Strage di Capaci, il mio 23 maggio 1992 - 05-23-2016

Strage di Capaci, il mio 23 maggio 1992 - 05-23-2016
di Redazione Sicilia Journal - Sicilia Journal, Giornale online di notizie - http://www.siciliajournal.it
Strage di Capaci, il mio 23 maggio 1992
di Redazione Sicilia Journal - 23, Mag, 2016
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Daniele Lo Porto
C’era ancora il vassoio con i pasticcini sul tavolo, stavamo festeggiando la casa nuova di una coppia di
amici. Si scherzava quando suonò il mio radiotelefono Motorola di servizio, ingombrante quanto un ferro
da stiro. E’ Fabio Mazzeo che quel giorno era di turno nella redazione di Messina di Telecolor che io
coordinavo: “Hanno fatto un attentato a Falcone…”, mi dice emozionato. “A Falcone? A chi?”, chiedo.
Falcone è un comune del Messinese, in quel periodo c’era il processo al Tribunale di Patti al clan dei
tortoriciani specializzati in estorsioni. Tano Grasso, all’ora commerciante di scarpe, lanciava la sua
crociata con il “pizzo”, diventandone poi un paladino di livello nazionale. La mafia messinese era
aggressiva in quegli anni: si sparava in pieno giorno, nelle vie del centro con i mitra. In particolare un
boss era nel mirino, ma non riuscivano ad ucciderlo nonostante l’accuratezza degli agguati. Una fortuna
incredibile lo aveva salvato in almeno un paio di occasioni. Nella zona di Barcellona Pozzo di Gotto il
clima era teso: arresti, sparatorie, morti ammazzati. Si scoprirà dopo che vi trascorreva un periodo di
latitanza Nitto Santapaola, il boss di Cosa Nostra a Catania. Pensavo, quindi, che a Falcone avessero fatto
saltare in aria una stazione dei Carabinieri, com’era successo con il Commissariato della Polizia di Stato
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a Tortorici. “Falcone, il giudice Falcone. E’ morto. Una strage”, aggiunge Fabio con un filo di voce, lui
di solito un allegro guascone.
Resto scioccato. Accendo il televisore, chiamo in redazione: già tutti sono operativi. Le prime notizie
confuse, contraddittorie, le immagini che sembrano effettuate a Beirut: un deserto di detriti sul quale si
aggirano senza meta ragazzi in divisa, sconvolti anche loro. Le edizioni straordinarie dei telegiornali
segnavano inconsapevolmente l’inizio di una guerra incivile tra mafia e Stato.
A distanza di anni, oltre venti, ho percorso in auto quel tratto di autostrada, da Punta Raisi a Palermo.
Alla vista del monumento che ricorda il luogo della strage un groppo in gola, il freddo dentro. Come il 23
maggio 1992.
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