Orfeo futuro - Comunità Armena di Roma

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2015
1
3
La Rete
4
I 4 Festival
6
Calendario
10
52 Concerti
56
I luoghi
60
Biglietti e riduzioni
62
Partners
Uri Caine, Cristina Zavalloni, Sonia Prina e
Giovanni Sollima che l’avvenire della musica è ancora nelle mani
Lo sanno anche
dell’antico sciamano, simbolo dell’immortalità dell’arte. E, infatti, il mitico
cantore adesso ha non solo un nome, ma anche un cognome. Si chiama
Orfeo Futuro e qualifica il sistema di festival pugliesi comprendente
AgimusFestival, Anima Mea, Oriente Occidente e Ritratti, rete
della quale i quattro musicisti menzionati sono quest’anno tra gli ospiti di
prestigio.
2
Progetto Artistico
A.G.I.Mus. - Associazione Giovanni Padovano Iniziative Musicali
Associazione Culturale L’Amoroso
Associazione Musicale Euterpe
Associazione Ensemble ‘05
Associazione Florilegium Vocis
Ufficio Stampa e Comunicazione
Francesco Mazzotta - [email protected]
Segreteria
Sara Tamborra - [email protected]
Coordinamento Tecnico
Gianluca Tribuzio
Progetto Grafico
Alessandra Scarcelli
Stampa
Ecumenica Editrice - Bari
Con il sostegno di Puglia Sounds, la programmazione 2015 di Orfeo
Futuro prevede cinquantadue concerti, dal 17 luglio al 21 novembre,
a Bari e in altri sette centri pugliesi (Acquaviva delle Fonti, Alberobello,
Martina Franca, Mola di Bari, Molfetta, Monopoli e Palo del Colle), con
quindici prime assolute e oltre settecento artisti coinvolti. E si propone di
raccontare - alternando ricerca, innovazione e sperimentazione - il senso
di una trasversalità che sintetizza incontri tra linguaggi, confronti tra generi
e paralleli tra epoche, riscoperte dell’antico, epifanie del contemporaneo e
percorsi di confine. Con proposte anche oblique, alcune digressioni e un
viaggio agli albori del melodramma con L’incoronazione di Poppea di
Monteverdi, che segna l’avvio di un’importante collaborazione di Ritratti
con il Festival della Valle d’Itria.
Orfeo Futuro racchiude anche diversi progetti speciali, tra cui diversi focus
sui musicisti pugliesi del passato più o meno recente, scambi, collaborazioni,
gemellaggi e l’inedita produzione Embrace the Universe pensata dal
pianista Emanuele Arciuli con prime assolute di compositori americani per
ricordare l’11 settembre nel Teatro Petruzzelli, e non solo. Un ciclo di nove
concerti è dedicato alla memoria del Genocidio del popolo armeno, il
cui centenario è ricordato quest’anno in tutto il mondo con il simbolo del
fiore a cinque petali, come i cinque continenti che accolsero i profughi.
3
ORFEO
FUTURO
2015
I FESTIVAL
Rete dei Festival di Musica d’Arte
17 luglio - 7 ottobre MONOPOLI
direzione artistica Antonia Valente e Massimo Felici
4
Il Festival Ritratti conferma la propria vocazione per la ricerca.
E anche quest’anno ritaglia traiettorie artistiche inedite. Nata da
un’idea di Antonia Valente e Massimo Felici, rispettivamente alla
guida dell’Ensemble ’05 e dell’associazione musicale Euterpe, realtà
pugliesi unite nella promozione e co-produzione dell’iniziativa, la
manifestazione-laboratorio quest’anno racchiude una serie di proposte
affascinanti, a partire da un agile allestimento monteverdiano, in collaborazione con
il Festival di Martina Franca. Ma, soprattutto, accende i riflettori sul Centenario del
Genocidio del popolo armeno con un ciclo di concerti che supera ogni confine di genere,
in particolare con le riletture contemporanee che il Larssen Trio offre di quella tradizione
musicale. Alla quale rende omaggio anche Cristina Zavalloni con un progetto inedito sul
grande chansonnier di origini armene Charles Aznavour. Raffinate rarità per violino, viola
e viola d’amore suonate da Alessandro Tampieri si alternano, poi, al tango di Marcelo
Nisinmann, agli omaggi ai pugliesi Mauro Giuliani e Domenico Guaccero, quest’ultimo
pioniere della ricerca elettronica, al confronto «pittorico» Musorgskij-Brouwer e alla
costruzione di una suite tra Settecento e Novecento che il violoncellista Umberto Clerici
s’inventa partendo da Bach.
22 luglio - 21 novembre
MOLA DI BARI
direzione artistica
Piero Rotolo
Uri
Caine
e
Giovanni
Sollima, due esegeti della
contemporaneità, con le radici
salde nella tradizione, non
hanno mai suonato insieme.
Forse un giorno accadrà. Intanto
chi volesse vederli almeno una
volta sullo stesso palco, l’uno
accanto all’altro, può dare sfogo
alla propria immaginazione. Perché
il pianista americano e il violoncellista siciliano apriranno e chiuderanno rispettivamente
l’AgimusFestival_2015, ricca rassegna compresa tra estate e autunno. Una sorta di
abbraccio sonoro tra due stagioni che il direttore artistico Piero Rotolo ha progettato
all’insegna della qualità e della trasversalità, parola molto abusata di questi tempi ma che
nel progetto dell’Associazione Giovanni Padovano Iniziative Musicali (A.G.I.MUS.) trova
una collocazione ideale e una sua ragion d’essere. Tra accademismo, musiche di confine,
improvvisazione, linguaggi della tradizione afro-americana, colorismi, canzone d’autore e
culture «altre», il programma disegna un territorio di idee nel quale si confrontano generi e
civiltà, popoli e intelligenze. E lo fa tracciando un percorso ricco di diramazioni, seguendo
le quali si possono osservare panorami musicali ogni volta diversi, dalle escursioni vocali
di Antonella Ruggiero ai ritmi gipsy dell’Orchestra Tzigana di Budapest, ma anche scoprire
orizzonti interpretativi affascinanti della storia musicale d’Occidente.
18 agosto - 10 ottobre BARI
direzione artistica Sabino Manzo
In un periodo in cui ci si affanna a costruire muri e steccati, Oriente Occidente
costruisce ponti musicali per connettere nello spazio e nel tempo culture diverse. La
musica si fa strumento di conoscenza per avvicinare luoghi distanti. E il nome stesso
del Festival evoca il profondo legame che da sempre esiste tra la Puglia e i popoli al di
là del mare. Ma Oriente Occidente è anche un ponte con il passato, attraverso il quale
guardare con attenzione alla nobile tradizione musicale della Terra di Puglia. Con la terza
edizione si consolida, dunque, l’esperienza degli anni precedenti attraverso un programma
variegato e ospiti d’eccezione come Sonia Prina, contralto barocco di
fama mondiale, impegnata in un programma tutto händeliano con
l’Orchestra Santa Teresa dei Maschi e il violinista Alessandro Perpich.
Con le villanelle di Musici di Barri del 1574 si affronta un viaggio
nel tempo alle radici del rinascimento musicale pugliese, mentre il
coro della Polifonica Biagio Grimaldi celebra Johann Sebastian Bach.
Seguono la prima esecuzione con strumenti antichi di un Magnificat
del pugliese Nicola Fago, musicista inspiegabilmente dimenticato, e
un concerto del Florilegium Vocis dedicato all’Armenia con musiche di
Padre Komitas, compositore sfuggito al genocidio, e prime esecuzioni di
musiche commissionate dal festival e ispirate alla tragedia di quel popolo.
1 settembre - 14 ottobre
direzione artistica Gioacchino De Padova
BARI - MOLFETTA - ACQUAVIVA DELLE FONTI- MARTINA FRANCA
Anima Mea è presente sulla scena regionale dal 2010, con concerti e spettacoli dedicati
alla musica antica con strumenti storici e alla nuova musica contemporanea.
Ospita regolarmente ensemble in residenza per realizzare progetti originali in prima
assoluta, anche in coproduzione con altri festival nazionali e internazionali.
In oltre 60 concerti, negli anni scorsi si sono esibiti per Anima Mea artisti
come Paolo Pandolfo, Rinaldo Alessandrini, Silvia Frigato, Furio
Zanasi, Christophe Desjardins, Paolo Pollastri, Alessandro Ciccolini,
Gabriele Cassone, I Ferrabosco, l’Amoroso, AbChordis, Soliste XXI,
accanto a solisti e gruppi della nuova scena musicale pugliese ed
europea.
Il festival ha realizzato alcune importanti produzioni discografiche,
grazie al sostegno di istituzioni internazionali pubbliche e private,
dedicate ai possibili itinerari incrociati tra il repertorio del barocco
italiano e la musica d’arte contemporanea. L’ultima di queste produzioni,
Alle Guerre d’Amore, è stato trasmesso in diretta da Radio France in occasione della prima
esecuzione assoluta a Parigi, nel maggio 2014, e poi edito in CD da Digressione Music.
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ORFEO
FUTURO
2015
IL CALENDARIO
Rete dei Festival di Musica d’Arte
Anima Mea
24 Mola di Bari • ANTONELLA RUGGIERO
AgimusFestival
23 Molfetta • OH, LACRIME
Anima Mea
28 Mola di Bari • NOTTE GIPSY
AgimusFestival
24 Martina Franca • OH, LACRIME
Anima Mea
31 Mola di Bari • GRAN GALA DELL’OPERETTA E DEL MUSICAL
AgimusFestival
25 Bari • OPUS NUMBER ZOO
Anima Mea
04 Mola di Bari • THEMES AND SONGS: colonne sonore... in jazz!
AgimusFestival
26 Molfetta • OPUS NUMBER ZOO
Anima Mea
Ritratti
AgimusFestival
SETTEM BR E
22 Bari • PSALLITE
09 Monopoli • RECITAL LIRICO Premio Valerio Gentile 2014
Ritratti
12 Mola di Bari • DA MOZART A SOLLIMA
AgimusFestival
18 Mola di Bari • HÄNDEL CELEBRATION
Oriente Occidente
27 Mola di Bari • CONTEMPORANEA, MA NON TROPPO
AgimusFestival
27 Martina Franca • PATARAG Voci dall’Armenia
Anima Mea
28 Acquaviva delle Fonti • OPUS NUMBER ZOO
Anima Mea
29 Bari • PATARAG Voci dall’Armenia
Anima Mea
30 Molfetta • PSALLITE
Anima Mea
19 Monopoli • BARRIO DE TANGO
Ritratti
30 Monopoli • RARIORA ET MIRABILIA
Ritratti
20 Alberobello • BARRIO DE TANGO
Ritratti
02 Martina Franca • MAURO GIULIANI un virtuoso pugliese a Vienna
Ritratti
23 Monopoli • GAYANEH E ALTRE STORIE ARMENE
Ritratti
03 Mola di Bari • PATARAG Voci dall’Armenia
25 Monopoli • SUITE AL CUBO
Ritratti
06 Bari • ITALIAN SOLACE
27 Monopoli • PICTURES AT ANOTHER EXHIBITION
Ritratti
07 Monopoli • ITALIAN SOLACE
29 Mola di Bari • LA CAMERA DELLE MERAVIGLIE!
30 Monopoli • POUR TOI, ARMÉNIE Omaggio a Charles Aznavour
01 Bari • POUR TOI, ARMÉNIE Omaggio a Charles Aznavour
06 Mola di Bari • L’AMORE? DA CAMERA, MA NON SOLO!
09 Acquaviva delle Fonti • EMBRACE THE UNIVERSE
10 Bari • VILLANELLE ALLA NAPOLITANA
AgimusFestival
Ritratti
Anima Mea
AgimusFestival
Anima Mea
Oriente Occidente
11 Bari • EMBRACE THE UNIVERSE
Anima Mea
12 Molfetta • EMBRACE THE UNIVERSE
Anima Mea
16 Palo del Colle • MUSICA EX MACHINA
19 Mola di Bari • L’ESTASI DEL MOMENTO: L’IMPROVVISAZIONE
OTTOB RE
AG OSTO
Oriente Occidente
AgimusFestival
07 Mola di Bari • LA SFERA DEL TEMPO
SETTEM BRE
21 Bari • MAGNIFICAT La musica sacra di Johann Sebastian Bach
22 Mola di Bari • URI CAINE
05 Monopoli • GUSAN MYSTIKZ
6
Ritratti
Ritratti
AgimusFestival
NOVEMBRE
LUGLI O
17 Monopoli • L’INCORONAZIONE DI POPPEA
Oriente Occidente
Anima Mea
Ritratti
08 Molfetta • GAYANEH E ALTRE STORIE ARMENE
Anima Mea
09 Acquaviva delle Fonti • GAYANEH E ALTRE STORIE ARMENE
Anima Mea
10 Bari • LA MUSICA DEL TESORO DI SAN GENNARO
Oriente Occidente
13 Bari • LA MANO DELL’ARCO
Anima Mea
14 Molfetta • LA MANO DELL’ARCO
Anima Mea
17 Mola di Bari • I COLORI DELLA SPAGNA
AgimusFestival
25 Mola di Bari • SEASONS & CINEMA
AgimusFestival
07 Mola di Bari • TABLEAU MUSICAL
AgimusFestival
15 Mola di Bari • CHOPIN E IL CONCERTO DEGLI ADDII
AgimusFestival
21 Mola di Bari • NO LIMITS!
AgimusFestival
7
8
9
venerdì 17 luglio, ore 21.00
Chiostro di Palazzo San Martino • MONOPOLI
mercoledì 22 luglio, ore 21.15
Chiostro Santa Chiara • MOLA DI BARI
In collaborazione con il Festival della Valle d’Itria
Claudio Monteverdi
L’INCORONAZIONE DI POPPEA
dramma in musica
libretto di Gian Francesco Busenello
10
Ha recentemente caratterizzato la programmazione del Teatro alla Scala. Ma L’incoronazione
di Poppea sino a trent’anni fa non aveva mai goduto di molte rappresentazioni in Italia. A far
nascere un interesse diffuso nel 1988, con un famoso allestimento-maratona, fu il Festival
di Martina Franca, che quest’anno torna sul capolavoro di Monteverdi con un workshop
in collaborazione con Ritratti. E allora come oggi la domanda è la stessa: come si cantava
nel Seicento? Perché L’incoronazione di Poppea, che pure costituisce l’apoteosi del recitar
cantando, non esclude affatto - come sosteneva Rodolfo Celletti - il «cantar melismatico».
