UNIVERSITA
G. d ANNUNZIO -CHIETIPESCARA
DIPARTIMENTO DI SCIENZE BIOMEDICHE
Sezione di Terapia Medica
CORSO DI PERFEZIONAMENTO
IN
MEDICINA BIOINTEGRATA
www.centrostellamaris.it
Programma AA. 2010-2011
•  Definizione di PNEI. Il Sistema nervoso: le cellule del SN e loro
Sistema
endocrino: gli ormoni, loro funzioni e
comunicazioni. Controllo cerebrale sul Sistema
connessioni; il tronco encefalo, diencefalo, SNV.
endocrino. Assi neuroendocrini: ipotalamo-ipofisi, ipotalamoipofisi-surreni, ipotalamo-ipofisi-tiroide, ipotalamo-ipofisi-gonadi.
Sistema immunitario: cenni di immunologia (teoria della
selezione clonale, immunità naturale ed acquisita, sistema
HLA, sistema immunitario come organo di senso, produzione di
ormoni da parte del sistema immunitario che fungono da
mediatori tra cervello e sistema endocrino). Cervello e psiche.
La grande connessione: Sistema nervoso ed immunità; sistema
dello stress; sistema endocrino e cervello.
Endocrinosenescenza e P.N.E.I. DCA prototipo di PNEIG.
Sistema
endocrino
•  Originariamente si considerava che il SN
e il SE fossero distinti e che le
informazioni venissero veicolate nel
primo caso attraverso l impulso nervoso
e i neurotrasmettitori chimici, che
agivano solo localmente, nel secondo
attraverso sostanze chimiche prodotte
dalle cellule delle ghiandole a secrezione
interna, che venivano immesse nel
sangue e andavano ad agire a distanza
anche notevole dal sito di produzione.
Oggi sappiamo che i due sistemi sono
strettamente connessi e la divisione è
puramente artificiosa.
•  La scoperta di peptidi prodotti, dal SN, dal SE,
dal SI e dal tubo digerente, ha modificato la
nostra concezione del SE, non più limitato alle
ghiandole propriamente dette (ipofisi, tiroide,
paratiroidi, surreni, gonadi, pancreas) ma
formato da cellule che se pure dislocate in
tessuti appartenenti a sistemi diversi, hanno
tutte la capacità di secernere ormoni detti
anche peptidi o neuropeptidi se secreti da
cellule nervose;
•  così che si può affermare che il cervello stesso
è anche un organo endocrino e che quindi è
artificiosa la distinzione tra neurotrasmettitori,
neuromodulatori e ormoni.
•  A. Pearse ipotizzò dieci anni fa che tutte le
cellule che producono peptidi sono neuroni, con
una comune origine dall ectoderma neurale,
confondendo così i confini tra SN e SE. La
scoperta che gli ormoni possono favorire
direttamente funzioni quali l apprendimento, la
memoria, ecc.. ha ulteriormente arricchito le
connessioni tra i due sistemi.
L equilibrio del SE è sensibile a situazioni e
stimoli emozionali non solo stressanti, come un
intervento chirurgico o una competizione
sportiva, l attesa di un esame o la morte di una
persona cara, ma a tutte le emozioni, comprese
quelle piacevoli che provocano un risata.
•  Ogni emozione è connessa a dei
neurotrasmettitori che vanno:
1) a stimolare direttamente il SN, sia inducendo
determinate attività mentali quali attenzione,
memoria ecc, sia attivando altre emozioni quali
dolore-paura-rabbia ecc, e
2) a produrre modificazioni periferiche sul SE
propriamente detto così da indurre un
metabolismo
adeguato
alle
circostanze.
•  Se una emozione spinge l individuo ad agire, in
particolare a muoversi e reagire in senso attivo,
l ipotalamo viene stimolato dallo specifico
"codice" di vari neurotrasmettitori (NA, DA,
5HT, Ach, GABA ) e produce un neuropeptide
chiamato CRF che induce l ipofisi anteriore a
produrre un ormone chiamato ACTH capace di
agire sul corticosurrene stimolando la
produzione dell ormone cortisolo. Tutte
queste sostanze
preparano
l organismo
all azione.
•  Il CRF ha un importante ruolo nella regolazione
del SNV: stimola il sistema simpatico con
l'aumento di adrenalina e NA nel sangue, con
conseguente eccitazione del sistema
cardiocircolatorio, e inibisce il sistema
parasimpatico così da rendere pronto
l organismo a fronteggiare ogni sforzo fisico.
Parallelamente il CRF deprime la produzione
di un altro importante neuropeptide, il GnRH
gonadotropin realising factor, deprimendo così
la produzione di ormoni sessuali, e
permettendo di concentrarsi solo sull azione.
L ACTH, possiede anche una azione
"centrale" diretta sul cervello stesso rilevabile
a livello di risposte comportamentali quali
miglioramento della attenzione, delle capacità
di prestazione e della reattività.
Nel caso di uno stress fisico
intenso vengono attivati
anche altri ormoni quali gli
oppioidi endogeni
responsabili della analgesia
da stress, e la melatonina
che regola il nostro sonno.
•  Anche uno stress puramente emozionale
determina una attivazione dei principali
sistemi endocrini, e gli ormoni coinvolti
variano a seconda del tipo di emozione,
della durata della stessa e della maggiore
o minore capacità di farvi fronte. Es.
lo stress da perdita di una persona
cara normalmente non si associa
ad una riduzione degli ormoni sessuali,
per uno stress acuto da subordinazione
invece si. Altra correlazione tra SN e SE è
visibile attraverso lo studio della
cronobiologia, del nostro corpo.
