Che cosa succede quando l’apoptosi non funziona? Il KO per Apaf‐1 arresta lo sviluppo embrionale Mancanza di apoptosi interdigitale Mancanza di attivazione della caspasi 3 Diminuita apoptosi in vitro di cellule Apaf‐1 ‐/‐ Ruolo dell’apoptosi nella tumorigenesi Aumento della sopravvivenza cellulare e riduzione dell’apoptosi nell’oncogenesi • mutatazione di geni oncosoppressori p53 (50% dei tumori umani ) • Iperespressione di Bcl-2 in alcune leucemie and linfomi B. • Perdita di espressione del fattore attivante l’apoptosi (Apaf-1) nel melanoma Malattie Associate a deregolazione dell’ Apoptosi Aumento Apoptosi AIDS Malattie Neurodegenerative malattia di Alzeheimer, Morbo di Parkinson, Malattia di Huntington Inhibizione Apoptosi Cancro linfoma Follicolare carcinomi con mutazione di p53 Malattie Autoimmuni Lupus erytematoso Sistemico Infectioni Virali Herpesvirus, poxvirus, adenovirus Ruolo dell’ apoptosi nelle Malattie Neurodegenerative • Apoptosi fisiologica durante lo sviluppo embrionale del cervello innescata dall’assenza di fattori di crescita • Tossicità di aggregati di proteine con anomalie strutturali possono innescare apoptosi nella malattia di Alzeheimer, nel morbo di Parkinson, nella malattia di Huntington (Caspasi 9 attivata nel cervello degli alzheimeriani) amyloid-β IC Ca2+ Oxidative stress Neuronal Receptors Apoptosis Aggregati -Huntington FADD/ Caspase 8 Apoptosis Malattie neurodegenerative e disfunzione mitocondriale • Perdita progressiva di neuroni: – disturbi della memoria, problemi motori, deficit cognitivi e comportamentali ‐>demenza ‐>morte • Fattori di rischio: – età, ambiente (tossine, alcool), malattie genetiche • In molte patologie, qualunque sia l’evento molecolare responsabile, la disfunzione mitocondriale risultante porta a morte cellulare ed al quadro di malattia Iperattività del nucleo subtalamico/globus pallidus Evidenze di disfunzione mitocondriale • Anni ‘80: un gruppo di designer tossicodipendenti mostra PD dopo esposizione a MPTP, che contamina alcuni lotti di eroina: – un metabolita del MPTP entra nei neuroni dopaminergici e inibisce la respirazione mitocondriale (complesso mitocondriale I): • stress ossidativo da produzione di ROS, aumento dei livelli di Ca++ intracellulare, diminuita produzione di energia, danno neuronale e morte • Il rotenone (che inibisce il complesso mitocondriale I) causa PD nei roditori; • Mutazioni nel mtDNA causano morte neuronale Identificazione di geni coinvolti in PD • Rare forme di PD ereditario hanno portato alla identificazione di mutazioni geniche nei pazienti: – alpha‐sinucleina – parkine – PINK1 – LRRK2 alpha‐Sinucleina • Fibrille di a‐Syn sono la maggior componente dei corpi di Lewy anche nei pazienti affetti da PD classico (non ereditario) • Mutazioni specifiche del gene per la a‐Syn sono state identificate in alcuni casi ereditari • Funzione normale: coinvolta nella plasticità sinaptica Ruolo della a‐Syn nel PD • Modelli animali: – topo: difficile da studiare per la ridondanza fra due geni (alpha e beta), dati non consistenti – Drosophila: iperespressione di a‐Syn porta a perdita di neuroni dopaminergici, inclusioni fibrillari intracellulari e sintomi locomotori • a‐Syn sembra coinvolta nel normale funzionamento dell’ER/Golgi: – la dopamina può generare ROS dopo ossidazione da parte delle monoaminoossidasi (MAO), per questo dopo la sintesi viene immediatamente immagazzinata in vescicole sinaptiche – Difetti dell’ER/Golgi portano ad un aumento dei livelli di dopamina ed accumulo di ROS, causa di danno mitocondriale Parkine • Ubiquitina‐ligasi che catalizza la ubiquitinazione di proteine danneggiate e la loro degradazione da parte del proteasoma • Perdita di funzione delle parkine: accumulo di proteine danneggiate (vari substrati identificati di cui alcuni mitocondriali) – danno secondario al mitocondrio (i mitocondri appaiono severamente danneggiati), non chiari i meccanismi PINK1 • Unica proteina associata a PD che localizza ai mitocondri, collegando chiaramente la sua funzione alterata a disfuzione mitocondriale • è una chinasi recentemente identificata, in corso di caratterizzazione • in Drosophila, mutazioni di PINK portano a perdita di neuroni dopaminergici ed aumentato stress ossidativo Altre forme di morte cellulare Necroptosi, entosi La necroptosi • Innescata da stimoli che più frequentemente inducono apoptosi: – legame di un ligando ai death receptors (processo quindi regolato) • Non richiede fuoriuscita di citocromo C, nè attivazione di caspasi nè coinvolge Bcl2 family • La membrana cellulare perde permeabilità, non c’è frammentazione nucleosomale del DNA, c’è perdita di funzionalità mitocondriale – tutti fenomeni simili alla morte per necrosi Possibili meccanismi molecolari • Danno cellulare che attiva stimoli pro‐ apoptotici (p.es. attivazione dei death receptors) – cellula che avvia il processo apoptotico • Contemporaneamente, il danno cellulare porta a disfunzione mitocondriale e perdita del pool di ATP – l’apoptosi non può procedere, e quindi la cellula prosegue il suo cammino verso la morte per necrosi L’adesione cellulare può portare alla ingestione di una cellula da parte della vicina Caratteristiche dell’entosi • L’adesione intercellulare (mediata da caderine ed altre molecole) è regolata dall’interazione delle cellule epiteliali con la matrice extracellulare, che orienta e limita le interazioni cellula‐cellula • In particolari condizioni in cui le cellule epiteliali non aderiscono alla matrice extracellulare, ci può essere un processo “estremo” di adesione che porta all’ingestione cellulare • Nelle prime fasi, il processo è reversibile e la cellula ingerita è vitale • La cellula ingerita (“entocita”) viene quindi degradata per fusione con i lisosomi dell’ospite • Un meccanismo di protezione anti‐metastatico? Tra la vita e la morte L’Autofagia Caratteristiche Autophagy is a response to nutrient stress to maintain adequate internal levels of nutrients (self‐ cannibalization). Role in cell death is best revealed if apoptosis is disabled (bax/bak‐/‐, caspase inhibitors, Bcl‐xL++). In nutrient‐poor conditions (or equivalent effects on mTOR signaling), autophagy maintains survival. In nutrient‐rich conditions, autophagy promotes cell death in response to other types of stress. Sopravvivenza o morte cellulare? • Nella maggior parte delle circostanze, l’autofagia costituisce un meccanismo di adattamento allo stress • Le modalità con cui l’autofagia si trasforma in un processo di morte cellulare non sono chiare – anche dopo estensiva auto‐cannibalizzazione in assenza di fattori di crescita, le cellule possono recuperare se trasportate in condizioni adeguate • Non ci sono evidenze che geni coinvolti nel processo di autofagia siano implicati in processi di morte cellulare fisiologica (es. sviluppo embrionale) – nematodi KO per bec‐1, ortologo di ATG6/beclina 1 e topi KO per la beclina 1 hanno un numero maggiore di cellule apoptotiche Autophagy/xenophagy • Autophagy “eat oneself” • Xenophagy “eat foreign matter” • Highly conserved and regulated process that maintains cellular homeostasis and protects cells against starvation and microbe invasion • 3 types: – macro‐autophagy – Microautophagy – chaperone‐mediated autophagy Autophagic process • Cytoplasmic organelles and portions of cytoplasm sequestered in double membrane‐ bound vacuoles • Source of membrane multifactorial (ribosome‐ free ER?) • Fuse with lysosomes Science 2004 306:990 Nature reviews microbiology 2004 2:301 Ultrastructural examples of apoptotic and autophagic cell death Levine, B. et al. J. Clin. Invest. 