Toth Banca Dati – Arte – Cultura – Scienza
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Supervisore Prof. Paolo Bonaccorso
Edizione elettronica /ricerche Antonio Ferrante
Eduardo de Filippo
Napoli, 24 maggio 1900- Roma 31,ottobre 1984
Il padre Eduardo Scarpetta, era attore e commediografo, la madre Luisa De Filippo sarta teatrale.
Eduardo, Titina e Peppino, figli naturali di Scarpetta, furono riconosciuti dalla madre, in quanto
quest’ultimo era già sposato con la zia di Luisa, Rosa. I fratelli crescono nell’ambiente teatrale,
infatti Titina già giovanissima, lavorava nella compagnia di Vincenzo Scarpetta, figlio legittimo di
Scarpetta. Dopo aver trascorso un periodo in collegio col fratello Peppino, inizia a lavorare come
attore, e tra una compagnia e l’altra conosce Totò. Nel 1914 Eduardo entra stabilmente nella
compagnia del fratellastro Vincenzo Scarpetta, raggiungendo così la sorella Titina; tre anni dopo,
con l'ingresso nella compagnia di Peppino, i tre fratelli si ritrovano a recitare insieme. Durante il
servizio di leva è incaricato di organizzare piccole recite per i soldati. La sua prima commedia la
scrive nel 1920 Farmacia di Turno, rappresentata l’anno dopo dalla compagnia di Vincenzo
Scarpetta.
Nel 1922 scrive Ho fatto il guaio? Riparerò! che va in scena al Teatro Fiorentini quattro anni dopo e
che prende in seguito il titolo definitivo di Uomo e galantuomo; in questa commedia, tra le più
comiche del repertorio edoardiano, trattando di “pazzia” (vera o presunta) e di “tradimento".
Nel 1921 in Surriento gentile, idillio musicale di Enzo Lucio Murolo, cura anche la regia. Convive
con una giovane di nome Ninì, per la quale compone poesie d’amore tra cui E margarite. Dopo una
breve parentesi, nella compagnia di Luigi Carini, torna in quella di Scarpetta, dove nel frattempo
era approdato anche il fratello Peppino, nel '26 scrive Requie a l'anema soja... . (poi diventata I
morti non fanno paura) in cui recita da vecchio, dopo qualche anno dice «Non vedevo l'ora di
diventare vecchio: così, pensavo, non avrò più bisogno di truccarmi. E poi, se faccio il vecchio da
adesso, lo posso portare avanti. Se invece mi metto a fare il giovane, presto diranno: "È
invecchiato!"». Nel 1927, in Ditegli sempre di sì torna il tema della pazzia vera e non presunta. In
questi anni Eduardo, con il fratello Peppino e la sorella Titina, e insieme ad altri attori, da vita alla
Compagnia Galdieri-De Filippo, con direttore Eduardo, e che debutta con successo al Fiorentini di
Napoli il 27 luglio con lo spettacolo dal titolo scaramantico La rivista... che non piacerà.
Conosce nel frattempo Dorothy Pennington (“Dodò"), un'americana di Filadelfia, che sposa a
Roma con il rito evangelico il 12 dicembre 1928.
Nello stesso anni scrive l'atto unico Filosoficamente testo però è il solo dell'autore napoletano a non
essere mai stato portato sulla scena.
Nel 1929, usando degli pseudonimi (R. Maffei, G. Renzi e H. Retti), Eduardo e Peppino mettono in
scena lo spettacolo comico Prova generale. Tre modi di far ridere, lavoro in tre atti con prologo ed
epilogo di Galdieri, rappresentato al Fiorentini. Numerose saranno negli anni a venire, le volte in
cui Eduardo si firmerà, come autore teatrale con vari pseudonimi (tra i più noti, Tricot, Molise, C.
Consul); ciò al fine di superare le difficoltà che aveva in quegli anni a farsi riconoscere dagli
impresari i suoi diritti d'autore.