•  Il cervello produce neuropeptidi con una
certa ritmicità o pulsatilità, dipendente
probabilmente anche dai condizionamenti
ambientali subiti nel corso
dell evoluzione. Quindi il SNC invia
segnali ai vari tessuti comprese le
ghiandole endocrine che a loro volta
possono, attraverso una loro soglia di
concentrazione nel sangue, regolare in
maniera retroattiva la produzione dei
neuropeptidi cerebrali e quindi
autocontrollarsi.
Classificazione della attività
funzionale ormonale :
–  Endocrina: origina in una ghiandola e agisce su
una cellula-bersaglio distante raggiunta col circolo
–  Neuroendocrina: azione esplicata attraverso i
neuroni alle giunzioni sinaptiche
–  Paracrina: origina in una ghiandola e agisce su una
cellula-bersaglio contigua
–  Autocrina: agisce sulla stessa ghiandola nella
quale origina
–  Feromoni: Molecole che mettono in comunicazione
organismi diversi; vengono espulsi da diversi organi
del corpo come firme olfattive”(permettono alle
madri di riconoscere i piccoli), di allarme (vengono
prodotti nell’aria insieme ad altri segnali per indicare
una situazione di pericolo) e sessuali (prodotti per
attirare il partner e per sincronizzare la fecondità e
l’accoppiamento).
Classificazione strutturale degli ormoni:
–  Proteici: ormone della crescita (GH), insulina,
glucagone…
–  Glicoproteici: tireotropo (TSH), follicolo-stimolante
(FSH)…
–  Steroidei: cortisolo, aldosterone…
–  Tiroidei: tetraiodotironina, triiodotironina
–  Aminici: Adrenalina, noradrenalina…
Gli ormoni sono liberati nel sangue, tuttavia solo determinate
cellule bersaglio di un certo organo o di un certo tessuto
rispondono all azione di uno specifico ormone.
Le cellule bersaglio hanno infatti uno specifico recettore, cioè una struttura
chimica cui l ormone si lega selettivamente per svolgere la sua azione.
Il recettore è come una serratura,
ove l ormone si inserisce come una
chiave di accensione che,
riconosciuta per la forma chimica,
avvia una serie di trasformazioni
che porteranno all effetto
determinato.
Non è quindi l ormone in se a produrre un dato cambiamento
nell attività cellulare, ma esso si limita, come un interruttore, ad
avviare un processo che quella data cellula è comunque in grado
di svolgere.
Azione degli ormoni
•  Agiscono tramite recettori
•  Le interazioni ormone-recettore sono analoghe
a quelle substrato-enzima:
–  Possibile saturazione
–  Vale la legge Michaelis-Menten:
la velocità di una reazione catalizzata da enzimi,
varia al variare della concentrazione di substrato
–  Hanno altissima affinità (KD=10-6-10-9 M)
–  Hanno specificità alta ma non assoluta
•  Non si parla di inibitori ma di
– Agonisti: analoghi dell’ormone, ne imitano
l’attività biologica
•  Isoproterenolo (farmaco per asma), imita
catecolamine, favorisce il rilascio dei muscoli
bronchiali
– Antagonisti: analoghi dell’ormone, ne
bloccano l’attività biologica
•  Propranololo (farmaco per cardiopatie), blocca
recettori adrenergici nei vasi sanguigni
Ipotalamo
Struttura nervosa posta alla base del cervello, proprio
sopra all ipofisi, di cui controlla l attività, esercitando il
collegamento tra sistema endocrino e nervoso.
Nel sistema nervoso centrale l ipotalamo
controlla anche temperatura corporea ed
assunzione di cibo ed acqua, attraverso i
meccanismi della fame e della sete. E in
contatto con centri superiori del cervello,
che controllano suo tramite l attività
dell ipofisi e dell intero sistema endocrino.
L ipotalamo è direttamente collegato al
lobo posteriore dell ipofisi da fibre
nervose. Agisce sul lobo anteriore con
ormoni, detti fattori di rilascio, che
arrivano alle cellule bersaglio
attraverso pochi millimetri di capillari,
stimolandone o inibendone le
secrezioni ormonali
Gli ormoni steroidei, piccoli ed idrofobi, attraversano
facilmente la membrana ed hanno pertanto i recettori nel
citoplasma cellulare
Gli altri, troppo grossi e idrofili per attraversare liberamente il
doppio strato fosfolipidico, hanno i recettori sulla membrana
della cellula bersaglio
Vediamo adesso quali sono le principali ghiandole endocrine e quali ormoni
producono
Ipofisi (o ghiandola pituitaria)
Ghiandola grande come un pisello, si
trova nel cranio alla base del cervello ed è
divisa in due lobi:
a) Il lobo anteriore (adenoipofisi),
costituito da tessuto epiteliale,
secerne numerosi ormoni, tra cui: la
prolattina
la Prolattina (PRL) è un ormone polipeptidico
di 199 aminoacidi sintetizzato e secreto
dall adenoipofisi, essa stimola la secrezione
del latte materno ed è controllata da un
meccanismo a feed back positivo attivato dalla
suzione del capezzolo (lattogenesi).
La serotonina, pur essendo un importante fattore
di liberazione di prolattina, dipende in questa
funzione dal VIP (Vasoactive Intestinal Peptide,
peptide intestinale vasoattivo) che avrebbe
un'azione paracrina nell'ipofisi, segnalando ai
lattotrofi di produrre prolattina.
