Presentazioni della mostra F. Kafka disse che “Da un certo punto in

Presentazioni della mostra
F. Kafka disse che “Da un certo punto in avanti non c’è più modo di
tornare indietro. È quello il punto al quale si deve arrivare.”
Nessuna frase potrebbe rappresentare meglio lo spirito di questa
esposizione.
Il gruppo di artisti è piuttosto eterogeneo: pittura, scultura e segno
grafico si uniscono nell’obiettivo comune della ricerca.
Ogni artista avanza nel suo percorso di cercare e indagare il proprio
mezzo espressivo, il supporto artistico, lo spazio che occupa e la
realtà che lo circonda.
Chi osserva queste opere è testimone di una parte di questo
percorso; che come una strada si sviluppa nel tempo e cambia e
scopre nuove prospettive di ricerca e crescita.
Forse la chiave di lettura sta tutta nella frase di Kafka: anche in
questo caso gli artisti arrivano a un punto di non-ritorno che non è
la fine del cammino, ma è un traguardo al di là del quale non si può
più tornare sui propri passi.
Ognuno a suo modo prosegue nella sua indagine e l’operosa ricerca
diventa il tratto caratterizzante del prodotto artistico, la cifra
stilistica che lo rende riconoscibile.
L’indagine sullo spazio del nido, la fotografia che lascia spazio alla
pittura gestuale, il segno, la ricerca cromatica, i materiali del mondo
agricolo e industriale, la grafica concettuale, l’arte come artigianato
e l’abbandono delle regole per cercare la creatività primigenia.
In questa esposizione si concentra tutto questo e sembra non
esserci un punto di ritrovo; ma questi sono solo i sintomi, i segni di
riconoscimento di un’attività che da anni coinvolge gli artisti qui
presenti e che da anni li spinge a proseguire. Senza una meta
precisa, senza volersi accontentare.
L’obiettivo finale per tutti sembra essere: portare alle estreme
conseguenze un comportamento artistico per studiarne i risultati
fuori e dentro l’opera d’arte. È con questo filtro che i nostri occhi
devono leggere le opere e scovarne la volontà indagatrice.
Anna Facchinetti
Villa Camozzi è al centro di una terra fertile di idee dove il desiderio di
ampliare i confini della conoscenza si traduce in un impegno concreto di
ricerca sia scientifica che artistica e in risultati reali.
Nasce da questa considerazione la mostra “Maggio d’Arte a Villa
Camozzi”. Otto artisti che operano nel vicino territorio e che hanno scelto
la ricerca artistica come mezzo per indagare la realtà, presentano le loro
opere a Villa Camozzi, accolti con entusiasmo dal nostro Istituto il cui
Centro di Ricerche Cliniche sulle Malattie Rare “Aldo e Cele Daccò” ha
sede in questo edificio ricco di storia e di testimonianze artistiche del
passato.
Il Mario Negri promuove da tempo e con convinzione esperienze di
ricerca e iniziative che favoriscano il dialogo tra linguaggi di ricerca
diversi nella forma, ma accumunati da impegno, entusiasmo e rigore,
nella consapevolezza che questi scambi sono sinergici e vitali per la
crescita di una cultura senza false barriere.
Villa Camozzi, inserita nella vita culturale della comunità che la circonda,
è per vocazione e tradizione un luogo ideale per realizzare questi incontri
oltre che luogo di scienza. Con piacere quindi apriamo le sale affrescate a
tutti i visitatori che vorranno conoscere i risultati del talento di pittori,
scultori, ceramisti legati al territorio e sensibili alla ricerca nel suo senso
più profondo e che ci offrono l’occasione di condividere e far conoscere
questo luogo straordinario al pubblico, tra cui, primi tra tutti, i cittadini
nostri vicini di casa che da sempre ci sostengono e ci garantiscono la loro
fiducia.
Ringraziamo gli 8 artisti che con un gesto di concreta e generosa
solidarietà mettono a disposizione alcune loro opere a favore della
ricerca sulle malattie rare.
IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri