UN POSTO PER I RAGAZZI 2015.16 ____________________________________________________ stagione teatrale per le scuole immagine di Andrea Bovaia Iniziamo questa stagione con una “chiamata alle armi”, un nuovo progetto che con enfasi sincera abbiamo chiamato QUI. Carichi d’infanzia. d’infanzia Un’intuizione necessaria e urgente che richiama in un tempo condiviso coloro che hanno voglia di prendersi un incarico importante: avvicinarsi all’infanzia per continuare a sancirne il fondamentale ruolo che ha nella società. Infanzia come primo sguardo nel mondo, infanzia come verità e come menzogna, infanzia come linguaggio, sguardo, respiro, movimento, direzione, perché QUI è quello che facciamo da sempre, ne seguiamo i passi e creiamo strade da percorrere. Costruiamo artigianalmente e artisticamente momenti per loro e con loro. I bambini e i più giovani. QUI è il nostro POSTO, POSTO il nostro teatro per l’infanzia e i giovani, quel UN POSTO PER I RAGAZZI che proponiamo da decenni alle scuole del nostro territorio. Ma cos’è questo POSTO? POSTO Forse bisogna ripartire da una domanda fondamentale che è come si va a teatro? teatro Perché questo interessa sia chi organizza il teatro, sia chi lo fa e soprattutto chi ci va. Come si va a teatro? Con che stato si va a teatro? Sia se siamo con dei bambini ma anche se siamo da soli. Però prima di rispondere a questa domanda ce n’è un’altra che fa da ponte ed è perché si va a teatro? Però a questo non si può rispondere se non si risponde ad un’altra che è cos’è cos’è il teatro? Tutti noi abbiamo un’idea di teatro, diversa l’una dall’altra, ma tutte sono ugualmente giuste. Ci piacerebbe, quindi, in questa sorta di dialogo ininterrotto con il mondo della scuola consegnarvi queste tre domande attraverso le quali sarebbe bello aprire un dialogo partendo dalle risposte che ci vorrete inviare. Nessuna risposta è sbagliata, non c’è giudizio. C’è solo un filo sottile e lunghissimo che unisce tutti noi in questa ostinazione a credere che il teatro abbia sempre bisogno di un POSTO e che questo posto siamo noi che lo abitiamo e lo teniamo vivo con le nostre domande profonde. Questa premessa attende, per chi lo desidera, risposte semplici alle tre domande: Come si va a teatro? Perché si va a teatro? Che cos’è il teatro? Con questi stimoli ci prepariamo all’incontro speciale tra scuola e teatro che a Parma ha un luogo che lo caratterizza fortemente, il nostro UN POSTO PER I RAGAZZI Grazie fin d’ora se avrete voglia di risponderci, sia in forma anonima che nominale, alla nostra mail: [email protected] SCUOLE SECONDARIE PRIMO GRADO Teatro Gioco Vita IL CAVALIERE INESISTENTE di Italo Calvino con Valeria Barreca, Tiziano Ferrari drammaturgia Cristina Grazioli, Fabrizio Montecchi regia e scene Fabrizio Montecchi 5-6 novembre, ore 10 Spettacolo inserito nelle manifestazioni in occasione dell’Anno Internazionale Luce della L uce proclamato dall’Unesco per il 2015 Ne “Il cavaliere inesistente” l’epoca di Carlo Magno e dei Paladini, la giostra di avventure, inseguimenti e battaglie, sono un pretesto per parlarci di noi e del nostro difficile rapporto con la realtà. Calvino affronta, con grande profondità e ricchezza di sfumature, e allo stesso tempo con leggerezza e ironia, il tema dell’identità nell’uomo contemporaneo. Un’identità che appare scissa, o addirittura in alcuni casi inesistente, e propone diversi modi di “essere”, di “stare” al mondo come individui. Questi temi sono subito evidenti nella figura di Agilulfo, il cavaliere che sotto le placche della propria armatura semplicemente non esiste, nonostante sia convinto del contrario, e nel personaggio di Gurdulù che, pur essendo di carne, ignora del tutto la propria esistenza e si tramuta negli oggetti, negli animali e negli uomini che incontra. Tra questi due estremi stanno tutti quelli che lottano continuamente in bilico tra una condizione d’esistenza e