Né può essere trascurato l’aspetto orchestrale, qui affidato accuratamente a un ensemble
che utilizza strumenti storici per una lettura il più fedele possibile alle intenzioni dell’autore
e al suono dell’epoca. Così come non è possibile rinunciare alla parte visuale, per l’occasione
curata in una realizzazione semiscenica di Gianmaria Aliverta.
Workshop Accademia del Belcanto Rodolfo Celletti
Fortuna
Virtù/Pallade
Amore
Poppea Nerone Ottavia Ottone Seneca Drusilla Arnalta Nutrice Soldato 1
Soldato 2/familiare
di Seneca/liberto
Mercurio/familiare
di Seneca/littore
Graziana Palazzo
Daniela Milanese
Tal Ganor
Quiteria Muñoz Inglada
Shaked Bar
Anna Bessi
Francesca Sartorato
Nicolò Donini
Tal Ganor
Ilham Nazarov Giampiero Cicino
Vlad Alexandru Robu
Vittorio Dante Ceragioli
Kristian Lindroos
ensemble di strumenti originali Cremona Antiqua
direttore Antonio Greco
riduzione drammaturgica
e realizzazione semiscenica Gianmaria Aliverta
scene Raffaele Montesano
costumi Alessio Rosati
URI CAINE
Piano solo
Pochi hanno saputo mettere in connessione jazz e musica colta. E di questo club esclusivo
fa parte Uri Caine, esploso nel 1992 con l’album Sphere Music. Esponente di punta della
scena newyorchese, in questi anni Caine è passato con disinvoltura dal jazz elettrico diretto discendente della rivoluzione targata Davis - alle riletture di Mahler, Bach e Verdi.
E, infatti, sotto la sua direzione artistica la Biennale Musica di Venezia ha vissuto nel
2003 un cortocircuito tra i generi. Esattamente quello che accadrà nel corso di questa
performance, evento internazionale che inaugura la sezione estiva dell’AgimusFestival.
Innamorato di Glenn Gould e Arturo Benedetti Michelangeli, ma anche dello stride piano di
James P. Johnson e del virtuosismo blues di Otis Spann, Caine suonerà avendo come filo
conduttore Callithump, il suo più recente disco di piano solo, registrato in presa diretta in
un’unica seduta. Un lavoro nel quale il musicista di Philadelphia alterna tradizione musicale
sefardita, blues, jazz degli anni Venti e canzone americana.
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venerdì 24 luglio, ore 21.15
Chiostro Santa Chiara • MOLA DI BARI
ANTONELLA RUGGIERO
Stralunato recital
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Signore e signori, ecco a voi «The Voice», la voce per antonomasia della musica italiana.
Ormai da quasi vent’anni sulla strada di una carriera solista iniziata nel 1996 con Libera, l’ex
Matia Bazar, autorevole continuatrice della tradizione canora di Mina e delle altre grandi
vocalist degli anni ’50 e ’60, propone un travolgente concerto affiancata da una band di
prestigio, con la quale rilegge, unitamente alle canzoni maggiormente rappresentative del
suo repertorio, le più belle canzoni Italiane, da Tenco a Battisti, oltre a una selezione di
capolavori di Thelonious Monk, Cesaria Evora e Alexander Olshanetsky, superando ogni
divisione di genere ed epoca. Nota per l’eccezionale estensione vocale, Antonella Ruggero
riesce, infatti, a passare dal registro pop a quello lirico di soprano leggero, alternando il
repertorio sacro al jazz, la tradizione popolare al tango, la classica alle sonorità della musica
contemporanea, confermandosi voce unica nel panorama italiano e internazionale.
Antonella Ruggiero voce
Maurizio Di Fulvio
Renzo Ruggieri
Ivano Sabatini
Walter Caratelli
chitarra
fisarmonica
contrabbasso
percussioni
martedì 28 luglio, ore 21.15
Chiostro Santa Chiara • MOLA DI BARI
NOTTE GIPSY
Orchestra Tzigana di Budapest
Lo scatenato Antal Szalai, numero uno assoluto dei violinisti gipsy, è il motore stesso
dell’Orchestra Tzigana di Budapest, che propone un viaggio sonoro nella musica tradizionale
ungherese la cui fama mondiale ha contribuito ad accrescere con la sua instancabile
attività planetaria. La OTB ha, infatti, tenuto tournée in quaranta Paesi, dagli Stati uniti
al Giappone, dal Canada alla Cina, contribuendo in maniera determinante a divulgare e a
far conoscere un repertorio, quello della musica tzigana, che ha colpito l’immaginazione
di tanti musicisti colti, da Brahms a Liszt, e non solo. Oltre ad eseguire canzoni popolari
in originali arrangiamenti, Szalai e compagni eseguono brani di musica nazionale risalenti
all’epoca della riforma e propongono la cosiddetta csárdás, genere tradizionale in voga
già a metà del XIX secolo e strettamente imparentato all’omonima danza, originariamente
ballata nelle osterie. Infatti, csárdás in ungherese vuol dire proprio «dell’osteria» e il termine
dice da solo la genuina provenienza di una musica al cui ascolto è impossibile rimanere
immobili.
Antal Szalai violino solista e direttore
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venerdì 31 luglio, ore 21.15
Chiostro Santa Chiara • MOLA DI BARI
GRAN GALA DELL’OPERETTA E DEL MUSICAL
Orchestra Ico della Magna Grecia
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Lo spensierato spirito della Belle Époque e le atmosfere sognanti della Mitteleuropa, che
nel Vecchio Continente ispirarono l’operetta, convivono con l’effervescenza metropolitana
del musical americano, diretto discendente della prima, in una serata che ha il sapore del
Gran Gala. Il concerto è, infatti, non solo un’antologia caratterizzata dalle celebri pagine
di Strauss e, naturalmente, di Lehár, che con La Vedova Allegra segnò un’epoca. Perché
dopo un’immersione nella levità viennese, un passaggio attraverso l’italianissimo Paese dei
Campanelli e una finestra sull’attualità, con un paio di composizioni firmate da Leonardo
Presicci, contrabbassista dell’Orchestra della Magna Grecia, il programma prevede
un’incursione finale nel gusto americano, quello che, contaminato prima dal jazz, poi dal
rock, ha trasformato l’operetta in musical. E lo ha fatto con il contributo di grandi musicisti,
in alcuni casi provenienti proprio dall’Europa, tra cui l’inglese Andrew Lloyd Webber e
l’austriaco Frederick Loewe, autori dei quali si possono rispettivamente ascoltare estratti
da Cats e My Fair Lady.
martedì 4 agosto, ore 21.15
Chiostro Santa Chiara • MOLA DI BARI
THEMES AND SONGS
Colonne sonore in jazz
Ensemble formato da tre musicisti pugliesi di grande valore, il Meridian Trio - capitanato dal
pianista «evansiano» Massimo Parente - rivisita in modo originale colonne sonore scritte,
tra l’altro, da autori poco eseguiti nelle sale da concerto, anche se artisticamente molto
interessanti. È il caso del francese Michel Legrand, creatore di temi per oltre 200 film per
il cinema e la tv, tra cui Quell’estate del ’42 di Robert Mulligan, per le cui composizioni
Legrand conquistò l’ambito Premio Oscar. Ma il Meridian Trio ripropone anche le invenzioni
per il grande schermo di Johnny Mandel (sue le musiche di M.a.s.h. di Robert Altman) ed
Alex North (l’autore della soundtrack di Spartacus, il capolavoro di Stanley Kubrick), le cui
musiche, come quelle di Legrand, vengono rilette in chiave rigorosamente jazz, con uno
stile nel quale il tema rimane costantemente in primo piano all’interno di una costruzione
sonora sempre altamente comunicativa.
Meridian Trio
Filomena Fittipaldi soprano
Carlo Rotunno baritono
Maurizio Lomartire direttore
Franz Lehár (1870-1948)
Non ti scordar di me
Johann Strauss jr (1825-1899)
Voci di Primavera
Mein Herr Marquis (da Il Pipistrello)
Franz Lehár
Romanza
di
Vilja
(da
La
Vedova
Allegra)
Leonardo Presicci (1961)
Sentimental per clarinetto e archi
Johann Strauss jr
Pizzicato-Polka
Leonardo Presicci
Fantasia
napoletana per violoncello e archi
Carlo Lombardo/Virgilio Ranzato
(1869-1959/1883-1937)
Fox
della Luna (da Il Paese dei Campanelli)
Franz Lehár
Tu che m’hai preso il cuor (da Il Paese del sorriso)
Andrew Lloyd Webber (1948)
Memory (da Cats)
Frederick Loewe (1901-1988)
I could have danced all night (da My Fair Lady)
Massimo Parente pianoforte
Francesco Angiuli contrabbasso
Pippo D’Ambrosio batteria
15
mercoledì 5 agosto, ore 21.00
Castello Carlo V • MONOPOLI
venerdì 7 agosto, ore 21.15
Chiostro Santa Chiara • MOLA DI BARI
nel Centenario del Genocidio
GUSAN MYSTIKZ
Ricercare nella musica tradizionale armena
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Gusan Mystikz è un omaggio alla tradizione musicale armena nel centenario del genocidio.
Un progetto che, partendo dai Gusan (i Trovatori del ‘300 che hanno custodito e tramandato
la cultura musicale del popolo armeno durante le dominazioni di Mamelucchi, Turchi e
Persiani) e dalle Mystikz (termine slang utilizzato nei ghetti dei Paesi anglofoni per dare
una connotazione sacra agli inni urbani), rielabora l’origine monodica di quella musica
con la tecnica dell’overdubbing. In altre parole, il Larssen Trio ricontestualizza in scansioni
ritmiche moderne gli impulsi tribali di un popolo errante attraverso l’utilizzo di strumenti
acustici tradizionali, come il duduk e il dhol, ma anche di voci reali e la rielaborazione di
preziosissimi nastri magnetici, in cui sono fissate alcune delle liriche liturgiche di Padre
Komitas, icona della musica moderna armena, con l’elettronica che traccia le coordinate
ritmiche e sottolinea, con un processo di spazializzazione del suono, i momenti di massimo
lirismo dei solisti.
Larssen Trio
Aram Ipekdjian duduk
Gabriele Panico aka Larssen elettronica
Paolo Modugno dhol, percussioni
LA SFERA DEL TEMPO
Omaggio ai cantautori della scuola genovese
La dimensione del tempo? Da lineare a sferica. È così che si trasforma lo scandire delle
stagioni, quando si parla dei grandi della canzone italiana. «Sferica perché ci dice della
compresenza di un vissuto simultaneo che riesce a trascendere le epoche», spiega la cantante
Paola Matarrese, riferendosi alla cosiddetta «scuola genovese», quella dei De André, dei
Tenco, degli Endrigo, dei Paoli e dei Lauzi. Che poi sono gli autori di questo concerto che
accende un riflettore sulla «cantantessa» Carmen Consoli, solo apparentemente un’aliena.
Perché in fondo anche lei, siciliana di una Catania che da Battiato in poi ha prodotto un’altra
«scuola», vive il senso di una fortissima appartenenza. E così, pure per Carmen Consoli, il
tempo da orizzontale assume confini circolari. Come la musica di questi artisti senza età.
Un gruppo di cantanti e musicisti con stili anche diversi tra loro, in alcuni casi nati altrove
rispetto a Genova, ma con un unico credo: épater le bourgeois, «stupire il borghese», come
ha scritto qualcuno a proposito degli chansonniers dai quali si fecero ispirare.
Fabrizio De André (1940-1999)
La canzone dell’amore perduto
Via del campo
Luigi Tenco (1938-1967)
Mi sono innamorato di te
Sergio Endrigo (1933-2005)
Io che amo solo te
Gino Paoli (1934)
Il cielo in una stanza
Fabrizio De André
La guerra di Piero
Ave Maria
Geordie
Paola Matarrese soprano
Michelangelo Vanni chitarra, effetti
Simone Calderoni basso, effetti
Gino Paoli
La gatta
Fabrizio De André
Amore che vieni, amore che vai
Valzer per un amore
Carmen Consoli (1974)
L’ultimo bacio
Bruno
Lauzi/Maurizio Fabrizio
(1937-2006/1952)
Almeno tu nell’universo
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domenica 9 agosto, ore 21.00
Chiostro di Palazzo San Martino • MONOPOLI
RECITAL LIRICO
Premio Valerio Gentile 2014
18
Il prossimo 9 dicembre Valerio Gentile avrebbe compiuto 40 anni, se il 14 marzo 1993,
appena diciassettenne, non fosse rimasto ucciso in un tragico episodio di sangue rimasto
irrisolto. Quel giorno, con il giovane fasanese, grande appassionato di musica, morirono
anche i suoi sogni e le sue ambizioni. E per mantenere vivo il ricordo l’omonimo Centro
Studi ogni anno, in occasione del compleanno di Valerio, organizza un premio internazionale
di canto lirico, nell’ultima edizione vinto dal soprano Maria Laura Iacobellis, che in finale
offrì una magnifica interpretazione della Nuit d’étoiles di Debussy e dell’aria Caro nome
dal Rigoletto di Verdi. Alla cantante tarantina, promessa della lirica che nel 2012 è stata
consacrata miglior allieva di tutti i Conservatori italiani, il Festival Ritratti offre un’ulteriore
palcoscenico ospitandola in un raffinato recital che promette autentiche emozioni.
