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MARTEDÌ 8 NOVEMBRE / LOUISE SIBOURD - MANUELA KRISCAK
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LOUISE SIBOURD - MANUELA KRISCAK / MARTEDÌ 8 NOVEMBRE
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la sua musica, tra cui le sue composizioni per pianoforte
Poesia verticale, dodici poemi per pianoforte, composti tra
1997 e 2011.
(Melodien per orchestra, Concerto da camera per 13 strumentisti, Doppio concerto per flauto e oboe, San Francisco Poliphony per orchestra. Nel 1974, su commissione dell’Opera
di Stoccolma, inizia la composizione di Le Grand Macabre
dramma grottesco di Michel de Ghelderode, che terminerà nel 1978. Una delle opere sceniche più importanti del
ventesimo secolo. Dal 1980 accanto al Concerto per pianoforte e orchestra (1985-1988), si dedica maggiormente alla
composizione di musica da camera (Trio per corno, violino
e pianoforte, Drei Phantasien per coro misto, Loop per viola, Nonsense Madrigals per coro a cappella, Sonata per viola
sola ). Riceve numerose onorificenze (Premio Ravel – Parigi, Premio Bela Bartok – Budapest, Prix Arthur Honegger, Croce d’onore per la Scienza e l’Arte della Repubblica
d’Austria, Dottore ad honorem dell’Università di Amburgo, Commandeur dans l’Ordre National des Arts et Lettres
– Parigi, Premio Imperiale – Tokio, Premio Siemens, Membro onorario dell’American Academy of Arts and Sciences,
Premio Musicale della Fondazione Wolf – Gerusalemme,
Premio Sibelius – Helsinki).
S’impegna in ricerche su strutture ritmiche complesse e
stratificate, spesso derivate dalla musica per xilofono africana. Queste esperienze e il virtuosismo tecnico del pianista francese Pierre Laurent Aimard gli ispirano la composizione del ciclo in progress degli Sudi per pianoforte, in 3
volumi, che, iniziati nel 1985, concluderà nel 2001.
Ligeti è morto a Vienna nel giugno del 2006. E’ uno dei
capisaldi della storia della musica del XX secolo. A Ligeti,
sempre curioso per le novità, interessava qualsiasi musica,
africana, asiatica, Jazz, Jodel, organetti messicani, piano
elettronico, ma era anche interessato alle novità dell’informatica, matematica, le illusioni ottiche di Escher, la geometria frattale di Mandelbrot. Ligeti, distanziandosi dallo Strutturalismo, ha aperto la strada, specialmente con le
sue prime opere, a nuove dimensioni del suono, ottenute
con una polifonia a dimensione sferica, estremamente
densa che lui chiama “micropolifonia”. Ma non si è fermato
qui. Come nelle varie fasi dell’arte di Strawinsky o di Picasso, l’arte di Ligeti ha molti stili diversi, evitando sempre le
György Ligeti è nato in Transilvania (Romania) nel 1923, da
una famiglia ebraica ungherese. Ha perso il padre e il fratello nei campi di sterminio. Comincia a suonare e a comporre a quattordici anni. Dal 1945 al 1949 studia al Conservatorio di Budapest con Sandor Veress, Ferenc Farkas, Pal
Jardanyi e Lajos Bardos. Voleva studiare anche Fisica, ma
come ebreo non gli fu permesso. La matematica tuttavia
è rimasta un elemento fondamentale del suo essere, analitico e preciso. Dal 1950 al 1956 insegna al Conservatorio
di Budapest, ma in seguito alla rivolta ungherese fugge in
Austria. In quel periodo compone le Sei bagatelle per quintetto di fiati, uno dei suoi pezzi più eseguiti. Nella capitale
austriaca, città dove è rimasto per 10 anni senza pianoforte, scrive le sue composizioni nei caffè viennesi dove si poteva stare tutto il giorno con una bevanda e corregge bozze per la Universal Edition di Emil Hertza. Lì ha composto
pezzi per orchestra fondamentali per la musica moderna:
Apparitions (1958) e Atmosphères (1961). Nel 1957/1958 lavora anche a Cologna nello studio elettronico del WDR dove
nasce Artikulation, composizione elettronica.
Dal 1959 fino al 1969 insegna come professore ospite e in
corsi di composizione in Svezia, Spagna, Olanda, Germania (Amburgo dove vive dal 1973 in poi), Finlandia, USA,
Italia, Francia. In questi dieci anni, durante i quali riceve
il Premio della Koussevitzky Foundation di Washington,
1965) compone alcune opere importanti, che lasciano il
segno nella storia della musica: Aventures per 3 cantanti
e 7 strumentisti, Nouvelles Aventures, Volumina per organo, Lontano per grande orchestra, Poème symphonique per
cento metronomi, Lux aeterna per 16 voci, Concerto per violoncello e orchestra, Continuum per clavicembalo, Ramifications per orchestra d’archi. Alcune di queste utilizzate
(senza autorizzazione dell’autore) da Stanley Kubrik per
il suo film 2001: Odissea nello spazio. Dal 1970 al 1974 si dedica interamente all’insegnamento e alla composizione