parkinson sicurezza del gel intestinale di levodopa

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PARKINSON SICUREZZA DEL GEL
INTESTINALE DI LEVODOPA CARBIDOPA
NEL PARKINSON VERIFICATA SU AMPIO SET
DI DATI
Nei pazienti affetti da malattia di Parkinson (PD) in fase avanzata con fluttuazioni
motorie non adeguatamente controllate con farmaci orali standard, la tecnica del gel
intestinale di levodopa carbidopa (LCIG) può essere impiegata in modo sicuro e
tollerato. Nonostante l'elevata incidenza di eventi avversi (AE) – tipici di
un'esposizione prolungata a levodopa e di una popolazione anziana – l'LCIG ha infatti
un'efficacia molto elevata che porta a un tasso di interruzioni relativamente basso. Lo
dimostra uno studio apparso online su Movement Disorders.
17 gennaio 2016
Nei pazienti affetti da malattia di Parkinson (PD) in fase avanzata con fluttuazioni motorie non
adeguatamente controllate con farmaci orali standard, la tecnica del gel intestinale di levodopa
carbidopa (LCIG) può essere impiegata in modo sicuro e tollerato. Nonostante l’elevata incidenza
di eventi avversi (AE) – tipici di un’esposizione prolungata a levodopa e di una popolazione
anziana – l’LCIG ha infatti un’efficacia molto elevata che porta a un tasso di interruzioni
relativamente basso. Lo dimostra uno studio apparso online su Movement Disorders.
«Il sistema LCIG si basa sull’infusione continua di levodopa e carbidopa in un gel acquoso di
carbossimetilcellulosa nell’intestino tenue prossimale, con l'intento di ridurre il più possibile la
variabilità nel plasma dei livelli di levodopa causati dall’imprevedibilità dello svuotamento
gastrico» ricordano gli autori, coordinati da Anthony E. Lang, della Divisione di Neurologia
dell’Università di Toronto (Canada).
«L’LCIG è somministrato da una pompa di infusione portatile attraverso una gastrostomia
endoscopica percutanea con estensione digiunale (PEG-J)» proseguono. «Studi iniziali di
farmacocinetica che hanno posto a confronto LCIG con formulazioni orali di levodopa hanno
dimostrato che LCIG fornisce un livello plasmatico meno variabile di levodopa».
Questo si riflette, come dimostrato da uno studio clinico multinazionale randomizzato in doppio
cieco condotto su pazienti con PD avanzato, in una significativa riduzione del tempo “off” e del
tempo “on” senza fastidiose discinesie, e in un miglioramento della qualità di vita (QoL) e delle
attività di vita quotidiana rispetto alla levodopa-carbidopa per os a rilascio immediato (IR-LC).
«L’LCIG è commercialmente disponibile in Europa dal 2004 e anche se la sicurezza della
procedura può essere valutata al di fuori degli studi clinici, la disponibilità a lungo termine e i dati
di sicurezza prospettici sono limitati» spiegano Lang e colleghi. «Dato che il trattamento con
LCIG comporta l’uso sia di un farmaco sia di un dispositivo che richiede una procedura
endoscopica, la sicurezza è particolarmente importante nella valutazione del profilo
rischio/beneficio».
Allo scopo di valutare la sicurezza specifica della procedura e del dispositivo in modo separato
dall’esposizione alla levodopa o dalla malattia di base, i ricercatori hanno integrato i dati
provenienti da 4 studi clinici prospettici di fase 3 e li hanno analizzati come due insiemi separati
di dati. Ne è scaturito un rapporto che riassume il più ampio set di dati a lungo termine sulla
sicurezza dell’LCIG mai pubblicato finora, prendendo in considerazione più di 400 pazienti con
un'esposizione media al farmaco di più di 2 anni.
I dati di sicurezza provenienti dai 4 studi sono stati riassunti utilizzando 2 set di dati sovrapposti,
consentendo la separazione degli AE associati alla procedura o al dispositivo (n=395) rispetto a
quelli associati alla procedura o al dispositivo (n = 412).
All’analisi dei dati è emerso che l'esposizione mediana al gel intestinale di levodopa-carbidopa è
stata di 911 giorni, con un’esposizione totale di 963 anni-paziente. AE associati alla procedura o
al dispositivo si sono verificati in 300 pazienti (76%) e di questi AE 68 (17%) sono risultati gravi;
gli AE associato alla procedura e/o al dispositivo riportati con maggiore frequenza sono stati
complicanze di inserimento del dispositivo (rispettivamente 41% e 8%) e dolore addominale (36%
e 4%).
Gli AE non dovuti alla procedura o al dispositivo si sono verificati nel 92% dei casi (n=379): tra
questi AE, i più frequentemente riferiti sono stati insonnia (23%) e cadute (23%); anche tra gli AE
non dovuti alla procedura o al dispositivo si sono verificati AE gravi, nel 42% dei casi (n=171): di
questi, i più frequentemente riportati sono stati polmonite (5%) e sintomi del PD (2%).
Gli AE hanno comportato l'interruzione del trattamento nel 17% dei pazienti (n=72), più spesso a
causa di complicanze nell’inserimento del dispositivo (2,4%). Si sono avuti 34 decessi legati al
trattamento (8,3%), di cui 2 (0,5%) sono stati considerati "probabilmente correlati" al sistema di
trattamento.
«Un numero consistente di pazienti ha sperimentato un grave AE non associato alla procedura o al
dispositivo» commentano gli autori. «Tuttavia, gli eventi con la più alta incidenza sono stati
coerenti con gli AE spesso riportati in popolazioni di pazienti anziani (polmonite), correlate alla
malattia di base (caduta e frattura dell'anca) o noti per essere associati con la terapia
dopaminergica (insonnia, nausea e allucinazioni)».
«Anche l'incidenza di disturbo ossessivo-compulsivo e di "attacchi di sonno" è apparso in linea
con altri trattamenti dopaminergici, inclusi la levodopa orale» proseguono Lang e colleghi.
«Anche se il 2% dei pazienti ha avuto gravi AE di polineuropatia, non potevano essere tratte
conclusioni significative sulla causa principale e senza i valori basali delle vitamine B6 e B12 o
misure sistematiche di elettrodiagnostica, che mancavano in questi studi».
In breve, sottolineano gli autori, considerando solo gli AE non dipendenti dalla procedura o dal
dispositivo il profilo di sicurezza di LCIG era paragonabile a quello della formulazione orale di
levodopa-carbidopa. «In precedenza, la sicurezza della procedura PEG-J nei pazienti con PD
avanzato era relativamente sconosciuta» rilevano i ricercatori. Peraltro, la maggior parte degli AE
correlati alla procedura o al dispositivo riferite da pazienti che hanno avuto un posizionamento
PEG-J sono apparsi in linea, per natura e incidenza, a complicanze medicalmente riconosciute
come dovute alla procedura in popolazioni di pazienti non-PD (perforazioni intestinali, peritoniti,
emorragie intestinali)».
«Questo studio» concludono Lang e colleghi «indica, che nonostante l’alta incidenza di AE,
l’LCIG può essere sicura e tollerata nei pazienti con fluttuazioni motorie non responsive ad altri
farmaci».
Lang AE, Rodriguez RL, Boyd JT, et al. Integrated safety of levodopa-carbidopa intestinal gel
from prospective clinical trials. Mov Disord, 2015 Dec 23.
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