Gli inni nazionali
1) Che cos’è un inno?
L’inno è una composizione musicale emblematica di una collettività, che identifica e collegamenti
tra coloro che lo interpretano. Ed è che di solito associamo il senso patriottico, una nazione o paese,
inni, con quelle canzoni, che identificano in particolare.
Che sì, sotto una storica comprensione, gli inni sono una delle forme più antiche, poetiche che
esistono. Queste presentano con antiche civiltà, che ha creato inni o composizioni corali, che è stato
cantato in lode di queste divinità. Parte di queste civiltà sono greco, principalmente, come anche il
romano. Che, prima della nascita di Cristo, già fatto e cantato inni, in segno di gratitudine per i
favori di fatto per loro dei. Fino ad oggi, molte volte si può essere inteso come inni, Lodi, esaltando
il Dio che i cristiani e i cattolici professano in generale.
Con il passare del tempo, questi inni sono stati mutando, tipi di inni citati prima. O come gli inni
sono capiti oggi. Come musica, composizioni altamente formale, che esaltano il patriottismo, onore
e galanteria di una nazione in particolare.
Così, come questi inni sono chiamati inni nazionali. Ogni paese che esiste sulla terra, ha un inno
nazionale. Poiché questi sono, come detto sopra, i valori esaltazioni di galanteria tutti patriottico e
nazionale. Questi inni nazionali, nati in modo letterario e da una persona in particolare. Cioè, non
sono solitamente creazioni del gruppo. Ma che nascono spontaneamente da un writer o un
musicista, come tributo alla nazione dove è nato a persona.
Molti di questi inni nazionali vengono creati all'alba della nascita della patria, come una nazione
indipendente. Gli inni sono l'esaltazione culminano un sentimento patriottico, affrontando
l'indipendenza conquistata, una sorta di colonialismo o oppressione interna di quella nazione. Così,
come per esempio molti degli inni in Sud America, sono nati dopo che tutti i paesi del continente, è
indipendente della corona spagnola.
D'altra parte, abbiamo l'inno nazionale degli Stati Uniti, che era nato poco dopo, quando quella
nazione ha vinto la sua libertà, il dominio servito dalla corona inglese.
Così, come gli inni nazionali, una forma letteraria, che parla della bellezza del paese interessato, la
bellezza della sua gente, il coraggio della sua gente e potente modo, elogia un sentimento libertario
contro qualsiasi oppressione (reale o percepita) che è stata patria di vittima prima della creazione
dell'inno, come anche contro l'oppressione futuri che potrebbero esercitare.
2) Parla delle caratteristiche degli inni.
L’inno ha una struttura musicale ABCB con due strofe e due ritornelli. La strofa è una parte
musicale che varia mentre il ritornello è la ripetizione di una parte musicale. Un esempio che ci fa
distinguere le strofe e i ritornelli del testo con la musica è nell’inno Italiano il quale la struttura del
testo è così divisa AABB, mentre la struttura musicale è ABCB
3) Parla della storia dell’inno italiano.
Il Canto degli Italiani, conosciuto anche come Fratelli d'Italia, Inno di Mameli, Canto nazionale o
Inno d'Italia, è un canto risorgimentale scritto da Goffredo Mameli e musicato da Michele Novaro
nel 1847, inno nazionale de facto della Repubblica Italiana, sancito implicitamente dalla legge n°
222 del 23 novembre 2012, che ne prescrive l'insegnamento nelle scuole insieme agli altri simboli
patri italiani.
Il canto, un 4/4 in si bemolle maggiore, è costituito da sei strofe e da un ritornello che viene cantato
alla fine di ogni strofa. Il sesto gruppo di versi, che non viene quasi mai eseguito, richiama il testo
della prima strofa.
L'inno fu molto popolare durante il Risorgimento e nei decenni seguenti, sebbene dopo l'unità
d'Italia (1861) come inno del Regno d'Italia fosse stata scelta la Marcia Reale, che era il canto
ufficiale di Casa Savoia. Il Canto degli Italiani era infatti considerato troppo poco conservatore
rispetto alla situazione politica dell'epoca: l'inno scritto da Mameli e musicato da Novaro, di chiara
connotazione repubblicana e giacobina, mal si conciliava con l'esito del Risorgimento, che fu di
stampo monarchico.
Dopo la seconda guerra mondiale l'Italia diventò una repubblica e il Canto degli Italiani fu scelto, il
12 ottobre 1946, come inno nazionale provvisorio, ruolo che ha conservato anche in seguito. Nei
decenni si sono susseguite varie iniziative parlamentari per renderlo inno nazionale ufficiale, senza
però giungere a una modifica costituzionale oppure alla promulgazione di una legge specifica che
desse al Canto degli Italiani lo status di inno de iure della Repubblica Italiana.
4) Recitami a memoria la parte che viene esibita nelle celebrazioni dell’inno italiano
Fratelli d’Italia
L’Italia S’è desta
Dell’elmo di Scipio s’è cinta la testa
Dov’è la Vittoria, le porga la chioma che schiava di Roma iddio La creò
Strinciam’ci a coorte siam pronti alla morte l’Italia chiamò
Il jazz
1) Che cos’è il jazz?
Il significato di questa parola è ancora sconosciuto, alcuni sostengono che deriva da un'espressione
di origine africana cvhe che potrebbe significare RICERCARE, altri sostengono che deriva dalla
parola francese jaser (confusione). Si tratta di un genere e di un linguaggio molto particolare basato
quasi esclusivamente sull' improvvisazione, cioè la creazione di melodie e di ritmi "all'improvviso"
senza preparazione.
Furono i primi schiavi neri deportati nelle piantagioni di cotone in America, a dare origine ad una
prima forma di canto improvvisato chiamato WORK SONG, canto di lavoro, per alleviare la fatica.
In questo canto c'era un solista che intonava una frase e il coro che rispondeva
Da questa forma sono derivati poi gli SPIRITUALS, e i GOSPEL, di argomento però cristianoreligioso.
Questi canti spirituali trovarono terreno fertile in ambito profano, in un nuovo genere chiamato
BLUES, espressione che deriva da un proverbio "Avere i diavoli blu" che significava abbattimento
morale, rabbia e voglia di riscatto:
Il Blues divenne quindi la denuncia del disagio e della solitudine in musica.
Gli strumenti musicali usati erano all'inizio stonati, recuperati in locali abbandonati oppure
provenivano dall'Africa:
tra questi oltre i tamburi e le chitarre c’era uno strumento che divenne poi il simbolo del Jazz, il
BANJO.
Uno dei musicisti Blues più importanti è stato B.B.King
Musicalmente il Blues è formato da una struttura TRIPARTITA secondo lo schema AAB, ciascuna
frase di 4 battute per un totale di 12.
