N. 13 - GIUGNO 2014
I GRATTACIELI
DEL FUTURO DELLA
EVOLO SKYSCRAPER
COMPETITION 2014
UNA CASA
NEL PALLONE
POSTE ITALIANE SPA - SPED. A.P. - D.L. 353/03 ART. 1, CM. 1, DCB MI
ARRIGO BAJ
L’ARCHITETTO CHE
SUSSURRA ALLE CASE
L’ERA BIOCLIMATICA
L’ARCHITETTURA BIOCLIMATICA SEMBRA SEGNARE IL FUTURO DELLE COSTRUZIONI
DI DOMANI GRAZIE A PRODOTTI HI-TECH, MATERIALI TIPICI DEL TERRITORIO
E PROGETTI MOLTO SPECIALI
64 °C
48 °C
32 °C
16 °C
4h
8h
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Anno 4 - Numero 13 - Giugno 2014
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Direttore responsabile
Lina Mazzullo
Consulenza editoriale
CommFabriK Srl
Hanno collaborato a questo numero
Michelangelo Cecchetto, Stefano Guolo,
Alessandra Guzzi, Zoe Lafleur, Luca Mercante, Enrico Nicoli,
Nicola Pisano, Rosa Santavite, Cristina Serra,
Susanna Tamborini, Carlo Vacca, Bibi Velluzzo
Grafica e Impaginazione
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senza riuscire a reperirli. Ovviamente è a piena disposizione per
assolvere a quanto dovuto nei loro confronti.
EDITORIALE
C
ari Lettori,
la parola d’ordine di questo numero è “recuperare il passato per costruire il futuro”, un messaggio
che in qualche modo avete sempre ritrovato in tutti i numeri di UP! perché parte integrante della
nostra filosofia che da sempre punta sui valori umani da rivalutare in termini di relazioni e di rapporti,
sulla sensibilizzazione al rinnovamento dei luoghi del sapere in cui far crescere i nostri figli, sul ritrovare l’equilibrio con l’ambiente circostante. Ed è proprio su quest’ultimo aspetto che si basa l’approfondimento di questo numero di UP! dedicato all’architettura bioclimatica, scienza antica che oggi
sta tornando alla ribalta mixando materiali della tradizione e di ultima generazione che una tecnica
del passato, rivista in chiave moderna, sa sfruttare al meglio.
Leggerete di avveniristici grattacieli, capaci d’integrarsi nel territorio nonostante la loro imponenza,
realizzazioni in chiave green di illustri architetti ed ancora una volta, le potenzialità di quel meraviglioso materiale che è il legno. Articoli che possano essere spunti di riflessioni e idee nuove per nutrire
la nostra creatività e guardare al domani facendo tesoro di quanto diceva Galileo Galilei: “Noi non
dobbiamo considerare che la Natura si accomodi a quello che parrebbe meglio disposto a noi, ma
conviene che noi accomodiamo l’interesse nostro a quello che essa ha fatto”.
Arrivederci al prossimo numero e buona lettura a tutti.
■
Lina Mazzullo
3
SOMMARIO
6
12
12
24
4
L’ARCHITETTURA BIOCLIMATICA
TOCCA IL CIELO CON UN DITO
I trend del futuro nei 23 premiati dell’eVolo
Skyscraper Competition, un concorso
architettonico che raccoglie i concept dei
grattacieli più avveniristici e “green” del pianeta.
UNA CASA NEL PALLONE
(E UNA 100% GREEN)
Il massimo esponente della progettazione
bioclimatica si ispira al calcio per una villa che
ha fatto il giro del mondo. Ma sotto i riflettori c’è
anche la sua Green Box.
16
L’ARCHITETTO
CHE SUSSURRA ALLE CASE
Arrigo Baj si racconta: «Ogni progetto
architettonico è un riflesso della personalità
di chi dovrà viverlo». Con una parola d’ordine:
rispetto del territorio e delle sue tradizioni
grazie all’utilizzo di sistemi costruttivi green
e a chilometro zero, conditi con molto estro
creativo.
N. 13 - GIUGNO 2014
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VENTO, UN PROGETTO
DA REALIZZARE
Ha la forma di una ciclabile, ma è molto di più.
VENTO è il progetto, che piace molto
a BigMat, di un’infrastruttura leggera
che diviene una chiave preziosissima per
rimettere in contatto le persone con il
paesaggio che le contiene e le rappresenta,
e creare nuovi flussi di turismo
e 2.000 posti di lavoro.
24
SAPIENZA ANTICA
IN SALSA HI-TECH
L’architettura bioclimatica è un know-how
antico che oggi sembra essere diventato il
must del futuro facendo uso sapiente delle
tecniche di progettazione e di un cocktail
“esplosivo” in grado di unire materiali tradizionali
a prodotti super hi-tech.
54
RIQUALIFICARSI
AD ARTE
Un importante lavoro di riqualificazione
di un edificio utilizzato per le esposizioni e le
mostre del Comune di Colliano in provincia di
Salerno dimostra l’impegno dell’edilizia pubblica
a essere sempre più green.
58
AMPLIARE
CON IL LEGNO
Case history dell’Hotel Dolce Vita di Liscia
di Vacca (OT), ampliato di un piano senza
chiudere l’attività nemmeno un giorno.
62
SOPRAELEVARE E
RISTRUTTURARE
CON BIGMAT VASS
La versatilità del sistema BigMat VASS in un
intervento in provincia di Imperia.
