Scuola Politecnica e delle Scienze di Base Corso di Laurea in Ingegneria Informatica Elaborato finale in Teoria dei Segnali Sistemi OFDM Anno Accademico 2014/2015 Candidato: Mattia Mazzella matr. n46001752 1 [Dedica] 2 Indice Indice..................................................................................................................................................III Introduzione..........................................................................................................................................4 Capitolo 1: Trasmissione e Modulazione............................................................................................. 6 1.1 Finalità della modulazione......................................................................................................... 6 1.2 Tecniche di modulazione............................................................................................................7 Capitolo 2: Orthogonal frequency-division multiplexing.................................................................... 8 2.1 Storia.......................................................................................................................................... 9 2.2 Modello analogico....................................................................................................................10 2.2.1 Struttura del codificatore...................................................................................................10 2.2.2 Struttura del decodificatore............................................................................................... 11 2.2.3 Inserimento del tempo di guardia......................................................................................12 2.2.4 Problemi del modello analogico........................................................................................13 2.3 Modello digitale....................................................................................................................... 13 2.3.1 Struttura del trasmettitore e ricevitore................................................................................14 2.3.2 Prefisso Ciclico...................................................................................................................15 2.4 Vantaggi e Svantaggi della configurazione classica.................................................................17 Capitolo 3: Alternativa al prefisso ciclico.......................................................................................... 18 3.1 Motivazioni per la rimozione................................................................................................... 18 3.2 Ov-OFDM................................................................................................................................ 19 3.3 Comparazione...........................................................................................................................21 Conclusioni...........................................................................................................................................x Bibliografia...........................................................................................................................................x 3 Introduzione Orthogonal Frequency Division Multiplexing (OFDM) è il metodo scelto per trasmissioni wireless ad alta velocità. La ragione per la quale OFDM è così utilizzato è dovuto alle sue ottime caratteristiche, come la bassa complessità implementativa, alta robustezza al multipath e la modulazione adattativa. Considerando ciò, non è una sorpresa che OFDM sia applicato negli attuali sistemi di trasmissione come DVB, WLAN. Il corrispondente schema ad accesso multiplo, OFDMA, è usato in WiMax e LTE (reti cellulari 4G). Comunque, oltre alle sue qualità positive, OFDM presenta due problemi, l'overhead di trasmissione causato dal prefisso ciclico e l'alto peak to average power ratio (PAPR). L'ultimo va ad influenzare direttamente l'efficienza energetica di un trasmettitore, poiché a causa dell'alto PAPR c'è bisogno di