Maria Laura Iacobellis soprano
Giuseppe Greco pianoforte
Gioachino Rossini (1792-1868)
Vorrei spiegarvi il giubilo (da La Cambiale di Matrimonio)
Giacomo Puccini (1858-1924)
Donde lieta (da La Bohéme)
Giuseppe Verdi (1813-1901)
Addio del passato (da La Traviata)
Fryderyk Chopin (1810-1849)
Valzer Op. 64 n° 2
Preludio Op. 28 n° 24
Giacomo Puccini
Quando me’n vo’ (da La Bohème)
Jacques Offenbach (1819-1880)
Les oiseaux dans la charmille (da Les Contes d’Hoffmann)
Fryderyk Chopin
Polacca Op. 53 Eroica
Giuseppe Verdi
Caro nome (da Rigoletto)
Giacomo Puccini
Un bel dì vedremo (da Madama Butterfly)
Claude Debussy (1862-1918)
L’isle joyeuse
Giuseppe Verdi
E’ strano, è strano...Sempre libera (da La Traviata)
mercoledì 12 agosto, ore 21.15
Chiostro Santa Chiara • MOLA DI BARI
CITAZIONI COLTE E POPOLARI, DA MOZART A SOLLIMA
Clara Piano Trio
Emanuele Ferrari scrive che la citazione, una caratteristica del linguaggio musicale
occidentale - non solo nel senso di citazione letterale - è «un fenomeno pervasivo e capillare
di trasposizione», una sorta di «filigrana della musica fatta da una rete di continui rimandi
e allusioni ad altri strumenti, altri contesti, altri generi». Ed è seguendo questa traccia ad
ampio spettro che il Clara Piano Trio sceglie, per esempio, il confronto ravvicinato tra Arvo
Pärt e Mozart, al quale il compositore estone si rifà omaggiandone il genio attraverso
la sovrapposizione del suo tintinnabuli style all’Adagio della Sonata K280. Oppure la
costruzione di Giovanni Sollima del suo Reperto n. 12 partendo da Schubert, o ancora,
Antonin Dvorák, il compositore boemo celebre per la Sinfonia dal Nuovo Mondo ricca di
citazioni del patrimonio popolare indiano, che nel Trio Dumky coglie, invece, l’essenza del
canto popolare slavo.
Arvo Pärt (1935)
Mozart-Adagio (1992, revisione del 2005)
per violino, violoncello e pianoforte
Francesco De Zan pianoforte
Valentina Caiolo violino
Giuseppe Carabellese violoncello
Giovanni Sollima
Heimat - Terra (1993)
per violino e violoncello
Andante calmo - Allegretto con spirito
Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791)
Trio in sol maggiore KV 564 (1788)
Antonin Dvorák (1841-1904)
per pianoforte, violino e violoncello
Allegro - Andante con variazioni - Allegretto Trio Dumky in mi minore op. 90 (1891)
per pianoforte, violino e violoncello
Giovanni Sollima (1962)
Lento maestoso. Allegro vivace - Poco
Reperto n. 12 da un frammento di Schubert
adagio. Vivace non troppo - Andante.
(1997) per violino, violoncello e pianoforte
Vivace non troppo - Andante moderato
(Tempo di marcia). Allegretto scherzando
Franz Schubert (1797-1828)
- Allegro - Lento maestoso. Vivace, quasi
Notturno in Mi bemolle maggiore op. 148 D
doppio movimento
897 per pianoforte, violino e violoncello
19
martedì 18 agosto, ore 21.15
Chiostro Santa Chiara • MOLA DI BARI
mercoledì 19 agosto, ore 21.00
Chiostro di Palazzo San Martino • MONOPOLI
giovedì 20 agosto, ore 21
Piazza del Trullo Sovrano • ALBEROBELLO
HÄNDEL CELEBRATION
Sonia Prina e Orchestra Santa Teresa dei Maschi
20
Georg Friederich Händel è stato senza dubbio il più grande compositore d’Opera del primo
‘700. Alcune tra le arie più belle e difficili del repertorio operistico sono nate dal suo genio
nel periodo aureo degli evirati cantori e delle primedonne, quando il divismo dei cantanti
che rivaleggiavano in agilità vocali raggiunse livelli inimmaginabili. Oggi è il contralto Sonia
Prina tra le interpreti più affermate di questo repertorio. Perché le sue straordinarie qualità
vocali, unite ad una presenza scenica di rara intensità, l’hanno resa protagonista nei teatri
di tutto il mondo. Il programma comprende alcune famose arie tratte da opere di Händel e
costituisce una preziosa occasione di ascolto per coloro che già conoscono la sua musica,
ma anche per tutti coloro che vogliono accostarsi a un repertorio ricchissimo che non
mancherà di affascinarli. All’orchestra barocca Cappella di Santa Teresa dei Maschi (con
strumenti d’epoca) diretta da Sabino Manzo, si aggiunge per l’occasione il noto violinista
Alessandro Perpich.
Sonia Prina contralto
Alessandro Perpich violino di concerto
Orchestra Santa Teresa dei Maschi
Sabino Manzo cembalo e direzione
Georg Friederich Händel (1685-1759)
Ouverture dal Giulio Cesare
Bella Asteria da Tamerlano
(aria di Andronico)
Furibondo da Partenope (aria di Arsace)
Concerto grosso n°1 op.6
Ombra cara da Radamisto
(aria di Radamisto)
Se fiera belva ha cinto da Rodelinda
(aria di Bertarido)
Ouverture dal Rinaldo
Qual nave smarrita da Radamisto
(aria di Radamisto)
Agitato da fiere tempeste da Riccardo Primo
(aria di Riccardo)
Pena tiranna da Amadigi (aria di Dardano)
Venti turbini da Rinaldo (aria di Rinaldo)
BARRIO DE TANGO
Marcelo Nisinman & Ensemble ‘05
Qualche anno prima che venisse ballato da Maria Schneider e Marlon Brando sulle note
del jazzista argentino Gato Barbieri, il tango ha avuto il suo Sessantotto. Ed Astor Piazzolla
- l’inventore del tango moderno, che in Europa ha avuto proprio Parigi come cassa di
risonanza - ne è stato il profeta. Inevitabile per un «rivoluzionario» come lui, un innovatore
che aveva tolto quella musica dai bordelli, per nobilitarla e portarla nelle sale da concerto.
Nel 1968 fece anche di più, costruendo intorno al «pensiero triste che si balla» l’«operita»
Maria de Buenos Aires, che il suo unico e prediletto allievo, il bandoneonista Marcelo
Nisinman, presentò nel 2006 in un straordinaria ripresa italiana insieme all’Ensemble ’05.
Formazione con la quale adesso torna a collaborare dopo diversi anni, per un rendezvous ancora una volta nel nome del compositore argentino di origini pugliesi, del quale
Nisinman e l’Ensemble ’05 proporranno alcune tra le pagine più celebri accanto a pezzi
originali dello stesso Nisinman.
Marcelo Nisinman
(1970) Astor Piazzolla
(1921 - 1992)
Hombre Tango
Concierto Para Quinteto
Michelangelo ‘70
Adiós Nonino
Marcelo Nisinman Porquoi tu te leves
Astor Piazzolla Las cuatro estaciones porteñas
Verano Porteño
Otoño Porteño
Primavera Porteña
Invierno Porteño
Milonga del Angel
Escualo
Oblivion (Piazzolla/Nisinman)
Francanapa
Marcelo Nisinman bandoneón
Federica Vignoni violino
Massimo Felici chitarra
Paola Crisigiovanni pianoforte
Daniele De Pascalis contrabbasso
21
domenica 23 agosto, ore 21.00
Chiostro di Palazzo San Martino • MONOPOLI
martedì 25 agosto, ore 21.00
Chiostro di Palazzo San Martino • MONOPOLI
nel Centenario del Genocidio
GAYANEH E ALTRE STORIE ARMENE
Ensemble ‘05
22
Molto usata anche nel cinema, da Billy Wilder (Uno, due, tre), Woody Allen (Scoop) e Joel
Cohen (Mr. Hula Hop), la Danza delle spade è il brano più celebre del compositore armeno
Aram Khachaturian. Ed è tratta dal balletto Gayaneh, dal nome della giovane contadina
protagonista della storia che ispira il titolo di questo progetto sonoro dell’Ensemble ’05
nel centenario del genocidio armeno. Una tragedia che viene ricordata con le musiche di
autori armeni del recente passato, come Khachaturian, appunto (del quale viene proposta
una suite proprio dal Gayaneh), o di Armen Tigranyan, ma anche di Eduard Abrahamyan
e Arno Babadjanian. Così come di compositori dei nostri giorni, come l’anziano Tigran
Mansurian e il più giovane Vache Sharafyan. Senza dimenticare Komitas Vardapet, padre
Komitas, al secolo Sogomon Sogomonian, l’archimandrita della chiesa apostolica armena e
papà della moderna musica di quel popolo, del cui martirio fu testimone diretto con ferite
dalle quali non riuscì più a guarire.
Karine Minasyan soprano
Federica Vignoni violino
Roberto Mansueto violoncello
Antonia Valente pianoforte
Vache Sharafyan (1966)
Voices of the Invisible Butterflies per pianoforte
Aram Khachaturian (1903-1978)
Gayaneh Suite (1941) per violino e pianoforte
Sabre Dance
Ayesha’s Dance
Nuneh Variation
Lullaby
Komitas Vardapet (1869-1935)
Erkinqn Ampel E, Schachkr-Schuchk
Oror
Hoy Nasan
Eduard Abrahamyan (1923-1986)
Akh, Inch Lav En Sari Vra
Armen Tigranyan (1879-1950)
Aria dall’opera Anoush
Komitas Vardapet
Kaqavi Erg per voce e pianoforte
SUITE AL CUBO
Umberto Clerici violoncello
Il termine Suite significa successione. E, infatti, nelle sue Suite per violoncello solo, Bach
stilizzò forme di danza eterogenee nate e sviluppatesi nel corso di molti anni e in aree
geografiche molto diverse, accostandole, appunto, in successione. Da questo concetto
di eterogeneità germina la Suite al cubo, in cui l’idea stessa di una successione di brani
diversi viene moltiplicata per se stessa, e la diversità fra i brani di cui è composta viene
estremizzata: ne deriva un corpo musicale organico che ruota attorno a un centro tonale
comune, caratterizzato da una grande varietà di generi e stili, ma che mantiene la stessa
struttura drammaturgica delle suites di Bach, per le caratteristiche e il ruolo che le singole
danze hanno al suo interno.
Johann Sebastian Bach
(1685-1750)
SUITE AL CUBO
Preludio
Johann Sebastian Bach
Allemanda
Paul Hindemith (1895-1963)
Corrente
Gyorgy Ligeti (1923-2006)
Sarabanda
Johann Sebastian Bach
Gavotte I e II
Giovanni Sollima (1962) Giga
Gaspar Cassadò (1897-1966)
Tigran Mansurian (1939) Lament per violino
Arno Babadjanian (1921-1983)
Trio per violino, violoncello e pianoforte
Largo-Allegro espressivo
Andante
Allegro vivace
23
SUITE
Suite n. 3 in do maggiore BWV 1009
Preludio - Allemanda - Corrente - Sarabanda
Bourrée I e II - Giga
Preludio dalla Suite n. 6 in re maggiore BWV 1012
Mäßig Schnell, 2° movimento dalla Sonata op. 25
Capriccio dalla Sonata
Sarabanda dalla Suite n. 2 in re minore BWV 1008
Alone
Intermezzo e danza finale dalla Suite Spagnola
dedicata a Pablo Casals
giovedì 27 agosto, ore 21.00
Chiostro di Palazzo San Martino • MONOPOLI
sabato 29 agosto, ore 21.15
Chiostro Santa Chiara • MOLA DI BARI
PICTURES AT ANOTHER EXHIBITION
LA CAMERA DELLE MERAVIGLIE!
Antonia Valente & Ensemble ‘05
24
Dai quadri di un’esposizione all’altra. Passeggiando all’interno di un museo immaginario,
sulle musiche di Leo Brouwer e Modest Musorsgskij, cui il grande compositore e chitarrista
cubano qualche anno fa strizzò l’occhio con il suo Pictures at Another Exhibition per
pianoforte, violino e corno. Il confronto è tutto da ascoltare. Perché anche Brouwer si fece
ispirare dalla pittura. Sei opere d’arte, dal Giardino delle delizie di Bosch alla Pop Construction
di Rauschenberg, passando per Delacroix, Goya, Lam e Modigliani, per una sequenza
ricca della vitalità ed energia latino-americana. Mentre, com’è noto, Musorgskij nel 1874
trovò ispirazione in una collezione di quadri dell’amico Viktor Hartmann scomparso l’anno
prima, completando una partitura per pianoforte successivamente orchestrata da Maurice
Ravel. Qui, invece, il Festival Ritratti presenta I quadri di un’esposizione nella versione per
pianoforte, archi e percussioni realizzata da Clarice Assad.
Ensemble ‘05 orchestra da camera
Antonia Valente pianoforte
Stephanie Praduroux direttore
Leo Brouwer
(1939)
Pictures at Another Exhibition (2005)
The Garden of Earthly Delights (Hieronymus Bosch)
Portrait de Chopin (Eugene Delacroix)
Los Desastres de la Guerra (Francisco Goya)
The Jungle (Wilfredo Lam)
Reclining Nude (Amedeo Modigliani)
Pop Construction (Robert Rauschenberg)
Modest Musorgskij Quadri da un’esposizione (1874) Ricordo di Viktor Hartmann
(1839-1881)
Promenade
Gnomus
(Promenade)
Il vecchio castello
(Promenade)
Tuileries (Disputes d’enfants après jeux)
Bydlo
(Promenade)
Balet nevylupivšihsja ptencov (Balletto dei pulcini nei loro gusci)
Samuel Goldenberg und Schmuÿle
Promenade
Limoges, le marché (La grande nouvelle)
Catacombae (Sepulcrum romanum) - Cum mortuis in lingua mortua
Izbuška na kur’ih nožkah (Baba-Yaga)
Bogatyrskie vorota v stol’nom gorode Kieve (La grande porta di Kiev)
Minella - Brunetto Duo
Silvano Minella, violinista che è stato ospite della Carnegie Hall e del Teatro alla Scala,
e che è anche noto per la sua attività con il Nuovo Trio Fauré e i complessi cameristici I
Solisti di Milano e I Solisti di Cremona, suona il suo Mattia Albani del 1695 in un recital
nel quale la pianista Flavia Brunetto lo affianca in un dialogo incessante e paritario tra i
due strumenti, finalizzato ad esaltare le vibrazioni del canto e dei ritmi popolari in Mozart,
Falla e Grieg. Si parte, infatti, con il clima festoso della Sonata KV 454, tra i capolavori
delle sonate per violino e pianoforte composte dal genio di Salisburgo durante il decennio
viennese, per passare alle sonorità iberiche della Suite popoulaire Espagnole, versione per
violino e pianoforte delle Siete canciones populares españolas, per la quale Falla prese
spunto da una serie di melodie popolari trovate nelle principali fonti del tardo Ottocento.
