venerdì 7 aprile 2017 Weekend in Alta Umbria tra borghi e piatti tipici | itinerario in Valtiberina Che ne dite di un weekend o di 3/4 giorni in giro tra alcuni dei "borghi più belli d'Italia", immersi in un paesaggio collinare prodigo di scorci e panorami con una miriade di spunti per itinerari di vario genere e infine deliziato da una cucina genuina e di qualità? Siete pronti? Bene, oggi partiamo alla scoperta dell'Alta Umbria! Montone La Valtiberina umbra è quell'area di territorio identificata anche come Alta Valle del Tevere che si trova nella parte più settentrionale dell'Umbria. In un fazzoletto di poche decine di chilometri quadrati la provincia di Perugia incontra la Toscana e le Marche (la Romagna è poco più distante ma fa ugualmente sentire la sua influenza) dando vita a un ruspante melting pop, un'amalgama di culture e sapori che rispecchiano in maniera più o meno accentuata tutte queste regioni, con una prevalenza ovviamente dell'impronta umbra anche se a sentire il dialetto dei suoi abitanti qualche dubbio potrebbe rimanere... la rocca di Umbertide Le nostre tappe in un intenso fine settimana di fine marzo sono state numerose ma tutte raccolte in un piccolo raggio d'azione tanto che al massimo abbiamo dovuto compiere mezzora di macchina per andare dall'una all'altra. Per riassumere questo nostro itinerario mi sono affidato, al solito, a Google Maps: Per la riuscita di un viaggio itinerante - o in questo caso per ridurre al minimo le fasi di spostamento e godersi al meglio ogni singolo istante del vostro tempo - la prima, essenziale, regola consiste nella scelta della miglior base logistica. In un itinerario nell'Alta Umbria questa non può che essere Città di Castello! CITTA' DI CASTELLO, LA BASE IDEALE DI UN WEEKEND IN ALTA UMBRIA Da Città di Castello io e Sara eravamo passati tantissime volte ma senza mai soffermarci. Colmando finalmente questa nostra lacuna abbiamo fatto conoscenza dell'antica Tifernum Tiberinum (se non sapevate come mai i suoi abitanti si chiamano tifernati ecco la spiegazione, legata al suo nome romano d'origine), la città che ha il castello solo nel nome ma che possiede una doppia cinta di mura di epoca medievale, rimasta integra in molti suoi tratti, che proteggeva il centro storico. Per una descrizione più minuziosa del percorso a piedi che abbiamo seguito e un approfondimento delle cose da vedere dovrete aspettare il prossimo post, intanto però riassumo quali sono a mio avviso "gli imperdibili" di Città di Castello: la Pinacoteca di Palazzo Vitelli alla Cannoniera, custode di alcune opere di Raffaello, del Ghirlandaio e di Andrea della Robbia e impreziosita sulle mura esterne dai graffiti eseguiti sui disegni di Giorgio Vasari. Il Palazzo dei Priori, in cui ha sede l'attuale municipio (bellissima la sua scalinata cinquecentesca). La Cattedrale di San Florido. La torre cilindrica. Piazza Matteotti, il cuore nevralgico di Città di Castello. Palazzo Albizzini, in cui sono ospitate 130 opere della Fondazione Burri datate dal 1948 al 1989. Fuori dalle mura a un chilometro circa da Palazzo Albizzini si trovano gli Ex Seccatoi del tabacco, un complesso industriale trasformato in area museale che mostra 130 opere (dell'arco temporale 1970-1993) di Antonio Burri, tifernate doc, uno dei più grandi esponenti dell'arte contemporanea. Andando più in periferia, nella frazione di Garavelle (a 6 km da Città di Castello in direzione per Umbertide) troverete invece un centro di cultura popolare molto interessante, una rara testimonianza della civiltà rurale della Valtiberina di inizio/metà del secolo scorso. LA RISCOPERTA DELLE TRADIZIONI AL CENTRO DELLE TRADIZIONI POPOLARI DI GARAVELLE Noi ci siamo arrivati all'imbrunire. Abbiamo parcheggiato l'auto fuori dal complesso di Villa Cappelletti, residenza dei marchesi e in precedenza del cardinale Vitelli in periodo rinascimentale, e ci siamo diretti verso la casa colonica. Riparati dalle intemperie sotto alcuni capannoni senza pareti e illuminati da alcune tenui luci sono disposti uno accanto all'altro macchine e attrezzi agricoli, mentre poco più avanti un torchio del Settecento e una macina in pietra mi fanno subito balzare alla mente alcune scene di "Non ci resta che piangere", in cui gli ignari e irresistibili Benigni e