PPRREEVVEN ENZZIIO DII SSEECCO ON NEE N ON NEELLLLEE SSCCU ND DO OG GRRAAD DO UO O OLLEE SSEECCO ON ND DAARRIIEE D D MEESSSSEE MAALLAATTTTIIEE SSEESSSSU DEELLLL’’AAIID DSS EE D UAALLM MEEN DEELLLLEE AALLTTRREE M NTTEE TTRRAASSM IILL PPRRO OG GEETTTTO O PREMESSA EPIDEMIOLOGICA Negli ultimi anni si sta assistendo ad una inversione di tendenza: in alcuni Paesi Occidentali stanno tornando ad aumentare i casi di infezione da HIV. In Svizzera, per esempio, hanno evidenziato un marcato aumento dei test risultati positivi all’infezione da HIV (aumento del 25% nel 2002 rispetto al 2001). Anche negli USA le nuove diagnosi di infezione sono aumentate di circa 1'8% dal 1999 al 2001 e nel 2002 i casi di AIDS sono aumentati dell'1.3% nel 2002 rispetto al 2001. Lo stesso trend si osserva nel Regno Unito, dove si sta registrando un aumento considerevole del numero di test positivi per l'HIV: tra il 1999 e il 2002 un aumento del 75% e anche le ultime statistiche del 2003 confermano tale incremento. In Italia sono 58.000 i casi di AIDS segnalati in Italia dal 1982 al 31 dicembre 2006, oltre 35.000 quelli mortali; dopo anni di continua diminuzione, dal 2001 i nuovi casi di AIDS diagnosticati si sono praticamente stabilizzati. Nel Veneto i casi di AIDS registrati dall'inizio dell'epidemia sono 3.200 e centinaia sono ancora i nuovi casi di infezione da HIV registrati ogni anno. Il serbatoio dell'infezione da HIV è ancora ampio: si stima che i sieropositivi nel nostro Paese siano circa 120.000. I sistemi di sorveglianza delle nuove diagnosi di infezione da HIV, per ora attivi solo in alcune regioni, tra cui il Veneto, mostrano una stabilizzazione dell'incidenza negli ultimi 3 anni, circa 2000 casi; non si assiste quindi ad una ulteriore riduzione. Nel Veneto sono circa 3000 i casi di AIDS registrati dall'inizio dell'epidemia e sono ancora molte decine i nuovi casi di infezione da HIV all'anno (circa 150 nel 2002). I dati attuali confermano come negli ultimi anni si sia verificata una riduzione dell'importanza della tossicodipendenza come fattore di rischio, mentre sia aumentata la proporzione relativa di casi attribuibili a trasmissione eterosessuale, con un aumento relativo di casi tra il sesso femminile, confermando il passaggio dal concetto di "categorie a rischio” a quello di "comportamento a rischio”. Questa malattia, sicuramente grave e con decorso incerto nonostante i progressi delle terapie e l'obiettivo di un vaccino tra qualche anno, non è pertanto scomparsa e continuano inoltre ad esserci, nella nostra Regione, decine di casi, che con l'informazione e i comportamenti corretti, potrebbero essere facilmente evitati. Peraltro anche i dati attualmente disponibili per le altre Malattie a Trasmissione Sessuale (MST), pur non essendoci al momento attuale nella maggior parte dei Paesi informazioni certe sulla epidemiologia, segnalano una forte incidenza di rischi per gli adolescenti, specialmente per quanto riguarda il Papillomavirus, responsabile di condilomi e carcinomi del collo dell’utero e la Clamidia, responsabile poi di sterilità future per danni irreversibili delle tube uterine. Questo perché dal 1995 si è drasticamente ridotta l’emergenza AIDS, grazie ai farmaci che hanno trasformato l’infezione da malattia fatale a malattia cronica, mentre poco si è fatto, soprattutto a livello dei mezzi di comunicazione di massa, per mantenere alta l’informazione ed i livelli di autoprotezione. È quindi fondamentale non abbassare la guardia e continuare ad investire sulla prevenzione, con programmi di educazione alla salute della popolazione, in particolare per i giovani, svolti capillarmente in modo costante e diffuso. IL RAZIONALE DEL PROGETTO Per tutte queste considerazioni il progetto si propone di intervenire nella fascia d'età adolescenziale (14 -18 anni), in particolare con gli studenti delle classi 3° superiori: tale target è stato scelto sia perché copre un'ampia percentuale della popolazione target (quasi il 90%), sia per l'elevato coinvolgimento emotivo nelle problematiche connesse (la sfera affettiva e sessuale), sia perché si tratta di una fascia di popolazione ancora in formazione sul piano della strutturazione della personalità, con idee e comportamenti meno stereotipati e rigidi e quindi più facilmente modificabili con interventi di sensibilizzazione, approfondimento e educativi. Il Pacchetto Educativo Integrato, che viene applicato senza soluzione di continuità dall’a.s. 2000 - 2001, è frutto di un Progetto Sperimentale della Regione Veneto che ha visto coinvolte nel triennio 2000-2003 4 Aziende ULSS (nr. 4 “Alto Vicentino, 12 “Veneziana”, 13 “Mirano” e 19 “Adria”), coordinate dal dott. Fabrizio Guaita, Direttore del SEPS (Servizio Educazione e Promozione della Salute) dell'Azienda ULSS 13. Il gruppo inter-ULSS, composto da un numero ristretto di operatori rappresentanti delle 4 ULSS coinvolte nel Progetto sperimentale, si è incontrato sistematicamente per elaborare il programma di intervento complessivo. Diversi sono gli aspetti sui quali il gruppo ha riflettuto: la tematica AIDS, il target di riferimento (gli adolescenti), come fare prevenzione, quali strumenti utilizzare, in quale contesto affrontare la tematica, quali figure professionali impegnare. OBIETTIVI OBIETTIVI GENERALI & & mantenere bassi i tassi di incidenza dell’infezione HIV negli adolescenti; aumentare la consapevolezza e modificare il livello di percezione del rischio da parte degli stessi. OBIETTIVI SPECIFICI Di Comportamento facilitare l’adozione di comportamenti preventivi dell’infezione da HIV; aumentare la disponibilità ad affrontare correttamente la tematica con gli adolescenti da parte delle figure intermediarie significative (insegnanti, operatori socio-sanitari, rappresentanti degli studenti). Educativi aumentare le conoscenze sul tema, modificando gli atteggiamenti connessi; fornire strumenti aggiornati, didatticamente efficaci e facilmente applicabili da parte delle figure intermediarie; intervenire sulle fasi di strutturazione dei pregiudizi e delle resistenze alla modifica di comportamenti a rischio; promuovere una riflessione sui temi dell’integrazione sociale delle persone sieropositive. OBIETTIVI DI RISULTATO definire un modello