66
LA UNI CHE RIVOLUZIONA
L’IMPIEGO DEGLI SMT
La nuova norma UNI 11470:2013
“Coperture discontinue – Schermi e membrane
traspiranti sintetiche – Definizione, campo di
applicazione e posa in opera” pone finalmente
termine alla mancata regolamentazione degli
schermi e delle membrane traspiranti, un
prodotto che da oggi BigMat propone anche
con il suo brand.
58
66
RUBRICHE
70 FEDERCOSTRUZIONI INFORMA
71
FEDERLEGNO INFORMA
72
FORMEDIL INFORMA
74
IL CONSULENTE D’AZIENDA
76 RIFLESSIONI DI UN ARCHITETTO
78 BIGMAT VASS INFORMA
82 NEWS DAL MONDO BIGMAT
5
VERNACULAR VERSATILITY,
DELL’AMERICANO YONG JU LEE
PRIMO CLASSIFICATO
Vernacular Versatility è una rivisitazione contemporanea
e metropolitana della tradizionale casa coreana (hanok)
dalla struttura in legno e dal tetto ricurvo.
6
L’ARCHITETTURA
BIOCLIMATICA
TOCCA IL CIELO
CON UN DITO
I trend del futuro nei 23 premiati dell’eVolo Skyscraper Competition,
un concorso architettonico che raccoglie i concept dei grattacieli
più avveniristici e “green” del pianeta.
di Zoe Lafleur – foto di eVolo
I
grattacieli di domani non stupiranno più per la loro
imponenza, bensì per la capacità di depurare l’aria circostante, produrre cibo ed energia (tramite orti pensili
e pannelli solari e fotovoltaici) e vegliare sui patrimoni
naturali. Audaci, tecnologici, smart, ma soprattutto amici dell’ambiente. Sono queste le virtù che
hanno contraddistinto i vincitori della nona edizione del
concorso eVolo Skyscraper Competition (www.evolo.us)
indetto dalla rivista di architettura eVolo, che premia i
progetti più “verdi” e curiosi che
immaginano il futuro delle costruzioni verticali attraverso l’uso innovativo di materiali, tecnologie ed
estetica. Difficilmente vedranno la
luce, ma sono il punto di partenza
per i grattacieli che ridisegneranno il panorama delle grandi
città. Se fino a ora i palazzi si erano distinti
per le loro caratteristiche avanzate di autonomia, oggi lo
fanno anche aggiungendo l’ingrediente fondamentale della
filosofia bioclimatica.
Ambiziosi ed eclettici, efficienti e innovativi, i 525 progetti arrivati da 43 Paesi sono stati esaminati dalla giuria
internazionale del concorso Skyscraper Competition che
ha decretato tre vincitori e 20 menzioni d’onore.
UP! ha scelto per voi i più bioclimatici tra
quelli premiati.
7
CAR AND SHELL SKYSCRAPER: OR MARINETTI’S MONSTER,
DEGLI AMERICANI MARK TALBOT E DANIEL MARKIEWICZ
SECONDO CLASSIFICATO
I due architetti statunitensi hanno ideato e messo su carta una gigantesca
città verticale per Detroit, che comprenda case modulari, strade pedonali
panoramiche e spazi destinati ai parcheggi.
8
PROPAGATE SKYSCRAPER: CARBON DIOXIDE STRUCTURE,
DEI CANADESI YUHAO LIU E RUI WU
TERZO CLASSIFICATO
Questo è forse il più fantascientifico dei progetti in concorso, un esempio
di come il futuro dell’edilizia metropolitana possa declinarsi in chiave
“verde”: il progetto è una sorta di esoscheletro capace di “catturare”
l’anidride carbonica presente nell’aria e trasformarla in un solido materiale
costruttivo capace di sopportarne il peso. Una griglia di partenza guida
la costruzione che andrà via via sviluppandosi a seconda del quantitativo
di anidride carbonica assorbita. Propagate Skycraper è un grattacielo che
cresce mano a mano che ripulisce l’atmosfera circostante.
9
SAND BABEL:
SOLAR-POWERED 3D
PRINTED TOWER,
DEI CINESI QIU SONG,
KANG PENGFEI,
BAI YING, REN NUOYA
E GUO SHEN
MENZIONE D’ONORE
Un grattacielo autosufficiente
a forma di albero, realizzato
utilizzando la sabbia, una
stampante 3D e un ingegnoso
sistema per la produzione di
energia solare: è con questi
“ingredienti” che i designer di
questa torre immaginano di
erigere un edificio sostenibile, un
gruppo di strutture ecologiche
per la ricerca scientifica e le
attrazioni turistiche nel deserto.
Una parte di queste strutture è
costruita all’aria aperta, mentre
le altre sono state pensate per
essere parzialmente interrate.
CLIMATOLOGY TOWER, DEI
GIAPPONESI YUAN-SUNG
HSIAO, YUKO OCHIAI, JIAWEI LIU E HUNG-LIN HSIEH
MENZIONE D’ONORE
È una gigantesca cupola capace
di assorbire l’inquinamento e
produrre aria pulita, un grattacielo
avvolto in un sottile involucro. La
Climatology Tower è concepita
come centro di ricerca che
valuta la meteorologia urbana
e corregge il clima attraverso
l’ingegneria meccanica. In altre
parole, la torre è dotata di un
sistema di controllo ambientale in
grado di rilevare i vari microclimi
della città attraverso una varietà
di fattori quali irraggiamento,
radiazione e termica. I dati
raccolti vengono confrontati con i
livelli di umidità e quindi i sistemi
meccanici futuristici vengono
azionati per ridurre o aumentare i
livelli ottimali del clima.
