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Lezioni di Don Giordano Trapasso - Appunti
Il problema dell’uomo, oggi – Filosofia
Questi appunti provengono da una redazione personale sommaria e veloce, e spesso reinterpretata, affatto
esaustiva e con altissima probabilità di errore nella trascrizione. Per uno studio completo ed esaustivo è
necessario ascoltare la registrazione. Mi scuso con i lettori per l’incompletezza del documento.
28.02.2015
TEMI da sviluppare: 1) INCARNAZIONE DEL VERBO E RESURREZIONE DEI CORPI
Antropologia filosofica
- - - - - -- - - ANIMA E CORPO
Per il pensiero greco, (Platone) definisce l’Uomo: “Anima ragionevole che si serve del corpo”
per cui il Corpo passa in second’ordine – si tende a disprezzare il corpo –
Tra i filosofi greci, il solo Platone aveva negato che l’aspirazione dell’uomo al Bene possa realizzarsi integralmente
nell’ambito della “polis”; lui solo aveva avuto il coraggio concettuale di proiettare il Bene, l’Idea del Bene, al di là delle
cose terrene e contingenti, nelle sfere celesti: ed è ben questa la ragione per cui il Cristianesimo troverà nel platonismo,
e più ancora nel neoplatonismo, il ponte necessario fra sé e la civiltà classica al tramonto, sulla base del quale costruire
una civiltà nuova.
S. Agostino si era soffermato più sull’idea di uomo come “immagine di Dio” ed aveva utilizzato la triade “memoria”,
“intelletto” e “volontà” per farne una corrispondenza analogica con la SS. Trinità.
S. Agostino afferma che l’uomo, è un’anima ragionevole che si serve di un corpo mortale e terrestre
- L’istinto del corpo non sempre porta al bene mentre ciò che suggerisce “L’Anima” porta sempre al bene.
Per cui l’attenersi a quanto indica “L’Anima” significa agire per il “Bene”.
Comunque S.Agostino pur accettando le idee di Platone (ed altri) sulla “Trasmigrazione dell’anima” (Metempsicosi)
cioè alla morte del corpo l’anima si trasferisce su altro corpo fino ad arrivare alla massima elevazione, Agostino attesta
l’unità sostanziale tra “Anima “ e “Corpo” dell’uomo.
S.Tommaso affermerà che l’uomo è "sinolo" ("insieme", dei due elementi) –materia (corpo) e forma (l’anima).
San Tommaso d’Aquino, poi, riprendendo la distinzione aristotelica tra fisica e metafisica, tra mondo terreno, soggetto
al mutamento e mondo celeste, immutabile, aveva posto la distinzione tra l’ordine naturale e l’ordine soprannaturale,
per cui l’uomo viene ad essere, per così dire, cittadino di due patrie: della patria terrena, ossia dello Stato, quanto alla
sfera politica; e della patria ultraterrena, ossia divina, quanto alla sfera religiosa. Aristotele, del resto, aveva distinto
non solo fra i due ordini, ma perfino tra le diverse virtù dell’uomo: naturali alcune, soprannaturali altre; e anche questa è
una distinzione di cui faranno tesoro i teologi medievali.
In teoria, le due patrie avrebbero dovuto concorrere entrambe al bene dell’uomo: la patria terrena, ossia l’Impero,
all’affermazione della pace e della giustizia; e la patria celeste, rappresentata dalla Chiesa, alla salvezza dell’anima. (da
qui scaturisce tutto il conflitto del primato tra l’impero ed il papato)
L’IMMORTALITA’ DELL’ANIMA
Platone afferma che “L’anima si serve del corpo” (come l’uomo che usa il vestito)
Ma ciò non può essere vero in quanto l’uomo è un essere sensibile e corporeo e pertanto è vero che l’anima ha delle
operazioni proprie (Come il pensare) che risulta indipendente dal corpo materiale, tuttavia ha anche delle operazioni in
comune con esso, come il temere, il sentire, l’adirarsi ecc…..
Dunque anima e corpo devono costituire una realtà unica, e non due cose essenzialmente diverse .
S.Tommaso quindi afferma che Aristotele non era stato chiaro e non si poteva dire che negasse l’immortalità
dell’anima.
Comunque per avvalorare e sostenere la propria idea, S.Tommaso introdusse per primo la nozione di:
“ATTO DELL’ESSERE” (actus essendi) per affermare che all’anima è stata conferita (dall’ente supremo)
una perfezione radicale al di sopra di ogni altra perfezione.
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Quindi si attesta che l’anima è smisuratamente superiore al corpo in quanto ha in se “l’atto di essere”
Pertanto alcune attività sono prerogativa esclusiva dell’anima, attività spirituali come il giudicare,
il ragionare, il riflettere, lo scegliere liberamente, l’essere è proprietà anzitutto dell’anima. Ciò che
ha un’operazione per conto proprio, ha anche l’essere e la sussistenza per conto proprio.
L’ANIMA E’ SUPERIORE AL CORPO ED ALLA MATERIA.
“E’ necessario affermare che l’anima umana, cioè il principio intellettivo, è incorruttibile”
Tuttavia l’anima, pur essendo dotata di un proprio actus essendi, ha bisogno dell’aiuto del corpo per svolgere le proprie
attività e per questo rende partecipe il corpo del proprio atto di essere.
L’anima è una forma “sussistente”(esiste in se stesso) e pertanto non si distrugge con il disfarsi del corpo.
Con il Cristianesimo si forma anche un’altra categoria fondamentale: “La Persona”
Dire persona è parlare di un essere spirituale sussistente, inoggettivabile ed indefinibile, caratterizzato da unità
psicofisica, che si realizza pienamente solo in una relazione d'amore con gli altri e di apertura al trascendente.
Venendo dunque alla definizione di persona, evidentemente essa compete a una sostanza individuale, nel senso che non
può essere universale (cioè non applichiamo la persona all’umanità...), ma inoltre deve essere una sostanza “particolare”
che ha caratteristiche incomunicabili ed uniche, non predicabili ad altri individui della stessa specie.
Il secondo modo di intendere l’individualità ci porta invece a considerare l’incomunicabilità come caratteristica
essenziale per un individuo perfetto: infatti per essere indivuduo un ente oltre che essere uno in se stesso deve anche
essere in qualche modo distinto dagli altri, cioè deve possedere qualcosa di non comune agli altri.
Solo l’uomo ha un’autonomia piena nell’azione, poiché riflettendo presenta a se stesso la forma ed il fine delle proprie
azioni, per questo l’agire completamente per se stesso spetta solo agli esseri di natura razionale e intellettiva.
In conclusione si può dire che l’affermazione che la persona è una sostanza individuale di natura razionale,
caratterizzata dalla particolarità di poter agire per se stessa.
- L’uomo con la sua ragione sa cogliere nelle cose le forme di verità che Dio ha posto in esse.
e le comprende sia per “Illuminazione” sia per astrazione ( saperle trarre fuori)
Per Aristotele la conoscenza si esercita mediante “la vista” ( io vedo e pertanto conosco)
Per S.Agostino la conoscenza si esercita mediante “L’ascolto” (porsi in ascolto della parola di dio)
Ma dove ti ho trovato, per poterti conoscere? Tu non eri nella mia memoria già prima che ti conoscessi; e
allora dove ti ho trovato per conoscerti, se non in Te, al di sopra di me?
DIFFERENZE:
La vista presuppone quel necessario distacco (allontanarsi per mettere a “fuoco” l’oggetto)
Con il rischio di rimanere in superficie.
L’ascolto richiede il coinvolgimento (con il rischio di voler sentire solo quello che vogliamo)
Negatività: ascolto staccato dal vedere.
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