2015 1 3 La Rete 4 I 4 Festival 6 Calendario 10 52 Concerti 56 I luoghi 60 Biglietti e riduzioni 62 Partners Uri Caine, Cristina Zavalloni, Sonia Prina e Giovanni Sollima che l’avvenire della musica è ancora nelle mani Lo sanno anche dell’antico sciamano, simbolo dell’immortalità dell’arte. E, infatti, il mitico cantore adesso ha non solo un nome, ma anche un cognome. Si chiama Orfeo Futuro e qualifica il sistema di festival pugliesi comprendente AgimusFestival, Anima Mea, Oriente Occidente e Ritratti, rete della quale i quattro musicisti menzionati sono quest’anno tra gli ospiti di prestigio. 2 Progetto Artistico A.G.I.Mus. - Associazione Giovanni Padovano Iniziative Musicali Associazione Culturale L’Amoroso Associazione Musicale Euterpe Associazione Ensemble ‘05 Associazione Florilegium Vocis Ufficio Stampa e Comunicazione Francesco Mazzotta - [email protected] Segreteria Sara Tamborra - [email protected] Coordinamento Tecnico Gianluca Tribuzio Progetto Grafico Alessandra Scarcelli Stampa Ecumenica Editrice - Bari Con il sostegno di Puglia Sounds, la programmazione 2015 di Orfeo Futuro prevede cinquantadue concerti, dal 17 luglio al 21 novembre, a Bari e in altri sette centri pugliesi (Acquaviva delle Fonti, Alberobello, Martina Franca, Mola di Bari, Molfetta, Monopoli e Palo del Colle), con quindici prime assolute e oltre settecento artisti coinvolti. E si propone di raccontare - alternando ricerca, innovazione e sperimentazione - il senso di una trasversalità che sintetizza incontri tra linguaggi, confronti tra generi e paralleli tra epoche, riscoperte dell’antico, epifanie del contemporaneo e percorsi di confine. Con proposte anche oblique, alcune digressioni e un viaggio agli albori del melodramma con L’incoronazione di Poppea di Monteverdi, che segna l’avvio di un’importante collaborazione di Ritratti con il Festival della Valle d’Itria. Orfeo Futuro racchiude anche diversi progetti speciali, tra cui diversi focus sui musicisti pugliesi del passato più o meno recente, scambi, collaborazioni, gemellaggi e l’inedita produzione Embrace the Universe pensata dal pianista Emanuele Arciuli con prime assolute di compositori americani per ricordare l’11 settembre nel Teatro Petruzzelli, e non solo. Un ciclo di nove concerti è dedicato alla memoria del Genocidio del popolo armeno, il cui centenario è ricordato quest’anno in tutto il mondo con il simbolo del fiore a cinque petali, come i cinque continenti che accolsero i profughi. 3 ORFEO FUTURO 2015 I FESTIVAL Rete dei Festival di Musica d’Arte 17 luglio - 7 ottobre MONOPOLI direzione artistica Antonia Valente e Massimo Felici 4 Il Festival Ritratti conferma la propria vocazione per la ricerca. E anche quest’anno ritaglia traiettorie artistiche inedite. Nata da un’idea di Antonia Valente e Massimo Felici, rispettivamente alla guida dell’Ensemble ’05 e dell’associazione musicale Euterpe, realtà pugliesi unite nella promozione e co-produzione dell’iniziativa, la manifestazione-laboratorio quest’anno racchiude una serie di proposte affascinanti, a partire da un agile allestimento monteverdiano, in collaborazione con il Festival di Martina Franca. Ma, soprattutto, accende i riflettori sul Centenario del Genocidio del popolo armeno con un ciclo di concerti che supera ogni confine di genere, in particolare con le riletture contemporanee che il Larssen Trio offre di quella tradizione musicale. Alla quale rende omaggio anche Cristina Zavalloni con un progetto inedito sul grande chansonnier di origini armene Charles Aznavour. Raffinate rarità per violino, viola e viola d’amore suonate da Alessandro Tampieri si alternano, poi, al tango di Marcelo Nisinmann, agli omaggi ai pugliesi Mauro Giuliani e Domenico Guaccero, quest’ultimo pioniere della ricerca elettronica, al confronto «pittorico» Musorgskij-Brouwer e alla costruzione di una suite tra Settecento e Novecento che il violoncellista Umberto Clerici s’inventa partendo da Bach. 22 luglio - 21 novembre MOLA DI BARI direzione artistica Piero Rotolo Uri Caine e Giovanni Sollima, due esegeti della contemporaneità, con le radici salde nella tradizione, non hanno mai suonato insieme. Forse un giorno accadrà. Intanto chi volesse vederli almeno una volta sullo stesso palco, l’uno accanto all’altro, può dare sfogo alla propria immaginazione. Perché il pianista americano e il violoncellista siciliano apriranno e chiuderanno rispettivamente l’AgimusFestival_2015, ricca rassegna compresa tra estate e autunno. Una sorta di abbraccio sonoro tra due stagioni che il direttore artistico Piero Rotolo ha progettato all’insegna della qualità e della trasversalità, parola molto abusata di questi tempi ma che nel progetto dell’Associazione Giovanni Padovano Iniziative Musicali (A.G.I.MUS.) trova una collocazione ideale e una sua ragion d’essere. Tra accademismo, musiche di confine, improvvisazione, linguaggi della tradizione afro-americana, colorismi, canzone d’autore e culture «altre», il programma disegna un territorio di idee nel quale si confrontano generi e civiltà, popoli e intelligenze. E lo fa tracciando un percorso ricco di diramazioni, seguendo le quali si possono osservare panorami musicali ogni volta diversi, dalle escursioni vocali di Antonella Ruggiero ai ritmi gipsy dell’Orchestra Tzigana di Budapest, ma anche scoprire orizzonti interpretativi affascinanti della storia musicale d’Occidente. 18 agosto - 10 ottobre BARI direzione artistica Sabino Manzo In un periodo in cui ci si affanna a costruire muri e steccati, Oriente Occidente costruisce ponti musicali per connettere nello spazio e nel tempo culture diverse. La musica si fa strumento di conoscenza per avvicinare luoghi distanti. E il nome stesso del Festival evoca il profondo legame che da sempre esiste tra la Puglia e i popoli al di là del mare. Ma Oriente Occidente è anche un ponte con il passato, attraverso il quale guardare con attenzione alla nobile tradizione musicale della Terra di Puglia. Con la terza edizione si consolida, dunque, l’esperienza degli anni precedenti attraverso un programma variegato e ospiti d’eccezione come Sonia Prina, contralto barocco di fama mondiale, impegnata in un programma tutto händeliano con l’Orchestra Santa Teresa dei Maschi e il violinista Alessandro Perpich. Con le villanelle di Musici di Barri del 1574 si affronta un viaggio nel tempo alle radici del rinascimento musicale pugliese, mentre il coro della Polifonica Biagio Grimaldi celebra Johann Sebastian Bach. Seguono la prima esecuzione con strumenti antichi di un Magnificat del pugliese Nicola Fago, musicista inspiegabilmente dimenticato, e un concerto del Florilegium Vocis dedicato all’Armenia con musiche di Padre Komitas, compositore sfuggito al genocidio, e prime esecuzioni di musiche commissionate dal festival e ispirate alla tragedia di quel popolo. 1 settembre - 14 ottobre direzione artistica Gioacchino De Padova BARI - MOLFETTA - ACQUAVIVA DELLE FONTI- MARTINA FRANCA Anima Mea è presente sulla scena regionale dal 2010, con concerti e spettacoli dedicati alla musica antica con strumenti storici e alla nuova musica contemporanea. Ospita regolarmente ensemble in residenza per realizzare progetti originali in prima assoluta, anche in coproduzione con altri festival nazionali e internazionali. In oltre 60 concerti, negli anni scorsi si sono esibiti per Anima Mea artisti come Paolo Pandolfo, Rinaldo Alessandrini, Silvia Frigato, Furio Zanasi, Christophe Desjardins, Paolo Pollastri, Alessandro Ciccolini, Gabriele Cassone, I Ferrabosco, l’Amoroso, AbChordis, Soliste XXI, accanto a solisti e gruppi della nuova scena musicale pugliese ed europea. Il festival ha realizzato alcune importanti produzioni discografiche, grazie al sostegno di istituzioni internazionali pubbliche e private, dedicate ai possibili itinerari incrociati tra il repertorio del barocco italiano e la musica d’arte contemporanea. L’ultima di queste produzioni, Alle Guerre d’Amore, è stato trasmesso in diretta da Radio France in occasione della prima esecuzione assoluta a Parigi, nel maggio 2014, e poi edito in CD da Digressione Music. 5 ORFEO FUTURO 2015 IL CALENDARIO Rete dei Festival di Musica d’Arte Anima Mea 24 Mola di Bari • ANTONELLA RUGGIERO AgimusFestival 23 Molfetta • OH, LACRIME Anima Mea 28 Mola di Bari • NOTTE GIPSY AgimusFestival 24 Martina Franca • OH, LACRIME Anima Mea 31 Mola di Bari • GRAN GALA DELL’OPERETTA E DEL MUSICAL AgimusFestival 25 Bari • OPUS NUMBER ZOO Anima Mea 04 Mola di Bari • THEMES AND SONGS: colonne sonore... in jazz! AgimusFestival 26 Molfetta • OPUS NUMBER ZOO Anima Mea Ritratti AgimusFestival SETTEM BR E 22 Bari • PSALLITE 09 Monopoli • RECITAL LIRICO Premio Valerio Gentile 2014 Ritratti 12 Mola di Bari • DA MOZART A SOLLIMA AgimusFestival 18 Mola di Bari • HÄNDEL CELEBRATION Oriente Occidente 27 Mola di Bari • CONTEMPORANEA, MA NON TROPPO AgimusFestival 27 Martina Franca • PATARAG Voci dall’Armenia Anima Mea 28 Acquaviva delle Fonti • OPUS NUMBER ZOO Anima Mea 29 Bari • PATARAG Voci dall’Armenia Anima Mea 30 Molfetta • PSALLITE Anima Mea 19 Monopoli • BARRIO DE TANGO Ritratti 30 Monopoli • RARIORA ET MIRABILIA Ritratti 20 Alberobello • BARRIO DE TANGO Ritratti 02 Martina Franca • MAURO GIULIANI un virtuoso pugliese a Vienna Ritratti 23 Monopoli • GAYANEH E ALTRE STORIE ARMENE Ritratti 03 Mola di Bari • PATARAG Voci dall’Armenia 25 Monopoli • SUITE AL CUBO Ritratti 06 Bari • ITALIAN SOLACE 27 Monopoli • PICTURES AT ANOTHER EXHIBITION Ritratti 07 Monopoli • ITALIAN SOLACE 29 Mola di Bari • LA CAMERA DELLE MERAVIGLIE! 30 Monopoli • POUR TOI, ARMÉNIE Omaggio a Charles Aznavour 01 Bari • POUR TOI, ARMÉNIE Omaggio a Charles Aznavour 06 Mola di Bari • L’AMORE? DA CAMERA, MA NON SOLO! 09 Acquaviva delle Fonti • EMBRACE THE UNIVERSE 10 Bari • VILLANELLE ALLA NAPOLITANA AgimusFestival Ritratti Anima Mea AgimusFestival Anima Mea Oriente Occidente 11 Bari • EMBRACE THE UNIVERSE Anima Mea 12 Molfetta • EMBRACE THE UNIVERSE Anima Mea 16 Palo del Colle • MUSICA EX MACHINA 19 Mola di Bari • L’ESTASI DEL MOMENTO: L’IMPROVVISAZIONE OTTOB RE AG OSTO Oriente Occidente AgimusFestival 07 Mola di Bari • LA SFERA DEL TEMPO SETTEM BRE 21 Bari • MAGNIFICAT La musica sacra di Johann Sebastian Bach 22 Mola di Bari • URI CAINE 05 Monopoli • GUSAN MYSTIKZ 6 Ritratti Ritratti AgimusFestival NOVEMBRE LUGLI O 17 Monopoli • L’INCORONAZIONE DI POPPEA Oriente Occidente Anima Mea Ritratti 08 Molfetta • GAYANEH E ALTRE STORIE ARMENE Anima Mea 09 Acquaviva delle Fonti • GAYANEH E ALTRE STORIE ARMENE Anima Mea 10 Bari • LA MUSICA DEL TESORO DI SAN GENNARO Oriente Occidente 13 Bari • LA MANO DELL’ARCO Anima Mea 14 Molfetta • LA MANO DELL’ARCO Anima Mea 17 Mola di Bari • I COLORI DELLA SPAGNA AgimusFestival 25 Mola di Bari • SEASONS & CINEMA AgimusFestival 07 Mola di Bari • TABLEAU MUSICAL AgimusFestival 15 Mola di Bari • CHOPIN E IL CONCERTO DEGLI ADDII AgimusFestival 21 Mola di Bari • NO LIMITS! AgimusFestival 7 8 9 venerdì 17 luglio, ore 21.00 Chiostro di Palazzo San Martino • MONOPOLI mercoledì 22 luglio, ore 21.15 Chiostro Santa Chiara • MOLA DI BARI In collaborazione con il Festival della Valle d’Itria Claudio Monteverdi L’INCORONAZIONE DI POPPEA dramma in musica libretto di Gian Francesco Busenello 10 Ha recentemente caratterizzato la programmazione del Teatro alla Scala. Ma L’incoronazione di Poppea sino a trent’anni fa non aveva mai goduto di molte rappresentazioni in Italia. A far nascere un interesse diffuso nel 1988, con un famoso allestimento-maratona, fu il Festival di Martina Franca, che quest’anno torna sul capolavoro di Monteverdi con un workshop in collaborazione con Ritratti. E allora come oggi la domanda è la stessa: come si cantava nel Seicento? Perché L’incoronazione di Poppea, che pure costituisce l’apoteosi del recitar cantando, non esclude affatto - come sosteneva Rodolfo Celletti - il «cantar melismatico». Né può essere trascurato l’aspetto orchestrale, qui affidato accuratamente a un ensemble che utilizza strumenti storici per una lettura il più fedele possibile alle intenzioni dell’autore e al suono dell’epoca. Così come non è possibile rinunciare alla parte visuale, per l’occasione curata in una realizzazione semiscenica di Gianmaria Aliverta. Workshop Accademia del Belcanto Rodolfo Celletti Fortuna Virtù/Pallade Amore Poppea Nerone Ottavia Ottone Seneca Drusilla Arnalta Nutrice Soldato 1 Soldato 2/familiare di Seneca/liberto Mercurio/familiare di Seneca/littore Graziana Palazzo Daniela Milanese Tal Ganor Quiteria Muñoz Inglada Shaked Bar Anna Bessi Francesca Sartorato Nicolò Donini Tal Ganor Ilham Nazarov Giampiero Cicino Vlad Alexandru Robu Vittorio Dante Ceragioli Kristian Lindroos ensemble di strumenti originali Cremona Antiqua direttore Antonio Greco riduzione drammaturgica e realizzazione semiscenica Gianmaria Aliverta scene Raffaele Montesano costumi Alessio Rosati URI CAINE Piano solo Pochi hanno saputo mettere in connessione jazz e musica colta. E di questo club esclusivo fa parte Uri Caine, esploso nel 1992 con l’album Sphere Music. Esponente di punta della scena newyorchese, in questi anni Caine è passato con disinvoltura dal jazz elettrico diretto discendente della rivoluzione targata Davis - alle riletture di Mahler, Bach e Verdi. E, infatti, sotto la sua direzione artistica la Biennale Musica di Venezia ha vissuto nel 2003 un cortocircuito tra i generi. Esattamente quello che accadrà nel corso di questa performance, evento internazionale che inaugura la sezione estiva dell’AgimusFestival. Innamorato di Glenn Gould e Arturo Benedetti Michelangeli, ma anche dello stride piano di James P. Johnson e del virtuosismo blues di Otis Spann, Caine suonerà avendo come filo conduttore Callithump, il suo più recente disco di piano solo, registrato in presa diretta in un’unica seduta. Un lavoro nel quale il musicista di Philadelphia alterna tradizione musicale sefardita, blues, jazz degli anni Venti e canzone americana. 11 venerdì 24 luglio, ore 21.15 Chiostro Santa Chiara • MOLA DI BARI ANTONELLA RUGGIERO Stralunato recital 12 Signore e signori, ecco a voi «The Voice», la voce per antonomasia della musica italiana. Ormai da quasi vent’anni sulla strada di una carriera solista iniziata nel 1996 con Libera, l’ex Matia Bazar, autorevole continuatrice della tradizione canora di Mina e delle altre grandi vocalist degli anni ’50 e ’60, propone un travolgente concerto affiancata da una band di prestigio, con la quale rilegge, unitamente alle canzoni maggiormente rappresentative del suo repertorio, le più belle canzoni Italiane, da Tenco a Battisti, oltre a una selezione di capolavori di Thelonious Monk, Cesaria Evora e Alexander Olshanetsky, superando ogni divisione di genere ed epoca. Nota per l’eccezionale estensione vocale, Antonella Ruggero riesce, infatti, a passare dal registro pop a quello lirico di soprano leggero, alternando il repertorio sacro al jazz, la tradizione popolare al tango, la classica alle sonorità della musica contemporanea, confermandosi voce unica nel panorama italiano e internazionale. Antonella Ruggiero voce Maurizio Di Fulvio Renzo Ruggieri Ivano Sabatini Walter Caratelli chitarra fisarmonica contrabbasso percussioni martedì 28 luglio, ore 21.15 Chiostro Santa Chiara • MOLA DI BARI NOTTE GIPSY Orchestra Tzigana di Budapest Lo scatenato Antal Szalai, numero uno assoluto dei violinisti gipsy, è il motore stesso dell’Orchestra Tzigana di Budapest, che propone un viaggio sonoro nella musica tradizionale ungherese la cui fama mondiale ha contribuito ad accrescere con la sua instancabile attività planetaria. La OTB ha, infatti, tenuto tournée in quaranta Paesi, dagli Stati uniti al Giappone, dal Canada alla Cina, contribuendo in maniera determinante a divulgare e a far conoscere un repertorio, quello della musica tzigana, che ha colpito l’immaginazione di tanti musicisti colti, da Brahms a Liszt, e non solo. Oltre ad eseguire canzoni popolari in originali arrangiamenti, Szalai e compagni eseguono brani di musica nazionale risalenti all’epoca della riforma e propongono la cosiddetta csárdás, genere tradizionale in voga già a metà del XIX secolo e strettamente imparentato all’omonima danza, originariamente ballata nelle osterie. Infatti, csárdás in ungherese vuol dire proprio «dell’osteria» e il termine dice da solo la genuina provenienza di una musica al cui ascolto è impossibile rimanere immobili. Antal Szalai violino solista e direttore 13 venerdì 31 luglio, ore 21.15 Chiostro Santa Chiara • MOLA DI BARI GRAN GALA DELL’OPERETTA E DEL MUSICAL Orchestra Ico della Magna Grecia 14 Lo spensierato spirito della Belle Époque e le atmosfere sognanti della Mitteleuropa, che nel Vecchio Continente ispirarono l’operetta, convivono con l’effervescenza metropolitana del musical americano, diretto discendente della prima, in una serata che ha il sapore del Gran Gala. Il concerto è, infatti, non solo un’antologia caratterizzata dalle celebri pagine di Strauss e, naturalmente, di Lehár, che con La Vedova Allegra segnò un’epoca. Perché dopo un’immersione nella levità viennese, un passaggio attraverso l’italianissimo Paese dei Campanelli e una finestra sull’attualità, con un paio di composizioni firmate da Leonardo Presicci, contrabbassista dell’Orchestra della Magna Grecia, il programma prevede un’incursione finale nel gusto americano, quello che, contaminato prima dal jazz, poi dal rock, ha trasformato l’operetta in musical. E lo ha fatto con il contributo di grandi musicisti, in alcuni casi provenienti proprio dall’Europa, tra cui l’inglese Andrew Lloyd Webber e l’austriaco Frederick Loewe, autori dei quali si possono rispettivamente ascoltare estratti da Cats e My Fair Lady. martedì 4 agosto, ore 21.15 Chiostro Santa Chiara • MOLA DI BARI THEMES AND SONGS Colonne sonore in jazz Ensemble formato da tre musicisti pugliesi di grande valore, il Meridian Trio - capitanato dal pianista «evansiano» Massimo Parente - rivisita in modo originale colonne sonore scritte, tra l’altro, da autori poco eseguiti nelle sale da concerto, anche se artisticamente molto interessanti. È il caso del francese Michel Legrand, creatore di temi per oltre 200 film per il cinema e la tv, tra cui Quell’estate del ’42 di Robert Mulligan, per le cui composizioni Legrand conquistò l’ambito Premio Oscar. Ma il Meridian Trio ripropone anche le invenzioni per il grande schermo di Johnny Mandel (sue le musiche di M.a.s.h. di Robert Altman) ed Alex North (l’autore della soundtrack di Spartacus, il capolavoro di Stanley Kubrick), le cui musiche, come quelle di Legrand, vengono rilette in chiave rigorosamente jazz, con uno stile nel quale il tema rimane costantemente in primo piano all’interno di una costruzione sonora sempre altamente comunicativa. Meridian Trio Filomena Fittipaldi soprano Carlo Rotunno baritono Maurizio Lomartire direttore Franz Lehár (1870-1948) Non ti scordar di me Johann Strauss jr (1825-1899) Voci di Primavera Mein Herr Marquis (da Il Pipistrello) Franz Lehár Romanza di Vilja (da La Vedova Allegra) Leonardo Presicci (1961) Sentimental per clarinetto e archi Johann Strauss jr Pizzicato-Polka Leonardo Presicci Fantasia napoletana per violoncello e archi Carlo Lombardo/Virgilio Ranzato (1869-1959/1883-1937) Fox della Luna (da Il Paese dei Campanelli) Franz Lehár Tu che m’hai preso il cuor (da Il Paese del sorriso) Andrew Lloyd Webber (1948) Memory (da Cats) Frederick Loewe (1901-1988) I could have danced all night (da My Fair Lady) Massimo Parente pianoforte Francesco Angiuli contrabbasso Pippo D’Ambrosio batteria 15 mercoledì 5 agosto, ore 21.00 Castello Carlo V • MONOPOLI venerdì 7 agosto, ore 21.15 Chiostro Santa Chiara • MOLA DI BARI nel Centenario del Genocidio GUSAN MYSTIKZ Ricercare nella musica tradizionale armena 16 Gusan Mystikz è un omaggio alla tradizione musicale armena nel centenario del genocidio. Un progetto che, partendo dai Gusan (i Trovatori del ‘300 che hanno custodito e tramandato la cultura musicale del popolo armeno durante le dominazioni di Mamelucchi, Turchi e Persiani) e dalle Mystikz (termine slang utilizzato nei ghetti dei Paesi anglofoni per dare una connotazione sacra agli inni urbani), rielabora l’origine monodica di quella musica con la tecnica dell’overdubbing. In altre parole, il Larssen Trio ricontestualizza in scansioni ritmiche moderne gli impulsi tribali di un popolo errante attraverso l’utilizzo di strumenti acustici tradizionali, come il duduk e il dhol, ma anche di voci reali e la rielaborazione di preziosissimi nastri magnetici, in cui sono fissate alcune delle liriche liturgiche di Padre Komitas, icona della musica moderna armena, con l’elettronica che traccia le coordinate ritmiche e sottolinea, con un processo di spazializzazione del suono, i momenti di massimo lirismo dei solisti. Larssen Trio Aram Ipekdjian duduk Gabriele Panico aka Larssen elettronica Paolo Modugno dhol, percussioni LA SFERA DEL TEMPO Omaggio ai cantautori della scuola genovese La dimensione del tempo? Da lineare a sferica. È così che si trasforma lo scandire delle stagioni, quando si parla dei grandi della canzone italiana. «Sferica perché ci dice della compresenza di un vissuto simultaneo che riesce a trascendere le epoche», spiega la cantante Paola Matarrese, riferendosi alla cosiddetta «scuola genovese», quella dei De André, dei Tenco, degli Endrigo, dei Paoli e dei Lauzi. Che poi sono gli autori di questo concerto che accende un riflettore sulla «cantantessa» Carmen Consoli, solo apparentemente un’aliena. Perché in fondo anche lei, siciliana di una Catania che da Battiato in poi ha prodotto un’altra «scuola», vive il senso di una fortissima appartenenza. E così, pure per Carmen Consoli, il tempo da orizzontale assume confini circolari. Come la musica di questi artisti senza età. Un gruppo di cantanti e musicisti con stili anche diversi tra loro, in alcuni casi nati altrove rispetto a Genova, ma con un unico credo: épater le bourgeois, «stupire il borghese», come ha scritto qualcuno a proposito degli chansonniers dai quali si fecero ispirare. Fabrizio De André (1940-1999) La canzone dell’amore perduto Via del campo Luigi Tenco (1938-1967) Mi sono innamorato di te Sergio Endrigo (1933-2005) Io che amo solo te Gino Paoli (1934) Il cielo in una stanza Fabrizio De André La guerra di Piero Ave Maria Geordie Paola Matarrese soprano Michelangelo Vanni chitarra, effetti Simone Calderoni basso, effetti Gino Paoli La gatta Fabrizio De André Amore che vieni, amore che vai Valzer per un amore Carmen Consoli (1974) L’ultimo bacio Bruno Lauzi/Maurizio Fabrizio (1937-2006/1952) Almeno tu nell’universo 17 domenica 9 agosto, ore 21.00 Chiostro di Palazzo San Martino • MONOPOLI RECITAL LIRICO Premio Valerio Gentile 2014 18 Il prossimo 9 dicembre Valerio Gentile avrebbe compiuto 40 anni, se il 14 marzo 1993, appena diciassettenne, non fosse rimasto ucciso in un tragico episodio di sangue rimasto irrisolto. Quel giorno, con il giovane fasanese, grande appassionato di musica, morirono anche i suoi sogni e le sue ambizioni. E per mantenere vivo il ricordo l’omonimo Centro Studi ogni anno, in occasione del compleanno di Valerio, organizza un premio internazionale di canto lirico, nell’ultima edizione vinto dal soprano Maria Laura Iacobellis, che in finale offrì una magnifica interpretazione della Nuit d’étoiles di Debussy e dell’aria Caro nome dal Rigoletto di Verdi. Alla cantante tarantina, promessa della lirica che nel 2012 è stata consacrata miglior allieva di tutti i Conservatori italiani, il Festival Ritratti offre un’ulteriore palcoscenico ospitandola in un raffinato recital che promette autentiche emozioni. Maria Laura Iacobellis soprano Giuseppe Greco pianoforte Gioachino Rossini (1792-1868) Vorrei spiegarvi il giubilo (da La Cambiale di Matrimonio) Giacomo Puccini (1858-1924) Donde lieta (da La Bohéme) Giuseppe Verdi (1813-1901) Addio del passato (da La Traviata) Fryderyk Chopin (1810-1849) Valzer Op. 64 n° 2 Preludio Op. 28 n° 24 Giacomo Puccini Quando me’n vo’ (da La Bohème) Jacques Offenbach (1819-1880) Les oiseaux dans la charmille (da Les Contes d’Hoffmann) Fryderyk Chopin Polacca Op. 53 Eroica Giuseppe Verdi Caro nome (da Rigoletto) Giacomo Puccini Un