d’inesistenza. Rambaldo, giovane combattente che vuole vendicare la morte del padre e “cerca le prove d’esserci” nell’azione. Torrismondo, l’altro giovane guerriero, che ricerca l’esserci “in qualcos’altro che se stesso, da quel che c’era prima di lui, il tutto da cui s’è staccato”. Bradamante, donna guerriera, innamorata di Agilulfo, ma anche narratrice occulta della storia nelle vesti di Suor Teodora, che ricerca le prove della sua esistenza nell’amore e nella guerra. Nel linguaggio scenico di Teatro Gioco Vita la presenza immateriale e incorporea dell’ombra si fonde con la presenza materiale e corporea dell’attore. Queste due qualità di presenza scenica, nelle loro tante possibilità combinatorie, si prestano a tradurre i diversi piani dell’“essere” presenti in questo classico della letteratura del Novecento Teatro delle Briciole | Cantiere Nuovi sguardi per un pubblico giovane 2° capitolo SHERLOCK HOLMES progetto affidato a CollettivO CineticO CineticO con Daniele Bonaiuti, Roberto De Sarno, Giulio Santolini 30 novembre, novembre, ore 10 11 febbraio, febbraio, ore 11 classi prime e seconde Scrive Arthur Conan Doyle, il padre di Sherlock Holmes, che «il mondo è pieno di cose ovvie che nessuno si prende mai la cura di osservare». L’idea che guida le parole e le azioni di questo spettacolo, affidato all’interno del progetto del Teatro delle Briciole Cantiere nuovi sguardi per un pubblico giovane alla compagnia CollettivO CineticO, gruppo di spicco della danza contemporanea, è la volontà assoluta, liberissima, giocosa, di rovesciare quella verità e osservare con divertita ostinazione il mondo. Sherlock Holmes e il suo celebre metodo fondato sul binomio osservazione e deduzione, si reincarnano sulla scena in un anomalo terzetto di investigatori contemporanei, animati da una inesauribile voglia di andare oltre il volto ingannevole della realtà, di analizzare i dettagli e ipotizzare possibili soluzioni. Nella sua sorprendente somiglianza con i meccanismi profondi della curiosità infantile, l’applicazione rigorosa e nello stesso tempo umoristica del metodo deduttivo è lo strumento di un viaggio di scoperta e investigazione di quel vero e proprio microcosmo che è il teatro. Quella che si viene compiendo sulla scena, “teatro del crimine” in una inedita accezione, è dunque una vera e propria anatomia in presa diretta, uno sguardo telescopico che si irradia sull’intero spettro del visibile e del sensibile. La pluralità delle ipotesi ricostruttive dei movimenti coreografici di uno spettacolo, a partire dagli indizi lasciati sulla “scena del delitto”, si traduce in un vertiginoso atlante concentrato della danza, dal minimal alla contact improvisation, dalla metal al musical, perché il linguaggio del corpo ha estensione infinita, come infinito e aperto è il catalogo delle ipotesi sul mondo, se si parte dalla sua osservazione analitica. Così, l’occhio di una telecamera, moderno erede della lente di Sherlock Holmes, scruta, rielabora tutti i recessi dello spazio-mondo: persone e oggetti, spettatori e proiettori, costumi e note di regia, e non si preoccupa di superare le pareti del teatro per puntare sulla vita là fuori che continua a scorrere, o di farsi strada dietro le quinte. “Secondo lo spirito del personaggio di Conan Doyle si tratta di una divertente ammiccante investigazione deduttiva. Gli addetti della compagnia di pulizie Watson Srl devono rimuovere le tracce dello spettacolo della sera precedente, e per farlo devono prima ricostruirle in modo “scientifico”. Il pretesto narrativo conduce a un viaggio in diversi stili di danza e possibilità coreografiche, per mostrare come solo lo scatto nell’immaginazione possa definire i modi che l’arte ha per trasfigurare la realtà. I giovani spettatori sono coinvolti in un gioco che chiede continuamente di guardare oltre le apparenze, per estrarre inedite visioni dal flusso della vita