L’autunno meteorologico 2010
L’autunno è stato caratterizzato da intenso maltempo legato a precipitazioni sopra l’atteso per la
stagione e temperature lievemente inferiori alla climatologia. La rianalisi dell’intero periodo ha
evidenziato un tempo perturbato e instabile, caratterizzato da un elevata frequenza di sistemi
perturbati in passaggio sul continente europeo (circa una trentina nell’arco di un mese e mezzo tra
metà ottobre e fine novembre) e la presenza di una minimo di pressione sul Mediterraneo
occidentale (vedere rianalisi in figura 1 e 19).
Il mese di ottobre è stato caratterizzato da intensi eventi precipitativi, responsabili di una decisa
anomalia positiva su gran parte della regione (oltre +200 mm sul genovese) e temperature inferiori
all’atteso (almeno –2°C a Genova e la Spezia). Dal punto di vista sinottico, tale configurazione
sembra legata alla posizione anomala del robusto anticiclone che per oltre venti giorni si è
stabilizzato sul Nord-Est Europa e la Russia: si aveva così una configurazione di blocco che ha
impedito l’entrata del flusso zonale sull’Europa occidentale a vantaggio di una profonda
depressione (956 hPa alle 00 del 8 ottobre 2010) posta a occidente di Biscaglia (a una latitudine di
40 - 50 ° Nord). Così i sistemi frontali collegati, hanno trovato una via aperta per il Mediterraneo
occidentale, producendo fasi di significativo maltempo sulla Penisola e sulla Liguria. La rianalisi
della pressione media al suolo effettuata sull’intero mese ci mostra chiaramente la presenza di una
circolazione depressionaria sul Mediterraneo occidentale (fig.1) responsabile di un lungo periodo
d’instabilità, caratterizzato dalla presenza di un elevato numero di fronti atlantici nel Mediterraneo.
Figura 1. La rianalisi del campo medio di pressione al suolo per l’intero mese di ottobre evidenzia un campo medio di
pressione alta (1020 hPa sulla Russia e l’Europa orientale), che si contrappone a una bassa pressione sul Mediterraneo
occidentale (1012 hPa) e una circolazione depressionaria più profonda sul vicino Atlantico.
In particolare la prima decade del mese viene ricordata per un significativo evento meteorologico
che il 4 ottobre 2010 ha interessato la regione, con piogge caratterizzate da quantitativi
particolarmente elevati sulle brevi durate ed intensità straordinarie sulle brevissime durate.
L’approssimarsi di un profondo minimo sul Golfo di Biscaglia (990 hPa) collegato a un esteso
sistema frontale proveniente dal vicino Atlantico, è stato ostacolato nel suo avanzamento verso
levante da un vigoroso blocco anticiclonico europeo. Tale circolazione si è spostata verso latitudini
più basse sul Golfo del Leone nella mattinata del 4 ottobre (Figura 2), determinando un richiamo di
correnti umide ed instabili dal Nord Africa verso la Francia meridionale: nel corso di questa
giornata si sono verificate sia un’intensa avvezione sul golfo del Leone, sia una parallela
convergenza ai bassi livelli dei flussi meridionali (tra Sud-Est e Sud-Ovest) sul settore LigureProvenza (figura 3), in grado di determinare un’intensa convergenza.
L’eccezionale evento si è manifestato con forti temporali organizzati, generatisi dapprima sul
Savonese (Varazze) nella prima parte della mattinata, e successivamente sul Ponente Genovese. Per
contro, il Levante è stato interessato da fenomeni meno significativi. Le intense precipitazioni sono
dunque riconducibili alla formazione di temporali autorigeneranti nel settore caldo del sistema
frontale, dovuti a due principali meccanismi dinamici:
− la forte avvezione di aria caldo-umida proveniente dal nord Africa (resa particolarmente
instabile dalla presenza di una forte anomalia fredda alla tropopausa);
− l’interazione di tale flusso umido negli strati medio-bassi dell’atmosfera con i rilievi delle
zone centrali liguri;
− un’elevata quantità di acqua precipitabile sul settore ligure.
Dopo una temporanea pausa nelle ore centrali, il passaggio del fronte freddo ha determinato lo
sviluppo di nuovi fenomeni temporaleschi di minor durata ed intensità che si sono riproposti a
partire da Ponente.
