Persinsala Teatro
Sharon Tofanelli
novembre 14, 2012
Arriva all’Elfo Puccini di Milano la versione di Roberto Valerio
del capolavoro di Oscar Wilde, Un Marito ideale. Noi lo
abbiamo visto al Giglio di Lucca: di seguito scoprirete come lo
valutiamo.
La giostra delle menzogne fa fermata a Lucca. Tutto esaurito al Teatro del
Giglio per Un marito ideale firmato da Roberto Valerio.
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Parliamo di potere. Di un vincente. Ma “nessun uomo è abbastanza ricco
da poter riscattare il proprio passato” (Mrs. Cheveley): questa la tragica
verità. Da una simile constatazione si dipana l’intreccio del capolavoro
teatrale di Oscar Wilde. E sabato 10 novembre il palcoscenico del Giglio si
riveste della carta da parati dei ricercati salotti inglesi – col loro veleno, il
chiacchiericcio, il vino che oscilla nella calma dei bicchieri, quell’atmosfera
British tanto inconfondibile quanto le persone che allora l’animavano. Un
marito ideale, quindi, il cui tema di fondo ci è ben noto: la corruzione
politica.
Può un uomo moralmente inattaccabile commettere un atto ignobile una
sola volta? Può convivere con il proprio rimorso e mantenerlo
inconfessato? Ma soprattutto: può farlo la donna che lo ama? A molte
domande non troveremo risposta – non appureremo mai, ad esempio, se
Lord Chiltern sia onesto che vuol dare a credere. Noi sappiamo
unicamente ciò che vediamo, e non è che una sfumatura del prisma: le
“falsità che sono le verità degli altri” (Lord Goring). Nel 1895 Oscar Wilde
diede la propria risposta. E a Lucca, Roberto Valerio la ripropone
portandola in scena.
L’incipit è originale. La storia è vissuta a ritroso, in uno spiritoso rewind. Il
regista non ci propone personaggi, bensì una gamma di burattini. Inermi,
segnati, pronti a riscrivere ancora una volta la stessa vicenda. I tormenti
del passato non si riscattano.
Anche sul piano interpretativo nulla da eccepire: pochi e bravi, a partire da
Roberto Valerio (nei panni di Lord Chiltern). Da Valentina Sperlì, che ci
regala una Mrs. Cheveley assolutamente irritante e ammirevole; a Chiara
Degani, brava nel riprodurre il rigore infantile di Lady Gertrude Chiltern;
ma, soprattutto, a Pietro Bontempo – alias Lord Goring – entrato di
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prepotenza nelle preferenze del pubblico per il proprio spensierato
dandismo, le eccentricità, le frasi appuntite e irriverenti che caratterizzano
ogni singola opera di Wilde. Ci vuole talento a mantenere vivo un
personaggio del genere e Bontempo lo possiede.
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La rappresentazione ha come risultato grottesco quello di farci ridere del
degrado. Di fronte alla corruzione, alle falsità di facciata della società, a
ideali che crollano e divinità monetarie, il pubblico ride perché tutto ciò
che è narrato possiede una tale frivolezza, una tale beata provocazione
che non è possibile astenersi. Attivata la giostra, i personaggi prendono
vita, ognuno col proprio carattere, ognuno coi propri tic e difetti: Lady
Chiltern deve continuamente togliersi le scarpe, il Conte di Caversham
(Alarico Salaroli) è intollerante alle correnti d’aria, Lord Goring teme la
serietà come un morbo. E la mimica degli attori non riscontra difetti.
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Per l’allestimento delle scene (a opera di Carlo Sala) è stata progettata
un’ambientazione semplice, perfino spartana. Soltanto l’essenziale, nulla
con cui i personaggi non debbano interagire: un sofà, uno scrittoio, un
tavolo. Lo sfondo è composto di pannelli, il cambio di scena ha il vantaggio
di essere rapido, di non dover richiedere intervalli. Anche la colonna
sonora è suggestiva. Tra una vicenda e l’altra le luci calano, la musica sale
con le sue note nostalgiche avvolgendo le ombre dei pannelli e di coloro
che li ruotano. Si oppone all’umorismo, la musica: unica voce veramente
interiore e sincera, muta durante il gioco di maschere della recitazione.
L’insieme è intrigante, dignitoso nella sua apparente semplicità, profondo
negli istanti di silenzio – come la realtà. Lo stile di Wilde risuona in ogni
situazione, dalle serie alle grottesche, condito con quella sagacia e quel
disincanto destinati a rivoluzionare interamente il teatro vittoriano. Infine
l’abbraccio, la musica, le luci, il lento allontanarsi. Il passato è sepolto, mai
più si vedranno simili scandali.
Ma era veramente realtà? O l’ennesima maschera sociale? Anziché
affievolirsi, le domande raddoppiano, si moltiplicano. E la giostra riparte.
Ancora una volta.
Lo spettacolo andrà in scena:
Teatro Elfo Puccini – Sala Shakespeare
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corso Buenos Aires, 33 – Milano
da martedì 4 a domenica 16 dicembre
orari: da martedì a sabato, ore 21.00 – domenica, ore 16.00
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Un marito ideale
di Oscar Wilde
traduzione di Roberto Valerio
regia Roberto Valerio
scene e costumi Carlo Sala
Personaggi e interpreti
Sir Robert Chiltern: Roberto Valerio
Mrs. Cheveley: Valentina Sperlì
Lord Goring: Pietro Bontempo
Il Conte di Caversham: Alarico Salaroli
Gertrude Chiltern: Chiara Degani
Phipps/Mason: Roberto Baldassarri
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Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro del Giglio
Lucca
venerdì 9 e sabato 10 novembre, ore 21.00 – domenica 11 novembre, ore 16.30
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