Ottobre 2008 Sul quotidiano Libero la nascita di

Edizione: 24/10/2008 Libero LIB_venerdi - pagina 34 - stampata da: bertuzzi alle ore: 20.25.38 - colore
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SCIENZA
Venerdì 24 ottobre 2008
Malattie polmonari, nasce a Forlì
l’associazione che finanzia la ricerca
ppp (r.s.) All’ospedale pubblico “Morgagni Pierantoni” di Forlì è nata l’associazione Morgagni per le
malattie Polmonari (Ammp), presieduta dal prof. Venerino Poletti, direttore dell’Uo di Pneumologia interventistica. L’obiettivo è finanziare la ricerca scientifica applicata alla clinica e sostenere i rapporti fra
medici pneumologi e infermieri dell’ospedale forlivese e quelli di strutture di eccellenza nazionali e internazionali. A monte del progetto l’idea di un modello
di assistenza sanitaria pubblica, che a Forlì si è sviluppata a partire dall’inaugurazione del nuovo ospedale, tenendo conto di: centralità del paziente, alta
tecnologia, ricerca-formazione, sicurezza di paziente
e operatori, comfort alberghiero, logistica avanzata.
Trovato un pianeta caldissimo
“Scotta” la metà del Sole
ppp (g.g.) Di solito le alte temperature nell’Universo
(almeno per ciò che riguarda la superficie dei corpi celesti) sono associabili a stelle che brillano di luce propria, bruciando quantità eccezionali di idrogeno, elio, e
via via elementi sempre più pesanti. Non sorprende
quindi lo stupore di Leslie Hebb dell’Università di St
Andrews, in Scozia, quando si è trovata a “tu per tu” con
un pianeta caldissimo. Alcuni telescopi posizionati alle
Canarie e in Sudafrica hanno infatti individuato un corpo celeste dalla superficie incandescente: gli esperti parlano di circa 2.200 gradi centigradi, circa la metà della
temperatura registrabile sulla superficie del Sole. Il pianeta, battezzato WASP-12b, ha una grandezza pari alla
metà di Giove e un periodo di rivoluzione molto basso.
Impiantato mini neurostimolatore
contro il dolore cronico
ppp (r.s.) In un paracadutista dell’aviazione americana è stato impiantato, presso il Center for Pain Relief
a Charleston, il più piccolo neurostimolatore ricaricabile per il trattamento e la cura del dolore acuto
cronico disponibile al mondo. Il dispositivo, denominato Eon Mini, ha uno spessore di soli 10 mm e pesa
29 grammi. Il paziente, Adam Hammond, 26 anni, durante un lancio di esercitazione nel 2006 aveva riportato gravi fratture scomposte a gambe, anca e alcune
vertebre. Dopo numerosi interventi ricostruttivi,
nell’uomo si era manifestata una grave forma cronica
di dolore neurologico. Grazie all’impianto del neurostimolatore locale, i medici riescono a controllare e
neutralizzare l’impulso del dolore.
Diagnosi precoce
IN INDIA SI CERCA UNA COMPAGNA PER L’ULTIMO GORILLA IN CATTIVITÀ
Test genetico su urine
per scoprire
il cancro alla prostata
::: MILANO
.
La sessualità che cambia
Contrordine signori:
l’amante giovane stressa
e fa calare il desiderio
Non solo depressione e ormoni impazziti. La perdita della libido
può essere causata anche da una relazione extraconiugale
::: ROBERTO MANZOCCO
ROMA
ppp Negli uomini il desiderio sessuale ha cinque nemici: la depressione, alcuni tipi di farmaci, il calo
del livello di testosterone e la crescita di quello della prolattina - due ormoni maschili - e infine l’invecchiamento della partner. Ad affermarlo
è uno studio italiano, condotto da
Mario Maggi e dal suo team
dell’azienda ospedaliero-universitaria Careggi di Firenze.
La ricerca, presentata ieri durante
l’VIII Convegno nazionale sulle
scienze della vita - in corso presso il
Cnr di Roma - si inserisce in uno
studio europeo di più ampio respiro, che ha evidenziato come gli italiani siano ai primi posti in Europa
dal punto di vista del benessere sessuale. La sessualità maschile ha infatti anche alcuni amici, cioè un’attività fisica regolare e moderatamente intensa, la cura della propria
salute e una compagna in forma e
magari con qualche anno di meno.
Secondo Maggi il desiderio maschile viene aggredito su più fronti.
Per quanto riguarda la depressione,
tale condizione porta con sé frustra-
zione, preoccupazione e scarso interesse verso il sesso, mentre testosterone basso e prolattina alta si limitano a far assopire il desiderio.
Alcuni farmaci infine - come ad
esempio alcuni antidepressivi hanno tra i propri effetti collaterali
anche la riduzione della libido.
Nemmeno gli uomini in perfetta
salute sono però al riparo dal rischio
di perdere il desiderio sessuale: il
team italiano ha infatti preso in esame 450 volontari sani con un’età
compresa tra i 50 e i 65 anni, individuando - accanto agli altri quattro
- anche un quinto nemico, ovvero
:::
l’invecchiamento della compagna.