amplificatori lineari meno efficienti per evitare distorsioni e clipping (causato dal basso slew rate dell'amplificatore). Un alto PAPR si presenta se si utilizza un gran numero di sottoportanti. Un gran numero di approcci è stato presentato per ridurre il PAPR, ma il PAPR massimo aumenta all'aumentare delle sottoportanti per simbolo e ridurre tale numero causerebbe una prestazione ancora peggiore, aumentando infatti l'overhead relativo causato del prefisso ciclico. Il prefisso ciclico viene posto tra simboli adiacenti per evitare l'ISI(interferenza intersimbolica), e nello standard WLAN occupa il 20% del tempo di trasmissione. Un modo semplice per compensarlo è aumentare la lunghezza del simbolo trasmesso, che da un lato diminuirà l'overhead relativo, ma dall'altro causerà un aumento della complessità per l'FFT , ritardi e aumento del PAPR, oltre che sensibilità a disturbi di fare e offset in frequenza. 4 In questa tesi viene esplorato il sistema Ov-OFDM una soluzione alternativa che utilizzando strutture a blocchi, sovrapposti ed equalizzati, riesca a risolvere i problemi dovuti all'assenza del prefisso ciclico e contemporaneamente ridurre il PAPR senza aumentare troppo la complessità che ha reso OFDM tanto utilizzato. Verrà fatta da prima una descrizione del sistema OFDM, analogico e digitale, verrà poi analizzata la soluzione alternativa ed infine verrà steso un confronto tra OFDM convenzionale ed Ov-OFDM in termini di PAPR e complessità computazionale. 5 Capitolo 1: Trasmissione e Modulazione In telecomunicazioni ed elettronica con il termine modulazione si indica l'insieme delle tecniche di trasmissione finalizzate ad imprimere un segnale elettrico o elettromagnetico, detto modulante, generalmente contenente informazione cioè variabile in maniera aleatoria nel tempo, su di un altro segnale elettrico o elettromagnetico, detto portante. 1.1 Finalità della modulazione In generale il motivo per cui si utilizzano le tecniche di modulazione risiede nel fatto che i segnali rappresentanti le informazioni da trasmettere sono in prevalenza di natura passa-basso , mentre i canali trasmissivi che più comunemente si utilizzano, per poter trasmettere più segnali modulati contemporaneamente, (come canali hertziani e fibre ottiche) sono tipicamente di natura passa-banda cioè trasmettono in una banda a frequenza diversa da quella del segnale informativo originario. In sostanza occorre quindi convertire in frequenza, mediante tale tecnica, lo spettro del segnale rappresentante l'informazione; Il risultato della modulazione infatti è la conversione del segnale modulante dalla banda base alla cosiddetta banda traslata, secondo il teorema della modulazione: ovvero moltiplicando per una funzione cosinuisoidale di frequenza f₀ si ottiene così lo spettro traslato di una quantità pari a f ₀ . 6 1.2 Tecniche di modulazione Esistono svariate tecniche di modulazione che vengono utilizzate nell'ambito più adeguato. Per le trasmissioni radio, via etere, la prima modulazione utilizzata è stata la modulazione AM(modulazione d'ampiezza) e successivamente la modulazione FM(modulazione di frequenza) che presenta dei miglioramenti rispetto alla prima. Tali modulazioni possono essere divise in: • Analogiche • Impulsive • Numeriche 7 Capitolo 2: Orthogonal frequency-division multiplexing OFDM è una tecnica di modulazione multiportante utilizzata per applicazioni punto-multipunto, introdotta come soluzione per contrastare gli effetti di distorsione del canale. Se il segnale ha una banda molto maggiore della banda di coerenza, il suo spettro verrà distorto selettivamente dal canale multipath, dando luogo al problema dell’interferenza intersimbolica (ISI). Per porre rimedio a ciò si è pensato di utilizzare tecniche di modulazione multiportante, cioè affidandosi alla trasmissione delle informazioni non più attraverso un unico flusso supportato da una sola portante, bensì suddividendo il flusso dati ad elevato rate in appositi sottoflussi tutti paralleli tra loro (in numero pari a M), detti anche sottocanali, ciascuno dei quali con una propria specifica sottoportante. 