bel dì vedremo (da Madama Butterfly) Claude Debussy (1862-1918) L’isle joyeuse Giuseppe Verdi E’ strano, è strano...Sempre libera (da La Traviata) mercoledì 12 agosto, ore 21.15 Chiostro Santa Chiara • MOLA DI BARI CITAZIONI COLTE E POPOLARI, DA MOZART A SOLLIMA Clara Piano Trio Emanuele Ferrari scrive che la citazione, una caratteristica del linguaggio musicale occidentale - non solo nel senso di citazione letterale - è «un fenomeno pervasivo e capillare di trasposizione», una sorta di «filigrana della musica fatta da una rete di continui rimandi e allusioni ad altri strumenti, altri contesti, altri generi». Ed è seguendo questa traccia ad ampio spettro che il Clara Piano Trio sceglie, per esempio, il confronto ravvicinato tra Arvo Pärt e Mozart, al quale il compositore estone si rifà omaggiandone il genio attraverso la sovrapposizione del suo tintinnabuli style all’Adagio della Sonata K280. Oppure la costruzione di Giovanni Sollima del suo Reperto n. 12 partendo da Schubert, o ancora, Antonin Dvorák, il compositore boemo celebre per la Sinfonia dal Nuovo Mondo ricca di citazioni del patrimonio popolare indiano, che nel Trio Dumky coglie, invece, l’essenza del canto popolare slavo. Arvo Pärt (1935) Mozart-Adagio (1992, revisione del 2005) per violino, violoncello e pianoforte Francesco De Zan pianoforte Valentina Caiolo violino Giuseppe Carabellese violoncello Giovanni Sollima Heimat - Terra (1993) per violino e violoncello Andante calmo - Allegretto con spirito Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) Trio in sol maggiore KV 564 (1788) Antonin Dvorák (1841-1904) per pianoforte, violino e violoncello Allegro - Andante con variazioni - Allegretto Trio Dumky in mi minore op. 90 (1891) per pianoforte, violino e violoncello Giovanni Sollima (1962) Lento maestoso. Allegro vivace - Poco Reperto n. 12 da un frammento di Schubert adagio. Vivace non troppo - Andante. (1997) per violino, violoncello e pianoforte Vivace non troppo - Andante moderato (Tempo di marcia). Allegretto scherzando Franz Schubert (1797-1828) - Allegro - Lento maestoso. Vivace, quasi Notturno in Mi bemolle maggiore op. 148 D doppio movimento 897 per pianoforte, violino e violoncello 19 martedì 18 agosto, ore 21.15 Chiostro Santa Chiara • MOLA DI BARI mercoledì 19 agosto, ore 21.00 Chiostro di Palazzo San Martino • MONOPOLI giovedì 20 agosto, ore 21 Piazza del Trullo Sovrano • ALBEROBELLO HÄNDEL CELEBRATION Sonia Prina e Orchestra Santa Teresa dei Maschi 20 Georg Friederich Händel è stato senza dubbio il più grande compositore d’Opera del primo ‘700. Alcune tra le arie più belle e difficili del repertorio operistico sono nate dal suo genio nel periodo aureo degli evirati cantori e delle primedonne, quando il divismo dei cantanti che rivaleggiavano in agilità vocali raggiunse livelli inimmaginabili. Oggi è il contralto Sonia Prina tra le interpreti più affermate di questo repertorio. Perché le sue straordinarie qualità vocali, unite ad una presenza scenica di rara intensità, l’hanno resa protagonista nei teatri di tutto il mondo. Il programma comprende alcune famose arie tratte da opere di Händel e costituisce una preziosa occasione di ascolto per coloro che già conoscono la sua musica, ma anche per tutti coloro che vogliono accostarsi a un repertorio ricchissimo che non mancherà di affascinarli. All’orchestra barocca Cappella di Santa Teresa dei Maschi (con strumenti d’epoca) diretta da Sabino Manzo, si aggiunge per l’occasione il noto violinista Alessandro Perpich. Sonia Prina contralto Alessandro Perpich violino di concerto Orchestra Santa Teresa dei Maschi Sabino Manzo cembalo e direzione Georg Friederich Händel (1685-1759) Ouverture dal Giulio Cesare Bella Asteria da Tamerlano (aria di Andronico) Furibondo da Partenope (aria di Arsace) Concerto grosso n°1 op.6 Ombra cara da Radamisto (aria di Radamisto) Se fiera belva ha cinto da Rodelinda (aria di Bertarido) Ouverture dal Rinaldo Qual nave smarrita da Radamisto (aria di Radamisto) Agitato da fiere tempeste da Riccardo Primo (aria di Riccardo) Pena tiranna da Amadigi (aria di Dardano) Venti turbini da Rinaldo (aria di Rinaldo) BARRIO DE TANGO Marcelo Nisinman & Ensemble ‘05 Qualche anno prima che venisse ballato da Maria Schneider e Marlon Brando sulle note del jazzista argentino Gato Barbieri, il tango ha avuto il suo Sessantotto. Ed Astor Piazzolla - l’inventore del tango moderno, che in Europa ha avuto proprio Parigi come cassa di risonanza - ne è stato il profeta. Inevitabile per un «rivoluzionario» come lui, un innovatore che aveva tolto quella musica dai bordelli, per nobilitarla e portarla nelle sale da concerto. Nel 1968 fece anche di più, costruendo intorno al «pensiero triste che si balla» l’«operita» Maria de Buenos Aires, che il suo unico e prediletto allievo, il bandoneonista Marcelo Nisinman, presentò nel 2006 in un straordinaria ripresa italiana insieme all’Ensemble ’05. Formazione con la quale adesso torna a collaborare dopo diversi anni, per un rendezvous ancora una volta nel nome del compositore argentino di origini pugliesi, del quale Nisinman e l’Ensemble ’05 proporranno alcune tra le pagine più celebri accanto a pezzi originali dello stesso Nisinman. Marcelo Nisinman (1970) Astor Piazzolla (1921 - 1992) Hombre Tango Concierto Para Quinteto Michelangelo ‘70 Adiós Nonino Marcelo Nisinman Porquoi tu te leves Astor Piazzolla Las cuatro estaciones porteñas Verano Porteño Otoño Porteño Primavera Porteña Invierno Porteño Milonga del Angel Escualo Oblivion (Piazzolla/Nisinman) Francanapa Marcelo Nisinman bandoneón Federica Vignoni violino Massimo Felici chitarra Paola Crisigiovanni pianoforte Daniele De Pascalis contrabbasso 21 domenica 23 agosto, ore 21.00 Chiostro di Palazzo San Martino • MONOPOLI martedì 25 agosto, ore 21.00 Chiostro di Palazzo San Martino • MONOPOLI nel Centenario del Genocidio GAYANEH E ALTRE STORIE ARMENE Ensemble ‘05 22 Molto usata anche nel cinema, da Billy Wilder (Uno, due, tre), Woody Allen (Scoop) e Joel Cohen (Mr. Hula Hop), la Danza delle spade è il brano più celebre del compositore armeno Aram Khachaturian. Ed è tratta dal balletto Gayaneh, dal nome della giovane contadina protagonista della storia che ispira il titolo di questo progetto sonoro dell’Ensemble ’05 nel centenario del genocidio armeno. Una tragedia che viene ricordata con le musiche di autori armeni del recente passato, come Khachaturian, appunto (del quale viene proposta una suite proprio dal Gayaneh), o di Armen Tigranyan, ma anche di Eduard Abrahamyan e Arno Babadjanian. Così come di compositori dei nostri giorni, come l’anziano Tigran Mansurian e il più giovane Vache Sharafyan. Senza dimenticare Komitas Vardapet, padre Komitas, al secolo Sogomon Sogomonian, l’archimandrita della chiesa apostolica armena e papà della moderna musica di quel popolo, del cui martirio fu testimone diretto con ferite dalle quali non riuscì più a guarire. Karine Minasyan soprano Federica Vignoni violino Roberto Mansueto violoncello Antonia Valente pianoforte Vache Sharafyan (1966) Voices of the Invisible Butterflies per pianoforte Aram Khachaturian (1903-1978) Gayaneh Suite (1941) per violino e pianoforte Sabre Dance Ayesha’s Dance Nuneh Variation Lullaby Komitas Vardapet (1869-1935) Erkinqn Ampel E, Schachkr-Schuchk Oror Hoy Nasan Eduard Abrahamyan (1923-1986) Akh, Inch Lav En Sari Vra Armen Tigranyan (1879-1950) Aria dall’opera Anoush Komitas Vardapet Kaqavi Erg per voce e pianoforte SUITE AL CUBO Umberto Clerici violoncello Il termine Suite significa successione. E, infatti, nelle sue Suite per violoncello solo, Bach stilizzò forme di danza eterogenee nate e sviluppatesi nel corso di molti anni e in aree geografiche molto diverse, accostandole, appunto, in successione. Da questo concetto di eterogeneità germina la Suite al cubo, in cui l’idea stessa di una successione di brani diversi viene moltiplicata per se stessa, e la diversità fra i brani di cui è composta viene estremizzata: ne deriva un corpo musicale organico che ruota attorno a un centro tonale comune, caratterizzato da una grande varietà di generi e stili, ma che mantiene la stessa struttura drammaturgica delle suites di Bach, per le caratteristiche e il ruolo che le singole danze hanno al suo interno. Johann Sebastian Bach (1685-1750) SUITE AL CUBO Preludio Johann Sebastian Bach Allemanda Paul Hindemith (1895-1963) Corrente Gyorgy Ligeti (1923-2006) Sarabanda Johann Sebastian Bach Gavotte I e II Giovanni Sollima (1962) Giga Gaspar Cassadò (1897-1966) Tigran Mansurian (1939) Lament per violino Arno Babadjanian (1921-1983) Trio per violino, violoncello e pianoforte Largo-Allegro espressivo Andante Allegro vivace 23 SUITE Suite n. 3 in do maggiore BWV 1009 Preludio - Allemanda - Corrente - Sarabanda Bourrée I e II - Giga Preludio dalla Suite n. 6 in re maggiore BWV 1012 Mäßig Schnell, 2° movimento dalla Sonata op. 25 Capriccio dalla Sonata Sarabanda dalla Suite n. 2 in re minore BWV 1008 Alone Intermezzo e danza finale dalla Suite Spagnola dedicata a Pablo Casals giovedì 27 agosto, ore 21.00 Chiostro di Palazzo San Martino • MONOPOLI sabato 29 agosto, ore 21.15 Chiostro Santa Chiara • MOLA DI BARI PICTURES AT ANOTHER EXHIBITION LA CAMERA DELLE MERAVIGLIE! Antonia Valente & Ensemble ‘05 24 Dai quadri di un’esposizione all’altra. Passeggiando all’interno di un museo immaginario, sulle musiche di Leo Brouwer e Modest Musorsgskij, cui il grande compositore e chitarrista cubano qualche anno fa strizzò l’occhio con il suo Pictures at Another Exhibition per pianoforte, violino e corno. Il confronto è tutto da ascoltare. Perché anche Brouwer si fece ispirare dalla pittura. Sei opere d’arte, dal Giardino delle delizie di Bosch alla Pop Construction di Rauschenberg, passando per Delacroix, Goya, Lam e Modigliani, per una sequenza ricca della vitalità ed energia latino-americana. Mentre, com’è noto, Musorgskij nel 1874 trovò ispirazione in una collezione di quadri dell’amico Viktor Hartmann scomparso l’anno prima, completando una partitura per pianoforte successivamente orchestrata da Maurice Ravel. Qui, invece, il Festival Ritratti presenta I quadri di un’esposizione nella versione per pianoforte, archi e percussioni realizzata da Clarice Assad. Ensemble ‘05 orchestra da camera Antonia Valente pianoforte Stephanie Praduroux direttore Leo Brouwer (1939) Pictures at Another Exhibition (2005) The Garden of Earthly Delights (Hieronymus Bosch) Portrait de Chopin (Eugene Delacroix) Los Desastres de la Guerra (Francisco Goya) The Jungle (Wilfredo Lam) Reclining Nude (Amedeo Modigliani) Pop Construction (Robert Rauschenberg) Modest Musorgskij Quadri da un’esposizione (1874) Ricordo di Viktor Hartmann (1839-1881) Promenade Gnomus (Promenade) Il vecchio castello (Promenade) Tuileries (Disputes d’enfants après jeux) Bydlo (Promenade) Balet nevylupivšihsja ptencov (Balletto dei pulcini nei loro gusci) Samuel Goldenberg und Schmuÿle Promenade Limoges, le marché (La grande nouvelle) Catacombae (Sepulcrum romanum) - Cum mortuis in lingua mortua Izbuška na kur’ih nožkah (Baba-Yaga) Bogatyrskie vorota v stol’nom gorode Kieve (La grande porta di Kiev) Minella - Brunetto Duo Silvano Minella, violinista che è stato ospite della Carnegie Hall e del Teatro alla Scala, e che è anche noto per la sua attività con il Nuovo Trio Fauré e i complessi cameristici I Solisti di Milano e I Solisti di Cremona, suona il suo Mattia Albani del 1695 in un recital nel quale la pianista Flavia Brunetto lo affianca in un dialogo incessante e paritario tra i due strumenti, finalizzato ad esaltare le vibrazioni del canto e dei ritmi popolari in Mozart, Falla e Grieg. Si parte, infatti, con il clima festoso della Sonata KV 454, tra i capolavori delle sonate per violino e pianoforte composte dal genio di Salisburgo durante il decennio viennese, per passare alle sonorità iberiche della Suite popoulaire Espagnole, versione per violino e pianoforte delle Siete canciones populares españolas, per la quale Falla prese spunto da una serie di melodie popolari trovate nelle principali fonti del tardo Ottocento. Una modulazione mediterranea prima di chiudere con il clima nordico e campestre della Sonata in sol maggiore op.13 di Grieg. Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) Sonata in si bemolle maggiore KV 454 Largo. Allegro Andante Allegretto Manuel de Falla (1876-1946) Suite popoulaire Espagnole Nana Cancion Asturiana Jota Polo Edvard Grieg (1843-1907) Sonata in sol maggiore op.13 Lento doloroso, poco allegro Allegretto tranquillo Allegro animato 25 domenica 30 agosto, ore 21.00 Chiostro di Palazzo San Martino • MONOPOLI martedì 1 settembre, ore 20.30 Nor Arax • BARI nel Centenario del Genocidio POUR TOI, ARMÉNIE omaggio a Charles Aznavour prima nazionale 26 Dopo l’esperienza del cd Solidago di alcuni anni fa, Cristina Zavalloni - voce versatile in grado di spaziare dal jazz al repertorio classico, antico e contemporaneo - torna a celebrare Charles Aznavour, lo straordinario chansonnier di origine armena (il cui vero nome è Shanhour Vaghinagh Aznavourian) che non sarebbe mai nato se la madre non fosse sopravvissuta al genocidio del 1915. Nel centenario della tragedia, ancora scolpita nella memoria del popolo discendente dal leggendario Haik, Pour toi, Arménie è contemporaneamente un delicato tributo a uno dei grandi poeti della musica transalpina, tra i pochi a conquistare persino il difficile pubblico americano. Dunque, un omaggio alle sue indimenticabili melodie, per l’occasione riarrangiate da Paola Crisigiovanni e, in un progetto originale e inedito, reinterpretate dalla cantante emiliana nel suo inconfondibile stile eclettico e trasversale, qui sostenuto dall’Ensemble ’05, formazione «a geometria variabile» nella quale convivono un’anima acustica e una elettrica, una classica e una sperimentale. Cristina Zavalloni voce Ensemble ‘05 Cristiano Arcelli sax Massimo Felici chitarre Paola Crisigiovanni pianoforte Pasquale Gadaleta contrabbasso Cristiano Calcagnile batteria Sara Sartore oboe Federica Vignoni violino I Cristina Ciura violino II Marta Cacciatore viola Ludovica Rana violoncello POUR TOI, ARMÉNIE omaggio a Charles Aznavour Charles Aznavour (1924) Tous les visages de l’amour Vivre avec toi Si tu m’emportes Ed io tra di voi Qui? Les plaisirs démodés La mamma Le cabotin (L’istrione) Pour toi, Arménie e altri grandi successi 27 domenica 6 settembre, ore 20.30 Castello Angioino • MOLA DI BARI L’AMORE? DA CAMERA, MA NON SOLO! Rizzi - Pascale Duo 28 L’amore, nella musica da camera. E nel grande repertorio d’opera. Tutto in una sera. Da Richard Strauss, le cui qualità di melodista sono ulteriormente certificate dalla produzione liederistica, al centro di questo concerto e compresa tra le allucinazioni di Allerseelen e i palpiti amorosi di Schlagende Herzen, ai grandi autori italiani tra Ottocento e Novecento, Bellini Verdi e Puccini, con un rapido excursus nel teatro d’opera, dal belcantismo alle origini del Verismo. Nel mezzo, altra produzione da camera, prima del brasiliano Heitor Villa-Lobos, poi di una coppia di autori spagnoli formata da Enrique Granados e Joaquín Turina e, infine, l’argentino Carlos Guastavino, con cui il programma fa un balzo in pieno Novecento. Ma solo sotto il profilo anagrafico, perché il compositore scomparso nel 2000 a Buenos Aires dev’essere ascritto a quella genia di compositori moderni legati linguisticamente alla tradizione romantica contro ogni avanguardismo e sperimentalismo. Marzia Saba Rizzi soprano Angela Pascale pianoforte Richard Strauss (1864-1949) Allerseelen (dai Lieder op. 10) Cacilie (dai Lieder op. 27) Morgen (dai Lieder op. 27) Schlagende Herzen (dai Lieder op. 29) Heitor Villa-Lobos Serestas n. 13 Serenata (1887-1959) Joaquin Turina (1882-1949) Cancionas I Preambolo Lo Mejor del Amor mercoledì 9 settembre, ore 20.30 Cattedrale • ACQUAVIVA DELLE FONTI EMBRACE THE UNIVERSE progetto di Emanuele Arciuli Ci sono due prime mondiali nel progetto “americano” Embrace the Universe curato, con il coordinamento di Paola Antonioli, da Emanuele Arciuli partendo dall’omonimo nuovo lavoro che Bernadette Speach dedica all’11 settembre. Lo sguardo è, dunque, sulla produzione musicale statunitense contemporanea, con attenzione a quattro autori di area newyorkese, che - a una formazione accademica - associano interesse per il jazz, la world music, il rock e l’elettronica. Pertanto, oltre alle prime di Leach e Speach si ascolteranno musiche di Michael Gordon, proveniente dall’esperienza dei Bang on a Can, probabilmente il più famoso ensemble di musica contemporanea del nostro tempo, e di Kyle Gann, compositore, ma anche musicologo, critico musicale e personaggio rilevante della cultura della Grande Mela negli ultimi venticinque anni, che ha parlato di «totalismo» per indicare questo complesso così eterogeneo di personalità. Caratteri artistici tenuti insieme dalla vitalità e dalla libertà dei loro percorsi, qui affrontati in un concerto che si avvale di docenti, allievi ed ex allievi del Conservatorio di Bari, risorse centrali nella vita musicale e culturale pugliese. in coproduzione con il Conservatorio di Musica Piccinni di Bari Maria Meerovich soprano Milena Storti mezzosoprano Emanuele Cicciomessere tenore Paolo Messa viola Emanuele Arciuli pianoforte Coro Cappella Musicale Corradiana direttore Antonio Magarelli Orchestra del Conservatorio Piccinni direttore Giovanni Pelliccia Michael Gordon Romeo per orchestra Carlos Guastavino La Rosa y el Sauce (1912-2000) Mary Jane Leach (1949) Prospero’s Sigh per pianoforte e orchestra (prima mondiale) Giuseppe Verdi (1813-1901) È strano! è strano; Sempre libera; Addio del passato (da La Traviata) Vincenzo Bellini (1801-1835) Qui la voce sua soave (da I Puritani) Bernadette Speach (1948) Embrace the Universe per soprano, viola, pianoforte, celesta, coro e orchestra (prima mondiale) Giacomo Puccini (1858-1924) Sì, mi chiamano Mimì (da La Bohéme) La Canzone di Doretta (da La Rondine) Kyle Gann (1955) Transcendental Sonnets per soprano, tenore, coro e orchestra 29 giovedì 10 settembre, ore 21.00 Chiesa di Santa Teresa dei Maschi • BARI venerdì 11 settembre, ore 20.30 Teatro Petruzzelli • BARI sabato 12 settembre, ore 20.30 Cattedrale • MOLFETTA VILLANELLE ALLA NAPOLITANA de diversi musici di Barri Viaggio nella Bari del Rinascimento 30 La preziosa raccolta di Villanelle a tre voci pubblicata a Venezia nel 1574 a cura del musico barese Giovanni de Antiquis ci offre l’occasione per un vero e proprio viaggio nel tempo. Queste brevi composizioni di carattere profano ci raccontano molto della società dell’epoca passando con disinvoltura da amori verso dame angelicate a versi più leggeri e alquanto allusivi, attraverso arditi giochi di parole e immagini simboliche. L’endecasillabo, verso “nobile” per eccellenza, domina ampiamente in questi piccoli gioielli del nostro passato, ma vi sono anche accenni di ritmi popolari. Oltre ad alcune composizioni dello stesso de Antiquis (che fu a lungo musico della Basilica di San Nicola) saranno presentate in questo concerto anche musiche di diversi autori, tra cui Stefano Felis (che si chiamava Gatto, ma latinizzò il suo cognome), Pomponio Nenna, Giovanni Berardino Fanello, Giovanni Francesco Violanti, Cola Carduccio ed altri ancora. Ensemble Florilegium Vocis Ensemble Santa Teresa dei Maschi direttore Sabino Manzo EMBRACE THE UNIVERSE progetto di Emanuele Arciuli Ci sono due prime mondiali nel progetto “americano” Embrace the Universe curato, con il coordinamento di Paola Antonioli, da Emanuele Arciuli partendo dall’omonimo nuovo lavoro che Bernadette Speach dedica all’11 settembre. Lo sguardo è, dunque, sulla produzione musicale statunitense contemporanea, con attenzione a quattro autori di area newyorkese, che - a una formazione accademica - associano interesse per il jazz, la world music, il rock e l’elettronica. Pertanto, oltre alle prime di Leach e Speach si ascolteranno musiche di Michael Gordon, proveniente dall’esperienza dei Bang on a Can, probabilmente il più famoso ensemble di musica contemporanea del nostro tempo, e di Kyle Gann, compositore, ma anche musicologo, critico musicale e personaggio rilevante della cultura della Grande Mela negli ultimi venticinque anni, che ha parlato di «totalismo» per indicare questo complesso così eterogeneo di personalità. Caratteri artistici tenuti insieme dalla vitalità e dalla libertà dei loro percorsi, qui affrontati in un concerto che si avvale di docenti, allievi ed ex allievi del Conservatorio di Bari, risorse centrali nella vita musicale e culturale pugliese. in coproduzione con il Conservatorio di Musica Piccinni di Bari Maria Meerovich soprano Milena Storti mezzosoprano Emanuele Cicciomessere tenore Paolo Messa viola Emanuele Arciuli pianoforte Coro Cappella Musicale Corradiana direttore Antonio Magarelli Orchestra del Conservatorio Piccinni direttore Giovanni Pelliccia Michael Gordon Romeo per orchestra Mary Jane Leach (1949) Prospero’s Sigh per pianoforte e orchestra (prima mondiale) Bernadette Speach (1948) Embrace the Universe per soprano, viola, pianoforte, celesta, coro e orchestra (prima mondiale) Kyle Gann (1955) Transcendental Sonnets per soprano, tenore, coro e orchestra 31 venerdì 17 luglio, ore 21.00 Chiesa del Purgatorio • PALO DEL COLLE sabato 19 settembre, ore 20.30 Castello Angioino • MOLA DI BARI Per il ciclo «Raccontare la musica» Musicisti di Puglia MUSICA EX MACHINA Omaggio a Domenico Guaccero 32 L’ESTASI DEL MOMENTO: L’IMPROVVISAZIONE Il fascino del suono nell’elaborazione elettronica, e la sua organizzazione in tempo reale, attraverso la composizione istantanea, sono due elementi che hanno segnato la ricerca di Domenico Guaccero, compositore barese di Palo del Colle che fu uno dei compositori italiani più rappresentativi della Nuova Musica negli anni ‘60 e ‘70, la cui attitudine alla sperimentazione lo portò ad essere tra i pionieri della ricerca elettronica, anche nel teatro, tra i terreni privilegiati della propria attività e riflessione. Con elaborazioni e improvvisazioni elettroacustiche della sua produzione, Gabriele Panico, Gianni Lenoci e Massimo Felici omaggiano una delle dimensioni più radicali del compositore pugliese attraverso sintesi, nastri, campionamenti e modulazioni: l’improvvisazione elettroacustica diviene, così, il terreno di confronto tra musica da camera e jazz d’avanguardia, psichedelia e musica concreta, in un processo creativo dal moto sempre nuovo, in sintonia con il musicista più libero del Novecento italiano. Definire Gianni Lenoci un musicista borderline potrebbe non bastare a rendere l’idea. Perché il pianista monopolitano, partito dall’accademismo per approdare alla tradizione afro-americana, una volta approfondito il linguaggio di Bill Evans prima, e di Paul Bley e Mal Waldron dopo, non si muove solo lungo il confine tra classica, jazz, elettronica e musica contemporanea (è uno specialista di Morton Feldman), ma anche separatamente dentro ognuno di questi territori. Ed è, naturalmente, un musicista che, nel corso della propria attività artistica e didattica, accanto a mostri sacri del jazz d’avanguardia come il contrabbassista William Parker o ad esponenti illustri della musica di confine come Markus Stockhausen e Steve Potts, ha metabolizzato in maniera straordinaria il significato di musica improvvisata, che illustra in questa performance divulgativa per piano e voce insieme all’allieva Luisa Tucciariello. Ensemble Il Tempo Sospeso Gabriele Panico Gianni Lenoci Massimo Felici Gianni Lenoci pianoforte Luisa Tucciariello voce Domenico Guaccero (1927-1984) Orestiade (1970) Luz (1973) Black Out (1974) Variazioni 3 (1968) 33 lunedì 21 settembre, ore 20.30 Basilica di San Nicola • BARI martedì 22 settembre, ore 20.30 Auditorio della Vallisa • BARI in collaborazione con Notti Sacre e Polifonica barese Biagio Grimaldi MAGNIFICAT La musica sacra di Johann Sebastian Bach 34 PSALLITE Sebbene tutte le composizioni della sterminata produzione di Johann Sebastian Bach siano di altissimo livello, ve ne sono alcune che svettano per la ricchezza della materia musicale. Tra queste si colloca il Magnificat (BWV 243). I solisti ed il coro sono