrazione
Il governo Crispi (1887-91, 1893-96)
Francesco Crispi era stato mazziniano, ex garibaldino (comandante nei mille di Garibaldi in Sicilia, sua terra
natia), MA anche lui non solo diviene POI monarchico e si modera col passare del tempo (trasformismo) MA
attua una politica accentratrice e di tendenze di forte rafforzamento del potere esecutivo, + repressione
degli oppositori. NB: suo “decisionismo” portato avanti rivendicandolo VS trasformismo della stagione di
Depretis.
Le sue riforme sono importanti:
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

Amplia il diritto di voto (nelle amministrative) + elezione sindaci città sorpra i 10.000 ab
Riforma sanitaria e di pubblica assistenza → campi tradizionalmente in mano alla Chiesa, inizio di
legislazione sociale per cui sanità e assistenza siano competenze statali
Nuovo codice penale liberale (NO pena di morte, OK diritto di sciopero MA NON di associazione
sindacale)
MA anche Crispi ebbe tendenze “autoritarie”, accentuate nel suo secondo ministero:


Aumento del potere dei prefetti, aumento del potere della polizia
Assume in proprio le cariche di primo ministro, degli interni, degli esteri
Situazione sociale: durante governo Crispi forte protesta nelle campagne.
LE condizioni di vita nelle campagne a fine secolo erano pessime: sovrappopolamento, malattie,
denutrizione, malcontento sociale → spesso unica possibilità era l’emigrazione (specie al Sud).
Differenti situazioni a nord e sud:


Nord: QUI agricoltura capitalistica nella Pianura Padana, che quindi per reazione trova nella
proletarizzazione dei lavoratori il terreno per nascita delle prime associazioni e sindacati, molto
agguerriti. 1901 nasce Federterra, organizzazione contadina di largo seguito a ispirazione socialista
Rivolta dei Fasci Siciliani: è una rivolta molto estesa in Sicilia, nel 1893, in cui confluiscono
eterogenei gruppi di lavoratori (braccianti, minatori, MA anche borghesi) con varie ideologie
(radicali, socialisti, anarchici) → chiedono diminuzione delle imposte, politica fiscale più favorevole.
Q? Nella gestione del conflitto sociale, vediamo differenza di Crispi rispetto a Giovanni Giolitti:
Nel 1891 Crispi era andato sotto in parlamento, quindi deve dimettersi.
Gli succede un governo conservatore: Antonio di Rudinì e poi pochi mesi dopo Giolitti.
Giovanni Giolitti è un liberale, ma progressista, che crede che il conflitto sociale NON vada represso MA
gestito, in modo che si sviluppino - nella dialettica di una società in cambiamento – i soggetti che
trasformano tutto qs in rivendicazione politica, con cui contrattare (es. sindacati) delle riforme in grado di
ammodernare il paese.
Questo aveva il suo contraltare: la tendenza al compromesso diventò (quando G. divenne primo ministro
nel primo decennio del XX° sec.) anche l’instaurazione di un sistema clientelare e di corruzione, il trionfo
per certi versi del trasformismo. Infatti G. deve dimettersi in seguito allo scandalo della Banca romana, in
cui pare avesse insabbiato delle irregolarità (cosa in cui erano coinvolti tutti i governi, Crispi in primis, MA
pagò al momento solo G.)
ES. nella faccenda della rivolta Fasci Siciliani: Giolitti NON reprime con la forza → cosa che gli aliena le
simpatie dei moderati, dell’opinione pubblica borghese che chiede a gran voce “l’uomo forte”, capace di
portare l’ordine.
Quindi: secondo governo Crispi (1893-96):
Crispi non fa attendere la sua risposta “forte”:

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

Stato d’assedio proclamato in Sicilia, repressione con la forza, tribunali militari con dure condanne
Atteggiamento simile VS tutti gli scioperi (es. Lunigiana)
Leggi eccezionali VS anarchici (NB: i cavatori della Lunigiana avevano fatto un grande sciopero, MA
quella era una zona di forte insediamento delle idee anarchiche) MA che colpiscono duramente
soprattutto i VS socialisti → 1894 scioglie il PSI (nato nel 1892).
Il modello di Crispi in qs senso è Bismarck, con le sue leggi anti-socialiste → avvicinamento ulteriore
ITA con GER
Il clima sociale dell’ITA di fine ‘800, date le trasformazioni economiche in atto (industrializzazione,
emigrazione, protezionismo, ecc.) è di forte tensione.
È in qs clima che Crispi propone un massiccio investimento nella politica coloniale → “mito” che anche
l’ITA possa essere grande potenza, per distogliere opinione pubblica dai problemi interni! Vuol far passare
l’idea che le conquiste coloniali possano essere risposta lle urgenze dell’ITA, quali la sovrappopolazione e la
miseria delle campagne.
MA l’ITA è impreparata, dal pdv militare e tecnologico:
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Accordi con il negus di Etiopia Menelik, Trattato di Uccialli → 1890 creazione della colonia di Eritrea
Protettorato sulla Somalia
MA Crispi pretende che il trattato con Menelik garantisca pro ITA anche il protettorato sull’Etiopia
o ITA occupa regione etiope
o MA reazione, e pesante sconfitta degli ITA ad Adua nel 1896; NON era mai successo che
un esercito di indigeni avesse sconfitto un esercito occidentale!
o → Crispi deve dimettersi; è la fine della sua carriera politica.
Post-Crispi: la “maniera forte”, tendenze autoritarie nell’Italia di fine ‘800
Quando Crispi si dimette ITA in piena stagione di agitazioni popolati, a Nord come a Sud (bracciantato
agricolo, emigrazione sempre più forte, ecc.). I governi furono affidati al marchese di Rudinì (siciliano) e poi
al generale Pelloux (piemontese).
In questa fase ha successo chi ritiene che il governo dovrebbe essere responsabile non più di fronte al
parlamento (NB: qs prassi voluta e difesa fin da Cavour), MA di fronte alla Corona → con re Umberto I che
appoggia questa interpretazione (proposta teorica di Sidney Sonnino, politico liberale conservatore, di
“tornare allo Statuto”, cioè al dettato della carta costituzionale ovvero allo Statuto Albertino del 1848, cioè
alle modalità pre-Cavour)

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
Corona come garante super-partes della stabilità delle istituzioni
Parlamento si era squalificato con pratica trasformismo, incapace di offrire risposte VS movimenti
politici non rappresentati in parlamento sempre più forti dal pdv seguito popolare (socialisti e
anarchici, soprattutto)
→ tentativo di imprimere una svolta conservatrice e autoritaria, esautorando il parlamento e
rispondendo con l’uso della forza alle agitazioni sociali. Qs idea ha presa in quanto timore della
borghesia nei confronti della capacità organizzativa delle masse proletarie con i socialisti (NB: MA
anche con le prime leghe cattoliche).
Quindi abbiamo:


Manifestazioni popolari (es. VS aumento prezzo del pane), scioperi, ecc.
→ repressioni durissime della polizia e dell’esercito (a Milano, 1898 generale Bava Beccaris apre il
fuoco sulla folla, i morti si contano a centinaia)
Clima di fortissima tensione


1900 re Umberto I assassinato dall’anarchico Gaetano Bresci
→ nuovo re Vittorio Emanuele III → più liberale, VS tentativi reazionari
La stagione politica di Giovanni Giolitti
Con nuovo re e nuovo governo si ritorna a impostazione liberale “progressista” → leader indiscusso dei
liberali Giolitti, che sarà spesso primo ministro fino al 1914, MA anche quando non è primo ministro sempre
molto influente.
Sua collocazione ideologia politica: liberalismo riformista → neutralità nei cfr dei conflitti economici +
proposta riforme per far fronte a situazione ITA in grande cambiamento (decollo industriale)
Politica economica → incentivo alla PRODUZIONE! (in qs rientra anche la difesa della libertà sindacale)
In sintesi punti della sua idea di governo:

Neutralità nei cfr delle parti in lotta economica (rivendicazioni sindacali VS proprietari capitalisti) →
dalla lotta nascono le organizzazioni che possono diventare gli interlocutori del governo pro attuare
delle riforme in gradi di essere all’altezza delle trasformazioni politiche e sociali ITA; Giolitti teme

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molto di più le forze “disorganizzate”, in q. potenzialmente solo distruttive. Per qs difende sempre
la libertà sindacale
Tendenzialmente favorisce 1) industrializzazione, 2) aumento salari
o Quindi pro azione sindacale! Perché? → SE aumento salari → cresce il mercato interno →
fondamentale pro crescita economica in situazione di protezionismo globale
La modernizzazione dell’ITA, unita al fatto che la fase 1896-1914 è di vero e proprio decollo
industriale, va gestita, governata → servono riforme
Il parlamento va rafforzato, affinché abbia maggiore legittimità di fronte alla popolazione → va
quindi allargata la maggioranza (MA cfr trasformismo Depretis) + integrate le forze politiche
espressione del mondo socialista e quello cattolico (NB → sempre più proiettati verso dimensione
di massa)
Tentativo alleanza con SOCIALISTI:
o Nello specifico, th alleanza tra le forze più progressiste della società: borghesia industriale +
classe operaia città del nord → per qs riconoscimento delle organizzazioni sindacali
o Le riforme a carattere sociale hanno bisogno dell’appoggio soprattutto dei socialisti!
o → la condizioni fino al 1904 sono favorevoli in q. la maggioranza è riformista (Turati)
o Giolitti difende la libertà sindacale → 1906 istituzione CGL (Confederazione Generale
lavoro) [→ vedi dopo situazione economica]
Tentativo alleanza con CATTOLICI:
o L’alleanza con i cattolici passava per garanzie su alcune tematiche a loro care: istruzione
religiosa, no divorzio
o Sostegno informale dell’elettorato cattolico verso candidati liberali di G., in cambio di
garanzie appunto su scuola cattolica, divorzio ecc. (1905 e 1909) + 1912 accordo cosiddetto
“patto Gentiloni” (pres. Unione elettorale cattolica) → NB: in chiave anti-socialista! (NB: ora
PSI è a + forte componente massimalista) + IMP pro presa su masse contadine, dove ancora
fortissima l’influenza della Chiesa.
Quindi: riforme attraverso legislazione sociale:
o Tutele lavoro minorile e femminile
o Assistenza infortuni e pensioni (potenziamento), riposo settimanale
o Sostegno alla scuola pubblica
o Municipalizzazione dei servizi pubblici: i municipi devono gestire i servizi essenziali di gas,
elettricità, trasporti, acqua
o Inizio di sistema di sicurezza sociale (assicurazioni su infortuni e malattie per lavoratori) →
creazione dell’INA (istituto nazionale assicurazioni)
MA permangono anche delle forti criticità, dove il riformismo di Giolitti è stato insufficiente o inesistente:


NO riforma tributaria!
o Sistema fiscale ITA ancora troppo incentrato sulle imposte indirette, mentre progetto di
imposte progressive sul reddito non si realizza [Q? equità]
Questione meridionale:
o NO interventi organici
o Grandi opere es. acquedotto in Puglia → leggi speciali e stanziamenti, terreno di caccia per
clientele e corruzione
o Al Sud le forze dell’ordine reprimono sistematicamente e con durezza le lotte contadine
o Emigrazione fenomeno sempre più greve: oltre 600.000 partenze all’anno
Quindi → delusione:



Socialisti → prendono forza allora i massimalisti, VS accordo con Giolitti
Pratica parlamentare affine al trasformismo → parlano di lui come di sistema di “dittatura
parlamentare”, corruzione diffusa, con favori elargiti in cambio del sostegno ai progetti di legge
(quindi sempre peggio con notabili, clientelismo, ecc.)
Critica sempre più forte es. dai NAZIONALISTI (→ vedi dopo)
Ripresa della politica coloniale:
1911 la conquista della Libia (ovvero le regioni di Tripolitania e Cirenaica, ex Impero Ottomano) ormai in
decadenza + le isole Egee nel mar Egeo (poi chiamate Dodecaneso, sempre ex Impero Ottomano);