8 La velocità di trasmissione dei dati di un singolo sottocanale risulta inferiore, rispetto al caso monoportante, e la banda necessaria è minore rispetto alla banda di coerenza del canale. In questo modo ciascun sottocanale è non dispersivo ed ha uno spettro piatto in frequenza, per cui sarà possibile recuperare il segnale trasmesso realizzando una semplice equalizzazione in frequenza a lato ricevitore. Chiaramente all’aumentare del fattore M, in particolare per valori sufficientemente elevati, ogni sottocanale avrà un rate trasmissivo sempre più piccolo ed anche la banda avrà lo stesso comportamento. Le possibilità di calcolo offerte dallo sviluppo degli algoritmi di DFT , FFT, IDFT, IFFT ne hanno permesso e tuttora ne permettono una grande applicazione. Data la sua grande performance su canali molto rumorosi il sistema OFDM è adottato in vari standard, tra i quali si distinguono xDSL e 802.11 . 2.1 Storia OFDM è uno schema particolarizzato di FDM, la quale origine risale agli anni '50, applicata in ambito militare. Però i tempi non erano maturi, e questa tecnica non ricevette il successo dovuto a causa della sua complessità realizzativa con dispositivi analogici. Successivamente il principio della modulazione multiportante ha trovato applicazione in due schemi implementativi: • DMT , per applicazioni punto-punto. • OFDM, per applicazioni punto-multipunto. 9 In figura la differenza tra FDM (sopra) e OFDM (sotto) 2.2 Modello analogico 2.2.1 Struttura del codificatore Uno schema del trasmettitore di un sistema multiportante ideale è possibile 10 apprezzarlo in figura, dove d(n) è il flusso dati (con n che rappresenta l’n-esimo simbolo) supposto a velocità di segnalazione R b = 1/Tb, suddiviso poi attraverso il blocco S/P (blocco di conversione serie/parallelo) in B sottoflussi paralleli, ognuno con velocità corrispondente alla B-sima parte di R b. Ciascun sottoflusso viene poi indirizzato ad un blocco realizzante l’operazione di codifica (blocco COD) ottenendo in uscita M sottocanali (codifica di parametro M ≤ B) a rate M volte inferiore rispetto ad Rb, quindi con banda 1/T = 1/MTb. I simboli in uscita dal codificatore, genericamente chiamati ai(n), con i E [0,...,M −1], modulano poi le diverse sottoportanti indicate qui come φi (t-nT). 2.2.2 Struttura del decodificatore Lo schema a blocchi del ricevitore di un sistema multiportante ideale è raffigurato sopra, dove affinché vi sia il recupero del simbolo i-esimo trasmesso bisogna realizzare le operazioni duali rispetto allo schema del trasmettitore. Quindi in ipotesi semplificative di canale non dispersivo, con guadagno unitario e non rumoroso, si opererà la correlazione del segnale ricevuto con φ i* (t-nT), ossia la versione coniugata di φi (t-nT), dove ancora i E [0,...,M −1]. 11 2.2.3 Inserimento del tempo di guardia Per evitare che l’ISI, che in un canale affetto da fading selettivo in frequenza si presenta in ricezione per effetto della trasmissione , distrugga l’ortogonalità tra le sottoportanti, e per evitare il nascere della interferenza intercanale (ICI), si aggiunge un intervallo di guardia alla durata temporale riservata a ciascun simbolo multiportante, di durata superiore al massimo ritardo introdotto dal canale (ossia un tempo equivalente alla memoria del canale). Allora denominato Tg il tempo di guardia e chiamando con T h la memoria del canale, dovrà essere T g ≥ Th, affinché nel generico intervallo di simbolo [nT, (n+1)T], trascurando il segnale nell’intervallo di guardia [nT, nT+T g] corrispondente, si possa recuperare perfettamente l’informazione trasmessa, eliminare l’ISI e continuare a mantenere l’ortogonalità tra le diverse sottoportanti (assenza di ICI). 