protagonisti insieme ad un’orchestra dall’ampio ventaglio timbrico che comprende, oltre agli archi, tre trombe, due oboi, l’oboe d’amore, il fagotto e i timpani. Nel corso del concerto, che fa parte di un ciclo intrapreso dalla Cappella di Santa Teresa dei Maschi nell’ambito del progetto Soli Deo Gloria, si potrà ascoltare anche l’Oratorio di Pasqua (Oster Oratorium BWV 249), composizione forse meno nota ma altrettanto significativa. Al di là del significato religioso di queste composizioni immortali, la musica del Magnificat e dell’Oratorio di Pasqua è emozionante e coinvolgente. Con gli strumenti antichi a ricreare la magia del suono dell’epoca di Bach nello scenario maestoso di San Nicola. Giovanni Pierluigi da Palestrina, massimo esponente del Cinquecento e della scuola polifonica romana rinascimentale, è l’autore di punta di questo raffinato concerto sacro durante il quale si può ascoltare un florilegio di composizioni religiose all’interno di una serata intitolata Psallite, antico invito liturgico al canto salmodico. L’obiettivo è mettere a confronto scuole di musica sacra della grande tradizione italiana, attraverso l’ascolto di alcuni brani polifonici, da Palestrina, appunto, a Francesco Durante, il compositore napoletano diventato pupillo di Alessandro Scarlatti. Ma si possono anche scoprire creazioni di autori praticamente sconosciuti, come il pugliese Antonio Pansini, lo spagnolo Tomás Luis de Victoria e il bolognese Girolamo Cavazzoni, contemporaneo di Palestrina e molto abile nell’alternare la severità contrappuntistica con la fantasia della Toccata, sino a rivelare un’immediatezza d’espressione dell’arte organistico-liturgica che si affermerà con Frescobaldi. Johann Sebastian Bach (1685-1750) Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525-1594) Mottetti a 4 e 6 voci Sicut cervus (prima et secunda pars) Viri galilaei (prima et secunda pars) Tomas Luis de Victoria (1548-1611) Taedet animam meam Cappella Musicale Corradiana Requiem a 4 voces (1583) direttore Antonio Magarelli Introitus Kyrie Girolamo Cavazzoni (1520-1577) Magnificat primi toni (in alternatim) Antonio Pansini (1703-1791) Miserere a quattro voci con organo obbligato Francesco Durante (1684-1755) Messa secondo lo stile Prenestino senza veruno stromento Kyrie Gloria Oratorio di Pasqua (BWV 243) per soli, coro e orchestra Magnificat BWV 249 per soli, coro e orchestra Tiziana Falco soprano Tiziana Portoghese mezzosoprano Sebastiano Giotta tenore Giuseppe Naviglio baritono Coro della Polifonica Barese Biagio Grimaldi Ensemble Florilegium Vocis Orchestra Santa Teresa dei Maschi direttore Sabino Manzo 35 mercoledì 23 settembre, ore 20.30 Auditorio del Museo Diocesano • MOLFETTA giovedì 24 settembre, ore 20.30 Palazzo Ducale • MARTINA FRANCA OH, LACRIME 36 venerdì 25 settembre, ore 20.30 Auditorio della Vallisa • BARI sabato 26 settembre, ore 20.30 Auditorio del Museo Diocesano • MOLFETTA OPUS NUMBER ZOO L’amore può rendere folli e deliranti. E i musicisti hanno tratto profonda ispirazione dal dolore dei cuori infranti soprattutto durante l’epoca Barocca, dai suoi albori sino alla fase del tardo-illuminismo cui, per esempio, il Così fan tutte di Mozart legittimamente appartiene. Ma bisogna guardare indietro, sino a Claudio Monteverdi, uno dei grandi maestri del madrigale e della disillusione amorosa, per avere un quadro chiaro dell’argomento. Tuttavia, non si possono trascurare Giovanni Felice Sances, il cantante e compositore che fu tenore nella cappella dell’Imperatore Ferdinando II d’Asburgo, e una contemporanea dell’autore del Combattimento di Tancredi e Clorinda, la misconosciuta cantante e compositrice veneta Barbara Strozzi, figlia illegittima del poeta e librettista Giulio Strozzi, nonché autrice di diversi madrigali, e negli ultimi anni oggetto di numerose riscoperte, anche per mano di musicisti trasversali come Uri Caine e Paolo Fresu. Ecco un programma dedicato agli spettatori più giovani. Protagonista il Quintette Bohémien, ensemble composto da strumentisti a fiato, anch’essi giovani, e tutti baresi. Singolare il programma, che spazia dalla musica salottiera ottocentesca - precisamente, il Potpourri Fantastico sul Barbiere di Siviglia del Sig. Rossini realizzato da Giulio Briccialdi - a quella di autori che più hanno sperimentato nuovi linguaggi nel Novecento. Il fulcro e punto di partenza di questo percorso musicale è, infatti, la singolare opera di Luciano Berio dalla quale prende il titolo il concerto, Opus Number Zoo. Un lavoro concepito per un pubblico di giovani nel 1951 e rivisto nel 1970, con i quattro brani corrispondenti ciascuno a un testo letterario ispirato a vicende di animali, declamato dagli stessi esecutori, isolatamente o assieme. E, per l’occasione, messi a confronto con i lavori di altri autori contemporanei, il cornista francese Didier Favre, l’arrangiatore statunitense Denes Agay e l’estone Arvo Pärt. Prothimia Ensemble Victoria Cassano soprano Luca Alfonso Rizzello violino e viola Pietro Modesti cornetto Mathilde Vialle viola da gamba Giulio Quirici tiorba e chitarra barocca Gilberto Scordari organo Didier Favre (1961) Quintette Bohèmien Vent de folie (2002) Giacomo Bozzi flauto Denes Agay (1911-2007) Francesco Larenza oboe Five easy dances (1956) Tommaso Difonzo clarinetto Polka - Tango - Bolero - Waltz - Rumba Gabriele Nuzzi fagotto Giulio Briccialdi (1818-1881) Vito Vernì corno Potpourri Fantastico sul Barbiere di Siviglia del Sig. Rossini Luciano Berio (1925-2003) Opus Number Zoo, racconti infantili per quintetto di fiati (Milano 1951; 1970) testi di Rhoda Levine (traduzione Arvo Pärt (1935) italiana di Vittoria Ottolenghi) Quintettino (1964) Ballo campestre Schnell Il Cavallo Langsam Il Topo Mäßig I Gattacci Giovanni Felice Sances (1600 - 1679) Pianto della Madonna Claudio Monteverdi (1567 - 1643) Et è pur dunque vero Pierre Sandrin (c. 1490 - c. 1561) Doulce Memoire con diminuzioni per la Viola nello stile di F. Rognoni Luzzasco Luzzaschi (1545 - 1607) T’amo mia vita Barbara Strozzi (1619 - 1677) Eraclito Amoroso Johann J. Froberger (1616 - 1667) Fantasia sopra Sol La Re Antonio Bertali (c. 1605 - 1669) Sonata n.2 (Partiturbuch, Gotha) Clément Janequin (c. 1485 - 1558) Toutes les nuits con diminuzioni per la Viola Giovanni Felice Sances Lagrimosa beltà in Ciaccona 37 domenica 27 settembre, ore 20.30 Castello Angioino • MOLA DI BARI domenica 27 settembre, ore 20.30 Palazzo Ducale • MARTINA FRANCA nel Centenario del Genocidio CONTEMPORANEA, MA NON TROPPO Fuzzy Duo 38 Tra gli autori di musica contemporanea che hanno scritto musiche per sax c’è l’americano (di origini polacche) Robert Muczynski, nel segno del quale si apre questo concerto dedicato a uno degli strumenti simbolo della musica del Novecento (si pensi al jazz). Uno strumento al quale hanno iniziato progressivamente a porre parecchia attenzione in Giappone, anche solo dal punto di vista esecutivo. Cosa che ha fatto Takashi Yoshimatsu, autore della Fuzzy Bird Sonata, pagina dallo stile particolarmente eclettico. Mentre a un linguaggio sostanzialmente neoclassico deve ricondursi Prélude, Cadence et Finale del francese Alfred Desenclos. Tutt’altro discorso va fatto, invece, per Astor Piazzolla, il musicista cui si deve l’introduzione del tango nelle sale da concerto, anche con lo Studio n. 3, brano inserito in questo programma che si conclude con la Pequena Czardas, la composizione più famosa del sassofonista spagnolo Pedro Iturralde, impegnato a fondere jazz e flamenco, un tempo anche accanto a Paco De Lucia. Andrea Carrozzo sax Giambattista Chiatante pianoforte Robert Muczynski (1929-2010) Sonata Takashi Yoshimatsu (1953) Fuzzy Bird Sonata Alfred Desenclos (1912-1971) Prélude, Cadence et Finale Astor Piazzolla (1921-1992) Tango-étude n.3 Pedro Iturralde (1929) Pequena Czardas PATARAG Voci dall’Armenia Poco si conosce della musica e dei compositori armeni, popolo travagliato e noto alle cronache soprattutto per i tragici eventi del 1915 e la successiva diaspora. Il concerto è un’occasione per ascoltare una composizione di un autore vissuto a cavallo tra il XIX ed il XX secolo: Padre Komitas (Komitas Vardapet), un religioso che fu tra l’altro attento studioso del folklore ed è tuttora ricordato come il «Bartòk armeno». Padre Komitas, che nel 1915 fu inviato in esilio, sopravvisse alla tragedia del suo popolo ma ne fu profondamente segnato e terminò i suoi giorni in una clinica psichiatrica di Parigi. Nella sua produzione musicale è compresa una composizione estremamente suggestiva intitolata Patarag (Liturgia Divina) per coro a cappella. La musica di Padre Komitas eseguita dal gruppo vocale Florilegium Vocis diventa lo spunto per una riflessione sulla storia armena e per la prima esecuzione assoluta di alcune nuove composizioni di autori contemporanei ispirate a quelle tristi vicende, Lanaro, Morra, Da Rold, Durighello. Ensemble Florilegium Vocis direttore Sabino Manzo 39 lunedì 28 settembre, ore 20.30 San Benedetto • ACQUAVIVA DELLE FONTI martedì 29 settembre, ore 20.30 Auditorio della Vallisa • BARI nel Centenario del Genocidio OPUS NUMBER ZOO 40 Ecco un programma dedicato agli spettatori più giovani. Protagonista il Quintette Bohémien, ensemble composto da strumentisti a fiato, anch’essi giovani, e tutti baresi. Singolare il programma, che spazia dalla musica salottiera ottocentesca - precisamente, il Potpourri Fantastico sul Barbiere di Siviglia del Sig. Rossini realizzato da Giulio Briccialdi - a quella di autori che più hanno sperimentato nuovi linguaggi nel Novecento. Il fulcro e punto di partenza di questo percorso musicale è, infatti, la singolare opera di Luciano Berio dalla quale prende il titolo il concerto, Opus Number Zoo. Un lavoro concepito per un pubblico di giovani nel 1951 e rivisto nel 1970, con i quattro brani corrispondenti ciascuno a un testo letterario ispirato a vicende di animali, declamato dagli stessi esecutori, isolatamente o assieme. E, per l’occasione, messi a confronto con i lavori di altri autori contemporanei, il cornista francese Didier Favre, l’arrangiatore statunitense Denes Agay e l’estone Arvo Pärt. Quintette Bohèmien Didier Favre (1961) Giacomo Bozzi flauto Vent de folie (2002) Francesco Larenza oboe Denes Agay (1911-2007) Tommaso Difonzo clarinetto Five easy dances (1956) Gabriele Nuzzi fagotto Polka - Tango - Bolero - Waltz - Rumba Vito Vernì corno Giulio Briccialdi (1818-1881) Potpourri Fantastico sul Barbiere di Siviglia del Sig. Rossini Luciano Berio (1925-2003) Opus Number Zoo, racconti infantili per quintetto di fiati (Milano 1951; 1970) testi di Rhoda Levine (traduzione Arvo Pärt (1935) italiana di Vittoria Ottolenghi) Quintettino (1964) Ballo campestre Schnell Il Cavallo Langsam Il Topo Mäßig I Gattacci PATARAG Voci dall’Armenia Poco si conosce della musica e dei compositori armeni, popolo travagliato e noto alle cronache soprattutto per i tragici eventi del 1915 e la successiva diaspora. Il concerto è un’occasione per ascoltare una composizione di un autore vissuto a cavallo tra il XIX ed il XX secolo: Padre Komitas (Komitas Vardapet), un religioso che fu tra l’altro attento studioso del folklore ed è tuttora ricordato come il «Bartòk armeno». Padre Komitas, che nel 1915 fu inviato in esilio, sopravvisse alla tragedia del suo popolo ma ne fu profondamente segnato e terminò i suoi giorni in una clinica psichiatrica di Parigi. Nella sua produzione musicale è compresa una composizione estremamente suggestiva intitolata Patarag (Liturgia Divina) per coro a cappella. La musica di Padre Komitas eseguita dal gruppo vocale Florilegium Vocis diventa lo spunto per una riflessione sulla storia armena e per la prima esecuzione assoluta di alcune nuove composizioni di autori contemporanei ispirate a quelle tristi vicende, Lanaro, Morra, Da Rold, Durighello. Ensemble Florilegium Vocis direttore Sabino Manzo 41 mercoledì 30 settembre, ore 21.00 Santa Maria Amalfitana • MONOPOLI RARIORA ET MIRABILIA Rarità e Capolavori per violino, viola e viola d’amore Alessandro Tampieri 42 Forse pochi ricordano Enrico Maria Salerno e le gemelle