In ricordo di Carlo Garbarino Il 4 luglio scorso è morto a Cagliari l

In ricordo di Carlo Garbarino
Il 4 luglio scorso è morto a Cagliari l’amico e collega Prof. Carlo Garbarino .
Carlo Garbarino nasce a Carloforte (Isola di S.Pietro) nel 1941 e qui frequenta le scuole inferiori.
Si trasferisce poi a Cagliari dove frequenta il Liceo Ginnasio nell’Istituto dei Salesiani.
Ottenuto il diploma, si iscrive all’università, al Corso di laurea in Geologia, di recente istituzione a
Cagliari; è qui che incontro per la prima volta Carlo Garbarino, come collega di corso.
Unitamente ad altri colleghi restiamo tutti colpiti dalla brillantezza intellettuale di Carlo; ad una
cultura classica evidenziata da forti influssi di filosofia e greco che lo caratterizzano, fa riscontro,
nelle discipline scientifiche, in particolare fisiche, la sua capacità di interpretare prontamente le
più complesse fenomenologie ed allo stesso tempo di esplicitarne l’espressione matematica,
tanto da divenire per tutti i colleghi che preparano gli esami di fisica un ausilio indispensabile :
dinamica, statica, ottica, termodinamica, elettricità e magnetismo, nessuna difficoltà per Carlo a
semplificare ai colleghi meno pronti le relative problematiche. Per quanto alle discipline
mineralogico-petrografiche gli stessi docenti dei corsi si rendono conto di trovarsi in presenza di
una straordinaria intelligenza, tanto da proporgli un possibile futuro nell’istituto.
Dopo un brillante corso di studi, unanimemente riconosciuto da docenti e colleghi, nel 1967
consegue la laurea, sviluppando l’argomento di tesi sulla geologia e litologia della sua isola natale ,
l’isola di S.Pietro. Il lavoro di tesi condiziona scientificamente tutta la sua futura attività. Durante
lo sviluppo della tesi, infatti, Carlo Garbarino , oltre ad un rilevamento geologico di estremo
dettaglio dei terreni vulcanici dell’isola che consente la realizzazione di una aggiornata carta
geologica, inizia uno accuratissimo studio delle rocce vulcaniche, utilizzando tutte le metodologie
fisiche e chimiche disponibili, mettendo a frutto le profonde conoscenze acquisite nel corso di
studi. La caratterizzazione mineralogica delle rocce attraverso metodologie in microscopia ottica e
mediante diffrattometria X su polveri unitamente alla caratterizzazione chimica per via umida
della roccia, personalmente eseguita, sono gli strumenti privilegiati. Questa vasta esperienza
maturata gli consentirà in seguito di divenire Responsabile scientifico nella preparazione e stesura
del nuovo Foglio 563 Isola di S.Pietro della Nuova Carta Geologica d’Italia 1: 50.000.
Forte di questa enorme base culturale (per un neo-laureato), nei primi anni 70 Carlo Garbarino,
dopo un breve periodo trascorso presso l’Istituto di Mineralogia e Petrografia della facoltà di
Scienze, arriva all’Istituto di Giacimenti Minerari, Geofisica e Scienze Geologiche della nostra
facoltà, dove io già prestavo servizio. Il nostro Istituto, unitamente all’Istituto di Arte Mineraria e
preparazione dei Minerali, ospitava il Centro Studi Geominerari e Mineralurgici del CNR, primo
centro CNR in Sardegna. Carlo Garbarino prende servizio quale Ricercatore CNR ed inizia la sua
carriera che ci vedrà vicini per i successivi 40 anni. Quasi contemporaneamente, Carlo inizia la sua
attività didattica essendo Prof. Incaricato, e successivamente stabilizzato, del Corso di Analisi e
Riconoscimento dei Minerali per Ingegneria mineraria
Sono anni finanziariamente molto favorevoli per la ricerca e densi di enormi progressi nella
automazione e nell’informatizzazione dell’indagine strumentale. Il CNR finanzia a livello nazionale
la costituzione di molti importanti laboratori e fra questi, nel nostro Istituto, viene realizzato un
laboratorio di Diffrattometria e Spettrometria per fluorescenza X per l’analisi mineralogica di fase
e multi-elementare delle rocce, su polveri. Si tratta di strumentazioni molto avanzate per l’epoca,
automatizzate ed asservite a processori. Carlo Garbarino cura l’installazione delle apparecchiature
e si impadronisce velocemente delle nuove tecnologie; diviene responsabile del laboratorio e
mette al servizio della comunità scientifica dell’ateneo cagliaritano una struttura di estrema
efficienza nello specifico settore. Il laboratorio entra nel circuito internazionale contribuendo
sistematicamente alla certificazione dei nuovi standard per l’analisi multi elementare, in
spettrometria di fluorescenza X , di rocce su polveri.
Nel 1981 Carlo Garbarino partecipa alla tornata nazionale per l’idoneità a Prof. Associato ed è
giudicato idoneo. Lascia il CNR e passa nel ruolo universitario.
Nel 1983 l’ Istituto di Giacimenti Minerari, Geofisica e Scienze Geologiche e l’Istituto di Arte
Mineraria e Preparazione dei Minerali della facoltà confluiscono nel DIMM, Dipartimento di
Ingegneria Mineraria e Mineralurgica, continuando ad ospitare il Centro Studi Geominerari e
Mineralurgici del CNR. Questa fusione favorisce e consente il finanziamento da parte del CNR di
un nuovo laboratorio, fra i pochi a livello nazionale ed unico in Sardegna . Con un grosso
investimento viene realizzato il Laboratorio di Microanalisi Elettronica per l’analisi simultanea,
multielementare, puntuale, di solidi; l’impegno formale è di fare del laboratorio una utenza
nazionale. Carlo Garbarino segue l’installazione della complessa apparecchiatura, dotata di
spettrometria WDS ed EDS, automatizzata e computerizzata, ne acquisisce perfettamente le
tecniche e le metodologie di utilizzo, diviene Direttore responsabile del Laboratorio e mette a
disposizione della comunità scientifica nazionale ed internazionale una struttura fra le più
quotate, in particolare nella microanalisi multi elementare dei solfuri metallici. Il laboratorio di
microanalisi elettronica di Cagliari raggiunge livelli di eccellenza a livello di utenza nazionale nel
settore della “mineral chemistry”, e, per molti anni, un “turno alla microsonda di cagliari” è fra i
più ambiti.
Sono anche gli anni della esplosione della informatizzazione a tutti i livelli. Nella nostra Facoltà è
nato il Centro di Calcolo, già Centro Meccanografico inizialmente destinato all’Amministrazione
ma divenuto in breve tempo riferimento di molti ricercatori, che, in presenza di una potenza di
calcolo prima sconosciuta, cercano di risolvere i propri complessi problemi di ricerca. E’ un
periodo pioneristico, la programmazione e l’inserimento di dati è operato mediante schede
perforate, con sedute lunghe, e calmierate, alle perforatrici del Centro: il “pacco di schede”
preparato lo si dava a bere alla macchina centrale, si attendeva l’uscita del “listato”, nel
pomeriggio o il mattino successivo, essendo sicuri che si sarebbero dovute apportare delle
correzioni! Credo che il personale del Centro di allora (Bullita, Cappai fra quelli che ricordo) abbia
ancora un vivo ricordo di Carlo Garbarino, assiduo frequentatore.
Sono anche gli anni dei primi computer personali, del Commodore, e dello Spectrum Sinclair, per
uso principalmente ludico. L’ Olivetti “101” è fra i primi personal computer a più registri e schede
magnetiche che entra nel mondo scientifico, rendendo autonomi molti ricercatori nella
elaborazione delle proprie ricerche.
Nel campo dell’analisi strumentale la messa a punto di software sempre più sofisticati, tesi alla
minimizzazione dell’errore, tenuto conto del grande numero di variabili messe in gioco, diventa
imprescindibile. Carlo Garbarino dedica molte delle sue energie a questo tipo di lavoro,
immergendosi totalmente in questo mondo, rendendo disponibili alla comunità scientifica
procedure analitiche di altissima levatura ed affidabilità per quanto ai Laboratori da lui diretti.
Tutto questo mondo Carlo Garbarino lo ha vissuto, attraversato, dominato con la propria
intelligenza ed asservito alle necessità di ricerca proprie e di moltissimi colleghi.
Nel 1991 Carlo Garbarino consegue l’Ordinariato quale vincitore di concorso nazionale nel settore
scientifico disciplinare GEO 09 e tiene i corsi di Mineralogia e Petrografia Applicata e di
Caratterizzazione delle Materie Prime Minerali nel Corso di laurea in Ingegneria per l’Ambiente ed
il Territorio.
Carlo Garbarino, va in quiescenza nel 2009 ma, in qualità di Ricercatore Associato all’ IGAG
(Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria del CNR, già Centro Studi Geominerari e
Mineralurgici) mantiene il ruolo di Direttore Responsabile del Laboratorio di Microanalisi
Elettronica del CNR fino a quando ci ha lasciato.
Carlo Garbarino non è stato solamente un grande ricercatore, è stato anche un rigoroso didatta;
ha trasmesso con passione e grande disponibilità, a generazioni di allievi ingegneri minerari prima
ed ambientali poi, tutte le proprie conoscenze teorico-pratiche specifiche nel campo della
mineralogia , della petrografia e della “mineral chemistry” , con argomentazioni di supporto fisicomatematiche e chimiche
che talora
creavano difficoltà ad un uditorio ancora non
sufficientemente preparato; ma, finita la lezione, era capace di dedicare ore di lucide
esplicitazioni, estremamente accessibili a tutti gli studenti che ne facessero richiesta. L’avvento del
ordinamento 3+2, che soppiantò corsi di laurea quinquennali ed unità didattiche annuali, creò, a
moltissimi di noi, seri problemi nell’impartire la didattica; Carlo Garbarino, forte delle proprie
capacità di sintesi, come tanti altri colleghi, riuscì tuttavia a mantenere anche nei moduli didattici
di 50 ore un’alta valenza di contenuti.
Ma Carlo non ha insegnato solo agli allievi ingegneri: tutti noi, suoi colleghi, possiamo ben dire di
essere stati suoi allievi; chiunque di noi avesse da sciogliere un dubbio scientifico, metodologico o
tecnologico, trovava in Carlo la risposta ai propri problemi. E’ stato un grande maestro per tutti
noi.
E infine, detto del ricercatore, dello scienziato, del didatta, vorrei spendere due parole per l’uomo:
una persona splendida, di grande educazione, di inusuale modestia, cordiale e disponibile,
apparentemente poco espansivo perché estremamente riservato e rispettoso della riservatezza
degli altri, naturalmente burbero ma capace di “sciogliersi” velocemente, evidenziando una fine,
acuta ironia; amante della musica ( amava strimpellare su tastiera e chitarra) e del canto, coltivava
la memoria della tradizione canora e della poetica “tabarkina”, sempre viva in lui; amava la buona
cucina e cucinava, ha coltivato da interprete provetto il “bricolage” in tutti i campi.
Per me , che ho avuto il privilegio di stargli vicino per oltre 40 anni, Carlo è stato , culturalmente,
intellettualmente e scientificamente un “gigante”; umanamente, un carissimo amico, una persona
che non dimenticherò mai.
Ha dato tanto a molti, ha dato tanto a tutti noi che abbiamo avuto la fortuna di stargli vicino , gli
dobbiamo molto, ci mancherà tantissimo.
Sandro Tocco