Il Papa a Malta - Alessandra Borghese

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Il Papa a Malta
Viene da chiedersi quale sia il motivo di un viaggio del Papa a Malta dopo
mesi di duri attacchi contro la chiesa e il pontefice -con un apice nelle
ultime settimane- riguardo il grave crimine della pedofilia.
In effetti se si legge la storia di Malta si capisce subito che questa piccola
isola del Mediterraneo è stata un baluardo della fede cattolica nei secoli
e lo è ancora oggi. Una realtà a sé, vivissima nella fede, se si guarda alla
situazione del resto dell’Europa.
Dal 1964 , data dell’indipendenza dall’Inghilterra, il cattolicesimo a Malta
è infatti religione di stato, aborto e divorzio non sono legalizzati e anche
l’inno nazionale è una preghiera a Dio, un richiesta di aiuto per chi soffre
e per gli operai. A soli 90 chilometri dalle coste siciliane questa roccaforte
battuta dal vento conserva la fede con fierezza fin dallo sbarco di San
Paolo. Ovviamente molte sono state le vicissitudini attraversate - dal
grande assedio della flotta ottomana avvenuto nel 1565 fino ai pesanti
bombardamenti dei tedeschi e italiani durante la seconda guerra
mondiale.
Il volo papale sabato pomeriggio è partito da Fiumicino con venti minuti
di ritardo, verso le 15, 45. I Terminal erano semivuoti, moltissimi i voli
cancellati per il nord Europa , Milano e Parigi a causa “della nube oscura
che sta sopra i cieli” come ha detto lo stesso Benedetto XVI. Uniche mete
confermate quelle verso sud. Interessante soffermarsi sul motto del
viaggio papale : “ Dovremmo poi andare a finire su qualche isola”.
Ovviamente quando si pensa a Malta non si può non affrontare il grave
problema dei profughi africani che spesso si ritrovano in no man water.
Un problema che tocca tutti e a cui la Comunità Europea dovrebbe
rispondere concretamente.
Il Papa durante il volo che lo conduceva a Malta ( singolare il nome dell’A
320 dell’Alitalia “ Città dell’Aquila”) con un breve saluto al seguito ha
ricordato con poche parole pronunciate a braccio l’importanza che San
Paolo ancora oggi ha per la chiesa perché la sua fede è operante nella
carità. Dante Alighieri nella Divina Commedia definisce Paolo di Tarso
“uno strumento prescelto da Dio”. Si potrebbero cercare delle analogie
tra Paolo e Benedetto. Forse anche per il Papa, Malta può essere un
“felice naufragio” , un luogo ideale per riprendere la forza e tornare ad
annunciare il Vangelo con ancora più forza e vigore tra le accuse e le
difficoltà che di certo continueranno a non mancare. Paolo di Tarso
naufragò proprio a Malta 1950 anni fa e come ricorda negli Atti degli
Apostoli “ una volta in salvo, venimmo a sapere che l’isola si chiamava
Malta. Gli abitanti ci trattarono con rara umanità …”.
Non a caso nei primi due discorsi pronunciati il papa ha subito toccato dei
temi impopolari, ma fondamentali per la dottrina della chiesa cattolica,
come la difesa del matrimonio, la centralità della famiglia, la sacralità
della vita dal suo concepimento alla morte naturale e la libertà religiosa
per una migliore integrazione. Malta è quindi vista dal Papa come un
ponte per comprendere meglio i popoli, le culture e le religioni del
Mediterraneo.
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