•  Gli estrogeni in gravidanza aumentano l'espressione
del gene e la produzione di PRL, promuovendo
l'iperplasia delle cellule lattotrofe ipofisarie. Dopo il
parto la PRL aumenta per azione principalmente della
serotonina (5-HT) attivata dal riflesso neuroendocrino
della suzione. La dopamina (DA) è il principale fattore
che inibisce la secrezione di prolattina (PIF), legandosi
ai recettori D2 dei lattotrofi (con diminuzione della
produzione di AMP ciclico, apertura dei canali del K+,
diminuzione del flusso di CA++ verso il citoplasma
cellulare e conseguente diminuzione di secrezione e
trascrizione genica di PRL). i livelli di DA
nell'eminenza mediana (struttura anatomica di
collegamento tra l'ipofisi e l'ipotalamo,da cui inizia la
circolazione portale ipotalamo-ipofisaria),sono
necessariamente più alti di quelli sistemici, visto che
gli assoni dei neuroni che producono la DA (situati nel
nucleo arcuato dell'ipotalamo) scaricano il loro
contenuto direttamente nei capillari di questa struttura.
•  L'alta concentrazione di DA nella circolazione
ipofisaria permette all'ipotalamo di generare un tono
inibitorio sulla produzione di PRL. Alti livelli di PRL
favoriscono la sintesi di DA, il suo fattore inibitorio, nei
neuroni dopaminergici dell'ipotalamo, innescando un
meccanismo di retroazione. Anche il TRH svolge un
ruolo di fattore di liberazione di prolattina. il GAP
(GnRH associated peptide, peptide associato al
GnRH), realizza un'inibizione della secrezione di
prolattina. Ciò spiega il rapporto inverso esistente fra i
livelli plasmatici di prolattina e di GnRH.
•  Anche il neurotrasmissore GABA ha dimostrato di
inibire la secrezione di prolattina in vitro.
•  È stata dimostrata da poco, l'esistenza del PrRP :
Prolactin Releasing Peptide che aumenta la
produzione e secrezione di PRL con un'azione
specifica sui lattotrofi e la cui efficacia è legata ad alti
livelli di estrogeni. Altro ormone capace di aumentare
la secrezione di prolattina in vitro è l'ossitocina.
Anche gli oppioidi, la neurotensina e l'angiotensina II
aumentano la secrezione di prolattina. In particolare,
gli oppioidi esogeni, come la beta-endorfina,
aumentano in vivo la secrezione di prolattina, ma non
hanno la stessa capacità in vitro, dimostrando che
l'effetto dipende da altri meccanismi indiretti nel
sistema nervoso centrale. I livelli di prolattina possono
aumentare anche dopo l'esercizio fisico, i pasti, i
rapporti sessuali e dopo interventi chirurgici ed
episodi convulsivi.
•  La prolattina promuove la captazione di alcuni
aminoacidi e la trascrizione di geni che producono le
proteine del latte, come la caseina, la lattoalbumina e
la β-lattoalbumina. Anche la produzione di enzimi
importanti per la sintesi del lattosio, gli acidi grassi e i
fosfolipidi viene promossa dalla PRL.
•  La PRL regola la maturazione della ghiandola
mammaria durante : la pubertà, la gravidanza e il
periodo di allattamento. Questo processo di
maturazione coinvolge sia i diversi processi biologici di
proliferazione dei dotti e di altre strutture alveolari della
ghiandola mammaria, che i processi di ritenzione di
substrati necessari alla produzione di latte. La prima
fase della maturazione avviene durante la pubertà, nel
processo conosciuto come mammogenesi, quando la
PRL promuove lo sviluppo del sistema lobuloalveolare della ghiandola. In questa fase è
fondamentale anche il ruolo di altri ormoni come gli
estrogeni, il progesterone e i glucocorticoidi.
•  Soltanto dopo il parto, quando i livelli di progesterone
diventano molto più bassi, la PRL induce la
lattogenesi. Altro fenomeno che garantisce l azione
lattogenica della PRL è l aumento dei livelli di
cortisolo libero nel plasma, grazie alla produzione più
bassa delle proteine a cui esso si lega. Negli umani la
PRL presenta diversi effetti sulla riproduzione, tra cui
la soppressione del ciclo mestruale durante il periodo
di allattamento (amenorrea lattazionale). La PRL,
quindi, induce un periodo refrattarietà alla
fecondazione, che, comunque, non è garantita.
•  Molti studi hanno dimostrato che la PRL agisce tanto
sull asse ipotalamo-ipofisi-gonade, come direttamente
sulle ovaie. L iperprolattinemia osservata durante
l'allattamento e mantenuta dallo stimolo di suzione
della mammella, inibisce la sintesi e la secrezione di
GnRH, causando la perdita della pulsatilità normale di
questo ormone, così creando uno stato di
anovulazione (infertilità).
•  La Reazione Orgasmica (R.O.), tipico esempio di
interazione complessa multifattoriale.
•  Il termine desiderio ( de-sidera , privato delle
stelle ), indica quella capacità intellettiva solo umana,
di avvertire nell introspezione cosciente l impellente
bisogno di dover realizzare un vissuto gratificante .