Un altra caratteristica del Blues sono le BLUE-NOTES:
si tratta di alcune note della scala leggermente più basse di quelle fatte normalmente, suonate in
punti particolari del brano, per sottolineare alcune parole o per fare degli effetti timbrici.
Questa musica non era scritta su pentagramma, i musicisti imparavano ad orecchio e la
trasmettevano suonando ed improvvisando.
Il Jazz si sviluppa principalmente in tre città: New Orleans, Chicago e New York.
2) Quali sono le caratteristiche del jazz?
Il jazz è una musica sincretica, cioè nasce dall'unione di due culture, quella bianca con le bande
musicali di origine europea che imperversavano a New Orleans a inizio 900 (questo il motivo per
cui i principali strumenti del jazz sono a fiato) e quella nera con i ritmi africani. E' una musica
basata sull'improvvisazione intorno a determinati temi, ma c'è una bella frase dal film "La leggenda
del pianista sull'oceano" che dice: "Se non sai cos'è allora è jazz"!
La caratteristica principale del jazz è l'improvvisazione
A volte neanche i compositori del vero jazz (improvvisato) non riescono a rifare una stessa canzone
identica...
Il jazz ha le basi del Blues, ed è nato nel New Orleans. Una variante del jazz è il Be Bop
Il jazz è improvvisazione musicale su progressioni armoniche in genere di dodici misure (struttura
blues )
Quello che conta è' l'improvvisazione, cioè si lavora a turno alternandosi nel seguire la progressione
e nell' improvvisare.
Così un po' ciascuno, se no non c'è improvvisazione non è jazz, è imitazione di performance di
qualche altro musicista jazz, ma non è jazz.
Meglio, molto meglio, una improvvisazione vera, magari anche un po' imprecisa, che una
ripetizione tipo cover di brani già famosi.
Il bello della musica jazz è la sua variabilità, se è sempre uguale non è più jazz ma cover.
3) Quali sono gli autori più importanti del jazz?
Charlie Parker, Benny Goodman, John Coltrane, Dave Brubeck, Louis Amstrong, Frank Sinatra ,
Melis Devis.
4) Parlami di un autore jazz importante.
Charlie Parker Jr. (Charles[2] "Bird"[3] Parker, Jr.) (Kansas City, 29 agosto 1920 – New York, 12
marzo 1955) è stato un sassofonista e compositore statunitense di musica jazz, ricordato per essere
stato uno dei padri fondatori del movimento musicale chiamato bebop, oltre che per la sua
padronanza della tecnica sassofonistica.
La figura di Charlie Parker si identifica con la nascita, lo sviluppo e il declino del bebop (del quale
fu - secondo alcuni - il padre vero e proprio). Virtuoso del proprio strumento, che suonava con una
tecnica che pochi sono riusciti ad eguagliare, fu anche un personaggio dalla vita tormentata, segnata
dalla dipendenza dalla droga e dall'alcol.
Parker finì per personificare, come pochi altri musicisti (Dizzy Gillespie, Thelonious Monk, Bud
Powell), il meglio e, troppo spesso, il peggio di uno stile di vita che echeggiò al di fuori del campo
strettamente musicale, ispirando i poeti della Beat Generation, nelle cui liriche il jazz e Parker
stesso sono spesso citati.
5) Parla del sistema di notazione Americano in riferimento allo spartito jazz improvvisato
Lo Spartito Jazz si divide in due parti una prima parte scritta con il sistema della notazione europea
con le figure musicali e tutto il suo sistema teorico, mentre la parte improvvisata è dato da dei
pentagrammi con battute musicali vuote dove sopra vengono poste delle lettere dell’alfabeto che
sono A (La), B (Si), C (Do), D (Re), E (Mi), F (Fa), G (Sol) affiancati dai segni +, -, dim, aum, che
indicano i rispettivi accordi maggiori (+), minori (-), Diminuiti (dim), aumentati (aum) che
rispecchiano il sistema di notazione americano jezzistico.
6) In quali sottogeneri il jazz si è evoluto? Parlami di un sottogenere del jazz che ti ha colpito
Swing, blues, bebop, freejazz. Il free jazz è caratterizzato dal fatto che tutto il brano è interamente
improvvisato.
Il free jazz è una forma di jazz nata tra New York e Chicago, tra la fine degli anni cinquanta e
l'inizio degli anni sessanta, parallelamente al sorgere delle grandi battaglie razziali di Martin Luther
King e, soprattutto, di Malcolm X: il Black Power sarà sempre un marchio distintivo dei musicisti
"Free". Il genere ha rivestito e riveste, perciò, una grande valenza sociale.
Come indica il nome si tratta di un tipo di musica libera, completamente al di fuori degli schemi:
uno dei limiti estremi raggiunti negli anni è stata la partitura per quintetto che prevedeva la libera
improvvisazione contemporanea, di tutti gli strumenti secondo l'estro del momento. I caratteri di
novità di questo stile rispetto ai precedenti consistono nella frammentazione e irregolarità del ritmo
e della metrica, nell'atonalità che può arrivare fino al rumorismo, nell'assorbimento di tradizioni
musicali provenienti da ogni parte del mondo (tanto che può essere considerato un antenato della
World Music) e soprattutto nella tensione, intesa come intensità e liricità, che talvolta assume
caratteri orgiastici e liberatori.
Tra i brani che meglio rappresentano la nascita di questo stile ricordiamo: Free Jazz di Ornette
Coleman (considerato il padre di questa musica sperimentale), e Freedom Now Suite di Max Roach.
7) Come è composta una big band?
La big band generalmente è composta da 5 sassofoni (due contralti, due tenori, 1 Baritono), 4
Tromboni, 4 Trombe, Basso, Chitarra, Batteria, e voce. Ci sono poi formazioni inedite per un solo
brano che hanno come strumenti il flauto traverso e/o il clarinetto
8) Come è composto il quartetto jazz? Come è composto il quintetto jazz? Qual è la differenza
tra le sezioni?
Quartetto jazz formato da sax o tromba, contrabasso, batteria, pianoforte. Quintetto jazz formato da
pianoforte, contrabasso, batteria sax e tromba. La sezione ritmica è composta dal pianoforte,
contrabasso e batteria, mentre la sezione solistica è composta da tromba e sax
9) Parla della storia del jazz.
Gli schiavi neri d’America che lavoravano sfruttati nei campi, nelle miniere, nei cantieri,
pregavano a Dio cantando dei brani che denunciavano le sofferenze, le indecenti condizioni di vita,
l’ingiustizia che i bianchi stessero calpestando la loro dignità. Quindi gli spiritual sono dei canti
religiosi di protesta.
