Walter Leopold 1917 parte 5

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W.Leopold, “Sizilianische bauten des mittelalters in Castrogiovanni, Piazza Armerina, Nicosia und Randazzo”, Berlin, 1917
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Tav. 9 - Palazzo Speciale: bifora e trifora giustapposte
Nella costruzione sono riconoscibili due fasi costruttive, che ricadono però entrambe nel gotico.
Al primo periodo appartengono la loggia aperta del pianterreno ed il piano di mezzo con le grandi
finestre archiacute. Se con questi due piani l’originaria costruzione fosse compiuta non è facile
stabilire. Comunque, l’attuale piano delle campane e così anche le aggiunte entro le grandi finestre
del piano centrale e la muratura delle arcate del pianterreno appartengono al XV secolo.
Se si ammette che le campane stavano sin dal principio nel piano superiore, si deve senz’altro
concludere per il principio del XV secolo, poiché la campana più antica porta la seguente iscrizione:
+HANC VETUS AES SACRUM COLUIT PER SAECULA QUINQUE TURRIM,
NUNC GRAVIUS MOLE RECENTOR EGO
+SUMPTIBUS HAEREDITATIS QUONDAM CANONICI D. ERASMI
LOCASCIO ANNO RIPARATIONIS HUMANAE 1420
+ANNO DOMINI MCCCII MENTEM SPONTANEAM HONOREM DEO ET
PATRIAE LIBERATIONEM ALLELUIA
+ALFA ET O TU POPULUM HUNC NICOLAE TUERE, MAG. IOANNES
PESANUS ME FECIT, PORTA PACEM MEAM, SED DANDO TE OPERARIO.
Sicché la campana sarebbe stata fusa nel 1420 e destinata per il nuovo piano il cui stile costruttivo
potrebbe corrispondere a questi dati cronologici. Inoltre nel pianterreno, sul pilastro nord-est, si
trova un’iscrizione che indica l’anno 1440. In tale epoca avrebbero potuto essere eseguite le aggiunte
al piano terreno. Forse allora, in seguito all’aumento del peso conseguente l’aggiunta del nuovo
piano superiore, si credette necessario un rafforzamento.
Le finestre del piano superiore e quelle innestate nel piano centrale mostrano forme analoghe. Gli
stipiti delle finestre nel piano superiore sono parzialmente senza strombatura. I capitelli e le cornici di
essi stipiti presentano un abaco fortemente sviluppato.
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Tav. 10 – Capriata e orditura del tetto ligneo della Cattedrale S. Nicolò
Le cornici di archivolto delle finestre non posano sempre sulla cornice di imposta, ma ricadono
talora su mensole che, inclinate a seconda dell’arco, poggiano su detta cornice. Il fogliame d’acanto
non presenta un’esecuzione così precisa come quello delle parti più antiche dell’edificio.
Le finestre del piano superiore, fatta esclusione della monofora a nord, sono bifore. I loro
archivolti presentano angli molto ottusi. La cornice d’imposta al disopra degli strombi delle finestre,
profilati con una gola ed un toro, è della più grande semplicità e corre tutto in giro alla torre.
Le finestre inserite del piano centrale sono a ponente tripartite e a nord bipartite e ad est ad unica
apertura. La più elegante è quella tripartita che si chiude con archetti trilobati al di sopra dei graziosi
piccoli capitelli delle snelle colonnine. Lo strombo è, come in tutte le finestre qui inserite, riccamente
sagomato e finisce alle imposte con una cornice ornata di acanto. Una cornice rettangolare contiene
la mostra della finestra. Le altre tre finestre sono ad arco acuto e mostrano differenze appariscenti
solo nella decorazione dell’archivolto. Nella finestra sud i singoli conci dell’archivolto sono adornati
con fregi di acanto in forme floreali.
