Da eco di Bergamo del 21 settembre 2006 Un cantiere solidale Il mezzo, ovvero il marketing, è dei più moderni. Il fine, la solidarietà, invece non conosce tempo. Nasce dall’incontro tra queste due realtà, generalmente poco in contatto tra loro, il concetto di “marketing solidale”, basato sull’applicazione delle strategie pubblicitarie a scopi benefici. La proposta assume contorni ancora più insoliti, se all'interno della collaborazione tra pubblicità e organizzazioni non profit, fa capolino anche il settore dell’edilizia. Così, se passando da via Moroni vi dovesse capitare di buttare un occhio al cantiere edile dove è in corso la realizzazione dell' Istituto di sostentamento della Diocesi, non stupitevi. Qui ha sede il primo “cantiere solidale” aperto nella bergamasca: nessuna gigantografia di telefonini ultima generazione o di qualche modella che veste la collezione per la prossima stagione. Nel cantiere di via Moroni la pubblicità è tutta a favore della solidarietà. In particolare il cantiere della ditta edile “Luigi Cividini” promuove il progetto dell’associazione Onlus “ Pro-Jesu” di Bergamo, impegnata a sostenere la costruzione di un ospedale a Nampula, in Mozambico. E se oltreoceano il concetto di cantiere solidale conosce già da anni un’ampia diffusione, in Italia ed in specifico nella nostra provincia, è ancora poco conosciuto. Il marketing solidale non è altro che l’applicazione delle regole del marketing al terzo settore, quello del sociale. Il procedimento è piuttosto semplice e coivolge tre soggetti specifici: l’associazione non profit, l’impresa committente e la società che si occupa di organizzare le campagne pubblicitarie per il marchio Pro Jesu (in questo caso la Euro Trading Srl). L’impresa edile Cividini ha versato un corrispettivo per la realizzazione della campagna pubblicitaria alla Euro Trading, che a sua volta- seguendo le tradizionali regole economiche di base del marketing- ha l’obbligo di devolvere una quota parte del contributo all’ associazione Pro Jesu. Questa quota andrà poi a sostegno del progetto con il quale l’associazione Onlus è attiva sul territorio del Mozambico. Il progetto- come ha spiegato Stefano Pagliaro dell’associazione Pro Jesu- “è strettamente legato alla figura di Suor Maria Pedron, la missionaria Comboniana che opera da trent’anni in Mozambico. Oggi Suor Maria svolge il suo operato a Nampula, capoluogo dell’omonima provincia. Il suo impegno è rivolto soprattutto verso i bambini orfani e agli ammalati di Aids e Tbc”. Il suo apostolato, in uno dei paesi africani maggiormente colpiti dal virus dell’Aids, lo svolge in una vecchia chiesa sconsacrata e pericolante, che vista la necessità, viene utilizzata come ambulatorio. E dalle sue lettere emerge l’impellente necessità di cibo, vaccini e medicinali per aiutare i malati. La collaborazione tra l’associazione “Pro Jesu” e l’impresa "Cividini" si traduce in un sostentamento economico al progetto, ma non solo. “ L’idea- come spiega Pagliaro- non è solo quella di raccogliere fondi, ma anche quella di informare e sensibilizzare, perché è da qui che nasce l’interesse che sta poi alla base dei progetti missionari”. . La collaborazione tra le due realtà, che nasce in modo casuale soprattutto grazie al coinvolgimento della moglie di Paolo Cividini, Patrizia consigliera di Pro Jesu, ora sembra destinata a continuare. “ Stiamo esaminando un altro obiettivo- spiega Paolo Cividini dell’omonima impresa edile- che consiste nella costruzione di una chiesa in Albania, a sostegno della comunità cristiana albanese”. E nel cantiere di via Moroni la solidarietà continua a crescere poco alla volta. Mattone dopo mattone. Desirèe Cividini