CAMPANILE DELLA CHIESA DI SS FILIPPO E GIACOMO VISNADELLO TREVISO PROPOSTA DI PROGETTO E PREVENTIVO DI RESTAURO CONSERVATIVO SCIENTIFICO Nello stato attuale il campanile è alto circa …. metri, ed è costituito da una struttura muraria in laterizi pieni, lavorati faccia a vista, con lacerti di intonaco soprattutto sulla parte superiore (cella campanaria). Al di sotto dell’intonaco di rivestimento della cella campanaria, si rileva la presenza funzionale della cortina laterizia utilizzata sia per le pareti di tamponamento (complementa) che per gli elementi strutturali portanti (ossa). L’orologio, particolarissimo in quanto il quadrante delle ore è diviso in 24 settori, è costituito da una corona circolare in pietra d’Istria, con sotto corona in intonaco, in cui sono riportate in numeri arabi le ore. Sempre in pietra d’Istria sono i pilastrini su cui poggiano gli archi a tutto sesto delle bifore. La torre campanara è dotata di due campane in bronzo.(DA CAMBIARE) STATO DI CONSERVAZIONE Su tutta la superficie si evidenziano forme diverse di degenerazione; sappiamo bene infatti come ogni litotipo, artificiale o naturale, degradi secondo una modalità preferenziale. Il campanile quindi, immediatamente cantierabile, deve essere considerato un bene improrogabilmente da sottoporre agli interventi di restauro. INTONACI E LATERIZI Da una preventiva analisi macroscopica è emerso che tutti i prospetti del campanile si presentano in avanzato degrado e che i maggiori danni sono derivati dall’azione combinata di diversi agenti: l’acqua nelle sue diverse manifestazioni (pioggia battente, umidità di risalita), il vento (azione erosiva), gli sbalzi termo igrometrici, gli elementi inquinanti contenuti nell’atmosfera, e, oltre alla scarsa manutenzione, la mancanza di un adeguato sistema di convogliamento delle acque meteoriche, che hanno favorito fenomeni di infiltrazioni e di ruscellamento. Per tale motivo la superficie del corpo di fabbrica è interessata da un diffuso e generalizzato fenomeno di erosione e dilavamento della finitura superficiale. Si riscontrano lievi fenomeni di degrado statico caratterizzati da micro fessurazioni ad andamento ramificato (cavillature), interessanti il solo corpo dell’intonaco, oltre a lesioni e distacchi d’intonaco di estensione e profondità diversificate, da ricondursi anche all’esistenza di materiali diversi che hanno manifestato differenti propensioni al degrado. Fig.1: Campanile. Fig.2: Campanile La struttura tessiturale del campanile è eterogenea per la diversa tipologia dei mattoni usati. I giunti in malta dell'intonaco versano in gravi condizioni, con distacco, decoesione e, in particolare sul prospetto nord, con crescita biologica differenziata, che spazia dalla pianta superiore al lichene. Fig.3: Campanile, attacco biologico Fig.4: Campanile, attacco biologico, licheni. Localmente si riscontra anche la presenza di materiali non compatibili quali perni, grappe, staffe, stuccature e chiodi ossidati. Il sottotetto della cella campanaria (nonostante la rete provvisoria di protezione), i davanzali delle bifore e i cornicioni sono divenuti residenza permanente di colombi, che depositano indisturbati ragguardevoli ammassi di guano; questo, oltre a contenere composti chimici di varia natura, come l’acido urico, fosforico e nitrico, che attaccano direttamente il materiale murario, è anche un ottimo substrato nutritivo per la microflora eterotrofia, oltre che ricettacolo di agenti patogeni e parassiti. Fig.5: Campanile, depositi di guano I cornicioni si mostrano particolarmente fatiscenti e sembrano rilevare problematiche di ordine statico. Fig.6: Campanile, caduta di intonaco. Fig.7: Campanile, interno cella campanaria. Fig.8: Campanile, scala in legno. ELEMENTI DECORATIVI IN RAME, PIOMBO E LEGHE FERROSE Gli elementi decorativi in Rame e leghe ferrose, presenti nella sommità della torre campanaria, si presentano in un mediocre stato di conservazione, fortemente ossidati. Siamo in presenza di diversificati fenomeni corrosivi, che restituiscono altrettanti prodotti di alterazione. Ma è la corrosione atmosferica, legata all’umidità, la causa prima, mentre la disponibilità di Ossigeno, la temperatura e gli agenti inquinanti sono fattori coadiuvanti. Sappiamo infatti che il deterioramento non è da attribuirsi unicamente alla reazione tra metallo e Ossigeno, per dare l’ossido, in quanto