Quando gli schiavi neri furono portati a lavorare dalle piantagioni alle città meridionali degli Stati
Uniti, essi non abbandonarono la propria cultura, la propria tradizione, i propri riti e le proprie
musiche. In città come New Orleans, i canti di protesta e le musiche degli antichi riti africani
incominciarono a fondersi con gli spiritual degli schiavi. Così i primi musicisti si costruirono degli
strumenti improvvisati con il materiale che avevano a disposizione e incominciarono a riunirsi in
piccoli complessi. Queste musiche erano accomunate dalla vitalità ritmica, ritmi diversi si
sovrapponevano, l’accentuazione metrica veniva spostata dando luogo al sincopato; modificavano
la durata dei suoni creando lo swing, un genere musicale dove le note vengono eseguite con un
ritmo “dondolante”.
Un’altra caratteristica era il blues, rappresentato da note più profonde, tristi e sofferte.
Quando la schiavitù venne abolita, le città si popolarono, e la musica dei neri iniziò a diffondersi.
I bianchi, che ne rimasero affascinati, incominciarono ad imitarla, facendo così nascere il jazz, nelle
sue forme iniziali del ragtime e del dixieland.
Il jazz è caratterizzato dall’arte dell’improvvisazione, dove ogni esecuzione è anche invenzione.
Perciò un brano ripetuto due volte anche dallo stesso artista, non sarà mai uguale al primo.
Un complesso formato da musicisti bianchi, la Original Dixieland Jazz Band, nel 1917, incise per
la prima volta nella storia un brano jazz.
Grazie ai musicisti Louis Armstrong (trombettista) e a Sidney Bechet (clarinettista e sassofonista)
il genere passò dall’improvvisazione complessiva all’interno delle band, all’improvvisazione
solistica: ad essi venivano riservate della battute per la propria improvvisazione personale, e,
seguendo un ordine prestabilito, i solisti si alternavano dando luogo ad un gioco di botta e risposta.
Il jazz da una parte era caratterizzato dalle improvvisazione solistiche, e dall’altra era
caratterizzato dalle grandi orchestre, le big band, formate da sezioni a fiato (saxofoni, trombe,
tromboni) e da una sezione ritmica (batteria, basso, pianoforte e talvolta la chitarra).
Un’orchestra, quella di Count Basie, rese popolare lo swing. Questo genere si prestava bene
come musica da ballo, infatti era proprio questo lo scopo di molte orchestre di musicisti bianchi, per
trarne vantaggi commerciali. Una di queste orchestre è la Glenn Miller, l’autrice dei famosissimi
balli bolgie woogie. Per contrastare la commercializzazione delle big band bianche, i neri si
riunirono in piccoli gruppi creando un nuovo genere, il be – bop, espressione che i neri d’America
avevano preso conoscenza della loro situazione sociale e politica. Questa musica era totalmente
improvvisata e faceva riferimento al blues. Fra i più grandi artisti vanno ricordati Charlie Parker,
Dizzy Gillespie, Thelonius Monk. I musicisti bianchi, per rispondere alla corrente del be – bop,
crearono un nuovo genere ancora, il cool jazz : jazz freddo. Il cool jazz è caratterizzato da atmosfere
sofisticate e ritmicamente poco aggressive. Fra gli esponenti di questo nuovo genere abbiamo Gerry
Mulligan, John Lewis e Stan Getz.
Negli anni ’60 si sviluppa il free jazz, nato dal problema razziale e dall’emancipazione dei neri,
questa musica è un’espressione della lotta per la libertà nella vita delle popolazioni di colore e nelle
loro musiche. Fra i più importanti musicisti del free jazz abbiamo John Coltrane e Ornette Coleman.
Negli anni ’70 invece, ad opera di Miles Davis, nasce una nuova proposta, una fusione tra jazz e
rock, chiamata appunto fusion.
Il jazz ha influito sulla musica colta europea, molti artisti l’hanno utilizzato all’interno delle
proprie composizioni. È questo il caso del musicista Igor Stavinsky, che ha inoltre composto un
ragtime per undici strumenti.
Anche in Italia il jazz ha fatto sentire le sue influenze su compositori quali Gorni Kramer, Enrico
Intra, Giorgio Gaslini, Gianluigi Trovesi e Paolo Damiani.
Per jazz si intende un genere musicale che ha mosso i primi passi dalle influenze musicali
afroamericane agli inizi del XX secolo. In generale si tratta di una musica caratterizzata dalla
preminenza dell'interprete sul compositore, da un forte ricorso all'improvvisazione, dall'uso di blue
notes e poliritmie.
Rivelatosi all'inizio del ventesimo secolo come musica d'intrattenimento di dubbia reputazione il
jazz arrivò ad occupare il posto d'onore tra i generi leggeri nel periodo compreso tra gli anni 20 e 30
del XX secolo, la cosiddetta Era dello swing. I caratteri di musica d'arte presenti fin dagli inizi
andarono accentuandosi per diventare dominanti ed essere riconosciuti attorno agli anni 50, quando
il periodo dei grandi successi commerciali era ormai finito. Per un famoso critico musicale classico,
l'italiano Giulio Cafone, il jazz è la musica più vitale, libera e rappresentativa dell'epoca
contemporanea. Al contrario Theodor Adorno, nei suoi scritti, tratta il jazz alla stregua di tutta la
musica popolare, come un prodotto dell'establishment commercial-culturale, e pertanto lo
considerava "cattiva musica".
Dal punto di vista tecnico, il jazz moderno è caratterizzato dall'uso estensivo
dell'improvvisazione, di blue note, di poliritmie e di progressioni armoniche insolite se confrontate
con quelle in uso nella musica classica. In particolare la pulsazione ritmica jazzistica, elastica e a
volte scandita in maniera ineguale, chiamata swing, ha sempre rivestito grande importanza in quasi
tutte le forme stilistiche di questa musica.
Fin dagli inizi l'interpretazione jazzistica ha posto un grande accento sull'espressività, e, nel corso
degli anni, anche sul virtuosismo strumentale. La musica jazz degli albori era basata su
combinazioni di elementi musicali africani, articolata cioè su scale pentatoniche, con caratteristiche
blue notes, mescolate ad armonie derivate dalla musica colta europea, ed un notevole uso di ritmi
sincopati, e di poliritmi; musica colta e jazz si sono costantemente avvicinate al punto che non è
raro assistere a performance classiche di musicisti jazz e performance jazz di musicisti classici.
Caratteristica peculiare della musica jazz è senza dubbio l'improvvisazione la quale, partendo
dalla semplice variazione sul tema iniziale, ha assunto via via sempre maggiore importanza, fino ad
assumere (nella forma che fu chiamata Free Jazz e che ebbe il suo periodo d'oro negli sessantasettanta) la completa preminenza sul tema, che poteva anche scomparire negli esperimenti che
venivano a volte chiamati "improvvisazione totale collettiva".
La formazione jazzistica moderna tipica è costituita da un gruppo musicale di dimensioni
limitate. La combinazione più frequente è il quartetto, quasi invariabilmente costituito da una
sezione ritmica composta da batteria, basso o contrabbasso, pianoforte e da uno strumento solista,
generalmente un sassofono o una tromba.
