TIME ZONES XXX edizione 15 Ottobre – 20 Novembre

TIME ZONES
XXX edizione
15 Ottobre – 20 Novembre 2015
BARI
Venerdì 23 Ottobre
Auditorium Showville
LENNONIANA
***
Sabato 24 Ottobre
Auditorium Showville
Ore 21,00 – BBRT New Language
Ore 22,00 – NICOLA CONTE | Time Zones
Project
In collaborazione con Puglia Sounds
nell’ambito delle manifestazioni
collaterali Medimex 2015
***
Sabato 31 Ottobre
Teatro Petruzzelli
DAVID LANG
Il poeta del suono
In collaborazione con Puglia Sounds
nell’ambito delle manifestazioni
collaterali Medimex 2015
***
Domenica 1 Novembre
Auditorium Vallisa
VOICES CHOOSE FROM ANOTHER TIME
– TRIO MEDIAEVAL
– DEAN BOWMAN & Screaming Hendrix Or So
***
Venerdì 6 Novembre
Teatro Forma (Bari)
– TOMAGA
+
–PIERRE BASTIEN
***
Domenica 8 Novembre
Teatro Forma
TARANTA FUTURE
In collaborazione con il Conservatorio di musica di Bari Nicolò Piccinni – Dipartimento di Nuove Tecnologie e
Linguaggi Musicali
+
BREWED JUNK
SEAN NOONAN, STEVEN DE BRUYN, JASPER HAUTEKIET
+
COLIN SELF
***
Venerdì 13 Novembre
Auditorium Showville
ALEC EMPIRE
+
CHRISTIAN FENNESZ & Ozmotics
***
Sabato 14 Novembre
Auditorium Showville
THE BAD PLUS
+
LUZ
***
Venerdì 20 Novembre
Teatro Petruzzelli
BENJAMINE CLEMENTINE
*********************
TIME ZONES
OFF
15 ottobre @ Pellicano
Ore 21,30 – Santa Muerte | Ore 22,30 – Putan club
16 ottobre @ Pellicano
Ore 21,30 – Shilpa Ray
17 ottobre @ Pellicano
Ore 21,00 – My Be I’m |- Ore 21,30 – Dirty Trainload | Ore 22,30 Aidan Smith
******************
TIME ZONES
LITERATURE
@ Auditorium Vallisa
4/11 LA GERUSALEMME LIBERATA con Alessandra Celletti
9/11 LA FOLLIA DI ORLANDO con Francesco Scagliola
12/11 IL RACCONTO DI ENEA con Marco Malasomma
15/11 IL VIAGGIO DI ULISSE con Ignacio Plaza & Marcello Magliocchi
Caro Gianluigi,
per uno strano scherzo del destino, il caso ha voluto che celebrassimo in contemporanea in luoghi diversi la
vostra presentazione di TIME ZONES e la nostra presentazione della nuova stagione del Granteatrino Casa
di Pulcinella, creando così qualche inevitabile disagio. Mi dispiace.
È comunque una preziosa occasione per noi per testimoniare il valore artistico e politico del Festival da te
ideato e diretto, a nostro avviso una splendida realtà che ha conquistato di diritto nel corso degli anni un
rilievo internazionale.
Desidero quindi esprimerti i miei più sinceri e affettuosi auguri a te ai tuoi collaboratori e a tutti gli amici
vicini e lontani per la migliore riuscita di TIME ZONES.
Lunga vita a questo Festival originale e autentico, che ha scritto per la nostra città e per i suoi distratti
abitanti pagine memorabili di musica e di alta convivenza civile e politica.
Un abbraccio
Paolo Comentale
Direttore artistico “Casa di Pulcinella”
Venerdì 23Ottobre
Auditorium Showville
LENNONIANA
Per i 50 anni di Rubber Soul(1965)Time Zones dedica il 23 ottobre un omaggio a John Lennon.Presentata da
Enzo Gentile, la giornata vedrà la proiezione dei suoi film sperimentali e di due pellicole nelle quali, in modo
diverso, Lennon è protagonista:
•Fly,del 1971e Bed in Amsterdam del 1972.
• Come Ho Vinto La Guerra,del 1967di Richard Lester con John Lennon, Michael Crawford. Nel film
Lennon interpreta la parte del soldato semplice Gripweed.
•La Vita È Facile Ad Occhi Chiusi, film di David Trueba con Francesc Colomer, Javier Cámara, Natalia
de Molina e Rogelio Fernández. Il film è ambientato in Spagna, nel 1966 e narra la storia vera di un
insegnante di inglese che prende la sua auto e viaggia verso il sud (l’Almeria degli Spaghetti
Western) per incontrare il suo idolo John Lennon, che, in piena crisi esistenziale, sta girando lì un
film di Richard Lester. Faranno parte del viaggio anche due ragazzini in fuga dalle proprie famiglie,
che il professore incrocia sulla sua strada. Commedia solare, il film spagnolo dell’anno.
John Lennon è il filo rosso del film: il titolo è un verso della celebre canzone Strawberry fields
forever,composta da Lennon proprio in Almeria. (“Vivir es fácil con los ojos cerrados” è la
traduzione di “Living is easy with eyes closed…”). L’origine del titolo della canzone, spesso oggetto
di discordanti interpretazioni, potrebbe nascere dai campi di fragole d’Almeria: i più grandi del
mondo.
Sabato 24Ottobre
Auditorium Showville
BBRT New Language
Joe Bowie, Jean Paul Bourelly, Jamaladeen Tacuma,DJ Gea Russel
Joseph Bowie:trombonista di St. Louis e fratello di Lester, ha fondato il mitico gruppo dei Defunkt, una
delle avventure più belle della musica nera di fine 900, il ritmo elevato ad imperatore del suono:sua maestà
il funk.
Jean Paul Bourelly: questo raffinato e potente chitarrista di Chicago ha iniziato suonando piano e batteria,
nella sua carriera ha messo la sua chitarra al servizio di mille avventure, dall’impegno politico con la Black
Rock Coalition alle collaborazioni con Roy Haynes, McCoy Tyner,Elvin Jones,Miles Davis,Cassandra
Wilson,Jack Bruce, Buddy Miles e molti altri. Un suono unico, una scia Hendrixiana tinta di blues, lanciata
nel jazz con vigore e convizione. Jamaladeen Tacuma: sicuramente uno dei più grandi bassisti elettrici.Nato
nei dintorni di NY è cresciuto a Philadelphia, negli anni ‘70 il suo istinto funky ha incrociato li furore
rivoluzionario del free jazz di Ornette Coleman lasciando nel jazz una traccia indelebile. Il suo basso, ancor
oggi così intriso di “free funk”, è la definizione perfetta della parola ‘ritmo’. Dj Gea Russel: con alle spalle
un’intensa frequentazione del jazz ha iniziato a lavorare con i piatti e con i dischi a partire dagli anni 80, in
questa formazione lui è altra benzina sul fuoco del ritmo. Il dj è ancora per molti un elemento inconsueto
in una concezione standardizzata del jazz, ma ormai accadrà sempre più spesso di trovare queste figure nei
trio e nei quartetti.
L’idea di musica di questi musicisti ancora insoddisfatti rimane ispirata dalla ricerca di nuovi suoni,
un’idea assetata di futuro, non per caso hanno scelto di chiamare questo progetto NEW LANGUAGE:
Nel corso della storia della musica i promoter, le etichette discografiche e gli agenti hanno resistito al
cambiamento. Dizzy & Bird sono stati sotto severo esame all'inizio del Bebop, Coltrane è stato criticato nei
suoi ultimi anni per aver sviluppato i concetti spirituali della musica. Miles Davis è stato crocifisso per
essersi mosso in direzione del rock e del funk plasmando la musica fusion. Ornette Coleman e Don Cherry
sono stati ridicolizzati negli anni '50, Chuck Berry, “Scat Man” Crothers, Elvis Presley e Buddy Holly sono
stati chiamati satanisti per aver dato forma all’inizio del rock & roll. Ci sono similarità in queste esperienze?
Gli artisti hanno creato visioni creative che andavano al di là di quelle dei promoter, degli agenti e del
pubblico. Gli artisti sono motivati dalla creatività e dal desiderio di sviluppo, non sono influenzatiinteressi
economici contingenti. Nel corso di migliaia di anni di esistenza ed evoluzione sulla terra, gli esseri umani
hanno istituito controlli per limitare lo sviluppo del linguaggio musicale. Perché? La coscienza porta alla
consapevolezza! L'enfasi sulla ripetizione dei generi musicali ha effettivamente distorto la nostra
percezione e ridotto il vasto potenziale della nostra mente, del nostro corpo e della nostra anima. Gli
esperimenti con il suono sono stati autorizzati a funzionare in situazioni isolate, fuori dalla portata e dalla
percezione della popolazione, che è magistralmente controllatada distrazioni multi-sensoriali come la
televisione, il computer, i telefoni cellulari, il bombardamento della pubblicità, gli additivi del cibo che
offuscano la mente, le droghe (legali e illegali); tutto progettato per creare una realtà distorta. Questo ha
alterato la percezione e la comprensione del nostro stile di vita. Siamo stati programmati per uno stato
delirante, privato della conoscenza di sé e del potere innato di accedere al nostro codice genetico.
Dobbiamo sfidare la nostra consapevolezza e la nostra percezione attraverso le vibrazioni che concepiamo
come musica! La vita è in costante evoluzione attorno a noi. Possiamo riconoscere le profonde voci
genetiche nel nostro sub-conscio?Possiamo sviluppare noi stessiin sintonia con la vita per arrivare ad una
nuovarealtà multidimensionale? Sì! Un nuovo linguaggio sonoro è imminente. Guardatevi intorno, il nostro
pianeta è pieno di rivolte popolari, in pieno svolgimento nella cosiddetta “era dell'informazione”. È ovvio
che stia avvenendo un cambiamento. Un nuovo linguaggio sonoro è imminente! Non acustico, non
elettrico, non primitivo, non futurista,bensì una fusione di tutte queste dimensioni per parlare al
contemporaneo. La vita è un prodotto dell’evoluzione genetica e dell’alterazione. Esperimenti si sono
realizzati nel corso di migliaia di anni, quando forme di esistenza che viaggiano nell'universo si sono
incrociate con la vita nata sulla terra. Si tratta di un processo di evoluzione naturale che passa attraverso
tutta la galassia. Siamo viaggiatori dello spazio! La nostra nave è la terra stessa, che viaggia attraverso la
galassia, in orbita attorno al Sole! Abbracciate il futuro e l'evoluzione del suono,la realizzazione
multidimensionale. Comprendetela misconosciuta e incompresa essenza della vita!
Sabato 24Ottobre
Auditorium Showville (Bari)
NICOLA CONTE
Time Zones Project
Nicola Conte Combo Feat. Zara Mcfarlane
Meets
Bbrt (Bowie,Burrely,Tacuma)
Combo: Zara Mcfarlane (Vocals), Daniele Tittarelli (Alto Sax), Francesco Lento (Trumpet), Pietro Lussu
(Piano), Luca Alemanno (Bass), Marco Valeri (Drums), Abdissa Assefah (Percussions), Nicola Conte (Guitar)
In collaborazione con Puglia Sounds nell’ambito delle manifestazioni collaterali Medimex 2015
Nicola Conte, deejay, musicista, compositore, nasce a Bari. La sua musica s’ispira alle atmosfere sonore
degli anni Sessanta e Settanta, a cui vengono però aggiunte la bossa nova il tutto innervato su una idea di
jazz ancorata al passato,ma libera da ossessioni .
Esordisce nel 2000 con l'album JET SOUND, lavoro che lo porta in tournée in Europa e negli Stati Uniti. Nel
2001 diventa produttore musicale con il primo album di Rosalia De Souza (GAROTA MODERNA), a cui
seguono una dozzina di altre produzioni.
Dopo l'esordio seguono BOSSA PER DUE (2001), OTHER DIRECTIONS (2004), RITUALS (2008) e nel 2009 il
doppio album THE MODERN SOUND OF NICOLA CONTE.
Nel 2011 è la volta di LOVE & REVOLUTION, registrato nella sua città natale con l'accompagnamento di dieci
musicisti internazionali, tra cui il trombettista italiano Fabrizio Bosso. Concluso il tour legato all’album,dopo
l’elettronico Black Spirits con Andrea Fiorito, arriva nell’aprile 2014 FREE SOULS, sintesi di jazz e soul. Un
mese dopo produce CANZONI di Chiara Civello.Tra la fine del 2015 ed
Nicola Conte è un intellettuale della musica, a lui si devonointuizioni che hanno cambiato radicalmente il
modo di guardare la musica nel nostro paese.
La sua passione è stata un motore che ha sparso energie musicali fino ad allora nascoste.
Un lavoro di scouting nel nostro territorio che ha strappato via dalla frustrazione decine di giovani musicisti.
Il Fez, collettivo creato da Conte, oltre il glam è stata una fucina di suoni che ha illuminato la scena pugliese
e pian piano ha lacerato banali certezze e rendite di posizione lungo tutta la penisola.
Non desti scalpore questo inquadramento del personaggio, l’immagine giovanile purtroppo/per fortuna non
rivela fino in fondo il bagaglio di esperienza ed il ruolo svolto in quasi 30 anni di attività. Il suo modo di
guardare la musica così disincantato e privo di preconcetti è stato raccolto inconsapevolmente a piene mani
dal mercato anche internazionale. Si deve a lui il vero sdoganamento in ambito colto della musica
brasiliana, la riscoperta del tropicalismo, il poetico groove della bossanova. E si deve ancora a Conte
l’approdo in Europa a metà degli anni 80 del brasiliano Veloso nel circuito dei grandi festival anche jazz.
Nicola Conte è stato colui che con più convinzione (e con maggior riscontro) ha lanciato il grande patrimonio
brasiliano nel jazz nostrano. Senza mai dimenticare papà jazz ed i suoi grandi interpreti, da lui sempre
portati nel cuore, miscelando bossa nova e acid jazz antiTachter, con atmosfere vintage della musica
italiana degli anni 50/60 è riuscito a costruire un originalissimo e raffinato prodotto, una musica
sicuramente molto corporea, che ha incrociato un grande successo.
Il Time Zones Project è un ritorno a casa poiché Nicola è stato fra le altre cose uno degli animatori a fine
anni 80 del festival delle musiche possibili. Con lui, oltre il suo valoroso combo e la preziosa McFerlane,
alcuni mostri sacri che hanno accettato di buon grado di affiancarlo: (Joe Bowie,Jean Paul Bourelly,
Jamaladeen Tacuma) cioè BBRT New Language. Signori del jazz che hanno condiviso strada con grandi
come Ornette Coleman e Miles Davis, cacciatori di suoni che saranno la scossa frenetica di un concerto
che siamo sicuri lascerà il segno.
Sabato 31Ottobre
Teatro Petruzzelli
DAVID LANG
Il poeta del suono
New Music & Soundtracks (La grande bellezza, Youth)
Ensemble diretta da Francesco D’Orazio
Featuring: Trio Mediaeval, soprano Su Mi Jo
In collaborazione con Puglia Sounds nell’ambito delle manifestazioni collaterali Medimex 2015
David Lang (Pulitzer per la musica, compositore Usa dell’anno nel 2013) è ormai riconosciuto come uno dei
più grandi compositori viventi. Appassionato,prolifico e complicato compositore, incarna l’idea stessa
dell’invenzione artistica, la sua musica è profondamente legata alla tradizione, ma sfuggendo ad ogni
catalogazione si propone sempre in una forma innovativa.
Osannato negli States dove ha alle spalle una lunga attività con il gruppo dei Bang on Can, ha trovato il
successo anche in Europa proprio grazie alle musiche che hanno accompagnato gli ultimi due film di
Sorrentino. Il regista napoletano ha sempre avuto un’attenzione quasi maniacale nella scelta delle
soundtrack per i suoi film, un modello innovativo rispetto alla concezione classica di colonna sonora che ha
accompagnato il cinema italiano.Un mix di musiche capaci di rappresentare un po’ lo spirito dei tempi,ma
anche di trascinarci nel cuore e nella mente dei protagonisti, come nel caso di Lang. Non un semplice
tappeto sonoro,ma un coinvolgimento emotivo in clima quasi meditativo. Le musiche di Lang sono una
delle rappresentazioni più intense della contemporaneità,sospesa tra archetipo (è forte il richiamo al
gregoriano) ed il senso di immanenza del tempo con un piglio minimalista.
Il progetto a lui dedicato ha al centro l’esecuzione delle partiture che hanno accompagnato gli ultimi due
film di Sorrentino (La grande Bellezza e Youth) ed un piccolo percorso all’interno delle sue creazioni più
note. Un lavoro curato da Lang, che sarà presente, e da uno dei più talentuosi musicisti del nostro
territorio: il violinista Francesco D’Orazio. Quest’ultimo ha creato un ensemble con alcuni dei migliori
musicisti di questa terra,una formazione capace di misurarsi con i colori e le sfumature di queste partiture.
Ospiti d’onore del concerto alcune delle interpreti originali delle due colonne sonore: le scandinave Trio
Mediaeval ed il soprano coreano,già interprete di se stessa in Youth, Su Mi Jo.
Domenica 1Novembre
Auditorium Vallisa
VOICES CHOOSE FROM ANOTHER TIME
• Dean Bowman & Screaming Hendrix Or So
• TRIO Mediaeval
Serata dedicata alle voci
Il Trio Mediaeval, che si è esibirà per questa occasione all’interno del progetto di Lang, proporrà il proprio
repertorio nella splendida cornice della Vallisa. Un incrocio di gregoriano e vocalità nordiche,che si svela
attraverso tre voci limpide come cristallo ed estese come i ghiacci dell’estremo nord del mondo.
Dean Bowman è tra i vocalist più dotati e rispettati della scena musicale afroamericana contemporanea,
con alle spalle una carriera trentennale totalmente votata all’impegno, sia artistico (fondamentale il suo
contributo a tutta la scena jazz, rock e d'avanguardia della Downtown Newyorchese) che “politico” (è uno
dei membri di vecchia data della Black Rock Coalition).
Definito a più riprese come “Tone Poet”, "Vocal - Mentalist", “Jazz Singer with the Soul of a Rocker”,
"Avant-Garde Gospel Singer", è stato in grado di fagocitare una serie impressionante di tecniche e stili
vocali (scat, falsetti, diplofonie, rap, gutturali) e di rielaborarli e fonderli nel tempo, maturando una cifra
espressiva assolutamente unica; la perfetta fusione di queste tecniche e la sua impressionante propensione
all’istintività espressiva lo rendono capace di escursioni tonali e dinamiche da capogiro. Il suo talento e la
sua continua ricerca gli permettono di essere uno dei pochi artisti in circolazione in grado di compiere in
continuazione “viaggi di andata/ritorno” tra i poli tradizionali e avanguardistici di tutti i principali generi
musicali contemporanei. Ha registrato e suonato con John Scofield, Don Byron, Lester Bowie, Uri Cane, Jane
Bunnet, Stanley Cowell, Elliott Sharp, M’Shell Ndege Ocello, Charlie Hunter e parecchi altri. La sua carriera
lo ha visto impegnato con una delle band più innovative ed elettrizzanti degli ultimi anni, gli Screaming
Headless Torsos, e come solista si è esibito in progetti tradizionali di ‘black spirituals’ e gospel music e in
varie formazioni tra cui TriFunkTory, Soul Trilogy, The Black Spiritual Quintet ( con il pianista/arrangiatore
James Weidman) e Ten Ballads duo (con il pianista Nikolaj Hess).
“Screaming Hendrix Or So” è l'unica occasione di ascoltare Dean Bowman cantare di nuovo la musica degli
Screaming Headless Torsos (la storica band protagonista della "nouvelle vogue" dell'acid-funk
newyorchese) insieme ad alcuni grandi classici Hendrixiani completamente rivisitati e a nuovi brani in cui il
vocalist americano riprende il suo percorso di sperimentazione ed innovazione.
La formazione
Dean Bowman:voce
Max Magaldi:batteria
Giovanni Rago:chitarra
Pasquale Fortunato:basso
Venerdì 6Novembre
Teatro Forma
TOMAGA
+
PIERRE BASTIEN
TOMAGA
Umbratile e sfuggente, l'esperienza sonora progettata dai Tomaga sembrerebbe definirsi attraverso
un'estetica espressionista e un approccio alla produzione schiettamente contemporaneo. Un percorso
sviluppato in coppia da Valentina Magaletti e Tom Relleen, musicisti di base a Londra con un passato ricco
di collaborazioni con The Oscillation, Shit N Shine, Neon Neon e molti altri. Futura Grotesk, pubblicato
dall'etichetta Hands In The Dark in una curatissima edizione limitata in vinile, è un disco fortemente legato
a un'estetica europea, che unisce atmosfere retrò ed elementi elettroacustici. "Si tratta di un progetto" –
racconta il duo – "in cui possiamo passare dalle colonne sonore del "giallo" italiano ai dischi di library music
inglesi, per arrivare alla kosmische tedesca". Rispetto alle collaborazioni del passato, Tomaga si "sbilancia"
verso una ricerca del suono ben più articolata, mischiando idee e suoni in maniera sperimentale.
All'ascolto, sembra quasi che vi sia stato un rigetto di alcuni stilemi in favore di un metodo votato alla free
form, in cui le frequenze disegnano passaggi e punti di arrivo. Anche la strutturazione del suono è
decisamente composita, per un lavoro in studio in cui la "ricomposizione" proviene da un impegno
prettamente cerebrale. "Il disco è stato registrato in tre diverse sessioni nel nostro studio a Londra e la post
produzione è sicuramente il lavoro che ha richiesto più tempo. La semplicità è calcolata, lo spazio è
osannato". Un album diviso fra elettronica e minimalismo, rarefazioni e atmosfere oniriche, che riporta alla
mente anche le esperienze memorabili delle nostrane Wallace Records e Snowdonia, o in certi casi, lo
storico collettivo de Le Forbici di Manitù.
PIERRE BASTIEN
Musicista e compositore nato a Parigi nel 1953, Pierre Bastien è un gentleman non comune nel campo della
sperimentazione sonora. Ispirato nella sua ricerca alla tradizione francese del Settecento – secolo durante il
quale si iniziarono a realizzare automi in grado di riprodurre brevi melodie o di imitare il suono degli
strumenti – costruisce la sua prima “macchina musicale” nel 1977. Durante la sua lunga carriera, ha
collaborato inizialmente con varie compagnie di danza e, in seguito, con il musicista Pascal Comelade. Dal
1987 si esibisce da solista, realizzando una sorta di orchestra dada i cui elementi sono apparati meccanici
creati con pezzi del gioco Meccano e motori dei vecchi giradischi, in grado di riprodurre il suono di
strumenti tradizionali come il liuto cinese, il bendir marocchino, il saron giavanese, il koto giapponese e il
sansa africano. Simile a un ensemble di sculture sonore in movimento, negli anni Novanta questa orchestra
meccanica si è ampliata fino ad ottanta elementi. Bastien ha partecipato a festival musicali e mostre d’arte
in tutto il mondo e pubblicato dischi con note etichette come la Western Vinyl e la Rephlex (la label di
Aphex Twin). Negli ultimi anni ha collaborato con il video artista Pierrick Sorin, lo stilista Issey Miyake e il
compositore britannico Robert Wyatt.
Il suo prossimo disco uscirà sulla Morphine Records di Rabih Beaini (aka Morphosis).
Domenica 8Novembre
Teatro Forma
TARANTA FUTURE
Luigi Morleo, Enza Pagliata,Paolo Debenedetto, Francesco Palazzo, Giuseppe Scarati
In collaborazione con il Conservatorio di musica di Bari Nicolò Piccinni – Dipartimento di Nuove Tecnologie e
Linguaggi Musicali
+
BREWED JUNK AKA SEAN NOONAN
Steven De Bruyn, Jasper Hautekiet
+
COLIN SELF
TARANTA FUTURE – La Puglia Musicale
Luigi Morleo è un percussionista e compositoresempre pronto a correre lungo nuove strade incontro a
cose provenienti da culture e tradizioni diverse. Con “Taranta futura la Puglia Musicale” segue un percorso
mirato alla rivalutazione della cultura popolare della Puglia in particolar modo al Salento. I canti ed i balli,
giunti sino a noi come testimonianza della quotidianità tra fine ottocento e inizi del novecento, sono
musiche nate dalla spontaneità dei lavoratori dei campi, dalla sofferta vita degli uomini e delle donne dei
piccoli paesi di provincia, per arrivare alla catartica funzione della pizzica tarantata. Effettivamente l’eredità
musicale giunta a noi si divide in comparti che comprendono una serie di canti e balli nati per arginare
emotività come le musiche per il lavoro nei campi, per le serenate amorose, per i defunti, per la Settimana
Santa, per la crescita dei bambini e per la guarigione dei tarantati. Per Taranta futura sono stati scelti alcuni
canti e pizziche tra musiche note e meno note che rispecchiano la tendenza dell’epoca; tale scelta è dettata
da un’attenta e scrupolosa esperienza della stessa voce solista di Enza Pagliara e da Luigi Morleo, coordinati
e indirizzati ad uno studio meramente antropologico da Massimiliano Morabito. L’operazione è dettata da
un’attenta consapevolezza dello stile fortemente caratterizzante del canto salentino ben rappresentato
dalla voce di Enza Pagliara e dalla volontà di salvaguardare il genere tradizionale incastonato nel contesto
moderno della scrittura musicale di Luigi Morleo. Partendo da questi presupposti si realizza un Concerto
per Voce (Enza Pagliara), Sax (Paolo Debenedetto), Fisarmonica (Francesco Palazzo), Bassotuba e
Serpentone (Giuseppe Scarati), Percussioni (Luigi Morleo); primo nel suo genere con lo scopo di portare la
tradizione nel futuro della nostra generazione.
Taranta Future la Puglia Musicale nasce da una collaborazione di Time Zones con il Conservatorio Niccolò
Piccini di Bari.
SEAN NOONAN, STEVEN DE BRUYN, JASPER HAUTEKIET aka BREWED JUNK
“Un bosco tranquillo dove ad un certo punto si abbatte un temporale”
Afro-Celtic Punk-Jazz drummer, questa è la definizione che campeggia su Wikipedia e sul sito di questo
giovane ma tenace e talentuoso batterista Sean Noonan. In altre parole, una sintesi di tante cose, perché
oggi la musica, laddove è invenzione e ricerca di nuovi suoni, sente sempre più strette le gabbie di genere.
Sean Noonan è un poliedrico batterista con base a Brooklyn,che da anni si misura in giro per il mondo con
ogni genere musicale: dalla musica classica(ha suonato con quartetti d’archi) al jazz, dal rock al blues, e
sebbene per un batterista non sia sempre facile l’approccio con la composizione, Sean riesce ad ottenere
risultati molto convincenti nella scrittura ma anche dal vivo. In questa spericolata avventura “Brewed
Junk”,che propone in esclusiva per Time Zones, è accompagnato da due geniali inventori di suoni: Steven
Debruyn (arpista/armonicista di straordinario valore) e Jasper Hautekiet (bassista) membri del gruppo
belga The Rhythm Junks. Il progetto si muove intorno ad un’idea di blues sperimentale colorato di rimandi
Zappiani, dove convergono liberamente inserti di jazz e rock.Nel cuore di questi musicisti c’è John Zorn,ma
anche Marc Ribot e Malcolm Mooney dei Can.
COLIN SELF
Colin Sé è un compositore, coreografo e cantante originario della Terra, che lavora con molteplici discipline
per sviluppare nuove modalità di comunicazione attraverso l'energia e il suono. Le sue performance
esplorano vocalità ecorporeità per creare trasformazioni energetiche. Attraverso le sue performance e la
sua vita personale, Colin realizza forme radicali di benessere come prassi costante di resistenza collettiva.
Rappresenta 1/5 del collettivo artistico Chez Profondo e 1/2 della band 2Pretty, che ha pubblicato la sua
prima uscita su Wild Flesh Productions. Self si è esibito al New Museum, al MoCA di Miami, al PS1 MoMA,
al MCA Chicago, alla Suzanne Geiss Gallery e per il NADA Art Fair di Miami. È direttore del semestrale
Radical Diva Grant, fondamentale per l’arte queer; il suo progetto di video comunitarioClumpTV si è
aggiudicata ilRhizome Commission nel 2013. Colin ha girato l'Europa e gli Stati Uniti con il suo lavoro si
appresta a varcare i confini di altri continenti.
Venerdì 13Novembre
Auditorium Showville
ALEC EMPIRE
Low On Ice
con Zan Lyons ai visual
+
CHRISTIAN FENNESZ & Ozmotics
Live & visuals
ALEC EMPIRE
Alec Empire, nome d'arte di Alexander Wilke, è un musicista tedesco(1972 Berlino) noto soprattutto per
essere stato fondatore degli Atari Teenage Riot. Molto attivo anche come produttore e DJ, ha alle sue spalle
una prolifica carriera da solista ed è noto per essere una delle menti creatrici del genere digital hardcore e
della casa discografica Digital Hardcore Recordings.
Alec Empire è una delle espressioni più autentiche di quella grande fucina di idee che ormai da diversi
decenni è Berlino. Quella Berlino così capace di condizionare i giovani europei con una grande atmosfera di
libertà ed una grande forza creativa. In questo clima, negli anni ’80,i gruppi di “musica industriale”hanno
dato una forte sterzata a tutto il movimento musicale non solo berlinese.Alec Empire negli anni ‘90
raccoglie l’eredità di fenomeni come gli Einsturzende Neubauten e la loro musica industriale: fondando gli
Atari Teenage Riot rende contemporanea l’impronta politica che fin lì aveva caratterizzato l’underground
berlinese, unendo un amore viscerale per l’hardcore e le nuove sonorità della techno, la breakdance a una
spiccata attitudine punk. Poliedrico talento dal carisma da anti-star, nel “labirinto della sua discografia” e di
tutto il suo lavoro si trova l’essenza di uno spirito sovversivo ed irrequieto, il quale con gusto e creatività
veste una musica all’apparenza dura di visioni e di poetica veemenza. Un impasto di free-jazz e suoni alla
Aphex Twins.
Low On Ice, il lavoro che Empire presenta a Time Zones, in questa ottica è un totale ribaltamento di
prospettiva. Un lavoro fatto di immagini e suoni catturati negli spazi senza confini della tundra. Un viaggio
nel duro paesaggio islandese, laddove spazio e tempo sembrano dilatarsi fino a sciogliersi nei ghiacci.
Registrazioni e video fatti tempo fa, oggi digitalizzati e ricollocati in questo spettacolo che immerge il
pubblico in un paesaggio ovattato, che diventa pian piano uno stato mentale inebriante.
CHRISTIAN FENNESZ
Sviluppatosi da un lavoro sui soundscapes, il progetto AirEffect ha preso via via sempre più peso specifico,
fino a diventare un album che chiude il cerchio, anzi il triangolo: cogliendo per strada la preziosa occasione
di coinvolgere nel progetto un personaggio del calibro di Christian Fennesz, Stanislao Lesnoj e SmZ
(moniker dietro i quali opera il duo torinese OZmotic) mettono qui a frutto il loro lungo curriculum
maturato nell’ambito dell’ibridazione tra i generi e le ispirazioni (il jazz contemporaneo, il sound design, le
arti performative) e gettano le basi per uno sviluppo di carriera dal respiro internazionale.
Dalle registrazioni in studio del trio alla pubblicazione dell’album sono passati quasi due anni: il tempo di
padroneggiare tutta la filiera di produzione dei suoni (nel disco presentati in tutta la loro nitidezza e
profondità) e di legare nonché levigare il tutto (l’album si compone di due suite, una per lato del vinile, e di
un epilogo riassuntivo disponibile nella versione digitale). La presenza dell’austriaco, che avevamo lasciato
alle prese con un David Sylvian particolarmente ispirato (l’ottimo There’s a light… di fine 2014), non è qui
né prevaricante né superflua, integrandosi perfettamente nella visione d’insieme. Il risultato finale è un non
scontato mix tra disparati field recordings (naturali e antropici: il gorgoglìo del vino che fermenta nelle
botti, il bramito del cervo in amore, le voci del mercato di Porta Palazzo…), elettronica glitch e
strumentazione standard (le percussioni di SmZ, il sax soprano di Stanislao, le pennellate di chitarra trattata
via laptop di Fennesz), che non si ferma all’astratta composizione elettroacustica (il potente e preciso
incipit di Ferment_action) ma periodicamente si coagula in forme più accessibili (accordi, ritmi, linee
melodiche).
Sabato 14Novembre
Auditorium Showville
THE BAD PLUS
Opening Act: LUZ
LUZ
LUZ nasce a Roma nel 2011 dalla collaborazione fra Giacomo Ancillotto, Igor Legari e Federico Leo, e trae il
suo nome da un passo del romanzo "Che tu sia per me il coltello" di David Grossman, a sua volta ispirato da
un termine di origine ebraica.
Dopo le prime esibizioni live nell'estate del 2012, a dicembre dello stesso
anno si unisce alla band la violoncellista americana Tomeka Reid, una delle voci più apprezzate
dell’avanguardia di Chicago (già al fianco di Anthony Braxton, Dee Alexander, Nicole Mitchell, Mike Reed,
Mary Halvorson).
I LUZ hanno suonato in numerosi festival e club in Italia, Svizzera, Austria, Slovenia,
Repubblica Ceca, Germania, Olanda e Ungheria.
I LUZ sono stati ospiti di numerose trasmissioni in radio
(RADIO 3 Suite ha trasmesso per intero la registrazione del concerto tenutosi al JazzFlirt Festival 2013).
Il
primo disco dei LUZ, Polemonta (Auand), registrato in quartetto con Tomeka Reid al violoncello, riceve
ottime recensioni dalla critica specializzata (viene inserito nella ristretta selezione di "Musica Jazz
Consiglia") e va in ristampa ad appena un mese dalla pubblicazione.
THE BAD PLUS
La musica del trio combina elementi di jazz d'avanguardia con influenze pop e rock. Tuttavia, la loro musica
sfugge ad ogni classificazione di genere. La band ha registrato versioni di brani di Nirvana, Aphex Twin,
Blondie, Ornette Coleman, Pixies, Rush, Tears for Fears, David Bowie, Interpol e Black Sabbath. Blunt
Object: Live in Tokyo include una cover di "We Are the Champions" dei Queen assieme allo standard "My
Funny Valentine". Suspicious Activity? contiene una cover del tema del film "Momenti di gloria" (Theme
from Chariots of Fire), mentre una versione di "Karma Police" dei Radiohead è apparsa nell'album Exit
Music: Songs with Radio Heads del 2006. Per definire i Bad Plus si sono sprecate un’infinità di definizioni:
devastatori musicali, eredi di Zappa e SunRa, maestri dell’impossibile. Ethan Iverson, Reid Anderson e David
King sono semplicemente riusciti a disegnare all’interno della più classica formazione del jazz (il trio
piano/contrabbasso/batteria), l’idea più contemporanea di musica, lo spirito del tempo dove scompaiono
sempre più i vincoli e gli steccati di genere ed il multikulti trionfa. Dal vivo sono letteralmente esplosivi, un
sound dirompente per un ascolto ultracoinvolgente.
Venerdì 20Novembre
Teatro Petruzzelli
BENJAMINE CLEMENTINE
Piano solo
Evento in collaborazione con Bass Culture & Teatro Forma
Inglese di origine ghanese, si trasferisce a Parigi a 18 anni. Costretto a vivere tra rifugi e per strada, a causa
di forti ristrettezze economiche, inizia a suonare ovunque gli sia possibile; da questa triste vicenda nasce
una grande avventura. Infatti, un discografico lo nota e decide di dargli una chance. Da ragazzo snobba il
pop perché gli sembra “troppo facile” e s’interessa di musica classica. Dotato di un carattere solitario,
strimpella il pianoforte del fratello maggiore. Diventerà lo strumento attraverso il quale si esprime. A 16
anni è folgorato da un’esibizione televisiva di Antony and the Johnsons. Una volta maggiorenne, in
contrasto con la famiglia, scappa a Parigi dove vive per un certo periodo per strada e si esibisce nei metrò,
nei bar e negli hotel. Notato da un agente, si dedica professionalmente alla musica ed effettua le prime
incisioni per un’etichetta discografica creata appositamente per lui, la Behind.Il primo EP di tre tracce,
Cornerstone, esce nel giugno 2013. In ottobre è ospite dello show televisivo della BBC “Later… with Jools
Holland”: l’esibizione gli regala grande popolarità. Si divide fra Inghilterra e Francia e nell’ottobre 2014
pubblica un secondo EP, Glorious You. Si autodefinisce “espressionista”, la stampa lo chiama “cantautore
scalzo” per l’abitudine di esibirsi senza scarpe e lo paragona per l’aspetto fisico all’artista pop americano
Jean-Michel Basquiat. Oggi, che di anni ne ha 25, apre i concerti di Stromae, ha due apprezzati EP all’attivo,
ha debuttato con l’album At least for now, uscito il 27 gennaio per Universal Music, ed ha ricevuto i più
sentiti complimenti di Sir Paul McCartney durante una sua performance live al celebre programma della
BBC di Jools Holland. In Italia si è esibito davanti alle telecamere di Che Tempo Che Fa, di fronte ad un
emozionato Fabio Fazio che ha tessuto le sue lodi di poeta e chansonnier. L’artista, che sembra uscito da un
quadro di Toulouse-Lautrec, è legatissimo al nostro paese, infatti in una recente intervista per La
Repubblica ha dichiarato: «L’Italia è la patria della musica. Puccini, genio puro».
TIME ZONES OFF
Un’incursione delle musiche possibili nel mondo indie
A cura di Tommaso Liuzzi
15 ottobre @ Pellicano
Ore 21,30 – Santa Muerte | Ore 22,30 – Putan club
16 ottobre @ Pellicano
Ore 21,30 – Shilpa Ray
17 ottobre @ Pellicano
Ore 21,00 – My Be I’m |- Ore 21,30 – Dirty Trainload | Ore 22,30 Aidan Smith
SANTAMUERTE
Santamuerte è un power-trio che unisce suoni caldi del sud-america al disagio del noise.
Band attiva da poco più di un anno che ha attirato presto le attenzioni dell’etichetta underground
“MiaCameretta Records”, tanto da produrre con essa un EP in vinile (Age Of Sorrow). I suoni del disco e
degli shows in generale fondono le atmosfere desertiche e calde del messico con muri invalicabili di
chitarre elettriche, lunghissime e acide; i suoni latini con il garage più energico e veloce; la precisione degli
arrangiamenti musicali alla scelta di suoni sporchi e pieni di istinto.
PUTAN CLUB
Il pUTAN cLUB non appartiene a nessuna Chiesa (rock, techno, jazz, avant, o what the fuckever ) ma si da il
diritto di essere tutto questo. E lo ha dimostrato, da Città di Messico a Pechino.Il pUTAN cLUB è stato
ideato come una cellula di resistenza, caratterizzata da un modo di agire ispirato ai primi complotti di
partigiani europei durante l'ultima guerra mondiale (azioni di forza in luoghi diversi e vari) e di partigiani
irakeni, afgani o ceceni odierni. La resistenza è organizzata con i mezzi più arcaici ed immediati del nostro
secolo: dal pianoforte alla chitarra, dal respiro al rumore elettrico/elettronico come dal verso scritto alla
parola urlata, come dire dalle pitture rupestri al concettualismo più arduo, o dal'avant-rock alla musica
classica contemporanea alla techno/house più becera, dal bacio in bocca al calcio in culo, etc...
Il pUTAN cLUB rivendica un'azione bakuniniana di agit-prop.... hey baby, it's subversive…
Con piu di 1000 concerti dalla sua formazione, in Europa, Africa e Asia, oltre che detonatore per Lydia
Lunch, il pUTAN cLUB è iconoclasta, violento, groovy e ovviamente fortemente sexy.