di intervento efficace, facilmente riproducibile nelle altre Aziende ULSS; definire strumenti, bisogni ed attenzioni organizzative necessarie per applicare l’intervento educativo in tutte le Aziende ULSS della Regione Veneto. ALCUNE RIFLESSIONI EPISTEMOLOGICHE E OPERATIVE Nell’elaborare il progetto, tenendo conto dell’argomento e del target di adolescenti, nel costruire i percorsi formativi presenti nel Progetto si è tenuto conto di diversi fattori: ¾ la promozione della salute, a partire da quella riproduttiva, tra gli/le adolescenti rappresenta una priorità assoluta in sanità pubblica, perché costituisce l’intervento con più alto valore aggiunto se si tiene conto che si ha a che fare con la sezione di popolazione che sta meglio, che è coinvolta nel processo della formazione e che quindi maggiormente può valorizzare il proprio patrimonio di salute e può irradiare, come vettore di promozione della salute, conoscenze, competenze e consapevolezze all’intera comunità sociale; ¾ l’argomento “AIDS” si intreccia con una serie di esperienze culturali, temi etici, scelte di vita, paure e pregiudizi, determinando situazioni di alto impatto emotivo e affettivo. Infatti è ancora molto radicata la convinzione che il problema dell’infezione da HIV è qualcosa che riguarda solo alcune categorie di persone ed in special modo tossicodipendenti e omosessuali. Questa convinzione fa sì che si incontrino molte resistenze negli interlocutori che vanno ad aggiungersi a quelle relative alla sfera affettiva e sessuale, necessariamente coinvolte e già di per sé di difficile approccio; ¾ gli adolescenti in particolare, solitamente bisognosi di sperimentarsi nell’agire, iniziano ad approcciarsi con l’esperienza sessuale, assumendo spesso comportamenti a rischio sia in questo ambito che in generale; pertanto, costruire il percorso formativo nel suo insieme ha richiesto un lavoro stimolante ma faticoso di riflessione, attenzioni, equilibri; ¾ l’informazione, quindi, è solo uno degli aspetti dell’intervento preventivo e – soprattutto quando rivolta agli adolescenti - per essere efficace va legata a contesti di vita, deve essere centrata su esperienze affettive “forti”, deve attivare curiosità, partecipazione e responsabilità: in altre parole è importante affrontare le tematiche relative all’infezione da HIV senza spaventare, creando inutili allarmismi; ¾ se la qualità della comunicazione - non direttiva, modulata per superare le barriere sociali e culturali, basata sul rispetto e sull’empatia - è condizione necessaria per un programma di promozione della salute, l’offerta attiva delle attività costituenti il programma a tutta la popolazione “bersaglio” è la modalità organizzativa che può garantire l’impatto di sanità pubblica, e offre il primo test per la qualità della comunicazione1; ¾ nel campo della salute è utile tener conto del fatto che le scelte personali ed i comportamenti non sono solo il frutto dell’informazione, ma verosimilmente sono dettate da conoscenze vecchie e nuove, da fattori culturali ed etici, da luoghi comuni assimilati nei diversi contesti di vita; ¾ ma una comunicazione efficace deve anche guardarsi dal minimizzare mentre approfondisce situazioni quali la relazione fra sessi, le capacità assertive, le scelte in campo sessuale, i pregiudizi, facendo quindi emergere le risonanze affettive dell’argomento; ¾ il gruppo può essere un buon strumento ai fini della prevenzione, in quanto può svolgere una funzione di contenitore e amplificatore delle informazioni permettendo, attraverso il confronto guidato, una maggiore assimilazione dei contenuti in funzione dei comportamenti; ¾ se l’offerta attiva è la chiave di volta dei programmi di promozione della salute, l’essere gli/le adolescenti nella fase formativa e quindi scolarizzati, facilita i processi del coinvolgimento. I corsi di informazione ed educazione sessuale vanno offerti a tutta la popolazione scolarizzata (almeno per una specifica fascia di età); in particolare si è scelto di intervenire nelle terze classi della scuola superiore, ritenendo che i ragazzi sedicenni avessero già affrontato (a scuola, se non personalmente) i temi della sessualità; 1 Serena Donati, Michele E. Grandolfo, “Conoscenze, attitudini e comportamenti degli adolescenti riguardo le malattie sessualmente trasmesse: indagine nazionale” - IX Congresso A.GI.CO. Roma 29-31 Ottobre 2002 ¾ le figure professionali che sono sembrate più adeguate all’espletamento del progetto sono state quelle di formazione psicopedagogica e sanitaria, combinate in coppia. Sulla base di queste riflessioni e coordinate epistemologiche il gruppo inter ULSS si è orientato fin dall’inizio su un progetto di lavoro che contemplasse, insieme all’informazione, momenti di discussione, giochi, simulate, strumenti interattivi mirati ad attivare il protagonismo e la messa in gioco dei ragazzi. ATTIVITÀ ED AZIONI IIN NTTII A EN VE A RV ER OLLA UO NTTE CU AS SC Sul piano operativo il progetto prevede l'applicazione agli studenti delle classi coinvolte di un modulo di intervento di I° livello, comprendente sia aspetti informativi che un approfondimento delle tematiche e delle possibili opzioni preventive, utilizzando modalità di tipo attivo ed animativo, con l'obiettivo di modificare atteggiamenti e migliorare le abilità preventive. In molte scuole superiori, poi, sono stati attuati interventi di rinforzo e/o di supporto di secondo livello. La struttura degli interventi è la seguente: Interventi di I° livello (Pacchetto Educativo Integrato): attuazione di un modulo nelle classi 3° superiori, utilizzando modalità di tipo attivo ed animativo, con l’obiettivo di modificare atteggiamenti e migliorare le abilità preventive. Ogni intervento prevede due incontri di 2 ore (scolastiche) ciascuno, condotti da due operatori specificamente preparati, possibilmente uno con formazione sanitaria e uno di formazione psicoeducativa. Gli strumenti che vengono utilizzati nel percorso didattico sono: 39 lucidi informativi, suddivisi in 5 aree tematiche: NOZIONI SULL’INFEZIONE E SULLE MODALITÀ DI TRASMISSIONE (lucidi nn. 1 -14) LE MALATTIE SESSUALMENTE TRASMESSE (lucidi nn. 15 -16) IL TEST E LE MODALITÀ DI ESECUZIONE (lucidi nn. 17 – 22) LE SCELTE DI