Nell'ambito della piccola formazione sono possibili e frequenti una gran varietà di cambiamenti.
Per quello che riguarda la consistenza numerica, si trovano esempi di performance solistiche
(spesso, ma non sempre, si tratta di pianoforte solo), fino ad arrivare al nonetto formazione che
comincia già ad assumere caratteristiche orchestrali. Si hanno anche svariatissime combinazioni per
quello che riguarda la qualità degli strumenti coinvolti: si hanno esempi di jazz suonato
solisticamente con la maggior parte degli strumenti orchestrali (perfino oboe e arpa) o folcloristici
(ad esempio, la kora).
Il jazz possiede anche una lunga tradizione orchestrale, che ha avuto come protagonisti musicisti
d'eccezione. Le formazioni jazzistiche orchestrali, che entrarono in crisi profonda alla fine degli
anni trenta, sono oggi abbastanza rare, soprattutto a causa delle difficoltà economiche e
organizzative collegate alla gestione di un complesso che comprende molte decine di musicisti.
Per lungo tempo territorio privilegiato dei musicisti afroamericani che lo inventarono, e avente
come centro propulsore gli Stati Uniti d'America, il jazz è oggi suonato, composto e ascoltato
ovunque in tutto il mondo come una nuova musica colta: se questo è vero soprattutto nel mondo
occidentale, è anche vero che le esplorazioni delle radici musicali africane che molti jazzisti
intrapresero a partire dagli anni sessanta e i contatti tra culture e stili musicali caratteristici
dell'ultima parte del XX secolo, hanno contribuito a creare molti tipi di jazz, che vanno dalla
tradizionale performance per piccolo ensemble, derivato dalle esperienze boppistiche e postboppistiche, alla creazione di sonorità insolite che nascono dalla ibridazione di diverse tradizioni
strumentali e musicali, fino ad arrivare a dissolversi nel genere chiamato world music (e in questo
caso non si parla più di jazz).
Un fenomeno simile ha recentemente conferito la categoria di genere colto anche a parte della
musica brasiliana e argentina (Antonio Carlos Jobim, Astor Piazzolla e altri), che fra l'altro si è
apparentata con il jazz, anche per l'opera svolta da Stan Getz ed altri in conseguenza della quale
molti standard jazz utilizzano modelli brasiliani e argentini.
Musica colta ma popolare
La musica Jazz si può considerare come un nuovo varco verso altri mondi musicali: un genere
che, partendo da un substrato che comprendeva le forme popolari del blues (si può dire che tutta la
musica moderna discende dalla poetica spassosa del blues primitivo, che è tutt'altro che un cimento
infantile), degli spiritual e della musica bandistica e incorporando via via altre forme di musica nera
(ad esempio il ragtime degli anni 1920) arrivò ad utilizzare una base di standard usati come punto di
partenza per modificarne di continuo ogni modulo armonico, melodico, e ritmico.
Tutta la musica jazz e derivata è stata definita come colta, appunto per il presupposto che è
risultante della conoscenza della musica classica, e delle varie etnie musicali. Lo stesso non può
dirsi per il blues iniziale. Il passaggio di qualità può forse attribuirsi a George Gershwin, musicista
di grande valore, figlio di emigranti russi, morto giovanissimo ma che ebbe dei maestri importanti e
fu ispirato da autori come Debussy e Ravel. La sua produzione è incredibilmente vasta, ma restano
più valide le opere definite minori (circa 700), utilizzate anche ora come standard inesauribili.
Ricordiamo che lo stesso Debussy venne influenzato dal jazz, come si può ben vedere in
"Golliwogg's Cakewalk", brano posto alla fine del "Children's Corner", una delle sue più celebri
suite per pianoforte.
I canti di guerra
1) Cosa sono i canti di guerra?
I canti di guerra sono delle musiche popolari che descrivono i sentimenti di derisione, rabbia,
dolore, tristezza, gloria, esaltazione e dedizione patriottica.
2) Parla della storia dei canti di guerra
Come ogni forma d'arte, anche i canti di guerra sono passibili di rivisitazioni e di revisioni storiche
a seconda del periodo nel quale vengono studiati ed interpretati, spesso le linee melodiche sono
arcaiche entrando profondamente nell'ambito dell'etnomusicologia e del canto popolare altre volte
le melodie utilizzate sono di origine colta e quindi d'autore.
Non è un caso, quindi, che se la prima significativa raccolta di canti di guerra fu pubblicata nel 1919
da Piero Jahier e quindi si occupò prevalentemente di canti e canzoni nate e diffuse negli anni
difficili della Prima guerra mondiale, durante il periodo fascista, nel 1930 Cesare Caravaglios, ne
curò una seconda di grande importanza però con l'intento di esaltare l'ideologia nazionalistica
dominante a lui contemporanea. Quindi eliminò ogni canto dove si presentasse qualche forma di
blasfemia, di antipatriottismo o di protesta nei confronti del militarismo e dell'evento bellico.
Intorno agli anni Sessanta, grazie agli studi forniti dell'etnologo Ernesto De Martino e del
movimento di Cantacronache, venne proposto dal Nuovo Canzoniere italiano lo spettacolo Bella
ciao nell'ambito del Festival dei Due Mondi di Spoleto, che diede il via ad una serie di ricerche e di
manifestazioni pubbliche atte a recuperare e valorizzare un grande patrimonio culturale nel modo
più completo possibile, includente anche i canti di paura, di rabbia e di protesta.
3) Che cos’è la marcia militare?
La marcia è una composizione musicale che accompagna per lo più l'incedere di gruppi di persone
(reparti militari, ma anche cortei e simili) scritta spesso per le bande.
Si distinguono marce sinfoniche, militari, nuziali, funebri, da circo e così via; motivi marciabili
sono spesso inseriti in opere, operette, balletti, colonne sonore e composizioni sinfoniche in genere.
Anche gli inni nazionali sono spesso assimilabili a marce.
4) Parla delle caratteristiche della marcia militare
Sono caratterizzate da un ritmo rigido e ripetitivo. Le marce possono essere scritte in svariati ritmi,
ma i più comuni sono 4/4, 2/2 e 6/8; tuttavia, alcune marce moderne sono state scritte con tempo di
2/4 (sebbene questo non venga considerato standard). Le marce sono quasi sempre scritte in tonalità
maggiori, eventualmente con modulazioni alla sottodominante. Il tempo della marcia moderna è a
120 battiti al minuto (lo standard del tempo di marcia napoleonica); ciononostante molte marce
funebri si conformano allo standard romano, ossia 60 battiti al minuto. Al loro interno possono
essere presenti parecchie sezioni, con durata di 16 o 32 battute, le quali spesso vengono ripetute
almeno una volta durante il corso della marcia; possono contenere contromelodie che vengono
introdotte durante la ripetizione della melodia principale. Hanno un penultimo carattere di
"combattimento riavvicinato", nel quale due gruppi di strumenti (alti/bassi, fiati/ottoni ecc) si
alternano in una forma di esposizione/risposta.