10
HYPER FILTER, DEL RUSSO
UMAROV ALEXEY
MENZIONE D’ONORE
Un altro palazzo amico
dell’ambiente:
Hyper Filter, concepito
per sorgere nelle metropoli
più inquinate, assorbirebbe CO2
e altri gas nocivi per restituire
ossigeno puro.
INFILL AQUIFER,
DELL’AMERICANO JASON
ORBE-SMITH
MENZIONE D’ONORE
Più che per l’uomo, questo
grattacielo è il luogo ideale
per ospitare la Natura in città.
Concepito per rispettare le
condizioni del suolo e dei suoi
processi naturali,
il progetto vorrebbe sottolineare
l’importanza e la possibilità
che l’uomo e la Natura
possano coesistere.
Infill Aquifer è una sorta
di grattacielo “poroso” in grado
di accogliere l’acqua piovana, farla
filtrare nel suolo (alimentando
una falda sotterranea) ma anche
di favorire la traspirazione
dell’acqua e reimmetterla nel ciclo
idrogeologico.
11
UNA CASA
NEL PALLONE0% green)
0
1
a
n
(e u
Il massimo esponente della progettazione bioclimatica
si ispira al calcio per una villa che ha fatto
il giro del mondo.
Ma sotto i riflettori c’è anche la sua Green Box.
di Michelangelo Cecchetto
L
uis De Garrido è l’architetto bioclimatico per
eccellenza. Tutti i suoi progetti, dalla casa Eye of
Horus fatta a forma di occhio per Naomi Campbell
alla Berimbau Eco Tower di Rio de Janeiro, hanno
sempre portato avanti il principio della sostenibilità a 360
gradi, tanto che negli ultimi anni ha accettato solo lavori
dove i criteri ecologici, sanitari e ambientali fossero molto
severi. Ma non solo, perché grazie al suo estro, è stato
anche in grado di dimostrare che si possono
costruire edifici green dalle architetture più
incredibili, alla faccia dei tanto temuti ponti termici.
12
Berimbau Eco Tower di Rio de Janeiro
Il progetto della casa per Lionel Messi
UNA REGGIA PER APPASSIONATI
DI PALLONE
L’ultima creazione di De Garrido è stata una casa ispirata all’universo del calcio e in particolare al goleador del
Barcellona Lionel Messi. Ispirata, non commissionata,
tant’è che per il momento il progetto resta ancora solo
nelle fantasie dell’architetto spagnolo che con quest’idea
ha fatto parlare molto di sé, complice anche il fatto che il
2014 è l’anno dei Mondiali di calcio in Brasile.
La villa è il sogno di qualsiasi tifoso di calcio.
LUIS DE GARRIDO (nella foto) è stato premiato come progettista dell’anno 2008 per l’ISBA
(Internacional Steel Building Association), è fondatore di Anavif (Associazione nazionale per la casa
del futuro), nonchè docente al Mit
di Cambridge e in diverse altre
università europee. Da circa 20
anni si dedica alla ricerca ingegneristica e architettonica.
Il suo iter progettuale è fondato
sull’approccio alla progettazione
tenendo conto dell’impatto ambientale che le nuove costruzioni
hanno. Da sempre attento a tutti gli aspetti costruttivi a favore dell’ecosostenibilità, ha intrapreso numerosi studi inerenti il comportamento bioclimatico
e l’alta efficienza energetica.
13
Una lussuosa e spaziosa residenza estiva, a forma dell’occhio dell’antico egizio
Horus. Per costuire Eye of Horus, Luis De Garrido si è ispirato al figlio di Iside
e Osiride. La casa è situata a Playa de Cleopatra in Turchia: è stato un regalo di
compleanno per la famosa modella Naomi Campbell da parte del suo fidanzato
russo. La reggia, che sfoggia 25 camere e 5 sale, è un gioiello di sostenibilità.
Non ha alcun bisogno di acqua ed energia elettrica, il contorno nero dell’occhio
è costituito da pannelli fotovoltaici, che funzionano in combinazione con un
sistema geotermico per sopperire a tutti i bisogni energetici della casa. L’acqua
piovana viene raccolta in apposite vasche ed è dotata di un sistema biologico
in loco per il trattamento delle acque reflue. La cupola centrale multi-livello
è incorniciata da acciaio e rivestita in pannelli di vetro satinato.
tazione come l’edificio che più si avvicina al suo modello
concettuale di “natura artificiale”. E se tutto questo non
bastasse, questa casa viene realizzata con la metà dei costi
di un’abitazione convenzionale (circa 550 euro/mq).
La Green Box oggi si trova a Toledo, dove è stata installata
definitivamente. A colpire è soprattutto il suo consumo
energetico, pari a zero di energia convenzionale,
Per giardino un campo da calcio, coperto per metà da
prato e per metà d’acqua, con al centro una casa a forma
circolare a due piani che richiama la forma di un pallone.
Il tetto? Naturalmente un tetto verde, con inseriti pannelli
solari completamente estraibili e posizionati in modo da
formare il numero dieci del campione di calcio argentino.