•  La R.O. è provocata dalla stimolazione ad oltranza
dei recettori erogeni, concentrati, in particolari zone
muco-dermiche dei segmenti più esterni degli organi
genitali. Come una potente droga , la R.O. induce
nel SNC, un tempestivo incremento massivo, oltre che
degli ormoni neuroipofisari OXT , vasopressina e
PRL , anche dei neuromediatori sinaptici
serotonina , DA e NA , ma soprattutto, dei
neuromodulatori encefalinici ed endorfinici (in
particolare, della β-endorfina , vera e propria
morfina endogena ).
•  La PRL si libera massivamente con la reazione
orgasmica (R.O.), ed il suo tasso ematico elevato
perdura per oltre un ora. La PRL come la
serotonina e la β-endorfina è responsabile
dell effetto consumatorio della R.O., della riduzione
post-orgasmica del desiderio e correla con il loro
tasso ematico.
L aloperidolo, antagonista della trasmissione
dopaminergica, induce aumento della prolattina con
caduta del desiderio erotico , e dell attività sessuale.
Mentre, la bromocriptina , inibitore della secrezione
di prolattina , induce un notevole aumento del
desiderio erotico .
•  L ossitocina (OXT), ormone dell amore , è un
ormone peptidico di 9 aminoacidi prodotto dal nuclei
ipotalamici e secreto dalla neuroipofisi, essa inizia ad
essere secreta già fin dall inizio della stimolazione
erotorecettoriale, cioè durante la cosiddetta fase
logaritmica dell eccitazione erotica, ma si diffonde
massivamente in coincidenza con l acme orgasmico a
completamento della R.O., quando il livello postorgasmico, quintuplicato, provoca nella donna
vasodilatazione della regione mammaria e del volto.
L OXT nella femmina induce il desiderio di fedeltà,
stabilizza il legame sentimentale verso il partner e
incentiva la protezione verso la prole. Tale desiderio
permane a lungo, nonostante che il tasso ematico di
OXT torni al livello standard originario entro una
diecina di minuti. L ossitocina , prodotta dalla R.O.,
nel maschio induce soddisfazione e sentimento di
affetto e fedeltà per la partner.
•  La vasopressina (AVP), altro ormone
sintetizzato nell ipotalamo ed accumulato nella
neuroipofisi, è massivamente secreto durante
la R.O., esclusivamente negli uomini, con la
conseguenza di smorzare l impeto aggressivo,
di indurre l appagamento e di suscitare
l innamoramento verso la partner.
•  Nel travaglio aumentano in circolo le
endorfine, la soglia di tolleranza del dolore,
l ossitocina (OXT) e la prolattina (PRL). Il
dolore nel parto dipende dalla frequenza,
durata e intensità delle contrazioni, dalla
mancanza di ossigeno delle fasce muscolari
dell'utero durante la contrazione, dalla
distensione delle fibre nervose del collo
dell'utero durante la sua modificazione
(appianamento e dilatazione), dalla
compressione esercitata sulla vescica, sul retto
e sulle articolazioni del bacino. Ma la
percezione del dolore è soggettiva legata a
situazione culturale e religiosa, storia
personale, precedenti esperienze, condizioni
psicofisiche età, benessere, preparazione
fisica, vissuto della gravidanza, rapporto di
•  La serotonina (5HT)― accumulata nei nuclei del
rafe , della regione bulbare posteriore ― è
massivamente liberata dalla R.O. aumenta il tono
dell umore, stimola la PRL e la repentina caduta del
desiderio erotico . Farmaci serotoninergici ― SSRI
ma anche i diretti agonisti recettoriali serotoninergici
come la quipazina e l assunzione di 5idrossitriptofano , immediato precursore della
serotonina ― pur rialzando il tono dell umore nei
depressi non ripristina il desiderio erotico . Invece, il
blocco della sintesi di serotonina con para-clorophenilalanina , produce l effetto opposto. La libido è
anche incrementata da una dieta alimentare priva
dell aminoacido triptofano o da una dieta
iperproteica sfavorente il suo utilizzo nella sintesi della
serotonina , nonostante il suo apporto dietetico
•  La dopamina (DA), neurotrasmettitore nello
striato , sostanza nigra ed in altri nuclei della base,
il cosiddetto sistema extrapiramidale , da cui
originano i motoneuroni a2 per le fibre muscolari
rosse a fuzione posturale e antigravitaria, è anche
presente in: area grigia centrale , nucleo arcuato ,
nucleo caudato , putamen , nucleo accumbens ,
tubercolo olfattorio , setto pellucido ,
ipotalamo , talamo e corteccia fronto-cingolata ,
tutte regioni implicate nell induzione all attività
erotico-sessuale . Infatti, la DA alla massima
concentrazione ematica determina l irresistibile
desiderio compulsivo di accoppiamento.
stimolazione in tal senso nei Parkinsoniani in terapia
con l-dopa , diretto precursore della dopamina .
Mentre, i neurolettici che bloccano i recettori della
dopamina (D2 e D5 in specie) sopprimono sia il
•  La noradrenalina (NA), neuromediatore secreto
dalle ghiandole surrenali, è implicato nel determinismo
del desiderio erotico in quanto tale desiderio
risulta tanto più forte quanto maggiore è l entità della
concentrazione dei recettori noradrenergici
nell amigdala e nell ippocampo . L amigdala
filogeneticamente rappresenta l archistriato dei
rettili la cui corteccia consiste nell ippocampo . Con
lo sviluppo del neopallium l amigdala è passata al
ruolo di modulatore automatico , la sua parte
mediale sottende a funzioni ergotrope di tipo
aggressivo, mentre la parte laterale sottende a
funzioni opposte di tipo inibitorio, pur rimanendo in un
certo qual modo coinvolta nel comportamento
sessuale aggressivo .
•  Le encefaline , neuromodulatrici, secrete dalle
ghiandole surrenali ed accumulate
nell adenoipofisi, sono, normalmente devolute allo
stimolo della fame ed all induzione dell aggressività
predatoria ed hanno i loro recettori specifici nei
neuroni di varie aree encefaliche, ma con massima
concentrazione, soprattutto, nel nucleo
interpeduncolare . Inoltre, esse sono implicate nella
modulazione del rapporto piacere/dolore favorendo
la tolleranza al dolore e, poiché sono
abbondantemente rilasciate nella fase preorgasmica
della R.O, potrebbero essere coinvolte nel sostenere
la parafilia sessuale masochistica negli individui
predisposti in tal senso.
•  La β-endorfina , principale neuromodulatore
sinaptico accumulato nell adenoipofisi, escreto con la
R.O. e, quanto più questa è intensa e soddisfacente,
tanto più risulta significativo l aumento del tasso
ematico di β-endorfina , con la conseguenza
omeostatica dello smorzamento del desiderio
erotico . la somministrazione intracerebrale di βendorfina come di morfina inibisce il desiderio
erotico , di contro, la somministrazione di naloxone ,
accentua il desiderio erotico . D altra parte, l acme
orgasmico umano risulta tanto più intenso e
soddisfacente quanto più protratta la fase di
mantenimento , unica fase della R.O. suscettibile di
modulazione prolungabile mediante adeguato
addestramento. In tal caso la distensione con euforia e
scomparsa del desiderio erotico , causata dal
repentino massivo rilascio di β-endorfina , è notevole
e soddisfacente.
•  In conclusione, il desiderio di espletare l attività
erotico-sessuale è da ritenersi una funzione
fisiologica tipicamente umana, negli altri esseri viventi
l attività sessuale è automaticamente espletata, in
determinati periodi ormono-dipendenti obbligati, senza
poterla né desiderare ne pregustare essendo, tra
l altro, la relativa prassi priva di complementare
erotismo introspettivo. Pertanto, nella specie umana la
pervasività del desiderio erotico-sessuale in
eccesso, rispetto alla norma, si deve considerare
patologica solo se è egodistonica e se determina
dipendenza. Mentre, esclusivamente il maschio, se
ha un desiderio sessuale eccessivamente ipoattivo,
rispetto a quello della media normale propria della
fascia d età di appartenenza, o se non ha affatto tale
desiderio, si deve considerare disturbato in tal senso.
Infatti, è sempre stata opinione comune che nel
maschio umano, a differenza della donna, non
sussiste una reale ipoattività del desiderio sessuale .
•  sessanta anni or sono, il sociologo Alfred Kinsey ed i
suoi collaboratori, evidenziarono come gran parte
degli uomini, in età fertile, sia pervasa da un altissimo
desiderio erotico-sessuale , persino oltre 30
amplessi alla settimana, questi soggetti oggi
sarebbero senz altro, identificati in quel 6% di maschi
affetti dalla Dipendenza da Reazione Orgasmica
nei quali, a causa di una loro predisposizione genetica
(DAT9/9) all assuefazione con crescente tolleranza,
l incremento endorfinico scatenato dall orgasmo
non è più sufficiente a smorzare il desiderio erotico ,
per cui in essi si determina l ossessiva ricerca
compulsiva a ripetere sempre più ulteriori orgasmi
onde evitare l instaurarsi della fastidiosissima
sindrome di astinenza.
•  Abbiamo accennato alla zona limbica dove risiedono
il desiderio sessuale, le fantasie erotiche, tutto quello
che viene definito come libido; a quest'area arrivano
segnali dalle aree vicine, dalla corteccia cerebrale ma
anche dagli ormoni che circolano nel sangue portando
ad una diversa modulazione di delicati meccanismi
neuroendocrini basati sulla diversa espressione di
neuromediatori.
•  Gli estrogeni, ormoni prodotti soprattutto prima
dell ovulazione, sono molto propizi al desiderio, e lo
aumentano, come è stato dimostrato da diversi studi.
Una donna ha più desiderio nei giorni fertili, come se
la natura avesse previsto di darle più voglia di fare
l amore affinché si riproduca.
Anche il testosterone, ormone maschile, è presente
in piccole quantità nella donna. Tuttavia queste piccole
quantità sono molto utili ed efficaci per stimolare il
desiderio. Quando il livello di testosterone è molto
basso anche il desiderio è scarso
Somatotropina, regola l accrescimento corporeo.
Una carenza di questo ormone blocca la crescita,
causando una forma di nanismo, mentre una sua
eccessiva produzione determina un accrescimento
smodato (gigantismo)
Il lobo anteriore secerne poi ormoni tropici, che
stimolano l attività di altre ghiandole endocrine
L ormone tireotropico (TSH), agisce sulla tiroide,
l ormone adenocorticotropico (ACTH), agisce
invece sulla corteccia delle ghiandole surrenali.
Gonadotropine, ormoni agenti sulle gonadi sia maschili (testicoli), che
femminili (ovaie). In dettaglio le gonadotropine sono l ormone follicolo –
stimolante (FSH), che nelle femmine stimola la crescita dei follicoli ovarici,
la secrezione di estrogeni e l ovulazione, mentre nei maschi promuove la
spermatogenesi; l ormone lutenizzante (LH), che nelle femmine stimola
l ovulazione e la formazione del corpo luteo, mentre nei maschi promuove
la secrezione di testosterone ed il rilascio degli spermatozoi.