5) Quali canti di guerra abbiamo affrontato durante l’anno? Parlami di un canto di guerra che ti
ha particolarmente colpito
I canti di guerra che abbiamo affrontato durante l’anno sono stati: La leggenda del Piave, o bella
Ciao, o surdat nammurat
La canzone del Piave, conosciuta anche come La leggenda del Piave, è una delle più celebri canzoni
patriottiche italiane. Il brano fu scritto nel 1918 dal maestro Ermete Giovanni Gaeta (noto con lo
pseudonimo di E.A. Mario). Nel dicembre del 1935 donò anche le prime cento medaglie d'oro
ricevute, come riconoscimento per la canzone, dai comuni del Piave, da associazioni di combattenti,
e da privati cittadini, come oro alla Patria insieme con le fedi sua e della moglie.
Durante la seconda guerra mondiale, dopo l'armistizio dell' 8 settembre 1943, il governo italiano la
adottò provvisoriamente come inno nazionale, in sostituzione della Marcia Reale. La monarchia
italiana era infatti stata messa in discussione per aver consentito l'instaurarsi della dittatura fascista.
La canzone del Piave ebbe la funzione di inno nazionale italiano fino al 12 ottobre 1946, quando fu
sostituita da Il Canto degli italiani di Goffredo Mameli e Michele Novaro.
6) Che cos’è la banda musicale?
Una banda musicale, o semplicemente banda, o anche orchestra di fiati è un complesso musicale
formato esclusivamente da strumenti musicali a fiato e a percussione.
L'assenza degli archi è compensata dall'impiego di strumenti a fiato normalmente estranei
all'orchestra sinfonica, come i flicorni, o dall'uso massiccio di strumenti a fiato costruiti in diversi
"tagli", come vari tipi di clarinetto e di sassofono.
Gli organici delle bande sono estremamente eterogenei e presentano varianti a seconda delle zone
geografiche, dalle tradizioni locali e, principalmente nei complessi non professionali (dove tuttavia
è necessario valutare l'aspetto economico), dalla disponibilità di strumentisti. Anche il livello
tecnico-musicale è determinato da numerose variabili: in linea generale si possono distinguere
compagini professionali, il cui livello tende all'alto, e gruppi dilenttantistici, in cui tuttavia possono
essere presenti elementi con una buona preparazione (anche accademica), il cui livello è molto
variabile e dipende dalla competenza dei maestri (direttori e delle scuole di musica spesso associate
ai complessi), nonché dall'interesse delle istituzioni locali.
Riguardo alla sfera accademica, nei conservatori di musica è da molto tempo possibile conseguire il
diploma in Strumentazione per Banda.
7) Da quali strumenti è composta la banda musicale
Grancassa
Ciaramella catalana
Clarinetto
Clarinetto basso
Clarinetto contrabbasso
Clarinetto piccolo
Corno (strumento musicale)
Eufonio
Fiffaro
Flauto soprano
Flauto traverso
Flicorni
Flicorno contralto
Flicorno sopranino
Flicorno soprano
Flicorno tenore
Glockenspiel
Helicon
Mellofono
Ottavino
Piatti orchestrali
Piatto (strumento musicale)
Rullante
Sarrusofono
Sassofono
Sassofono contralto
Sassofono tenore
Serpentone (strumento musicale)
Tamburo da parata
Tamburo maggiore
Tromba
Trombone
Tuba (strumento musicale)
Tubax
8) Quali marce musicali abbiamo ascoltato durante l’anno parlami della storia di uno a tua
scelta
Parata d’eroi (suonata nelle Celebrazioni di parate militare quando l’esercito è c.d. parato),
fedelissima (Carabinieri), Flik Flok (bersaglieri), Armi e brio (Finanza), Ritirata (marina militare)
L’opera
1) Che cos’è l’opera?
Per molto tempo gli storici della musica hanno sostenuto che le origini del melodramma fossero da
individuare nelle teorizzazioni di un gruppo di intellettuali fiorentini, noto come Camerata de' Bardi
dal nome del mecenate che li ospitava, Giovanni Bardi, e le cui riunioni si tennero probabilmente
tra il 1576 e il 1582.
In realtà già da molti anni questa teoria è stata confutata. I primordi del melodramma sembra
dunque si possano intravedere fin dall'inizio del XVI secolo negli "intermedi" eseguiti fra un atto e
l'altro di una commedia recitata e nella cosiddetta "pastorale drammatica" o "tragicommedia",
durante la quale alcuni personaggi intervenivano nell'azione drammatica esprimendosi cantando e
suonando strumenti.
I primi librettisti e compositori che musicarono completamente alcuni spettacoli teatrali dando
origine al melodramma, utilizzarono gli stessi soggetti delle tipologie di spettacolo appena citate,
poiché poteva essere plausibile che un personaggio si esprimesse cantando solo se esso apparteneva
al mondo fantastico ed idilliaco dell'Arcadia.
La prima opera interamente in musica, la favola pastorale Dafne si cominciò a progettare in
ambiente fiorentino già nel 1594 per mano del librettista Ottavio Rinuccini e con musica di Jacopo
Corsi e Jacopo Peri. L'opera fu però rappresentata solo nel 1598.
Negli stessi anni molti altri compositori arrogarono a sé il merito di aver dato vita al nuovo tipo di
spettacolo: Emilio de' Cavalieri nel 1600 ricorda di aver composto, già tra l'anno 1590 e il 1596 tre
pastorali recitate in musica e Giulio Caccini pubblicò di tutta fretta la sua "Euridice" prima ancora
che fosse rappresentata.
2) Parla delle caratteristiche dell’opera
Le regole per la versificazione (di norma simile a quella utilizzata nella pastorale cinquecentesca:
settenari ed endecasillabi) osservate dagli stessi Peri e Caccini nel libretto di Rinuccini e rispettate a
lungo da quel momento in poi, prevedevano per il recitativo:
un preponderante sillabismo nel rapporto testo/musica
un ritmo irregolare, estremamente simile al parlato, anche per l'assenza di ripetizioni verbali e per
la tendenza ad adottare nella melodia un movimento a grado congiunto
la tendenza a marcare le sillabe toniche utilizzando valori di durata maggiore rispetto a quelli
utilizzati per le sillabe precedenti; facendole consonare con il basso; pronunciandole con un
vocalizzo virtuosistico
l'utilizzo di cadenze perfette in caso che nella versificazione vi fossero segni di interpunzione
quali il punto o il punto e virgola, viceversa, in caso vi fosse una virgola o i due punti, si ricorreva a
cadenze imperfette o ad inflessioni
Alle parti corali e alle prime forme di aria era destinata una versificazione molto diversa rispetto a
quella dei versi sciolti, che si caratterizzava per:
i versi caratterizzati da un forte sperimentalismo: non più solo endecasillabi, vi era anche spazio
per i versi alla francese e per la lirica anacreontica
la prevalente stroficità
l'aderenza del basso continuo al canto
l'utilizzo di una più ristretta varietà di combinazioni ritmiche
la ripetizione della porzione finale di un testo
il profilo vocale non perfettamente aderente alla declamazione del testo letterario
il rapporto testo/musica più generico
3) Quali sono gli operisti italiani più importanti? Parlami di un operista che ti ha
particolarmente colpito.