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Tav. 11
TAVOLA A COLORI DEL TETTO LIGNEO
(disegno di W. Leopold)
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Il motivo a zig-zag domina nella finestra di levante, mentre quella a nord è solo
profilata. I rosoni al di sopra delle finestre aggiunte del piano centrale dovrebbero
appartenere ugualmente alla più recente attività costruttiva. L’iscrizione del rosone del
lato sud potrebbe darci luce al riguardo se la pietra non avesse troppo sofferto per
l’azione del tempo. Comunque sembra trattarsi di data appartenente al XV secolo
(MCCCC...., il seguito non s’è potuto decifrare; ed anche l’ultima C non è più molto
chiara). Il rosone lato ovest consta di due forme a nove lobi concentricamente disposte;
ricca è la profilatura della cornice. Il rosone del lato sud presenta al centro un piccolo
pentalobo, da cui partono delle piccole vesciche di pesce a forma falcata; il tutto
circoscritto da una fascia a zig-zag. I rosoni dei lati nord ed est sono più semplici: una
fascia profilata li circoscrive in quadrato. Le sezioni del profilo della cornice dei due
rosoni più grandi mostrano, del pari che le sezioni degli strombi delle finestre
posteriormente inserite, una ricca profilatura “a nasini”, ciò che, come il motivo a
vesciche del rosone, indica contemporaneità con le parti più recenti dell’edificio. È perciò
poco verosimile che questi elementi costruttivi siano appartenuti ad una più antica
decorazione, che avrebbe originariamente riempito le grandi finestre.
Sull’epoca in cui sorse la più antica parte della torre, l’iscrizione della campana non
fornisce alcun punto di riferimento. La notizia che una più antica campana, che poi fu
rifusa per la nuova, sia stata ospitata per cinque secoli nella torre, non può mettersi in
relazione con il complesso stilistico esistente poiché proprio nessuna parte dell’edificio
rimonta al X° secolo; a ciò contraddice lo stile. La data del 1302 si riferisce invece
soltanto ad un avvenimento politico; sicché non possediamo alcuna precisa indicazione
intorno all’epoca di fondazione delle più antiche parti dell’edificio. Ed anche se è
possibile osservare forme che ricordano opere arabo-normanne non ci si deve perciò
lasciare trarre in inganno. Poiché l’attaccamento alle vecchie forme si trova
frequentemente nell’arte siciliana.
Probabilmente la torre sorse verso il 1300, come attestano anche i motivi ornamentali
che vi si rinvengono: e soprattutto il ricco cornicione che cinge al di sotto le finestre del
primo piano, composto di piccoli archi acuti sostenuti da mensole e portanti una semplice
cornice. Negli archetti acuti è inscritto un trilobo che racchiude un semplice motivo a
fogliame. Una simile cornice di coronamento si trova in S. Francesco di Palermo. Questo
tempio sorse nel 1277, ma il portale, e l’intera facciata, che viene coronata dall’accennata
cornice, fu costruita ex novo attorno al 1300.
Le grandi finestre ad arco acuto del piano centrale dei lati est, sud ed ovest,
presentano press’a poco la stessa forma. I profili sono ben conservati; gli stipiti delle
finestre hanno delle semplici basi attiche. Tuttavia nei lati sud ed est i fasci di colonnine
che sostengono la cornice d’archivolto sono portati da mensole poste un poco al di sopra
della cornice di cintura. La forma dei capitelli è comune a tutte e quattro le finestre. Fatta
eccezione della finestra a nord, il motivo a zig-zag viene largamente adoperato negli
archivolti e lo si trova, come in molte costruzioni palermitane, usato sia in senso
orizzontale che verticale rispetto alla parete. Un posto a parte occupa la finestra a nord,
in cui l’accennata influenza arabo-normanna appare più evidente.
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Ciò si nota soprattutto nell’uso di intarsi neri, quali osserviamo anche nelle cattedrali
di Monreale e di Palermo. Gli archi trilobati e gli archi acuti intersecantesi di queste
finestre sottostanno ugualmente all’influsso dello maniera arabo-normanna della zona
costiera. L’intaglio a dentelli è largamente usato. Le grandi finestre ad arco acuto
possedettero lunette a traforo che, con l’inserzione di nuovi elementi ornamentali, furono
distrutte e la cui forma non è più possibile ricostruire. Forse si trattava soltanto di archi
appiattiti con terminazioni pensili, posti lungo gli archivolti. O forse tutto quanto l’arco
acuto era riempito dal traforo ch’era sorretto da colonnine ed esigeva una spartizione
della finestra in più parti. Nella finestra a nord se ne vedono più chiaramente i resti; e al
vertice della lunetta riappaiono di nuovo le armi aragonesi, ulteriore prova che anche la
più antica parte della costruzione non può essere sorta prima del 1300.