Attraverso gli ormoni tropici
l ipofisi quindi coordina buona
parte delle funzioni ormonali
dell organismo
b) Il lobo posteriore (neuroipofisi),
formato da tessuto nervoso,
accumula e libera due ormoni
prodotti dall ipotalamo
L ormone antidiuretico ADH
(detto anche vasopressina),
interviene nell equilibrio idrico,
riducendo il volume dell urina
prodotta ed aumentandone la
concentrazione
Ormoni secreti dall ipofisi anteriore
L ossitocina, stimola le contrazioni dell utero al momento del parto.
Come già detto, quest ormone è regolato da un meccanismo a feed back
positivo
Tiroide
Posta nel collo, davanti alla laringe, secerne due
ormoni
Tiroxina, chimicamente simile alla tirosina,
contiene iodio, e stimola tutti i processi
metabolici, accelerando la respirazione cellulare.
L individuo ipertiroideo, tende ad essere magro,
nervoso ed attivo; viceversa l ipotiroideo tende
ad essere grasso, abulico ed apatico
La produzione di tiroxina è controllata da un
complesso sistema a feed back negativo, che
coinvolge ipotalamo e adenoipofisi
La calcitonina, contribuisce a regolare la
presenza di calcio nel sangue, inibendo la
liberazione di questo minerale dalle ossa, quando
la sua concentrazione ematica aumenta.
Paratiroidi
Grandi quanto un pisello, si trovano dietro ed all interno
della tiroide; secernono l ormone paratiroideo o
paratormone, che aumenta la concentrazione ematica del
calcio, favorendone il rilascio da parte delle ossa ed il
riassorbimento da parte dei reni
L equilibrio fisiologico del Ca è
controllato da calcitonina e
paratormone, ormoni antagonisti
Il Ca è coinvolto in numerosi processi, tra cui
la contrazione muscolare. Una perdita
eccessiva da parte delle ossa ne aumenta la
fragilità, conducendo all osteoporosi
Regolazione della concentrazione del calcio nel sangue
Calcitonina
La
tiroide
libera
calcitonina
Stimola il
deposito di ioni
Ca2+ nelle ossa
Stimolo:
Riduce
l assorbimento
di ioni Ca2+ nei reni
Diminuiscono gli ioni Ca2+ nel sangue
l aumento
del livello
ematico
di ioni Ca2+
Omeostasi: normale livello ematico del calcio
(circa 10 mg/100ml)
Stimolo: la
diminuzione
del livello
ematico di
ioni Ca2+
Aumentano gli ioni Ca2+ nel sangue
Vitamina D
attiva
Le ghiandole
paratiroidi rilasciano
paratormone
Stimola il rilascio
di ioni Ca2+
dalle ossa
Figura 21.6
Aumenta
l assorbimento
di ioni Ca2+nei reni
Aumenta
l assorbimento
di ioni Ca2+
nell intestino
paratormone
Ghiandola
paratiroide
Pancreas
Ghiandola esocrina dell apparato digerente,
contiene regioni di tessuto endocrino,
denominate isole di Langherhans, secernenti
due ormoni antagonisti che regolano la
concentrazione ematica del glucosio (glicemia)
Insulina, abbassa la glicemia,
favorendo l assorbimento del
glucosio nel fegato e nei muscoli (ove
è convertito in glicogeno) e nel
tessuto adiposo (ove è convertito in
grassi)
Glucagone, ha effetti opposti all insulina; fa infatti
aumentare la glicemia, favorendo la conversione del
glicogeno e dei grassi in glucosio.
La glicemia è uno dei parametri omeostatici fondamentali, cui sono legati gli
scambi di glucosio e di liquidi tra sangue e tessuti
Regolazione della concentrazione del glucosio nel sangue
Insulina
Il pancreas
è stimolato a liberare
insulina nel sangue
Stimolo:
il livello ematico di
glucosio aumenta
Le
cellule del corpo
assorbono più
glucosio
Il fegato
preleva dal
sangue glucosio
e lo immagazzina
in forma di glicogeno
Omeostasi: normale livello ematico di glucosio
(circa 90 mg/100ml)
Si ristabilisce il corretto
livello di glucosio ematico:
diminuisce lo stimolo
per la liberazione di glucagone
Il fegato
demolisce
il glicogeno e libera
glucosio nel sangue
La glicemia cala fino a un
punto critico: diminuisce lo
stimolo per la liberazione
di insulina
Stimolo:
Il livello ematico
di glucosio cala
Il pancreas
è stimolato a
liberare glucagone
nel sangue
Glucagone
Le ghiandole surrenali, poste alla sommità di
ciascun rene, sono formate da due porzioni che
differiscono per la struttura e gli ormoni che
secernono
Midollare surrenale
Parte centrale della surrenale, formata da
tessuto nervoso; attivata dal sistema nervoso
simpatico, rafforza l azione di questo quando
l organismo si trova in condizioni di stress che
necessitano rapide risposte del tipo
combattimento o fuga
Secerne adrenalina e noradrenalina che, tramite meccanismi
diversi, aumentano le risorse di cuore, cervello e muscoli
scheletrici, gli organi più importanti per fuggire o combattere.
Aumentano la pressione sanguigna, rafforzando le contrazioni
cardiache e costringendo i capillari della pelle e degli organi
interni; inoltre aumentano la glicemia, favorendo la scissione del
glicogeno nel fegato e nei muscoli, e la lipolisi nel tessuto adiposo.