Gioacchino Rossini, Giuseppe Verdi, Giacomo Puccini
4) Che differenza c’è tra opera e operetta?
In sostanza entrambi sono cantati la differenza è nella durata l’operetta è più breve (circa un’ora e
mezza) dell’opera (circa due ore e mezzo)
5) Qual è la differenza tra opera seria e opera buffa?
La differenza è insita nella trama, l’opera seria è di carattere nobiliare e spesso con finali tragici,
mentre l’opera buffa ha una trama che ha ad oggetto la vita quotidiana a sfondo comico e satirico
Il musical
1) Che cos’è il musical?
Il musical è un genere di rappresentazione teatrale e cinematografica, nato e sviluppatosi negli USA
tra l'800 ed il 900. Un suo corrispondente in Italia è la commedia musicale, con cui condivide l'uso
di più tecniche espressive e comunicative insieme.
L'azione viene portata avanti sulla scena non solo dalla recitazione, ma anche dalla musica, dal
canto e dalla danza che fluiscono in modo spontaneo e naturale.
Il musical è uno spettacolo derivato dall'opera e adattato al gusto e al costume statunitense. Questo
spettacolo è costituito da una commedia, in genere brillante e di ambientazione americana nella
quale sono presenti brani che appartengono ai generi della musica leggera, del jazz, o derivano
dall'opera lirica e dal balletto. Tutti questi linguaggi sono uniti tra loro grazie a una orchestrazione
elegante e perfetta. Nel musical non c'è fusione tra i diversi linguaggi; i diversi generi sono invece
affiancati in una compresenza ben integrata e armonizzata.
2) Quali sono le caratteristiche del musical?
In questo genere ogni particolare risulta indispensabile per la riuscita dello spettacolo, dai costumi
dalla scenografia includendo regia, coreografie e luci senza dimenticare gli attori (chiamati
performers) che devono essere in grado di comunicare emozioni ricorrendo, spesso
contemporaneamente, a discipline come la recitazione, la danza e il canto.
Il musical va, inoltre, attentamente distinto dal Teatro-danza: quest'ultimo, infatti, è fenomeno non
solo più recente, propriamente novecentesco, ma concettualmente più avanzato e di maggiore
complessità estetico-linguistica.
3) Parla dei generi teatrali da cui deriva il musical?
Il musical deriva dai seguenti generi teatrali: la pantomima, il burlesque, ministrel show, operetta,
vau de ville
4) Quali sono i musical italiani più importanti?
Il Gobbo di Notre Dame de Paris di Cocciante e Romeo e Giulietta Ama e cambia il mondo di
Vincenzo Incenzo
Il cinema e la musica
1) Che cos’è il cinema?
Il cinema è un'arte performativa dello spettacolo basata sull'illusione ottica di un'immagine in
movimento. In italiano viene comunemente soprannominata anche la "settima arte", secondo la
definizione coniata dal critico Ricciotto Canudo nel 1921, quando pubblicò il manifesto La nascita
della settima arte (anche se una prima volta, esattamente dieci anni prima, nel 1911, l'aveva
considerata come la "sesta arte") in cui previde che il cinema avrebbe unito in sintesi l'estensione
dello spazio e la dimensione del tempo: le arti plastiche con la musica e la danza, configurandosi
come "nuovo mezzo di espressione", "officina delle immagini" e "scrittura di luce".
Però le Muse, divinità associate alle arti e alle scienze e inserite nel grande concetto di Arte come il
Tutto, cioè la "conoscenza del divino", sono un totale di nove, quindi il cinema sarebbe in realtà la
decima arte, mentre le arti figurative (pittura, scultura, disegno, ma anche la fotografia), non
presenti nella catalogazione greca, si inserirebbero all'undicesimo posto. Naturalmente, tutto questo
senza tenere in considerazione la cronologia, ma la vicinanza maggiore alle arti classiche: ad
esempio, il cinema è l'arte più vicina a quelle scelte dai greci; deriva, infatti, dalla comicità e dalla
tragedia, cioè dal teatro.
2) Parla della storia del cinema.
Il cinema nasce alla fine del XIX secolo. Per definire le ricerche che hanno portato all'invenzione
del cinema, quindi precedenti al primo film effettivo del 1891, si parla di Precinema. Si è spesso
affermato che gli inventori del cinema fossero i fratelli Lumière. Loro stessi non hanno rivendicato
quanto sostenuto, correggendo queste affermazioni e dicendo che il cinema è stato il risultato di
ricerche perseguite febbrilmente in tutto il mondo e che ciascuno aveva raggiunto il suo scopo.
Infatti i primi film, come sostiene Laurent Mannoni, storico del cinema e conservatore di apparecchi
alla Cinémathèque française, furono registrati con il Kinétographe dell'americano Thomas Edison,
brevettato il 24 agosto 1891, impiegando un film perforato a 35 mm e un sistema d'avanzamento
intermittente della pellicola denominato "roue à rochet" che pressappoco può significare "ruota a
rocchetto". Tra il 1891 e il 1895, Edison realizzò circa 70 film con questo sistema.
Ma le illusioni dell'immagine in movimento precedenti questo apparato (all'inizio del XIX secolo)
erano fornite da una sorta di giocattoli scientifici che utilizzavano dei disegni rappresentanti un
soggetto alle prese con le fasi differenti di un gesto scomposto in due o una dozzina di vignette, la
cui successione veniva visualizzata attraverso fessure o specchi rotanti. Questi "giochi da salotto",
che presto affezionarono un pubblico benestante, erano finalizzati a sviluppare la curiosità
scientifica nelle menti dei ragazzi di famiglie abbienti. Tra essi vanno citati il Phénakistiscope del
belga Joseph Plateau, lo Zootrope dell'inglese William George Horner, il Folioscope del francese
Pierre-Hubert Desvignes, che è un adattamento del Flipbook dell'inglese John Barnes Linnett, e il
Praxinoscope del francese Charles-Émile Reynaud. Senza dimenticare il Zoopraxiscope del
fotografo britannico Eadweard Muybridge, va altresì notato che Muybridge e il suo equivalente
francese, il celebre Étienne-Jules Marey, svilupparono diversi macchinari con processi ottici per fini
più scientifici anziché commerciali, per tentare di decomporre, e quindi studiare, i movimenti di
esseri umani o animali, e in generale tutti quei fenomeni troppo veloci per essere analizzati
dall'occhio umano come, ad esempio, la caduta di gocce d'acqua, esplosioni o reazioni chimiche.