Una modulazione mediterranea prima di chiudere con il clima nordico e campestre della
Sonata in sol maggiore op.13 di Grieg.
Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791)
Sonata in si bemolle maggiore KV 454
Largo. Allegro
Andante
Allegretto
Manuel de Falla (1876-1946)
Suite popoulaire Espagnole
Nana
Cancion
Asturiana
Jota
Polo
Edvard Grieg (1843-1907)
Sonata in sol maggiore op.13
Lento doloroso, poco allegro
Allegretto tranquillo
Allegro animato
25
domenica 30 agosto, ore 21.00
Chiostro di Palazzo San Martino • MONOPOLI
martedì 1 settembre, ore 20.30
Nor Arax • BARI
nel Centenario del Genocidio
POUR TOI, ARMÉNIE
omaggio a Charles Aznavour
prima nazionale
26
Dopo l’esperienza del cd Solidago di alcuni anni fa, Cristina Zavalloni - voce versatile in
grado di spaziare dal jazz al repertorio classico, antico e contemporaneo - torna a celebrare
Charles Aznavour, lo straordinario chansonnier di origine armena (il cui vero nome è Shanhour
Vaghinagh Aznavourian) che non sarebbe mai nato se la madre non fosse sopravvissuta
al genocidio del 1915. Nel centenario della tragedia, ancora scolpita nella memoria del
popolo discendente dal leggendario Haik, Pour toi, Arménie è contemporaneamente un
delicato tributo a uno dei grandi poeti della musica transalpina, tra i pochi a conquistare
persino il difficile pubblico americano. Dunque, un omaggio alle sue indimenticabili melodie,
per l’occasione riarrangiate da Paola Crisigiovanni e, in un progetto originale e inedito,
reinterpretate dalla cantante emiliana nel suo inconfondibile stile eclettico e trasversale,
qui sostenuto dall’Ensemble ’05, formazione «a geometria variabile» nella quale convivono
un’anima acustica e una elettrica, una classica e una sperimentale.
Cristina Zavalloni voce
Ensemble ‘05
Cristiano Arcelli sax
Massimo Felici chitarre
Paola Crisigiovanni pianoforte
Pasquale Gadaleta contrabbasso
Cristiano Calcagnile batteria
Sara Sartore oboe
Federica Vignoni violino I
Cristina Ciura violino II
Marta Cacciatore viola
Ludovica Rana violoncello
POUR TOI, ARMÉNIE
omaggio a Charles Aznavour
Charles Aznavour
(1924)
Tous les visages de l’amour
Vivre avec toi
Si tu m’emportes
Ed io tra di voi
Qui?
Les plaisirs démodés
La mamma
Le cabotin (L’istrione)
Pour toi, Arménie
e altri grandi successi
27
domenica 6 settembre, ore 20.30
Castello Angioino • MOLA DI BARI
L’AMORE? DA CAMERA, MA NON SOLO!
Rizzi - Pascale Duo
28
L’amore, nella musica da camera. E nel grande repertorio d’opera. Tutto in una sera. Da
Richard Strauss, le cui qualità di melodista sono ulteriormente certificate dalla produzione
liederistica, al centro di questo concerto e compresa tra le allucinazioni di Allerseelen e i
palpiti amorosi di Schlagende Herzen, ai grandi autori italiani tra Ottocento e Novecento,
Bellini Verdi e Puccini, con un rapido excursus nel teatro d’opera, dal belcantismo alle
origini del Verismo. Nel mezzo, altra produzione da camera, prima del brasiliano Heitor
Villa-Lobos, poi di una coppia di autori spagnoli formata da Enrique Granados e Joaquín
Turina e, infine, l’argentino Carlos Guastavino, con cui il programma fa un balzo in pieno
Novecento. Ma solo sotto il profilo anagrafico, perché il compositore scomparso nel
2000 a Buenos Aires dev’essere ascritto a quella genia di compositori moderni legati
linguisticamente alla tradizione romantica contro ogni avanguardismo e sperimentalismo.
Marzia Saba Rizzi soprano
Angela Pascale pianoforte
Richard Strauss
(1864-1949)
Allerseelen (dai Lieder op. 10)
Cacilie (dai Lieder op. 27)
Morgen (dai Lieder op. 27)
Schlagende Herzen (dai Lieder op. 29)
Heitor Villa-Lobos Serestas n. 13 Serenata
(1887-1959)
Joaquin Turina
(1882-1949)
Cancionas I Preambolo
Lo Mejor del Amor
mercoledì 9 settembre, ore 20.30
Cattedrale • ACQUAVIVA DELLE FONTI
EMBRACE THE UNIVERSE
progetto di Emanuele Arciuli
Ci sono due prime mondiali nel progetto “americano” Embrace the Universe curato, con
il coordinamento di Paola Antonioli, da Emanuele Arciuli partendo dall’omonimo nuovo
lavoro che Bernadette Speach dedica all’11 settembre. Lo sguardo è, dunque, sulla
produzione musicale statunitense contemporanea, con attenzione a quattro autori di area
newyorkese, che - a una formazione accademica - associano interesse per il jazz, la world
music, il rock e l’elettronica. Pertanto, oltre alle prime di Leach e Speach si ascolteranno
musiche di Michael Gordon, proveniente dall’esperienza dei Bang on a Can, probabilmente
il più famoso ensemble di musica contemporanea del nostro tempo, e di Kyle Gann,
compositore, ma anche musicologo, critico musicale e personaggio rilevante della cultura
della Grande Mela negli ultimi venticinque anni, che ha parlato di «totalismo» per indicare
questo complesso così eterogeneo di personalità. Caratteri artistici tenuti insieme dalla
vitalità e dalla libertà dei loro percorsi, qui affrontati in un concerto che si avvale di docenti,
allievi ed ex allievi del Conservatorio di Bari, risorse centrali nella vita musicale e culturale
pugliese.
in coproduzione con il Conservatorio di Musica Piccinni di Bari
Maria Meerovich soprano
Milena Storti mezzosoprano
Emanuele Cicciomessere tenore
Paolo Messa viola
Emanuele Arciuli pianoforte
Coro Cappella Musicale Corradiana
direttore Antonio Magarelli
Orchestra del Conservatorio Piccinni
direttore Giovanni Pelliccia
Michael Gordon
Romeo per orchestra
Carlos Guastavino La Rosa y el Sauce
(1912-2000)
Mary Jane Leach (1949)
Prospero’s Sigh per pianoforte e orchestra (prima mondiale)
Giuseppe Verdi
(1813-1901)
È strano! è strano; Sempre libera; Addio del passato (da La Traviata)
Vincenzo Bellini
(1801-1835)
Qui la voce sua soave (da I Puritani)
Bernadette Speach (1948)
Embrace the Universe per soprano, viola, pianoforte,
celesta, coro e orchestra (prima mondiale)
Giacomo Puccini
(1858-1924)
Sì, mi chiamano Mimì (da La Bohéme)
La Canzone di Doretta (da La Rondine)
Kyle Gann (1955)
Transcendental Sonnets per soprano, tenore, coro
e orchestra
29
giovedì 10 settembre, ore 21.00
Chiesa di Santa Teresa dei Maschi • BARI
venerdì 11 settembre, ore 20.30
Teatro Petruzzelli • BARI
sabato 12 settembre, ore 20.30
Cattedrale • MOLFETTA
VILLANELLE ALLA NAPOLITANA de diversi musici di Barri
Viaggio nella Bari del Rinascimento
30
La preziosa raccolta di Villanelle a tre voci pubblicata a Venezia nel 1574 a cura del musico
barese Giovanni de Antiquis ci offre l’occasione per un vero e proprio viaggio nel tempo.
Queste brevi composizioni di carattere profano ci raccontano molto della società dell’epoca
passando con disinvoltura da amori verso dame angelicate a versi più leggeri e alquanto
allusivi, attraverso arditi giochi di parole e immagini simboliche. L’endecasillabo, verso
“nobile” per eccellenza, domina ampiamente in questi piccoli gioielli del nostro passato,
ma vi sono anche accenni di ritmi popolari. Oltre ad alcune composizioni dello stesso de
Antiquis (che fu a lungo musico della Basilica di San Nicola) saranno presentate in questo
concerto anche musiche di diversi autori, tra cui Stefano Felis (che si chiamava Gatto,
ma latinizzò il suo cognome), Pomponio Nenna, Giovanni Berardino Fanello, Giovanni
Francesco Violanti, Cola Carduccio ed altri ancora.
Ensemble Florilegium Vocis
Ensemble Santa Teresa dei Maschi
direttore Sabino Manzo
EMBRACE THE UNIVERSE
progetto di Emanuele Arciuli
Ci sono due prime mondiali nel progetto “americano” Embrace the Universe curato, con
il coordinamento di Paola Antonioli, da Emanuele Arciuli partendo dall’omonimo nuovo
lavoro che Bernadette Speach dedica all’11 settembre. Lo sguardo è, dunque, sulla
produzione musicale statunitense contemporanea, con attenzione a quattro autori di area
newyorkese, che - a una formazione accademica - associano interesse per il jazz, la world
music, il rock e l’elettronica. Pertanto, oltre alle prime di Leach e Speach si ascolteranno
musiche di Michael Gordon, proveniente dall’esperienza dei Bang on a Can, probabilmente
il più famoso ensemble di musica contemporanea del nostro tempo, e di Kyle Gann,
compositore, ma anche musicologo, critico musicale e personaggio rilevante della cultura
della Grande Mela negli ultimi venticinque anni, che ha parlato di «totalismo» per indicare
questo complesso così eterogeneo di personalità. Caratteri artistici tenuti insieme dalla
vitalità e dalla libertà dei loro percorsi, qui affrontati in un concerto che si avvale di docenti,
allievi ed ex allievi del Conservatorio di Bari, risorse centrali nella vita musicale e culturale
pugliese.
in coproduzione con il Conservatorio di Musica Piccinni di Bari
Maria Meerovich soprano
Milena Storti mezzosoprano
Emanuele Cicciomessere tenore
Paolo Messa viola
Emanuele Arciuli pianoforte
Coro Cappella Musicale Corradiana
direttore Antonio Magarelli
Orchestra del Conservatorio Piccinni
direttore Giovanni Pelliccia
Michael Gordon
Romeo per orchestra
Mary Jane Leach (1949)
Prospero’s Sigh per pianoforte e orchestra (prima mondiale)
Bernadette Speach
(1948)
Embrace the Universe per soprano, viola, pianoforte, celesta,
coro e orchestra (prima mondiale)
Kyle Gann (1955)
Transcendental Sonnets per soprano, tenore, coro e orchestra
31
venerdì 17 luglio, ore 21.00
Chiesa del Purgatorio • PALO DEL COLLE
sabato 19 settembre, ore 20.30
Castello Angioino • MOLA DI BARI
Per il ciclo «Raccontare la musica»
Musicisti di Puglia
MUSICA EX MACHINA
Omaggio a Domenico Guaccero
32
L’ESTASI DEL MOMENTO: L’IMPROVVISAZIONE
Il fascino del suono nell’elaborazione elettronica, e la sua organizzazione in tempo reale,
attraverso la composizione istantanea, sono due elementi che hanno segnato la ricerca
di Domenico Guaccero, compositore barese di Palo del Colle che fu uno dei compositori
italiani più rappresentativi della Nuova Musica negli anni ‘60 e ‘70, la cui attitudine alla
sperimentazione lo portò ad essere tra i pionieri della ricerca elettronica, anche nel teatro,
tra i terreni privilegiati della propria attività e riflessione. Con elaborazioni e improvvisazioni
elettroacustiche della sua produzione, Gabriele Panico, Gianni Lenoci e Massimo Felici
omaggiano una delle dimensioni più radicali del compositore pugliese attraverso sintesi,
nastri, campionamenti e modulazioni: l’improvvisazione elettroacustica diviene, così,
il terreno di confronto tra musica da camera e jazz d’avanguardia, psichedelia e musica
concreta, in un processo creativo dal moto sempre nuovo, in sintonia con il musicista più
libero del Novecento italiano.
Definire Gianni Lenoci un musicista borderline potrebbe non bastare a rendere l’idea.
Perché il pianista monopolitano, partito dall’accademismo per approdare alla tradizione
afro-americana, una volta approfondito il linguaggio di Bill Evans prima, e di Paul Bley
e Mal Waldron dopo, non si muove solo lungo il confine tra classica, jazz, elettronica e
musica contemporanea (è uno specialista di Morton Feldman), ma anche separatamente
dentro ognuno di questi territori. Ed è, naturalmente, un musicista che, nel corso della
propria attività artistica e didattica, accanto a mostri sacri del jazz d’avanguardia come
il contrabbassista William Parker o ad esponenti illustri della musica di confine come
Markus Stockhausen e Steve Potts, ha metabolizzato in maniera straordinaria il significato
di musica improvvisata, che illustra in questa performance divulgativa per piano e voce
insieme all’allieva Luisa Tucciariello.
Ensemble Il Tempo Sospeso
Gabriele Panico
Gianni Lenoci
Massimo Felici
Gianni Lenoci pianoforte
Luisa Tucciariello voce
Domenico Guaccero
(1927-1984)
Orestiade (1970)
Luz (1973)
Black Out (1974)
Variazioni 3 (1968)
33
lunedì 21 settembre, ore 20.30
Basilica di San Nicola • BARI
martedì 22 settembre, ore 20.30
Auditorio della Vallisa • BARI
in collaborazione con Notti Sacre
e Polifonica barese Biagio Grimaldi
MAGNIFICAT
La musica sacra di Johann Sebastian Bach
34
PSALLITE
Sebbene tutte le composizioni della sterminata produzione di Johann Sebastian Bach siano
di altissimo livello, ve ne sono alcune che svettano per la ricchezza della materia musicale.