12 2.2.4 Problemi del modello analogico Il problema principale legato ad OFDM analogico consiste nella realizzazione, infatti gli oscillatori che lo costituiscono, in ricezione e trasmissione, devono essere accoppiati ed allineati in fase e frequenza. Gli oscillatori più precisi hanno un costo maggiore e questo implica che inserirne 100 da un lato e 100 dall'altro alza notevolmente il costo di implementazione. Se due oscillatori non sono allineati causano problemi nella fase di demodulazione, averne così tanti aumenta la probabilità di disallineamento: • problemi di distorsione in ricezione • non ortogonalità delle sottoportanti 2.3 Modello digitale Come abbiamo già detto, il sistema di modulazione multiportante fu introdotto nella metà del ventesimo secolo ma non ebbe particolare successo a causa della sua complessità di implementazione. In questa sezione analizzeremo il trasmettitore e ricevitore di un sistema multiportante basato su DFT/FFT. Considerato lo spettro di potenza del segnale analogico OFDM, nonostante non abbia banda limitata, si può assumere una banda W= N/T. Ciò significa che, per il teorema del campionamento, tale segnale è rappresentabile mediante i suoi campioni presi con passo di campionamento pari a Tc = T/N. In questo caso si ottiene: 13 dove sk(n) rappresenta la IDFT di ordine N della sequenza a(n). Questo risultato mostra, dunque, che la IDFT della sequenza trasmessa rappresenta, a meno di un fattore di scala, una versione campionata della n-esima frame multiportante, e suggerisce quindi un procedimento più efficiente dell'apparato “Trasmettitore-Ricevitore” dell'OFDM analogico. 2.3.1 Struttura del trasmettitore e ricevitore Il trasmettitore presenta prima un buffer serie/parallelo ed un blocco di codifica e poi successivamente un blocco che consente di effettuare l'antitrasformata discreta di Fourier IDFT/IFFT per ottenere la sequenza s(n) = [s0(n), …. sN-1(n)]T, che verrà poi serializzata da un P/S, elaborata da un convertitore Digitale/Analogico con frequenza di lavoro f c = 1/Tc ed s(t) viene trasmesso attraverso il canale. Quindi in ipotesi semplificative di canale non dispersivo, con guadagno unitario e non rumoroso, il segnale r(t) coincide con s(t) e le operazioni di recupero sono duali. Infatti utilizzando un convertitore Analogico/Digitale complementare al D/A utilizzato in trasmissione risaliamo 14 proprio al simbolo OFDM in trasmissione s(n) = [s 0(n), …. sN-1(n)]T e mediante una DFT/FFT si giunge ai simboli modulati ãi(n). 2.3.2 Prefisso Ciclico Come si implementa il tempo di guardia del modello analogico in un sistema digitale? Considerando un sistema OFDM con N sottoportanti, il simbolo trasmesso può essere scritto come: T a( n)=[a0, a 1, ... a N−1 ] Applicando la IDFT s 1 (n)=[s0, s1, ... s N −1] T e aggiungendo ad esso il prefisso ciclico di lunghezza L-1, il simbolo OFDM ottenuto è: T s=[s [N −L+1], ... s [N −2], s [N −1], s [0], s [1], ... s [N −1]] Assumendo che il canale sia rappresentato da: h=[ h0, h1, ... hL−1 ]T dopo la convoluzione con il canale: L−1 r [n]=∑ h[l] s [n−l] L−1≤n≤N −1 l=0 otteniamo una convluzione circolare, visto che s è la versione periodicizzata di s1 secondo il canale. Quindi, facendo la DFT, otteniamo: R[k ]=H [k ]⋅S[k ] 15 dove S[k] è la trasformata di Fourier discreta di s . Quindi, un canale affetto da multipath viene convertito in un canale scalare nel dominio della frequenza, semplificando di molto la struttura del ricevitore. Anche il lavoro dello stimatore di canale è semplificato, visto che abbiamo solo bisogno di stimare i coefficienti scalari di H[k] per ogni sottocanale per riuscire a decifrare le informazioni trasmesse. Il tutto può essere riassunto nella seguente immagine: 16 2.4 Vantaggi e Svantaggi della configurazione classica Nelle sezioni precedenti abbiamo visto come OFDM sia robusto contro l'ISI e l'ICI. Oltre a questi benefici se ne possono estrarre altri: • Alta efficienza spettrale grazie alla sovrapposizione degli spettri • Implementazione semplice attraverso FFT • Bassa complessità per il receiver (di solito ha un equalizzatore complesso) • Utilizzabile per trasmissioni ad alto rate trasmissivo • Alta flessibilità al link utilizzato • Utilizzabile per l'accesso multiplo (OFDMA) • Si adatta facilmente a canali in condizioni critiche • Robusto nei confronti del multipath D'altro canto, sono presenti alcuni svantaggi: • Il sistema OFDM è molto sensibile agli errori di sincronizzazione ed agli offset in frequenza. Questo può causare alto BER (Bit error Rate) • All'aumentare di sottoportanti il sistema avrà un alto rapporto tra potenza di picco e potenza media (PAPR). Questo rende l'implementazione del DAC e dell'ADC estremamente difficile. 