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
1908 Austria aveva preso il controllo della Bosnia → smacco pro ITA, che vede come interesse
strategico la non espansione AUS nell’area balcanica (in q. rivendica influenza su area adriatica e
quindi Dalmazia) → la campagna di Libia è sorta di risposta
NB: azione decisa da Giolitti, ok; G. NON credeva molto nell’avventura coloniale, MA era anche
fondamentalmente un pragmatico, che sapeva cogliere la situazione propizia e venire a patti con
l’”ideologia”; quindi iniziativa coloniale per rispondere a: 1) crescenti pressioni opinione pubblica
(Nazionalisti → minoranza molto “rumorosa”), 2) non restare “tagliato fuori” dalla corsa alle
colonie + rivalità con AUS nei Balcani e 3) in risposta a flusso emigrazione ex campagne sud ITA (MA
anche Veneto);
G. decide le operazioni approfittando delle condizioni favorevoli: Impero Ottomano impegnato
nelle “Guerre Balcaniche” (VS Bulgaria, Romania, Serbia, Grecia)
La politica “di massa” e il tramonto di Giolitti
1913 elezioni a suffragio universale maschile (con restrizioni: se analfabeta sopra i 30 anni, altrimenti sopra
21 anni) → chiamati alle urne ca 9 mln elettori (se ne presentano ca. la metà); risultati:


Maggioranza liberale oltre 300 deputati, ca 230 grazie a patto Gentiloni
Crescita elettorale dei socialisti con ca 80 deputati (la svolta massimalista dà buon risultato)
MA ormai il sistema politico (la prassi politica) di Giolitti era in crisi:


Sud sempre più sconvolto da agitazioni contadine + emigrazione
Durissimi attacchi VS governo Giolitti di socialisti (maggioranza massimalista) da SX e nazionalisti da
DX
1914 settembre: Giolitti si dimette (per evitare crisi di governo) → th di poter rientrare o di essere
comunque il “burattinaio” del parlamento, MA stavolta calcoli errati.
→ governo Salandra (liberali giolittiani, cattolici, nazionalisti)
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
Recrudescenza del conflitto sociale: “Settimana rossa” (giu 1914)
Nel frattempo, il 28 giugno, l’arciduca Francesco Ferdinando è ucciso a Sarajevo da Gavrilo Princip:
è il detonatore della polveriera Europa nella Prima Guerra Mondiale
Situazione economica ITA inizio XX sec.
1896-1914 (soprattutto fino a 1908) → decollo industriale italiano; tutti i principali indici industriali segnano
aumenti in doppia cifra.
Settori più importanti in Ita (tipici “seconda” Riv. Ind.):
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Siderurgico, metallurgico
Industria meccanica
Industria chimica
NB: concentrazione industrie pressoché solo al Nord (“triangolo industriale” Milano-Torino-Genova), in
alcuni distretti; praticamente assente al Sud
OK, protezionismo aveva danneggiato agricoltura orientata all’export delle zone del Sud vocate a vite, olivo,
agrumi→ MA con aumento ricchezza, ora parte della produzione del Sud può essere assorbita al nord!
Q? Come fu possibile crescita economica in ITA, SE priva di risorse naturali es. ferro e carbone ≠ INGH,
Belgio, Germania, Francia?