SHILPA RAY
Una di quelle voci che grattano l’anima, che arrivano sottopelle, allimite del “fastidio”. Non poteva che
divenire la pupilla di Nick Cave, che l’ha voluta in apertura dei suoi concerti (sia per Nick Cave & The Bad
Seeds che per Grinderman) e ha fatto uscire per la sua etichetta (Bad Seeds) l’ep dal titolo esplicito “It’s All
Self Fellatio”. Alle spalle, la newyorkese Ray, ha una carriera nella blues punk band Shilpa Ray and Her
Happy Hookers: già allorale sue intense performance vocali le hanno fatto guadagnare paragoni con Patti
Smith ed Ella Fitzgerald, PJ Harvey e Nico. Un talento selvaggio, non domato ma messo finalmente a fuoco
nel primo album vero e proprio «Is Last Year’s Savage» (Northern Spy Records): chi l’aveva trovata un po’
monocorde può ricredersi ascoltando le diverse sfumature della sua voce e la varietà di stili, dalle ballate
ombrose ai brani più punk, in pezzi geniali fin dai titoli (uno su tutti: “Johnny Thunders Fantasy Space
Camp”). “Sarà enorme” assicura Nick Cave. Battezzata dal padrino del rock oscuro, è ora pronta a
camminare con le sue gambe.
MAYBE I’M
Maybe i'm nasce nel 2007 come un progetto solista, di chi è una questione di secondaria importanza. Nasce
semplicemente perché i tempi della plastica stanno per finire, si sente nell'aria, e le rotondità appaiono
sempre più mostruose e far apparire il mondo come una superficie perfettamente levigata è stato un
inganno bello finchè è durato. Maybe i'm registra una demo, "Satan's holding a little room for me…", la fa
ascoltare agli amici della Recycled Music e loro decidono di farla ascoltare ad altre persone pubblicandola.
Ottime recensioni, bei concerti (tra cui alcune date con Duke Garwood e Dirty Trainload), delle interviste, la
partecipazione alla compilation natalizia della Lepers Produtcions di Bari. Nel frattempo Maybe i'm ha
inghiottito altre persone, alcune di passaggio e altre che restano in pianta stabile. Nel 2009 iniziano le
registrazioni di "We must stop you", che durano più del previsto. Il disco è auto-prodotto, auto-registrato,
auto-mixato. Si cerca di scarnificare e di ridurre all'osso, di scavare in profondità mentre intorno scorre via
un anno che lascia molte cicatrici. Nella primavera del 2010 "We must stop you" vede la luce: è un disco
denso, fatto di fibre che si intrecciano, mascelle che si serrano, pugni che esplodono. È un disco nervoso,
perché se qualcuno ci minaccia noi non ci tiriamo indietro.
DIRTY TRAINLOAD
Il progetto è creato dal chitarrista barese Bob Cillo; le radici affondano nel blues ma entrano in gioco
vecchie drum machine analogiche in loop e sonorità “lo-fi” di derivazione alternative e garage-punk; ne
viene fuori un “progressive blues”, contaminato e sporco ma viscerale e autentico nello spirito. Molte sono
le influenze che hanno direttamente contribuito a forgiare lo stile: dal delta blues delle origini ai grandi
innovatori del rock e precorritori del punk come Alan Vega e Suicide e Gun Club di Jeffrey Lee Pierce.
Nell’autunno del 2007 esce l’album di debutto “Rising Rust”, realizzato in duo con l’armonicista e cantante
Marco Del Noce. L’album riceve ottimi riscontri dalla stampa specializzata internazionale e va ricordato
come il primo album “alternative blues” prodotto in Italia. Questo album e tutti quelli successivi della band,
sono prodotti da Fabio Magistrali e vantano una copertina disegnata dall’illustratore svizzero Benjamin
Guedel. Il duo si impegna in un’intensa attività live intraprendendo tour che li portano in tutte le principali
città Italiane e in diverse città europee come Zurigo, Berlino, Londra, Brighton, Parigi e Copenhagen. In
Inghilterra i Dirty Trainload registrano due live session per il radio show-podcast americano Breakthru
Radio. Dal 2009 al 2011 l’organico si stabilizza in una formazione in duo in cui a Bob si affianca la cantante
polistrumentista italoamericana Livia “Noisance” dalla California. I due approdano negli USA esibendosi in
California, a Chicago e a Minneapolis. Il secondo album “Trashtown” edito dalla label Otium- CNI vede la
luce
nel
2011.
AIDAN SMITH
Mosso da indomabile spirito stakanovista, in gioventù Aidan Smith segue lezioni di piano, milita nelle
fanfare e nelle swing band del Salford Music Centre, anima con perfomance infuocate le jam-session dei
campeggi e ripensa la funzione dei manuali scolastici, trasformati dai suoi colpi in efficaci percussioni.
Un apprendistato singolare che permette al songwriter e musicista di Eccles, Manchester, di acquisire una
notevole padronanza polistrumentale e di destreggiarsi agevolmente tra tastiera, fisarmonica, guitar synth,
zither, clarinetto, armonica, basso e percussioni. Negli anni dell’università, Aidan si serve di un rudimentale
4 tracce per registrare alcuni brani. Le sue demo intrigano Badly Drawn Boy, fondatore della Twisted Nerve
Records. E così, nel 2003, escono per la venerata etichetta di Manchester due EP, “At Home
With Aidan Smith” e “At Home With Aidan Smith 2”.
Il 2005 segna l’approdo alla Analogue Catalogue, con cui pubblica un altro EP, “Early as the Trees”, e “Fancy
Barrel”, l'album d’esordio. “Allotments”, il secondo album, è dato alle stampe dalla Humble Soul nel 2008.
Risale allo stesso periodo la collaborazione alla scrittura di “It’s Nick’s Birthday”, musical in super 8 in
cui Aidan oltre a curare le musiche fa anche il suo esordio come attore, nella parte di un peperone.
Da quel momento la sua attività si fa ancora più frenetica: seguita a sperimentare tecniche di registrazione
lo-fi e a sbizzarrirsi nel suo capriccioso e strampalato songwriting; compare sul palcoscenico del
Manchester’s Green Room Theatre in un musical da lui stesso scritto ; suona basso, fisarmonica e tastiera
per vari gruppi; produce “Other People’s Money” dei Public Sector, collettivo rap fondato con tre amici
della scena musicale di Manchester. Numerose negli anni le sue apparizioni live: oltre ad aver aperto i
concerti di Badly Drawn Boy e Brendan Benson, Smith è andato in tour da solo e con I Am Kloot, Turin
Brakes e King Creosot.
