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BAND:BABY DEE
TITLE: A BOOK OF SONGS FOR
ANNE MARIE
LABEL: TIN ANGEL
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INDIE FOR BUNNIES
http://www.indieforbunnies.com/2010/04/14/baby-dee-a-book-of-songs-for-anne-marie/
Collaborazioni con gente del calibro dei Current 93, Sex Pistols e Antony & The Johnson fanno curriculum.
Ma nulla sarebbe stato senza il talento.
Baby Dee, eccentrica e del tutto particolare cantante di Cleveland, ritorna con un nuovo album a soli due
anni dal precedente “Safe Inside the Day”: il disco si intitola “A Book Of Songs For Anne Marie”, ed in realtà
si tratta della riedizione di un vecchio lavoro uscito nel 2004 per l’etichetta Durtro di David Tibet, in un
formato libro/cd a tiratura limitata a 150 copie andate esaurite. Il lavoro di allora, però, non soddisfaceva
Baby Dee stessa, che trovava le esecuzioni e gli arrangiamenti frettolosi e acerbi. A distanza di qualche anno,
con una maggiore esperienza (e pazienza) alle spalle, e con il supporto di Maxim Moston (primo violino di
Antony & The Johnson) come produttore e arrangiatore, “A book of songs for Anne Marie” vede finalmente
la luce in forma arricchita e completa, pubblicato in Europa da Tin Angel e in America da Drag City.
Rispetto a “Safe Inside The Day”, Baby Dee mette in scena un’orchestrazione minimale, semplicemente
pianoforte e arpa, abbandonando la pomposità del suono precedente e preferendo invece una melodia in
punta di piedi. L’Overture’ stessa è programmatica di tutto il disco, i delicati tasti del pianoforte ci
accompagneranno durante tutti i 12 brani a cui pian piano si andrà ad aggiungere la particolare voce
dell’artista (“Love’s Small Song”). Il chiaroscuro di suoni si mescola alle parole che scavano dell’io più
romantico di ogni ascoltatore Set as a seal on your heart, As a seal on your arm/For love is stronger than
death e ancora Like a baby first time talking/Here I am, It’s me, I’m here (“Black but Comely”) portandoci
per mano nella sua poesia.
PANOPTICON
http://www.panopticonmag.com/recensioni/altrerecensioni/773-baby-dee-2010-a-book-of-songs-for-annemarie.html
Titolo: A Book of Songs for Anne Marie Autore: Baby Dee Anno: 2010 Elemento:
chamber songwriter.
A Book of Songs for Anne Marie è la riedizione di una limited edition degli stessi pezzi usciti nel 2004 per la
Durto, l'etichetta di David Tibet, al quale la musica di questo albo deve molta ispirazione, come testimonia il
ringraziamento nei crediti. Ma non si tratta di una mera ristampa. Baby Dee, personaggio eccentrico e
misterioso che appare e scompare dai club con performance fuori dall'ordinario, rivede la sua opera con
nuovi arrangiamenti e un suono rinnovato. È l'occasione per mettere mani e orecchie su una collezione di
composizioni per arpa e voce che difficilmente si aveva avuto modo di sentire in ogni caso, data la scarsa
reperibilità delle versioni originali. Colpisce immediatamente il timbro di Dee, teatrale e forte della stessa
espressività che contraddistingue il compagno di avventure Antony Hegarty. I piccoli poemi che compongono
A Book of Songs for Anne Marie ruotano tutti intorno alla sacralità dell'amore, al diritto di amare e di
rinunciare all'amore, alla sua forza e alla sua grazia. La Anne Marie del titolo è per Baby Dee la
personificazione delle varie facce di un sentimento impossibile da rappresentare nella sua interezza, e
attraverso la musica e le parole l'ascoltatore è guidato come in punta di pennello fra le tinte di un quadro
perennemente incompleto. "Though my love is far away, I shall sing and wake the day" recita "Love's Small
Song" ed è da qui che cominciamo a seguire la sua messa in scena. Gli arrangiamenti aggraziati dei fiati e
degli archi costruiscono un'intimità speciale fra Baby Dee e lo spazio intorno a noi. Si è coinvolti in prima
persona, Baby Dee interpreta con pathos austero, mai ricercato e fine a se stesso, spezzando il cuore e
ricucendo le ferite, facendo sgorgare le lacrime per poi fermarle con un soffio ad ogni giro di arpa. Anche
quando si prende una pausa, come in "An Early Spring", non ci sta abbandonando, sta riflettendo e lasciando
a noi il tempo di riconsiderare i suoi pensieri. A livello prettamente musicale Baby Dee sembra idealmente
rispondere alla Joanna Newsom di Have One on Me, ma senza volersi confrontare. Piuttosto, china la testa e
si ritaglia una posizione particolare, priva dell'ingenuità della Newsom e forte di una saggezza adulta. "Love
is stronger than death, more jealous than the tomb" canta in "Set Me as a Seal", e in qualche modo Baby
Dee sembra aver trovato un cuore in cui riporre la sua passione.