Nel 1872 l'uomo d'affari e governatore della California Leland Stanford chiese a Eadweard
Muybridge di confermare una sua ipotesi, ovvero che durante il galoppo di un cavallo esiste un
istante in cui tutte le zampe sono sollevate da terra. Il 19 giugno 1873, Muybridge fotografò con
successo un cavallo da corsa chiamato "Sallie Gardner" utilizzando 24 fotocamere, sistemate
parallelamente lungo il tracciato, ed ogni singola macchina veniva azionata da un filo colpito dagli
zoccoli del cavallo ogni 21 centimetri per coprire i 20 metri di estensione della pista, e le foto
venivano scattate in un millesimo di secondo. Questa sequenza di fotografie in movimento,
chiamata "Sallie Gardner at a Gallop", della durata di 3 secondi, mostrò come gli zoccoli si
sollevassero dal terreno contemporaneamente, ma non nella posizione di completa estensione, come
era comunemente raffigurato. Nove anni più tardi, nel 1882, Étienne-Jules Marey costruì il primo
fucile cronofotografico, che era capace di riprendere 12 fotogrammi al secondo, registrando tutti i
fotogrammi del singolo film. Il secondo film sperimentale, Roundhay Garden Scene, filmato da
Louis Le Prince il 14 ottobre 1888, e della durata di 2 secondi, è il più vecchio filmato esistente,
certificato dal Guinness dei primati; l'autore preparò un brevetto statunitense per un nuovo
dispositivo a 16 lenti su una pellicola di 60 mm, ma non riuscì a depositarlo, né poté eseguire la
proiezione del film presso un pubblico.
3) Qual è la funzione della musica all’interno del cinema?
Enfatizza i sentimenti, descrive le immagini, descrive i personaggi.
4) Qual è la differenza tra musica in ed off e la differenza tra musica convergente e divergente?
La musica in è la musica della scena principale, la musica off è un sottofondo musicale alla scena.
La musica convergente è un brano attinente alla scena mentre la musica divergente è un brano non
attinente alla scena. Considerato che la musica nel cinema ha la funzione di enfatizzare i sentimenti
la musica convergente accentua i sentimenti delle scene mentre quella divergente ha la funzione di
distogliere il pubblico dalle immagini
5) Come possono essere i rumori nel cinema?
Artificiali o naturale dipende dalla loro produzione se da suoni riprodotti dalla natura o dall’uomo
6) Che cos’è la colonna sonora?
Con il termine colonna sonora ci si riferisce solitamente alle musiche di un film, ma il termine
comprende l'audio completo (con dialoghi e effetti sonori). Dal punto di vista "fisico", la colonna
sonora è l'area della pellicola cinematografica (il vero film) dedicata alla registrazione dell'audio
rappresentata (nella lettura ottica) da una fascia sulla quale viene impressa una variazione continua
della densità dei grigi oppure una doppia linea spezzata, visibile come un fitto zigzag. Nel caso di
lettura magnetica, la fascia (o pista) su cui è inciso il "sonoro" non è parte integrante della pellicola,
ma è ad essa incollata ed è costituita da una sottile banda di nastro magnetico. Mentre la banda
ottica è - una volta registrata - fissa ed immutabile, la banda magnetica si presta a manipolazioni, reregistrazioni, cancellazioni, sovrapposizioni. La banda ottica subisce gli stessi processi di degrado
di tutta la pellicola, compresi graffi e macchie, e ne segue in definitiva la "vita". La pista magnetica,
invece, è molto più delicata: è suscettibile di smagnetizzarsi, con la conseguente cancellazione del
suo contenuto, ma anche di scollarsi dal supporto; in questo caso il reincollaggio è praticamente
impossibile. Ne consegue che la pista ottica è di gran lunga la più usata, mentre la pista magnetica
rimane prerogativa dei film a passo ridotto di tipo familiare (Super8). La colonna sonora di un film
accompagna e sottolinea lo svolgimento della pellicola, e le musiche possono essere "originali" e
non (due categorie premiate distintamente).
7) Qual è il più grande compositore, ancora vivente, delle colonne sonore? Parla della sua
storia e delle sue musiche importanti.
Ennio Morricone (Roma, 10 novembre 1928) è un compositore, musicista e direttore d'orchestra
italiano. Con una formazione da trombettista, ha scritto le musiche di più di 500 tra film e serie TV,
oltre che opere di musica contemporanea. La sua carriera include un'ampia gamma di generi
compositivi, che fanno di lui uno dei più versatili, prolifici ed influenti compositori di colonne
sonore di tutti i tempi. Le musiche di Morricone sono state usate in più di 60 film vincitori di premi.
Nato a Roma, la produzione di musica assoluta di Morricone include più di 100 brani classici
composti a partire dal 1946. Nel corso dei tardi anni cinquanta fu assunto come arrangiatore di
studio dalla RCA italiana, nel ruolo del quale arrangiò oltre 500 canzoni, lavorando con musicisti
come Paul Anka, Chet Baker e Mina. Ciò che diede però fama mondiale a Morricone come
compositore furono le musiche prodotte per il genere del western all'italiana, che lo portarono a
collaborare con registi come Sergio Leone, Duccio Tessari e Sergio Corbucci, con titoli come la
Trilogia del dollaro, Una pistola per Ringo, La resa dei conti, C'era una volta il West, Il grande
silenzio (film 1968), Il mercenario, Giù la testa, Il mio nome è Nessuno.
Durante gli anni sessanta e settanta, Morricone compose per numerosi generi cinematografici, che
andavano dalla commedia al melodramma, al thriller ai film storici, consolidando il successo
commerciale con parecchie composizioni. Tra il 1964 ed il 1980 poi Morricone fu anche
trombettista e co-compositore con il gruppo avanguardistico di improvvisazione libera Gruppo di
Improvvisazione Nuova Consonanza. Nel 1978 scrisse il tema ufficiale dei mondiali di calcio.
Dagli anni settanta Morricone fu un nome di rilievo anche nel cinema hollywoodiano, componendo
musiche per registi americani come John Carpenter, Brian De Palma, Barry Levinson, Mike Nichols
ed Oliver Stone. Morricone scrisse le musiche per numerose pellicole premiate all'Academy Award
come I giorni del cielo, Mission, The Untouchables - Gli intoccabili, Nuovo Cinema Paradiso. Negli
anni ottanta e novanta, Morricone continuò inoltre a comporre musiche per registi europei.