Kessler esaltare ognuno il proprio strumento all’inizio della splendida commedia musicale di Garinei e Giovannini Viola, violino e viola d’amore. Alessandro Tampieri, primo violino dell’Accademia Bizantina e membro stabile dei più rinomati complessi di early music europei e americani, che negli anni ha costantemente allargato i propri interessi nel campo della musica antica (con un particolare talento per l’improvvisazione), è un virtuoso di tutti e tre questi strumenti. E ne dà ampia dimostrazione in un unico concerto nel quale passa dai lavori di due autori del Barocco sconosciuti al grande pubblico, lo svedese Johan Helmich Roman e il tedesco Christian Petzold, a due mostri sacri dello stesso periodo, Telemann e Bach. Di quest’ultimo il musicista ravennate, il cui talento già da qualche anno è al servizio degli allievi del Conservatorio di Monopoli, esegue la Partita in re minore BWV 1004, uno dei monumenti della letteratura violinistica di tutti i tempi. Johan Helmich Roman (1694-1758) Assaggio a violino solo in re minore BeRI 311 Preludio - Allegro - Andante - Allegro Christian Petzold (1677-1733) Partita in fa maggiore per viola d’amore Air - Courant - Saraband - Menuet I & II - Gavott - Gigue Bourrée Georg Philipp Telemann Sonata in re maggiore Twv 40:1 per viola sola (1681-1767) (dall’originale per viola da gamba) Andante - Vivace - Recitativo Arioso - Vivace Johann Sebastian Bach (1685 - 1750) Partita in re minore BWV 1004 per violino solo Allemanda - Corrente - Sarabanda - Giga - Ciaccona mercoledì 30 settembre, ore 20.30 Auditorio della Vallisa • BARI PSALLITE Giovanni Pierluigi da Palestrina, massimo esponente del Cinquecento e della scuola polifonica romana rinascimentale, è l’autore di punta di questo raffinato concerto sacro durante il quale si può ascoltare un florilegio di composizioni religiose all’interno di una serata intitolata Psallite, antico invito liturgico al canto salmodico. L’obiettivo è mettere a confronto scuole di musica sacra della grande tradizione italiana, attraverso l’ascolto di alcuni brani polifonici, da Palestrina, appunto, a Francesco Durante, il compositore napoletano diventato pupillo di Alessandro Scarlatti. Ma si possono anche scoprire creazioni di autori praticamente sconosciuti, come il pugliese Antonio Pansini, lo spagnolo Tomás Luis de Victoria e il bolognese Girolamo Cavazzoni, contemporaneo di Palestrina e molto abile nell’alternare la severità contrappuntistica con la fantasia della Toccata, sino a rivelare un’immediatezza d’espressione dell’arte organistico-liturgica che si affermerà con Frescobaldi. Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525-1594) Mottetti a 4 e 6 voci Sicut cervus (prima et secunda pars) Viri galilaei (prima et secunda pars) Tomas Luis de Victoria (1548-1611) Taedet animam meam Cappella Musicale Corradiana Requiem a 4 voces (1583) direttore Antonio Magarelli Introitus Kyrie Girolamo Cavazzoni (1520-1577) Magnificat primi toni (in alternatim) Antonio Pansini (1703-1791) Miserere a quattro voci con organo obbligato Francesco Durante (1684-1755) Messa secondo lo stile Prenestino senza veruno stromento Kyrie Gloria 43 venerdì 2 ottobre, ore 18.00 Fondazione Paolo Grassi • MARTINA FRANCA sabato 3 ottobre, ore 21.00 Castello Angioino • MOLA DI BARI nel Centenario del Genocidio Musicisti di Puglia MAURO GIULIANI un virtuoso pugliese a Vienna Massimo Felici & Ensemble ‘05 44 Il Festival Ritratti presenta, in collaborazione con la Fondazione Paolo Grassi, il cd Mauro Giuliani: Rarities and Masterpieces selezionato e finanziato con il contributo di Puglia Sounds. Dopo Morning In Iowa (Soundset, U.S.A. 2012) e Ulysses (Digressione Music, 2013), è la terza produzione discografica dell’Ensemble ’05, che rende omaggio a un grande musicista pugliese con un disco che viene presentato da Marco Riboni, autore della monografia edita da Epos nel 2011. Nato a Bisceglie, amico e contemporaneo di Rossini, di Beethoven e di Schubert, che ne stimavano le qualità di virtuoso e compositore, Mauro Giuliani fu l’esponente più rappresentativo della chitarra durante il classicismo viennese. Virtuoso da camera dell’Imperatrice Maria Luisa, Giuliani ha lasciato circa 200 composizioni per chitarra, di musica vocale e da camera, oltre a tre Concerti per chitarra e orchestra. Massimo Felici chitarra Damiana Mizzi soprano Antonia Valente pianoforte Mauro Giuliani (1781-1829) Variazioni op. 114 per chitarra sull’aria O cara memoria dall’opera Il Prigioniero di Michele Carafa Due rondò op. 68 per chitarra e pianoforte Sei arie nazionali scozzesi per chitarra The soldier’s return - This is no my ain lassie Coming through the rye -Jennys bawbee a reel - The blue bells of Scotland - The old country bumpkin Sechs Lieder op. 89 per voce e chitarra Abschied - Lied aus der Ferne - Abschied - Lied Ständchen - An das Schicksal PATARAG Voci dall’Armenia Poco si conosce della musica e dei compositori armeni, popolo travagliato e noto alle cronache soprattutto per i tragici eventi del 1915 e la successiva diaspora. Il concerto è un’occasione per ascoltare una composizione di un autore vissuto a cavallo tra il XIX ed il XX secolo: Padre Komitas (Komitas Vardapet), un religioso che fu tra l’altro attento studioso del folklore ed è tuttora ricordato come il «Bartòk armeno». Padre Komitas, che nel 1915 fu inviato in esilio, sopravvisse alla tragedia del suo popolo ma ne fu profondamente segnato e terminò i suoi giorni in una clinica psichiatrica di Parigi. Nella sua produzione musicale è compresa una composizione estremamente suggestiva intitolata Patarag (Liturgia Divina) per coro a cappella. La musica di Padre Komitas eseguita dal gruppo vocale Florilegium Vocis diventa lo spunto per una riflessione sulla storia armena e per la prima esecuzione assoluta di alcune nuove composizioni di autori contemporanei ispirate a quelle tristi vicende, Lanaro, Morra, Da Rold, Durighello. Ensemble Florilegium Vocis direttore Sabino Manzo 45 martedì 6 ottobre, ore 20.30 Auditorio della Vallisa • BARI mercoledì 7 ottobre, ore 21.00 Santa Maria Amalfitana • MONOPOLI in coproduzione con Grandezze & Meraviglie Festival Musicale Estense di Modena ITALIAN SOLACE 46 La viola da gamba lega con un filo rosso Italia e Gran Bretagna tra XVI e XVII secolo. Alcune famiglie di solisti e compositori italiani si trasferiscono in Inghilterra (i Lupo, i Ferrabosco) e vi inaugurano scuole che sono all’origine del successo oltre Manica dello strumento. E con uomini e strumenti emigrano anche usi musicali, generi e prassi. Così, la moda di inventare contrappunti da linee vocali molto semplici del repertorio profano (come il Browning Tune) o sacro (come l’In Nomine) ha origini nelle più antiche prassi italiane della polifonia strumentale sul Cantus Firmus. Nasce una “lingua musicale”, che si intreccia continuamente con la ricerca sui “modi del canto”, cioè l’utopia di ripetere con gli strumenti ogni piega retorica e poetica della voce. Ed è la viola da gamba ad essere indicata costantemente come lo strumento più capace di raccogliere la sfida già consegnata alla musica da Leonardo da Vinci: “raffigurare le cose invisibili”. Ensemble L’Amoroso Caroline Pelon soprano Guido Balestracci viola da gamba e direzione Gioacchino De Padova viola da gamba Patxi Montero viola da gamba Ugo Di Giovanni liuto ITALIAN SOLACE William Cobbold (1560-1639) Elway Bewin (1554-1638) Brownings & New fashions Salomone Rossi (1570-1630) Sonata sopra Ruggiero Quel Augellin che canta (Bergamasca) Luzzasco Luzzaschi (1545-1607) Benedetto Ferrari (1603-1681) Ch’io non t’ami Amanti io vi so dire (Ciaccona) 47 Christophe Tye (1505-1573) John Taverner (1490-1545) Orlando Gibbons (1583-1625) In Nomine John Dowland (1563-1626) William Byrd (1539-1623) John Dowland Now, O now Lullaby Come again John Dowland-Anonimo If my complaints - When Daphne Can she excuse my wrongs William Byrd Girolamo Frescobaldi (1583-1643) Benedetto Ferrari Ut re mi fa sol la Partite sopra Ciaccona Queste pungenti spine giovedì 8 ottobre, ore 20.30 Auditorio del Museo Diocesano • MOLFETTA sabato 10 ottobre, ore 20.30 Santa Teresa dei Maschi • BARI Venerdì 9 ottobre, ore 20.30 Sala Colafemmina • ACQUAVIVA DELLE FONTI nel Centenario del Genocidio GAYANEH E ALTRE STORIE ARMENE Ensemble ‘05 48 Molto usata anche nel cinema, da Billy Wilder (Uno, due, tre), Woody Allen (Scoop) e Joel Cohen (Mr. Hula Hop), la Danza delle spade è il brano più celebre del compositore armeno Aram Khachaturian. Ed è tratta dal balletto Gayaneh, dal nome della giovane contadina protagonista della storia che ispira il titolo di questo progetto sonoro dell’Ensemble ’05 nel centenario del genocidio armeno. Una tragedia che viene ricordata con le musiche di autori armeni del recente passato, come Khachaturian, appunto (del quale viene proposta una suite proprio dal Gayaneh), o di Armen Tigranyan, ma anche di Eduard Abrahamyan e Arno Babadjanian. Così come di compositori dei nostri giorni, come l’anziano Tigran Mansurian e il più giovane Vache Sharafyan. Senza dimenticare Komitas Vardapet, padre Komitas, al secolo Sogomon Sogomonian, l’archimandrita della chiesa apostolica armena e papà della moderna musica di quel popolo, del cui martirio fu testimone diretto con ferite dalle quali non riuscì più a guarire. Karine Minasyan soprano Federica Vignoni violino Roberto Mansueto violoncello Antonia Valente pianoforte Vache Sharafyan (1966) Voices of the Invisible Butterflies per pianoforte Aram Khachaturian (1903-1978) Gayaneh Suite (1941) per violino e pianoforte Sabre Dance Ayesha’s Dance Nuneh Variation Lullaby Komitas Vardapet (1869-1935) Erkinqn Ampel E, Schachkr-Schuchk Oror Hoy Nasan Eduard Abrahamyan (1923-1986) Akh, Inch Lav En Sari Vra Armen Tigranyan (1879-1950) Aria dall’opera Anoush Komitas Vardapet Kaqavi Erg per voce e pianoforte LA MUSICA DEL TESORO DI SAN GENNARO La musica sacra di Nicola Fago C’è stato un tempo in cui i giovani musicisti pugliesi di talento emigravano a Napoli per perfezionarsi e poi assumere ruoli di prestigio nei Conservatori e nelle istituzioni religiose della città. Fu questo il caso di Franceso Nicola Fago (1677-1745), che dalla natìa Taranto giunse nella capitale del Regno per studiare presso il Conservatorio della Pietà dei Turchini con Francesco Provenzale, a cui succedette nel 1705 divenendo a sua volta maestro di Leonardo Leo, Nicolò Jommelli e molti altri protagonisti della Scuola Napoletana. Riportando alla luce alcune composizioni di Fago mai eseguite in tempi moderni ci si è resi conto del grande valore di queste musiche ingiustamente dimenticate. Il programma del concerto ripercorre, pertanto, un Vespro della Cappella del Tesoro di San Gennaro, di cui Fago, che conservò sempre il soprannome di “Tarantino”, fu maestro dal 1709 al 1731. Ai Salmi ed al Magnificat finale composti da Fago si alternano alcune composizioni strumentali di autori a lui coevi. Ensemble Florilegium Vocis Orchestra Santa Teresa dei Maschi direttore Sabino Manzo Girolamo Frescobaldi (1583-1643) Toccata avanti il Vespro solenne per organo solo Tigran Mansurian (1939) Lament per violino Arno Babadjanian (1921-1983) Trio per violino, violoncello e pianoforte Largo-Allegro espressivo Andante Allegro vivace Nicola Fago (1677-1745) Dixit Dominus a 5 voci con violini e basso continuo Nicola Porpora (1686-1766) Adagio dalla Sinfonia op.2 per violini e basso continuo Nicola Fago Beatus vir a 5 voci con violini e basso continuo Laudate Pueri a 3 voci e basso continuo Niccolò Jommelli (1714-1774) Trio sonata op.1 per violini e basso continuo Nicola Fago Nisi Dominus a 4 voci con violini e basso continuo Confitebor tibi a 3 voci con violini e basso continuo Magnificat a 5 voci con violini, trombe, oboi e basso continuo 49 martedì 13 ottobre, ore 20.30 Auditorio della Vallisa • BARI sabato 17 ottobre, ore 21.00 Castello Angioino • MOLA DI BARI mercoledì 14 ottobre, ore 20.30 Auditorio del Museo Diocesano • MOLFETTA LA MANO DELL’ARCO Academia Graecensis di Graz 50 Come ricorda David D. Boyden nel libro The violin family, prima del 