quotidiana.” Left. Massimo Marino. L’Organizzazione/ Teatro delle Briciole JOHN TAMMET fa sentire le persone molto così ::-? uno spettacolo di Davide Giordano scritto, diretto e interpretato da Davide Giordano e Federico Brugnone a cura di Daniele Muratore 11 dicembre, dicembre, ore ore 10 spettacolo vincitore del Premio Scenario infanzia 2012 «Il tuo modo di fare fa sentire le persone molto così :- ?», cioè molto perplesse, dice un adulto a John Tammet, un ragazzo che fa calcoli complicatissimi a mente, ma non riesce a stare con gli altri, e sogna quindi di diventare astronauta e di andare sullo spazio, dove si può stare da soli e guardare i pianeti e le galassie. Autoritratto di un adolescente difficile, Jonn Tammet fa sentire le persone molto così :-? è uno spettacolo costruito intrecciando i suoi sogni di fuga da una realtà indecifrabile, i dialoghi e i contatti amorevoli con l’amico immaginario, l’interazione diretta con gli spettatori, occasione di una presa di coscienza e, attraverso uno schietto confronto emotivo, di una scoperta più vera della dimensione complessa della diversità. Ma nello stesso tempo lo spettacolo travalica i confini dell’indagine su una patologia, per diventare strumento di esplorazione del tessuto profondo delle relazioni tra le persone e dell’ambiguità che le governa. Ed è la scelta di un punto di vista “diverso” sul mondo il tramite di questa capacità nuova di riflessione sulla condizione umana. L’indecifrabilità del mondo, visto con gli occhi di John, è anzitutto indecifrabilità del linguaggio umano. Pensando in modo «non conforme», egli disvela la natura doppia delle parole, la loro capacità di essere usate in modo ingannevole. Il suo modo di vedere le cose, la sua diversa prospettiva, ci fa dunque sentire molto così :-?, ma questa perplessità si trasforma nel motore di nuove riflessioni, nel prezioso strumento capace di svelare un’incrinatura, una piega nascosta nell’ordine normale degli eventi. PREMIO SCENARIO INFANZIA 2012 Motivazione della Giuria Un personaggio caratterizzato da una patologia, la sindrome di Asperger, si rivela portatore di risorse di autenticità, profondità, spunti di riflessione sulla condizione umana. La costruzione del testo drammaturgico diviene al contempo scrittura scientificamente fondata ed esteticamente sapiente, offrendo ai giovani spettatori, attraverso il paradosso della figura del protagonista e del suo amico immaginario, occasione di rispecchiamento e riflessione sulla loro stessa costruzione identitaria ed esistenziale. L’interazione con il pubblico arricchisce l’esperienza teatrale di vivacità, invenzione e interessanti spunti di consapevolezza. Teatro delle Briciole CIRANO ispirato a Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand testo, regia e scene Paola Crecchi con Paola Crecchi, Riccardo Reina 17 - 18 dicembre, dicembre, ore 10 Opera che ha sollecitato una infinita serie di letture (romantiche, avventurose, idealiste), il capolavoro di Edmond Rostand (1868-1918) nasconde nelle sue pieghe una fondamentale dualità. Cyrano de Bergerac è infatti un guerriero e un poeta, è spavaldo e sensibile, irruento e dolce: come dire maschile e femminile. Su questo dualismo si focalizza una drammaturgia per ragazzi in cui l’eroe spadaccino nemico di ogni ipocrisia e bassezza, l’istrionico ribelle, l’anticonformista a cui “piace non piacere”, l’utopista che vuole cambiare il mondo con la forza della parola, ci viene incontro anche con una inconsueta levità, con un piglio ironico e popolare che sa giocare sulla propria bruttezza, sul celebre naso, simbolo di deformità ma anche di una diversità che non si arrende e non si piega, che lo fa unico e ce lo fa amare per la sua non conformità ai canoni estetici omologati. Insomma un Cirano extravagante, un ‘brutto’ che grazie alla sua intelligenza non si confonde con la massa. E’ un tema, quello del dualismo, che