PREVENZIONE A DISPOSIZIONE (lucidi nn. 23 – 32) ALCUNI DATI EPIDEMIOLOGICI (lucidi nn. 33 – 39) E' utile ricordare che il lucido è un supporto per l'operatore: va illustrato con le parole, animato con la voce e i gesti, non va letto. Il linguaggio usato deve essere chiaro e possibilmente semplice; per assicurarsi di essere capiti si possono porre domande che sono utili anche per sollecitare e mantenere l'interesse. Parte animativa: giochi-stimoli, esercitazioni e filmati da utilizzare nello svolgimento dei percorsi didattici: APPROCCIO ALL’ARGOMENTO (ATTIVITÀ “ROMPIGHIACCIO”) 1. brain-storming 2. gioco-stimolo delle statue 3. gioco-stimolo dei comportamenti a rischi APPROCCIO AI PREGIUDIZI 1. genere maschile e femminile 2. la sedia della verità 3. la palestra (“la signora Clelia”) ESERCITAZIONI SUGLI ATTEGGIAMENTI 1. i punti di vista 2. ostacoli e soluzioni Ogni scheda contiene una lista di affermazioni che rispecchiano luoghi comuni e opinioni diffuse tra i giovani. Queste non sono né giuste né sbagliate, non si tratta di individuare la risposta corretta, ma di esprimere accordo o disaccordo. Le frasi formulate sono state tratte sia dall'esperienza diretta con i ragazzi che da ricerche e studi. Questo lavoro prevede una prima fase individuale, per facilitare la riflessione, una fase intermedia di discussione in sottogruppo e una finale in plenaria di approfondimento delle tematiche con la facilitazione del conduttore. Tale strumento consente ai ragazzi di esprimere le proprie idee confrontandosi con gli altri, avendo quindi modo di affrontare i diversi aspetti della sessualità. RINFORZO DELL’ASSERTIVITÀ 1. brainstorming sulle caratteristiche verbali e non verbali dei comportamenti “assertivo”, “passivo”, “aggressivo” 2. foglio di riflessione per studenti “Sono assertivo?” 3. gioco-stimolo “Forzare ed essere forzati” 4. gioco-stimolo “spostati” I BRANI VIDEO “THAT’S LIFE” 1. La mia Gibuzi 2. La macchina 3. L’appartamento di Isabella 2 schede di lavoro per il confronto delle opinioni e la modifica degli atteggiamenti: “OSTACOLI ALLA PREVENZIONE” e “PUNTI DI VISTA”. IIN NTTII D OE O EN OD VE RTTO RZZO RV OR OR ER ELLLLO PO VE PP OD NFFO NTTE UP DII IIII°° LLIIV DII S SU E//O DII R RIIN Alcune esperienze pilota che sono risultate delle buone pratiche da utilizzare riguardano: testimonianza: interventi con persone sieropositive in classe, rivolti agli studenti delle terze superiori già target del programma di prevenzione HIV (ULSS 4); interventi di peer - education in cinque classi quarte del liceo scientifico G. Bruno di Mestre (ULSS 12); eventi in occasione della Giornata mondiale di lotta all’AIDS: nel polo scolastico superiore di Mirano, rivolti a 2500 studenti, con l’utilizzo di tecniche animative e di peer - information (ULSS 13); interventi di sensibilizzazione ed informazione con i genitori degli studenti coinvolti nell’attività in classe (ULSS 13). V EE NE ON A CA AZZIIO UTTA RIIFFIIC ALLU ER VA EV VE L’attività di valutazione e verifica prevedeva l’utilizzo di diversi strumenti, in diverse fasi operative: una prima valutazione dell'intervento viene effettuata già dalla coppia di operatori in classe, attraverso l'osservazione degli studenti rispetto ai temi che maggiormente avevano interessato i ragazzi e prodotto una partecipazione attiva; è inoltre prevista la somministrazione di un questionario d’entrata (pre-test) ed uno d’uscita (post-test), volti a sondare le possibili modifiche attivate dall'intervento sia sul piano delle conoscenze che sul piano delle intenzioni di comportamento; tali strumenti permettono inoltre ai ragazzi di formulare delle domande scritte e in anonimato che vengono raccolte da un insegnante prima degli incontri; con tale strumento, infine, è stato possibile (nella fase sperimentale) analizzare i principali indicatori di fattibilità, sostenibilità e riproducibilità dell’intervento; a medio termine: dopo due anni, con alcuni focus groups rivolti a studenti delle classi quinte, volti a valutare il livello di utilità del progetto per i ragazzi e le eventuali proposte di miglioramento; a lungo termine (5 – 10 anni), gli strumenti di verifica prevedono la raccolta di indicatori di tipo sanitario, quali la riduzione delle interruzione volontarie di gravidanza presso le strutture consultoriali, la diminuizione dell’incidenza di nuovi casi di MST negli adolescenti e nei giovani adulti segnalati ai Dipartimenti di Prevenzione, la raccolta di indicatori di tipo economico, quali ad esempio l’andamento degli acquisti di preservativi nel territorio dell’ULSS in cui è stato effettuato l’intervento. LLA E NE ON AZZIIO MA RM A FFO OR Si ritiene opportuno sottolineare che la struttura organizzativa messa in atto per la realizzazione di questo progetto è stata già un momento formativo, in quanto ha posto in essere una situazione che ha permesso scambio e apprendimento di conoscenze e competenze. Infatti il discutere di aggiornamento e formazione fra figure professionali diverse e appartenenti a diversi servizi realizza in sé un evento formativo mentre ne progetta un altro. Peraltro era opportuno trovare gli strumenti per: costruire un gruppo di lavoro in grado di confrontarsi su un linguaggio comune e condiviso; aggiornare e uniformare le conoscenze relative agli aspetti sanitari dell’infezione da HIV; misurarsi con le proprie capacità di mettersi in gioco in un lavoro interattivo con le classi, “ascoltando” le proprie dimensioni affettive rispetto alla problematica posta; non era possibile affrontare un percorso di intervento se prima non lo si era “sperimentato su di sé”, confrontandosi sia con le proprie posizioni “etiche” e valoriali (ad es. su argomenti come l’omosessualità, la tossicodipendenza, l’uso del profilattico, la sessualità in adolescenza, la sofferenza…), sia con quelle posizioni pregiudiziali spesso inconsapevoli che determinano tuttavia una parte del “raccontare ed intervenire” (ad es. paure, superstizioni, esperienze..); sperimentare un modello integrato di intervento che toccasse ambiti cognitivi ed esperienziali diversi; valutare e tarare strumenti per la futura esperienza di intervento. L’evento formativo realizzato (2001) è stato comune per tutte le figure professionali