Eduardo, Titina e Peppino, entrano a far parte della Compagnia Molinari, dove costituiranno una
ditta autonoma all’interno della compagnia stessa la “Ribalta Gaia”, con Pietro Carloni, Carlo
Pisacane, Agostino Salvietti, Tina Pica e Giovanni Bernardi. Ottengono un buon successo, nella
rivista Pulcinella principe in sogno.... e con Sik-Sik, l'artefice magico, tra le commedie più riuscite,
ottiene successo a Napoli, che viene a mancare nella successiva rappresentazione estiva a Palermo,
dove Titina viene fischiata . Nel 1931, i tre fratelli fondano la compagnia del Teatro Umoristico “I
De Filippo”. Dopo Roma, Milano, la compagnia a Napoli al Teatro Kursaal, rappresenta O chiavino
di Carlo Mauro, Sik-Sik e per la prima volta la commedia scritta da Peppino Don Rafele 'o
trumbone.
Vanno poi in scena L'ultimo Bottone e Quei figuri di trent'anni fa. Tra le commedie più note di
Eduardo troviamo Natale in casa Cupiello portata in scena per la prima volta al Teatro Kursaal di
Napoli, il 25 dicembre 1931, che segna l’avvio dei tre fratelli in la Compagnia del “Teatro
Umoristico I De Filippo”. Eduardo firma un contratto iniziale, con l’impresario teatrale, di nove
giorni, ma il successo fu tale da prolungare il contratto fino al 21 maggio 1932. Oltre a Natale in
casa Cupiello, la compagnia proponeva sovente Sik-Sik, Quei figuri di trent'anni fa oppure
commedie in collaborazione con Maria Scarpetta, sorellastra di Eduardo, come Parlate al portiere,
Una bella trovata, Noi siamo navigatori, Il thè delle cinque, Cuoco della mala cucina.
L’8 ottobre 1932, Chi è cchiu' felice 'e me!, due atti di Eduardo, scritta nel 1929 e Amori e balestre,
atto unico di Peppino, i tre fratelli debuttano al Teatro Sannazaro.
Si inizia così a formare un primo “repertorio eduardiano” che la compagnia “I De Filippo” porta
sulle scene, alternandolo con lavori scritti da Peppino e Titina stessi o da Maria Scarpetta, Ernesto
Murolo e Gino Rocca. Tra il 1943 e il 1944 «i fratelli De Filippo calcarono le scene repubblichine»,
e nel dicembre del ’44 recita per l’ultima volta al teatro Diana di Napoli, accanto a Peppino, con il
quale esplose il diverbio finale: quindi fondò la nuova compagnia teatrale che si chiamò
semplicemente “Il Teatro di Eduardo”.
Inaugura, il 22 gennaio 1954, con l'opera Palummella zompa e vola, il Teatro San Ferdinando di
Napoli. Teatro che acquistò, semidistrutto e dove investì tutti i suoi guadagni. Oltre alle sue opere,
mise in scena testi di altri autori napoletani, dal parlato popolare, per dare al napoletano la dignità di
lingua ufficiale, una lingua teatrale, tra italiano e napoletano, elaborando una lingua universale.
Napoli milionaria!, 1945, Questi fantasmi! e Filumena Marturano, del 1946, Mia famiglia, 1953,
Bene mio e core mio, 1956, De Pretore Vincenzo, 1957, Sabato, domenica e lunedì, 1959, sono tra
le principali opere di questo periodo.
Nel 1962, in una tournée in Unione Sovietica, Polonia ed Ungheria poté toccare con mano la grande
ammirazione che pubblico ed intellettuali avevano per lui.
L’anno successivo gli fu conferito il “Premio Feltrinelli” per la rappresentazione Il sindaco del
rione Sanità. A Roma, con Gli esami non finiscono mai, vince il “premio Pirandello”. Nel 1980
riceve due lauree honoris causa, prima a Birmingham nel 1977 e poi a Roma nel 1980, e dopo un
anno fu nominato senatore a Vita aderendo al gruppo della Sinistra Indipendente. Alla sua morte fu
allestita la camera ardente al Senato e fu sepolto al cimitero di Verano. L’esordio di Eduardo nel
cinema, avviene nel 1932, con Tre uomini in frak di Mario Bonnard. Nel 1940, la sua prima regia,
In campagna è caduta una stella. Cura la sceneggiatura di Matrimonio all'italiana, remake di
Filumena Marturano, di Vittorio de Sica, e sempre per l’amico inventa personaggi per Tempi nostri,
Zibaldone n. 2 e L'oro di Napoli, e nel 1950 con Totò dirige ed interpreta Napoli milionaria!. Dal
1966 si dedica alla TV, dove ripropose le sue commedie, e nel 1984 interpretò il suo ultimo ruolo: il
vecchio maestro nello sceneggiato Cuore, diretto da Luigi Comencini e tratto dal libro di Edmondo
De Amicis. De Filippo si sposò tre volte. Con Dorothy Pennington nel 1928, matrimonio annullato
definitivamente nel 1955; con Thea Prandi, 1956, madre dei suoi figli Luisa e Luca; e con Isabella
Quarantotti, 1977. Vita a tratti triste, segnata da diversi lutti familiari, prima la figlia Luisella e poi
la sorella Titina. Muore nel 1984. Non riuscì mai a recuperare il rapporto col fratello Peppino, si è
scritto che alla notizia del peggioramento delle condizioni di salute di Peppino, Eduardo andò sì a
fargli visita ma, una volta morto il fratello, non partecipò alle esequie e la sera, rivolto al pubblico
del teatro Duse di Bologna disse: "Adesso mi manca. Come compagno, come amico, ma non come
fratello".
