Tenore di vita

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03/07/2012 |
Tenore di vita
L'espressione tenore di vita si riferisce alle dimensioni materiali del benessere, ossia alla possibilità di
disporre di un Reddito e di un Patrimonio, come pure al possesso e al consumo di beni e servizi. Il concetto di
qualità di vita considera per contro anche aspetti immateriali, oggettivi e soggettivi, del benessere, ponendo
l'accento sul "meglio" piuttosto che sul "più".
Il tenore di vita è determinato dalla quantità e dalla qualità di beni e servizi (generalmente offerti e acquistati
sul mercato), di cui dispongono le persone e i Nuclei familiari, ossia dai Consumi privati. Lo è pure dall'offerta
di beni pubblici come ist. di formazione, vie di comunicazione ed enti com. di assistenza. Un aspetto
importante del tenore di vita è la qualità dell'Abitazione (superficie abitativa per persona, arredamento).
L'indicatore più utilizzato sul piano intern. per misurare il tenore di vita è il prodotto interno lordo (PIL) pro
capite (Prodotto nazionale lordo). La sua validità è tuttavia criticata su diversi fronti. In primo luogo, esso
considera solo una parte dei servizi rilevanti per il benessere: i lavori domestici o fam. e il volontariato non
sono riconosciuti. Inoltre le prestazioni contemplate da questo indicatore non producono sempre un
miglioramento del tenore di vita; ad esempio, i danni provocati all'ambiente o le conseguenze di incidenti
aumentano il PIL solo sul piano contabile. Infine, gli indicatori globali studiano in modo insufficiente le
disuguaglianze sociali: il PIL pro capite può così aumentare, mentre il tenore di vita della maggioranza della
pop. diminuisce (Crescita economica). Altri indici di misurazione del tenore di vita spesso utilizzati sono la
spesa pro capite o per nucleo fam. destinata ai consumi privati o la dotazione in beni di consumo durevoli dei
nuclei fam.
Autrice/Autore: François Höpflinger / frm
1 - Evoluzione del concetto
Fino alla prima metà del XX sec. il benessere equivaleva a un miglioramento delle condizioni materiali di vita.
Il Progresso sociale nelle società precocemente industrializzate o in via di Industrializzazione si traduceva nel
superamento della penuria di beni. Adam Smith distingueva tre livelli di benessere materiale: la sussistenza
(Economia di sussistenza), l'agio e il Lusso. In una prima fase dello sviluppo economico si tratta in primo luogo
di ridurre la Povertà assoluta, ossia il mancato raggiungimento del minimo vitale. Indicatori di una situazione
di questo genere sono la denutrizione, l'assenza o l'insalubrità dell'alloggio e una speranza di vita
generalmente ridotta. Di fatto, il miglioramento dell'Alimentazione in questa prima fase costituisce una
misura centrale per elevare il tenore di vita. Con il progressivo avanzamento della prosperità economica
acquisiscono importanza altri aspetti, quali le condizioni abitative, la disponibilità di acqua pulita o l'accesso
alla formazione.
L'evoluzione storica ha confermato la constatazione di Friedrich Engels, secondo cui la porzione di reddito
destinata all'acquisto di generi alimentari diminuisce con il miglioramento del tenore di vita. Nelle società con
elevato benessere non è più la povertà assoluta ad avere un ruolo centrale, quanto quella relativa;
quest'ultima si misura sulla base del tenore di vita medio ed è intesa come un relativo svantaggio
nell'accesso ai beni materiali e immateriali importanti.
Autrice/Autore: François Höpflinger / frm
2 - Evoluzione del tenore di vita
Prima della diffusione di metodi di produzione industriali alla fine del XIX e all'inizio del XX sec., il tenore di
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vita della grande maggioranza della pop. superava di poco - o talvolta non raggiungeva - il minimo vitale.
Quello dei contadini si basava principalmente sulla campicoltura e/o sull'allevamento. Nella Svizzera
preindustriale i cattivi raccolti preludevano spesso a crisi di approvvigionamento, denutrizione e, in casi
estremi, a Carestie. Queste ultime si moltiplicarono tra il 1566 e il 1600, periodo in cui le condizioni climatiche
peggiorarono, causando una sensibile riduzione della produzione agricola. Un'alimentazione carente e
condizioni abitative antigieniche favorirono il diffondersi di Epidemie legate alla povertà come il tifo e il colera.
Il basso tenore di vita che caratterizzava la vecchia Conf. si traduceva in una debole speranza di vita e una
forte Mortalità infantile. Nel contempo la povertà costringeva una parte importante dei giovani di entrambi i
sessi a emigrare (Emigrazione).
Nel corso del XVIII sec. il tenore di vita della Popolazione crebbe gradualmente. Si affermarono in primo luogo
nuove tecniche di produzione agricole (abbandono dell'avvicendamento triennale delle colture, migliore
concimazione, introduzione della patata e del trifoglio a elevato rendimento). Ne conseguì un incremento
della produttività agricola, che si tradusse in un miglioramento della situazione alimentare. Una gestione più
efficace delle scorte domestiche e il potenziamento delle vie di comunicazione ridussero il rischio di carestie
regionali. Inoltre, la diffusione del Lavoro a domicilio in numerose regioni della Svizzera offrì nuove possibilità
di guadagno. Parallelamente allo sviluppo dell'industria a domicilio, il consumo di carne aumentò, indice di un
chiaro miglioramento del tenore di vita. Nel XVIII sec. crebbe pure quello di prodotti d'oltremare (derrate
coloniali) e generi voluttuari, come caffè e tabacco, spec. nei ceti agiati, ma in parte anche nelle nuove classi
medie. Dal XVIII sec. alcune regioni della Svizzera profittarono della crescente richiesta di prodotti di lusso da
parte delle élite intern.