Tra queste si colloca il Magnificat (BWV 243). I solisti ed il coro sono protagonisti insieme
ad un’orchestra dall’ampio ventaglio timbrico che comprende, oltre agli archi, tre trombe,
due oboi, l’oboe d’amore, il fagotto e i timpani.
Nel corso del concerto, che fa parte di un ciclo intrapreso dalla Cappella di Santa Teresa dei
Maschi nell’ambito del progetto Soli Deo Gloria, si potrà ascoltare anche l’Oratorio di Pasqua
(Oster Oratorium BWV 249), composizione forse meno nota ma altrettanto significativa.
Al di là del significato religioso di queste composizioni immortali, la musica del Magnificat e
dell’Oratorio di Pasqua è emozionante e coinvolgente. Con gli strumenti antichi a ricreare la
magia del suono dell’epoca di Bach nello scenario maestoso di San Nicola.
Giovanni Pierluigi da Palestrina, massimo esponente del Cinquecento e della scuola
polifonica romana rinascimentale, è l’autore di punta di questo raffinato concerto sacro
durante il quale si può ascoltare un florilegio di composizioni religiose all’interno di una
serata intitolata Psallite, antico invito liturgico al canto salmodico. L’obiettivo è mettere
a confronto scuole di musica sacra della grande tradizione italiana, attraverso l’ascolto
di alcuni brani polifonici, da Palestrina, appunto, a Francesco Durante, il compositore
napoletano diventato pupillo di Alessandro Scarlatti. Ma si possono anche scoprire
creazioni di autori praticamente sconosciuti, come il pugliese Antonio Pansini, lo spagnolo
Tomás Luis de Victoria e il bolognese Girolamo Cavazzoni, contemporaneo di Palestrina e
molto abile nell’alternare la severità contrappuntistica con la fantasia della Toccata, sino a
rivelare un’immediatezza d’espressione dell’arte organistico-liturgica che si affermerà con
Frescobaldi.
Johann Sebastian Bach (1685-1750)
Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525-1594)
Mottetti a 4 e 6 voci
Sicut cervus (prima et secunda pars)
Viri galilaei (prima et secunda pars)
Tomas Luis de Victoria (1548-1611)
Taedet animam meam
Cappella Musicale Corradiana
Requiem a 4 voces (1583)
direttore Antonio Magarelli
Introitus
Kyrie
Girolamo Cavazzoni (1520-1577)
Magnificat primi toni (in alternatim)
Antonio Pansini (1703-1791)
Miserere a quattro voci con organo obbligato
Francesco Durante (1684-1755)
Messa secondo lo stile Prenestino senza veruno stromento
Kyrie
Gloria
Oratorio di Pasqua (BWV 243) per soli, coro e orchestra
Magnificat BWV 249 per soli, coro e orchestra
Tiziana Falco soprano
Tiziana Portoghese mezzosoprano
Sebastiano Giotta tenore
Giuseppe Naviglio baritono
Coro della Polifonica Barese Biagio Grimaldi
Ensemble Florilegium Vocis
Orchestra Santa Teresa dei Maschi
direttore Sabino Manzo
35
mercoledì 23 settembre, ore 20.30
Auditorio del Museo Diocesano • MOLFETTA
giovedì 24 settembre, ore 20.30
Palazzo Ducale • MARTINA FRANCA
OH, LACRIME
36
venerdì 25 settembre, ore 20.30
Auditorio della Vallisa • BARI
sabato 26 settembre, ore 20.30
Auditorio del Museo Diocesano • MOLFETTA
OPUS NUMBER ZOO
L’amore può rendere folli e deliranti. E i musicisti hanno tratto profonda ispirazione dal
dolore dei cuori infranti soprattutto durante l’epoca Barocca, dai suoi albori sino alla fase
del tardo-illuminismo cui, per esempio, il Così fan tutte di Mozart legittimamente appartiene.
Ma bisogna guardare indietro, sino a Claudio Monteverdi, uno dei grandi maestri del
madrigale e della disillusione amorosa, per avere un quadro chiaro dell’argomento. Tuttavia,
non si possono trascurare Giovanni Felice Sances, il cantante e compositore che fu tenore
nella cappella dell’Imperatore Ferdinando II d’Asburgo, e una contemporanea dell’autore
del Combattimento di Tancredi e Clorinda, la misconosciuta cantante e compositrice veneta
Barbara Strozzi, figlia illegittima del poeta e librettista Giulio Strozzi, nonché autrice di
diversi madrigali, e negli ultimi anni oggetto di numerose riscoperte, anche per mano di
musicisti trasversali come Uri Caine e Paolo Fresu.
Ecco un programma dedicato agli spettatori più giovani. Protagonista il Quintette Bohémien,
ensemble composto da strumentisti a fiato, anch’essi giovani, e tutti baresi. Singolare il
programma, che spazia dalla musica salottiera ottocentesca - precisamente, il Potpourri
Fantastico sul Barbiere di Siviglia del Sig. Rossini realizzato da Giulio Briccialdi - a quella di
autori che più hanno sperimentato nuovi linguaggi nel Novecento. Il fulcro e punto di
partenza di questo percorso musicale è, infatti, la singolare opera di Luciano Berio dalla
quale prende il titolo il concerto, Opus Number Zoo. Un lavoro concepito per un pubblico
di giovani nel 1951 e rivisto nel 1970, con i quattro brani corrispondenti ciascuno a un
testo letterario ispirato a vicende di animali, declamato dagli stessi esecutori, isolatamente
o assieme. E, per l’occasione, messi a confronto con i lavori di altri autori contemporanei, il
cornista francese Didier Favre, l’arrangiatore statunitense Denes Agay e l’estone Arvo Pärt.
Prothimia Ensemble
Victoria Cassano soprano
Luca Alfonso Rizzello violino e viola
Pietro Modesti cornetto
Mathilde Vialle viola da gamba
Giulio Quirici tiorba e chitarra barocca
Gilberto Scordari organo
Didier Favre (1961)
Quintette Bohèmien
Vent de folie (2002)
Giacomo Bozzi flauto
Denes Agay (1911-2007)
Francesco Larenza oboe
Five easy dances (1956)
Tommaso Difonzo clarinetto
Polka - Tango - Bolero - Waltz - Rumba
Gabriele Nuzzi fagotto
Giulio Briccialdi (1818-1881)
Vito Vernì corno
Potpourri Fantastico sul Barbiere di Siviglia del Sig. Rossini
Luciano Berio (1925-2003)
Opus Number Zoo, racconti infantili per quintetto di fiati
(Milano 1951; 1970) testi di Rhoda Levine (traduzione
Arvo Pärt (1935)
italiana di Vittoria Ottolenghi)
Quintettino (1964)
Ballo campestre
Schnell
Il Cavallo
Langsam
Il Topo
Mäßig
I Gattacci
Giovanni Felice Sances (1600 - 1679)
Pianto della Madonna
Claudio Monteverdi (1567 - 1643)
Et è pur dunque vero
Pierre Sandrin (c. 1490 - c. 1561)
Doulce Memoire con diminuzioni per la Viola
nello stile di F. Rognoni
Luzzasco Luzzaschi (1545 - 1607)
T’amo mia vita
Barbara Strozzi (1619 - 1677)
Eraclito Amoroso
Johann J. Froberger (1616 - 1667)
Fantasia sopra Sol La Re
Antonio Bertali (c. 1605 - 1669) Sonata n.2 (Partiturbuch, Gotha)
Clément Janequin (c. 1485 - 1558)
Toutes les nuits con diminuzioni per la Viola
Giovanni Felice Sances
Lagrimosa beltà in Ciaccona
37
domenica 27 settembre, ore 20.30
Castello Angioino • MOLA DI BARI
domenica 27 settembre, ore 20.30
Palazzo Ducale • MARTINA FRANCA
nel Centenario del Genocidio
CONTEMPORANEA, MA NON TROPPO
Fuzzy Duo
38
Tra gli autori di musica contemporanea che hanno scritto musiche per sax c’è l’americano (di
origini polacche) Robert Muczynski, nel segno del quale si apre questo concerto dedicato a
uno degli strumenti simbolo della musica del Novecento (si pensi al jazz). Uno strumento
al quale hanno iniziato progressivamente a porre parecchia attenzione in Giappone,
anche solo dal punto di vista esecutivo. Cosa che ha fatto Takashi Yoshimatsu, autore
della Fuzzy Bird Sonata, pagina dallo stile particolarmente eclettico. Mentre a un linguaggio
sostanzialmente neoclassico deve ricondursi Prélude, Cadence et Finale del francese Alfred
Desenclos. Tutt’altro discorso va fatto, invece, per Astor Piazzolla, il musicista cui si deve
l’introduzione del tango nelle sale da concerto, anche con lo Studio n. 3, brano inserito in
questo programma che si conclude con la Pequena Czardas, la composizione più famosa
del sassofonista spagnolo Pedro Iturralde, impegnato a fondere jazz e flamenco, un tempo
anche accanto a Paco De Lucia.
Andrea Carrozzo sax
Giambattista Chiatante pianoforte
Robert Muczynski (1929-2010) Sonata
Takashi Yoshimatsu (1953)
Fuzzy Bird Sonata
Alfred Desenclos (1912-1971) Prélude, Cadence et Finale
Astor Piazzolla (1921-1992) Tango-étude n.3
Pedro Iturralde (1929)
Pequena Czardas
PATARAG
Voci dall’Armenia
Poco si conosce della musica e dei compositori armeni, popolo travagliato e noto alle
cronache soprattutto per i tragici eventi del 1915 e la successiva diaspora. Il concerto è
un’occasione per ascoltare una composizione di un autore vissuto a cavallo tra il XIX ed il
XX secolo: Padre Komitas (Komitas Vardapet), un religioso che fu tra l’altro attento studioso
del folklore ed è tuttora ricordato come il «Bartòk armeno». Padre Komitas, che nel 1915 fu
inviato in esilio, sopravvisse alla tragedia del suo popolo ma ne fu profondamente segnato
e terminò i suoi giorni in una clinica psichiatrica di Parigi. Nella sua produzione musicale è
compresa una composizione estremamente suggestiva intitolata Patarag (Liturgia Divina)
per coro a cappella. La musica di Padre Komitas eseguita dal gruppo vocale Florilegium
Vocis diventa lo spunto per una riflessione sulla storia armena e per la prima esecuzione
assoluta di alcune nuove composizioni di autori contemporanei ispirate a quelle tristi
vicende, Lanaro, Morra, Da Rold, Durighello.
Ensemble Florilegium Vocis
direttore Sabino Manzo
39
lunedì 28 settembre, ore 20.30
San Benedetto • ACQUAVIVA DELLE FONTI
martedì 29 settembre, ore 20.30
Auditorio della Vallisa • BARI
nel Centenario del Genocidio
OPUS NUMBER ZOO
40
Ecco un programma dedicato agli spettatori più giovani. Protagonista il Quintette Bohémien,
ensemble composto da strumentisti a fiato, anch’essi giovani, e tutti baresi. Singolare il
programma, che spazia dalla musica salottiera ottocentesca - precisamente, il Potpourri
Fantastico sul Barbiere di Siviglia del Sig. Rossini realizzato da Giulio Briccialdi - a quella di
autori che più hanno sperimentato nuovi linguaggi nel Novecento. Il fulcro e punto di
partenza di questo percorso musicale è, infatti, la singolare opera di Luciano Berio dalla
quale prende il titolo il concerto, Opus Number Zoo. Un lavoro concepito per un pubblico
di giovani nel 1951 e rivisto nel 1970, con i quattro brani corrispondenti ciascuno a un
testo letterario ispirato a vicende di animali, declamato dagli stessi esecutori, isolatamente
o assieme. E, per l’occasione, messi a confronto con i lavori di altri autori contemporanei, il
cornista francese Didier Favre, l’arrangiatore statunitense Denes Agay e l’estone Arvo Pärt.
Quintette Bohèmien
Didier Favre (1961)
Giacomo Bozzi flauto
Vent de folie (2002)
Francesco Larenza oboe
Denes Agay (1911-2007)
Tommaso
Difonzo clarinetto
Five easy dances (1956)
Gabriele Nuzzi fagotto
Polka - Tango - Bolero - Waltz - Rumba
Vito Vernì corno
Giulio Briccialdi (1818-1881)
Potpourri Fantastico sul Barbiere di Siviglia del Sig. Rossini
Luciano Berio (1925-2003)
Opus Number Zoo, racconti infantili per quintetto di fiati
(Milano 1951; 1970) testi di Rhoda Levine (traduzione
Arvo Pärt (1935)
italiana di Vittoria Ottolenghi)
Quintettino (1964)
Ballo campestre
Schnell
Il Cavallo
Langsam
Il Topo
Mäßig
I Gattacci
PATARAG
Voci dall’Armenia
Poco si conosce della musica e dei compositori armeni, popolo travagliato e noto alle
cronache soprattutto per i tragici eventi del 1915 e la successiva diaspora. Il concerto è
un’occasione per ascoltare una composizione di un autore vissuto a cavallo tra il XIX ed il
XX secolo: Padre Komitas (Komitas Vardapet), un religioso che fu tra l’altro attento studioso
del folklore ed è tuttora ricordato come il «Bartòk armeno». Padre Komitas, che nel 1915 fu
inviato in esilio, sopravvisse alla tragedia del suo popolo ma ne fu profondamente segnato
e terminò i suoi giorni in una clinica psichiatrica di Parigi. Nella sua produzione musicale è
compresa una composizione estremamente suggestiva intitolata Patarag (Liturgia Divina)
per coro a cappella. La musica di Padre Komitas eseguita dal gruppo vocale Florilegium
Vocis diventa lo spunto per una riflessione sulla storia armena e per la prima esecuzione
assoluta di alcune nuove composizioni di autori contemporanei ispirate a quelle tristi
vicende, Lanaro, Morra, Da Rold, Durighello.