Il pianterreno che in origine ebbe una loggia aperta è coperto da una volta a crociera,
che non presenta, ad eccezione del cornice d’imposta che corre sui pilastri e della figura
di agnello scolpita nella chiave della volta, alcun ornamento.
I modiglioni sporgenti all’altezza del pavimento del II piano erano destinati a
sostenere delle lastre, che formavano il già accennato passaggio attorno alla torre.
La nuova cuspide al disopra del coronamento merlato è stata tralasciata nei rilievi.
L’edificio è costruito in bei conci di pietra arenaria, che col tempo hanno preso una
calda tinta giallo rossa . Ad eccezione del lato nord, la torre ha sofferto per il logorio del
materiale, il che rende necessarie frequenti riparazioni. L’edificio è stato prudentemente
rinforzato con catene di ferro all’interno e cinture all’esterno, sicché c’è da sperare che
questo bell’esempio di stile costruttivo siciliano possa resistere per molto tempo ancora
alla rovina.
Sull’interno, c’è poco da dire. Il piano di mezzo era accessibile soltanto dalla chiesa.
Nelle profonde nicchie delle grandi finestre ad arco acuto erano sistemati dei sedili per
tutta la profondità dello strombo. Il piano superiore era reso accessibile per mezzo di una
scala a chiocciola all’angolo nord-est della torre, illuminata scarsamente da due finestrine
a feritoia. Pare che detta scala a chiocciola abbia determinato lo spostamento della
finestra ad est.
I portali di S. Francesco e S. Benedetto non sono datati. La somiglianza del portale
di S. Francesco con quello del Duomo è evidente. Probabilmente quello di S. Francesco
è il più antico, a quanto testimonia l’arco rotondo e la croce romanica al di sopra del
vertice dell’archivolto.
Le decorazioni delle cornici e degli stipiti dei portali sono molto danneggiati. Quelle
degli stipiti sono state completate nel rilievo di singoli pezzi, poiché parecchi conci sono
stati rinnovati senza peraltro dar seguito alla decorazione.
S.Benedetto possiede, oltre al portale con sagoma archiacuta, un bel rosone.
Dell’originaria costruzione null’altro è rimasto all’infuori di una piccola finestra rotonda
(ad oculo). Mentre le rosette dell’archivolto del portale ed il suo profilo interno
corrispondono pienamente allo stile degli altri due portali chiesastici di Nicosia, le altre
parti sono trattate alquanto rozzamente, come può particolarmente osservarsi nel
fascione esterno dell’archivolto e nella cornice d’imposta.
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Sembra in ogni caso che qui si siano fatti sentire influssi rinascimentali. Forse il
portale è sorto molto tardi, o nella sua costruzione si sono adoperati materiali di una
precedente più antica costruzione. Ciò sembra tanto più verosimile, quando si osservi il
rosone, che nella sua nobile struttura non corrisponde ai rozzi particolari del portale e
che perciò avrebbe potuto sorgere verso il 1300, contemporaneamente alla finestra
rotonda al di sopra del portale principale del Duomo.
Al medesimo periodo delle parti nuove della torre del Duomo rimontano anche le
belle finestre del Palazzo Speciale. Si tratta di una fila di finestre, formate dalla
giustapposizione di una bifora e di una trifora. Qualcosa di simile si vede nel palazzo
Montalto di Siracusa che fu edificato nel 1397. La fascia ornamentale che appare sugli
stipiti delle finestre è una ripetizione di quella sulla finestra aggiunta, ad ovest, nel piano
di mezzo della torre di S. Nicola. I capitelli delle colonnine e la cornice che vi si
appoggia, utilizzano quale unico elemento decorativo una foglia simile all’acanto.
L’abaco mostra una singolarmente ricca e pesante conformazione. La colonnina della
bifora è l’unica esistente, ed è attorta, come quella del palazzo Montalto di Siracusa. Un
motivo caratteristico è quello delle foglie a ventaglio degli archivolti.
Le costruzioni di Nicosia sono realizzate in pietra arenaria. Soltanto alcune colonne,
come quelle della loggia del Duomo, sono eseguite in marmo.
