savigliano CRONACA È il quarto della banda di Halloween mercoledì 17 febbraio 2016 7 AEROPORTO Controlli dell’Istituto Zooprofilattico Arrestata la talpa Nessun Zika Virus Pistole, munizioni e le maschere di Halloween indossate dai rapinatori I Carabinieri di Savigliano hanno arrestato la “talpa” della rapina, avvenuta lo scorso novembre nella zona di San Salvatore ai danni un furgone che raccoglie e trasporta gli incassi di slot machine, videopoker e macchinette “cambia monete”. Si tratta di M. G., 43enne residente nell’albese. Quel giorno alcuni uomini che indossavano maschere di Halloween avevano affiancato il furgone e sotto la minaccia delle armi avevano costretto l’autista del mezzo ad aprire la cassaforte da cui avevano prelevato l’incasso totale della giornata, circa 13.000 euro. Purtroppo per la banda, un cittadino aveva segnalato strani movimenti ai Carabinieri che nel giro di poche ore erano riusciti ad arrestare i tre componenti della gang: Davide Beccaria, 43 anni, Antonio Garofalo, 46 anni, e suo figlio Ciro, 24 anni. Tutti accusati di rapina aggravata, sequestro di persona, detenzione di munizioni illecite e lesioni personali. Le indagini però non si erano concluse anche perché ai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Savigliano era apparso da subito molto chiaro che i tre non avrebbero potuto portare a termine la rapina senza l’aiuto di una “talpa”. Agli investigatori la vittima della rapina aveva raccontato che prima di dirigersi a Savigliano era stato contattato, stranamente, da un collega di lavoro che lo aveva invitato nella zona di Cuneo a prendere un caffè. I Carabinieri sono riusciti ad identificare il collega, che è risultato essere privo di precedenti penali e con una vita regolare; dipendente della ditta da diversi anni, non aveva mai destato sospetti. I militari avevano scavato nella sua vita privata ed hanno scoperto, tra l’altro, che il giorno della rapina aveva avuto contatti telefonici proprio con uno dei rapinatori, prima e dopo la rapina. Ed hanno appurato che la stessa talpa conosceva molto bene i movimenti del suo collega e la strada che avrebbe utilizzato per rientrare presso la sede dell’azienda: Inoltre, sempre lui era a conoscenza del fatto che nel furgoncino quel giorno erano custoditi oltre 13 mila euro. I tre complici in carcere, nel frattempo, non hanno fatto altro che confermare la presenza del “quarto uomo” nel gruppo criminale. Da qui la richiesta di misura cautelare in carcere, che è stata accolta dal Gip del Tribunale di Cuneo che ha precisato come l’uomo, approfittando del suo status di dipendente, abbia utilizzato le sue conoscenze per agevolare la commissione di un così grave delitto ai danni di un collega in totale assenza di scrupoli morali. M. G. è stato rintracciato sul posto di lavoro: per lui si sono aperte le porte del carcere mentre i tre complici, che hanno ammesso le proprie responsabilità, a breve saranno processati con rito abbreviato. I capi di imputazione della “talpa” sono gli stessi già contestati ai suoi complici. Paolo Biancardi Il virus che in questi giorni sta creando allarme in Sud America è stato scoperto in una scimmia Rhesus, nel 1947 nella foresta di Zika in Uganda. Appartenente alla famiglia Flaviviridae, viene trasmesso dalle zanzare del genere Aedes, le stesse che trasmettono il virus della febbre gialla, della dengue e chikungunya. La principale specie di zanzara coinvolta nella trasmissione dello Zika virus in Sud America è la Aedes aegypti che non è presente in Italia da circa 40 anni. Dapprima diffusa in Africa ed Asia, si è spinta recentemente in America Latina facendo registrare 1,5 milioni di casi in Brasile, ed è sospettata di causare una grave patologia fetale, la microcefalia. In Brasile, sono aumentate di venti volte, dal 2014 a oggi, le nascite di bambini con microcefalia (quasi 4.000 casi nell’ultimo anno). Questa situazione preoccupante ha spinto il Centers for Disease Control and Prevention a pubblicare delle linee guida per la valutazione e la diagnosi dei neonati con possibile infezione congenita da Zika. E ha sconsigliato alle donne in gravidanza di recarsi nelle aree del Sud America in cui è attualmente in corso l’epidemia. In Italia, come nel resto dell’Europa, il virus non è naturalmente presente, ma sono ampiamente diffuse altre zan- La zanzara responsabile della trasmissione dello Zika Virus zare che potenzialmente potrebbero trasmetterla, come la Aedes albopictus (meglio conosciuta come zanzara tigre). Non bisogna dimenticare inoltre che il flusso di viaggiatori dal Brasile all’Italia è tra i più alti in Europa: circa 420.000 da settembre 2014 ad agosto 2015. Il rischio che il virus trovi le condizioni ottimali per diffondersi c’è. Al momento i casi umani registrati sono tutti casi di importazione, turisti di ritorno dal Sud America. «Zika Virus, come succede per gli altri Flavivirus trasmessi dalle zanzare, è rilevabile dalle metodiche di laboratorio che noi utilizziamo – spiegano dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte –. Da diversi anni, durante la stagione estiva vengono collocate sul territorio del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta delle trappole per la cattura di zanzare nei punti più a rischio per l’introduzione di specie esotiche di zanzare e patogeni esotici, come gli aeroporti di Caselle e Levaldigi e in porti ed aeroporti della Liguria oltre all’Ospedale Amedeo di Savoia di Torino. La scorsa stagione estiva da questi siti sono stati analizzati per la ricerca di flavivirus più di 200 pool di zanzare e Zika Virus non è mai stato rilevato. Per intensificare la sorveglianza e individuare precocemente l’introduzione di specie esotiche di zanzara e/o patogeni esotici, durante l’estate 2016, grazie a specifici progetti di ricerca, verranno monitorati attivamente altri siti a maggior rischio, quali ditte che si occupano di commercio e deposito di pneumatici usati e vivai».