Ensemble Florilegium Vocis
direttore Sabino Manzo
41
mercoledì 30 settembre, ore 21.00
Santa Maria Amalfitana • MONOPOLI
RARIORA ET MIRABILIA
Rarità e Capolavori per violino, viola e viola d’amore
Alessandro Tampieri
42
Forse pochi ricordano Enrico Maria Salerno e le gemelle Kessler esaltare ognuno il proprio
strumento all’inizio della splendida commedia musicale di Garinei e Giovannini Viola, violino
e viola d’amore. Alessandro Tampieri, primo violino dell’Accademia Bizantina e membro
stabile dei più rinomati complessi di early music europei e americani, che negli anni ha
costantemente allargato i propri interessi nel campo della musica antica (con un particolare
talento per l’improvvisazione), è un virtuoso di tutti e tre questi strumenti. E ne dà ampia
dimostrazione in un unico concerto nel quale passa dai lavori di due autori del Barocco
sconosciuti al grande pubblico, lo svedese Johan Helmich Roman e il tedesco Christian
Petzold, a due mostri sacri dello stesso periodo, Telemann e Bach. Di quest’ultimo il musicista
ravennate, il cui talento già da qualche anno è al servizio degli allievi del Conservatorio di
Monopoli, esegue la Partita in re minore BWV 1004, uno dei monumenti della letteratura
violinistica di tutti i tempi.
Johan Helmich Roman
(1694-1758) Assaggio a violino solo in re minore BeRI 311
Preludio - Allegro - Andante - Allegro
Christian Petzold
(1677-1733)
Partita in fa maggiore per viola d’amore
Air - Courant - Saraband - Menuet I & II - Gavott - Gigue Bourrée
Georg Philipp Telemann Sonata in re maggiore Twv 40:1 per viola sola
(1681-1767)
(dall’originale per viola da gamba)
Andante - Vivace - Recitativo Arioso - Vivace
Johann Sebastian Bach
(1685 - 1750)
Partita in re minore BWV 1004 per violino solo
Allemanda - Corrente - Sarabanda - Giga - Ciaccona
mercoledì 30 settembre, ore 20.30
Auditorio della Vallisa • BARI
PSALLITE
Giovanni Pierluigi da Palestrina, massimo esponente del Cinquecento e della scuola
polifonica romana rinascimentale, è l’autore di punta di questo raffinato concerto sacro
durante il quale si può ascoltare un florilegio di composizioni religiose all’interno di una
serata intitolata Psallite, antico invito liturgico al canto salmodico. L’obiettivo è mettere
a confronto scuole di musica sacra della grande tradizione italiana, attraverso l’ascolto
di alcuni brani polifonici, da Palestrina, appunto, a Francesco Durante, il compositore
napoletano diventato pupillo di Alessandro Scarlatti. Ma si possono anche scoprire
creazioni di autori praticamente sconosciuti, come il pugliese Antonio Pansini, lo spagnolo
Tomás Luis de Victoria e il bolognese Girolamo Cavazzoni, contemporaneo di Palestrina e
molto abile nell’alternare la severità contrappuntistica con la fantasia della Toccata, sino a
rivelare un’immediatezza d’espressione dell’arte organistico-liturgica che si affermerà con
Frescobaldi.
Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525-1594)
Mottetti a 4 e 6 voci
Sicut cervus (prima et secunda pars)
Viri galilaei (prima et secunda pars)
Tomas Luis de Victoria (1548-1611)
Taedet animam meam
Cappella Musicale Corradiana
Requiem a 4 voces (1583)
direttore Antonio Magarelli
Introitus
Kyrie
Girolamo Cavazzoni (1520-1577)
Magnificat primi toni (in alternatim)
Antonio Pansini (1703-1791)
Miserere a quattro voci con organo obbligato
Francesco Durante (1684-1755)
Messa secondo lo stile Prenestino senza veruno stromento
Kyrie
Gloria
43
venerdì 2 ottobre, ore 18.00
Fondazione Paolo Grassi • MARTINA FRANCA
sabato 3 ottobre, ore 21.00
Castello Angioino • MOLA DI BARI
nel Centenario del Genocidio
Musicisti di Puglia
MAURO GIULIANI un virtuoso pugliese a Vienna
Massimo Felici & Ensemble ‘05
44
Il Festival Ritratti presenta, in collaborazione con la Fondazione Paolo Grassi, il cd Mauro
Giuliani: Rarities and Masterpieces selezionato e finanziato con il contributo di Puglia Sounds.
Dopo Morning In Iowa (Soundset, U.S.A. 2012) e Ulysses (Digressione Music, 2013), è la
terza produzione discografica dell’Ensemble ’05, che rende omaggio a un grande musicista
pugliese con un disco che viene presentato da Marco Riboni, autore della monografia edita
da Epos nel 2011.
Nato a Bisceglie, amico e contemporaneo di Rossini, di Beethoven e di Schubert, che
ne stimavano le qualità di virtuoso e compositore, Mauro Giuliani fu l’esponente più
rappresentativo della chitarra durante il classicismo viennese.
Virtuoso da camera dell’Imperatrice Maria Luisa, Giuliani ha lasciato circa 200 composizioni
per chitarra, di musica vocale e da camera, oltre a tre Concerti per chitarra e orchestra.
Massimo Felici chitarra
Damiana Mizzi soprano
Antonia Valente pianoforte
Mauro Giuliani (1781-1829)
Variazioni op. 114 per chitarra sull’aria O cara memoria
dall’opera Il Prigioniero di Michele Carafa
Due rondò op. 68 per chitarra e pianoforte
Sei arie nazionali scozzesi per chitarra
The soldier’s return - This is no my ain lassie Coming through the rye -Jennys bawbee a reel - The
blue bells of Scotland - The old country bumpkin
Sechs Lieder op. 89 per voce e chitarra
Abschied - Lied aus der Ferne - Abschied - Lied Ständchen - An das Schicksal
PATARAG
Voci dall’Armenia
Poco si conosce della musica e dei compositori armeni, popolo travagliato e noto alle
cronache soprattutto per i tragici eventi del 1915 e la successiva diaspora. Il concerto è
un’occasione per ascoltare una composizione di un autore vissuto a cavallo tra il XIX ed il
XX secolo: Padre Komitas (Komitas Vardapet), un religioso che fu tra l’altro attento studioso
del folklore ed è tuttora ricordato come il «Bartòk armeno». Padre Komitas, che nel 1915 fu
inviato in esilio, sopravvisse alla tragedia del suo popolo ma ne fu profondamente segnato
e terminò i suoi giorni in una clinica psichiatrica di Parigi. Nella sua produzione musicale è
compresa una composizione estremamente suggestiva intitolata Patarag (Liturgia Divina)
per coro a cappella. La musica di Padre Komitas eseguita dal gruppo vocale Florilegium
Vocis diventa lo spunto per una riflessione sulla storia armena e per la prima esecuzione
assoluta di alcune nuove composizioni di autori contemporanei ispirate a quelle tristi
vicende, Lanaro, Morra, Da Rold, Durighello.
Ensemble Florilegium Vocis
direttore Sabino Manzo
45
martedì 6 ottobre, ore 20.30
Auditorio della Vallisa • BARI
mercoledì 7 ottobre, ore 21.00
Santa Maria Amalfitana • MONOPOLI
in coproduzione con Grandezze & Meraviglie
Festival Musicale Estense di Modena
ITALIAN SOLACE
46
La viola da gamba lega con un filo rosso Italia e Gran Bretagna tra XVI e XVII secolo. Alcune
famiglie di solisti e compositori italiani si trasferiscono in Inghilterra (i Lupo, i Ferrabosco) e
vi inaugurano scuole che sono all’origine del successo oltre Manica dello strumento. E con
uomini e strumenti emigrano anche usi musicali, generi e prassi. Così, la moda di inventare
contrappunti da linee vocali molto semplici del repertorio profano (come il Browning
Tune) o sacro (come l’In Nomine) ha origini nelle più antiche prassi italiane della polifonia
strumentale sul Cantus Firmus. Nasce una “lingua musicale”, che si intreccia continuamente
con la ricerca sui “modi del canto”, cioè l’utopia di ripetere con gli strumenti ogni piega
retorica e poetica della voce. Ed è la viola da gamba ad essere indicata costantemente come
lo strumento più capace di raccogliere la sfida già consegnata alla musica da Leonardo da
Vinci: “raffigurare le cose invisibili”.
Ensemble L’Amoroso
Caroline Pelon soprano
Guido Balestracci viola da gamba e direzione
Gioacchino De Padova viola da gamba
Patxi Montero viola da gamba
Ugo Di Giovanni liuto
ITALIAN SOLACE
William Cobbold (1560-1639)
Elway Bewin (1554-1638)
Brownings &
New fashions
Salomone Rossi (1570-1630)
Sonata sopra Ruggiero
Quel Augellin che canta (Bergamasca)
Luzzasco Luzzaschi (1545-1607)
Benedetto Ferrari (1603-1681)
Ch’io non t’ami
Amanti io vi so dire (Ciaccona)
47
Christophe Tye (1505-1573)
John Taverner (1490-1545)
Orlando Gibbons (1583-1625)
In Nomine
John Dowland (1563-1626)
William Byrd (1539-1623)
John Dowland Now, O now
Lullaby
Come again
John Dowland-Anonimo
If my complaints - When Daphne
Can she excuse my wrongs
William Byrd
Girolamo Frescobaldi (1583-1643)
Benedetto Ferrari
Ut re mi fa sol la
Partite sopra Ciaccona
Queste pungenti spine
giovedì 8 ottobre, ore 20.30
Auditorio del Museo Diocesano • MOLFETTA
sabato 10 ottobre, ore 20.30
Santa Teresa dei Maschi • BARI
Venerdì 9 ottobre, ore 20.30
Sala Colafemmina • ACQUAVIVA DELLE FONTI
nel Centenario del Genocidio
GAYANEH E ALTRE STORIE ARMENE
Ensemble ‘05
48
Molto usata anche nel cinema, da Billy Wilder (Uno, due, tre), Woody Allen (Scoop) e Joel
Cohen (Mr. Hula Hop), la Danza delle spade è il brano più celebre del compositore armeno
Aram Khachaturian. Ed è tratta dal balletto Gayaneh, dal nome della giovane contadina
protagonista della storia che ispira il titolo di questo progetto sonoro dell’Ensemble ’05
nel centenario del genocidio armeno. Una tragedia che viene ricordata con le musiche di
autori armeni del recente passato, come Khachaturian, appunto (del quale viene proposta
una suite proprio dal Gayaneh), o di Armen Tigranyan, ma anche di Eduard Abrahamyan
e Arno Babadjanian. Così come di compositori dei nostri giorni, come l’anziano Tigran
Mansurian e il più giovane Vache Sharafyan. Senza dimenticare Komitas Vardapet, padre
Komitas, al secolo Sogomon Sogomonian, l’archimandrita della chiesa apostolica armena e
papà della moderna musica di quel popolo, del cui martirio fu testimone diretto con ferite
dalle quali non riuscì più a guarire.
Karine Minasyan soprano
Federica Vignoni violino
Roberto Mansueto violoncello
Antonia Valente pianoforte
Vache Sharafyan (1966)
Voices of the Invisible Butterflies per pianoforte
Aram Khachaturian (1903-1978)
Gayaneh Suite (1941) per violino e pianoforte
Sabre Dance
Ayesha’s Dance
Nuneh Variation
Lullaby
Komitas Vardapet (1869-1935)
Erkinqn Ampel E, Schachkr-Schuchk
Oror
Hoy Nasan
Eduard Abrahamyan (1923-1986)
Akh, Inch Lav En Sari Vra
Armen Tigranyan (1879-1950)
Aria dall’opera Anoush
Komitas Vardapet
Kaqavi Erg per voce e pianoforte
LA MUSICA DEL TESORO DI SAN GENNARO
La musica sacra di Nicola Fago
C’è stato un tempo in cui i giovani musicisti pugliesi di talento emigravano a Napoli per
perfezionarsi e poi assumere ruoli di prestigio nei Conservatori e nelle istituzioni religiose
della città. Fu questo il caso di Franceso Nicola Fago (1677-1745), che dalla natìa Taranto
giunse nella capitale del Regno per studiare presso il Conservatorio della Pietà dei Turchini
con Francesco Provenzale, a cui succedette nel 1705 divenendo a sua volta maestro
di Leonardo Leo, Nicolò Jommelli e molti altri protagonisti della Scuola Napoletana.
Riportando alla luce alcune composizioni di Fago mai eseguite in tempi moderni ci si è resi
conto del grande valore di queste musiche ingiustamente dimenticate. Il programma del
concerto ripercorre, pertanto, un Vespro della Cappella del Tesoro di San Gennaro, di cui
Fago, che conservò sempre il soprannome di “Tarantino”, fu maestro dal 1709 al 1731. Ai
Salmi ed al Magnificat finale composti da Fago si alternano alcune composizioni strumentali
di autori a lui coevi.
Ensemble Florilegium Vocis
Orchestra Santa Teresa dei Maschi
direttore Sabino Manzo
Girolamo Frescobaldi (1583-1643) Toccata avanti il Vespro solenne per organo solo
Tigran Mansurian (1939) Lament per violino
Arno Babadjanian (1921-1983)
Trio per violino, violoncello e pianoforte
Largo-Allegro espressivo
Andante
Allegro vivace
Nicola Fago (1677-1745)
Dixit Dominus a 5 voci con violini e basso continuo
Nicola Porpora (1686-1766) Adagio dalla Sinfonia op.2 per violini e basso continuo
Nicola Fago
Beatus vir a 5 voci con violini e basso continuo
Laudate Pueri a 3 voci e basso continuo
Niccolò Jommelli (1714-1774)
Trio sonata op.1 per violini e basso continuo
Nicola Fago
Nisi Dominus a 4 voci con violini e basso continuo
Confitebor tibi a 3 voci con violini e basso continuo
Magnificat a 5 voci con violini, trombe, oboi e basso
continuo
49
martedì 13 ottobre, ore 20.30
Auditorio della Vallisa • BARI
sabato 17 ottobre, ore 21.00
Castello Angioino • MOLA DI BARI
mercoledì 14 ottobre, ore 20.30
Auditorio del Museo Diocesano • MOLFETTA
LA MANO DELL’ARCO
Academia Graecensis di Graz
50
Come ricorda David D. Boyden nel libro The violin family, prima del 1750 esistevano
più modi di tenere lo strumento ad arco che Paganini portò nell’Ottocento ai vertici del
virtuosismo. Il violino veniva, infatti, poggiato sul braccio e sul collo.