Anche alla fine del XVIII e nel XIX sec. le Crisi economiche furono tuttavia ripetutamente all'origine di un
impoverimento di ampie fasce della pop. che, ancora alla fine del XIX sec., si tradusse in un temporaneo rialzo
della mortalità infantile in alcune regioni. Mentre il tenore di vita della borghesia (il cui potere cresceva sia sul
piano economico sia su quello politico), degli impiegati e degli operai specializzati migliorò sensibilmente
verso la fine del XIX sec., le condizioni di esistenza materiali degli operai non qualificati e di quelli agricoli, a
causa dei bassi salari, rimasero precarie fino alla prima metà del XX sec. I periodi con alti tassi di
disoccupazione erano accompagnati da un impoverimento massiccio (Pauperismo).
La fine del XIX e l'inizio del XX sec. furono caratterizzati, da un lato, da un tenore di vita generalmente in
aumento (misurato sulla base del reddito pro capite), ciò che contribuì fra l'altro allo sviluppo turistico della
Svizzera. Dall'altro, le differenze nel tenore di vita si aggravarono, sia sul piano regionale sia su quello sociale.
Tra il 1906 e il 1925 le economie domestiche contadine coprivano ancora direttamente il 60% ca. del loro
fabbisogno alimentare. Le aspettative circa il benessere e i consumi crebbero solo lentamente anche nelle
campagne. Le migliori opportunità di formazione, il mutamento delle condizioni di comunicazione e l'arrivo di
nuove idee stimolarono la diffusione di desideri consumistici anche nella pop. rurale, ciò che contribuì al
massiccio esodo verso i centri urbani. La prima guerra mondiale e gli anni fra i due conflitti furono periodi di
forte produttività economica, che non coincisero tuttavia, a causa della crisi e della guerra, con un aumento
generale del benessere. Fra il 1930 e il 1939 il reddito nazionale reale crebbe solo dello 0,6% ca. all'anno.
Il secondo dopoguerra registrò un aumento del tenore di vita senza paragoni nella storia, che si ripercosse
sull'evoluzione dei Salari: negli anni 1950-60 il potere di acquisto di questi ultimi crebbe di un quinto ca., nel
decennio seguente addirittura di due quinti. Gli anni 1950-60 videro così l'avvio del consumo di massa, per
quanto ancora moderato, e una rapida diffusione di costosi beni di consumo durevoli, come lavatrici, frigoriferi
e automobili. Lo sviluppo di una diffusa cultura del consumo favorì dalla fine degli anni 1950-60 un
allineamento del tenore di vita delle diverse classi sociali e delle differenti regioni, in particolare per quanto
attiene al possesso di beni di consumo durevoli. Grazie allo sviluppo dello Stato sociale (Assicurazioni sociali)
anche gruppi sociali un tempo svantaggiati, come i pensionati, poterono beneficiare dell'aumentato
benessere, seppure con un certo ritardo.
Con l'innalzamento del tenore di vita la struttura delle spese domestiche si modificò chiaramente: la porzione
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destinata ai consumi alimentari, in precedenza ampiamente predominante nel bilancio fam., diminuì
fortemente (38,8% nel 1921, 29,7% nel 1950, 12,2% nel 1989, 7,2% nel 2008). Al contrario, crebbero le spese
destinate al tempo libero, alle vacanze e alla mobilità che ne derivava. Il tenore di vita della pop. sviz. nel XX
sec., elevato in un confronto intern., si basava sulla progressiva trasformazione di prodotti di lusso, un tempo
riservati alle classi superiori (come nastri di seta, tessuti pregiati, orologi, e più tardi cioccolato, turismo,
finanza e banca), in beni di consumo di massa.
Dagli anni 1970-80 si fecero numerose le critiche al benessere materiale, cui si rimproverava lo sperpero
ecologico, lo stress in aumento e il malessere causato dalla sovrabbondanza. All'inizio del XXI sec. il dibattito
si concentrava sulla questione centrale di sapere in che misura un crescente tenore di vita contribuisce a una
migliore qualità di vita. La risposta è controversa. Nuove ricerche mostrano che la pop. sviz., grazie a un
tenore di vita più alto della media, gode di una speranza di vita più lunga (80,2 anni per gli uomini e 84,6 per
le donne nel 2010). Anche per quanto concerne la soddisfazione rispetto alla vita, la Svizzera presenta elevati
valori di soddisfazione. Un'altra conseguenza di rilievo dell'alto tenore di vita è un ampio margine di manovra
lasciato alla libertà individuale di cui beneficia una gran parte della pop., ciò che implica una differenziazione
degli stili di vita, lasciati alle preferenze di ciascuno.
Autrice/Autore: François Höpflinger / frm
Riferimenti bibliografici
Bibliografia
– R. Cicurel, L. Mancassola (a cura di), L'economia svizzera, 1291-1991, 1991
– H.-J. Gilomen, «Sozial- und Wirtschaftsgeschichte der Schweiz im Spätmittelalter», in Geschichtsforschung in
der Schweiz, 1992, 41-66
– M. Ravallion, Poverty Comparisons, 1994
– H. Siegrist et al. (a cura di), Europäische Konsumgeschichte, 1997
– J. Tanner et al. (a cura di), Geschichte der Konsumgesellschaft, 1998
– J.-F. Bergier, Storia economica della Svizzera, 1999 (ted. 1983)
– J. Tanner, «Lebensstandard, Konsumkultur und American Way of Life seit 1945», in "Goldene Jahre", a cura
di W. Leimgruber, W. Fischer, 1999, 101-131
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