coinvolge in pieno anche la lingua teatrale utilizzata. In una scena che è di volta in volta camera da letto e campo di duelli, d’amore e d’amicizia, si fondono attori e marionette, alludendo e giocando sull’umano e sul suo doppio inanimato, sul contrasto, anche spassoso, tra i caratteri di Cirano e l’amico rivale Cristiano, attraverso cui il poeta nasuto esprime il doloroso amore impossibile per Rossana. Ecco allora al centro della scena il conflitto comico (il dualismo) tra intelligenza e stupidità, tra brillantezza e insulsaggine, tra ricchezza interiore e afasia dei sentimenti. La ‘diversità’ di quest’anima d’idealista, di questo alfiere della fantasticheria e nemico del potere, può risultare forse illuminata in modo particolare proprio da un racconto che sfronda un testo dei suoi mille personaggi e delle sue mille interpretazioni, per fornirci una via d’accesso lieve, ironica ed essenziale alla vicenda di un uomo che “in vita sua fu tutto e non fu niente”. Fondazione Sipario Toscana IO FEMMINA, E TU? breviario comico poetico sugli stereotipi di genere di Fabrizio Cassanelli con Federico Raffaelli Laura Rossi regia Letizia Pardi Francesca Pompeo 19 gennaio, ore 10 Un ring colorato, guantoni, sgabelli e asciugamani. Un maschio e una femmina. E una domanda: io femmina, e tu? Che sarebbe anche potuta essere: io maschio, e tu? Ma forse le femmine sono più curiose. O è uno stereotipo? Una coppia che si allena e, allenandosi, sperimenta energia, forza, sveltezza, furbizia, gioco e scherzo e con il mettersi alla prova cerca qualche risposta: uguali? Simili? Differenti? Ma che vuol dire? Che importanza ha? Nessuno vince, nessuno perde. Ma l’allenamento continua. Uno scambio continuo di ruoli e di corpi che scherzano, si travestono e condividono i ricordi dell’infanzia cercando di liberare i desideri di quando erano bambini. L’allenamento fisico diventa allenamento alla vita e soprattutto allenamento a capire quanto l’essere differenti sia ricchezza e fonte di relazioni rispettose e prive di sopruso. Scoprire il valore della differenza significa liberare le proprie personalità e rendersi consapevoli delle proprie specificità. Alla fine i protagonisti dello spettacolo capiranno di essere Laura e Federico in quanto tali e non perché appartenenti all’uno o all’altro sesso. Non è meglio essere maschi o femmine: l’importante è essere quello che si è. Ironia e poesia sono i mezzi con i quali Io femmina, e tu? si immerge, senza protezione, nel mondo degli stereotipi legati al genere e all’identità femminile e maschile. Che cosa va bene per un maschio? E che cosa per una femmina? Siamo certi che, invece, non vi sia un’altra strada che è quella della libertà dell’essere, in semplicità? I condizionamenti in base al ruolo assegnato all'uno o all'altro sesso cominciano molto presto. Già prima della nascita si inizia con il corredino rosa o celeste, si prosegue con giochi e giocattoli da maschi e da femmine, per arrivare poi alle scelte importanti nel campo degli studi e del lavoro. Con il risultato, spesso e volentieri, di educare ai modelli imposti piuttosto che alla libertà di espressione del sé. Lo spettacolo vuole, in modo benevolo, lanciare una sfida: ai grandi e ai piccoli. Quella di montare su un ring non per vincere ma per imparare ad affrontarsi e confrontarsi attraverso un gioco di continue scoperte e stupori. Kinkaleri/ Teatro Metastasio Stabile della Toscana BUTTERFLY liberamente tratto dalla “Madame Butterfly” di Giacomo Puccini con Yanmei Yang, Marco Mazzoni 18 febbraio ore 10 classi prime e seconde Madame Butterfly è la commovente e tragica storia d'amore ambientata nell'esotico estremo oriente di inizio novecento. Il Giappone, terra allora lontana di incanti e misteri, diventa la cornice ideale dove collocare l'appassionante vicenda dei due protagonisti, la splendida Butterfly, la giovane ragazza che Pinkerton lo yankee