8 Sanità & Medicina Eventi Lunedì 16 settembre 2013 Da sinistra: cellule leucemiche (in verde) interagiscono con linfociti T (in rosso) in un linfonodo ottenuto da un paziente con leucemia linfatica cronica. Il contatto induce proliferazione della componente neoplastica (in blu). Nella seconda foto: cellule “nutrici” (in verde e rosso) ottenute dal sangue di pazienti con leucemia linfatica cronica sostengono la crescita dei linfociti neoplastici (in rosso e blu), inquadrati, infine, ad alto ingrandimento nella terza immagine ■■ HUGEF / L’Human Genetics Foundation di Torino è una fondazione senza scopi di lucro costituita dalla Compagnia di San Paolo nel 2007 Promuovere la ricerca di eccellenza in genetica Sempre in una prospettiva multidisciplinare, privilegiando un modello innovativo di organizzazione L a Human Genetics Foundation di Torino (HuGeF) è una fondazione privata senza scopo di lucro che è stata formalmente costituita nel 2007 dalla Compagnia di San Paolo, dall’Università e dal Politecnico di Torino. Ha iniziato la sua attività di ricerca nel 2011. Si tratta di un Ente strumentale della Compagnia di San Paolo i cui organi sono il presidente (attualmente Alberto Piazza, professore di Genetica umana dell’Università di Torino), il Consiglio direttivo, il Comitato scientifico e il Comitato etico. Lo HuGeF si propone di sviluppare la ricerca di eccellenza e la formazione avanzata nei campi della genetica, genomica e proteomica umana in una prospettiva multidisciplinare. Inoltre ha lo scopo di integrare, in un’unica sede di lavoro e con un modello organizzativo innovativo, la genetica molecolare e cellulare, la genetica dello sviluppo e la variabilità genomica inter-individuale, avvalendosi di approcci teorici e piattaforme tecnologiche all’avanguardia. Al momento, i ricercatori dello HuGeF e di altri enti, quali l’Università e il Politecnico di Torino, svolgono la loro attività in cinque unità di ricerca: epidemiologia genetica e molecolare (coordinata da Paolo Vineis); variabilità genomica delle popolazioni umane e malattie complesse (guidata da Giuseppe Matullo); genetica del sistema immunitario (con a capo Silvia Deaglio); epigenetica (Salvatore Oliviero); inferenza statistica e biologia computazionale (Riccardo Zecchina). Più in dettaglio, l’Unità di Epidemiologia genetica e molecolare si occupa di analizzare i fattori ambientali e genetici che causano le malattie, con l’applicazione di tecniche genetiche ad alto rendimento e di tecniche molecolari, entro studi epidemiologici di grandi dimensioni. Le indagini molecolari mirano a identificare marcatori precoci o precursori di malattie croniche e a determinare l’esposizione interna a molecole coinvolte nella cancerogenesi (come cancerogeni genotossici). L’Unità di variabilità genomica delle popolazioni umane e malattie complesse si occupa dell’analisi della variabilità genetica e genomica delle popolazioni umane, con particolare riferimento allo studio dei meccanismi selettivi ed evolutivi che hanno determinato l’attuale configurazione genetica/genomica umana, la distribuzione geografica delle varianti geniche e la loro importanza per lo studio delle patologie complesse (ad esempio, malattie cardiovascolari e cancro) e per applicazioni di farmacogenetica/ farmacogenomica. Lo scopo principale dell’Unità di Genetica del sistema immunitario è la caratterizzazione di fattori ambientali e di meccanismi genetici che regolano le interazioni tra tumore e ospite. Le nuove tecnologie di sequenziamento del genoma hanno permesso l’identificazione di mutazioni e polimorfismi genetici associati alla patologia tumorale. Usando le sindromi linfoproliferative croniche a cellule B come modello malattia, il gruppo di ricerca si propone di capire l’impatto delle nuove mutazioni sull’economia di vita e di morte della cellula leucemica. Le ricadute attese, sfruttando modelli di coltura di cellule primarie da paziente in vitro e in modelli animali, riguardano l’identificazione di marcatori prognostici alternativi per la gestione dei pazienti con leucemia linfatica cronica e di nuovi bersagli terapeutici per una malattia tuttora inguaribile. Il lavoro dell’Unità di Epigenetica combina approcci cellulari, molecolari e di genomica globale per definire, sull’intero genoma, la rete di regolazione tra proteine regolatrici della trascrizione e le modificazioni della cromatina. Le modificazioni epigenetiche in risposta a segnali ambientali o di sviluppo determinano l’accessibilità al genoma da parte di regolatori determinando il differenziamento, la riprogrammazione delle cellule o la