I moduli della struttura portante sono costituiti da pannelli
prefabbricati in cemento armato, pannelli sandwich di legno-cemento e pannelli metallici. Gli elementi chiave sono
il tetto giardino inclinato e un giardino verticale (inserito
nel patio interno alla casa), realizzati entrambi con specie
vegetali autoctone del Mediterraneo che si alimentano con
acqua pluviale senza spreco di questo elemento primario.
A livello energetico, Green Box si avvale di un impianto
geotermico e di uno solare che la rendono totalmente indipendente. Anche per questo risponde perfettamente ai
cinque pilastri basici sui quali poggia il concetto di
architettura sostenibile:
1. ottimizzazione delle risorse e dei materiali, con utilizzo
di materiali recuperati, riciclati e riutilizzati;
2. diminuzione dei residui e delle emissioni nell’ambiente
perché non si generino residui di nessun tipo sia nel
montaggio sia nello smontaggio;
GREEN BOX
Si chiama “Casa-giardino sostenibile del futuro: Green Box”
e ha debuttato per la prima volta a Barcellona durante
Construmat 2009. Modulare, prefabbricata (si costruisce
in 15 giorni), riutilizzabile, trasportabile, con ciclo di
vita infinito, bioclimatica, con un consumo
energetico pari a zero e che non genera residui,
Green Box è un prodigio che a oggi non ha eguali e
per questo ora torna all’attenzione del mondo della proget-
14
ottenuto grazie alla tecnologia geotermica e
solare e sfruttando al massimo il suo disegno
bioclimatico.
3.diminuzione del consumo energetico e uso di energia
rinnovabile in quanto i materiali sono stati scelti per il
loro basso consumo energetico;
4. miglioramento della qualità di vita e della salute umana perché non sono utilizzati materiali con emissioni
tossiche per l’uomo, per gli animali e per l’ambiente,
né durante la costruzione né durante lo smontaggio;
5.riduzione del prezzo di costruzione e manutenzione
dell’edificio, l’unica manutenzione sarà quella della
pulizia.
La casa si riscalda da sola secondo due modalità:
1. evitando di raffreddarsi: grazie al suo grande isolamento
termico e disponendo di grandi superfici vetrate solo a
sud;
2.grazie al suo attento e speciale disegno bioclimatico e
al suo perfetto orientamento nord-sud, la casa si scalda
per “effetto serra”, per la radiazione solare diretta.
Si raffredda da sola secondo tre modalità:
1. evitando di riscaldarsi: disponendo la maggior parte della superficie vetrata a sud e in parte a ovest; disponendo
però di protezioni solari per la radiazione solare diretta
e indiretta; disponendo di un isolamento adeguato;
2. rinfrescandosi tramite un sistema di raffreddamento
architettonico ad aria per mezzo di gallerie sotterranee.
D’altra parte, grazie alla grande inerzia termica dell’edificio, il fresco accumulato durante la notte si mantiene
durante il giorno seguente;
3. evacuando l’aria calda all’esterno della casa, attraverso
delle finestre superiori del patio coperto centrale. La
forma inclinata del tetto potenzia la convezione naturale
e proporziona un effetto camino per estrarre l’aria calda
dall’interno della casa.
Un progetto reale a cui ispirarsi per rendere il nostro abitare
sempre più sostenibile. ■
Green Box
15
L’ARCHITETTO
CHE SUSSURRA
ALLE CASE
Arrigo Baj si racconta: «Ogni progetto architettonico è un riflesso della
personalità di chi dovrà viverlo». Con una parola d’ordine: rispetto del
territorio e delle sue tradizioni grazie all’utilizzo di sistemi costruttivi
green e a chilometro zero, conditi con molto estro creativo.
di Zoe Lafleur
16
17
Q
uello di Arrigo Baj è sicuramente un dono:
entrare in sintonia con le persone
e capire esattamente quello di cui
hanno bisogno, è questo uno dei segreti
del successo in oltre 40 anni di carriera nel mondo dell’architettura d’interni che non è messo in dubbio nemmeno
in questi tempi di crisi. A questo va aggiunta una gran
bella dose di autocritica, costanti aggiornamenti, l’uso di
materiali naturali e selezionati attentamente, una cernita
attenta degli artigiani che realizzeranno i lavori e un approccio al cliente molto etico, problem solver, professionale,
mai polemico e sempre sorridente.