coinvolte ed è stato distribuito su due giornate per il primo anno di progetto, con una giornata di approfondimento nel secondo anno di sperimentazione. Si è svolto seguendo due approcci diversi, in riferimento ai contenuti dello stesso: • per i contenuti di tipo sanitario, epidemiologico e relativi alle modalità di infezione da HIV la formazione è stata impostata in modo tradizionale, come trasmissione di conoscenze (lezioni frontali, relazioni, dati, lucidi e altro materiale di supporto); • per i contenuti di ordine culturale, sociale e relazionale è stato invece pensato e attivato un percorso più interattivo (brain storming, discussioni in gruppo, simulate, role plaiyng….), che permettesse, accanto alla trasmissione di contenuti, il confronto fra questi e le posizioni personali sulla tematica in esame. • • Per quanto riguarda la metodologia, appare importante segnalare che: il gruppo degli operatori in formazione rappresenta efficacemente l’ambiente classe con la sua ricchezza di interazioni e modalità espressive e relazionali diversificate; tale setting permette pertanto l’apprendimento di abilità specifiche per la conduzione di gruppi, in particolare classi di adolescenti; in relazione alla conduzione del gruppo classe si sono seguite diverse linee strategiche: la funzione degli operatori nel gruppo classe non può che essere quella di facilitatori, intesi come figure che all’interno della classe, promuovono la partecipazione di tutti i componenti, favoriscono l’espressione delle diverse opinioni, definiscono e mantengono il compito del gruppo; in questo senso attraverso la trasmissione di contenuti di tipo sanitario si cercava di far emergere gli aspetti emotivi ed il vissuto di cui i ragazzi erano portatori; la conduzione in coppia è apparsa quella più adeguata in quanto poteva veicolare più agevolmente conoscenze e competenze su diversi piani (sanitario e relazionale) che si integrano e si completano; la coppia può rappresentare un modello di integrazione fra parti diverse (cognitive e affettive) che viene trasmesso come stile di approccio e riflessione sulle problematiche in discussione; affinché questo modello relazionale diventi funzionale, è tuttavia necessario che ogni membro della coppia (oltre ad avere attenzione alla dinamica della classe), sia consapevole del proprio vissuto e attento alla relazione con l’altro membro della coppia per evitare messaggi contraddittori e/o squalificanti. Per facilitare questa abilità è stato elaborato un percorso di riflessione di coppia su schede specifiche che, attraverso una serie di item, aiutava gli operatori a confrontare e discutere posizioni e opinioni sulla tematica. ALLEGATI: ALCUNI STRUMENTI DI LAVORO 1. QUESTIONARIO D’ENTRATA (prima dell’inizio dell’intervento) 2. QUESTIONARIO D’USCITA (dopo almeno una settimana dalla conclusione dell’intervento) 3. GRIGLIA DI VALUTAZIONE DEGLI OPERATORI (sull’intervento effettuato in classe) 4. MATERIALE INFORMATIVO IN CLASSE UNITA’ LOCALE SOCIO – SANITARIA N. QUESTIONARIO PRE TEST-PROGETTO PREVENZIONE HIV a.s.200 / SCUOLA:__________________________________ CLASSE_______________ SESSO maschio femmina Tu sai che HIV è il nome del virus dell’AIDS e che “sieropositivo” è la persona portatrice del virus. Leggi ogni domanda. Segna la risposta che ti sembra più corretta. 1. Vero Solo una persona che ha sviluppato l’AIDS può trasmettere l’HIV. Falso Non so 2. Non c’è pericolo se si ha un unico rapporto sessuale senza preservativo 3. Puoi prendere l’HIV attraverso il bacio profondo 4. La pillola contraccettiva protegge dall’HIV e dalle malattie a trasmissione sessuale 5. Una persona che usa ecstasy o cocaina ha un maggiore rischio di prendere l’HIV per via sessuale 6. Si può prendere l’HIV vivendo nella stessa casa con una persona sieropositiva o con l’AIDS 7. Ci sono medicine a disposizione che possono aiutare a prolungare la vita di una persona che ha l’AIDS Leggi ogni affermazione e barra la casella che si avvicina di più al tuo sentire (1= per nulla d’accordo; 6 = totalmente d’accordo) 8. Avrei problemi ad avere come compagno/a di classe una persona sieropositiva 9. Farei il test dell’HIV se avessi avuto un rapporto sessuale non protetto 10. Nei mesi scorsi mi è capitato di parlare con i miei amici di HIV e/o AIDS moltissimi problemi 1 2 3 4 5 6 nessun problema mai 1 2 3 4 5 6 sempre mai 1 2 3 4 5 6 molto spesso - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - UNA DOMANDA DA FARE AGLI OPERATORI DELL’ULSS. Cerca di immaginarti nella situazione descritta. Barra la casella che scegli: (1= per nulla sicuro; 6 = totalmente sicuro) 11. Conosci un/una ragazzo/a che ti piace molto. Lui/lei vuole fare l’amore con te, mentre tu non lo vuoi. Quanto ti senti sicura/o di far valere la tua volontà? 12. Hai già fatto l’amore senza precauzioni, ma adesso vuoi avere soltanto rapporti protetti con il preservativo. Il/la tuo/a attuale partner non è invece d’accordo. Quanto ti senti sicura/o di far valere la tua scelta? 13. Quanto ti senti una persona che sa difendere le proprie ragioni? per nulla sicuro 1 2 3 4 5 6 totalmente sicuro per nulla sicuro 1 2 3 4 5 6 totalmente sicuro per nulla sicuro 1 2 3 4 5 6 totalmente sicuro Abbiamo quasi finito. Vogliamo solo conoscere cosa ti aspetti dai 2 incontri con gli operatori dell’ULSS sull’argomento “Prevenzione HIV” (segna una delle caselle dando un voto alle affermazioni; es.: 1 = difficilissimo; 6 = facilissimo) 14. Ritengo che l’attività con gli operatori dell’ULSS sarà: 15. difficile 1 2 3 4 5 6 facile confusa 1 2 3 4 5 6 chiara noiosa 1 2 3 4 5 6 interessante inutile 1 2 3 4 5 6 utile incompleta 1 2 3 4 5 6 esauriente Penso che l’argomento che mi interesserà di più sarà (puoi barrare fino a 2 caselle): la trasmissione del virus dell’HIV il test per l’HIV i comportamenti protettivi i problemi sociali legati alla diffusione della malattia i dati epidemiologici (i numeri e le percentuali della malattia) gli stereotipi e i pregiudizi riguardanti la malattia e i sieropositivi i fattori emotivi legati al rischio nessuno di questi argomenti altro:_________________________________________________________ Le domande a cui hai appena risposto ti sono sembrate comprensibili? SI NO (specifica quali, segnandone il numero:____________________________) GRAZIE PER LA COLLABORAZIONE! UNITA’ LOCALE SOCIO – SANITARIA N. QUESTIONARIO POST TEST-PROGETTO PREVENZIONE HIV a.s. 200 /0 SCUOLA:__________________________________ CLASSE________________ SESSO maschio femmina Tu sai che HIV è il nome del virus dell’AIDS e che “sieropositivo” è la persona portatrice del virus. Leggi ogni domanda. Segna la risposta che ti sembra più corretta. 