americano che tutto può avere, sposa legandola a sé per tutta la vita. La ragazza cede all'amore in modo completo e totale, come totale è quest'opera d'arte, con la dolcezza semplice di chi ama e crede nell'altro. Questa amore assoluto diventa la traccia principale per il lavoro di messa in scena, sviluppato attraverso le ambientazioni musicali, l'uso di segni e colori che appartengono al mondo dell’arte contemporanea, cercando nell'opera quella immediatezza che si rapporta con un filo diretto al pubblico dei più piccoli.In un continuo ribaltamento di figure e sagome, la scena si sviluppa in un gioco tra bidimensionalità e tridimensionalità, provocando nel pubblico un costante cambio di percezione in cui il performer agilmente interpreta i diversi personaggi della storia, mentre il canto appare nelle vesti dell'incantevole Butterfly che ripropone dal vivo le arie più celebri dell’opera. Butterfly è una favola sentimentale triste, intensa, dolcissima, tragica, che può far riscoprire l'opera lirica come forma epica e attuale di rappresentazione, accompagnando il pubblico di giovanissimi nei territori vivi della musica, della scena, dell'immaginazione. Kinkaleri nasce nel 1995: la natura dinamica del gruppo ha permesso di consolidare una ricerca creativa personale, riconosciuta sulla scena delle arti performative contemporanee in Italia e all’estero. Dal 2001 Kinkaleri risiede a Prato nello spazioK, spazioK spazio di lavoro della compagnia e centro di residenza regionale per la città di Prato, che ospita il progetto is it my world?, world? serie di appuntamenti volti a sostenere la conoscenza e la sensibilità verso la sperimentazione e la ricerca dei linguaggi contemporanei. Teatro Biondo di Palermo FA’A FAFINE mi chiamo Alex e sono un dinosauro testo e regia Giuliano Scarpinato con Michele Degirolamo 16 marzo ore 10 spettacolo vincitore Premio scenario Infanzia 2014 Esiste una parola nella lingua di Samoa, che definisce coloro che sin da bambini non amano identificarsi in un sesso o nell’altro. Fa’afafine vengono chiamati: un vero e proprio terzo sesso cui la società non impone una scelta, e che gode di considerazione e rispetto. Alex non vive a Samoa, ma vorrebbe anche lui essere un “fa’afafine”; è un “gender creative child”, o semplicemente un bambino-bambina, come ama rispondere quando qualcuno gli chiede se è maschio o femmina. La sua stanza è un mondo senza confini che la geografia possa definire: ci sono il mare e le montagne, il sole e la luna, i pesci e gli uccelli, tutto insieme. Il suo letto è una zattera o un aereo, un castello o una navicella spaziale. Oggi per Alex è un giorno importante: ha deciso di dire ad Elliot che gli vuole bene, ma non come agli altri, in un modo speciale. Cosa indossare per incontrarlo? Il vestito da principessa o le scarpette da calcio? Occhiali da aviatore o collana a fiori? Alex ha sempre le idee chiare su ciò che vuole essere: i giorni pari è maschio e i dispari è femmina, dice. Ma oggi è diverso: è innamorato, per la prima volta, e sente che tutto questo non basta più. Oggi vorrebbe essere tutto insieme, come l’unicorno, l’ornitorinco, o i dinosauri. Fuori dalla stanza di Alex ci sono Susan e Rob, i suoi genitori. Lui non vuole farli entrare; ha paura che non capiscano, e probabilmente è vero, o almeno lo è stato, fino a questo momento. Nessuno ha spiegato a Susan e Rob come si fa con un bambino così speciale; hanno pensato che fosse un problema, hanno creduto di doverlo cambiare. Alex, Susan e Rob. Questo spettacolo è il racconto di un giorno nelle loro vite, un giorno che le cambierà tutte. Un giorno speciale in cui un bambino-bambina diventa il papàmamma dei suoi genitori, e insegna loro a non avere paura. Quando Alex aprirà la porta, tutto sarà nuovo. PREMIO SCENARIO INFANZIA 2014 Motivazione della giuria La storia di un adolescente alla scoperta di sé e della sua identità sessuale