Festival Internazionale di Opera e Teatro Musicale di piccole dimensioni XV EDIZIONE LA GRANA DELLA VOCE Alessandria - Sabato 1 Dicembre 2012, ore 17 Auditorium Pittaluga del Conservatorio Vivaldi Via Parma 1, Alessandria - Rassegna SPAZIOTESI - Leonard Bernstein Trouble in Tahiti (1951) Regia di Mattia Bena Con Justyna Barbara Walasik, Gabriele D. G. Bolletta, Laura Manuela Ordonez, Emanuele Bono, Gabriele Bonnin, Maelle Azzoug presentata come tesi di Laurea del Corso di Regia presso il Conservatorio Verdi di Torino TROUBLE IN TAHITI Libretto e musica di Leonard Bernstein Justyna Barbara Walasik, Dinah Gabriele D. G. Bolletta, Sam Laura Manuela Ordonez, Emanuele Bono, Gabriele Bonnin, trio jazz Maelle Azzoug, pianoforte Nella produzione teatrale di Leonard Bernstein Trouble in Tahiti (an opera in seven scenes) si colloca cronologicamente in seconda posizione tra i musical On the town (1944) e Wonderful town (1953). Fu composta nel corso del 1951 su libretto dello stesso compositore e debuttò l’anno seguente presso il Brandeis University’s Festival of the Creative Arts. Tuttavia, non soddisfatto della resa scenica del finale, Bernstein lo modificò immediatamente per una nuova messinscena presso il Tanglewood’s Music Theatre. In seguito – aprile 1955 – avvenne il fortunato debutto a Broadway. A distanza di molti anni Trouble in Tahiti confluì entro l’ultima produzione teatrale del compositore americano, A quiet place (1983), su libretto di Stephen Wadsworth, per esaudire il desiderio di ampliare l’opera presentando i protagonisti invecchiati di circa trent’anni. In essa l’opera originale costituisce quasi interamente il secondo dei tre atti, per rappresentare i ricordi nostalgici e sbiaditi del vecchio protagonista rimasto vedovo. Nel comporre Trouble in Tahiti Bernstein fu bene attento – lo precisa egli stesso – a realizzare un prodotto che fosse il più realistico possibile, credibile nel suo linguaggio palesemente ispirato alla colloquialità della middle class americana. Ponendo le scene una accanto all’altra, egli alterna con sapienza il divertente e rassicurante messaggio sociale del Trio jazz con l’inquietudine, la malinconia e la problematicità legate al difficile rapporto tra Dinah e Sam, coppia in crisi dopo alcuni anni di matrimonio. La musica non ci porta a livelli di drammaticità pari a quelli di un’opera lirica tradizionale, ma il dramma è presente e palese. Complessivamente la storia è uno spaccato di vita quotidiana di una normale coppia medio borghese, entro un ambiente sociale capitalistico narrato – e lodato esplicitamente – nel Prelude e nell’Interlude da parte del Trio jazz, una sorta di moderno coro greco che ci introduce alla vicenda e successivamente interviene per commentarla. Le sette scene ruotano attorno ai due protagonisti. Cronologicamente li osserviamo litigare già di prima mattina durante la colazione a casa, poi il marito Sam si reca in ufficio – dove si dimostra particolarmente a suo agio – mentre la moglie Dinah racconta di un sogno inquietante sdraiata sul letto dello psicanalista. Casualmente si incontrano per strada e per evitare un confronto entrambi mentono adducendo come scusa altri inesistenti impegni, salvo ravvedersi subito dell’errore e ricordare con nostalgia l’amore fresco e sincero degli anni giovanili ormai forse perduto. Dopo il breve Interlude di raccordo vediamo Sam in tenuta sportiva esultare per la vittoria del torneo di pallamano che egli ha ritenuto più importante rispetto alla recita scolastica del figlio a cui Dinah lo avevo pregato insistentemente di assistere; recita a cui nemmeno lei infine partecipa perché dopo l’incontro in strada si reca al cinema a vedere un film – Trouble in Tahiti – la cui trama racconta con sempre maggiore entusiasmo, salvo infine riprendersi una volta giunta davanti alla porta di casa per rientrare nelle vesti di moglie preoccupata per la cena del marito. Ed eccolo Sam, che dopo il trionfo ritorna mesto a casa, niente affatto felice all’idea di non potersi più sottrarre al confronto con la moglie. Infine il cerchio si chiude: siamo di nuovo tra le mura domestiche, la comunicazione impacciata è palese, non trovano una vera soluzione al problema, e si devono accontentare di andare ancora una volta al cinema dove è uscito un nuovo film: Trouble in Tahiti. Mattia Bena Mattia Bena Nato a Torino nel 1981, sin da giovane svolge attività musicali e teatrali nel coro di voci bianche dei Piccoli Cantori di Torino; parallelamente studia violoncello e chitarra classica, e quindi teatro di prosa presso il Teatro Tangram con Ivana Ferri e Bruno Maria Ferraro. Consegue due lauree specialistiche in Storia della musica e Storia del teatro presso il Dams dell’Università degli Studi di Torino. Nel maggio 2008 cura la messinscena dello spettacolo per le scuole del Conservatorio di Torino Ma mère l’Oye di Maurice Ravel, e nel febbraio 2010 l’allestimento del melologo Enoch Arden di Richard Strauss. Nel settembre 2009 è assistente alla regia di Laurie Feldman per la messinscena de La Traviata presso il Teatro Regio di Torino. Tra giugno e dicembre 2010 compie un’esperienza di Erasmus placement presso la Bayerische Staatsoper di Monaco di Baviera come assistente alla regia di Luc Bondy, Martin Kusej e Calixto Bieito, rispettivamente per Tosca, Rusalka e Fidelio. Nel luglio 2011 consegue il Diploma specialistico di II livello in Discipline musicali ad Indirizzo tecnologico per lo spettacolo lirico e musicale presso il Conservatorio G. Verdi di Torino, con la messinscena di Trouble in Tahiti di Leonard Bernstein. È aiuto alla regia di Paolo Ciaffi Ricagno per la messinscena in prima assoluta della nuova composizione di Enrico Correggia “Solaris” per MITO Settembre Musica edizione 2011, curando le proiezioni e la regia video in diretta. Maggio 2012: per il Quarantennale dalla fondazione dei Piccoli Cantori di Torino cura la messinscena dello spettacolo per ragazzi Borgosonoro e realizza un ampio video sulla storia del coro. Lavora anche come video maker per concerti e spettacoli teatrali: 10 Cori per la ricerca (Milano, aprile 2011 e maggio 2012), Happy end di Kurt Weill (Carpi, Festival Kurt Weill, luglio 2011), Solaris di Enrico Correggia (prima esecuzione assoluta, Torino, Teatro Grande Valdocco, settembre 2011), e collabora con la Compagnia EgriBiancoDanza di Torino. -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------CONSERVATORIO ANTONIO VIVALDI - UFFICIO COMUNICAZIONE E PROMOZIONE Via Parma 1, 15121 Alessandria - Italy - tel: 0131 051 500 - fax: 0131 325 336 - Web: www.conservatoriovivaldi.it Ufficio stampa: Simona Gandini – E-mail: [email protected]