MARE
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Il Mar Ligure costituisce l’area più settentrionale del bacino occidentale del Mediterraneo. È
un mare profondo e in alcune zone raggiunge
la profondità di mille metri a soli tre chilometri
dalla costa.
La costa ligure è prevalentemente rocciosa, soprattutto a levante, mentre le principali spiagge si trovano nella riviera di ponente. Molti
promontori rocciosi proseguono sott’acqua,
creando ambienti marini spettacolari, ricchissimi di vita e di grande interesse scientifico.
Le peculiarità ambientali e climatiche del Mar
Ligure consentono la presenza di specie tipiche
di acque fredde, di tipo atlantico-boreale accanto a specie di acque più calde, sub-tropicali e di diversi endemismi, cioè di organismi che
vivono solamente in Mediterraneo.
Il grande interesse dei fondali marini liguri è
stato riconosciuto anche dallo Stato: infatti il
Promontorio di Portofino e la costa delle Cinque Terre sono diventati “Aree Marine Protette”, mentre le Isole di Bergeggi e Gallinara stanno per diventarlo. Altre due aree marine meritevoli di tutela (Capo Mortola a Ponente e le IsoCosta ligure
le Palmaria, Tino e Tinetto a Levante ) sono state inserite nei confini di due Aree Protette Regionali.
Procedendo da Levante a Ponente si incontra il Parco Naturale Regionale di Portovenere, che prevede la tutela anche dei fondali marini delle piccole isole Palmaria, Tino e Tinetto, particolarmente ricchi ed interessanti lungo la costa meridionale.
Poche miglia più ad Ovest entriamo nell’Area Marina Protetta Statale delle Cinque Terre, gestita
dall’omonimo Parco Nazionale, nota a studiosi e subacquei soprattutto per le pareti a gorgonie di
Punta Mesco e Capo Monte Negro.
Bisogna percorrere diverse miglia e spostarsi in Provincia di Genova per visitare l’Area Marina Protetta Statale di Portofino il cui nome non è solo sinonimo di bellezza del paesaggio emerso, ma per
i subacquei rappresenta quanto di meglio si possa ammirare in Mediterraneo.
Attraversato tutto l’arco centrale del Golfo di Genova ci spostiamo in Provincia di Savona, per incontrare la ormai prossima Area Marina Protetta Statale di Bergeggi, il cui interesse non è dovuto solo ai popolamenti marini della costa e dell’isola antistante, ma anche alle sue grotte ed ai reperti preistorici.
Non molte miglia più ad Ovest, di fronte ad Albenga, ci appare la futura Area Marina Protetta Statale dell’Isola Gallinara, i cui fondali ospitano vari ambienti interessanti, come il Coralligeno, le
grotte e la prateria di Posidonia.
Per visitare l’ultima zona di mare protetta della Liguria bisogna spostarsi fino al confine con la Francia e raggiungere Capo Mortola, i cui fondali, ricchissimi di vita e di formazioni biologiche e geologiche interessanti, sono stati compresi nell’Area Protetta Regionale dei Giardini Hanbury.
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Acquario di Genova
P
L’Acquario di Genova è stato progettato dagli architetti di fama internazionale
Renzo Piano (architettura
esterna) e Peter Chermayeff
(parte acquariologica) nell’ambito delle manifestazioni colombiane del 1992. Ritardi nell’ultimazione dei lavori ne resero possibile, per
quell’esposizione internazionale, il completamento
solamente di alcune vasche.
Per l’inaugurazione della
struttura completa, di
13.000 m2 7.000 dei quali
di area espositiva, bisogneDentro l’acquario
rà attendere il 15 ottobre
1993, data in cui l’Acquario diventa un’attrazione di eccezionale valore per Genova, visitato e ammirato da 1.300.000-1.400.000 persone all’anno.