Eduardo esercitò le sue capacità anche come insegnante essendo stato incaricato dall'Università “la
Sapienza” di Roma come docente a contratto di Drammaturgia tra il 1981 e l'82.
Prosa radiofonica
Il mio primo amore (6 marzo 1937)
Le voci di dentro (23 luglio 1959)
Teatrografia
Sik-sik l'artefice magico, 1932
Napoli milionaria!, 1950; 1964
Questi fantasmi!, 1951
Cantata dei giorni dispari, I, 1995. Quarenghi, Milano, 2005
Bene mio e core mio, 1956. Chi è cchiù felice 'e me!, 1956
Mia famiglia. Commedia in tre atti, 1956
De Pretore Vincenzo, Torino, 1957
Le bugie con le gambe lunghe, 1958
Il figlio di Pulcinella, Torino, 1958
Cantata dei giorni dispari, 1995
Cantata dei giorni pari, 1959; 1971
Natale in casa Cupiello, 1964
Filumena Marturano, 1964
Le voci di dentro, 1964
Non ti pago, 1964
Peppino Girella, Roma, 1964
L'arte della commedia, 1965
Ditegli sempre di sì, 1966
Uomo e galantuomo, 1966
Sabato, domenica e lunedì, 1966
Cantata dei giorni dispari, 1966
Il contratto, 1967
Il monumento, 1971
Ogni anno punto e a capo, 1971. Bene mio e core mio, 1971
I capolavori di Eduardo, 2 voll., Torino, Einaudi, 1971; 1979. Contiene: I, Ditegli sempre di sì; SikSik, l'artefice magico; Natale in casa Cupiello; Non ti pago; Napoli milionaria!; Questi fantasmi!;
Filumena Marturano Le voci di dentro. II, Mia famiglia; De Pretore Vincenzo; Sabato, domenica e
lunedì; Il Sindaco del Rione Sanità; L'arte della commedia; Il contratto.
Gli esami non finiscono mai, 1973. La grande magia, 1973
Io, l'erede, Torino, 1976
Tommaso d'Amalfi, 1980
Tre commedie, 1992. Contiene: Le bugie con le gambe lunghe; La grande magia; Bene mio core
mio.
Tre adattamenti teatrali, 1999. Contiene: Sogno di una notte di mezza sbornia, La monaca fauza,
Cani e gatti!.
Bibliografia
Luigi Silori, Eduardo De Filippo, 1950
Vito Pandolfi, Eduardo De Filippo, 1970
Federico Frascani, Eduardo segreto, 1974
Peppino De Filippo, Una famiglia difficile, 1976
Giovanni Antonucci, Eduardo De Filippo: introduzione e guida allo studio dell'opera
eduardiana – storia e antologia della critica Firenze, 1981
Andrea Bisicchia, Invito alla lettura di Eduardo De Filippo, 1982
Emma Giammattei, Eduardo De Filippo, 1983
Paolo Calcagno, Eduardo: la vita è dispari, 1985
Isabella Quarantotti De Filippo, Sergio Martin (a cura di), Eduardo: polemiche, pensieri,1985.
Stefano De Matteis, Lo specchio della vita, Bologna, 1991
Anna Barsotti, Introduzione a Eduardo, 1992
Augusto Carloni, Natale in casa De Filippo,1993