Il potenziale elettrico Lezioni d'Autore Introduzione: i superconduttori VIDEO Introduzione: Gli elettroni nei superconduttori VIDEO Potenziale ed energia potenziale (I) In meccanica data una forza è possibile ricavare da essa un’energia potenziale. Così nel caso di una molla alla forza elastica unidimensionale F(x)=-kx si associa un’energia potenziale U(x)=kx2/2, descritta da una parabola con il minimo corrispondente a x=0. Energia potenziale elastica in funzione della distanza Potenziale ed energia potenziale (II) Si potrebbe introdurre una funzione potenziale V(x) che differisce dall’energia solo per un fattore di scala rappresentato dalla massa m, per cui U(x)/m=V(x). Corrispondentemente in elettrostatica la forza F è sostituita dal campo elettrico E=F/q (con q carica di prova che non modifica sensibilmente il campo) e l’energia potenziale dal potenziale elettrico V=U/q. L'unità di misura del potenziale elettrico è il volt uguale al rapporto joule/coulomb. Potenziale ed energia potenziale (III) Immaginiamo una massa sferica vincolata al profilo di una vallata che presenta più di un minimo relativo. Senza attrito la sferetta oscilla tra due posizioni estreme aventi pari energia potenziale gravitazionale. Considerando invece l’attrito, le buche di potenziale (i minimi relativi) rappresentano le due possibili soluzioni raggiungibili dal sistema dopo un tempo sufficientemente lungo. Potenziale ed energia potenziale (IV) Prendiamo ora in considerazione quale sia la condizione per una pallina, situata in prossimità del minimo nella parte sinistra della guida, di riuscire a superare la barriera di potenziale costituita dalla collinetta (il massimo relativo) del profilo. La risposta è assai semplice: l’energia cinetica della pallina deve compensare la differenza dell’energia potenziale gravitazionale tra il massimo e la posizione iniziale. Potenziale ed energia potenziale (V) L’equivalente elettrodinamico della situazione precedente può essere rappresentato da due metalli separati da un sottilissimo strato di un diverso materiale. Giunzione formata da conduttori separati da un sottilissimo strato di un diverso materiale Potenziale ed energia potenziale (VI) Un singolo elettrone di conduzione del metallo avente un’energia E trova una barriera di potenziale nello strato interposto tra i due metalli. Dal punto di vista classico, l’elettrone è confinato in una delle due parti metalliche se la sua energia E non è superiore all’energia potenziale della barriera. Dal punto di vista della meccanica quantistica, la particella è sostituita da un’onda che oltre a essere riflessa dalla barriera è trasmessa attraverso di essa. L'effetto tunnel (I) Prendiamo come riferimento la simulazione della figura sotto, se lo spessore è pari a 64 nanometri e le due energie differiscono di -1,7 eV la particella non ha alcuna possibilità di oltrepassare l’ostacolo. Viceversa, mantenendo le stesse energie e dimezzando lo spessore della barriera, il pacchetto d’onda ha una probabilità non nulla di attraversarla. A sinistra, l’energia del pacchetto d’onda e lo spessore elevato della barriera non permettono l’attraversamento della barriera; a destra, con uno spessore inferiore, si realizza l’effetto tunnel L'effetto tunnel (II) La capacità di una particella quantistica di andare oltre barriere di energia potenziale in apparente violazione del principio di conservazione dell’energia è chiamata effetto tunnel (quantum tunneling) per evidenziare il passaggio che avviene a un livello più basso di energia seguendo un percorso non ammissibile nella meccanica classica per le singole particelle. L'effetto tunnel (III) L’effetto tunnel oltre a spiegare importanti fenomeni fisici (decadimento alfa) è alla base di applicazioni come il microscopio a scansione per effetto tunnel (STM) che ricostruisce la superficie di un campione con dimensioni prossime a quelle delle dimensioni atomiche. Gerd Binnig e Heinrich Rohrer dell’IBM di Zurigo ricevettero per l’invenzione del microscopio STM il premio Nobel per la fisica nel 1986. Microscopio STM Superconduttività nei metalli (I) Elettroni di conduzione I portatori di carica nei metalli sono particolari elettroni, detti di conduzione, che non sono legati ai singoli atomi del reticolo. Gli elettroni liberi si muovono