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IMP energia idroelettrica (grandi opere in ITA) → NON più necessaria dipendenza da carbone e
ferro pro sviluppo industriale
Allentamento del protezionismo grazie a trattati di commercio bilaterali con alcuni stati EU, in
modo da poter export alcuni prodotti di cui ITA è produttrice forte:
o Prodotti agricoli SUD: olio, vino, agrumi
o Semilavorati: es. seta grezza
o NB: trattati soprattutto con GER e AUS, alleati nella Triplice!
 MA Giolitti dà interpretazione prudentemente difensiva della Triplice Alleanza, pro
ristabilire buone relazioni con Francia e Inghilterra
 Il riavvicinamento a Francia e Inghilterra è anche VS espansione AUS nei Balcani
(poiché ITA ritiene di avere interessi strategici nell’area, in particolare quella
Adriatica) → Q? anche di politica interna, in quanto forza dei nazionalisti è data
anche dagli “irredentisti” (VS AUS pro annettere Trento e Trieste)
o → aumento degli investimenti di capitali tedeschi in ITA!
IMP flusso di rimesse dagli emigranti oltre-oceano! Che mandano in ITA valuta pregiata (dollari
USA)
Politica economica di Giolitti detta “democrazia produttivistica”: neutralità nel conflitto sociale,
sostegno libertà sindacali → pro alti salari lavoratori → pro incentivo crescita mercato interno
Situazione politica fine ‘800 - inizio ‘900 (sotto Crispi, tentativo autoritario, sotto Giolitti)
Maggiore tensione e conflittualità sociale:


Al Sud: condizioni economiche generali → immiserimento campagne → emigrazione di massa e
scontento generale
Al Nord: dinamiche economiche → aumento investimenti capitalistici, decollo industria e
agricoltura “capitalistica” → proletarizzazione braccianti e operai → diffusione idee socialisterivoluzionarie, anarco-sindacaliste. → conflitti di CLASSE!
I Liberali:
costituiscono la maggioranza parlamentare dall’Unità d’Italia a Giolitti (prima come DX storica, e con buona
parte dei deputati che fecero parte dei governi della SX storica, poi in correnti conservatrici o progressiste)
MA NON si costituiscono in un partito organizzato! MA sempre polarizzati attorno alle grandi “personalità”
(es. appunto Giolitti) → con suffragio universale qs sarà deficit, a fronte capacità di mobilitazione es. di
socialisti e cattolici, MA poi anche di movimenti come, dopo la guerra, quello fascista.
I Socialisti:
in ITA forte la componente anarchica (→ cfr dispensa su storia del movimento operaio, la Prima
Internazionale del 1864), erede del ribellismo rurale.
MA comunque 1892 nasce PSI: maggioranza del partito è VS linea anarchica, MA pro lotta di classe: pro
miglioramento condizioni lavoratori, inserimento nelle istituzioni + orizzonte “lontano” della
trasformazione socialista della società (capo: Filippo Turati; anche: filosofo marxista Antonio Labriola,
Andrea Costa primo deputato socialista).
Il partito ha 3 “anime”, spesso in rapporto conflittuale:



Maggioranza di Filippo Turati: entrare nelle istituzioni (cioè è sostanzialmente riformista), lottare
pro diritti lavoratori MA anche trasformare la società in senso socialista, avvenire lontano della
rivoluzione (Turati non romperà mai con gli intransigenti del partito)
Massimalisti o rivoluzionari → rovesciare subito lo stato liberale borghese, subito aumentare il
livello di scontro e sfruttare le tensioni pro attaccare lo stato e instaurare dittatura del proletariato;
th uso dello ‘sciopero generale’ come “arma” VS stato e ordine costituito, rifiutando di entrare
nelle istituzioni → (th Georges Sorel) (tra questi il giovane Mussolini)
o 1904 organizzano il primo grande sciopero generale in ITA → paese paralizzato, enorme
impressione, borghesi terrorizzati (influenza teoria di Georges Sorel, anarchico che esalta
l’azione rivoluzionaria, distruttiva, violenta)
o Sciopero fallito nelle rivendicazioni → MA rafforza la componente massimalista, ostile a
qualsiasi compromesso con le istituzioni (come invece era disegno di Giolitti)
“Destra”, ovvero coloro che puntano sostanzialmente sulle riforme, abbandonando la prospettiva
della rivoluzione e pure dello scontro troppo aspro pro strappare le migliori condizioni economiche
e vantaggi sociali pro classi lavoratrici (Bissolati, Bonomi).
o In GER, dove la SPD era il più grande partito di ispirazione socialista europeo, da tempo
erano forti le interpretazioni critiche del marxismo, cosiddette revisioniste; es. Eduard
Bernstein: il capitalismo è tutt’altro che in cattiva salute MA sempre in maggiore
espansione → quindi NON più lotta pro sua “fine” ovvero la Rivoluzione socialista, MA
necessario inserirsi nelle istituzioni per ottenere riforme e vantaggi sociali ed economici per
i lavoratori (fase espansiva dell’economia e oggettivi miglioramenti condizioni di vita
materiale degli operai, almeno in GER).
Varie fasi dialettica tra qs anime in seno al PSI:

Fino al 1904 prevalenza riformisti sotto la guida di Turati → cercherà sempre di NON rompere con
l’ala più radicale; collaborazione “esterna” (NO nel governo, MA non ostilità in parlamento) con
Giolitti
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Poi delusione mancata realizzazione riforme incisive sotto il governo Giolitti → maggioranza
massimalista
o Sciopero generale del 1904
Fallimento sciopero → ritorno maggioranza riformista
Post guerra di Libia → espulsione favorevoli al conflitto (“destra” di Bonomi) e rafforzamento dei
massimalisti (tra cui il giovane Mussolini) → critica VS Giolitti
La maggioranza di Turati è tutt’altro che solida: a seconda degli eventi, prenderà forza la corrente
massimalista VS quelle maggioritaria “riformista-rivoluzionaria”; il PSI è caratterizzato da scissioni ed
espulsioni (1912: fuori Bonomi e Bissolati, esponenti della “destra” riformista; 1921 congresso di Livorno,
scissione dei comunisti).
All’interno della stessa galassia socialista varie tendenze: es. chi riteneva i braccianti più “arretrati” degli
operai e quindi non adatti alla lotta di classe di stretta osservanza marxista, trascurando le loro istanze; chi
invece sulle loro lotte pdv economico (VS entrare nelle istituzioni) vedeva unico orizzonte di azione
concreta.
SE quando maggioranza riformista (Turati) appoggio esterno a governo Giolitti (MA questi voleva maggiore
integrazione, entrare nel governo e quindi responsabilità! → rifiutata) → 1904 maggioranza massimalista
dura opposizione VS governo
I Cattolici:
1874 Non expedit di Pio IX → vedi sopra per influenza ecc. determinò astensione vita politica importante
MA all’interno della Chiesa correnti che capiscono che NON possono restare fuori dalla influenza nella
società → Opera dei Congressi (dai ‘70) = organizzazione associazioni cattoliche attive nel sociale.
Nella chiesa, da sempre complexio oppositorum, presenti diverse correnti di pensiero: Modernisti VS Antimodernisti
1891 Rerum Novarum di Leone XIII → la Chiesa si apre alla questione sociale; NON è più osteggiato lo stato
italiano in sé (quindi implicito riconoscimento e legittimazione) e soprattutto suo intervento di carattere
sociale, MA ora la chiesa ne contestata l’ideologia liberale (individualismo anti-solidaristico, anti-clericale)
→ si gettano le basi per un futuro programma politico, ecco punti principali:


Tutela della piccola proprietà contadina (NB: sarà così fino al secondo dopoguerra!) e delle piccole
imprese (artigianali)
Attenzione sociale: pro rivendicazioni delle richieste miglioramento condizioni operai
o Sviluppo di associazioni di mutua assistenza e cooperative di consumo e di banche
cooperative e rurali di ispirazione cattolica-sociale → le cosiddette “leghe bianche”
(contrapposte a quelle “rosse” socialiste.
o → NB: leghe bianche fanno “concorrenza” VS socialisti nel rispondere e organizzare alle
istanze del mondo contadino (bracciantato agricolo del Nord) + operaio
MA i “conciliatoristi” (th riconciliazione con lo stato italiano) sono ancora piccola minoranza sotto il governo
Crispi; il pieno ingresso in politica dei cattolici in q. cattolici dovrà aspettare ancora qualche anno, con
Giolitti
NB: nel frattempo sotto Crispi i liberali sviluppano sempre più marcata ideologia laicista, pure anticlericale
I Nazionalisti:
Nucleo “ideologico” estremamente eterogeneo, elaborato da intellettuali come Gabriele D’Annunzio (poeta
e letterato) e Filippo Marinetti (artista, autore del celebre “Manifesto del futurismo”), cioè di diversissime
estrazioni ed esperienze → accumunati dalla creazione di una sorta di “mito” dell’idea di nazione come
principio più elevato di tutti gli altri (es. rispetto alla ‘classe’ dei socialisti), che vede la nazione come
soggetto portatore di un’identità forte, una sorta di “organismo” unitario, causa suprema a cui dedicare
l’esistenza. Disprezzano in generale lo stato liberale e l’istituzione parlamentare (squalificata da
trasformismo delle SX storica e poi dalla “dittatura parlamentare” di Giolitti).
Profonda fascinazione per idea “bellicistica”, esaltazione della guerra, MA che spesso è una posa
estetizzante; idea riassunta in un detto Marinetti: “guerra sola igiene del mondo”
Uniscono le forze con i Nazionalisti es. anche gli irredentisti (che vogliono Trento e Trieste italiane), seppur
molti irredentisti abbiano estrazioni ideologiche molto diverse dalle loro (echi mazziniani e garibaldini, MA
anche socialisti come Cesare Battisit).
Idee vaghe e confuse miste a ricerca del consenso presso i delusi dello stato liberale (anche attraverso
trovate eclatanti, proponendosi come innovatori VS apparato di potere):
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dei delusi dell’ordinamento esistente (lo stato liberale post-Crispi e post-tentativi “reazionari” da
parte della Corona – gov. di Rudinì e Pelloux, quindi Giolitti loro grande nemico),
di chi nella situazione “tollerata” da Giolitti si sente minacciato nella propria “identità”: es. la
piccola borghesia (impiegati, burocrati, insegnanti ecc.), che vede una minaccia alla propria
esistenza la crescente capacità di organizzazione delle masse operaie grazie ai socialisti e trova
invece nell’ideale della “nazione” quella causa “più alta” a cui votarsi.
NB: evoluzione/involuzione della causa della “patria”: da progressista (Garibaldi, Mazzini: th
democratiche e repubblicane) → a conservatrice reazionaria, nel rifiuto esplicito della dialettica
istituzionale parlamentare
Esaltazione dell’impresa coloniale, pressioni sul governo per intraprenderla (→ vedi sotto)
NB: Impliciti connotati razzistici (es. non è preso in minima considerazione il pdv dei “colonizzati”
libici); MA in Italia NON assisteremo al fenomeno dell’antisemitismo come collante ideologico
politico di massa come invece es. in Austria-Ungheria, Germania, Francia e Russia
Sempre maggior forza nella costruzione di questo “mito” è l’idea che l’Italia debba perseguire una politica
di potenza soprattutto coloniale: VS le altre potenze che si godono il loro “posto al sole”, l’Italia nazione
povera e proletaria costretta all’emigrazione ecc. da dinamiche economiche causate dalle potenze →
troverà il suo riscatto divenendo una potenza coloniale. Dopo l’interruzione a causa della disfatta di Adua,
ritroveranno slancio alla fine del primo decennio del XX sec.:
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quindi 1911 la conquista della Libia (Tripolitania e Cirenaica ex Impero Ottomano) + le isole Egee
nel mar Egeo (poi chiamate Dodecaneso, sempre ex Imp Ottom);
o NB: azione decisa da Giolitti, ok, MA pro rispondere alle crescenti pressioni e non restare
“tagliato fuori” vista la favorevole condizione dell’Impero Ottomano impegnato nelle
“Guerre Balcaniche” (VS Bulgaria, Romania, Serbia, Grecia)
o Azione accolta con entusiasmo da fette considerevoli di opinione pubblica → sempre più
importante il ruolo mezzi di informazione di massa
o NB: favorevoli all’impresa anche esponenti di altri schieramenti: socialisti (come risposta
alla questione carenza di terre), cattolici (come “nuova crociata civilizzatrice”), alta
borghesia capitalistica e finanziaria (interessi economici)
o NB: nazionalisti molto rafforzati da qs!