L`Occidente, l`islam e la sfida di Papa Francesco

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Lo storico Franco Cardini a Bellinzona
L’Occidente, l’islam
e la sfida di Papa Francesco
di Danilo Mazzarello
◗ Lunedì 15 febbraio la sala del Consiglio
comunale di Bellinzona ha ospitato un incontro con lo storico Franco Cardini sul
tema Scontro di civiltà o lotta comune per
la civiltà? L’ipocrisia dell’Occidente e la
sfida di Papa Francesco. «L’enciclica Laudato si’ addita uno dei motivi che spingono alcuni musulmani a odiare la civiltà
occidentale: l’inequità», ha detto Cardini.
«Con questo termine attestato a livello
lessicale, ma ormai desueto, il Papa intende tutte quelle disuguaglianze e sperequazioni che colpiscono non solo i singoli
individui, ma interi Paesi». Nell’enciclica
Laudato si’ si legge, tra l’altro (cap. I, V,
51): «Le esportazioni di alcune materie
prime per soddisfare i mercati nel Nord
industrializzato hanno prodotto danni
locali, come l’inquinamento da mercurio
nelle miniere d’oro o da diossido di zolfo in quelle di rame… Il riscaldamento
causato dall’enorme consumo di alcuni
Paesi ricchi ha ripercussioni nei luoghi
più poveri della terra, specialmente in
Africa, dove l’aumento della temperatura
unito alla siccità ha effetti disastrosi sul
rendimento delle coltivazioni. A questo
si uniscono i danni causati dall’esportazione verso i Paesi in via di sviluppo di
rifiuti solidi e liquidi tossici e dall’attività
inquinante di imprese che fanno nei Paesi
meno sviluppati ciò che non possono fare
nei Paesi che apportano loro capitale».
Cardini ha poi spiegato che, contrariamente all’opinione comune, l’elemento caratteristico dei rapporti tra islam e
Occidente non fu mai il conflitto, ma una
trama fitta, costante e ininterrotta di rapporti economici, diplomatici e culturali.
«Gli scontri militari islamo-cristiani furono episodici e non si configurarono mai
come guerre continue. Le crociate stesse
furono eventi marginali che incisero poco
sui rapporti tra islam e Occidente. Lo
stesso termine “crociato” entrò nel lessico
musulmano solo alla metà dell’Ottocento
con la traduzione in arabo del libro Histoire de Croisades di Joseph Michaud.
Fino ad allora gli europei d’Occidente,
anche quelli che aveva conquistato Gerusalemme nel 1099, non erano chiamati “crociati”, ma Faranj, ovvero Franchi».
Secondo Cardini, le basi per il fonda-
mentalismo islamista furono poste nel
Settecento, quando gli imperi ottomano,
persiano e moghul si accorsero che la loro
egemonia stava declinando a causa del
progresso tecnologico occidentale. «I tre
regnanti islamici invitarono alla loro corte scienziati e tecnici europei senza capire
che costoro avrebbero importato non solo
le nuove tecnologie, ma anche la filosofia
dell’Occidente moderno. Una filosofia
che si esprime nella volontà di potenza e
che stravolge i rapporti tra scopo e mezzi.
Una filosofia per la quale arricchirsi non
è più un mezzo, ma un fine».
Alla luce di ciò è legittimo parlare di
un attuale scontro di civiltà? No, risponde Cardini. «Oggi uno scontro di civiltà è
tecnicamente impossibile. L’Occidente ha
già invaso e soggiogato il mondo intero.
Non c’è più un governante, un intellettuale, un finanziere, un economista, un politico o un tecnologo che non sia occidentale.
Non esiste classe dirigente al mondo che
non abbia studiato in un’università occidentale o gestita da occidentali. Che cosa
c’era di orientale nell’ingegner Usama
bin Laden, due lauree prese in Occidente
e gran giocatore in Borsa? Il turbante, la
barba, ma niente di più. Oggi a capo dei
movimenti fondamentalisti vi sono spesso
personaggi di questo tipo. Nati in Oriente,
ma dalla mentalità profondamente occidentale».
Il rapporto tra Occidente e una parte
del mondo musulmano è divenuto conflittuale non con le crociate, ma con la storia
coloniale antica e recente. Cardini prosegue: «Oggi il terrorismo è strumentalizzato da mestatori internazionali, sceicchi
ed emiri che fanno affari d’oro con l’Occidente vendendo il loro petrolio e depositando i profitti nelle banche occidentali.
Quando il terrorista marcia contro il suo
ipotetico avversario europeo o americano
spesso non capisce che il vero nemico è
al suo fianco. L’islam oggi è egemonizzato
da governanti e tecnocrati che, pur essendo di fede islamica, sono di mentalità e
cultura occidentali. Pensate alle cose straordinarie che il Regno dell’Arabia Saudita
potrebbe fare – e non fa – per alleviare la
povertà nei Paesi musulmani. Attingendo
alle sue immense ricchezze, nel novembre
del 2015 ha concluso con gli Stati Uniti un
contratto per l’acquisto di una fornitura
d’armi del valore di 1,29 miliardi di dollari, ma allo stesso tempo la più comune,
se non l’unica, forma di aiuto che offre ai
suoi correligionari diseredati consiste nel
finanziamento di moschee per alimentare la linfa della propaganda wahhabita».
Secondo Cardini, oggi l’islam fondamen-
talista si riduce a gruppetti di militanti che
perseguono l’utopia di un’unica comunità
mondiale di credenti riunita sotto un solo
governo centrale. «Ma non è il fondamentalismo la vera minaccia. La radice di tutti
i mali sta nella disuguaglianza tra chi possiede la piscina olimpionica e chi non ha
neppure l’acqua da bere. Questa “inequità”, evocata da Papa Francesco, è il cancro
che mina la sopravvivenza della nostra
civiltà». La soluzione? «Quella prospettata dal pontefice: avviare un processo di
ridistribuzione della ricchezza in armonia
con lo spirito dell’enciclica Laudato si’».
Quell’enciclica che nel capitolo VI (V,
229) dice «Occorre sentire nuovamente
che abbiamo bisogno gli uni degli altri,
che abbiamo una responsabilità verso gli
altri e verso il mondo, che vale la pena di
essere buoni e onesti. Già troppo a lungo
siamo stati nel degrado morale, prendendoci gioco dell’etica, della bontà, della
fede, dell’onestà. È arrivato il momento
di riconoscere che questa allegra superficialità ci è servita a poco. Tale distruzione di ogni fondamento della vita sociale
finisce col metterci l’uno contro l’altro
per difendere i propri interessi, provoca il
sorgere di nuove forme di violenza e crudeltà e impedisce lo sviluppo di una vera
cultura della cura dell’ambiente». È anche
arrivato il momento di liberarsi di quell’ipocrisia che sacrifica gli ideali sull’altare
del profitto e che spinge l’intero mondo,
Occidente e Oriente, a compiere azioni
che saranno giudicate dalla Storia. Ma
di questo parleremo in una prossima occasione con l’aiuto dell’ultimo libro di
Cardini, intitolato Terrore e idiozia. Tutti i
nostri errori nella lotta contro l’islamismo.
Nella foto, da sinistra, don Roberto Roffi,
il professor Franco Cardini e il docente
di storia Alberto Gandolla nella sala del
Consiglio comunale di Bellinzona.
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