Troisi vengono catapultati indietro nel paesino di Frittole: "Quasi 1500!" è la risposta alla loro domanda "in che anno siamo?", il nostro salto temporale invece è più contenuto e varcando l'ingresso del casolare saliamo quasi al buio su una stretta rampa di scale ed entriamo in una grande cucina, il preludio di un'abitazione arredata (o meglio sarebbe dire "conservata") come all'inizio del secolo scorso. Sulla brace di un grosso camino stanno crogiolando hamburger di carne chianina e la gota di maiale, ma quello sul cibo locale è un altro capitolo che svilupperò a parte. Annerita dai fumi di anni e anni di quella pratica, la stanza è un'istantanea di come si svolgeva la vita contadina ai tempi dei genitori dei nostri nonni o dei nonni dei nostri nonni... ci sono la madia dove veniva impastato il pane, le pentole e i pentoloni, il tavolone in legno massiccio, le credenze con i cassettoni. Il Centro Documentazioni Delle Tradizioni Popolari "Livio Dalla Ragione" è un museo atipico, "neorealista" come i film del dopoguerra. Nessuno più del suo direttore Tommaso Bigi, sarebbe in grado di parlarne, raccontare aneddoti e storie del Novecento e se fosse necessario illustrare uno per uno i 3000 pezzi catalogati che fanno parte della collezione. L'orgoglio e la consapevolezza di aver allestito un'attestazione reale di un'epoca per molti sconosciuta ma che rappresenta in fondo il passato recente trascendono le parole e mentre lo sto ascoltando spiegare il funzionamento dello scaldino o lo vedo mostrarci le pudiche vestaglie da notte delle donne di inizio Novecento o il materasso riempito di foglie di granturco (un precursore del "memory foam") mi immagino le scene così come vengono descritte e non stento a credere che il principe del Giappone in visita a Città di Castello nel maggio 2016 sia rimasto colpito di fronte a questa incredibile raccolta. Nella stanza di fianco ci sono pialle, scalpelli e altri utensili del falegname, biciclette e decine e decine di altri arnesi artigianali. Un piccolo patrimonio che potete vedere su prenotazione chiamando il numero 0758552119 o scrivendo a [email protected]. a sinistra le foglie di granturco dentro il materasso, a destra la bicicletta e "l'attrezzatura" del lattaio negli anni '50 Di fianco al casolare, al piano terra di Villa Cappelletti, si trova un'altra perla: il museo malacologico, una collezione di oltre 2000 conchiglie raccolte in 40 teche che fanno parte della collazione personale del naturalista Gianluigi Bini che ne ha catalogate ben 600.000 appartenenti a 15.000 specie diverse, provenienti da ogni latitudine, dall'Artide all'Antartide. Purtroppo non ho foto da mostrarvi perché quando ci siamo andati noi il museo era chiuso. NOI ABBIAMO DORMITO QUI La nostra base fisica durante i tre giorni di permanenza nella Valtiberina umbra è stato il Park hotel Ge.Al, un albergo tre stelle dotato di 56 camere che si trova in via Pier Della Francesca 24. Tre sono a mio parere i suoi punti di forza: 1. l'ottima posizione. L'hotel si trova a 15' di cammino a piedi da Palazzo Albizzini (un possibile punto di partenza di un itinerario di visita di Città di Castello) o se preferite a 1,5 km dall'inizio dell'area pedonale e a un passo dall'uscita della superstrada E-45 (uscita Città di Castello Nord) per cui potete lasciare l'auto nell'ampio parcheggio coperto o all'aperto e dimenticarvene fino alla partenza (a meno che non vogliate come noi fare un giro della Valtiberina). 2. La conduzione familiare. Come si suol dire in questi casi - è una frase fatta ma niente riesce a descrivere meglio il clima - la famiglia Giorgi e il loro staff ti fanno sentire come a casa tua e sono premurosi e gentili senza essere invadenti. 