Semplice? Più facile a dirsi che a farsi, lo sa bene chiunque si sia trovato alle prese con un progettista per la ristrutturazione della propria casa. «La maggior parte della
gente con l’architetto ci litiga o comunque, prima o poi,
rompe i rapporti. Questo a cosa è dovuto? Al non amore
da parte dell’architetto nei confronti del cliente – spiega
Baj –. Se io e Alessia non affrontassimo la progettazione
con dedizione probabilmente faremmo la stessa fine anche
noi». Alessia Agnelli Baldini è il braccio destro di Baj e
assieme a lui si occupa di ogni singolo progetto, mentre
Giovanna Baj, la moglie, è la cassa di risonanza delle loro
vibrazioni artistiche: «Arrigo e Alessia – racconta – arri-
18
vano a progettare dopo che lui ha parlato a lungo con il
cliente, si è messo sulla lunghezza d’onda spirituale della
persona che deve aiutare a risolvere i problemi del suo
“nido” domestico. La nostra filosofia? Creare un ambiente
dove le persone che ci abitano stiano bene,
proprio come un abito sartoriale». Per questo
uno dei tratti distintivi delle realizzazioni dell’architetto
Arrigo Baj sono le curve, che prendono il più possibile il posto degli angoli per tracciare linee armoniche e
sinuose. Poi c’è l’estro, la creatività, un grande
rispetto per le maestranze e un modo tutto suo
di impostare il progetto e il cantiere: «Noi non facciamo
disegni esecutivi – spiega Baj –, disegniamo a mano
e il nostro obiettivo è quello di far capire al cliente quale
sarà il risultato finale. Ci occupiamo degli interni, della
ristrutturazione e degli arredi. Arriviamo addirittura
a organizzare i cassetti della cucina, ma se disegno una struttura a volta, ad esempio, poi decido a tutti
gli effetti come farla sul posto, col muratore». Insomma,
un po’ come un’opera d’arte, creata al momento in base
alla “tela” a disposizione. Il coinvolgimento attivo delle
maestranze non fa che giovare al risultato finale: «La cosa
più bella è che la manovalanza si entusiasma – racconta
Giovanna – perché trova qualcuno che finalmente gli spiega
quale sarà il risultato finale e ha bisogno del suo aiuto.
Il risultato è frutto e merito del lavoro di tutti, non solo
dell’architetto. E poi sono coinvolti anche dal fatto che si
trovano a lavorare su progetti unici, diversi da quelli che
si vedono di solito». Quanto ai materiali, che siano poveri
o ricercati, sicuramente sono esclusivi e il più possibile
naturali: «Il nostro obiettivo è far “respirare” la
casa. Se usiamo materiali poveri, le nostre lavorazioni le
rendono uniche e inimitabili. Con mia moglie e Alessia –
spiega Baj – facciamo tanta ricerca. Siamo stati tra
i primi a frequentare le manifestazioni di Parigi o le fiere
di Verona: sapere dove trovare i prodotti migliori, avere
le persone che li sanno lavorare in modo originale per dare
degli effetti che li rendano ancora più particolari, sono
altri assi che abbiamo nella manica». Il cocciopesto (vedi
pag. 20) è uno dei materiali preferiti dall’architetto, così
come il micro-cemento, mentre la ceramica «non fa parte
del mio mondo e gli stucchi antichi non li propongo più,
perché ormai li usano tutti». Lo studio Baj lavora in tutto
il mondo e in Italia ha trovato da anni un riferimento nei
Punti Vendita BigMat per la fornitura dei materiali edili
dei suoi cantieri.
Una ricercatezza solo a portata di ricco? «Una
cosa bella, fatta bene, non è detto che debba costare di
più – assicura Baj –. Quasi tutti pensano che il nostro
modo di lavorare sia costosissimo e questo è l’ostacolo più
grosso che abbiamo. Il nostro cliente medio non è il ricco,
è chi ama la casa, indipendentemente dalle sue capacità
economiche. Noi facciamo case per tranvieri e politici,
per studentesse e imprenditori, cercando di conciliare il
budget con il progetto».
Nonno falegname per il
Vaticano, mamma commerciante di mobili e oggetti di arredamento e design, ARRIGO BAJ (nella
foto) a 20 anni si forma frequentando i maggiori studi di architettura a Milano,
Beirut in Libano e in Costa
Azzurra in Francia. Si laurea nel 1975 al Politecnico di Milano con Paolo
Portoghesi e apre lo studio di Milano nella zona di
Brera, dove si trova a contatto con il mondo artistico e
della moda e sviluppa il proprio personalissimo stile.
Il design di Arrigo Baj è un mondo a parte. Molte
delle sue realizzazioni nascono da un’intuizione in location, da uno spunto offerto dalla natura circostante,
da una nota musicale del pianoforte che ama tanto
suonare quando deve riflettere sugli interventi da
realizzare. Ogni progetto architettonico è un riflesso
della personalità di chi dovrà viverlo. Nello studio
dell’architetto Baj le sinergie tra uomo e ambiente,
cultura e luoghi, sono elementi fondamentali per ottenere una completa armonia e funzionalità in tutte le
sue componenti. Qui, oltre la conoscenza delle nuove
tecnologie, si preferisce la “filosofia del design” dei
progetti fantasiosi realizzati a mano libera. Questo
modo di pensare e di agire genera vere e proprie
creazioni che spaziano dall’architettura al design,
dalla decorazione agli arredi.
I cantieri di Arrigo Baj hanno dima in scala reale 1:1, comprensivi degli arredi che ingombreranno gli spazi a lavoro finito. Il margine di errore delle
maestranze in fase di messa in opera, in questo modo, si riduce moltissimo.