Nel 1998 viene realizzato un notevole ampliamento, aggiungendo al percorso espositivo la “Nave
Blu”, una vera e propria nave galleggiante, che con il nome di “Nave Italia” aveva ospitato il padiglione italiano durante l’esposizione colombiana. La superficie espositiva passa così da 7.000 m2
a circa 10.000 m2, con circa 70 vasche. Altri numeri che possono rendere l’idea dell’imponenza dell’Acquario, che è uno dei più grandi del mondo, sono i circa 6 milioni di litri di acqua presenti in
totale e circa 6.000 animali, appartenenti a oltre 600 specie.
È impossibile descrivere in poche righe il percorso di visita dell’Acquario, che richiede circa due ore.
Tra le principali attrazioni si può comunque ricordare la vasca delle foche, che ospita alcuni esemplari di foca vitulina, specie tipica dell’Oceano Atlantico e del Mare del Nord. Questa vasca vuole
attirare l’attenzione del pubblico sul problema della conservazione di un’altra specie, la foca monaca del Mediterraneo, fino a pochi decenni fa stanziale anche in italia e ora minacciata di estinzione. Molto ammirate sono anche la grande vasca dei delfini, in cui si possono seguire le evoluzioni di due esemplari di tursiope, e quella degli squali, in cui, insieme ad altri pesci, nuotano diversi imponenti esemplari di squalo grigio, squalo toro e pesce sega.
Non si possono non citare infine la vasca tropicale del Mar Rosso, caratterizzata dalla ricca coloraAcquario di Genova
zione della barriera corallina, e la vasca tattile, in
Area Porto Antico, Ponte Spinola – 16128 Genova
cui il pubblico può avere un contatto ravvicinato
Tel. 010.23451
con il mondo marino e potendo accarezzare granSito web: www.acquario.ge.it
E-mail: [email protected]
di razze.
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Acquario di Genova
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L’Acquario di Genova non è però solamente un polo di attrazione turistica a livello internazionale. Esso rappresenta anche un’occasione importante per la conoscenza del mondo acquatico e per
la sensibilizzazione ambientale, oltre a costituire un punto di riferimento nel campo della ricerca.
La sua attività comprende infatti vari moduli didattici per ogni tipo e grado di scuola e per rispondere alle esigenze di varie tipologie di visitatori, attività scientifiche in collaborazione con importanti Enti di ricerca e iniziative di vario genere nel campo della didattica ambientale.
Il Centro Nazionale Informazioni
Aree Marine Protette
A seguito del “sinistro Haven”, lo Stato Italiano ha deciso di destinare parte della somma introitata dal IOPCF (International Oil Pollution Compensation Fund) a interventi
di riqualificazione ambientale del tratto di mare e di costa maggiormente colpiti dall’evento. In quest’ottica, l’Acquario di Genova, è stato individuato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e dalla Regione Liguria quale palcoscenico ideale per promuovere e divulgare il sistema nazionale delle aree marine protette. A tale
scopo, lungo il percorso espositivo dell’Acquario, è stata creata una nuova sezione tematica.
Le finalità del progetto sono le seguenti:
– mettere in evidenza il contributo che l’istituzione di un’area protetta può dare alla
conservazione e alla gestione corretta degli ecosistemi marini;
– sottolineare gli sviluppi di carattere socio-economico che l’istituzione di un’area marina protetta può generare;
– stimolare la curiosità dei visitatori inducendoli a frequentare altri Centri Informazione sull’ambiente e a fruire in modo responsabile delle aree protette.
Per perseguire gli obiettivi nel modo migliore è stata allestita una sala espositiva (150
m2 circa) finalizzata all’informazione e alla sensibilizzazione del pubblico sulle aree marine protette italiane. Al fine di toccare i visitatori sul piano emotivo, la sala è stata realizzata all’insegna della spettacolarità: sono infatti presenti 4 vasche espositive in relazione agli ecosistemi marini mediterranei (polo d’attrazione principale dell’esposizione) e alcune postazioni video e interattive di grande effetto finalizzate alla sensibilizzazione degli utenti del mare.