7.5/10
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BAND:BABY DEE
TITLE: A BOOK OF SONGS FOR
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LABEL: TIN ANGEL
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VELVET GOLDMINE
http://velvetgoldmine.iobloggo.com/
Baby Dee non ha voglia di starsene in un’ angolo a fare la muffa, prende anche in considerazione di
risistemare i suoi lavori passati e renderli migliori, più raffinati se possibile; infatti “A Book of Songs for Anne
Marie” è un lavoro del 2004 rilasciato dalla Durtro di David Tibet (Current 93) che non soddisfaceva a pieno
la cantante.
Gli arrangiamenti e la musica non sono più acerbi o superficiali, come sembrarono, risultano ponderati ed
uniti da un unico filo conduttore: il connubio pianoforte e arpa. Le liriche, molto importanti per capire
l’essenza dell’artista, si appoggiano leggiadre, con quel cantato particolare, sugli accordi; passione, amore e
tanto altro, trabocca da queste dodici canzoni rielaborate ad arte. Se si dovesse ascoltare l’album con poca
attenzione sarebbe un errore comune e fatale per la valutazione dello stesso; per non parlare della difficoltà
a staccare le singole canzoni, sembra quasi un’unica esecuzione suddivisa in pochi atti.
Grazie a Maxim Moston (violinista di Antony & The Johnson) come produttore e arrangiatore, “A book of
songs for Anne Marie” riesce ad avere una forma finita e arricchita per poi venir pubblicato in Europa da Tin
Angel Records. Oltre al produttore, Baby Dee, deve un ringraziamento particolare (segnalato anche nelle
note) al suo padre artistico : il già citato David Tibet.
Un’artista particolare, con una vita intensa e non comune, da scoprire sicuramente.
ROCKSHOCK
http://www.rockshock.it/baby-dee-a-book-of-songs-for-anne-marie/
A un paio d’anni dal suo ultimo album Baby Dee, cantautrice statunitense davvero peculiare, riprende in
mano un lavoro accantonato prima dell’uscita di Safe inside the day, e lascia che siano le sue parole, ma
soprattutto la semplicità delle melodie di arpa, pianoforte e violino, a dominare la scena.
Purificata e ripulita da eccessi e orpelli (musicalmente parlando) e con l’aiuto di Will Oldham e Maxim
Holston (membro della tour band di Antony and the Johnsons, uno dei tanti e prestigiosi personaggi con cui
Baby Dee ha lavorato), ha finalmente visto la luce A book of songs for Anne Marie, già in fase embrionale da
oltre due anni. E’ un lavoro più essenziale rispetto ai precedenti, ma non per questo meno intenso:
l’Ouverture racchiude in sé tutte le emozioni, l’amore, la gioia e la tristezza di cui è permeato l’album.
