56 Parte seconda L’ARTE DELLA RELAZIONE 57 Un bel tacer non fu mai scritto Anonimo - Proverbi 10. IL LINGUAGGIO CHE COS’È? Il linguaggio è un codice simbolico particolare. Un codice perché è una convenzione condivisa dai membri di un medesimo gruppo. Simbolico perché utilizziamo parole e frasi per comunicare su cose o eventi che vediamo, sentiamo, tocchiamo, annusiamo, gustiamo tramite i sensi. Ma, come la mappa non è il territorio, così la parola non è la cosa nominata, ma solo una rappresentazione di essa. Linguaggio ed esperienza sensoriale, dunque, appartengono a due ordini diversi di realtà. Infine è particolare perché lascia una grande libertà di codificare l’esperienza. Ogni situazione, infatti, possiede caratteristiche proprie e specifiche e si verifica un’unica volta in un luogo e momento precisi ma, quando utilizziamo il linguaggio per raffigurarla, possiamo farlo in tanti modi diversi. Prendiamo come esempio pratico Maria che descrive come ha trascorso la giornata di sabato: 1. Ieri sono andata a Fiumicino con Giovanni; siamo usciti alle undici del mattino e siamo arrivati alle dodici e trenta. Abbiamo pranzato in un ristorante sul molo e, nel pomeriggio, abbiamo fatto prima una passeggiata lungo la spiaggia e poi in paese. Faceva caldo, circa venticinque gradi. Ci siamo divertiti anche a correre. Verso le otto abbiamo cenato con frutti di mare e poi siamo tornati a Roma. È stata una bella giornata. 2. Ieri ho trascorso la giornata a Fiumicino con Giovanni. Abbiamo mangiato là e abbiamo passeggiato; era una giornata molto piacevole. 3. Ieri ho passato una bella giornata fuori città con un amico. 4. Ieri me la sono goduta. Ciascuna di queste descrizioni costituisce un modo possibile e comunque esatto di riferire ciò che ha fatto Maria nella giornata di sabato. 58 L’elemento chiave che le distingue è dato dalla quantità d’informazioni contenuta in ciascuna: la prima è la più ricca e via via calando fino alla quarta che è la più scarna. Nella prima, tutto è chiaramente definito, così che il numero di situazioni vissute a livello di esperienza reale cui tale descrizione rinvia è assai limitato. In una sorta di proporzione inversa, l’ultima descrizione – “Ieri me la sono goduta” – nella sua totale scarsità d’informazioni permette all’ascoltatore d’immaginare un numero incalcolabile di possibilità concernenti Maria. Il risultato è che quanto più alto è il numero di esperienze sensoriali cui una frase rinvia senza riferirle, tanto più basso è il suo livello qualitativo in termini d’informazione e viceversa. L’informazione veramente precisa è allora quella fedelmente vicina alle esperienze sensoriali di cui riferisce (ciò che realmente ho visto, sentito, toccato …). Mentre, più ci si allontana dalla descrizione sensorialmente basata, andando verso l’astrazione, più aumenta il tasso di imprecisione e nasce anche una seconda difficoltà, legata al significato che attribuiamo alle parole: se ci mettiamo a descrivere S. Pietro, possiamo essere ragionevolmente certi di farci capire, poiché si tratta di un elemento appartenente all’universo materiale esterno e visibile. Ma cosa dire dei discorsi sulla libertà, la felicità, le risorse umane, l’orientamento al Cliente? È veramente improbabile che due persone mettano gli stessi contenuti sotto il cappello di queste parole/frasi. Va infatti tenuto presente che una parola non ha solo il significato proposto dal dizionario, ma rimanda all’esperienza reale e, quindi, a tutte le esperienze vissute dall’individuo, in base alle quali egli attribuisce un significato personalizzato a quella determinata parola. La PNL, allora, considera ogni termine astratto – “Voglio vivere una vita più ricca” – come a basso tenore informativo e ad alto tenore evocativo, poiché lascia grande spazio d’arbitrio alla parte personale di ciascun ascoltatore. 