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Influenza, primi virus in circolazione: il picco sarà dopo
Natale
Lunedì 24 ottobre 2016
Liguria. Con l’arrivo della stagione invernale ecco l’influenza. È un cliché, ma come tutti i
cliché è reale e non dovrebbe essere trascurato o sottovalutato. Si stima che ogni anno nel
mondo si ammalano circa 500 milioni di persone, pari a quasi il 10% della popolazione del
pianeta. Nei paesi dell’UE/SEE sono 50 milioni le persone all’anno mentre i decessi
associati a causa dell’influenza tra sono stimati dai 15.000 ai 70.000.
Il virus viene trasmesso tramite microscopiche goccioline di saliva emesse dalle persone
infette con gli starnuti, con la tosse o anche con la semplice fonazione. La trasmissione è
facilitata dal contatto ravvicinato tra le persone, dato che il virus ha una elevata
contagiosità. Questa elevata capacità di diffusione del virus spiega perché in una
popolazione l’epidemia raggiunga il culmine dopo soli 15 giorni dal manifestarsi dei primi
casi.
La persona infetta è in grado di trasmettere il virus da pochi giorni prima fino a 5-7 giorni
dopo la comparsa dei sintomi. Il virus, una volta penetrato nell’organismo attraverso le vie
respiratorie, si localizza nelle cellule epiteliali di rivestimento delle prime vie aeree,
all’interno delle quali è in grado di replicarsi attivamente; il ciclo vitale del virus ha una
durata di 4-6 ore. Le particelle virali neoformate escono quindi dalla cellula, che va
incontro a morte, e sono pronte per andare ad infettare nuove cellule, provocando così
l’estensione dell’infezione a macchia d’olio. In seguito, l’intervento del sistema
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immunitario contribuisce ad arrestare la progressione dell’infezione, portando così alla
guarigione nel giro di pochi giorni. Gli esperti dell’agenzia indipendente dell’Unione
europea, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), hanno
fatto sapere che per quest’anno non sembrano preoccupati.
Sono previsti 4 diversi virus, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei
Diritti”, che potrebbero arrivare sul territorio italiano, ma con un’incidenza nella media
degli scorsi anni. Molto dipenderà dal clima, ma si prevede che saranno circa 3-4 milioni
gli italiani che finiranno a letto con la meno desiderata delle compagnie.
Uno non è una novità, è il virus California A/H1N1 che circola sin dal 2009, gli altri sono
varianti dei virus che già circolavano negli scorsi anni e cioè A/H3N2, B/Pukhet e
B/Brisbane. A questi poi si dovranno aggiungere oltre 200 tra rinovirus, adenovirus e
coronavirus che producono sintomi simili ai virus dell’influenza 2016, ma che non sono
considerati virus influenzali. Le conseguenze saranno soprattutto febbre, raffreddore e mal
di pancia o altri sintomi gastrointestinali che si stima colpiranno fino a 8 milioni di
persone.
Il periodo più a rischio sarà come sempre quello dopo Natale quando un mix tra basse
temperature, dopo baci e abbracci tra parenti, darà un’accelerata alla diffusione dei virus
influenzali. La differenza tra i virus influenzali e quelli non influenzali è che nel primo caso
la febbre arriva all’improvviso, è superiore ai 38 gradi ed è accompagnata da dolori
muscolari e articolari, mal di gola e tosse. È periodicamente una delle principali cause di
assenza dal lavoro, consulto medico e ricovero ospedaliero; in Italia è a tutt’oggi con 8000
decessi l’anno la terza causa di morte per malattie infettive, preceduta da tubercolosi ed
AIDS.
I pazienti più colpiti saranno i neonati ed i soggetti con più di 65 anni di età: queste sono
infatti le fasce di popolazione con un sistema immunitario rispettivamente non ancora
sviluppato o debilitato, che rischiano quindi anche lo sviluppo di complicazioni come
polmoniti e/o bronchiti.
Nello specifico, secondo le previsioni il 40% delle persone che verranno colpite sarà sotto i
18 anni, un altro 40% tra i 18 e i 65 e solo il 20% sarà over 65, anche se per loro
l’influenza potrebbe portare conseguenze più gravi rispetto a chi è più giovane e sano.
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