trasformazione cellulare. La trascrizio- I ricercatori dello HuGeF Da sinistra: Alberto Piazza, presidente di HuGeF con James Watson, co-scopritore della struttura a doppia elica del Dna e Nobel per la medicina nel 1962 ne dei geni negli eucarioti è sempre modulata da cambiamenti epigenetici. Il lavoro del gruppo di ricerca è mirato a comprendere i mec- canismi che determinano le varie modificazioni del Dna e degli istoni e a decifrarne il codice per comprendere, ed eventualmente influenzare, il destino delle cellule. Progetti in corso nel laboratorio affrontano lo studio delle modificazioni epigenetiche che determinano l’immortalità e la pluripotenza delle cellule staminali e quelle che intervengono nella trasformazione tumorale. L’Unità di inferenza statistica e biologia computazionale studia, invece, lo sviluppo di tecniche computazionali ispirate alla fisica statistica per applicazioni dedicate all’analisi di dati sperimentali e per problemi di inferenza e di modellizzazione in sistemi biologici complessi, in biologia molecolare e nelle neuroscienze. Gli obiettivi a breve periodo vertono sulla predizione della struttura di proteine e delle loro interazioni L’importanza della formazione e dello scambio Oltre ai seminari per studenti e ricercatori, lo HuGeF ha aperto le porte al pubblico, in occasione della Settimana della scienza U na delle attività che, insieme alla ricerca, è ritenuta di estrema importanza dallo HuGeF è quella dello scambio di conoscenze, idee e protocolli sperimentali con ricercatori che appartengono ad altre istituzioni. A tal fine, in collaborazione con la Scuola di dottorato di Scienze biomediche e Oncologia (curriculum in Genetica Umana) dell’Università di Torino, HuGeF ha organizzato una serie di seminari che hanno avuto molto successo di pubblico, sia tra i ricercatori che tra gli studenti. Nell’ambito di questa attività, HuGeF ha contribuito all’organizzazione del Golden Helix Symposium “Genomic Medicine: Translating Genes into Health”, che si è svolto dal 18 al 21 aprile 2012 a Torino. Il simposio si è articolato in 27 sessioni plenarie, di cui 5 con speaker HuGeF, mentre 34 sono stati i poster nelle sessioni Alcuni progetti in corso D elle numerose ricerche in corso nello HuGeF, se ne evidenziano alcune di particolare interesse per le loro possibili ricadute in campo clinico, come lo studio del genoma del cancro della mammella e del colon mediante l’impiego della metilazione del Dna a livello genomico. Un aspetto di particolare rilievo è la metabolomica del cancro del colon: l’obiettivo è studiare il ruolo dei cambiamenti metabolomici in relazione alla microflora intestinale. Un altro progetto si occupa poi delle correlazioni genotipofenotipo sulla riparazione del Dna, lunghezza dei telomeri e impatto sul rischio di cancro, prognosi e sopravvivenza. E si propone di identificare i polimorfismi dei singoli nucleotidi (Snp) funzionali e le combinazioni di aplotipi nella riparazione dei geni del Dna, indagando il loro potenziale impatto sul rischio di cancro valutando i livelli di danno al Dna e la lunghezza dei telomeri in centinaia di soggetti sani e in casi di tumore alla vescica e al polmone. Infine, regolazione genetica, recettori di superficie e molecole solubili nel controllo delle interazioni tra tumori e ospite: il progetto intende individuare i fattori microambientali e i meccanismi genetici rilevanti per le interazioni tra tumore e ospite. Il modello analitico di scelta è la leucemia linfocitica cronica (Cll) per le caratteristiche biologiche e cliniche della malattia. a partire da dati di sequenza e sulla verifica sperimentale di un nuovo meccanismo di controllo post-trascrizionale basato sull’interazione dei microRna-Rna messaggeri. Le ricadute attese riguardano la progettazione razionale di principi attivi antibiotici che possano supportare i trattamenti esistenti contro patogeni resistenti. dedicate, di cui 3 HuGeF. Un ricercatore dello HuGeF ha vinto il Best Abstract Award, i partecipanti sono stati 240 da 21 paesi di tutto il mondo. Nei mesi di maggio 2012 e giugno 2013, il pubblico non specialistico è stato coinvolto nell’apertura dei laboratori dello HuGeF in occasione delle Settimane della scienza. È stato motivo di particolare gratificazione il fatto che James Watson, co-scopritore della struttura a doppia elica del Dna e Premio Nobel per la medicina nel 1962, abbia accettato l’ospitalità dello HuGeF, ne abbia visitato con interesse i laboratori e abbia dialogato con ricercatori e studenti torinesi nel corso di un affollatissimo e vivace incontro, tenutosi il 12 ottobre 2012.