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APPENDICE
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GLOSSARIO
Abaco. Parte superiore del capitello, a forma di tavo-letta, su cui poggia l’architrave o l’arco.
Abside. Nicchia a pianta semicircolare o poligonale, coperta da una calotta, la cui parte interna è
chiamata conca o catino. Già usata dai romani, nelle chiese cristiane conclude la navata centrale e,
talvolta, le minori, assumendo anche forma complessa, trilobata o trifogliata.
Archivolto. Fascia o modanatura semplice o decorata lungo la fronte dell’arco. Spesso iden-ificata
con la ghièra (v.).
Arco. Struttura costruttiva a linea curva poggiante su due piedritti (pilastri, colonne, sezioni
murarie), sui quali scarica il peso della muratura soprastante. A seconda della forma della curva
(sesto) può essere: a tutto sesto (avente la forma di una semicirconferenza regolare); a sesto
ribassato (se si apre su una corda minore del diametro); ellittico (se ha forma di metà ellisse);
inflesso (o a carena, o a fiamma, o gotico) se deriva dall’incrocio di due cerchi secanti al centro e si
rovescia nella parte termi-nale secondo due archi con-cavi che si intersecano; rampante se i piedritti
hanno livello diverso; a ferro di cavallo (o moresco) se il centro è al di sopra dell’imposta; trilobato
se diviso in tre lobi; a ogiva (o acuto) se è a doppio centro; Tùdor (o gotico inglese) se è acuto e
ribassato.
Astragalo. Modanatura convessa a profilo semi-circolare, posta sotto l’echìno nel capitello ionico,
corinzio, composito. Può essere liscia, simile al toro (v.), intagliata a fusi, baccelli, a olive. In questo
caso si chiama anche fusaiòla o fusaròla..
Capitello. Elemento cos-truttivo decorato posto tra la colonna e la trabeazione o l'arco. I1 c.
classico e di quattro tipi, secondo gli ordini stilistici. I1 c. dòrico è formato da tre armille, da un
echìno (v.), da un àbaco (v.); quello iònico consta di un astràgalo (v.), di un echìno ornato di òvuli,
di una fàscia terminante in due volute, di un àbaco; il c. corinzio è formato da un collarino, da una
zona a forma di cestello (càlato), decorata a foglie dl acanto stilizzate, in due file, da un àbaco. A
questi tre tipi del sistema costruttivo greco si aggiungono, nel romano, i1 c. compòsito, che unisce
elementi dello ionico (fascia a volute) al corinzio; e il c. tuscànico simile al dorico, su colonna non
scanalata. Assai diversi dai tipi classici sono i c. delle antiche civiltà orientali e, nell'arte europea, i c.
bizantini, romanici e gotici, che recano generalmente decorazioni figurate, spesso con elementi
animali e vegetali stilizzati.
Capriata. Struttura triangolare in legno, formata da tre travi disposte a triangolo isoscele; quella
orizzontale, chiamata catena, poggia sulle pareti laterali della costruzione; le die oblique, puntòni,
riunite al centro, sostengono il tetto, poggiando sulle teste della catena. La sezione della trave
collocata in verticale al centro della catena, sulla quale appoggiano i puntoni, si chiama monaco.
Chiave di volta. Concio di pietra posto al centro della volta a crociera, nel punto di intersezione dei
costoloni.
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Concio di chiave. Concio di pietra a forma di cuneo posto al centro dell’arco per chiudere il sistema
delle forze che agiscono sui conci.
Cornicione. Cornice aggettante, a più moda-nature, disposta orizzon-talmente a coronamento della
facciata di un edificio.
Cuspide. 1) Elemento costruttivo a sezione trian-golare posto al vertice delle pareti di una facciata,
a coronamento di una porta o di una tavola dipinta. 2) Copertura a forma di cono.
Echìno. Elemento deco-rativo a forma di anello schiacciato, posto tra la colonna e l’abaco (v.) nel
capitello dorico e ionico.
Foglie di acanto. Elemento decorativo del capitello corinzio ispirato alle grandi foglie della pianta di
acanto.
Formella. Riquadro geome-trico di diversa forma e dimensione (quadrata, loba-ta, multilinea), in
legno, marmo, bronzo, stucco, etc. destinata a decorare portali, pareti, soffitti, architravi, etc. Detta
anche pannello o compasso.