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Il Santuario dei cetacei
P
Il “Santuario dei Cetacei”
del Mar Ligure comprende
un ampio tratto di mare
delimitato a Nord dall’arco costiero provenzale-ligure-toscano e a Sud dalla
costa settentrionale sarda,
circondando tutta la Corsica. Il limite occidentale è
costituito da una linea immaginaria tracciata da
Punta Escampobariou in
Francia e Capo Falcone in
Sardegna ed il limite orientale da una linea tra Fosso
Chiarone, in Toscana e
Capo Ferro in Sardegna.
Balenottera comune
In quest’area
di circa
2
90.000 km le condizioni ambientali peculiari (profondità del bacino, regime dei venti e delle correnti, caratteristiche chimico-fisiche, movimenti delle masse d’acqua in senso orizzontale e verticale, apporti nutritivi attraverso i corsi d’acqua e in particolare il Rodano), hanno consentito l’instaurarsi di una catena alimentare favorevole ai Cetacei, a partire da minuscoli organismi vegetali, il fitoplancton. Il grande sviluppo di questi organismi ha favorito in particolare la presenza di un gamberetto appartenente agli Eufausiacei, Meganyctiphanes norvegica, noto anche come krill, che costituisce l’alimento preferito dalle balene. Inoltre questo gamberetto costituisce l’alimento anche per altri animali (pesci, cefalopodi, crostacei, ecc.), che sono preda di altri Cetacei, come delfini, capodogli, ecc.
Delle 19 specie di Cetacei segnalati in Mediterraneo, 7 si trovano regolarmente nell’area del “Santuario e 5 sono oggetto di segnalazioni occasionali.
Le più comuni sono:
Stenella coeruleoalba
Stenella striata
Tursiops truncatus
Tursiope
Grampus griseus
Grampo
Globicephala melas
Globicefalo
Physeter catodon
Capodoglio
Ziphius cavirostris
Zifio
Balaenoptera physalus
Balenottera
Mentre quelle occasionali sono:
Delphinus delphis
Delfino comune
Orcinus orca
Orca
Pseudorca crassidens
Pseudorca
Steno bredanensis
Steno
Balaenoptera acutorostrata Balenottera minore
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Regione Liguria Settore Opere Marittime ed
Ecosistemi Costieri
Via Fieschi, 15 – 16121 Genova
Tel. 010.5485669
E-mail: [email protected]
Sito web: www.regione.liguria.it
Il Santuario dei cetacei
7
La presenza così elevata di Cetacei in Mar Ligure (si stimano circa 3000 balenottere e 250.000 stenelle, oltre a diverse migliaia delle altre specie) ha spinto il mondo scientifico a chiedere una forma
di tutela di quest’area marina, che in Italia si è concretizzata in un Decreto Ministeriale (DM 22
maggio 1991) di divieto delle reti “derivanti”, usate per la pesca del pesce spada, ma micidiali anche per i Cetacei, che in gran numero vi finivano intrappolati.
Nel 1998 la Legge 426 ha quindi individuato un’area marina protetta nel tratto di mare di competenza nazionale del Mar Ligure e Alto Tirreno, per la salvaguardia dei mammiferi marini. Nello stesso anno la Regione Liguria e diverse altre realtà pubbliche e private (tra cui Guardia Costiera, Università, ICRAM, ENEA, CNR, Acquario, WWF) hanno siglato un protocollo d’intesa per promuovere azioni congiunte di sviluppo e valorizzazione del Santuario dei Cetacei.
Il 25 novembre 1999 è stato finalmente siglato l’Accordo tra Italia, Francia e Principato di Monaco per l’istituzione del Santuario Internazionale, ma si è dovuto attendere la Legge 11 ottobre 2001,
n. 391 per la sua ratifica da parte dell’Italia.
Per avvistare i Cetacei occorre fortuna, esperienza e perseveranza, scrutando la superficie marina in
lungo e in largo. Le condizioni migliori sono quelle di assenza di vento e mare calmo.
L’avvistamento di un Cetaceo è un’esperienza emozionante, ma richiede un comportamento rispettoso, per non disturbare questi affascinanti animali. Non bisogna ad esempio attraversare la loro
rotta, variare bruscamente direzione e velocità della barca, tentare di inseguirli e interferire in qualche maniera con la loro attività.