Ma anche sul petto, come per esempio faceva Pietro Antonio Locatelli, cavandone un
suono di una purezza cristallina frutto di tecnica ardita che solo Paganini riuscì a eguagliare.
In quest’ultimo caso, il violino veniva suonato con una presa che per diverso tempo era
stata usata nella musica di danza.
E il concerto dell’Academia Graecensis si propone di grande interesse proprio perché i
musicisti, tutti provenienti dalla Universität für Musik und darstellende Kunst di Graz,
suonano con questa tecnica seicentesca di raro ascolto, dunque con i violini al petto e il
basso di violino suonato in piedi. E suonano un repertorio di autori vissuti tra il Sedicesimo
e il Diciassettesimo secolo non frequente nelle sale da concerto.
in coproduzione con Grandezze & Meraviglie Festival Musicale Estense di Modena
Academia Graecensis di Graz
Sofija Krsteska violino
Aliona Piatrouskaya violino
Maria Kaluzhskikh violino
Gabriele Toscani violino e violone
Ľubica Paurová clavicembalo
Sonate a 1-4 violini e basso
Giovanni Gabrieli (c 1555-1612)
Giovanni Battista Fontana (1571-1612)
Giovanni Battista Buonamente (1595-1630)
Biagio Marini (1597-1665)
Marco Uccellini (1603-1680)
I COLORI DELLA SPAGNA
Gomez – Valero Duo
Non fa una piega il ragionamento di Renato Di Benedetto sul «colore» spagnolo di certe
composizioni, che l’autorevole storico della musica considera giustamente non l’essenza
del carattere nazionale della produzione di Albeniz, Granados e Falla, quanto piuttosto
un «connotato di cosmopolitismo», visto che a quella fonte inesauribile di impressioni
esotiche si stavano abbeverando, e continuano a farlo, molti musicisti di varia nazionalità
(soprattutto francese).
Tuttavia alla musica iberica fa inevitabilmente pensare il colore inconfondibile che ha
illuminato le composizioni di quegli autori che furono protagonisti, a cavallo tra Ottocento
e Novecento, della rinascita della cultura musicale spagnola e che in questo raffinato
concerto, dedicato al repertorio per violoncello e pianoforte e affidato a due giovani
musicisti spagnoli, rappresentano il punto di partenza per una digressione in un repertorio
di nomi meno frequentati e conosciuti.
Ramon Gomez violoncello
Pilar Valero pianoforte
Manuel de Falla (1876-1946)
Melodia
- Romanza
Enrique Granados (1867-1916)
Madrigal
Xavier Montsalvatge (1912-2002)
Evocaciòn
Joaquìn Nin (1979-1949)
Suite
Española
Vieja Castilla
Murciana
Asturiana
Andaluza
Ricardo Lamote De Griñon (1899-1962)
Elegia
Manuel de Falla Danza
del fuego
Enrique Granados
Trova
Gaspar Cassadò (1897-1966)
Requiebros
51
domenica 25 ottobre, ore 19.30
Teatro van Westerhout • MOLA DI BARI
SEASONS & CINEMA
52
Che ci fanno Le quattro stagioni di Antonio Vivaldi nel programma di un concerto dedicato
alla musica da film? Non tutti forse ricordano l’utilizzo fattone da un regista di culto, il
coreano Park-Chan Wook, nella violentissima Trilogia della vendetta. E stesso discorso vale
per i registi Olivier Nakache ed Eric Toledano, che inserirono le note della Primavera nella
loro commedia Quasi amici. Insomma, nulla di strano accostare, in una serata che celebra il
mondo del cinema e le sue colonne sonore più celebri, il Prete Rosso a Nino Rota, a John
Williams, a Luis Bacalov e ad Ennio Morricone, compositori che hanno scritto tra le pagine
di musica più belle per il grande schermo e che, non a caso, sono stati tutti premiati con
l’Oscar. Non ha, invece, ricevuto la statuetta Astor Piazzolla, anch’egli autore per il cinema
e per l’occasione celebrato con l’esecuzione di Tanti anni prima (Ave Maria) dall’Enrico IV di
Marco Bellocchio.
Orchestra da Camera Orfeo Stillo
Fernando Romano direttore
Giuseppe Arnaboldi violino solista
Antonio Vivaldi (1678- 1741)
Le Quattro Stagioni
Concerto in Mi maggiore per violino, archi e basso continuo Op.8 no.1 / RV 269
La Primavera (Allegro-Largo-Allegro)
Concerto in Sol minore per violino, archi e basso continuo Op.8 no.2 / RV 315
L’Estate (Allegro non molto.Allegro-Adagio-Presto)
Concerto in Fa maggiore per violino, archi e basso continuo Op.8 no.3 / RV 293
L’Autunno (Allegro, Adagio molto, Allegro)
Concerto in Fa minore per violino, archi e basso continuo Op.8 no.4 / RV 297
L’Inverno (Allegro non molto-Largo-Allegro)
Nino Rota (1911-1979)
Valzer brillante (dal Il Gattopardo)
John Williams (1932)
Schindler’s list
Luis Bacalov (1933)
Il Postino
Ennio Morricone (1928)
Gabriel’s Oboe (da Mission)
Love theme (da Nuovo Cinema Paradiso)
Astor Piazzolla (1921-1992)
Ave Maria «Tanti anni prima» (da Enrico IV)
sabato 7 novembre, ore 21.00
Teatro van Westerhout • MOLA DI BARI
TABLEAU MUSICAL
Frank Wasser pianoforte
Il pianista tedesco Frank Wasser (direttore del Nuovo Berliner Klaviertrio) è uno specialista
del XX secolo. E in questo concerto traccia un percorso a ritroso partendo proprio da
un capolavoro del primo Novecento, la prima delle due serie delle Études-tableaux di
Rachmaninov, ipervirtuosistiche miniature sonore per pianoforte, concepite sulle tracce di
Chopin e Liszt nella forma più congeniale al compositore russo. E un impegno virtuosistico
comporta anche la prima serie delle coloristiche Images di Debussy, il «Claude de France»,
con il quale Wasser compie una deviazione geografica prima di tornare in Russia nel segno
di Skrjabin e di un trittico dai suoi Studi, vere e proprie rappresentazioni di stati d’animo.
Toni cupi ed esplosioni luminose si alternano, quindi, in Vision (dagli Studi trascendentali) di
Listz, del quale Wasser propone anche il bozzetto paesaggistico Au bord d`un source (dagli
Anni di pellegrinaggio) e il virtuosismo (in funzione timbrica) della macabra Totentanz nella
trascrizione per pianoforte solo.
Sergej Vasil’evič Rachmaninov
(1873-1943)
Études-tableaux op. 33 Nr. 1, 2, 5
Claude Debussy
(1862-1918)
Images
I
Aleksandr Nikolaevič Skrjabin
(1872-1915)
Etudes op. 65 Nr. 1, 2, 3
Franz Liszt
(1811-1886)
Vision (da Studi Trascendentali)
Au bord d`un source (da Anni di Pellegrinaggio.
Primo anno:Svizzera)
Totentanz
53
domenica 15 novembre, ore 19.30
Teatro van Westerhout • MOLA DI BARI
CHOPIN E IL CONCERTO DEGLI ADDII
54
Chopin e il pianoforte, un’unica entità. Al punto che il compositore polacco riuscì a trovare
ispirazione solo attraverso il suono dell’amato strumento. Non è un caso che la stragrande
maggioranza della sua produzione risulti per pianoforte solo. E tra l’altro, quando decise di
scrivere gli unici suoi due Concerti per orchestra, il pensiero musicale sembrò illuminarsi solo
del colore bianco e nero dei tasti, che pure in questa pagina di straordinaria invenzione
melodica producono un’infinità di colori.
A parte la robusta introduzione strumentale d’assieme, il vero e unico protagonista del
Concerto n. 1, con cui l’11 ottobre 1830 Chopin diede l’addio alle scene e alla Polonia,
rimane il pianoforte, qui affidato al talento e al magistero di Piero Rotolo. Perché più che
a un rapporto dialogico con lo strumento solista, all’orchestra è demandato un ruolo di
accompagnamento e di suggerimento dei temi.
Piero Rotolo pianoforte
Luigi Piovano direttore
Orchestra Ico della Magna Grecia
Frederick Chopin Concerto n.1 in mi minore op.11 per pianoforte e orchestra
(1810-1849)
Allegro maestoso
Romanza: Larghetto
Rondò: Vivace
Johann Strauss Jr. Ballgeschichten Walzer
(1825-1899)
Colonnen Walzer
sabato 21 novembre, ore 21.00
Teatro van Westerhout • MOLA DI BARI
NO-LIMITS!
Giovanni Sollima violoncello
Musicista estremo. Come un freeclimber delle sette note. Non a caso, si è esibito anche
in quota: a 3.200 metri, sul ghiacciaio della Val Senales. Suonando, con una temperatura
di 20 gradi sotto zero, un ice-cello. Proprio così, un violoncello di ghiaccio, appositamente
costruito per lui, il siciliano Giovanni Sollima: uno sperimentatore sonoro incallito, anche in
condizioni normali, quando suona il suo Francesco Ruggeri del 1679. Gli piace l’etichetta di
artista no-limits: passa dalle Suite di Bach a Purple Haze di Hendrix. E non solo per questo si
è meritato l’appellativo di «Jimi Hendrix del violoncello». A Sollima piace esplorare tutte le
possibilità, senza frontiere. Per questo si è guadagnato la stima di un pubblico trasversale,
che va dal metallaro al cultore della classica. E, infatti, con lui la musica contemporanea
è diventata un nuovo territorio d’incontro tra accademismo, ricerca, linguaggi della
contemporaneità ed elettronica. Che per l’occasione fonde in un concerto a sorpresa: la
normalità, almeno per lui.
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ORFEO
FUTURO
2015
I LUOGHI
Rete dei Festival di Musica d’Arte
ALBEROBELLO
ACQUAVIVA DELLE FONTI
Il TRULLO SOVRANO è trullo più grande del paese. Fatto costruire dalla
famiglia Perta nella metà del Settecento, questo edificio a due piani è adibito
a museo ed è possibile visitarne l’interno, arredato secondo il gusto d’epoca,
ricostruito tramite le testimonianze dei più anziani abitanti alberobellesi.
Durante il periodo estivo, il Trullo Sovrano ospita manifestazioni quali
spettacoli teatrali, concerti e serate di cultura e poesia.
La CATTEDRALE, edificata nel secolo XVI sulle rovine romaniche, fu subito
detta Palatina, per difenderla dalle mire dei vescovi baresi. Tra le tante opere
d’arte contenute, di massimo rilievo sono due altari della cripta, l’uno in in
doppia lamina d’argento e l’altro rivestito interamente di lamine dello stesso
metallo. Su quest’ultimo domina un dipinto di fattura bizantina di Madonna
col Bambino.
BARI
Valgono la visita della CHIESA DI SAN BENEDETTO una grande tela sulla
destra della navata, datata 1591 e restaurata di recente, che raffigura la
Badessa Agata Acquaviva con San Benedetto e San Bernardo, e il piccolo e
bellissimo organo seicentesco.
Il TEATRO PETRUZZELLI, il maggior della regione, tra i più importanti
d’Europa, rinato dopo il rogo del 1992, con il restauro delle strutture,
degli arredi e degli impianti tecnici, è un capolavoro tra i tanti edifici per lo
spettacolo presenti nella regione.
VISITA GUIDATA, UN’ORA PRIMA DEL CONCERTO, A CURA DEGLI
ESPERTI DELLA FONDAZIONE LIRICO-SINFONICA PETRUZZELLI
La CHIESA DI SANTA TERESA DEI MASCHI fu eretta tra il 1690 e il 1696
per volere dei Carmelitani, come si evince nella lunetta del timpano della
facciata. La denominazione, di derivazione popolare, era utilizzata per evitare
la confusione con l’omonima chiesa gestita dalla Carmelitane (da cui Chiesa
di Santa Teresa “delle Donne”), oggi non più esistente. L’interno, con pianta
a croce greca, è arricchito da una serie di tele di Andrea Miglionico (16631718), allievo di Luca Giordano, e tre paliotti di altare in legni intarsiati.
La VALLISA, l’antica chiesa dei Raveddise, cioè dei ravellesi, è tra i più antichi
edifici di culto visibili a Bari; recuperata alla sua struttura romanica nel 1962 e adattata ad auditorio
negli anni ‘80, è oggi tra i più importanti contenitori culturali della città.
VISITA GUIDATA, UN’ORA PRIMA DEL CONCERTO, A CURA DELL’ASSOCIAZIONE L’AMOROSO
NOR ARAX, il villaggio armeno creato a Bari nel 1926 per volontà del poeta Hrand Nazariantz allo
scopo di ospitare alcune famiglie di profughi scampate al primo genocidio del ‘900. Un luogo della
memoria per gli armeni di Bari, un luogo simbolo delle politiche di accoglienza.
VISITA GUIDATA, UN’ORA PRIMA DEL CONCERTO, A CURA DEL CENTRO STUDI NAZARIANTZ
La SALA COLAFEMMINA è posta al piano terra del Palazzo de’ Mari ed è
intitolata alla memoria del giovane biblista acquavivese. Il recente restauro
ha portato alla luce un bellissimo affresco di Madonna. Il palazzo incorpora
l’antico castello normanno, i successivi ampliamenti angioini e i resti di un
recinto fortificato utilizzato dagli Acquaviva d’Aragona, che lo trasformarono
in dimora signorile, poi ancora abitato dalla famiglia De Mari di Genova, nei
secoli XVII-XVIII, durante i quali esisteva anche una sala teatrale ed una
galleria delle pitture.
