44 Lo storico Franco Cardini a Bellinzona L’Occidente, l’islam e la sfida di Papa Francesco di Danilo Mazzarello ◗ Lunedì 15 febbraio la sala del Consiglio comunale di Bellinzona ha ospitato un incontro con lo storico Franco Cardini sul tema Scontro di civiltà o lotta comune per la civiltà? L’ipocrisia dell’Occidente e la sfida di Papa Francesco. «L’enciclica Laudato si’ addita uno dei motivi che spingono alcuni musulmani a odiare la civiltà occidentale: l’inequità», ha detto Cardini. «Con questo termine attestato a livello lessicale, ma ormai desueto, il Papa intende tutte quelle disuguaglianze e sperequazioni che colpiscono non solo i singoli individui, ma interi Paesi». Nell’enciclica Laudato si’ si legge, tra l’altro (cap. I, V, 51): «Le esportazioni di alcune materie prime per soddisfare i mercati nel Nord industrializzato hanno prodotto danni locali, come l’inquinamento da mercurio nelle miniere d’oro o da diossido di zolfo in quelle di rame… Il riscaldamento causato dall’enorme consumo di alcuni Paesi ricchi ha ripercussioni nei luoghi più poveri della terra, specialmente in Africa, dove l’aumento della temperatura unito alla siccità ha effetti disastrosi sul rendimento delle coltivazioni. A questo si uniscono i danni causati dall’esportazione verso i Paesi in via di sviluppo di rifiuti solidi e liquidi tossici e dall’attività inquinante di imprese che fanno nei Paesi meno sviluppati ciò che non possono fare nei Paesi che apportano loro capitale». Cardini ha poi spiegato che, contrariamente all’opinione comune, l’elemento caratteristico dei rapporti tra islam e Occidente non fu mai il conflitto, ma una trama fitta, costante e ininterrotta di rapporti economici, diplomatici e culturali. «Gli scontri militari islamo-cristiani furono episodici e non si configurarono mai come guerre continue. Le crociate stesse furono eventi marginali che incisero poco sui rapporti tra islam e Occidente. Lo stesso termine “crociato” entrò nel lessico musulmano solo alla metà dell’Ottocento con la traduzione in arabo del libro Histoire de Croisades di Joseph Michaud. Fino ad allora gli europei d’Occidente, anche quelli che aveva conquistato Gerusalemme nel 1099, non erano chiamati “crociati”, ma Faranj, ovvero Franchi». Secondo Cardini, le basi per il fonda- mentalismo islamista furono poste nel Settecento, quando gli imperi ottomano, persiano e moghul si accorsero che la loro egemonia stava declinando a causa del progresso tecnologico occidentale. «I tre regnanti islamici invitarono alla loro corte scienziati e tecnici europei senza capire che costoro avrebbero importato non solo le nuove tecnologie, ma anche la filosofia dell’Occidente moderno. Una filosofia che si esprime nella volontà di potenza e che stravolge i rapporti tra scopo e mezzi. Una filosofia per la quale arricchirsi non è più un mezzo, ma un fine». Alla luce di ciò è legittimo parlare di un attuale scontro di civiltà? No, risponde Cardini. «Oggi uno scontro di civiltà è tecnicamente impossibile. L’Occidente ha già invaso e soggiogato il mondo intero. Non c’è più un governante, un intellettuale, un finanziere, un economista, un politico o un tecnologo che non sia occidentale. Non esiste classe dirigente al mondo che non abbia studiato in un’università occidentale o gestita da occidentali. Che cosa c’era di orientale nell’ingegner Usama bin Laden, due lauree prese in Occidente e gran giocatore in Borsa? Il turbante, la barba, ma niente di più. Oggi a capo dei movimenti fondamentalisti vi sono spesso personaggi di questo tipo. Nati in Oriente, ma dalla mentalità profondamente occidentale». Il rapporto tra Occidente e una parte del mondo musulmano è divenuto conflittuale non con le crociate, ma con la storia coloniale antica e recente. Cardini prosegue: «Oggi il terrorismo è strumentalizzato da mestatori internazionali, sceicchi ed emiri che fanno affari d’oro con l’Occidente vendendo il loro petrolio e depositando i profitti nelle banche occidentali. Quando il terrorista marcia contro il suo ipotetico avversario europeo o americano spesso non capisce che il vero nemico è al suo fianco. L’islam oggi è egemonizzato da governanti e tecnocrati che, pur essendo di fede islamica, sono di mentalità e cultura occidentali. Pensate alle cose straordinarie che il Regno dell’Arabia Saudita potrebbe fare – e non fa – per alleviare la povertà nei Paesi musulmani. Attingendo alle sue immense ricchezze, nel novembre del 2015 ha concluso con gli Stati Uniti un contratto per l’acquisto di una fornitura d’armi del valore di 1,29 miliardi di dollari, ma allo stesso tempo la più comune, se non l’unica, forma di aiuto che offre ai suoi correligionari diseredati consiste nel finanziamento di moschee per alimentare la linfa della propaganda wahhabita». Secondo Cardini, oggi l’islam fondamen- talista si riduce a gruppetti di militanti che perseguono l’utopia di un’unica comunità mondiale di credenti riunita sotto un solo governo centrale. «Ma non è il fondamentalismo la vera minaccia. La radice di tutti i mali sta nella disuguaglianza tra chi possiede la piscina olimpionica e chi non ha neppure l’acqua da bere. Questa “inequità”, evocata da Papa Francesco, è il cancro che mina la sopravvivenza della nostra civiltà». La soluzione? «Quella prospettata dal pontefice: avviare un processo di ridistribuzione della ricchezza in armonia con lo spirito dell’enciclica Laudato si’». Quell’enciclica che nel capitolo VI (V, 229) dice «Occorre sentire nuovamente che abbiamo bisogno gli uni degli altri, che abbiamo una responsabilità verso gli altri e verso il mondo, che vale la pena di essere buoni e onesti. Già troppo a lungo siamo stati nel degrado morale, prendendoci gioco dell’etica, della bontà, della fede, dell’onestà. È arrivato il momento di riconoscere che questa allegra superficialità ci è servita a poco. Tale distruzione di ogni fondamento della vita sociale finisce col metterci l’uno contro l’altro per difendere i propri interessi, provoca il sorgere di nuove forme di violenza e crudeltà e impedisce lo sviluppo di una vera cultura della cura dell’ambiente». È anche arrivato il momento di liberarsi di quell’ipocrisia che sacrifica gli ideali sull’altare del profitto e che spinge l’intero mondo, Occidente e Oriente, a compiere azioni che saranno giudicate dalla Storia. Ma di questo parleremo in una prossima occasione con l’aiuto dell’ultimo libro di Cardini, intitolato Terrore e idiozia. Tutti i nostri errori nella lotta contro l’islamismo. Nella foto, da sinistra, don Roberto Roffi, il professor Franco Cardini e il docente di storia Alberto Gandolla nella sala del Consiglio comunale di Bellinzona. 45