Chi non ha disponibilità di un’imbarcazione può rivolgersi alle Società di battellieri presenti in varie
località della costa ligure o alle Associazioni come il WWF, che organizzano escursioni nell’area, con
la presenza di biologi a bordo.
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Siti di importanza comunitaria (S.I.C.) marini
La Direttiva europea n. 43 del
1992, nota come “Direttiva Habitat”
(vedere anche Cap. 2 – SIC e ZPS)
prevede l’individuazione di Siti di
Importanza Comunitaria (S.I.C.) e
la realizzazione di una rete ecologica, chiamata Natura 2000, allo scopo di tutelare l’ingente patrimonio
Posidonia oceanica
della biodiversità in Europa. Questa rete sarà formata da aree in cui, a cura degli Stati membri, saranno tutelati determinati habitat
e specie animali e vegetali, inseriti negli elenchi allegati alla Direttiva, in quanto importanti, rari o
minacciati da attività umane.
Dei 127 pSIC (SIC proposti) individuati per la Liguria, 26 sono marini, soprattutto per la presenza
delle praterie di Posidonia oceanica, che in base alla Direttiva costituiscono giustamente un “habitat
prioritario”. I criteri di scelta degli habitat e delle specie da proteggere si sono rivelati però poco adatti alla realtà mediterranea e a quella ligure in particolare ed hanno privilegiato situazioni rappresentate maggiormente lungo la costa atlantica e nordeuropea, tralasciando altri ambienti di grande interesse come il “Coralligeno” e specie meritevoli di protezione.
Per colmare, almeno in parte, queste lacune, la scelta e la perimetrazione dei SIC marini liguri è stata effettuata inserendo, quando possibile, anche formazioni rocciose vicine o comprese tra le praterie di posidonia, ottenendo così aree ecologicamente più diversificate e a maggior grado di
biodiversità e la tutela anche di altri popolamenti marini di pregio non inseriti nella Direttiva.
L’importanza delle praterie di Posidonia oceanica
nell’ambiente marino costiero è fondamentale,
per vari motivi:
– grande produzione di ossigeno; questo gas
indispensabile alla vita, in mare viene prodotto soprattutto entro le prime decine di
metri di profondità, a causa della rapida riduzione della luce, e le posidonie possono
produrre fino a 14 litri/m2 di ossigeno al
giorno;
– produzione ed esportazione di biomassa
verso altri ecosistemi, anche più profondi;
– riparo dai predatori, zona di riproduzione
e deposizione e fonte diretta e indiretta di
cibo per vari animali anche di interesse
commerciale;
– fissazione dei fondali e protezione delle
spiagge dall’erosione.
Gorgonia rossa
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Siti di importanza comunitaria (S.I.C.) marini
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Colonia di Parazoanthus axinellae
Le cause di rarefazione e di scomparsa delle praterie sono molteplici, tra cui:
– erosione meccanica dovuta alle reti a strascico, peraltro illegali sotto costa;
– raschiamento provocato dalle ancore delle imbarcazioni da diporto;
– costruzione di opere costiere (porti, terrapieni, barriere di difesa delle spiagge, ecc.), sia per
l’azione diretta di scavo, sia per i sedimenti fini messi in sospensione, che da un lato impediscono la penetrazione della luce e dall’altro ricoprono la prateria durante la fase di sedimentazione;
– inquinamento di vario genere ed eutrofizzazione delle acque per apporto di sostanze organiche
(fogne, industrie, scarichi agricoli, ecc.).
I SIC marini occupano più di 40 km2, corrispondenti a circa l’8,4% dell’area marina costiera fino alla profondità di 50 m.
Attualmente la Regione Liguria
Regione Liguria Settore Opere Marittime ed Ecosistemi Costieri
sta lavorando ad una più accuraVia Fieschi, 15 – 16121 Genova - Tel. 010.5484832
ta perimetrazione delle praterie di
E-mail: [email protected]
fanerogame marine, indispensabiSito web: www.regione.liguria.it
le per una corretta e razionale pianificazione e gestione delle attività
Regione Liguria Settore Politiche dello Sviluppo Sostenibile
costiere.