Nel 2007 Morricone ha ricevuto l'Academy Honorary Award "per i suoi contributi magnificenti e
sfaccettati all'arte della musica da film". Nella sua carriera è stato nominato agli Oscar per 5 volte
tra il 1979 ed il 2001. Morricone ha poi vinto tre Grammy Awards, due Golden Globes, cinque
BAFTAs tra il 1979 ed il 1992, dieci David di Donatello, undici Nastro d'Argento, due European
Film Awards, un Golden Lion Honorary Award ed un Polar Music Prize.
Ennio Morricone è Accademico Effettivo dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia e socio
dell'associazione Nuova Consonanza impegnata in Italia nella diffusione e produzione di musica
contemporanea. Morricone ha venduto più di 70 milioni di dischi.
Musica e televisione
1) Che cos’è la televisione?
La televisione è un mezzo di comunicazione di massa
La televisione (parola entrata in uso in Italia nel 1931 su modello dell'inglese television, coniata dal
prefisso greco tele, "a distanza", e dal latino video, "vedo"), abbreviato TV, è la diffusione corrente
di contenuti visivi e sonori, fruibili in diretta o con un breve ritardo, a utenti situati in aree
geografiche servite da apposite reti di telecomunicazione e dotati di specifici apparecchi elettronici
detti televisori, o di altri impianti per telecomunicazioni.
Da un punto di vista sociologico la televisione è uno dei mezzi di comunicazione di massa tra i più
diffusi e apprezzati e naturalmente anche tra i più discussi. Dal punto di vista del pubblico, la
semplicità d'uso e l'attuale basso costo l'hanno portata ad affiancare sempre più efficacemente la
stampa e la radio come fonte di informazione e soprattutto di svago grazie agli innumerevoli
spettacoli.
2) Quale funzioni ha la musica nella televisione?
La musica nella televisione ha una funzione commerciale, di introduzione, di intermezzo e finale al
programma
3) Che cos’è la sigla? Cosa sono gli sketch?
La sigla è un brano musicale di introduzione o finale al programma, mentre gli sketch sono dei
brani di intermezzo di pochi secondi di durata
Canzone italiana
1) Parla della canzone e della musica italiana
Con il termine musica leggera, il cui uso è generalmente equiparabile al termine inglese popular
music o al termine italiano musica popolare, si intende un genere musicale che trova le proprie
origini nella metà del XIX secolo, con la nascita dell'industria musicale.
La musica leggera raggruppa in sé un insieme di tendenze musicali caratterizzate da un linguaggio
relativamente semplice e in alcuni casi schematico. La musica leggera è strettamente inserita nel
circuito di diffusione commerciale mondiale con incisioni discografiche, video, festival, concertispettacolo, trasmissioni e reti televisive e radiofoniche. L'espressione italiana "musica leggera"
definisce quindi, un tipo di musica di facile ascolto, poco elaborata e spesso destinata a semplice
intrattenimento, mentre i termini inglesi "popular music", oppure quello italiano "musica popolare",
sono da intendersi come "di gradimento generale, diffuso, popolare" indicando così generi musicali
di massa che includono potenzialmente ogni stile.
Può sembrare normale considerare la musica leggera come sinonimo di popular music, anche se
oggi si tratta di una similitudine non del tutto propria: se il termine "musica leggera" sembra infatti
coincidere parzialmente con la definizione di "popular music", è anche vero che esso mal si addice
a definire generi comunemente inscritti in questa categoria, come i generi legati alle controculture o
alla musica underground. Non tutta la musica popolare può quindi dirsi musica leggera. Il termine
non coincide totalmente neppure alla definizione di Musica pop in quanto la musica leggera
comprende filoni musicali precedenti agli anni '50 ed al rock and roll, a cui invece il pop viene
convenzionalmente fatto risalire.
2) Qual è il festival più importante della musica leggera italiana? Parla della sua storia
Il Festival della Canzone Italiana di Sanremo, o più comunemente Festival di Sanremo, è una
manifestazione di musica che ha luogo ogni anno a Sanremo, in Italia, a partire dal 1951. A esso ha
preso parte, in veste di concorrente, ospite o compositore, la quasi totalità dei nomi celebri della
canzone italiana. Il Festival, giunto nel 2015 alla sessantacinquesima edizione, rappresenta uno dei
principali eventi mediatici italiani, con un certo riscontro anche all'estero, dato che viene trasmesso
in diretta sia dalla televisione, in Eurovisione, sia dalla radio, e ad ogni sua edizione non manca di
sollevare dibattiti e polemiche.
Pur essendosi susseguite continue modifiche alla sua formula, il Festival consiste essenzialmente in
una competizione tra brani selezionati nei mesi immediatamente precedenti da un'apposita
commissione, valutando le candidature pervenute. Tali brani, che devono essere stati composti da
autori italiani con testi in lingua italiana (od anche in uno dei vari dialetti regionali italiani),
vengono proposti da diversi interpreti in prima assoluta, quindi mai eseguiti pubblicamente in
precedenza, pena la squalifica. Essi vengono votati da giurie scelte (demoscopiche, di addetti ai
lavori, di consumatori) e/o mediante il voto popolare (sotto forma di televoto, ed in passato da
giocatori di concorsi di altro genere quali il Totip), e vengono proclamati e premiati i tre brani più
votati (in alcuni casi i soli vincitori assoluti) tra quelli in gara nella sezione principale, denominata
solitamente degli interpreti Big, Campioni od Artisti (talvolta con ulteriori suddivisioni quali
Donne, Uomini, Gruppi e Classic), ed in quella degli esecutori meno conosciuti, detta generalmente
Nuove Proposte o Giovani. Vengono assegnati anche altri riconoscimenti speciali, fra cui il Premio
della Critica "Mia Martini", decretato dalla stampa specializzata a partire dal 1982.
Spesso il Festival ha avuto anche la funzione di selezione, tramite un'apposita commissione della
Rai, dell'artista ed eventualmente del brano che farà da rappresentante dell'Italia all'Eurovision Song
Contest dell'anno in corso, manifestazione istituita nel 1956 che trasse proprio dal Festival di
Sanremo la sua ispirazione.
La statuetta del Leone di Sanremo è il riconoscimento più prestigioso per i musicisti e gli interpreti
italiani di musica leggera.
Originariamente la sede della kermesse era il salone delle feste del Casinò di Sanremo, ed il periodo
di svolgimento cadeva intorno alla fine di gennaio, mentre dal 1977 si svolge al Teatro Ariston della
città ligure (con esclusione dell'edizione del 1990 che si è svolta al Palafiori di Valle Armea,
frazione del comune di Sanremo), in un periodo che, dal 1988, oscilla tra la metà di febbraio e
l'inizio di marzo.
3) Quali sono i cantanti più importante della musica italiana?
Adriano Celentano, Mia Martini, Mina, Massimo Ranieri, Gianni Morandi, Francesco Guccini,