TIME ZONES
LITERATURE
Poems & music – Quattro narrazioni sceniche di Paolo Panaro musicate daAlessandra Celletti, Francesco
Scagliola, Marco Malasomma, Ignacio Plaza, Marcello Magliocchi
@ Auditorium Vallisa
4/11 LA GERUSALEMME LIBERATA con Alessandra Celletti (piano)
9/11 LA FOLLIA DI ORLANDO con Francesco Scagliola (electronics)
12/11 IL RACCONTO DI ENEA conMarco Malasomma (electronics)
15/11 IL VIAGGIO DI ULISSE con Ignacio Plaza & Marcello Magliocchi (piano & bells)
ALESSANDRA CELLETTI
Alessandra Celletti nasce in ambito prettamente classico, ma le sue esperienze musicali e artistiche si
moltiplicano con improvvise deviazioni in un ambito musicale e creativo molto personale, rivolgendo la
propria attenzione soprattutto al colore dei suoni e all’equilibrio dinamico tra le note; lontana dalle
etichette, difficilmente catalogabile nei cliché preesistenti, Celletti è capace di passare trasversalmente da
un genere all’altro con un unico imprescindibile comun denominatore: il pianoforte. Alessandra si impone
come autrice con il lavoro "Chi mi darà le ali" nel 2006, ma è anche apprezzata interprete di un vasto
repertorio che include composizioni di Debussy, Ravel e Satie, Gurdjieff/De Hartmann, Scott Joplin e Philip
Glass. La musica di Alessandra Celletti è un caleidoscopio nel quale trovano spazio le diverse sfumature
della sua arte compositiva; un mondo immaginato, visivo e sonoro, che con instancabile tenacia e vorticoso
entusiasmo Alessandra sceglie di rappresentare. Molte le collaborazioni: l’artista concettuale svedese
Paulina Wallenberg Olsson, il sassofonista Nicola Alesini, il compositore inglese Mark Tranmer (aka GNAC),
Hans Joachim Roedelius, con il quale Celletti ha composto l’album "Sustanza di cose sperata", uscito nel
2009 in contemporanea ad "Alessandra Celletti plays Baldassarre Galuppi", album dedicato all’autore
veneto del settecento. Del 2011 Crazy Girl Blue, tredicesimo album per la pianista romana, è un suggestivo
e immediato autoritratto musicale, che esprime attraverso sedici brani il suo mondo onirico, il fascino per
l’invisibile e la sua passione per il volo.
FRANCESCO SCAGLIOLA
Diplomato in Pianoforte, Composizione, fondamentale per la sua formazione Ë stato líincontro con
Agostino Di Scipio, con il quale ha conseguito il Diploma in Musica Elettronica, come per gli altri diplomi,
con il massimo dei voti. Specializzato in Composizione (A. Corghi) presso líAccademia Nazionale di Santa
Cecilia e in Informatica Musicale presso il centro Tempo Reale, allora diretto da Luciano Berio. Primo in
graduatoria nazionale per la docenza di Musica Elettronica per gli Istituti di Alta Formazione Artistica
Musicale e Coreutica, Ë titolare della cattedra di Composizione Musicale Elettroacustica presso il
Conservatorio ìN. Piccinniî di Bari, dove coordina le Lauree in Musica Elettronica ed Ë Maestro Assistente
presso l'Accademia Musicale Chigiana, nel tempo, dei Maestri Azio Corghi, Giacomo Manzoni, Henry
Pousseur e Luis Bacalov. Ha fatto musica, tra gli altri, con Sonia Bergamasco, Michele Lomuto, Fabrizio
Gifuni, Swingle Singers, Arnoldo Fo‡, Michele Campanella, Jonathan Stockhammer e l'Orchestra del Teatro
Petruzzelli. La sua produzione musicale, che spazia dalla musica strumentale, a quella elettronica, fino alle
arti intermodali, Ë apprezzata internazionalmente. Suoi interessi di ricerca includono la generazione di
musica assistita al calcolatore, opere audiovisuali, sintesi del suono e psicologia della musica. Un suo
contributo alla teoria della rappresentazione musicale si puÚ leggere in "Imagine Math" (Springer-Verlag
2012). » fondatore di Sin[x]ThÈsis.
MARCO MALASOMMA
Percussionista e musicista elettronico, si dedica da anni alla ricerca sonora attraverso la combinazione di
field recordings,real time processing e strumenti acustici spinti fino al loro limite sonoro.Membro fondatore
del gruppo di ricerca ed etichetta discografica WHITE NOISE GENERATOR, si dedica da anni alla promozione
e divulgazione di nuovi linguaggi artistici, attraverso l’organizzazione di eventi,rassegne e la produzione di
supporti audio/video.Costantemente attivo in solo con il suo progetto ERGO e in svariati ensamble,ha
partecipato a numerose rassegne e festival,avendo la possibilità di collaborare(in studio e live),con alcuni
degli artisti più rappresentativi della musica impro/elettronica/noise.Da svariati anni si occupa di sound
design e composizione di musiche originali per teatro,cinema e performance multimediali.
INGAZIO PLAZA
Il pianista spagonolo Ignacio Plaza accompagna da anni i film muti alla Cinémathèque Française di Parigi
suonando una miriade di strumenti diversi: piano, tastiere, clarinetti, diamoniche, basso, chitarra ed effetti
sonori. A solo, in duo o in formazioni più numerose.
Il risultato sono dei veri e propri cine-concerti che permettono a un film muto di ringiovanire a ogni sua
nuova proiezione. Il lavoro di composizione e improvvisazione messo al servizio dell’immagine, infatti,
esalta le emozioni scaturite dall’unione fra musica dal vivo e Cinema, permettendo una fusione irripetibile
fra l’artista e il suo pubblico.Questo metodo gli permette di creare, durante gli spettacoli di cine-concerto,
una simbiosi perfetta fra l’universo cinematografico e quello musicale.Su richiesta, ha creato musiche
originali per diversi festival internazionali del Cinema Muto come il Silent Film Festival nelle Filippine, Le
Festival d'Anères in Francia e le Jornadas de Cine Mudo di Uncastillo in Spagna. Allo stesso modo presso
l’Istituto Cervantes di Tokyo e di New Dehli. Collabora regolarmente con il collettivo Braquage, associazione
di Cinema Sperimentale.
MARCELLO MAGLIOCCHI
Marcello Magliocchi è stato attivo sin dai primi anni 70 ed ha registrato e suonato con artisti eccezionali
quali Steve Lacy, Evan Parker, Peter Kowald, Mal Waldron, John Tchicai, Kent Carter, Joelle Leandre, Carlos
Zingaro, Matthias Boss, Paulo Chagas, Maresuke Okamoto, Steve Potts, William Parker e innumerevoli altri.
Ha anche pubblicato i propri lavori per la Ictus Label di Andrea Centazzo, ed è scultore e designer per la
marca UFIP, creando strani strumenti simili a marimbe graffiando pietre trovate in spiaggia, ma anche
litofoni, cimbali ed enormi campane scultore;si può insomma definire un vero “esploratore musicale”,
avendo affrontato diversi linguaggi in universi musicali quali la musica jazz, la composizione istantanea, la
musica dal vivo per film, e molto altro. Ha inoltre interagito con i mondi della danza, del teatro, le
performance con sculture sonanti, la didattica, in Italia ed Europa.