1. Vero Solo una persona che ha sviluppato l’AIDS può trasmettere l’HIV. Falso Non so 2. Non c’è pericolo se si ha un unico rapporto sessuale senza preservativo 3. Puoi prendere l’HIV attraverso il bacio profondo 4. La pillola contraccettiva protegge dall’HIV e dalle malattie a trasmissione sessuale 5. Una persona che usa ecstasy o cocaina ha un maggiore rischio di prendere l’HIV per via sessuale 6. Si può prendere l’HIV vivendo nella stessa casa con una persona sieropositiva o con l’AIDS 7. Ci sono medicine a disposizione che possono aiutare a prolungare la vita di una persona che ha l’AIDS Leggi ogni affermazione e barra la casella che scegli (1= per nulla d’accordo; 6 = totalmente d’accordo) 8. Avrei problemi ad avere come compagno di classe una persona sieropositiva 9. Farei il test dell’HIV se avessi avuto un rapporto sessuale non protetto 10. Nei mesi scorsi mi è capitato di parlare con i miei amici di HIV e/o AIDS moltissimi problemi 1 2 3 4 5 6 nessun problema mai 1 2 3 4 5 6 sempre mai 1 2 3 4 5 6 molto spesso Cerca di immaginarti nella situazione descritta. Barra la casella che scegli: (1= per nulla sicuro; 6 = totalmente sicuro) 11. Conosci un/una ragazzo/a che ti piace molto. Lui/lei vuole fare l’amore con te, mentre tu non lo vuoi. Quanto ti senti sicura/o di far valere la tua volontà? 12. Hai già fatto l’amore senza precauzioni, ma adesso vuoi avere soltanto rapporti protetti con il preservativo. Il/la tuo/a attuale partner non è invece d’accordo. Quanto ti senti sicura/o di far valere la tua scelta? 13. Quanto ti senti una persona che sa difendere le proprie ragioni? per nulla sicuro 1 2 3 4 5 6 totalmente sicuro per nulla sicuro 1 2 3 4 5 6 totalmente sicuro per nulla sicuro 1 2 3 4 5 6 totalmente sicuro 10 14. Nel complesso, ritengo che i due incontri con gli operatori dell’ULSS siano stati (segna una delle caselle dando un voto alle affermazioni; es.: 1 = difficilissimo; 6 = facilissimo): difficili 1 2 3 4 5 6 facili confusi 1 2 3 4 5 6 chiari noiosi 1 2 3 4 5 6 interessanti inutili 1 2 3 4 5 6 utili incompleti 1 2 3 4 5 6 esaurienti Abbiamo quasi finito. Vogliamo solo conoscere la tua opinione sui due incontri fatti con gli operatori dell’ULSS sull’argomento “Prevenzione HIV” 15. L’argomento che mi è interessata/o di più è stato (puoi barrare fino a 2 caselle): la trasmissione del virus dell’HIV il test per l’HIV i comportamenti protettivi i problemi sociali legati alla diffusione della malattia i dati epidemiologici (i numeri e le percentuali della malattia) gli stereotipi e i pregiudizi riguardanti la malattia e i sieropositivi i fattori emotivi legati al rischio nessuno di questi argomenti altro:_________________________________________________________ 16. L’attività fatta che mi ha maggiormente coinvolta/o è stata: i lucidi informativi la cassetta VHS i giochi e le scenette la discussione ed il dibattito con i compagni 17. Hai partecipato agli incontri del Progetto? SI, a tutti e due SI, a uno solo NO 18. Avevi già compilato il primo questionario? SI NO GRAZIE PER LA COLLABORAZIONE! 11 SScchheeddaa ddii vvaalluuttaazziioonnee iinntteerrvveennttoo Istituto:__________________________________ Comune:________________________ Classe:__________ nr. allievi: F M data I° incontro:_______________ data II° incontro:__________________ Operatori:_______________________________________________________ 1. Ritenete che la conduzione degli incontri sia stata: Incontro nr. 1 difficile 1 2 3 4 5 6 facile faticosa 1 2 3 4 5 6 interessante insoddisfacente 1 2 3 4 5 6 soddisfacente incompleta 1 2 3 4 5 6 esauriente difficile 1 2 3 4 5 6 facile faticosa 1 2 3 4 5 6 interessante insoddisfacente 1 2 3 4 5 6 soddisfacente incompleta 1 2 3 4 5 6 esauriente Incontro nr. 2 Commenti: _____________________________________________________________________ _____________________________________________________________________ _____________________________________________________________________ 2. Tipo prevalente del gruppo classe GRUPPI GRUPPI GRUPPI GRUPPI INDISCIPLINATI PASSIVI “INFANTILI” (chiasso, interruzioni, ecc.) ADEGUATI 3. Presenza di elementi disturbanti SI NO 12 4. La risposta del gruppo classe è stata: Prima giornata insoddisfacente 1 2 3 4 5 6 soddisfacente menefreghista 1 2 3 4 5 6 interessata passiva 1 2 3 4 5 6 attiva incompleta 1 2 3 4 5 6 esauriente chiassosa 1 2 3 4 5 6 attenta insoddisfacente 1 2 3 4 5 6 soddisfacente menefreghista 1 2 3 4 5 6 interessata passiva 1 2 3 4 5 6 attiva incompleta 1 2 3 4 5 6 esauriente chiassosa 1 2 3 4 5 6 attenta Seconda giornata 5. Difficoltà organizzative: y collaborazione con insegnanti ottima 1 2 3 4 5 6 pessima y strumenti audiovisivi funzionanti ottima 1 2 3 4 5 6 pessima y puntualità e/o tempo “garantito” ottima 1 2 3 4 5 6 pessima y soluzione di problemi organizzativi ottima 1 2 3 4 5 6 pessima y spazi a disposizione adeguati ottima 1 2 3 4 5 6 pessima 6. Eventuali segnalazioni e/o proposte: ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ 13 Percors o nn.. 11 SECONDA GIORNATA PRIMA GIORNATA Presentazio ne Brain storming Risposta alle Informazione domande con i lucidi anonime obiettivi raggiunti: fornire e/o aumentare informazioni sull’HIV/AIDS (eziologia, epidemiologia…); discutere su pregiudizi e stereotipi; rispondere ai quesiti degli studenti; strumenti usati: lucidi; giochi; video; n. 2 Presenta zione Brain storming Simulazi discussi one la one palestra Informazione con i lucidi e risposta alle domande obiettivi raggiunti: fornire e/o aumentare informazioni sull’HIV/AIDS (eziologia, epidemiologia…); discutere su pregiudizi e stereotipi; rispondere ai quesiti degli studenti; strumenti usati: lucidi; giochi; video; simulata Gioco dei Informazion comport e con i amenti a lucidi rischio Lavoro di gruppo: ostacoli e possibili