Corteccia surrenale
Parte periferica della surrenale, formata da tessuto epiteliale; è attivata
dall ormone adenocorticotropico e secerne diversi ormoni steroidei
Aldosterone: regola il riassorbimento renale degli ioni.
Cortisolo: assieme ad altri ormoni simili, tra cui il cortisone,
favorisce la produzione di glucosio, a partire dalle proteine e
dai grassi, e ne riduce l utilizzo da parte delle cellule, tranne
quelle di cuore e cervello; favorisce così l attività di questi due
organi a spese di altre parti del corpo.
Il cortisolo viene secreto in quantità durante i periodi di stress
prolungato (competizioni sportive, situazioni nuove, preparazione
di esami ecc.), e collabora con adrenalina e sistema nervoso
simpatico nell aiutare l organismo a superare queste fasi di
difficoltà. In grandi quantità il cortisolo, e gli altri ormoni ad esso
associati, agiscono sul sistema immunitario, riducendo talune sue
risposte troppo amplificate, come le allergie o gravi processi
infiammatori
Controllo delle risposte allo stress da parte degli ormoni surrenalici
Stress
Ghiandola
surrenale
Rene
Midollare
surrenale
Corticale
surrenale
Impulsi
nervosi
Midollo spinale
(sezione trasversale)
Ipotalamo
Ormone di rilascio
Adenoipofisi
Cellula
nervosa
Vaso sanguigno
Cellula
nervosa
Midollare
surrenale
Adrenalina e
noradrenalina
Risposta a breve termine allo stress
1. Demolizione del glicogeno; aumento del
glucosio ematico
2. Aumento della pressione sanguigna
3. Aumento del ritmo respiratorio
4. Aumento del tasso metabolico
5. Modificazioni del flusso sanguigno, con
conseguente aumento dello stato di
attenzione e diminuzione dell attività digestiva
e renale
ACTH
Corticale surrenale
ACTH
Aldosterone
Cortisolo
Risposta a lungo termine allo stress
Aldosterone
1. Ritenzione di ioni
sodio e di acqua a
livello renale
2. Aumento del
volume del sangue e
della pressione
sanguigna
Cortisolo
1. Demolizione di
proteine e grassi e
loro trasformazione in
glucosio con aumento
conseguente della
glicemia
2. Possibile depressione
del sistema immunitario
Le gonadi sono organi specializzati per la riproduzione (generano i
gameti). Secernono inoltre ormoni steroidei, che controllano la maturazione
sessuale, favoriscono la produzione dei gameti e, nella donna, provocano i
cambiamenti fisiologici connessi col ciclo mestruale e la gravidanza.
Testicoli
Secernono testosterone, ormone
attivo sia sulla spermatogenesi,
che sullo sviluppo ed il
mantenimento dei caratteri
sessuali secondari del maschio.
Ovaie
Secernono progesterone e estrogeni,
che regolano le fasi del ciclo mestruale,
favoriscono i cambiamenti del corpo
associati alla gravidanza e controllano
la maturazione sessuale nella donna.
•  Donne: possibile ruolo terapeutico dell Estrogeno nella
schizofrenia
Kulkarni J et al, Arch Gen Psychiatry 2008; 65: 955-960
– 
Uno studio, condotto da Ricercatori del The Alfred and
Monash University a Melbourne in Australia, ha confrontato
l’efficacia dell’Estrogeno per via transdermica o del placebo
nel trattamento dei sintomi psicotici acuti nelle donne già in
trattamento con antipsicotici. Allo studio hanno preso parte
102 donne in età fertile, affette da schizofrenia.I sintomi
psicopatologici sono stati valutati a cadenza settimanale
mediante la scala PNSS ( Positive and Negative Syndrome
Scale ).L’aggiunta di 100 microg di Estradiolo per via
transdermica ha ridotto in modo significativo i sintomi
positivi e psicopatologici generali ( entrambi p<0.05 ) nel
corso dei 28 giorni di trattamento.
Da questo studio, l’Estradiolo appare essere un utile
trattamento per le donne con schizofrenia e può
rappresentare una terapia aggiuntiva nelle malattie mentali
gravi.
Ghiandola
Ipofisi
anteriore
Ormone
Azione
Somatotropina
Regola accrescimento corporeo
Prolattina
Adenocorticotropico
Tireotropico
Stimola produzione latte materno
Stimola la corteccia surrenale
Stimola la tiroide
Follicolo stimolante (FSH)
Femmine: stimola crescita follicoli ovarici, secrezione estrogeni,
ovulazione. Maschi: stimola spermatogenesi
Femmine: stimola ovulazione e formazione corpo luteo. Maschi:
stimola secrezione testosterone e rilascio spermatozoi
Lutenizzante (LH)
Ipotalamo (l
ipofisi
posteriore accumula e rilascia)
Ipotalamo
Tiroide
Paratiroidi
Pancreas
Antidiuretico
Ossitocina
Inibitori ormoni ipofisari
Tiroxina
Calcitonina
Paratormone
Regola l equilibrio idrico
Stimola contrazioni uterine nel parto
Stimolano l attività dell ipofisi anteriore
Inibiscono l attività dell ipofisi anteriore
Stimola processi metabolici
Abbassa la calcemia
Innalza la calcemia
Insulina
Abbassa la glicemia
Fattori rilascio ormoni ipofisari
Glucagone
Corteccia surrenale Adrenalina, noradrenalina
Aldosterone
Midollare surrenale
Cortisolo e altri steroidi
Testicoli
Testosterone
Ovaie
Estrogeni e progesterone
Innalza la glicemia
Aumentano pressione sanguigna e glicemia
Controlla l equilibrio salino
Agisce nello stress di lungo periodo
Regola spermatogenesi e sviluppo sessuale
Regolano gametogenesi, sviluppo sessuale,
ciclo mestruale e gravidanza
Identità sessuale
e identità e ruolo di genere
L'identità sessuale è costituita dalle
caratteristiche sessuali biologiche di una
persona: cromosomi, genitali esterni, genitali
interni, composizione ormonale, gonadi e
caratteristiche sessuali secondarie, che,
quando nello sviluppo costituiscono un quadro
coerente, non lasciano dubbi sul proprio sesso.