1750 esistevano più modi di tenere lo strumento ad arco che Paganini portò nell’Ottocento ai vertici del virtuosismo. Il violino veniva, infatti, poggiato sul braccio e sul collo. Ma anche sul petto, come per esempio faceva Pietro Antonio Locatelli, cavandone un suono di una purezza cristallina frutto di tecnica ardita che solo Paganini riuscì a eguagliare. In quest’ultimo caso, il violino veniva suonato con una presa che per diverso tempo era stata usata nella musica di danza. E il concerto dell’Academia Graecensis si propone di grande interesse proprio perché i musicisti, tutti provenienti dalla Universität für Musik und darstellende Kunst di Graz, suonano con questa tecnica seicentesca di raro ascolto, dunque con i violini al petto e il basso di violino suonato in piedi. E suonano un repertorio di autori vissuti tra il Sedicesimo e il Diciassettesimo secolo non frequente nelle sale da concerto. in coproduzione con Grandezze & Meraviglie Festival Musicale Estense di Modena Academia Graecensis di Graz Sofija Krsteska violino Aliona Piatrouskaya violino Maria Kaluzhskikh violino Gabriele Toscani violino e violone Ľubica Paurová clavicembalo Sonate a 1-4 violini e basso Giovanni Gabrieli (c 1555-1612) Giovanni Battista Fontana (1571-1612) Giovanni Battista Buonamente (1595-1630) Biagio Marini (1597-1665) Marco Uccellini (1603-1680) I COLORI DELLA SPAGNA Gomez – Valero Duo Non fa una piega il ragionamento di Renato Di Benedetto sul «colore» spagnolo di certe composizioni, che l’autorevole storico della musica considera giustamente non l’essenza del carattere nazionale della produzione di Albeniz, Granados e Falla, quanto piuttosto un «connotato di cosmopolitismo», visto che a quella fonte inesauribile di impressioni esotiche si stavano abbeverando, e continuano a farlo, molti musicisti di varia nazionalità (soprattutto francese). Tuttavia alla musica iberica fa inevitabilmente pensare il colore inconfondibile che ha illuminato le composizioni di quegli autori che furono protagonisti, a cavallo tra Ottocento e Novecento, della rinascita della cultura musicale spagnola e che in questo raffinato concerto, dedicato al repertorio per violoncello e pianoforte e affidato a due giovani musicisti spagnoli, rappresentano il punto di partenza per una digressione in un repertorio di nomi meno frequentati e conosciuti. Ramon Gomez violoncello Pilar Valero pianoforte Manuel de Falla (1876-1946) Melodia - Romanza Enrique Granados (1867-1916) Madrigal Xavier Montsalvatge (1912-2002) Evocaciòn Joaquìn Nin (1979-1949) Suite Española Vieja Castilla Murciana Asturiana Andaluza Ricardo Lamote De Griñon (1899-1962) Elegia Manuel de Falla Danza del fuego Enrique Granados Trova Gaspar Cassadò (1897-1966) Requiebros 51 domenica 25 ottobre, ore 19.30 Teatro van Westerhout • MOLA DI BARI SEASONS & CINEMA 52 Che ci fanno Le quattro stagioni di Antonio Vivaldi nel programma di un concerto dedicato alla musica da film? Non tutti forse ricordano l’utilizzo fattone da un regista di culto, il coreano Park-Chan Wook, nella violentissima Trilogia della vendetta. E stesso discorso vale per i registi Olivier Nakache ed Eric Toledano, che inserirono le note della Primavera nella loro commedia Quasi amici. Insomma, nulla di strano accostare, in una serata che celebra il mondo del cinema e le sue colonne sonore più celebri, il Prete Rosso a Nino Rota, a John Williams, a Luis Bacalov e ad Ennio Morricone, compositori che hanno scritto tra le pagine di musica più belle per il grande schermo e che, non a caso, sono stati tutti premiati con l’Oscar. Non ha, invece, ricevuto la statuetta Astor Piazzolla, anch’egli autore per il cinema e per l’occasione celebrato con l’esecuzione di Tanti anni prima (Ave Maria) dall’Enrico IV di Marco Bellocchio. Orchestra da Camera Orfeo Stillo Fernando Romano direttore Giuseppe Arnaboldi violino solista Antonio Vivaldi (1678- 1741) Le Quattro Stagioni Concerto in Mi maggiore per violino, archi e basso continuo Op.8 no.1 / RV 269 La Primavera (Allegro-Largo-Allegro) Concerto in Sol minore per violino, archi e basso continuo Op.8 no.2 / RV 315 L’Estate (Allegro non molto.Allegro-Adagio-Presto) Concerto in Fa maggiore per violino, archi e basso continuo Op.8 no.3 / RV 293 L’Autunno (Allegro, Adagio molto, Allegro) Concerto in Fa minore per violino, archi e basso continuo Op.8 no.4 / RV 297 L’Inverno (Allegro non molto-Largo-Allegro) Nino Rota (1911-1979) Valzer brillante (dal Il Gattopardo) John Williams (1932) Schindler’s list Luis Bacalov (1933) Il Postino Ennio Morricone (1928) Gabriel’s Oboe (da Mission) Love theme (da Nuovo Cinema Paradiso) Astor Piazzolla (1921-1992) Ave Maria «Tanti anni prima» (da Enrico IV) sabato 7 novembre, ore 21.00 Teatro van Westerhout • MOLA DI BARI TABLEAU MUSICAL Frank Wasser pianoforte Il pianista tedesco Frank Wasser (direttore del Nuovo Berliner Klaviertrio) è uno specialista del XX secolo. E in questo concerto traccia un percorso a ritroso partendo proprio da un capolavoro del primo Novecento, la prima delle due serie delle Études-tableaux di Rachmaninov, ipervirtuosistiche miniature sonore per pianoforte, concepite sulle tracce di Chopin e Liszt nella forma più congeniale al compositore russo. E un impegno virtuosistico comporta anche la prima serie delle coloristiche Images di Debussy, il «Claude de France», con il quale Wasser compie una deviazione geografica prima di tornare in Russia nel segno di Skrjabin e di un trittico dai suoi Studi, vere e proprie rappresentazioni di stati d’animo. Toni cupi ed esplosioni luminose si alternano, quindi, in Vision (dagli Studi trascendentali) di Listz, del quale Wasser propone anche il bozzetto paesaggistico Au bord d`un source (dagli Anni di pellegrinaggio) e il virtuosismo (in funzione timbrica) della macabra Totentanz nella trascrizione per pianoforte solo. Sergej Vasil’evič Rachmaninov (1873-1943) Études-tableaux op. 33 Nr. 1, 2, 5 Claude Debussy (1862-1918) Images I Aleksandr Nikolaevič Skrjabin (1872-1915) Etudes op. 65 Nr. 1, 2, 3 Franz Liszt (1811-1886) Vision (da Studi Trascendentali) Au bord d`un source (da Anni di Pellegrinaggio. Primo anno:Svizzera) Totentanz 53 domenica 15 novembre, ore 19.30 Teatro van Westerhout • MOLA DI BARI CHOPIN E IL CONCERTO DEGLI ADDII 54 Chopin e il pianoforte, un’unica entità. Al punto che il compositore polacco riuscì a trovare ispirazione solo attraverso il suono dell’amato strumento. Non è un caso che la stragrande maggioranza della sua produzione risulti per pianoforte solo. E tra l’altro, quando decise di scrivere gli unici suoi due Concerti per orchestra, il pensiero musicale sembrò illuminarsi solo del colore bianco e nero dei tasti, che pure in questa pagina di straordinaria invenzione melodica producono un’infinità di colori. A parte la robusta introduzione strumentale d’assieme, il vero e unico protagonista del Concerto n. 1, con cui l’11 ottobre 1830 Chopin diede l’addio alle scene e alla Polonia, rimane il pianoforte, qui affidato al talento e al magistero di Piero Rotolo. Perché più che a un rapporto dialogico con lo strumento solista, all’orchestra è demandato un ruolo di accompagnamento e di suggerimento dei temi. Piero Rotolo pianoforte Luigi Piovano direttore Orchestra Ico della Magna Grecia Frederick Chopin Concerto n.1 in mi minore op.11 per pianoforte e orchestra (1810-1849) Allegro maestoso Romanza: Larghetto Rondò: Vivace Johann Strauss Jr. Ballgeschichten Walzer (1825-1899) Colonnen Walzer sabato 21 novembre, ore 21.00 Teatro van Westerhout • MOLA DI BARI NO-LIMITS! Giovanni Sollima violoncello Musicista estremo. Come un freeclimber delle sette note. Non a caso, si è esibito anche in quota: a 3.200 metri, sul ghiacciaio della Val Senales. Suonando, con una temperatura di 20 gradi sotto zero, un ice-cello. Proprio così, un violoncello di ghiaccio, appositamente costruito per lui, il siciliano Giovanni Sollima: uno sperimentatore sonoro incallito, anche in condizioni normali, quando suona il suo Francesco Ruggeri del 1679. Gli piace l’etichetta di artista no-limits: passa dalle Suite di Bach a Purple Haze di Hendrix. E non solo per questo si è meritato l’appellativo di «Jimi Hendrix del violoncello». A Sollima piace esplorare tutte le possibilità, senza frontiere. Per questo si è guadagnato la stima di un pubblico trasversale, che va dal metallaro al cultore della classica. E, infatti, con lui la musica contemporanea è diventata un nuovo territorio d’incontro tra accademismo, ricerca, linguaggi della contemporaneità ed elettronica. Che per l’occasione fonde in un concerto a sorpresa: la normalità, almeno per lui. 55 ORFEO FUTURO 2015 I LUOGHI Rete dei Festival di Musica d’Arte ALBEROBELLO ACQUAVIVA DELLE FONTI Il TRULLO SOVRANO è trullo più grande del paese. Fatto costruire dalla famiglia Perta nella metà del Settecento, questo edificio a due piani è adibito a museo ed è possibile visitarne l’interno, arredato secondo il gusto d’epoca, ricostruito tramite le testimonianze dei più anziani abitanti alberobellesi. Durante il periodo estivo, il Trullo Sovrano ospita manifestazioni quali spettacoli teatrali, concerti e serate di cultura e poesia. La CATTEDRALE, edificata nel secolo XVI sulle rovine romaniche, fu subito detta Palatina, per difenderla dalle mire dei vescovi baresi. Tra le tante opere d’arte contenute, di massimo rilievo sono due altari della cripta, l’uno in in doppia lamina d’argento e l’altro rivestito interamente di lamine dello stesso metallo. Su quest’ultimo domina un dipinto di fattura bizantina di Madonna col Bambino. BARI Valgono la visita della CHIESA DI SAN BENEDETTO una grande tela sulla destra della navata, datata 1591 e restaurata di recente, che raffigura la Badessa Agata Acquaviva con San Benedetto e San Bernardo, e il piccolo e bellissimo organo seicentesco. Il TEATRO PETRUZZELLI, il maggior della regione, tra i più importanti d’Europa, rinato dopo il rogo del 1992, con il restauro delle strutture, degli arredi e degli impianti tecnici, è un capolavoro tra i tanti edifici per lo spettacolo presenti nella regione. VISITA GUIDATA, UN’ORA PRIMA DEL CONCERTO, A CURA DEGLI ESPERTI DELLA FONDAZIONE LIRICO-SINFONICA PETRUZZELLI La CHIESA DI SANTA TERESA DEI MASCHI fu eretta tra il 1690 e il 1696 per volere dei Carmelitani, come si evince nella lunetta del timpano della facciata. La denominazione, di derivazione popolare, era utilizzata per evitare la confusione con l’omonima chiesa gestita dalla Carmelitane (da cui Chiesa di Santa Teresa “delle Donne”), oggi non più esistente. L’interno, con pianta a croce greca, è arricchito da una serie di tele di Andrea Miglionico (16631718), allievo di Luca Giordano, e tre paliotti di altare in legni intarsiati. La VALLISA, l’antica chiesa dei Raveddise, cioè dei ravellesi, è tra i più antichi edifici di culto visibili a Bari; recuperata alla sua struttura romanica nel 1962 e adattata ad auditorio negli anni ‘80, è oggi tra i più importanti contenitori culturali della città. VISITA GUIDATA, UN’ORA PRIMA DEL CONCERTO, A CURA DELL’ASSOCIAZIONE L’AMOROSO NOR ARAX, il villaggio armeno creato a Bari nel 1926 per volontà del poeta Hrand Nazariantz allo scopo di ospitare alcune famiglie di profughi scampate al primo genocidio del ‘900. Un luogo della memoria per gli armeni di Bari, un luogo simbolo delle politiche di accoglienza. VISITA GUIDATA, UN’ORA PRIMA DEL CONCERTO, A CURA DEL CENTRO STUDI NAZARIANTZ La SALA COLAFEMMINA è posta al piano terra del Palazzo de’ Mari ed è intitolata alla memoria del giovane biblista acquavivese. Il recente restauro ha portato alla luce un bellissimo affresco di Madonna. Il palazzo incorpora l’antico castello normanno, i successivi ampliamenti angioini e i resti di un recinto fortificato utilizzato dagli Acquaviva d’Aragona, che lo trasformarono in dimora signorile, poi ancora abitato dalla famiglia De Mari di Genova, nei secoli XVII-XVIII, durante i quali esisteva anche una sala teatrale ed una galleria delle pitture. VISITE GUIDATE, UN’ORA PRIMA DEL CONCERTO, A CURA DELL’ARCHEO CLUB DI ACQUAVIVA DELLE FONTI MARTINA FRANCA