19
Rinnovarsi continuamente è la parola d’ordine di Baj, «e cercare sempre di più la spiritualità, l’em-
guardi nell’anima dei suoi clienti e delle loro
abitazioni, li comprenda e li interpreti. Una predi-
patia con il cliente». E se la sintonia non scatta? «Rifiuto il
lavoro, anche se si tratta di incarichi importanti. In 40 anni
di carriera, però, è successo solo due volte», conclude Baj.
sposizione naturale che ha saputo alimentare nel tempo
con molto studio, grande professionalità e, soprattutto,
tantissima passione, ingrediente segreto della felicità e
del successo di ogni impresa, grande o piccola che sia. ■
Sembra che lui, come chi sussurra ai cavalli,
LA BELLEZZA DEL COCCIOPESTO
Il cocciopesto è un materiale edilizio utilizzato come rivestimento impermeabile per pavimenti sia interni sia
esterni, ma anche per il rivestimento di pareti (ad esempio di cisterne). È composto da frammenti di laterizi (tegole
o mattoni) minutamente frantumati e da malta fine a base di calce aerea. Si posa in diversi strati, caratterizzati da diverse granulometrie, che vengono battuti e bagnati diverse volte. Gli antichi romani lo
chiamavano Opus signinum, termine latino derivante dalla città di Segni (Signa), a Roma, dove secondo
antiche fonti fu inventato. Vitruvio ne descrive la fabbricazione e l’uso.
La malta di cocciopesto, oltre a una notevole durabilità e resistenza possiede altre caratteristiche
che ne hanno favorito l’uso, come la bassa permeabilità all’acqua. Il cocciopesto, in parziale o totale
sostituzione della sabbia normale, veniva utilizzato per il confezionamento di malte a base di calce
aerea le quali, in assenza di questo aggregato reattivo, non potevano indurire se non a contatto con
l’aria, attraverso quel processo chimico noto come carbonatazione: l’aggiunta di questo aggregato
veniva quindi effettuata in funzione idraulicizzante, cioè per ottenere una malta di calce con proprietà idrauliche, anche se il grado di idraulicità ottenibile è inferiore a quello che deriva dall’uso della
pozzolana. Il materiale, legato con calce aerea o calce idraulica naturale e con sabbia, incontra sempre maggiore
diffusione per le sue caratteristiche tecniche che lo rendono particolarmente adatto non solo al recupero del patrimonio edilizio storico, ma anche all’edilizia biocompatibile.
20
PROTEGGE LA TUA CASA
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e nei vecchi edifici, anche quelli in legno. L’alta qualità Index in ogni
suo componente garantisce un’efficienza perfetta.
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In bicicletta da VENezia
a TOrino lungo il fiume Po
VENTO,
UN PROGETTO
DA REALIZZARE
Ha la forma di una ciclabile, ma è
molto di più. VENTO è il progetto,
che piace molto a BigMat, di
un’infrastruttura leggera che
diviene una chiave preziosissima
per rimettere in contatto le persone
con il paesaggio che le contiene e le
rappresenta, e creare nuovi flussi
di turismo e 2.000 posti di lavoro.
di Rosa Santavite
22
U
no dei progetti più ambiziosi nati pensando
all’EXPO 2015 corre su due ruote: si chiama
VENTO ed è il progetto di una ciclabile lunga
679 chilometri che collega Venezia e Torino
lungo il fiume Po, passando per Milano. Oltre 2.500 cittadini, 24 istituzioni (tra Comuni, Province e autorità) e
23 associazioni (nazionali e locali) hanno aderito chiedendo
la realizzazione di VENTO.
Il tracciato è stato pensato e disegnato nei mi-
nimi dettagli dai ricercatori del Politecnico
di Milano: attraversa città di rara bellezza e secondo il
gruppo di lavoro attirerebbe il turismo dei Paesi europei
abituato a passare le vacanze in bicicletta, centinaia di
migliaia di persone che potrebbero anche essere il doppio,
dato che questa opera farebbe parte del corridoio europeo
LA VIA DEL MONVISO E LE ALTRE
VENTO ha stimolato la nascita di altri progetti di
ciclovie. Venerdì 11 aprile la Giunta Regionale della
Lombardia ha approvato il Piano Regionale della
Mobilità Ciclistica (PRMC) con l’obiettivo di favorire
e incentivare approcci sostenibili negli spostamenti
quotidiani e nel tempo libero. Il Piano ha inserito
anche VENTO e individua il sistema ciclabile di
scala regionale mirando a connetterlo e integrarlo
con i sistemi provinciali e comunali, favorisce lo
sviluppo dell’intermodalità e individua le stazioni
ferroviarie “di accoglienza”; propone una segnaletica
unica per i ciclisti; definisce le norme tecniche a uso
degli Enti locali per l’attuazione della rete ciclabile
di interesse regionale. VENTO non è l’unica ciclovia che ha saputo incentivare la progettazione di molte altre ciclabili. Il
percorso di Ospedaletti-San Lorenzo, ad esempio, ha
ispirato la nascita della “Via del Monviso”, progetto
autonomo promosso da molti Comuni della zona
capitanato da quello di Moncalieri (TO).
Eurovelo 8, che congiunge Barcellona a Kiev. VENTO è
immediatamente cantierabile. Dei 679 chilometri di
tracciato, 102 sono già tratti ciclabili, e con
una spesa di circa 80 milioni di euro – il costo
di realizzazione di due chilometri di autostrada – si realizzerebbe la più lunga pista ciclabile italiana e una delle
più lunghe d’Europa.