59 Questo – non a caso – è il linguaggio favorito dai politici, in quanto è sufficientemente vago da consentire ad ognuno di interpretarselo come preferisce; nella sostanza, serve a catturare il consenso più ampio possibile senza mai arrivare a costituire un autentico impegno. Al contrario le espressioni concrete – “Quest’anno voglio guadagnare venti milioni netti in più dell’anno scorso” – sono univoche e presentano un alto tenore d’informazioni precise. Va in ogni caso riconosciuto che il linguaggio astratto ha grande utilità, poiché consente, ad esempio, la concettualizzazione, la letteratura, la filosofia. Il suo essere idiosincratico, infatti, permette a ciascuno di utilizzare a piene mani le proprie concatenazioni associative e così ricostruire direttamente su misura ciò che sta leggendo o ascoltando. Ammesso questo, va anche tenuto ben presente che la ‘materia prima’ di ogni decisione sono le informazioni e che queste si presentano, in grandissima parte, sotto forma di linguaggio: parlato – interviste, colloqui, riunioni - o scritto – ordini di servizio, corrispondenza, relazioni…… Le sue ‘forme’, però, sono così numerose che esso costituisce tanto il più ricco mezzo di comunicazione quanto il maggior portatore di ambiguità ed errori; è quindi fondamentale disporre di strumenti per distinguere fra informazioni pertinenti (suoni) ed informazioni parassite (rumore) e reperire sistematicamente, fra le prime, quelle necessarie per agire, individuandone con prontezza la eventuale mancanza nei messaggi che ci pervengono dalle varie fonti. In termini operativi, controllare la qualità dell’informazione ricevuta e/o trasmessa significa: fissare una cornice di riferimento che delimiti tutto ciò che occorre sapere e lasci al di fuori tutto ciò che è superfluo possedere, entro tale cornice, una gamma di domande precise con cui chiarire le informazioni ricevute, fino al grado di dettaglio voluto. Questa cornice di riferimento ci è offerta dal METAMODELLO; 60 L’intero mondo delle rappresentazioni … non è destinato ad essere una immagine della realtà …. Ma è piuttosto uno strumento per meglio orientarsi nella realtà stessa H. Vaihinger – La filosofia del Come se 11. IL METAMODELLO o modello linguistico di precisione È uno strumento linguistico per inviare messaggi comprensibili e per raccogliere informazioni precise (cioè sensorialmente basate), che consentono di riconnettere il linguaggio all’esperienza rappresentata dal linguaggio stesso. In quest’ottica, ricordiamo anzitutto 3 concetti base IL MONDO ESISTE LA MAPPA NON È IL TERRITORIO IL MONDO VIENE RAPPRESENTATO Nel suo contatto con il mondo, inoltre, l’individuo è predeterminato da tre tipi di vincoli (1) quelli neurologici/genetici, vale a dire le sue capacità percettive ed elaborative; (2) quelli sociali e culturali, ovvero la minore o maggiore quantità di stimoli inviati dal contesto; (3) quelli individuali, cioè le specifiche conseguenze della sua storia personale. Infine, teniamo presente l’impossibilità, nel processo di rappresentazione del mondo - che altro non è che il processo di apprendimento e costruzione della propria mappa - di trattenere tutte le informazioni che la realtà esterna ci trasmette: gran parte di esse vanno perdute, molte rimangono a livello inconscio e poche si fermano a livello consapevole. Detto questo, nella pratica l’attività rappresentazionale detta mappatura si realizza con l’uso di tre meccanismi indispensabili: le GENERALIZZAZIONI, le CANCELLAZIONI e le DEFORMAZIONI, dette VIOLAZIONI DEL LINGUAGGIO. In altre parole: ogni volta che ricordiamo, immaginiamo e/o raccontiamo un'esperienza noi deformiamo la realtà!