Il PALAZZO DELLA FONDAZIONE PAOLO GRASSI è situato nell’ex convento di San Domenico. La struttura è contigua alla Chiesa di San Domenico ed è uno degli esempi più significati dell’architettura del XV secolo. Dal 1994 parte del primo piano e tutto il secondo piano (l’ex carcere) sono stati destinati dal Comune di Martina Franca a sede della Fondazione Paolo Grassi, inaugurata nel 2008 e diventata un punto di riferimento per le iniziative culturali della città del Festival della Valle d’Itria. Il PALAZZO DUCALE, simbolo del potere del ducato dei Caracciolo, fu edificato nel 1668 su progetto di Giovanni Andrea Carducci, bergamasco residente a Martina. Il bellissimo edificio si compone di molti spazi, ciascuno dei quali merita una visita: la Sala dei Duchi e la Cappella Ducale, la Foresteria, le sale della Galleria, le Sale dell’Arcadia, del Mito e della Bibbia, la Sala delle Feste (che oggi ospita il Consiglio Comunale), la Sala della Riconciliazione, la Sala degli Stemmi. In ciascuna di esse si possono ammirare opere d’arte pittorica, sculture, affreschi, stemmi e arredi. VISITA GUIDATA, UN’ORA PRIMA DEL CONCERTO, A CURA DELL’ASSOCIAZIONE L’AMOROSO ORFEO FUTURO 2015 I LUOGHI Rete dei Festival di Musica d’Arte MOLA DI BARI La CHIESA e il CHIOSTRO DI SANTA CHIARA furono edificati a partire dal 1723 e completati nel 1778 su disegno dell’architetto Vincenzo Ruffo di Cassano. La struttura ha un’architettura jonico-corinzia, ben armonizzata che dà al tempio un’elegante maestosità. Nel prospetto quattro colonne di ordine jonico sostengono un frontone triangolare. L’interno è sobrio e lineare: un dipinto tardo barocco di F. Fischetti sull’altare maggiore rappresenta la liberazione di Assisi e del Convento di San Damiano dai saraceni per intercessione di Santa Chiara. Notevoli anche i due dipinti degli altari laterali: l’Immacolata a destra e San Francesco d’Assisi a sinistra, entrambi di scuola napoletana del secolo XVIII. Il tempio fu consacrato nel 1778 dal Vescovo di Oria. A questo è annesso un ex-convento di Clarisse le quali, con la soppressione dei beni ecclesiastici, furono allontanate e si ritirarono in una abitazione. La prima pietra dell’exmonastero fu benedetta nel 1723 dal Vescovo di Polignano a Mare. La costruzione fu ultimata nel 1731 e in quello stesso anno furono ammesse le suore di Santa Chiara. Attualmente il complesso è sede dell’Accademia di Belle Arti di Bari e, durante la stagione estiva, numerose sono le iniziative culturali svolte all’interno dell’incantevole e ampio chiostro. Con la forma di un “poligono stellare” a pianta quadrangolare il CASTELLO ANGIOINO è il solo che abbia questa forma tra quelli esistenti sulla costa da Barletta a Trani a Bari a Monopoli. Il suo nucleo originario fu fondato da Carlo I d’Angiò intorno al 1278. In seguito, tra il 1535 e il 1540, l’imperatore Carlo V fece realizzare la cinta bastionata inglobando le precedenti strutture, dotata dei nuovi e dei vecchi sistemi di difesa (cannoniere e caditoie). Oggi è tornato a nuovo splendore assolvendo alla funzione di contenitore culturale: mostre, concerti, convegni, proiezioni di film e presentazione di libri animano questa fortezza. Costruito nel 1888, il TEATRO COMUNALE NICCOLÒ VAN WESTERHOUT venne intitolato nel 1892 al celebre cittadino molese, il compositore di lontane ed evidenti origini fiamminghe. Il 18 aprile 1896 venne portata in scena, sul piccolo palco del teatro, Doña Flor, opera in un solo atto dello stesso van Westerhout, con dedica a ‘Mola mia città nativa’. Negli ultimi anni dell’Ottocento e nei primi del Novecento il teatro ospitò importanti produzioni liriche quali Rigoletto, Traviata, Barbiere di Siviglia, Pagliacci, Cavalleria Rusticana. Il progetto originario, redatto dall’ingegnere Vittorio Chiaia, comprendeva una platea di 102 posti, 8 palchi di primo ordine, un anfiteatro di prospetto di prima fila di 67 posti, 2 palchi di proscenio, un palcoscenico con 6 camerini. La volta fu dipinta da Ernesto Giaquinto, il sipario realizzato da Battista Domenico di Bari e riproduce la Danza degli Amorini di Francesco Albano. Nel 1908 furono costruiti i palchi di secondo ordine ed avviati lavori e il rifacimento della volta affidati a Menotti Greco e al pittore barese Nicola Colonna che vi raffigurò Apollo e le nove Muse. Gli ultimi lavori di restauro, conclusi nel 2000, hanno riconsegnato un piccolo gioiello: l’interno si presenta ai visitatori come un piccolo salotto, impreziosito da stucchi, specchi e ori; platea con file di poltrone in velluto rosso; sullo sfondo il palcoscenico; palchi di primo e secondo ordine con parapetti decorati con fregi in oro, più il loggione, illuminati da appliques sferiche in cristallo satinato; sul parapetto del palco centrale del secondo ordine fa bella mostra di sé, su di uno scudo coronato circondato da foglie di alloro, il simbolo della città di Mola, la civetta. Rispetto alla platea, la decorazione dei palchi è più preziosa, soprattutto nei capitelli delle colonne che li separano. I possessori di biglietti AgimusFestival possono prenotare una visita guidata al n. 3492856438 MOLFETTA Edificata dai Gesuiti a partire dal secolo XVII, più volte rimaneggiata, dal 1785 la CATTEDRALE è la sede vescovile. Contiene alcune opere pittoriche e scultoree di importanti artisti meridionali e arredi lignei di grande rilievo, come la cantoria dell’organo. Il MUSEO DIOCESANO è invece allestito all’interno degli ambienti del Seminario Vescovile edificato dai Gesuiti a partire dal 1610. Dal 1881 raccoglie importanti raccolte di materiale archeologico proveniente dal Pulo di Molfetta e di reperti provenienti dalle zone archeologiche di Terlizzi e Bisceglie. Oggi è articolato in sei sezioni distinte: archeologia, lapidario, scultura, paramenti sacri, pittura, argenti. Bellissima la Biblioteca, all’interno di una monumentale sala affrescata, costituita da vari fondi librari tra qui quello di manoscritti, incunaboli e oltre duecento cinquecentine. VISITA GUIDATA, UN’ORA PRIMA DEL CONCERTO, A CURA DELLA COOPERATIVA FEART MONOPOLI Sito nel cuore del centro storico di Monopoli, accanto all’antico convento di San Domenico, PALAZZO SAN MARTINO è un edificio settecentesco appartenente alla Diocesi di Conversano-Monopoli; dal 2005 è sede principale dei concerti da camera del Festival Ritratti. Terminato nel 1552, come reca l’epigrafe e la dedicazione a Don Pedro de Toledo posta sulla facciata verso il mare, il CASTELLO CARLO V voluto dall’imperatore spagnolo ha recentemente ottenuto il certificato di eccellenza 2015 di Tripadvisor, la più grande community di viaggiatori del mondo. La parte più importante del maniero si trova dov’è situata un’antica chiesa bizantina del X secolo, testimonianza del monastero di San Nicola de Pinna. La storia della CHIESA DI SANTA MARIA AMALFITANA nasce nel 1059. Secondo tradizione, alcuni marinai di Amalfi, scampati ad una tempesta, scesero a pregare in una grotta di monaci basiliani presso la scogliera dove erano approdati. Ai monaci manifestarono il proposito di fare nella grotta un santuario e compiere così il voto fatto alla Madonna. Cento anni dopo, quando la presenza di questa colonia ebbe peso maggiore nella città cresciuta, gli amalfitani eressero sul tempietto sotterraneo la basilica romanica, che i restauri in questo secolo hanno riportato alla luce. La facciata rimane quella del Settecento, ma l’interno è stato restituito agli archi e alle colonne dell’antica armonia. PALO DEL COLLE La CHIESA DEL PURGATORIO sorge di fronte alla Chiesa Matrice. Fu costruita tra il 1669 e il 1673, mentre la facciata è del 1708; si tratta di un fulgido esempio di stile barocco. II portale centrale è arricchito di un piccolo gruppo di sculture, sovrastato da un orologio solare del 1881; il robusto e severo campanile è del 1734. ORFEO FUTURO 2015 BIGLIETTI Rete dei Festival di Musica d’Arte 60 AgimusFestival Ritratti 22, 28 luglio 15 € (intero) | 12 € (maggiori di 65 anni) | 8 € (minori di 30 anni) | 5 € (minori di 12 anni) 17 luglio 20 € (intero) | 15 € (ridotto) 24 luglio, 21 novembre 18 € (intero) | 15 € (maggiori di 65 anni) | 10 € (minori di 30 anni) | 5 € (minori di 12 anni) 5, 9 agosto 5 € posto unico 31 luglio, 4, 7, 12, 29 agosto, 17, 25 ottobre, 7, 15 novembre 10 € (intero) | 8 € (maggiori di 65 anni) | 5 € (minori di 30 anni) | 2 € (minori di 12 anni) 19, 20, 23, 25, 27, 30 agosto 10 € (intero) | 5 € (ridotto) 6, 19, 27 settembre 5 € (intero) | 3 € (maggiori di 65 anni) | 1 € (minori di 30 anni) 16, 30 settembre, 2, 7 ottobre ingresso libero ABBONAMENTI 100 € (adulti) | 50 € (maggiori di 65 anni) | 20 € (minori di 30 anni) (l’abbonamento comprende l’ingresso a 16 concerti, eccetto quelli del 22, 24 luglio, 21 novembre) ABBONAMENTI € 35 (l’abbonamento comprende l’ingresso a 8 concerti e il posto riservato per le manifestazioni a ingresso gratuito, previa prenotazione) Riduzione Family Ingresso gratuito per un minore di 18 anni; ridotto per un adulto; intero per un adulto Ingresso ridotto: giovani sotto i 26 anni e studenti dei Conservatori Progetto Scuola 25 ingressi gratuiti per scuole che riconosceranno crediti formativi per la frequenza di cicli di quattro concerti Ingresso gratuito per un accompagnatore di disabile INFO E PRENOTAZIONI (+39) 368 568412 | 393 9935266 www.associazionepadovano.it | [email protected] Biglietteria online su www.associazionepadovano.it Botteghino luogo e giorno del concerto a partire dalle ore 18.30 INFO E PRENOTAZIONI [email protected] - (+39) 320 6646395 - 320 8141845 Biglietteria online su www.ritrattifestival.it PREVENDITA IAT - Ufficio di Informazione e Accoglienza Turistica 0804140264 (tutti i giorni 9-13 | 15.30-21.30) PROLOCO Monopoli (tutti i giorni 10-13 | 17-20) BOTTEGHINO luogo e giorno del concerto a partire dalle ore 20.30 Anima Mea Oriente Occidente 1 settembre 10 € (intero) | 5 € (ridotto) 18 agosto 15 € (intero) | 12 € (maggiori di 65 anni) | 8 € (minori di 30 anni) | 5 € (minori di 18 anni) 22, 23, 24, 25, 26, 27, 28, 29, 30 settembre, 6, 8, 9, 13, 14 ottobre 5 € (intero) | 3 € (ridotto) 10 settembre, 3, 10 ottobre 10 € (intero) | 8 € (maggiori di 65 anni) | 5 € (minori di 30 anni) | 2 € (minori di 18 anni) 9, 11, 12 settembre ingresso libero 21 settembre ingresso libero Ingresso ridotto: over 70, minori di 16 anni e studenti dei Conservatori INFO www.santateresadeimaschi.it - [email protected] Botteghino luogo e giorno del concerto oppure presso La Vallisa (ore ufficio) Biglietteria online su www.santateresadeimaschi.it (+39) 340 4039545 - 339 3347692 - 348 4922738 20% di sconto per acquisto cumulativo di oltre 10 biglietti Ingresso gratuito per un accompagnatore di disabile non autosufficiente INFO www.animamea.it - [email protected] - (+39) 328 6677282 BOTTEGHINO luogo e giorno del concerto a partire dalle ore 18.30 61 ORFEO FUTURO 2015 PARTNERS Rete dei Festival di Musica d’Arte ORFEO FUTURO opera con il sostegno di con la collaborazione di Rete dei festival Puglia Sounds 62 Programmazione realizzata con i contributi di REGIONE PUGLIA Assessorato al Mediterraneo, Cultura e Turismo Direzione Generale dello Spettacolo dal Vivo ASSESSORATI ALLA CULTURA DEI COMUNI di BARI ACQUAVIVA DELLE FONTI ALBEROBELLO MARTINA FRANCA MOLA DI BARI MOLFETTA MONOPOLI FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI PUGLIA PALO DEL COLLE Accademia di Belle Arti - Bari ArcheoClub - Acquaviva delle Fonti Conservatorio di Musica Niccolò Piccinni - Bari Cooperativa FeART - Molfetta Diocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti Diocesi di Conversano-Monopoli Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi Festival della Valle d’Itria - Martina Franca Fondazione Paolo Grassi - Martina Franca Fondazione Petruzzelli e Teatri di Bari Grandezze & Meraviglie - Modena Libera Università Domenico Guaccero - Palo del Colle Premio Internazionale di Canto Lirico Valerio Gentile - Fasano Scuola di Musica A.M.A. - Alberobello 63 64 Seguici su Tutte le informazioni su orfeofuturo.it animamea.it associazionepadovano.it ritrattifestival.it santateresadeimaschi.it