Un impegno che, se suddiviso tra lo Stato, le quattro
Regioni e le dodici Province coinvolte, non sarebbe
poi molto oneroso: «Non mancherebbe niente – spiega il responsabile scientifico, Paolo Pileri, docente di
Pianificazione territoriale e ambientale al Politecnico di
Milano – salvo la volontà politica di farla, questa pista ciclabile, superando un’arretratezza culturale propria
dell’Italia di oggi: molti italiani purtroppo pensano ancora
che una ciclovia sia un’opera inutile, percorsa solo da
qualche ciclista nullafacente a passeggio. Il progetto
è ambizioso, ma è anche un’importantissima
opportunità occupazionale che si basa su un’idea
di cicloturismo come quello che troviamo a nord delle
Alpi o in qualche raro caso in Italia. Il cicloturismo ha
potenzialità ancor più grandi grazie al clima italiano perché sarebbe una pratica destagionalizzata ovvero capace
di attrarre turisti per 10 mesi su 12. Se prendiamo a
riferimento il modello infrastrutturale ciclabile tedesco,
fatto al 70% di ciclabili e ciclopedonabili non condivise
con le auto, e lo applichiamo al progetto VENTO come
abbiamo fatto noi, scopriamo che lungo il Po ogni anno
si potrebbe alimentare un indotto di circa 100
milioni di euro generando 2.000 nuovi posti
di lavoro oltre a stabilizzare quelli che già ci sono e
che stiamo perdendo perché nessuno propone nulla per
quei territori».
VENTO, però, non ha ancora trovato l’approvazione necessaria per essere realizzato e non se ne comprendono i
motivi visto che non mancano neppure i soldi: «L’Europa
ha stanziato oltre 6 miliardi di euro per il 2014-2020 per
realizzare ciclabili come VENTO, come quelle di Eurovelo
e come quelle urbane. Sono tutte queste, a nostro avviso,
le opere grandi (e non le grandi opere) che il nostro Paese
deve realizzare per il bene di tutti. E le cifre lo dimostrano», conclude Pileri.
Insomma, questo progetto non è solo un’idea suggestiva
ma un grande progetto di green economy perché i percorsi
ciclabili non solo fanno bene all’ambiente e sono una risorsa per la popolazione, ma possono produrre economia
e creare posti di lavoro.
A BigMat piacciono i progetti ambiziosi come
questo e auspica in un’imminente partenza
dei lavori. ■
23
SAPIENZA
ANTICA
i-tech
h
a
s
l
a
s
in
L’architettura bioclimatica è un know-how antico che oggi sembra
essere diventato il must del futuro facendo uso sapiente delle tecniche
di progettazione e di un cocktail “esplosivo” in grado di unire materiali
tradizionali a prodotti super hi-tech.
di Zoe Lafleur
24
ARCHITETTURA
Bioclimatica
25
ARCHITETTURA
Bioclimatica
Una vittoria importante, pochi mesi fa e in salsa bioclimatica, quella
dell’architetto bolognese Mario Cucinella nella competizione
internazionale per la costruzione della nuova sede direzionale
dell’ARPT di Algeri, l’Autorité de Régulation de la Poste e des
Télécommunications. Un’architettura che coniuga tradizione e
modernità e che, al tempo stesso, sa essere funzionale, elegante
ed energeticamente efficiente integrandosi magicamente con la
morfologia del territorio. Il “concept” è dichiaratamente ispirato
al paesaggio desertico algerino e il risultato è una costruzione che
possiamo definire una “scultura”. Un edificio inclinato dagli spigoli
smussati, una sorta di mezza luna che emerge dal suolo, proprio
come le dune del deserto, edifici naturali costruiti dal vento e
dalla sabbia, e con una forma aerodinamica tipica della “Tu’rat”
algerina, convessa dal lato nord per deviare i venti caldi e concava
sul fronte sud per captare le brezze fresche notturne e favorire
così la ventilazione naturale dell’edificio. La Tu’rat è modellata
con pietra a secco a forma di mezzaluna e disposta in modo da
captare, nella sua parte concava, i venti umidi con lo scopo di farli
condensare, per effetto delle forti escursioni termiche giornaliere,
sulla sua superficie spiovente per ricavare acqua utile per irrigare
la vegetazione immediatamente ai suoi piedi. Sorta in prossimità
di un’asse viaria ad alto scorrimento e vicino al nuovo parco
pubblico di Bab Ezzouar, la nuova sede delle Poste ha il compito di
ricucire il tessuto urbano, anche attraverso il trattamento prezioso
della sua superficie esterna, che di notte si illumina come una
lanterna nel deserto. In definitiva un edificio istituzionale, iconico,
contemporaneo e con pochi sprechi che sa creare, nel quartiere in
espansione in cui sorge, nuovi scenari architettonici e culturali.
26
Uno sguardo al passato per progettare il futuro. Si può
definire così l’architettura bioclimatica, sapere antico oggi
sempre più alla ribalta, che in questo numero di UP! sarà
protagonista della prossime pagine.
UN SAPERE ANTICO
L’architettura si può ritenere un sistema metabolico in
grado di gestire i flussi di risorse in entrata e in uscita
(calore, aria, rifiuti e informazioni) con logiche simili a
quelle di un sistema ecologico. L’approccio bioclimatico è
legato al principio di autosufficienza e alla consapevolezza
che i principali fenomeni che influiscono negativamente
sull’ambiente sono causati dal consumo di grandi quantità
di energia non rinnovabile.
Nel costruire le sue abitazioni, in passato l’uomo ha maturato una notevole cultura ambientale che oggi è stata
in parte dimenticata.
