Padova una ristorazione d’assoluta eccellenza Padova ha avuto l’intelligenza di conservare il patrimonio gastronomico tramandato dalle precedenti generazioni, difendendo la propria identità legata alle tradizioni culinarie del territorio, raggiungendo nella ristorazione vertici da assoluto primato internazionale con il Ristorante Le Calandre (049.630303) a Rubano, tre stelle Michelin, eccellenza raggiunta anche dai ristoranti Meridiana (049.5842275) a Piove di Sacco, stella Michelin e La Montecchia (049.8055323) a Selvazzano Dentro, altra stella Michelin. Nel territorio ci sono numerosi altri ristoranti assolutamente degni di menzione, per la professionalità degli operatori, squisitezza dei piatti ed eccellenza della cantina. Fra tutti ricordiamo La Montanella (0429.718200) ad Arquà Petrarca e Boccadoro (049.625029) a Noventa Padovana, sicuramente meritevoli della stella e poi ancora, fra i tanti, l’Hostaria San Benedetto (0429.800999) a Montagnana; Ai Porteghi (049.660746) a Padova, Dotto di Campagna (049.625469) a Padova, La Saccisica (049.9704010) a Piove di Sacco, Piroga (049.637225) a Tencarola di Selvazzano Dentro, Antica Trattoria al Bosco (049.640021) a Saonara, Montegrande (049.5226248) a Rovolon, tutti uniti da un unico simbolo, la gallina con il ciuffo, dell’Associazione RISTORAnTORI PADOVANI, sinonimo dell’amore e passione per una professione che esalta le valenze enogastronomiche padovane (www.ristorantoripadovani.it). Numerosi sono comunque i ristoranti e le trattorie di buona qualità, in città, nell’area termale dei Colli Euganei e nei vari centri dell’Alta e della Bassa, che presentano ricercatezze anche internazionali, per non parlare di una rete di numerosi agriturismo, per chi a discapito di alcuni piaceri a volte irrinunciabili, vuole a poco prezzo avere comunque prodotti agroalimentari di qualità a chilometri zero e nel contempo assaporare una cucina tradizionale, che si incontra e viene riproposta ovunque, soprattutto nelle feste e le sagre paesane, dove nelle locali “bettole” il volontariato di abili mani casalinghe, propone immancabilmente, bigoli e gnocchi con i vari sughi e le carni alla brace con polenta, il musso in tocio con polenta, i fasoi in tocio o co ea siola, il baccalà in varie forme sempre e immancabilmente con polenta, le trippe in umido o le trippe in minestra, le verze scaltrie o sofegà. Una degna menzione bisogna fare alla pasticceria padovana, dove l’arte dolciaria dei maestri pasticceri e sempre e comunque legata alla tradizione, con una serie di numerosi prodotti, prevalentemente di pasticceria secca o povera, tramandata da un’antica cultura contadina, come ad esempio la Fugassa padovana, la Smejassa, il Pan del Santo, la Torta Figassa, la Schisotta, la Rosegota e poi tra i biscotti, i Zaleti, i Pevarini, i Merleti di santantonio, i Crostoli e le Fritee. Un mondo di dolcezze tutte rigorosamente ad alta conservazione, come si usava un tempo e possibilmente da poter “tociar” o sul latte o sul “vin”. Redatto da FISAR Padova