3. La colazione. Quasi tutti i dolci sono fatti in casa. La prima mattina ne ho contati 7 tipi diversi... crostate, torte di mele, torte al cioccolato, croissant caldi alla crema, marmellata o al cioccolato! Un piccolo paradiso per i golosi (in sostanza ogni mattino per me era una festa ) a cui si aggiunge anche il salato, per chi lo preferisce, con alcune chicche come la torta salata al formaggio che nella zona viene preparata nel periodo pasquale. Nel complesso una buonissima sistemazione (con la stagion buona c'è pure la piscina all'aperto) assolutamente consigliabile. Per prenotare all'hotel Park Ge.al clicca → qui. LE ALTRE METE DI UN ITINERARIO NELLA VALTIBERINA UMBRA Montone (20 km da Città di Castello in direzione sud, 40 km da Perugia). Un borgo medievale appollaiato su un colle che oltre a garantire un panorama spettacolare sulla Valtiberina permette di fare una passeggiata attraverso il tempo lungo i saliscendi delle sue viuzze, in un'atmosfera di silenzio quasi irreale. Nella centralissima piazza Fortebraccio siamo stati a pranzo al ristorante Antica Osteria, un posticino squisito dove si cucinano piatti della tradizione e per la prima volta ho assaggiato gli gnocchetti al ragù bianco di faraona e tartufo bianco (quest'ultimo una delle ricchezze della Valtiberina) e la ciaccia, quella che nella zona del lago Trasimeno chiamano "torta al testo". Ottima con la scalmarita (il nome locale del capocollo) e il formaggio pecorino. Umbertide (25 km da Città di Castello in direzione sud, 5 km da Montone). E' famoso per la sua rocca medievale alta trenta metri che da sola merita una sosta, ma se vi allontanate dal centro storico di appena 4 chilometri troverete un autentico gioiello, la Badia Camaldolese di San Salvatore detta anche Abbazia di Monte Corona. Il complesso monasteriale risale all'anno 1000 e il suo gioiello è la cripta seminterrata con gli affreschi sulle volte; un luogo mistico e di straordinaria bellezza. Sara nella cripta dell'abbazia Citerna (12 km da Città di Castello in direzione nord). Ultimo citato ma non in ordine di importanza è questo paese, inserito come Montone tra "I borghi più belli d'Italia". Sulle sue mura trovate un breve passaggio coperto medievale ben ristrutturato che vi conduce al piccolo centro storico. Qui da un lato potete ammirare uno dei più bei panorami della Valtiberina, dall'altro, nella Sacrestia della Chiesa di San Francesco potete vedere la Madonna di Citerna, una scultura in terracotta opera di Donatello e solo recentemente scoperta, restaurata e riportata al suo originale splendore. Uno dei tanti tesori della Valtiberina umbra. VALTIBERINA TERRA DI SORPRESE: L'INCONTRO CON GLI ALPACA Concludo questo lungo post (il primo) sulla Valtiberina umbra, parlandovi della sorpresa più grande di quel weekend. Voi avreste mai immaginato di trovate una colonia di... alpaca nell'Italia centrale? Succede alla Maridiana Alpaca, un'azienda agricola di 28 ettari che si estende nella zona collinare della Valle del Niccone (Umbertide). Qui nacque il primo allevamento in Italia di alpaca, 15 anni fa, e uno dei più grandi tuttora esistenti: insieme all'ENEA e alle Università di Perugia e di Camerino Maridiana Alpaca ha studiato il comportamento di questi simpatici animali (nutrirei lo stesso sentimento anche nei confronti dei lama se non fosse per quel loro piccolo difetto... gli alpaca per parlarci chiaramente, non sputano!), il loro adattamento al clima italiano e tanti altri fattori ancora, non ultima la produzione della fibra. L'azienda è infatti sia un agriturismo in cui potete soggiornare per prendervi una pausa dal mondo circondati dalla natura - i due casali in pietra sono molto ben arredati in stile rustico e dispongono di ampie stanze, cucina, soggiorno e camere da letto in grado di ospitare da 4 a 6 persone ciascuno, oltre a giardino e terrazzo privato - sia che un allevamento ecologico per la produzione di fibra di alpaca in 22 colori naturali e la creazione di tessuti pregiati (per maglioni, pullover, sciarpe, cappelli, ecc..) che hanno tra le loro peculiarità la leggerezza, la resistenza e un'alta capacità di trattenere il calore. Cosa devo aggiungere ancora! Gli alpaca sono animali docili, socievoli e intelligenti, adorano mangiare cereali e frutta secca oltre all'erba e non sporcano... come i gatti sono abituati a fare i loro bisogni sempre nello stesso posto. Come si fa a non amarli? Se vi fermate alla Maridiana potete toccarli, accarezzarli e farvi un selfie e se volete potete acquistare uno dei capi di abbigliamento in vendita nello shop. Il nostro weekend nella Valtiberina umbra è stato reso possibile da Visit Alta Umbria che ha organizzato un blog tour in collaborazione con le realtà locali. Altre foto potete vederle nella bacheca Valtiberina umbra su Pinterest. Pubblicato da Girovagate Idee di Viaggio