Figura 2 L’analisi dei fronti e del campo di pressione al Figura 3 Le osservazioni al suolo ed analisi del campo di
suolo sovrapposte all’immagine da satellite riferita alle 12
UTC del 4 Ottobre (elaborazione MetOffice modificata
Lombroso), evidenzia la presenza di un esteso sistema
frontale sul Mediterraneo centrale con la parte calda in
transito sulla Liguria durante i fenomeni alluvionali
pressione al suolo ed in quota riferiti alle 4 UTC del 4
Ottobre 2010 (elaborazione Meteocentre) mostrano la
presenza di un robusto gradiente SE-NW tra Corsica e
Liguria e la presenza di un significativo promontorio
anticiclonico sulla Pianura Padana.
Le precipitazioni più copiose si sono avute nelle prime ore del 4 ottobre sul Ponente e
successivamente, tra la mattinata ed il primo pomeriggio dello stesso giorno, sull’area genovese.
Durante l’evento le cumulate su 6 ore hanno raggiunto localmente i 400 mm (Monte Gazzo),
facendo registrare intensità straordinarie (Pero: 20mm in 5 minuti, Monte Gazzo: 140mm/ora) a
causa di una potente avvezione e dei contenuti di acqua precipitabile rilasciati in occasione della
formazione di intensi sistemi autorigeneranti (MCS) particolarmente persistenti e violenti. Questi
ultimi si sono creati in seguito a una configurazione favorevole ad una forte convergenza tra Sud e
Sud-Est, che ha insistito sul centro della regione, in particolare al confine tra le province di Genova
e Savona, causando esondazioni e danni consistenti sulle province di Genova (fig.4) e Savona. In
particolare i torrenti usciti dagli argini nell’area genovese sono stati quattro: Teiro, Arrestra,
Chiaravagna, e Molinassi.
Figura 4. Il dopo alluvione del 4 ottobre sul Ponente Genovese
Dopo questo periodo d’intenso maltempo, tra il 9 e il 13 del mese si è avuta una nuova fase
moderatamente perturbata, associata a precipitazioni sparse e venti intensi a tratti, a causa del
passaggio di una vasta circolazione mediterranea legata a un sistema frontale in occlusione sul
Centro-Nord. Abbiamo assistito a tempo assai instabile sul Mediterraneo centrale e la nostra
Penisola con nuvolosità diffusa e un gradiente barico significativo in particolare sui Settori Ligure,
Corsica Provenza e Leone; in queste zone i venti hanno raggiunto intensità notevoli dal I quadrante,
fino a 40-50 kt di vento medio. Tale gradiente è stato determinato dall'interazione tra un
promontorio anticiclonico in Pianura Padana (appendice di una vasta struttura europea con massimo
sulla Gran Bretagna) e una circolazione africana legata ad un corrente a getto ascendente di origine
extratropicale.
Da segnalare attorno al 13 del mese una circolazione a cuore caldo (fig.5) che è abbastanza rara nel
Mediterraneo: quest’ultima, dopo essersi originata sul mare di Alboran, tendeva ad approfondirsi a
Sud delle Baleari (attorno a 990 hPa), per poi muoversi velocemente attorno a metà settimana in
direzione della Sardegna e della Sicilia.
La metà del mese si apre con una nuova fase caratterizzata da intense precipitazioni sul Tirreno e la
Liguria.
Figura 5 a-b: La struttura a cuore caldo è evidenziata, sia dalla simulazione del modello Bolam (a) per il campo di
temperatura e geopotenziale a 700 hPa previsto per 12 Ottobre alle 15 UTC, sia dalla contemporanea analisi del satellite
MSG nel visibile ad alta risoluzione(b). Sulla mappa del modello viene tracciata anche la traiettoria del minimo (linea rossa
tratteggiata) osservata nelle 48 h successive (fonte ISAC CNR e MSG).