soluzioni Gioco del Video La macchina discussion e forzare e dell’essere forzati Video L’appartamento di Isabella discussione obiettivi raggiunti: aumentare e acquisire maggiori informazioni sull’HIV/AIDS (epidemiologia); fornire informazioni sulle varie opzioni e sull’uso corretto del preservativo; discutere su pregiudizi e stereotipi; risposte ai quesiti degli studenti; aumentare la consapevolezza sulla percezione del rischio; strumenti usati: lucidi; giochi; video; dimostrazione (uso corretto del preservativo) Gioco dei comportamen Informazione ti a con i lucidi rischio Lavoro di gruppo: ostacoli e possibili soluzioni Video La macchina discussione Video L’apparta- mento di Isabella obiettivi raggiunti: aumentare e acquisire maggiori informazioni sull’HIV/AIDS (epidemiolgia); fornire informazioni sulle varie opzioni e sull’uso corretto del preservativo; discutere su pregiudizi e stereotipi; risposte ai quesiti degli studenti; aumentare la consapevolezza sulla percezione del rischio; strumenti usati: lucidi; giochi; video; dimostrazione (uso corretto del preservativo) MODULI DI INTERVENTO (cerchiare il percorso prescelto) 9 cerchiare le varie unità attuate nel corso della giornata 14 discussione Conoscere l'AIDS Che cos'è l'AIDS AIDS (Acquired Immune Deficiency Sindrome) significa "Sindrome da Immunodeficienza Acquisita". Nelle persone malate di AIDS le difese immunitarie normalmente presenti nell'organismo sono state fortemente indebolite a causa di un virus denominato HIV (Human Immunodeficiency Virus) e non sono più in grado di contrastare l'insorgenza di infezioni e malattie - più o meno gravi - causate da altri virus, batteri o funghi (infezioni/malattie opportunistiche). E' questo il motivo per cui l'organismo di una persona contagiata subisce malattie e infezioni che, in condizioni normali, potrebbero essere curate più facilmente. L'infezione non ha una propria specifica manifestazione, ma si rivela esclusivamente attraverso gli effetti che provoca sul sistema immunitario. Una persona contagiata viene definita sieropositiva all’HIV. Pur essendo sieropositivi, è possibile vivere per anni senza alcun sintomo e accorgersi del contagio solo al manifestarsi di una malattia opportunistica. Sottoporsi al test della ricerca degli anticorpi anti-HIV è, quindi, l'unico modo di scoprire l'infezione. I progressi della ricerca scientifica e l'uso della terapia HAART efficace (Highly Active Anti-Retroviral Therapy) hanno reso possibile allungare la vita di una persona sieropositiva per molti anni. HIV e AIDS Occorre sottolineare il fatto che la sieropositività è quella condizione in cui viene riscontrata la presenza di anticorpi anti-HIV, ma non sono ancora comparse le infezioni opportunistiche. In questo periodo il soggetto può aver bisogno di farmaci antiretrovirali che combattono l'infezione. La Sindrome da Immunodeficienza Acquisita (AIDS) è, invece, quella situazione in cui si presentano infezioni opportunistiche. Ciò si verifica quando le difese immunitarie sono state talmente indebolite dall’HIV da non proteggere l'organismo da microrganismi che potrebbero essere innocui. L'introduzione di terapie antiretrovirali (HAART), che riducono e bloccano la replicazione virale, ha migliorato la qualità di vita e prolungato la sopravvivenza delle persone sieropositive. Dov'è presente il virus Il virus è presente nei seguenti liquidi biologici: sangue liquido pre-eiaculatorio sperma secrezioni vaginali latte materno Come si trasmette il virus Il virus si trasmette attraverso: Sangue infetto (stretto e diretto contatto tra ferite aperte e sanguinanti, scambio di siringhe) Rapporti sessuali (vaginali, anali, orogenitali), con persone con HIV, non protetti dal preservativo Da madre con HIV a figlio durante la gravidanza, il parto oppure l’allattamento al seno. Trasmissione attraverso il sangue All’inizio dell’epidemia diverse persone sono state contagiate in seguito a trasfusioni di sangue o alla somministrazione di suoi derivati. A partire dal 1985, lo screening delle unità di sangue con la conseguente eliminazione di quelle risultate positive, il minor ricorso a trasfusioni 'inutili', il ricorso all’autotrasfusione, il trattamento con calore degli emoderivati e la selezione dei donatori con l’esclusione di quelli con comportamenti a rischio, hanno di fatto eliminato il pericolo di contagio attraverso queste modalità. 15 La trasmissione attraverso il sangue rappresenta, invece, la principale modalità di contagio responsabile della diffusione dell’infezione nella popolazione dedita all’uso di droga per via endovenosa. L’infezione avviene a causa della pratica, diffusa tra i tossicodipendenti, di scambio della siringa contenente sangue infetto. Con la stessa modalità è possibile la trasmissione sia dell’HIV che di altri virus tra i quali quelli responsabili dell’epatite B e C, infezioni anch’esse molto diffuse tra i tossicodipendenti. Trasmissione sessuale La trasmissione sessuale è nel mondo la modalità di trasmissione più diffusa dell’infezione da HIV. I rapporti sessuali, sia eterosessuali che omosessuali, non protetti dal profilattico possono essere causa di trasmissione dell’infezione. Tale trasmissione avviene attraverso il contatto tra liquidi biologici infetti (secrezioni vaginali, liquido pre-eiaculatorio, sperma, sangue) e mucose -anche integre- durante i rapporti sessuali. Ovviamente tutte le pratiche sessuali che favoriscano traumi o lesioni delle mucose possono provocare un aumento del rischio di trasmissione. Per questo motivo i rapporti anali sono a maggior rischio: la mucosa anale è, infatti, più fragile e meno protetta di quella vaginale e quindi il virus può trasmettersi più facilmente. Ulcerazioni e lesioni dei genitali causate da altre patologie possono far aumentare il rischio di contagio. I rapporti sessuali non protetti possono essere causa di trasmissione non solo dell’HIV. Esistono oltre 30 malattie sessualmente trasmissibili (MST). Il coito interrotto non protegge dall'HIV, così come l'uso della pillola anticoncezionale, del diaframma e della spirale. Le lavande vaginali, dopo un rapporto sessuale, non eliminano la possibilità di contagio. Trasmissione verticale e perinatale La trasmissione da madre sieropositiva al feto o al neonato può avvenire durante la gravidanza, il parto o l’allattamento materno. Il rischio per una donna sieropositiva di trasmettere l’infezione al feto è circa il 20% (cioè 1 su 5). Oggi è possibile ridurre questo rischio al di sotto del 4% se viene somministrata la terapia antiretrovirale alla madre durante la gravidanza e al neonato per le prime sei settimane di vita. Per stabilire se è avvenuto il contagio il bambino deve essere sottoposto a controlli in strutture specializzate per almeno i primi due anni di vita. Tutti i bambini nascono con gli anticorpi materni. Per questa ragione, il test HIV effettuato sul sangue di un bambino nato da una donna sieropositiva risulta sempre positivo. Anche se il bambino non ha contratto l’HIV gli anticorpi materni possono rimanere nel sangue fino al diciottesimo mese di vita, al più tardi entro i due anni. Il bambino viene sottoposto a test supplementari per verificare se è veramente portatore del virus o se ha ricevuto solo gli anticorpi materni. Come non si trasmette il virus Il virus non si trasmette attraverso: strette di mano, abbracci, vestiti baci, saliva, morsi, graffi, tosse, lacrime, sudore, muco, urina e feci bicchieri, posate, piatti, asciugamani e lenzuola palestra, piscina, docce, saune e gabinetti scuole, asilo e luoghi di lavoro ristoranti, bar, cinema e locali pubblici treno e autobus punture di insetti Come si evita il contagio L’uso corretto del profilattico può annullare il rischio di infezione durante ogni tipo di rapporto sessuale con ogni partner. Nei rapporti sessuali il preservativo è l'unica reale barriera protettiva per difendersi dall'HIV. Non vanno usati lubrificanti oleosi (vaselina, burro) perché potrebbero alterare la struttura del preservativo e provocarne la rottura. E' necessario usare il preservativo all’inizio di ogni rapporto sessuale (vaginale, anale, orogenitale) e per tutta la sua durata. Anche un solo rapporto sessuale non protetto potrebbe essere causa di contagio. 16 Per un uso corretto del profilattico è importante: leggere le istruzioni accluse indossarlo dall’inizio alla fine del rapporto sessuale usarlo solo una volta srotolarlo sul pene in erezione, facendo attenzione a non danneggiarlo con unghie o anelli; conservarlo con cura: lontano da fonti di calore (cruscotto dell'auto ed altro) e senza ripiegarlo (nelle tasche, nel portafoglio). La pillola, la spirale e il diaframma sono metodi utili a prevenire gravidanze indesiderate, ma non hanno nessuna efficacia contro il virus dell’HIV. L’uso di siringhe in comune con altre persone sieropositive costituisce un rischio di contagio pertanto è necessario utilizzare siringhe sterili. Sarebbe opportuno sottoporsi ad agopuntura, mesoterapia, tatuaggi e piercing utilizzando aghi monouso e sterili. Le trasfusioni, i trapianti di organo e le inseminazioni, nei Paesi europei, sono sottoposti a screening e ad accurati controlli per escludere la presenza dell'HIV. Il test dell'HIV Per sapere se si è stati contagiati dall’HIV è sufficiente sottoporsi al test specifico per la ricerca degli anticorpi anti-HIV che si effettua attraverso un normale prelievo di sangue. Il test anti-HIV è in grado di identificare la presenza di anticorpi specifici che l’organismo produce nel caso in cui entra in contatto con questo virus. Se si sono avuti comportamenti a rischio è bene effettuare il test al termine del sesto mese dall’ultimo rischio di contagio (periodo finestra) poiché gli anticorpi anti-HIV possono presentarsi anche entro sei mesi di distanza dall’esposizione al contagio. Bisogna tenere presente che durante il cosiddetto 'periodo finestra' (periodo di tempo che va dal momento del contagio a quello della comparsa degli anticorpi) è comunque possibile trasmettere il virus pur non risultando positivi al test. La Legge italiana (135 del giugno 1990) garantisce che il test sia effettuato solo con il consenso della persona. Il test non è obbligatorio, ma se si sono avuti comportamenti a rischio sarebbe opportuno effettuarlo. Per eseguire il test non serve ricetta medica ed è completamente gratuito anche per gli stranieri senza permesso di soggiorno. Il test si può effettuare in modo anonimo e gratuito presso le strutture pubbliche preposte o a pagamento nei laboratori di analisi privati. Per tutte le coppie che intendono avere un bambino sarebbe opportuno sottoporsi al test per la sicurezza del neonato. Il risultato del test viene comunicato esclusivamente alla persona che lo ha effettuato. Sapere precocemente di essere sieropositivi al test dell’HIV consente di effettuare tempestivamente la terapia farmacologica che permette oggi di migliorare la qualità di vita e vivere più a lungo. Le terapie Oggi i medici propongono la terapia HAART contro l'infezione da HIV alle persone sieropositive sulla base dei cosiddetti "valori" dei linfociti CD4 (cellule del sistema immunitario) e della carica virale (numero di particelle di HIV nel sangue) che misura la velocità di replicazione dell'infezione. La terapia è in genere composta da più farmaci antiretrovirali che permettono di ridurre la carica virale e migliorare la situazione immunitaria. Il medico potrà spiegare meglio quali sono le varie possibilità terapeutiche, i possibili effetti collaterali, le modalità di assunzione dei farmaci. Strategie terapeutiche Nei paesi occidentali i successi terapeutici contro l'AIDS sono in gran parte dovuti ai risultati ottenuti dalla ricerca scientifica che ha consentito di individuare farmaci dotati di potente attività antivirale. Occorre tuttavia tenere ben presente che le attuali strategie terapeutiche non consentono la guarigione dall'infezione ma permettono di tenerla sotto controllo. E' quindi essenziale individuare nuove strategie terapeutiche con meccanismi di azione diversi da quelli di cui oggi disponiamo. Per saperne di più E’ possibile chiamare il Telefono Verde AIDS (TVA) dell’Istituto Superiore di Sanità al numero 800-861061. Il servizio, anonimo e gratuito, è attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 13.00 alle ore 18.00. Gli esperti del TVA garantiscono una informazione scientifica, aggiornata e personalizzata. 