ci introduce in uno spazio famigliare popolato di giochi e attraversato da conflitti e aperture oniriche. Un tema arduo, individuato con coraggio e accuratezza di indagine e portato in scena da attori dotati di ironia e leggerezza. Un’occasione importante per stimolare una discussione sulla differenza di genere in ambito educativo e formativo. Teatro delle Briciole W (PROVA DI RESISTENZA) di e con Beatrice Baruffini 21 aprile, ore 10 Segnalazione Speciale Premio Scenario 2013 “I laterizi (o mattoni) di qualsiasi tipo e forma, debbono nella massa essere scevri da sassolini e da altre impurità; avere facce lisce e spigoli regolari; presentare alla frattura (non vetrosa) grana fine ed uniforme; dare al colpo di martello suono chiaro; assorbire acqua per immersione; asciugarsi all’aria con sufficiente rapidità; non sfaldarsi e non sfiorire sotto l’influenza degli agenti atmosferici e di soluzioni saline; non screpolarsi al fuoco ed inoltre avere resistenza adeguata agli sforzi ai quali dovranno essere assoggettati in relazione all’uso.” (art. 3 R.D. 16 novembre 1939 n° 2233) La prova di resistenza è una prova caratteristica del mattone forato. Viene fatta applicando un carico di peso sempre maggiore su tutti e tre i lati del mattone, fino a raggiungere il carico di rottura e stabilire così il grado di resistenza del mattone forato. “W” è il grido di vittoria di chi chi supera quella prova senza morire. Parma 1922: prova di resistenza. Nei quartieri popolari dell’Oltretorrente e del Naviglio, gli abitanti resistettero, innalzando le barricate, all’aggressione dei fascisti guidati da Italo Balbo. Furono cinque giorni di scontri in cui quasi tutta la città si schierò unita contro un comune nemico. Donne, uomini, bambini, ragazzi, ognuno come poteva, parteciparono a una lotta collettiva che portò Parma a essere l’unica città in grado di respingere il fascismo, prima della marcia marcia su Roma. Questa è una storia di povertà e di vendetta. Di buoni e cattivi. Di rossi e neri. E’ un racconto dove le passioni nascono in strada, fuori dalla finestra, perché in casa si sta stretti. E in strada, in fila per il bagno, davanti all’unica fontana che pompa acqua, sugli scalini a giocare a carte, sulla porta delle osterie, si vive. Si fa l’appello dei figli per vedere quanti sono. Si fischietta Verdi, ci si prende a pugni, ci si allena alla lotta. Si sceglie la guerra. Si alzano marciapiedi. Muri. Barricate. E’ una storia di ribellione e di resistenza. Di mattoni forati e di donne e uomini tutti d’un pezzo. Motivazione della Giuria. Con vena poetica e semplicità Beatrice Baruffini rievoca la “prova di resistenza” degli abitanti dei quartieri popolari dell’Oltretorrente e del Naviglio di Parma che nel 1922 resistono all’aggressione dei fascisti, capitanati da Italo Balbo. È in un certo senso la stessa barricata, rappresentata da una serie di mattoni posati sulla scena, a dar vita all’intero racconto secondo la miglior tradizione del teatro di oggetti. Baruffini, recuperando le importanti esperienze di Claudia Dias e di Gyula Molnar, con originalità e senza retoriche commuove per la capacità di trasfigurazione e per la sensibilità nel recupero della memoria. INFORMAZIONI PRENOTAZIONI> Le prenotazioni si svolgeranno con le seguenti modalità: Schede di prenotazione> prenotazione prima dell’inizio di ciascun incontro di presentazione, a partire dalle ore 17, 17 potrete ritirare le SCHEDE numerate su cui sarà possibile esprimere le vostre scelte. Le SCHEDE, nel caso in cui non possiate partecipare agli incontri di presentazione, si potranno comunque ritirare a teatro, entro giovedì 8 ottobre, ottobre nei seguenti orari: dalle ore 11 alle 14.30 – escluso sabato 3 e domenica 4 ottobre. Il numero sulla scheda indicherà e garantirà la vostra posizione e priorità nelle prenotazioni che, comunque, non verranno inserite prima dell’8 ottobre (ad