Tali circolazioni calde, non sono molto frequenti in Mediterraneo, poiché più vicine come struttura
ai cicloni tropicali, e hanno caratteristiche opposte alle depressioni delle medie latitudini: si
formano, infatti, quando una spinta di aria più calda di origine extratropicale s’insinua nella
depressione o nella saccatura in quota. L 'aria calda in questa struttura tende a collocarsi ai bassi
livelli (vedere fig 5a) ed è inoltre caratterizzata da una nuvolosità spiraliforme (fig. 5b)
caratterizzata da un'intensa rotazione ciclonica dei venti attorno al minimo (di dimensioni più
ridotte). Questi ultimi risultano più forti al suolo che in quota (contrariamente alle circolazioni delle
medie latitudini in cui abbiamo il meccanismo opposto). In un secondo tempo, verso il 16 ottobre,
l’anticiclone tendeva a spostarsi più a Ovest, verso la Gran Bretagna e Islanda, favorendo così una
discesa di aria fredda da Nord, che si è diretta verso le Alpi e il bacino del Mediterraneo (fig. 6 a);
proprio lo scontro tra aria di origine polare (proveniente dal mar del Nord) e aria più calda
preesistente in Mediterraneo, ha causato fenomeni intensi caratterizzati da una prevalenza di
temporali associati alla presenza di un minimo secondario sul settore Elba (1003 hPa il 16 ottobre
alle 00 UTC).
Figura 6 a-b: L’analisi della pressione al suolo e del geopotenziale a 500 hPa osservata (rispettivamente alle 00 del 17 e 25
ottobre) evidenziano due distinti episodi di maltempo sul Centro-Nord Italia
Si segnalano nuove intense precipitazioni temporalesche attorno al 24-25 del mese, legate a una
perturbazione proveniente da Nord, che ha favorito l’approfondimento di una nuova circolazione
secondaria (1000 hPa) tra La Corsica e Provenza, attorno al 26 ottobre (fig. 6 b). Durante questo
evento la Liguria ha visto precipitazioni intense nella sua parte centrale, con cumulate di oltre 100
mm/24 h sui rilievi del centro regione.
Tra il 31 ottobre e i primi giorni di novembre assistiamo a una nuova fase estremamente perturbata,
caratterizzata da piogge intense e persistenti, che hanno interessato in maniera uniforme tutto il
territorio regionale. In questo contesto le precipitazioni hanno mostrato valori ampiamente superiori
alla climatologia ad eccezione del genovese (con anomalie di +90 mm a Imperia e +126 mm a
Brugnato). Inoltre il mese è stato caratterizzato da un lieve anomalia negativa per le temperature
massime (tra 0 e –1 ° C), mentre le minime sono risultate neutre o leggermente positive ad
eccezione di Imperia.
I fenomeni d’inizio novembre sono stati determinati dal transito di una sequenza di sistemi frontali
associati ad una vasta saccatura atlantica responsabile di un’estesa quanto persistente avvezione di
aria caldo-umida da latitudini meridionali. L’evento meteorologico in esame è iniziato il 30 ottobre
e si è protratto per circa 48-72 ore (fig.7). Tale struttura si è isolata sul Tirreno attorno al 2
novembre, attraverso la formazione di un cut-off che ha mantenuto condizioni di significativo
maltempo soprattutto tra Liguria e Toscana (dove si sono avute alcune vittime).
Figura 7 Analisi dei Fronti del Metoffice riferita alle 00 Figura 8 Analisi dei Fronti del Metoffice riferita alle 00
UTC del 31 Ottobre 2010
UTC del 1 Novembre 2010
In particolare le piogge registrate tra le 00 del 30 ottobre e le 00 del 2 novembre 2010 (fig.10)
hanno colpito in modo significativo tutta la regione, iniziando da Ponente, per spostarsi
progressivamente verso Levante e le cumulate medie areali sull’intera durata dell’evento (circa 72
ore) hanno raggiunto i 200 mm su tutte le zone di Allerta, toccando i 180 mm in 24 ore (fig. 9).
Localmente si sono registrati massimi di oltre 300 mm su tutta la durata dell’evento con intensità
orarie al più forti; si sono osservati temporali isolati di intensità tra i 30 e i 50 mm/h.
Figura 9 La ricostruzione del campo di pressione al suolo elaborata attraverso le rianalisi del NOAA evidenzia una
significativa configurazione sciroccale che presenta affinità con il caso del 4 ottobre 2010
Si evidenzia come l’evento, trovando un terreno già saturo o almeno parzialmente saturo, abbia
mantenuto i livelli idrometrici su valori preoccupanti per un periodo relativamente lungo,
soprattutto sul bacino del Magra. Solo nel pomeriggio del 1 novembre la situazione è
progressivamente tornata alla normalità.