2005;115:2679‐2688 Copyright ©2005 American Society for Clinical Investigation Lum et al., 2005 3 Stages • Initiation: nutrient starvation, growth factor‐mediated starvation • Execution • Maturation Nature reviews microbiology 2004 2:301 Initiation:Signaling pathways • • • • • Trimeric G proteins Growth receptors PI3K (classes I & III) protein phosphatases mTOR Execution • • • • • • Requires covalent‐conjugation pathways Requires Atg3, Atg7, Atg10 – Homologs of ubiquitinylation proteins – Modifies pathway components but does not target them for degradation Production of PIP3 via hVPS34 (class III PI3K) – Inhibited by wortmanin, 3‐Methyladenine – Promotes proteolysis‐>production of amino acids Complex formed between hVPS34, Atg14, & Atg6 (Beclin‐1) which is necessary for downstream recruitment and localization of Atg5 & Atg12 Covalent linkage of Atg5 and Atg12 on pre‐autophagosomal membrane Protease cleavage of Atg8 (MAP1 Light chain 3 (LC3), followed by covalent lipidation to phosphatidylethanolamine and translocation to autophagosome membrane Fusion • Autophagosomes fuse with endosomes • Acquire characteristics of lysosomes – LAMP1 & 2 – Accessible to DAMP – Cathepsins, acid phosphatases • Vesicle fusion mediated by Rabs (Rab24) Involved in many processes • ATG6/Beclin 1: tumour suppressor gene – Deleted in sporadic breast, ovarian, prostate CA • • • • Dauer formation in C. elegans ATG5 & ATG7: Dictyostelium nitrogen starvation Prevent premature senescence Host defense against pathogen invasion Autofagia ed omeostasi cellulare • L’autofagia è coinvolta nella eliminazione di proteine danneggiate che se accumulate possono portare alla formazione di aggregati • Eliminazione di organelli malfunzionanti • Mentre l’eliminazione di proteine può essere svolta anche da altri sistemi (proteasoma), l’autofagia è l’unico processo cellulare che può portare alla degradazione di interi organelli (mitocondri, perossisomi, ecc.) Autofagia e malattie neurodegenerative • Autofagosomi si accumulano nel cervello dei pazienti affetti da diverse malattie degenerative – inizialmente, l’autofagia ritenuta come un meccanismo patogenetico e scatenante la morte cellulare – attualmente, almeno nei modelli animali è chiaro che l’autofagia rappresenta un meccanismo di difesa e l’accumulo di autofagosomi una risposta fisiologica e di tentativo di clearance delle componenti cellulari danneggiate Microbes & autophagy • Diverse strategies – Host defense – Bacterial manipulate it to survive intracellularly Nature reviews microbiology 2004 2:301 Autofagia e cancro • La dimostrazione che il gene per la beclina è perso in diversi tumori e quindi è un candidato oncosoppressore ha portato ad ipotizzare che l’autofagia sia un meccanismo prevalentemente di difesa contro i tumori • L’autofagia però può anche promuovere la sopravvivenza delle cellule tumorali in condizioni di stress (mancanza di nutrienti, trattamenti farmacologici) Modelli animali di studio del rapporto fra autofagia e cancro • Solo una copia di bec‐1 (beclina) è persa nei tumori mammari • Topi bec‐1 +/‐: diminuita autofagia, aumento della frequenza di diversi tipi di tumori • Due altri gene oncosoppressori (PTEN e p53) stimolano l’autofagia inibendo la funzione di TOR Autofagia ed invecchiamento • Il digiuno intermittente promuove la longevità • La dieta (restrizione calorica) è un induttore di autofagia in tutte le specie • La aumentata longevità indotta da restrizion calorica non viene mantenuta se vi è inattivazione dell’autofagia – modelli animali semplici (verme, moscerino) • Vi è una diminuita espressione dei geni “autofagici” con l’aumentare dell’età