Il Papa a Malta Viene da chiedersi quale sia il motivo di un viaggio del Papa a Malta dopo mesi di duri attacchi contro la chiesa e il pontefice -con un apice nelle ultime settimane- riguardo il grave crimine della pedofilia. In effetti se si legge la storia di Malta si capisce subito che questa piccola isola del Mediterraneo è stata un baluardo della fede cattolica nei secoli e lo è ancora oggi. Una realtà a sé, vivissima nella fede, se si guarda alla situazione del resto dell’Europa. Dal 1964 , data dell’indipendenza dall’Inghilterra, il cattolicesimo a Malta è infatti religione di stato, aborto e divorzio non sono legalizzati e anche l’inno nazionale è una preghiera a Dio, un richiesta di aiuto per chi soffre e per gli operai. A soli 90 chilometri dalle coste siciliane questa roccaforte battuta dal vento conserva la fede con fierezza fin dallo sbarco di San Paolo. Ovviamente molte sono state le vicissitudini attraversate - dal grande assedio della flotta ottomana avvenuto nel 1565 fino ai pesanti bombardamenti dei tedeschi e italiani durante la seconda guerra mondiale. Il volo papale sabato pomeriggio è partito da Fiumicino con venti minuti di ritardo, verso le 15, 45. I Terminal erano semivuoti, moltissimi i voli cancellati per il nord Europa , Milano e Parigi a causa “della nube oscura che sta sopra i cieli” come ha detto lo stesso Benedetto XVI. Uniche mete confermate quelle verso sud. Interessante soffermarsi sul motto del viaggio papale : “ Dovremmo poi andare a finire su qualche isola”. Ovviamente quando si pensa a Malta non si può non affrontare il grave problema dei profughi africani che spesso si ritrovano in no man water. Un problema che tocca tutti e a cui la Comunità Europea dovrebbe rispondere concretamente. Il Papa durante il volo che lo conduceva a Malta ( singolare il nome dell’A 320 dell’Alitalia “ Città dell’Aquila”) con un breve saluto al seguito ha ricordato con poche parole pronunciate a braccio l’importanza che San Paolo ancora oggi ha per la chiesa perché la sua fede è operante nella carità. Dante Alighieri nella Divina Commedia definisce Paolo di Tarso “uno strumento prescelto da Dio”. Si potrebbero cercare delle analogie tra Paolo e Benedetto. Forse anche per il Papa, Malta può essere un “felice naufragio” , un luogo ideale per riprendere la forza e tornare ad annunciare il Vangelo con ancora più forza e vigore tra le accuse e le difficoltà che di certo continueranno a non mancare. Paolo di Tarso naufragò proprio a Malta 1950 anni fa e come ricorda negli Atti degli Apostoli “ una volta in salvo, venimmo a sapere che l’isola si chiamava Malta. Gli abitanti ci trattarono con rara umanità …”. Non a caso nei primi due discorsi pronunciati il papa ha subito toccato dei temi impopolari, ma fondamentali per la dottrina della chiesa cattolica, come la difesa del matrimonio, la centralità della famiglia, la sacralità della vita dal suo concepimento alla morte naturale e la libertà religiosa per una migliore integrazione. Malta è quindi vista dal Papa come un ponte per comprendere meglio i popoli, le culture e le religioni del Mediterraneo.