Figura 10 Le piogge cumulate in 12 ore (dalle 12 UTC del 31/10 alle 00 del 1/11/2010)
evidenzia valori significativi in particolare sul Levante della regione
Le intensità di pioggia nel pomeriggio del 1 Novembre, pur essendo modeste (<10mm/h), sono
state tali da ostacolare l’esaurimento della piena in tempi brevi: il bacino del Magra, pur rimanendo
sempre contenuto in alveo ma prossimo a livelli critici, ha destato molte preoccupazioni,
Nella prima decade del mese di novembre l’Europa è stata attraversata da un in vivace flusso
occidentale che ha interessato il continente europeo e dall’ingresso sul continente di veloci
perturbazioni atlantiche assai dinamiche, legate a venti significativi che hanno interessato le coste
settentrionali del Mediterraneo.
Da segnalare come il giorno 9 del mese (fig.11) il poderoso sistema frontale proveniente dalla
Francia fosse associato a un energetica mareggiata legata a un flusso di Libeccio (di circa 30 kt) ben
esteso su gran parte del bacino occidentale del Mediterraneo (con un’area di fetch di 300-400
miglia): tale configurazione comportava in prossimità della costa ligure altezze d’onda attorno 3 - 4
m (rispettivamente a Ventimiglia e La Spezia) e un periodo che superava 9 sec.
Figura 11 Analisi Metoffice per le 12 UTC di martedì 9 novembre alle h.00
Lo scenario sinottico sull’area Mediterranea è andato decisamente peggiorando attorno al 14-15 del
mese, a causa dell’approssimarsi di una profonda saccatura che dalle Isole Britanniche tendeva a
scendere fino al Marocco, convogliando aria umida di origine africana sul nostro bacino: tale
struttura ha favorito nelle stesse giornate condizioni di spiccata instabilità e piogge diffuse in
particolare su Francia e Spagna. Più a Est, invece, un promontorio di alta pressione ben saldo
sull'Asia centrale, garantiva condizioni di tempo stabile sull’Europa orientale: in particolare tra il 15
ed 16 novembre la presenza di un cut-off in quota bloccato dall'alta pressione asiatica, causava
condizioni di significativo maltempo su gran parte della penisola italiana (fig.11).
Figura 12 Analisi dei Fronti del Metoffice riferita alle 00 UTC del 16 Novembre 2010 (elaborazione Met Office) e il
geopotenziale a 500 hPa evidenziano la presenza di una circolazione secondaria sui bacini occidentali tirrenici
Figura 14 Immagine MSG nel canale infrarosso 10.8
Figura 13 Mappa delle fulminazioni registrate tra le 16 riferita alle 04 UTC del 16 Novembre
UTC del 15 e le 16 UTC del 16 Novembre
L’evento meteorologico del 15-16 Novembre 2010 ha comportato forti temporali e intense
fulminazioni (fig.12-13) che hanno attraversato il Nord Italia e la Liguria, colpita da una pesante
situazione di dissesto idrogeologico, venutasi a creare sullo spezzino in seguito alle abbondanti
precipitazioni delle settimane precedenti. Anche se le intensità di pioggia registrate sono state al più
moderate, le cumulate sono risultate localmente elevate nell’intervallo delle 24 ore. L’evento ha
determinato innalzamenti modesti dei corsi d’acqua principali della regione, senza destare
particolari criticità sul territorio.
Nell’ultima decade si è assistito a un deciso calo delle temperature. Attorno al 24-25 novembre
(vedere fig. 15 a) una vasta massa di aria fredda di origine polare ha interessato il continente
europeo e buona parte del bacino del Mediterraneo, favorendo un parziale abbassamento delle
temperature, mentre la contemporanea presenza di un minimo depressionario sul Mar Ligure
tendeva a determinare precipitazioni nevose non solo sulle Alpi, ma anche in numerose località
appenniniche e della Pianura Padana.