Via Fieschi, 15 – 16121 Genova - Tel. 010.5484697
E-mail: [email protected]
Sito web: www.regione.liguria.it
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Area marina protetta di Portofino
Grazie alle particolari condizioni climatiche e geomorfologiche dell’area si è creata una grande varietà di ambienti, che ha permesso a sua volta lo sviluppo di una notevole ricchezza di specie animali e vegetali.
La parte sommersa del Promontorio di Portofino segue l’andamento di quella emersa, con ripide
pareti che terminano anche a 40-50 m di profondità, dove inizia il pendio detritico e fangoso. Le innumerevoli spaccature e fessurazioni della roccia conglomeratica hanno permesso la formazione di
Cernia
scorci spettacolari come quelli offerti da anfratti e cavità di varie dimensioni, oltre che di guglie e
pinnacoli che si protendono verso l’alto.
Gli ambienti esteticamente più appaganti e per questo motivo più apprezzati dai subacquei sono
quelli che si formano dove la penetrazione della luce inizia a diminuire, e cioè negli anfratti o lungo
le pareti poste a profondità maggiori. Nei primi è facile ammirare belle colonie di Corallium rubrum,
il corallo rosso, un tempo minacciato da una raccolta indiscriminata, ma attualmente tutelato grazie alla presenza dell’Area Marina Protetta e alla regolamentazione dell’attività subacquea.
Il popolamento marino più caratteristico di Portofino, quello che lo contraddistingue e lo ha reso
noto anche oltre i confini nazionali, è però quello conosciuto come “Coralligeno”. Questa associazione biologica, che è possibile ammirare generalmente tra i 20 e i 40 m di profondità, soprattutto
lungo il versante meridionale del Promontorio, si sviluppa con grandi estensioni di gorgonie gialle
(Eunicella cavolinii), gorgonie bianche (Eunicella singularis) e le stupende gorgonie rosse (Paramuricea clavata), oltre ad una miriade di altre specie animali e vegetali che ricoprono la parete rocciosa con
un’esplosione di colori. Basti ricordare i bellissimi polipi gialli di Parazoanthus axinellae e Leptosammia
pruvotii, numerose specie di spugne variamente colorate, alghe rosse incrostanti, e tanti altri organismi.
A profondità maggiori, dove inizia il pendio detritico fangoso, è possibile invece ammirare altre due
specie di gorgonie, più rare delle precedenti, Eunicella verrucosa e Leptogorgia sarmentosa.
Tra i popolamenti marini di pregio si ricordano anche le praterie di Posidonia oceanica, habitat di fondamentale importanza e per tale motivo protetto da una Direttiva europea (Direttiva “Habitat”). È
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Area marina protetta di Portofino
possibile ammirare queste formazioni lungo i versanti orientale e occidentale del Promontorio, in una
fascia compresa tra 5 e 20 m circa
di profondità.
Oltre al corallo, un’altra categoria
di organismi che ha risentito positivamente dell’istituzione dell’Area
Marina Protetta è la fauna ittica. I
pesci, fino a pochi anni fa ridotti di
numero e dimensione, a causa di
un prelievo incontrollato, stanno
infatti avendo, negli ultimi anni, un
incremento notevole, e non è raro
imbattersi anche in cernie e murene, un tempo molto più rare.
L’Area Marina Protetta di Portofino
ha il compito di tutelare tutte queste ricchezze, senza però penalizzare troppo le numerose attività umane nell’area, che sono di grande importanza economica per le comunità locali. Una valida e razionale regolamentazione delle attività, nel rispetto delle usanze e delle tradizioni, deve prevedere divieti solamente
quando strettamente necessario
per garantire la protezione dell’ambiente. A Portofino, secondo lo
standard ministeriale, l’area protetta marina è stata suddivisa in tre
zone a vincolo differenziato e solo
in una di esse, di ridotta estensione
(Zona A, a Cala dell’Oro), è stato
vietato l’accesso.
