SCHEGGE DI MEMORIA - comunicato stampa Il naso in dispensa

Città di Savigliano – Assessorato alla Cultura
SCHEGGE DI MEMORIA
Esperienze a confronto tra racconto e Storia
2ˆedizione LA MEMORIA DEL CIBO
SAVIGLIANO domenica 24 novembre 2013
Il Cibo, il divertimento e
il buon gusto dei Saviglianesi
Domenica 24 Novembre - viste guidate e laboratorio Il Naso in Dispensa
Domenica 24 novembre Schegge di Memoria vi offre un viaggio nelle dispense saviglianesi tra '800 e
'900. Un inedito percorso di visita in città si affianca ad un'esperienza di laboratorio presso il Centro
della Memoria per offrire un viaggio storico-sensoriale nelle cucine di altri tempi.
Il percorso completo, visita e laboratorio, ha inizio dalla Piazza Santa Rosa, sede del più antico
mercato cittadino, ma anche di alcuni locali assai frequentati nel passato e noti per produzioni
originali. Si proseguirà sulla via Maestra, ora via Sant'Andrea, dove le sorprese non mancano.
Scopriremo come si organizzava una tavola borghese nell'800, quali oggetti si trovavano in cucina e
cosa non mancava mai in dispensa. Parleremo di libri e di alimenti che avevano ed hanno un posto
d'onore sulla tavola. Scopriremo poi che per il cibo i saviglianesi scioperavano, rubavano e si
ribellavano. Il percorso si concluderà presso il Centro della Memoria dove impareremo a conoscere
strani prodotti che giunsero sulle tavole durante la guerra e sarà possibile sperimentare il potere
dell’olfatto nel sollecitare anche gli altri sensi e la memoria.
Visita Guidata
Gli orari di partenza sono: 11.00 – 14.00 e 16.00.
Appuntamento presso l'Ufficio Turistico - p.zza Santa Rosa, Savigliano.
Prenotazione consigliata: 329-1547397.
Laboratorio IL NASO IN DISPENSA e visita del Centro della Memoria
Apertura ore: 10.00-12.00 /14.30-18.00
Centro della Memoria - p.zza Arimondi 15, Savigliano
Per informazioni:
Archivio storico/Centro della Memoria
tel: 0172/711240; email: [email protected]
sito: www.comune.savigliano.cn.it
Ente Manifestazioni 0172.712536 – [email protected],
www.entemanifestazioni.com
La visita guidata ed i laboratori sono gratuiti.
IL PERCORSO IN CITTA’
Il racconto ha inizio sulla piazza Vecchia dove si accavallano storie di massaie intente a far la spesa e
di principi seduti a far colazione in un de hors, mentre attorno al tavolo da biliardo ci si giocavano
bottiglie di vermouth e panettoni. Ai piedi di Santorre immaginiamo le preoccupazioni di un moderno
nobiluomo dell'800 che si informava su come meglio sfruttare i suoi possedimenti di campagna o
quelle di un politico d'altri tempi che decise di investire il suo patrimonio per bonificare estese paludi
ed inventava sistemi d'irrigazione per consentire ai suoi elettori di accrescere la propria prosperità.
Si prosegue poi in via Sant'Andrea dove si assiepavano molte residenze nobiliari sulle cui tavole
comparivano piatti che spesso riprendevano i modi della corte, ma sotto i cui portici vi erano trattorie
che servivano palati semplici e robusti. Su nessuna tavola mancava mai la carne, alimento essenziale,
costoso e di difficile conservazione. Le beccherie e i macelli furono sempre al centro dell'attenzione
comunale ed ispettori scrupolosi avevano il compito di verificare la salubrità delle carni. Dell'animale si
mangiava tutto: pezzi oggi innominabili erano al centro di piatti succulenti. La carne e il cibo in genere
potevano anche essere oggetto di furto, ma il ladro poteva avere obiettivi assai differenti!
La cuoca dei conti Santa Rosa poteva attingere dalla biblioteca di famiglia per trarre ispirazione per le
minute quotidiane. Sceglieva le ricette tra quelle destinate alla tavola borghese o tra quelle della
“gente di mondo”, ma poi entrava in cucina e si destreggiava tra cazzeruole e rasarole, tra chiari
sbattuti a fiocca e tomatiche.
Al termine di via Sant'Andrea, fino al 1912, c'era una porta. La città finiva e poche case in mezzo alla
campagna costituivano il borgo della Pieve. Con un po' di fantasia rievocheremo quei tempi andati.
Ancora ad inizio '900 lungo il rio Chiaretto si pescava e ben due mulini testimoniavano la ricchezza
delle campagne e le numerose battaglie del grano vinte dagli agricoltori locali. Quel grano era motivo
di vanto della pianura cuneese e le sue varietà studiate e promosse per il benessere collettivo. Quel
grano era pane e pasta, il mais diveniva polenta, le castagne potevano diventare farina e cereali
minori, oggi spesso becchime per uccelli, essere nutrimento per chi non aveva nulla di cui cibarsi.
Proprio la scarsità di cibo fu una delle cause che fece rivoltare gli studenti del Convitto di Savigliano
che aveva sede nell'ex convento di Sant'Agostino. Ma a raccontare questa storia ci penserà Gustavo
Guido Gozzano.
I LABORATORI AL CENTRO DELLA MEMORIA
Il Centro della Memoria propone un laboratorio in cui mettere in gioco i sensi. Perché quando
sentiamo alcuni odori ci emozioniamo e facciamo un tuffo nel passato? L’olfatto è uno dei motori della
memoria: grandi e piccini potranno divertirsi ad annusare e a trovare i colori e le forme degli odori. Alla
fine si creerà una meravigliosa mappa olfattiva! Una parte del laboratorio, conclusione ideale del
percorso in città, sarà dedicata agli alimenti che durante il difficile periodo della Guerra hanno
sostituito beni di consumo come caffè, the e farina bianca sulle tavole degli italiani. Il caffè diventa in
quel periodo una miscela creata con svariate soluzioni ingegnose e diverse piante come la cicoria, il
pane viene fatto con una miscela di farine e semi vari (ed a volte non solo!) con il risultato di renderlo
immangiabile il giorno dopo. Attraverso l’olfatto si potranno conoscere alimenti particolari e scoprire
che oggi molti di questi (una volta usati per necessità) sono venduti e sponsorizzati per le loro
proprietà benefiche. Sullo sfondo della nostra indagine le Leggi sul razionamento del cibo, l’ideale
autarchico del periodo fascista, le tessere alimentari e la fame. Un momento di riflessione sul mondo
attuale del mercato dell’alimentazione, del biologico e del ritorno all’uso di cibi una volta considerati
“poveri” riscoperti per le loro virtù salutiste. Una possibilità di ragionamento sulle nostre esigenze
alimentari in un confronto con il recente passato.