17 Aiutare le donne E' sempre più evidente che le donne, in considerazione proprio delle caratteristiche tipiche del loro sesso, siano più esposte e rischino di più rispetto agli uomini di essere contagiate dal virus dell'HIV. I dati epidemiologici dimostrano che in Italia, negli ultimi quindici anni, la proporzione di donne malate di AIDS è andata progressivamente aumentando; si è passati, nel 1985, dal 16% di donne colpite nel totale dei pazienti con AIDS, al 25% nel 1999. Inoltre la trasmissione sessuale dell'infezione sta aumentando più rapidamente tra le donne rispetto agli uomini. Recentemente, uno studio comportamentale (Behepi-ICONA) realizzato in Italia su un campione di 2500 persone sieropositive e coordinato dall'Istituto Nazionale per le Malattie Infettive IRCCS Spallanzani di Roma ha fornito alcune importanti caratteristiche delle donne sieropositive italiane. Circa il 60% delle donne di questo campione ha acquisito l'infezione tramite rapporti sessuali non protetti con uomini sieropositivi e più del 70% di loro ha avuto nella vita meno di 5 partner sessuali. Di queste l'80% ha dichiarato di aver acquisito l'infezione da HIV dal partner stabile (solo il 30% era a conoscenza della sieropositività del partner al momento del contagio). Questi dati fanno riflettere sulla pianificazione di futuri interventi di prevenzione rivolti a questo gruppo bersaglio di cui non è più possibile ignorare la particolare vulnerabilità rispetto a questa infezione. PERCHE' LE DONNE RISCHIANO DI PIU' Per motivi di ordine biologico: la conformazione della vagina determina un contatto più prolungato con lo sperma; lo sperma contiene una concentrazione maggiore di virus rispetto alle secrezioni vaginali; nella mucosa vaginale e nell'ano spesso sono presenti microlesioni che possono facilitare l'ingresso del virus. Per motivi di ordine culturale e sociale: spesso i partner ritengono il rapporto non protetto una forma di fedeltà e di fiducia; le differenze tra grandi metropoli e piccoli centri, le diverse tradizioni culturali, pesano molto sui comportamenti femminili; come donne non è sempre facile chiedere nei rapporti sessuali l'uso del profilattico; può essere difficile anche acquistarli o tenerli con sé, perché ci crea imbarazzo. Studi psicosociali realizzati con l'intento di comprendere i determinanti comportamentali nell'uso del profilattico hanno evidenziato che situazioni di emarginazione, di dipendenza economica di scarsa emancipazione all'interno della coppia sono ostacoli importanti alla possibilità della donna di scegliere in modo autonomo sulla propria vita sessuale, compreso l'uso del profilattico. LA PREVENZIONE E IL TEST Evitare l'infezione da HIV è possibile, i comportamenti responsabili e le misure sono i migliori alleati. Oggi i nuovi casi d'infezione sono dovuti prevalentemente a rapporti eterosessuali a rischio. Essere informate, conoscere e riconoscere i rischi, ci rende consapevoli. La consapevolezza è uno strumento di tutela! L'uso del preservativo nei rapporti sessuali è oggi l'unico comportamento preventivo efficace e di tutela della propria salute, oltreché l'astensione nei rapporti sessuali. Se, comunque, si è incorse in un rischio, anche minimo, l'unico modo per accertare la presenza dell'infezione da HIV è quello di sottoporsi ad un semplice prelievo di sangue per effettuare i test HIV. Nelle strutture pubbliche viene svolto in modo confidenziale e gratuito. Una persona è sieropositiva se nel suo sangue sono presenti gli anticorpi anti-HIV: può vivere anni senza sintomi ma è comunque portatrice del virus e può trasmettere l'infezione ad altri. SUGGERIMENTI Le procedure estetiche e curative che possono determinare fuoriuscita di sangue o che vengono effettuate con aghi o oggetti taglienti, possono determinare un rischio di esposizione al virus. Tali situazioni possono verificarsi in presenza di comportamenti scorretti: 18 • • • • • dal dentista; dall'estetista; nei centri per l'agopuntura; nei centro dove si fanno tatuaggi e piercing; nei centri per la mesoterapia e per i trattamenti sclerosanti. E' fondamentale chiedere sempre aghi e strumenti monouso sterilizzati; è bene inoltre controllare attentamente che non vengano riutilizzati. Il Ministero della Salute ha emanato direttive che indicano chiaramente i comportamenti e le norme igienicosanitarie da seguire. Nel rispetto della salute sia della donna, sia degli altri vanno seguite le normali regole igieniche: non scambiare depilatori elettrici ad ago, spazzolini da denti, rasoi, forbici appuntite, limette ed aghi. IN AMORE… NON RISCHIARE I rapporti sessuali non protetti possono trasmettere non solo l'HIV! Esistono oltre 30 malattie sessualmente trasmissibili (MTS). Il coito interrotto non protegge dall'HIV, così come l'uso della pillola anticoncezionale, del diaframma e della spirale. Ulcerazioni e lesioni dei genitali causate da altre patologie possono far aumentare il rischio di contagio. Le lavande vaginali, dopo un rapporto sessuale, non eliminano la possibilità di contagio, poiché la lavanda spinge all'interno lo sperma e il virus che potrebbe essere in esso contenuto. COSA PROTEGGE DAL VIRUS Nei rapporti sessuali il preservativo è l'unica reale barriera protettiva per difendersi dall'HIV. Il miglior metodo di protezione è l'uso del preservativo insieme ad uno spermicida. Non vanno usati, invece, lubrificanti oleosi (vaselina, burro) perché potrebbero alterare la struttura del preservativo e provocarne la rottura. E' necessario usare il preservativo durante i rapporti vaginali, anali ed orali e cambiarlo dopo ogni rapporto. Anche un solo rapporto non protetto potrebbe contagiare. L'uso del preservativo deve essere, quindi, una consuetudine; in special modo se non si conosce o si conosce poco il partner…ma anche se si crede di conoscerlo. ISTRUZIONI PER L'USO CORRETTO DEL PRESERVATIVO Acquistare preservativi di buona qualità; leggere le istruzioni accluse; usarlo dall'inizio del rapporto sessuale; usarlo solo una volta; non va, infatti, mai riutilizzato; srotolarlo sul pene in erezione, facendo attenzione a non danneggiarlo con unghie o anelli; conservalo con cura: lontano da fonti di calore (cruscotto dell'auto ed altro) e senza ripiegarlo (nelle tasche, nel portafoglio). 19