L’HUMUS CULTURALE DELLA PSICOANALISI NEOFREUDIANA Se è vero che, dato il momento di particolare effervescenza culturale, si individuano le linee forti del modello nel panorama psicoanalitico internazionale, è altrettanto vero che lo spirito di indipendenza e di ricerca hanno costituito la caratteristica fondamentale nell’evoluzione del movimento neofreudiano. II modello iniziò a svilupparsi a partire dagli anni Venti in due diversi ambiti: uno di ordine culturale e l’altro di ordine strettamente clinico. Dal punto di vista culturale la teoria psicoanalitica ufficiale, approdando alla concezione della pulsione di morte si era, per cosi dire, arenata nelle secche del pessimismo borghese; da un punto di vista clinico, la metapsicologia pulsionale freudiana necessitava di ulteriori arricchimenti per comprendere la multidimensionalità affettiva della situazione analitica. Di queste due istanze si fecero a vario titolo carico quelli che consideriamo gli esponenti classici del modello culturalista o neofreudiano: Erich Fromm, Karen Horney, Harry Stack Sullivan, Clara Thompson, Frieda Fromm-Reichmann, Abram Kardiner. Questi sono gli studiosi attorno ai quali negli Stati Uniti si è andata formando la “scuola culturale” nel cui ambito si tende a sottolineare il ruolo svolto dall’ambiente culturale e sociale nella genesi dei disturbi nervosi e l’importanza delle relazioni interpersonali in ogni momento della vita umana. Il termine “neofreudiani” è giustificato dal loro impegno di revisione di alcuni concetti psicoanalitici fondamentali della teoria classica, specie da parte della Horney e di Fromm. I neofreudiani non concepiscono la civiltà come un dato omogeneo e universale, ma come una variabile che muta nei diversi contesti socio-economici e culturali: «La funzione storica del culturalismo è stata quella di correlare la psicoanalisi con la psichiatria, la sociologia e l’antropologia tramite i rapporti interpersonali, diminuendo l’importanza della dinamica intrapsichica caratteristica dell’ottica psicoanalitica freudiana.» (Vegetti Finzi). Elemento di differenziazione del movimento neofreudiano rispetto al panorama psicoanalitico ortodosso è l’abbandono del dogma della “Teoria delle pulsioni” in favore dell’influenza dell’ambiente.