•  La sessualità è un fenomeno complesso che
coinvolge influenze psicologiche, biologiche e
culturali decisive per il riconoscimento e la
costruzione del proprio ruolo sociale.
L esistenza, la coesistenza dei due sessi, e il
loro differenziamento, non solo per aspetti
genetici, anatomici e funzionali, ma anche per
la storia personale di esperienze e vissuti,
contribuiscono a delineare il concetto di sesso.
Intorno a questo concetto, nella moderna
sessuologia, ruotano altri due elementi:
il primo elemento è l'identità di genere
cioè la sensazione soggettiva di una persona
di essere maschio o femmina.
All'età di 2-3 anni, la persona deve ancora
sviluppare il senso di appartenenza al sesso
maschile o femminile. L'identità di genere,
"connota gli aspetti psicologici del
comportamento correlati alla mascolinità e alla
femminilità… il genere come fattore sociale e
il sesso come un fattore biologico (R.
Stoller) "Più spesso le due cose sono
relativamente congrue, cioè i maschi agiscono
da maschi e le femmine da femmine".Tuttavia il
sesso e il genere possono svilupparsi in modi
conflittuali o addirittura opposti. L'identità di
genere deriva da una serie quasi infinita di
indicazioni derivate dalle esperienze con
familiari, insegnanti, amici e colleghi di lavoro e
da fenomeni culturali.
•  Tutti gli embrioni di mammiferi, sia
geneticamente maschili (genotipo XY) che
femminili (genotipo XX), sono anatomicamente
femminili durante i primi stadi della vita fetale.
La differenziazione del maschio dalla femmina
deriva dall'azione degli androgeni fetali;
l'azione inizia circa alla sesta settimana di vita
embrionale e viene completata verso la fine del
terzo mese. Negli animali, la stimolazione
ormonale prenatale del cervello è necessaria
per il comportamento riproduttivo maschile e
femminile. Il feto è inoltre vulnerabile agli
ormoni androgeni somministrati per via
esogena durante questo periodo.
•  Le caratteristiche fisiche che derivano dal
sesso biologico di una persona - interagiscono
con stimoli, psico educazionali dei genitori, per
stabilire l'identità di genere. Pertanto la
formazione dell'identità di genere deriva da
gli atteggiamenti parentali e culturali e da una
influenza genetica che è attiva fisiologicamente
entro la sesta settimana di vita fetale. Sebbene
le influenze familiari, culturali e biologiche
possano complicare la formazione di un senso
di mascolinità o femminilità, gli individui
solitamente sviluppano una sensazione
relativamente certa di identificazione con il
proprio sesso biologico - ovvero una stabile
identificazione di genere.
•  Il secondo elemento è invece il ruolo di
genere, ovvero l espressione esteriore
dell identità di genere, l insieme di tutti quei
messaggi che qualsiasi individuo, maschio o
femmina che sia, invia al mondo esterno
manifestando così la propria sessualità.
L identità di genere diventa pertanto la
percezione introspettiva, tutta personale, del
ruolo di genere. La biologia, imponendo i suoi
ritmi e le sue tappe, si presenta con rigorosa
puntualità alle varie scadenze della vita: la
pubertà, la riproduzione e la terza età. Sono
proprio queste le tappe critiche in cui l identità
e il ruolo di genere vengono messi alla prova,
subendo così una vera e propria verifica.
•  Dall esito felice o meno di queste verifiche
scaturisce la percezione del concetto di salute
sessuale da intendere, in definitiva, come
l integrazione degli aspetti somatici, affettivi,
intellettuali e sociali dell essere sessuato
realizzata secondo lo sviluppo di modalità che
valorizzano la persona, la comunicazione e
l amore .
•  Uno studio del Karolinska Institut su
90 volontari: 50 eterosessuali e 40
omosessuali, equamente divisi fra
uomini e donne. Le immagini di PET
e RMN hanno dimostrato che donne
e omosessuali hanno i due emisferi
del cervello di dimensioni identiche,
mentre uomini e lesbiche condividono
un emisfero destro più grande del
sinistro. Stesse similitudini sono state
evidenziate anche rispetto ai percorsi
che i segnali elettrici seguono
all interno dell amigdala, l organo
del cervello legato all emotività.
Il cervello di una persona
omosessuale funziona in modo simile
a quello del sesso desiderato. Questa
somiglianza però non si sa se sia la
causa dell omosessualità,
avvalorando quindi l ipotesi che
l orientamento sessuale sia fissato
durante lo sviluppo neuronale, o se
non ne sia piuttosto l effetto. Gli
scienziati propendono, quindi, per la
natura innata dell omosessualità e
attribuiscono un ruolo determinante
agli ormoni di scambio nel ventre
materno.