Non è detto però che cercarsi una
amante rappresenti un toccasana
per il problema in questione: tradire, infatti, può finire col diventare
un’ulteriore fonte di stress. Maggi e
colleghi hanno condotto un secondo studio su 2800 pazienti - in cura
per problemi sessuali presso
l’azienda ospedaliero-universitaria
Careggi - scoprendo così che il 16
per cento di essi aveva una relazione extraconiugale, nella metà dei
casi con una partner fissa. Nonostante ciò, da un punto di vista sessuale le cose non andavano meglio:
I NEMICI DEL DESIDERIO
I FATTORI NEGATIVI
I nemici della sessualità maschile sono: depressione, alcuni tipi di farmaci, calo del livello di testosterone, crescita di quello della prolattina e invecchiamento della partner
I FATTORI POSITIVI
Gli amici del desiderio sessuale maschile sono un’attività fisica regolare e moderatamente intensa, la cura della propria salute e una compagna in forma e magari con qualche anno di meno
LO STUDIO
I fiorentini e più in generale gli italiani sono comunque ai primi posti in Europa per
quanto riguarda il benessere sessuale: fanno sesso più di frequente, il loro desiderio è
più intenso e hanno erezioni migliori
Una moglie
per Polo
Il gorilla di pianura Polo
mentre beve un drink al
Sri Chamarajendra Zoological Gardens di Mysore,
in India. Polo è solo dal
2000, quando è morta la
sua compagna Sumathi. E
gli appelli per trovargli
una seconda moglie finora
non hanno avuto esito.
Polo, l’ultimo gorilla del
Paese, era stato inviato a
Mysore dallo zoo di Dublino: doveva accoppiarsi
con Sumathi, ma lei aveva
già 46 anni e il tentativo è
fallito. La sua specie è a rischio estinzione AP
«Il rapporto con la partner ufficiale
peggiora, anche da un punto di vista sessuale, e la conflittualità di
coppia aumenta, come se l’amante
fosse un fattore di destabilizzazione», sostiene Maggi. Quindi, contrariamente a quanto ritengono in
molti, non sempre il tradimento,
anche se con una donna più giovane, aiuta a rivitalizzare il rapporto di
coppia.
A tale quadro lo scienziato aggiunge però una nota positiva: «La
nostra ricerca mostra come, dal
punto di vista del benessere sessuale, i fiorentini e più in generale gli
italiani siano ai primi posti in Europa, in quanto fanno sesso più di frequente, il loro desiderio sessuale è
più intenso e hanno erezioni migliori».
Per quanto riguarda gli altri Paesi,
svedesi e spagnoli se la cavano abbastanza bene, i lettoni se la passano maluccio e gli inglesi - contrariamente al celebre detto che li vuole
disinteressati al sesso - sono nella
media. Per chi volesse infine migliorare la propria vita sessuale Maggi
ha un unico consiglio: «La cosa migliore da fare è curare il più possibile il proprio rapporto di coppia».
ppp Sono due gli esami a cui generalmente si
sottopongono gli uomini per verificare la presenza di un tumore alla prostata: il Psa e la biopsia. Il primo misura l’attività di una certa proteina nel sangue (tanto maggiore è la sua presenza, tanto maggiore è il rischio di essere ammalati); il secondo - decisamente più invasivo consente di controllare concretamente la presenza di cellule neoplastiche nell’organo maschile. Di solito si prescrive la biopsia quando il
livello del Psa è superiore al valore di 4 ng/ml. In
realtà, in certi casi, è possibile che la malattia si
sia già sviluppata anche se il valore del Psa è
molto più basso di 4. Il rischio, in questi casi, è
quello di intervenire quando è ormai troppo
tardi. Ora, però, dopo 15 anni di studi, è stato
messo a punto un nuovo tipo di esame - presentato ieri a Milano, alla presenza di Francesco Montorsi del San Raffaele di Milano e Roberto Scarpa dell’azienda ospedaliero universitaria San Luigi Gonzaga di Orbassano - in grado di diagnosticare la malattia anche quando il
valore del Psa è nella norma.
Si tratta del test molecolare PCA3 che evidenzia un particolare marker tumorale presente nell’urina. Il malato, sottoponendosi a
un tradizionale esame digitorettale, consente a
eventuali cellule neoplastiche della prostata di
scivolare nell’uretra, e da qui all’esterno
dell’organismo tramite l’urina. A questo punto
il primo getto di urina è pronto per essere analizzato. Se il livello del marker tumorale è compreso fra 4 e 30, i rischi di essere soggetti a tumore alla prostata sono bassi; medi se il valore è
intorno a 35; decisamente più alti se il valore è
compreso fra 45 e 125. «La diagnosi di tumore
alla prostata può essere difficile - dice Francesco Montorsi -. Gli attuali strumenti diagnostici
impiegati per questo tipo di tumore, come
l’esame del Psa nel sangue, hanno numerosi limiti. Per questo la comparsa sulla scena del test
PCA3 è da considerarsi un fatto positivo». Sottolineano però i ricercatori che il nuovo esame
delle urine non intende sostituire i test tradizionali, ma solo offrire un’arma in più per una
diagnosi corretta della malattia. Attualmente è
possibile sottoporsi al test PCA3 presso quattro
centri italiani: Azienda ospedaliera universitaria San Luigi Gonzaga di Orbassano, in provincia di Torino; Gradenigo Hospital di Torino;
Biodiagnostica Montevergine Malzoni di Mercogliano, Avellino; MultiMedica di Sesto San
Giovanni, alle porte di Milano.
Il tumore alla prostata è il secondo tipo di
neoplasia più diffuso fra gli uomini in Italia, secondo solo al tumore al polmone. Nel nostro
Paese vengono registrati circa 11mila nuovi casi l’anno. I decessi annui sono circa 6.300 (il 7%
delle morti per tumore negli uomini). Il 60% di
questi decessi si riscontra nel Nord Italia, probabilmente a causa delle differenti abitudini
alimentari e delle diverse condizioni ambientali. Gli studiosi fanno notare che la possibilità
di ammalarsi di tumore alla prostata aumenta
con l’età. Nel 70% dei reperti autoptici in uomini con più di 90 anni si riscontra almeno un microfocolaio tumorale.
GIANLUCA GROSSI