Figura 15 a – b: analisi Wetterzentrale della temperatura a 850 hPa, osservata rispettivamente alle 00 del 24 e 27
ottobre, evidenzia la significativa avvezione fredda che interessa via, via il centro Europa e l’area del Mediterraneo
settentrionale (il 27 novembre l’isoterma di –5 °C passa per il settore Ligure-Toscano, come evidenziato dai cerchi in blu)
Il rapido allontanamento verso l’Europa dell’Est di tale struttura, tra la serata del 26 Novembre e
l’inizio del giorno 27, ha favorito l’ingresso di correnti fredde settentrionali, con un conseguente
deciso calo termico percepibile già dalla serata del 27 (fig. 15b). Ma l’arrivo dell’aria più fredda
continentale è risultata particolarmente significativa solo nella mattinata del 28 novembre, proprio
quando le temperature minime osservate sulla costa ligure sono state di pochi gradi sopra lo zero,
mentre tutto l’entroterra ha registrato temperature ben al di sotto dello zero; l’andamento termico
viene evidenziato in fig.15, tramite la discesa dell’isoterma di –5 °C, dalla Germania centrale al
Tirreno settentrionale (in un periodo temporale di sole 72 h).
Figura 17 Mappa di temperatura al suolo riferita alle
06UTC del 28 novembre 2010 ottenuta per interpolazione
dei dati della rete di misura OMIRL: in evidenza le
Figura 16 Immagine del satellite MSG, ottenuta temperature molto rigide osservate sul settore centromediante elaborazione RGB Airmass, riferita alle occidentale della regione, in contrasto con le temperature
06UTC del 28 novembre 2010 (elaborazione Satrep relativamente miti dello spezzino
Online)
Figura 18 a –b Andamento della temperatura al suolo osservata presso la stazione di misura della rete OMIRL
“Genova-Centro Funzionale” e Savona-istituto Nautico
Il tempo è peggiorato nuovamente alla fine del mese per l’approssimarsi di una vasta area
depressionaria tra le Baleari e la Sardegna che ha interessato il centro Nord e la Liguria causando
precipitazioni nevose anche a quote basse. L’immagine da satellite riferita alle 06 UTC del 28
novembre evidenzia chiaramente la depressione che ha interessato il Mediterraneo occidentale e il
Nord-Ovest (fig. 16): durante l’evento gran parte delle regioni settentrionali sono state interessate
da diffuse precipitazioni nevose di modesta intensità, mentre in Liguria la neve è caduta in
prevalenza sui versanti padani a tutte le quote, con accumuli variabili tra i 10 e i 30 cm. Sui rilievi
appenninici del versante tirrenico la precipitazione nevosa è arrivata fino a quote piuttosto basse
nella zona compresa tra Savona e Genova (sui 100-200 metri, con accumuli dell’ordine dei 2-5 cm),
a causa del moderato contributo di aria fredda e continentale padana (fig. 17) che s’insinuava sotto
la sovrastante avvezione umida più in quota. L’ingresso di aria fredda ai bassi livelli, che ha
comportato un abbassamento delle temperature in costa, attorno a qualche grado sopra lo zero (fig.
18), è stato accompagnato da forti venti settentrionali caratterizzati da raffiche intorno ai 55-60
km/h (con intensità massime di circa 120 km/h a Capo Vado)
Il mese di Dicembre si è aperto con un generale diminuzione delle temperature, ed è stato
caratterizzato nel suo complesso da una decisa quanto generale anomalia negativa (-3.2 a Imperia
per i valori medi massimi). In questo contesto le piogge sono state caratterizzate ancora da valori
decisamente superiori all’atteso, soprattutto a Ponente. Una vasta area depressionaria atlantica ha
dominato ancora lo scenario europeo (in linea con gli scorsi mesi autunnali e fine estivi), come
chiaramente evidenziato dalla rianalisi di Novembre e Dicembre per il campo di pressione al suolo;
tale analisi (fig.19) rende bene l’idea della persistenza di una vasta struttura depressionaria tra
novembre e dicembre, mentre il Mediterraneo centrale e la Penisola sono state interessate
direttamente da una circolazione secondaria meno estesa, ma non per questo meno intensa, che era
centrata sui versanti tirrenici.
Figura 19 - Rianalisi di Novembre dicembre NOAA evidenzia come l’Europa e il Mediterraneo siano interessate da
una serie di circolazioni depressionarie responsabili dei ripetuti fenomeni di maltempo, mentre l’’anticiclone resta
ritirato nel vicino atlantico ed esteso verso latitudini più settentrionali.