VISITE GUIDATE, UN’ORA PRIMA DEL CONCERTO, A CURA DELL’ARCHEO
CLUB DI ACQUAVIVA DELLE FONTI
MARTINA FRANCA
Il PALAZZO DELLA FONDAZIONE PAOLO GRASSI è situato nell’ex convento di San Domenico. La
struttura è contigua alla Chiesa di San Domenico ed è uno degli esempi più significati dell’architettura
del XV secolo. Dal 1994 parte del primo piano e tutto il secondo piano (l’ex carcere) sono stati
destinati dal Comune di Martina Franca a sede della Fondazione Paolo Grassi, inaugurata nel 2008
e diventata un punto di riferimento per le iniziative culturali della città del Festival della Valle d’Itria.
Il PALAZZO DUCALE, simbolo del potere del ducato dei Caracciolo, fu edificato nel 1668 su progetto
di Giovanni Andrea Carducci, bergamasco residente a Martina. Il bellissimo edificio si compone di
molti spazi, ciascuno dei quali merita una visita: la Sala dei Duchi e la Cappella Ducale, la Foresteria,
le sale della Galleria, le Sale dell’Arcadia, del Mito e della Bibbia, la Sala delle Feste (che oggi ospita il
Consiglio Comunale), la Sala della Riconciliazione, la Sala degli Stemmi. In ciascuna di esse si possono
ammirare opere d’arte pittorica, sculture, affreschi, stemmi e arredi.
VISITA GUIDATA, UN’ORA PRIMA DEL CONCERTO, A CURA DELL’ASSOCIAZIONE L’AMOROSO
ORFEO
FUTURO
2015
I LUOGHI
Rete dei Festival di Musica d’Arte
MOLA DI BARI
La CHIESA e il CHIOSTRO DI SANTA CHIARA furono edificati a partire
dal 1723 e completati nel 1778 su disegno dell’architetto Vincenzo Ruffo di
Cassano. La struttura ha un’architettura jonico-corinzia, ben armonizzata che
dà al tempio un’elegante maestosità.
Nel prospetto quattro colonne di ordine jonico sostengono un frontone
triangolare. L’interno è sobrio e lineare: un dipinto tardo barocco di F. Fischetti
sull’altare maggiore rappresenta la liberazione di Assisi e del Convento di San
Damiano dai saraceni per intercessione di Santa Chiara. Notevoli anche i due
dipinti degli altari laterali: l’Immacolata a destra e San Francesco d’Assisi a
sinistra, entrambi di scuola napoletana del secolo XVIII.
Il tempio fu consacrato nel 1778 dal Vescovo di Oria. A questo è annesso
un ex-convento di Clarisse le quali, con la soppressione dei beni ecclesiastici,
furono allontanate e si ritirarono in una abitazione. La prima pietra dell’exmonastero fu benedetta nel 1723 dal Vescovo di Polignano a Mare. La
costruzione fu ultimata nel 1731 e in quello stesso anno furono ammesse
le suore di Santa Chiara. Attualmente il complesso è sede dell’Accademia di
Belle Arti di Bari e, durante la stagione estiva, numerose sono le iniziative
culturali svolte all’interno dell’incantevole e ampio chiostro.
Con la forma di un “poligono stellare” a pianta quadrangolare il CASTELLO
ANGIOINO è il solo che abbia questa forma tra quelli esistenti sulla costa
da Barletta a Trani a Bari a Monopoli. Il suo nucleo originario fu fondato da
Carlo I d’Angiò intorno al 1278. In seguito, tra il 1535 e il 1540, l’imperatore
Carlo V fece realizzare la cinta bastionata inglobando le precedenti strutture,
dotata dei nuovi e dei vecchi sistemi di difesa (cannoniere e caditoie). Oggi è
tornato a nuovo splendore assolvendo alla funzione di contenitore culturale:
mostre, concerti, convegni, proiezioni di film e presentazione di libri animano
questa fortezza.
Costruito nel 1888, il TEATRO COMUNALE NICCOLÒ VAN WESTERHOUT venne intitolato nel
1892 al celebre cittadino molese, il compositore di lontane ed evidenti origini fiamminghe. Il 18
aprile 1896 venne portata in scena, sul piccolo palco del teatro, Doña Flor, opera in un solo atto
dello stesso van Westerhout, con dedica a ‘Mola mia città nativa’. Negli ultimi anni dell’Ottocento
e nei primi del Novecento il teatro ospitò importanti produzioni liriche quali Rigoletto, Traviata,
Barbiere di Siviglia, Pagliacci, Cavalleria Rusticana. Il progetto originario, redatto dall’ingegnere Vittorio
Chiaia, comprendeva una platea di 102 posti, 8 palchi di primo ordine, un anfiteatro di prospetto
di prima fila di 67 posti, 2 palchi di proscenio, un palcoscenico con 6 camerini. La volta fu dipinta
da Ernesto Giaquinto, il sipario realizzato da Battista Domenico di Bari e riproduce la Danza degli
Amorini di Francesco Albano. Nel 1908 furono costruiti i palchi di secondo ordine ed avviati lavori e
il rifacimento della volta affidati a Menotti Greco e al pittore barese Nicola Colonna che vi raffigurò
Apollo e le nove Muse. Gli ultimi lavori di restauro, conclusi nel 2000, hanno riconsegnato un piccolo
gioiello: l’interno si presenta ai visitatori come un piccolo salotto, impreziosito da stucchi, specchi e
ori; platea con file di poltrone in velluto rosso; sullo sfondo il palcoscenico; palchi di primo e secondo
ordine con parapetti decorati con fregi in oro, più il loggione, illuminati da appliques sferiche in
cristallo satinato; sul parapetto del palco centrale del secondo ordine fa bella mostra di sé, su di uno
scudo coronato circondato da foglie di alloro, il simbolo della città di Mola, la civetta. Rispetto alla
platea, la decorazione dei palchi è più preziosa, soprattutto nei capitelli delle colonne che li separano.
I possessori di biglietti AgimusFestival possono prenotare una visita guidata al n. 3492856438
MOLFETTA
Edificata dai Gesuiti a partire dal secolo XVII, più volte rimaneggiata, dal
1785 la CATTEDRALE è la sede vescovile. Contiene alcune opere pittoriche
e scultoree di importanti artisti meridionali e arredi lignei di grande rilievo,
come la cantoria dell’organo. Il MUSEO DIOCESANO è invece allestito
all’interno degli ambienti del Seminario Vescovile edificato dai Gesuiti
a partire dal 1610. Dal 1881 raccoglie importanti raccolte di materiale
archeologico proveniente dal Pulo di Molfetta e di reperti provenienti dalle
zone archeologiche di Terlizzi e Bisceglie. Oggi è articolato in sei sezioni
distinte: archeologia, lapidario, scultura, paramenti sacri, pittura, argenti.
Bellissima la Biblioteca, all’interno di una monumentale sala affrescata,
costituita da vari fondi librari tra qui quello di manoscritti, incunaboli e oltre
duecento cinquecentine.
VISITA GUIDATA, UN’ORA PRIMA DEL CONCERTO, A CURA DELLA
COOPERATIVA FEART
MONOPOLI
Sito nel cuore del centro storico di Monopoli, accanto all’antico convento
di San Domenico, PALAZZO SAN MARTINO è un edificio settecentesco
appartenente alla Diocesi di Conversano-Monopoli; dal 2005 è sede
principale dei concerti da camera del Festival Ritratti.
Terminato nel 1552, come reca l’epigrafe e la dedicazione a Don Pedro de
Toledo posta sulla facciata verso il mare, il CASTELLO CARLO V voluto
dall’imperatore spagnolo ha recentemente ottenuto il certificato di eccellenza
2015 di Tripadvisor, la più grande community di viaggiatori del mondo. La
parte più importante del maniero si trova dov’è situata un’antica chiesa
bizantina del X secolo, testimonianza del monastero di San Nicola de Pinna.
La storia della CHIESA DI SANTA MARIA AMALFITANA nasce nel 1059.
Secondo tradizione, alcuni marinai di Amalfi, scampati ad una tempesta,
scesero a pregare in una grotta di monaci basiliani presso la scogliera
dove erano approdati. Ai monaci manifestarono il proposito di fare nella
grotta un santuario e compiere così il voto fatto alla Madonna. Cento anni
dopo, quando la presenza di questa colonia ebbe peso maggiore nella
città cresciuta, gli amalfitani eressero sul tempietto sotterraneo la basilica
romanica, che i restauri in questo secolo hanno riportato alla luce. La facciata
rimane quella del Settecento, ma l’interno è stato restituito agli archi e alle
colonne dell’antica armonia.
PALO DEL COLLE
La CHIESA DEL PURGATORIO sorge di fronte alla Chiesa Matrice. Fu
costruita tra il 1669 e il 1673, mentre la facciata è del 1708; si tratta di un
fulgido esempio di stile barocco. II portale centrale è arricchito di un piccolo
gruppo di sculture, sovrastato da un orologio solare del 1881; il robusto e
severo campanile è del 1734.
ORFEO
FUTURO
2015
BIGLIETTI
Rete dei Festival di Musica d’Arte
60
AgimusFestival
Ritratti
22, 28 luglio
15 € (intero) | 12 € (maggiori di 65 anni) | 8 € (minori di 30 anni) | 5 € (minori di 12 anni)
17 luglio
20 € (intero) | 15 € (ridotto)
24 luglio, 21 novembre
18 € (intero) | 15 € (maggiori di 65 anni) | 10 € (minori di 30 anni) | 5 € (minori di 12 anni)
5, 9 agosto
5 € posto unico
31 luglio, 4, 7, 12, 29 agosto, 17, 25 ottobre, 7, 15 novembre
10 € (intero) | 8 € (maggiori di 65 anni) | 5 € (minori di 30 anni) | 2 € (minori di 12 anni)
19, 20, 23, 25, 27, 30 agosto
10 € (intero) | 5 € (ridotto)
6, 19, 27 settembre
5 € (intero) | 3 € (maggiori di 65 anni) | 1 € (minori di 30 anni)
16, 30 settembre, 2, 7 ottobre
ingresso libero
ABBONAMENTI
100 € (adulti) | 50 € (maggiori di 65 anni) | 20 € (minori di 30 anni)
(l’abbonamento comprende l’ingresso a 16 concerti, eccetto quelli del 22, 24 luglio, 21
novembre)
ABBONAMENTI
€ 35
(l’abbonamento comprende l’ingresso a 8 concerti e il posto riservato per le manifestazioni
a ingresso gratuito, previa prenotazione)
Riduzione Family Ingresso gratuito per un minore di 18 anni; ridotto per un adulto; intero
per un adulto
Ingresso ridotto: giovani sotto i 26 anni e studenti dei Conservatori
Progetto Scuola 25 ingressi gratuiti per scuole che riconosceranno crediti formativi per la
frequenza di cicli di quattro concerti
Ingresso gratuito per un accompagnatore di disabile
INFO E PRENOTAZIONI
(+39) 368 568412 | 393 9935266
www.associazionepadovano.it | [email protected]
Biglietteria online su www.associazionepadovano.it
Botteghino luogo e giorno del concerto a partire dalle ore 18.30
INFO E PRENOTAZIONI
[email protected] - (+39) 320 6646395 - 320 8141845
Biglietteria online su www.ritrattifestival.it
PREVENDITA
IAT - Ufficio di Informazione e Accoglienza Turistica 0804140264 (tutti i giorni 9-13 | 15.30-21.30)
PROLOCO Monopoli (tutti i giorni 10-13 | 17-20)
BOTTEGHINO luogo e giorno del concerto a partire dalle ore 20.30
Anima Mea
Oriente Occidente
1 settembre
10 € (intero) | 5 € (ridotto)
18 agosto
15 € (intero) | 12 € (maggiori di 65 anni) | 8 € (minori di 30 anni) | 5 € (minori di 18 anni)
22, 23, 24, 25, 26, 27, 28, 29, 30 settembre, 6, 8, 9, 13, 14 ottobre
5 € (intero) | 3 € (ridotto)
10 settembre, 3, 10 ottobre
10 € (intero) | 8 € (maggiori di 65 anni) | 5 € (minori di 30 anni) | 2 € (minori di 18 anni)
9, 11, 12 settembre
ingresso libero
21 settembre
ingresso libero
Ingresso ridotto: over 70, minori di 16 anni e studenti dei Conservatori
INFO www.santateresadeimaschi.it - [email protected]
Botteghino luogo e giorno del concerto oppure presso La Vallisa (ore ufficio)
Biglietteria online su www.santateresadeimaschi.it
(+39) 340 4039545 - 339 3347692 - 348 4922738
20% di sconto per acquisto cumulativo di oltre 10 biglietti
Ingresso gratuito per un accompagnatore di disabile non autosufficiente
INFO www.animamea.it - [email protected] - (+39) 328 6677282
BOTTEGHINO luogo e giorno del concerto a partire dalle ore 18.30
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ORFEO
FUTURO
2015
PARTNERS
Rete dei Festival di Musica d’Arte
ORFEO FUTURO opera con il sostegno di
con la collaborazione di
Rete dei festival Puglia Sounds
62
Programmazione realizzata con i contributi di
REGIONE PUGLIA
Assessorato
al Mediterraneo,
Cultura e Turismo
Direzione Generale dello Spettacolo dal Vivo
ASSESSORATI ALLA CULTURA DEI COMUNI di
BARI
ACQUAVIVA
DELLE FONTI
ALBEROBELLO
MARTINA
FRANCA
MOLA DI BARI
MOLFETTA
MONOPOLI
FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI PUGLIA
PALO
DEL COLLE
Accademia di Belle Arti - Bari
ArcheoClub - Acquaviva delle Fonti
Conservatorio di Musica Niccolò Piccinni - Bari
Cooperativa FeART - Molfetta
Diocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti
Diocesi di Conversano-Monopoli
Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi
Festival della Valle d’Itria - Martina Franca
Fondazione Paolo Grassi - Martina Franca
Fondazione Petruzzelli e Teatri di Bari
Grandezze & Meraviglie - Modena
Libera Università Domenico Guaccero - Palo del Colle
Premio Internazionale di Canto Lirico Valerio Gentile - Fasano
Scuola di Musica A.M.A. - Alberobello
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64
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