questo sarebbe sottile, compatto, aderente e fungerebbe addirittura da protettivo. Per attaccare l’ossido devono esserci altri fattori, come l’umidità relativa, tra il 60% e l’80%, la presenza di sali igroscopici e di particelle di carbone, che assorbendo anidride solforosa ne facilitano l’ossidazione ad acido solforico. . Fig.9: Campanile, l’orologio. DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI Il presente progetto di restauro prende in considerazione i seguenti interventi di restauro: • Restauro architettonico e strutturale di tutta la torre campanaria con opere di rimozione di tutti gli elementi estranei al monumento (montanti, staffe, cavi etc,), di sistemazione del paramento murario in mattoni (murature di perimetro, pilastri interni, archi, volte di solaio) e degli elementi lapidei e strutturali in pietra . • Consolidamento statico delle parti strutturali in legno (travi dei solai, tavolato, puntoni), con opere di pulitura, protezione, trattamento ignifugo, recupero, fettonamento o sostituzioni di quelle parti degradate o ammalorate per umidità, infiltrazioni e contatto con l’acqua, funghi, insetti e sollecitazioni superiori alla qualità e al tipo di materiale. • Restauro dell’orologio, con pulitura del quadrante e ripristino del corretto meccanismo. • Restauro delle campane ( campanaro) • Sistemazione dei gradini delle rampe delle scale interne con fissaggio, sostituzione delle parti mancanti. • Trattamento per l'arresto dell'ossidazione o per la protezione di elementi metallici quali perni, grappe, staffe, cerchiature. • Reintegro del paramento murario esterno ed interno variamento degradato (alveolizzazione, efflorescenze, fatturazioni e fessurazioni, polverizzazione, scagliatura, crescita biologica, depositi superficiali. • Pulitura con scarnificazione e successiva saturazione dei giunti in malta di calce idraulica con caratteristiche chimiche e cromatiche prossime a quelle originarie; eliminazione di vecchie stuccature di malte e parti degradate. In accordo con la Sovrintendenza si procede verificando le vecchie stilature, lasciando in opera quelle ancora aderenti e coese. Si procede con nuove stilature dei mattoni solo nel caso in cui queste abbiano subito disgregazione o distacco, con stuccature sotto livello, che lascino quindi in evidenza il mattone. • Rimozione di incrostazioni derivanti da depositi stratiformi e di guano, da presenza di muschi e licheni, da accumuli di terriccio con crescita di piante a portamento erbaceo, eseguita con spazzolatura manuale a secco, con lavaggi ed impacchi di carbonato d’ammonio, con nebulizzazione di acque deionizzate mediante idropulitrice a bassa pressione. • Rimozione di depositi coerenti quali croste nere o strati carbonatati. • Applicazione del biocida Benzalconio Cloruro e rimozione dei biodeteriogeni. • Sostituzione dei mattoni molto degradati o mancanti, mediante interventi di scuci-cuci, con inserimento di mattoni nuovi o di recupero del tipo già in opera, con uso di calce idraulica. • Consolidamento dei mattoni poco coerenti. • Trattamento finale del materiale con applicazione di prodotti protettivi, rinforzanti ed idrorepellenti. CASTELLO DELLE CAMPANE Nell’ispezione ipotizzabile si evidenzia un avanzato stato di degrado. Il castello deve essere smontato, sabbiato, zincato e rimontato. Sarebbe auspicabile anche l’inserimento di ammortizzatori. Le parti in legno, costituite da pilastri e puntoni, hanno evidenziato una situazione di degrado solo in parte compromessa, con parti lignee in un mediocre-cattivo stato di conservazione, derivata anche dall'azione combinata degli agenti atmosferici e meteorici, dall’attacco di insetti xilofagi sulle travi e dalla presenza di ruggine proveniente dagli elementi di fissaggio in ferro, inseriti sulla struttura lignea. Tutto ciò ha prodotto in molti punti fenditure, marciscenze, parti friabili e disgregate, riscontrabili principalmente nelle teste di appoggio sulle travi orizzontali. Tutti i sistemi di fissaggio adottati nei precedenti restauri (piastre, fasciature, chiodature e bullonature etc) verranno rimossi e sostituiti con parti in ferro di nuova fattura le lavorati con tecniche più affini alla tipologia di intervento al manufatto originale. ATLANTE FOTOGRAFICO DEL DEGRADO Foto 10: Merlatura in laterizio con perdita di intonaco Foto 11: Campanile, foto d’insieme. Cornicioni fatiscenti.