L’inizio mese ha visto la presenza di una debole saccatura in transito dalle Baleari verso il CentroNord Italia, che è stata raggiunta e rinvigorita dalla discesa di aria più fredda di origine polare,
associata ad un sistema occluso proveniente dalla Germania. Tale configurazione ha comportato
sulla Liguria nevicate diffuse di moderata intensità, che hanno interessato principalmente le zone
interne del settore centrale della regione (in particolare l’interno delle province di Savona e Genova)
a quote superiori ai 400-500 metri. La formazione di un minimo al suolo (attorno ai 999 hPa)
centrato a Sud-Est delle Baleari nelle prime ore del 30 novembre (figura 20) e l’annesso sistema
frontale (esteso dalle coste africane lungo tutto il bacino Mediterranee) tendevano a favorire il
richiamo di correnti umide dalle Baleari verso il medio e alto Tirreno, con episodi precipitativi
sparsi, sia lungo la costa che sui rilievi della Liguria. L’evoluzione verso Est tuttavia risultava
piuttosto dinamica per l’assenza di un vero blocco anticiclonico sui Balcani: così a fine evento la
neve ha interessato prevalentemente le aree dei versanti padani a tutte le quote, con accumuli
variabili tra i 10 e i 30 cm. Sui rilievi appenninici del versante tirrenico la neve è arrivata fino a
quote relativamente basse nella zona compresa tra Savona e Genova (sui 100-200 metri, con
accumuli dell’ordine dei 2-5 cm). Sul resto della Liguria (imperiese e spezzino), invece la
precipitazione è stata a prevalente carattere di pioggia mentre le neve ha interessato solo i rilievi al
di sopra dei 600-800 metri.
Figura 20
L’analisi della temperatura a 850 hPa del
Wettercentrale, mostra il modesto ingresso freddo osservato
sull’Europa continentale e il Nord-Italia attorno al 30
Novembre 2010
Figura 21 analisi Metoffice dei fronti e pressione del 29
novembre (alle ore 00 Utc) ci mostra l’avvezione calda
proveniente dal Tirreno e responsabile delle nevicate
sull’entroterra ligure
Da segnalare come l’evento sia stato preceduto da un repentino generale abbassamento della
temperatura già nella giornata precedente, con minime ben al di sotto degli 0°C su tutte le zone
interne e di pochi gradi sulla tratta costiera compresa tra Savona e Genova.
Fino alla fine della prima decade la Liguria è stata interessata da nuovi eventi precipitativi che
hanno insistito in particolare sullo spezzino determinando un primo modesto innalzamento dei
livelli idrometrici del Levante. Le precipitazioni, pur mantenendosi di intensità tra debole e
moderata, si sono via via intensificate assumendo carattere diffuso e persistente a Levante, in
particolare sullo spezzino e sul bacino del Magra, dove si sono registrati quantitativi localmente
significativi. Anche in tal caso, i livelli idrometrici registrati hanno mostrato modesti innalzamenti
che non hanno condotto a particolari esondazioni, né hanno prodotto particolari danni.
Infine a Levante si sono registrate frane e smottamenti, uno dei quali ha causato una vittima.
Durante la seconda decade del mese (e in particolare tra il 17 e il 22 Dicembre 2010), la Liguria è
stata interessata da una nuova serie di eventi tipicamente invernali caratterizzati da nevicate e gelate
diffuse, non solo nell’interno, ma anche sulla costa. Lo scenario vedeva per il 15 dicembre la
presenza di un ciclone a Nord delle isole Svalbard che dopo avere invertito il suo normale moto
verso Est ha iniziato a dirigersi verso Sud, Sud-Ovest, arrivando, nel corso della settimana
successiva fino alla Penisola Iberica, dove ha apportato abbondanti nevicate sul Nord della Francia
e sulla Germania e disagi diffusi.
In Liguria la sequenza di eventi ha avuto inizio il 17 dicembre, quando un minimo depressionario
centrato in prossimità delle coste norvegesi ha dato origine alla formazione di un minimo
secondario sul golfo Ligure, successivamente spostatosi sull’alto Adriatico. L'evento ha determinato
nevicate sull’estremo Levante e in particolare sullo spezzino, anche se ad essere maggiormente
colpita è stata la Toscana (in quest’occasione si è verificato il blocco dell’Autostrada del Sole). Il
rasserenamento successivo al passaggio della perturbazione ha portato a diffuse gelate, soprattutto
nelle zone precedentemente interessate dalle precipitazioni.
Il 19 dicembre il minimo principale, centrato sulla Bretagna, ha dato origine ad una seconda debole
circolazione depressionaria, in movimento dalle Baleari verso il Tirreno: tale configurazione ha
determinato un’avvezione umida sulla Liguria in sovrascorrimento su un cuscinetto d’aria fredda
proveniente dalla Pianura Padana, già preesistente già nei giorni precedenti (aria artica associata da
temperature piuttosto rigide).
Si è venuta a creare così la tipica configurazione da neve sui versanti costieri della Liguria (vedere
nota* a fine paragrafo ‘inverno 2010’) legata al sovrascorrimento di aria calda umida
mediterranea. Questo nuovo peggioramento ha visto precipitazioni generalmente deboli, con neve
che ha interessato anche il centro città di Genova.
In questa lunga fase le località costiere, nelle quali si sono registrati maggiori disagi, sono state La
Spezia (17 Dicembre) e Genova (19 Dicembre). Importante focalizzare l’attenzione sui giorni
precedenti l’evento in cui la precedente coesistenza di un campo di alta pressione sull’Europa
occidentale e di un’area depressionaria sull’Europa orientale comportava il mantenimento di uno
strato di aria fredda siberiana che ha investito l’Italia (Figura 21).
Figura 21. Analisi Wetterzentrale del 16 e 18 settembre evidenzia a discesa di aria più fredda siberiana a 850 hPa tra il 16 e
18 di Novembre
Successivamente, nella terza decade del mese, si è formato un vasto sistema depressionario che ha
portato piogge abbondanti sulla nostra regione, fino alla vigilia di Natale: osserviamo, infatti, un
nuovo intenso peggioramento tra il 22 e 23 dicembre 2010, che vedeva la Liguria interessata dal
transito di una saccatura legata a un’intensa avvezione di correnti meridionali umide ed instabili,
con piogge diffuse e persistenti su gran parte del territorio: tale evoluzione era legata ad un vasto
ciclone atlantico che dalla Penisola Iberica si spostava lentamente verso Est, perché rallentato
dall'azione di blocco esercitata dall’anticiclone presente sulla Russia.
Dopo una prima fase (22-23 dicembre) caratterizzata dall’esposizione della Liguria a un regime
umido da Sud, Sud -Ovest, le precipitazioni si sono concentrate soprattutto sul Centro e sul Levante,
dove la convergenza del flusso è risultata maggiore. Durante tale fase, inoltre, il cuscino di aria
fredda preesistente sulla Pianura Padana ha perso vigore e le deboli nevicate hanno interessato quasi
esclusivamente la Val Bormida, trasformandosi progressivamente in precipitazioni liquide.
Dopo un temporaneo miglioramento, la regione è stat nuovamente interessata da un nuovo minimo
barico secondario originatosi ad Est della Sardegna che è giunto sul Mar Ligure tra il 24 e 25
Dicembre (fig.22); la circolazione è risultata associata a un flusso umido caratterizzate da correnti
sciroccali associate a precipitazioni che hanno interessato soprattutto il settore centro-orientale della
regione, dapprima più insistenti sul versante Padano di Ponente e in successiva propagazione verso
il Levante. Il bacino del Magra è stata la zona più colpita da piogge localmente moderate, solo
occasionalmente forti (Piampaludo); tale località presenta quantitativi tra significativi ed elevati; di
conseguenza i livelli idrometrici registrati hanno mostrato innalzamenti importanti nei bacini del
Ponente Padano (Erro, Bormide) e sui corsi d’acqua del Levante.
Figura 22 a- b L’analisi della temperatura a 850 (a) e del geopotenziale a 500 hPa e MSLP (b)per il 24 dicembre 2010 alle h
00 UTC, mostrano la presenza di una vasta struttura depressionaria centrata estesa dalla Francia meridionale al Nord-Italia che è
la diretta responsabile di un’intensa avvezione caldo umida.
Gli ultimi giorni dell’anno, infine, si sono chiusi con una parziale rimonta dell’anticiclone africano
verso il Mediterraneo occidentale e precipitazioni sparse accompagnate da temperature più miti
sull’Europa Sud-occidentale.