esempio: la scheda n. 3 rimarrà sempre in terza posizione anche se fosse consegnata l’ultimo giorno disponibile). Avrete quindi, come sempre, l’occasione di consultarvi e di decidere con calma quali scelte indicare. Come nostra consolidata abitudine, garantiremo ad ogni insegnante la possibilità di rappresentare eventualmente la propria scuola, ritirando le schede anche per le colleghe. Ogni classe o sezione avrà, di conseguenza, una propria scheda su cui indicare le prenotazioni. Vi invitiamo a specificare chiaramente i vostri recapiti sulla scheda per permetterci di contattarvi nel caso non ci fossero posti disponibili per uno spettacolo da voi scelto e cambiare, eventualmente, la prenotazione. Prenotazioni fino all’8 ottobre> le schede compilate possono essere consegnate mantenendo la priorità acquisita: acquisita -al termine dell’incontro di presentazione -entro giovedì 8 ottobre in teatro dalle ore 11 alle 17 -entro giovedì 8 ottobre via e-mail ([email protected] oppure a [email protected]). Prenotazioni Prenotazioni dal 20 ottobre ad aprile 2016> 2016> non sarà più necessario prenotare tramite la scheda, ma come di consueto, presso gli uffici negli orari di biglietteria: dal martedì al venerdì dalle ore 11 alle 14.30, giovedì dalle 11 alle 17 o telefonicamente al numero 0521/989430 992044. BIGLIETTI 5€ scuole dell’infanzia e primarie 6€ scuole secondarie di primo e secondo grado 3€ anteprime/spettacolo Dal vivo! PROMOZIONI Le classi che prenoteranno più di due spettacoli, avranno una riduzione pari ad 1€ sul prezzo del biglietto di ciascun spettacolo. Scuole dell’infanzia e primarie: 12€ 12€ x 3 spettacoli (anziché 15€) Scuole secondarie di primo e secondo grado 15€ 15€ x 3 spettacoli (anzichè 18€) Weekend al Parco per le scuole Le classi che assisteranno agli spettacoli della rassegna Weekend al Parco potranno usufruire del biglietto ridotto a 5€. Gli insegnanti entreranno gratuitamente. La rassegna è consultabile su www.solaresdellearti.it/teatrodellebriciole MODALITA’ DI PAGAMENTO Vi chiediamo gentilmente di provvedere al pagamento del 50% della quota totale dei biglietti entro e non oltre 20 giorni dalla rappresentazione prescelta. Il giorno dello spettacolo si provvederà al saldo. Le eventuali disdette dovranno pervenire entro 20 giorni dalla data dello spettacolo. Oltre tale termine la Direzione del Teatro tratterrà la somma versata dei biglietti. I pagamenti si potranno effettuare presso gli uffici del Teatro al Parco, tramite bonifico bancario sul conto corrente presso Cariparma Crédit Agricole, sede di Parma, intestato a Solares Fondazione delle Arti c/prevendite, specificando obbligatoriamente quanto segue: CODICE IBAN IT18A0623012700000036542912 NOME DELLA SCUOLA E CLASSE TITOLO E DATA DELLO SPETTACOLO (per esigenze della banca siete pregati di indicare in modo abbreviato, ma comprensibile, il titolo dello spettacolo prenotato) COME SI ACCEDE A TEATRO Si ricorda che l’ingresso al Parco Ducale non è consentito ai pullman e che gli ingressi pedonali più vicini sono: Via Pasini e V.le Piacenza (retro Star Hotel du Parc). Per favorire un corretto approccio al teatro, si invitano le classi ad arrivare almeno 20 minuti prima dell’inizio dello spettacolo. Le classi che arriveranno a spettacolo iniziato non potranno accedere alla rappresentazione. In questo caso la Direzione del Teatro tratterrà la somma versata dei biglietti. MATERIALE INFORMATIVO Presso gli uffici del Teatro al Parco è disponibile il materiale informativo sugli spettacoli: testo, rassegna stampa, schede per insegnanti. Il programma della rassegna è consultabile sul sito www.solaresdellearti.it/teatrodellebriciole. Teatro delle Briciole Parco Ducale, 1 43125 Parma Biglietteria>dal martedì al venerdì dalle ore 11 alle 14.30, giovedì dalle 11 alle 17 0521/989430 992044 www.solaresdellearti.it/teatrodellebriciole [email protected] / [email protected]