Frontone. 1) Elemento costruttivo triangolare di coronamento ai due lati del tempio greco. Limitato
da una cornice sporgente, racchiude, al centro, il timpano (v.). 2) Zona terminale di una facciata
coperta da un tetto a doppio spiovente.
Fusaròla o fusaiòla. Vedi astragalo.
Ghièra. Sagoma indicante lo spessore di un arco con estradosso a rilievo. Spesso si identifica con
l’arco stesso o con l’archivolto (v.)
Gola. Modanatura costituita da due archi di cerchio inversi (in sezione); si dice diritta o lesbia se
presenta una concavità superiore e una convessità inferiore, rovescia o dorica nel caso opposto.
Lunetta. 1) sezione di pa-rete a profilo semicircolare o ad arco acuto, posta spesso sopra una porta
e ornata di rilievi. 2) parte terminale, arcuata, di una pala d’altare. 3) dipinto o rilievo a forma
semicircolare.
Navata. Nella basilica cristiana è lo spazio rac-chiuso tra la pareti laterali, o il colonnato, dove si
raduna l’assemblea dei fedeli (ecclesia) per partecipare alla liturgia. Nella sim-bologia liturgica
rappresenta la nave (simbolo della Chiesa) che conduce alla salvezza (Cristo).
Portale. Ingresso monu-mentale di edifici civili e di cattedrali.
Punte di diamante. Deco-razione, in genere dello archivolto, costituita da una serie (a una o più
file) di elementi a rilievo a forma di doppio cuneo.
Rosone. Apertura circolare, a raggi, sulla facciata di una chiesa, sopra il portale.
Stipite. Piedritto di una porta o di una finestra collegato con la parte muraria, a sostegno della
architrave o dell’arco.
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Strombo. Svasatura a piani inclinati nello spessore del muro ai lati di porte e finestre con lo scopo di
dosare la luce: può essere esterna (sguancio).
Timpano. Spazio di parete compreso entro il frontone di un tempio; generalmente decorato a
rilievo. Parte terminale di una parete esterna, o interna, a forma triangolare, a sostegno dell’orditura
del tetto.
Toro. Modanatura ad anello convesso, arco di cerchio, alla base di una colonna. Nello stile ionico,
com-binato con la gola(v.)
Transetto. Spazio trasver-sale che interseca le navate di una chiesa conferendo alla pianta forma di
croce latina. Ha la stessa altezza della navata centrale e divide quest’ultima dal presbiterio.
Volta. Struttura portàta (o a portànte) costituita da una copertura impostata sul-l’arco. Le parti
della volta sono la linea di imposta (la linea di appoggio della v.); la chiave di volta (v.), (solo nello
stile romanico e gotico); la fronte (sezione frontale solo nella volta a botte); l’intradosso, l’estradosso. In quanto alla struttura la volta può essere semplice (a botte, anulare, a vela, unghiata) o
composta (come la volta a crociera, a spicchi, ecc.).
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INDICE
Premessa
Biografia di Walter Leopold
Nicosia in “Sizilianische bauten des mittelalters in Castrogiovanni, Piazza Armerina,
Nicosia und Randazzo”
La Chiesa Cattedrale di S. Nicolò
Tav. 1- Prospetto principale della Chiesa, Sezione e Piante della Torre, Particolari.
Tav. 2 - Prospetti della Torre e particolari decorativi
Tav. 3 - Particolari decorativi della Torre
Tav. 4 - Particolari decorativi della Torre
Tav. 5 - Cattedrale S. Nicola: Particolari del Portale Maggiore e della “Porta del
Monte”
Tav. 6 - Prospetto portico Nord, particolari dei capitelli e delle decorazioni
Tav. 7 - Portale della Chiesa di S. Francesco d’Assisi
Tav. 8 - Particolare del portale e del rosone della Chiesa di S. Bendedetto
Tav. 9 - Palazzo Speciale: bifora e trifora giustapposte
Tav. 10 – Capriata e orditura del tetto ligneo della Cattedrale S. Nicolò
Tav. 11 - TAVOLA A COLORI DEL TETTO LIGNEO (disegno di W. Leopold)
I portali di S. Francesco e S. Benedetto
Le finestre del Palazzo Speciale
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