Dodici tracce (di cui due strumentali) che incarnano le atmosfere bucoliche dell’Inghilterra vittoriana, quelle
dei giardini in fiore animati dagli sguardi sfuggenti e sognanti delle giovani fanciulle. L’arpa, strumento antico
e fortemente legato alla musica folk, riempie con il proprio suono quei momenti di silenzio creati ad arte, in
cui il sentimento, privato di un mezzo di espressione quale la parola, non può far altro che ricorrere alle note
di un’anima affine, uno strumento quasi complementare in questi pezzi, il violino.
Quando invece fa capolino il pianoforte, i brani prendono una piega più oscura, quasi cupa e malinconica,
come in Unheard of hope. Bella e struggente al tempo stesso, questa canzone rivela nel testo il vero
significato dell’amore “I’ll take your heart, the one you thought was yours/ and give you one to call your
own/And say, ’Here. Take this. It’s for you. Mind now, don’t lose it”.
Con questo album, Baby Dee è riuscita a cantare l’amore come neanche i bardi o i grandi poeti del passato
hanno saputo fare. Un modo per cogliere quell’opportunità, da lei stessa palesata, di far valere il nostro
diritto di amare ed essere amati, nonostante tutto.
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BAND:BABY DEE
TITLE: A BOOK OF SONGS FOR
ANNE MARIE
LABEL: TIN ANGEL
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SENTIREASCOLTARE
http://www.sentireascoltare.com/recensione/6846/baby-dee-a-book-of-songs.html
Ritorno al futuro per Baby Dee. Il passo successivo all'eccellente Safe Inside The Day è un ritorno ad un
lavoro pubblicato in pochi esemplari, poco più che un demo registrato in autarchia nel 2001 e da tempo
ormai introvabile. Riarrangiati da Maxim Moston, già al lavoro con Antony and the Johnsons, i pezzi che
compongono questo A Book Of Songs sono altrettanti lieder cameristici con nuances teatrali. Archi, legni,
piano e arpa costituiscono un trepido fondale per la voce incredibile di Dee: un impasto di solennità e
abbandono, fragilità ed ebbrezza, dolore ed estasi, con quella capacità di galleggiare tra rappresentazione e
intimità, tra crepuscolo solitario e luci del palcoscenico.
Il tema è l'amore, ovviamente, ovvero il diritto d'amare e di essere amati, malgrado tutto e tutti. Un tema
che sta particolarmente a cuore al Nostro, che ci regala interpretazioni notevoli quali l'accorata Black But
Comely, la guizzante Lilacs, l'angelica Love's Small Song e la desolata Unheard Of Hope. Bel disco, ideale
alternativa all'ultimo di Joanna Newsom, come se di quello fosse un fratello senz'altro minore ma forse più
saggio.
(7.2/10)
DISCOCLUB65
http://www.discoclub65.it/rock/archivio-mainmenu-40/3410-baby-dee-a-book-of-songs-for-anne-marie.html
Baby Dee era l’altra faccia musicale di Antony, quando le melodie stralunate del secondo hanno iniziato a
farsi notare dal cosiddetto grande pubblico (e da Lou Reed). Transgender e arpista, BD intonava lo stesso
tipo di torch song, rifuggendo ancor di più dalle dinamiche del rock, dando alla propria musica una qualità
tra il cabaret e la fiaba. Sono passati all’incirca dieci anni, e mentre Antony frequenta tutti i salotti buoni sulla
piazza, Baby Dee conserva e porta avanti l’ispirazione degli esordi. Lo conferma la riedizione (era uscito in
edizione limitata nel 2004) di queste Canzoni per Anne Marie. Ri-arrangiate e rimpolpate (da archi e fiati), le
melodie viaggiano sui tasti del pianoforte o tra le corde dell’arpa a sostenere la voce meravigliosa della
protagonista. E, senza per forza inseguire i gusti di chiunque, l’incanto si ripete. (Marco Sideri)