ordinatamente sotto l’azione di un campo elettrico (una differenza di potenziale applicata agli estremi del conduttore) e trova nelle vibrazioni degli atomi un ostacolo che è misurabile macroscopicamente come resistività del conduttore al passaggio della corrente. Superconduttività nei metalli (II) All’abbassarsi della temperatura la resistività del metallo diminuisce quasi linearmente fino a crollare a valori trascurabili per temperature minori di un valore critico TC dell’ordine dei kelvin (con un salto anche di 1012 nel valore della resistività). Andamento della resistività elettrica in funzione della temperatura nel caso di conduttori normali (curva a) e di superconduttori (curva b) Superconduttività nei metalli (III) La scoperta nel 1911 della superconduzione dei metalli, che valse a Heike Kamerlingh Onnes il premio Nobel della fisica nel 1913, fu per molti decenni un enigma. Solo nel 1957 Leon N. Cooper, John Bardeen e John R. Schrieffer proposero una teoria microscopica del fenomeno. In essa, il comportamento collettivo degli elettroni (inspiegabile per particelle che non possono avere lo stesso stato) era ricondotto a un accoppiamento degli stessi (coppie di Cooper). Coppie di Cooper: a temperature estremamente basse un elettrone può modificare il reticolo cristallino creando una zona con una densità di carica positiva maggiore che attrae una seconda carica negativa Superconduttività nei metalli (IV) Nei metalli, al di sotto della temperatura critica, l’interazione tra un elettrone e un gruppi di ioni comporta una distorsione del reticolo che esercita su un secondo elettrone un debole accoppiamento. Gli elettroni a coppie si comportano come singole particelle (bosoni) che possono coesistere tutte nello stesso stato e possono muoversi nel materiale senza risentire degli effetti delle perdite di energia tipiche dei conduttori normali. Superconduttività nei metalli (V) Nel 1972, ai tre autori citati per la teoria della superconduttività, oggi denominata con le iniziali BCS, fu assegnato il premio Nobel per la fisica. L’anno successivo seguì il premio Nobel per l’effetto tunnel tra superconduttori previsto da Brian D. Josephson e verificato da Ivar Giaever e Leo Esaki. Superconduttività nei metalli (VI) L’intuizione del giovane fisico gallese fu quella di immaginare (molto prima di una realizzazione pratica) una sottilissima barriera di dielettrico (1 nm) che non impediva a due superconduttori di trasmettere attraverso la barriera di potenziale dell’isolante le coppie di elettroni. L’ordine a grande distanza delle coppie di elettroni (quasi particelle) mantiene una supecorrente senza caduta di tensione ai capi della giunzione costituendo l’effetto Josephson in corrente continua. Effetto Josephson e coppie di Cooper La differenza di potenziale standard (I) Il sistema di due superconduttori separati da un sottilissimo strato di ossido (giunzione Josephson) che consente il passaggio alle coppie di Cooper (comportandosi come un unico superconduttore), mostra un secondo effetto quando vi è una tensione diversa da zero alle estremità dei due superconduttori. Effetto Josephson La differenza di potenziale standard (II) In tal caso si produce una corrente alternata di frequenza f che soddisfa la relazione tra energie: hf=2eV. Il rapporto tra frequenza e tensione è allora uguale al doppio della carica elementare divisa la costante di Planck: f/V=2e/h. La differenza di potenziale standard (III) La verifica dell’effetto Josephson in corrente alternata si può realizzare indirettamente sottoponendo la giunzione a una radiazione di frequenza f e osservando i salti della corrente nella curva caratteristica (tensione-corrente) corrispondenti ai valori di tensione Vn=nhf/2e. La differenza di potenziale standard (IV) L’effetto Josephson permette quindi di misurare la costante omonima KJ=2e/h; oppure, rovesciando il ragionamento, fissando il valore di KJ, è possibile ricondurre lo standard di tensione alla misura di una frequenza. Curva caratteristica di una giunzione Josephson alla temperatura di 6,5 K Altri video VIDEO 1 How quantum tunneling works – by Ivar Giaever VIDEO 2 Effetto tunnel quantistico VIDEO 3 Il microscopio a effetto tunnel VIDEO 4 La differenza di potenziale VIDEO 5 What is quantum tunneling? FINE Lezioni d'Autore