7
Corallo nero dell’isuela
Consorzio di Gestione dell’Area Marina Protetta di Portofino
Viale Rainusso, - 16 – Santa Margherita Ligure (GE).
Tel. 0185.289649
E-mail: [email protected]
Sito web: www.riservaportofino.it
Regione Liguria Settore Parchi e Aree protette
Via Fieschi, 15 – 16121 Genova
Tel. 010.548.4172/4876
E-mail: [email protected]
Sito web: www.regione.liguria.it – www.parks.it
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7
Area marina protetta delle Cinque Terre
L’area costiera delle Cinque
Terre, la cui parte emersa appartiene al Parco Nazionale
omonimo, è caratterizzata da
pendii molto ripidi, che sott’acqua terminano generalmente
presto, a pochi metri di profondità, tranne che in alcuni casi,
come a Punta Mesco o a Capo
Monte Negro. È qui, lungo queste due falesie, che possiamo
ammirare gli ambienti sommersi più diversificati e colorati dell’Area Marina Protetta delle
Cinque Terre, istituita nel 1997.
Le pareti verticali ed i blocchi
rocciosi di P. Mesco sono noti
ai subacquei soprattutto per la
presenza, tra i 20 e i 30 m di
profondità, della splendida
gorgonia rossa (Paramuricea claTylodina perversa
vata), oltre che della gorgonia
candelabro (Eunicella singularis),
e di altri gorgonacei come Leptogorgia sarmentosa e il raro corallo nero (Gerardia savaglia).
Proseguendo ancora verso profondità maggiori, lungo il pendio detritico-fangoso, è possibile incontrare inoltre la gorgonia bianca (Eunicella verrucosa).
A Capo di Monte Negro i fondali sono leggermente meno profondi e meno ricchi di gorgonie, ed in
particolare mancano la gorgonia rossa e la gerardia, ma è interessante il fatto che questi popolamenti marini del “Coralligeno”, generalmente più profondi, si possono ammirare a profondità relativamente superficiali, grazie alla torbidità dell’acqua, che riduce la penetrazione della luce.
I fondi sabbioso-detritici superficiali, fino a circa 20 m di profondità, ospitano in alcune zone le fanerogame Cymodocea nodosa e Posidonia oceanica, con praterie non molto estese. Queste due piante
superiori (non sono alghe) ritornate al mare dopo milioni di anni, sono molto importanti per l’ecosistema marino. P. oceanica, in particolar modo, costituisce un habitat di eccezionale valore, tanto
da essere protetta da una Direttiva europea (Direttiva Habitat). Nelle Cinque Terre essa è presente
con piccole formazioni sparse lungo la costa e con una prateria di discreta estensione, tra P. Mesco e Monterosso, in condizioni non ottimali, a causa di interventi antropici costieri effettuati in
passato.
Davanti a Corniglia, in un ambiente di sabbie grossolane, è stato inoltre trovato l’anfiosso (BranchioEnte Parco Nazionale delle Cinque Terre
stoma lanceolatum), animale abbastanza raro ed inVia Telemaco Signorini, 118 – Riomaggiore (SP).
teressante dal punto di vista scientifico, consideraTel. 0187.760000/920113
to indicatore di una buona qualità dei fondali.
E-mail: [email protected]
Anche l’Area Marina Protetta delle Cinque Terre,
Sito web: www.parconazionale5terre.it
gestita dall’Ente Parco dell’omonimo Parco Nazionale, è stata suddivisa in zone secondo tre tipologie
Regione Liguria Settore Parchi e Aree protette
di vincoli. La zona A è dedicata alle visite guidate,
Via Fieschi, 15 – 16121 Genova
al ripopolamento e alla ricerca, mentre nelle zone B
Tel. 010.548.4172/4876
e C sono permesse in pratica tutte le attività antroE-mail: [email protected]
piche, pur con alcune regolamentazioni, finalizzate
Sito web: www.regione.liguria.it – www.parks.it
sempre alla conservazione delle risorse naturali.
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