17 Capitolo 3: Alternativa al prefisso ciclico 3.1 Motivazioni per la rimozione E’ chiaro però che, sebbene l’utilizzo del prefisso ciclico comporti notevoli vantaggi per quanto concerne la risoluzione dei problemi derivanti da una trasmissione su canale multipath, maggiore è la memoria del canale, maggiore sarà la dimensione del prefisso ciclico e di conseguenza minore sarà l’efficienza spettrale, in quanto solo parte dell’informazione trasmessa nell’intervallo di simbolo multiportante è effettivamente utile. Infatti indicata con η l'efficienza spettrale, risulta: dove Rb è il tasso di segnalazione, W la banda del segnale multiportante, log 2 M il numero di bit trasmessi per simbolo, Δf la separazione interportante. Il valore massimo di Δ lo si ottiene per una separazione interportante pari a 1/T . Utilizzando il prefisso ciclico, si riduce la durata del tempo di simbolo utile (Tu = T-Tg) e aumenta la banda del segnale complessivo W = N/ Tu. In queste condizioni, l’efficienza spettrale diventa: 18 Di fatto rimuovendo il prefisso ciclico si hanno due benefici immediati: • PAPR ridotto, e quindi minore spreco di energia • Maggior efficienza spettrale 3.2 Ov-OFDM Per rimuovere il prefisso ciclico abbiamo bisogno di un sistema che sia tollerante al multipath e che riesca ad ottenere un BER circa uguale, se non minore, all'OFDM convenzionale, senza aumentare di troppo la complessità. Una soluzione è Ov-OFDM [1], basato su MMSE, un'equalizzazione nel dominio della frequenza, che rimuove l'interferenza tra simboli OFDM adiacenti. Il trasmettitore resta inalterato, e l'equalizzazione viene applicata, da lato ricevitore, ai blocchi di frame con l'approccio di sovrapposizione, prima della FFT. 19 rB(t) = HB sB(t) + n A causa della mancanza del prefisso ciclico r(t) dipenderà dalle colonne di H che non sono incluse in HB . Usare HB per l'equalizzazione MMSE avrà come risultato una corruzione dei dati stimati. Comunque, grazie alla lunghezza finita del canale possiamo aspettarci che tale distorsione dei blocchi vicini sia concentrato negli estremi del blocco da equalizzare. Quindi entra in gioco l'overlapping equalization : 20 Da questa figura si mostra che, dato che l'errore è concentrato sugli estremi, scegliendo al posto dei blocchi vicini i blocchi “sovrapposti” con gli elementi n, ..., n + NB , n + NB − 2D, ..., n + 2NB − 2D e così via arriviamo ad una riduzione dell'errore di equalizzazione, selezionando la parte centrale, meno errata, per l'operazione dell'MMSE. Il segnale equalizzato viene portato al dominio della frequenza attraverso a FFT multiple di dimensione Ns . Applicando le FFT il restante errore di equalizzazione nel dominio del tempo verrà distribuito sulle diverse sottoportanti nel dominio della frequenza. Questo porta ad un errore circa uniforme con potenza media molto bassa. Vista l'assenza del prefisso ciclico la lunghezza del blocco può essere scelto arbitrariamente. Questo porta, insieme alla modifica del parametro di overlapping D, alla possibilità di ridurre il restante errore di equalizzazione però aumentandone la complessità. 3.3 Comparazione 21 Conclusioni 22 Bibliografia [1] K. Hueske J. Gotze, Ov-OFDM: A Reduced PAPR and Cyclic Prefix Free Multicarrier Transmission System , IEEE, 2009 [2] Wikipedia, https://en.wikipedia.org/wiki/Cyclic_prefix, 2/10/15 [3] rfmw, http://rfmw.em.keysight.com/wireless/helpfiles/89600b/webhelp/subsystems/wlan- ofdm/Content/ofdm_basicprinciplesoverview.htm , 3/10/15 [4] Mario Tanda, La modulazione Multiportante:Sistemi OFDM [5] YouTube, https://www.youtube.com/watch?v=7xVom_6MFhk, 21/9/15 [1] Autori, Titolo dell’articolo, Nome della rivista, volume, pagine, Data [2] Autori, Titolo del Libro, Editore, Anno, pagine. [3] Autori, Titolo dell’articolo, Nome della conferenza di cui è agli atti, editore, anno, pagine. [4] Nome del sito web, indirizzo http, ultima data in cui è stato acceduto 23