Un esempio è la Mesa Verde del Colorado risalente
al 1200, un insediamento incassato al di sotto di un taglio
nella roccia e orientato verso sud. La roccia offre un riparo
naturale dal sole in estate, ma non in inverno e la grande
inerzia termica costituita dalla enorme massa rocciosa era
tale da garantire condizioni di comfort pressoché costanti
durante tutto l’anno. Oppure le sei ville di Costozza
in Veneto, costruite a partire del 1550, citate anche da
Mesa Verde
Palladio nel primo dei suoi “Quattro libri dell’Architettura”, presentano un interessantissimo sistema di raffrescamento passivo, che sfrutta l’aria fredda proveniente da
grandi cavità sotterranee, i covoli, vere e proprie stanze
scavate nella roccia, con l’imboccatura generalmente stretta
e situate all’interno delle colline in cui sorgono le ville.
In una delle ville si sono registrate temperature di 16 °C
quando all’esterno ce n’erano 33. E per finire, ma si potrebbero citare innumerevoli altri esempi, il noto trullo
pugliese che sfrutta la capacità termica dei materiali
Villa di Costozza
dell’involucro edilizio per mantenere quasi costante la
temperatura interna, grazie al grande spessore delle murature, unito al ridottissimo numero e dimensionamento
delle aperture.
La rivoluzione industriale e il fenomeno dell’urbanesimo
hanno determinato un aumento considerevole delle richieste di abitazioni trasformando completamente l’edilizia.
Inoltre, la grande disponibilità di energia a basso costo e
la rapida evoluzione dei sistemi impiantistici di controllo
climatico hanno portato alla perdita del rapporto tra edifiUn trullo pugliese
27
in inverno occorre favorire l’irraggiamento solare
cio e clima, tra abitante e ambiente, tra tipologia edilizia
e luogo, e alla convinzione che, grazie alla tecnologia, si
potevano realizzare edifici identici in ogni parte del mondo.
sulle pareti e attraverso le finestre per scaldare gli
ambienti interni; serve un elevato isolamento termico esterno dell’involucro per conservare il calore
accumulato;
COSTRUIRE BIOCLIMATICO
L’edilizia è un settore fortemente energivoro, sia in fase
di costruzione sia di mantenimento. Il problema dell’inquinamento e la necessità di limitare i consumi energetici
da fonti non rinnovabili hanno portato a riconsiderare le
condizioni climatiche come “risorse” progettuali.
Lo scopo principale di chi progetta architetture è quello
di garantire il comfort degli utenti mediante il controllo
del microclima interno con strategie progettuali “passive” che minimizzano l’uso degli impianti massimizzando
l’efficienza degli scambi termici tra edificio e ambiente.
Tale risultato si potrà raggiungere solo attraverso un’attenta progettazione che integri e adegui l’edificio con la
morfologia del territorio e il clima (in relazione alla forma, all’orientamento, al soleggiamento, allo sfruttamento
dei venti, al paesaggio, ecc.), che faccia uso di materiali
ecosostenibili, fonti rinnovabili di energia e tecniche costruttive flessibili in grado di favorire la manutenzione e
la dismissione. Le esigenze termiche dell’edificio variano a
seconda della stagione e della latitudine, ecco perché per il
successo del proprio progetto è fondamentale
conoscere il clima del sito, la temperatura, le
precipitazioni e l’umidità relativa.
Generalmente nelle regioni a clima temperato, come l’Italia, si distinguono tre fasi termiche a cui corrispondono
diversi requisiti dell’edificio:
in estate occorre proteggere l’edificio dall’irraggiamento solare con dei sistemi di ombreggiamento,
ricorrere a finiture di tonalità chiara per limitare
l’assorbimento di calore estivo, avere involucri di
massa elevata e quindi ad alta inerzia termica, nonché favorire la ventilazione naturale dell’edificio;
nelle mezze stagioni è richiesta la combinazione di soluzioni in grado sia di raffrescare sia di
riscaldare.
Per quanto concerne la forma degli edifici, si deve
ricorrere per quanto più è possibile a strutture compatte, con un “fattore di forma S/V” (superfici disperdenti/
volume) che sia il più basso possibile, massimizzando la
superficie esposta a sud con forme planimetriche allungate in direzione est-ovest. Questa disposizione consente
di massimizzare il guadagno solare in inverno. Infatti il
sole, basso sull’orizzonte, riesce a irradiare le superfici a
sud anche in presenza di aggetti orizzontali, che, viceversa,
rappresentano una protezione valida in estate quando il sole
è alto sull’orizzonte. Tuttavia, non sempre il progettista è
in grado di determinare a priori l’orientamento, e in caso
di esposizioni a est e/o ovest vi può essere il rischio di
surriscaldamento. In questo caso, il rimedio è limitare le
dimensioni delle superfici vetrate e/o proteggere le facciate.
Limiti di trasmittanza termica U per le strutture opache verticali (pareti)
In funzione del “Grado
Giorno [GG]” (indice dato
dalla somma, estesa a
tutti i giorni di un periodo
annuale convenzionale
di riscaldamento, delle
sole differenze positive
giornaliere tra la
temperatura dell’ambiente
e la temperatura media
esterna giornaliera), l’Italia
è suddivisa in 6 zone
climatiche dalla A (fascia più
calda a cui corrispondono
valori di GG più bassi), alla
F (fascia più fredda a cui
corrispondono valori di GG
più alti).
28
Zona
climatica
Gradi giorno
(GG)
U [W/mqK]
A
0-600
0,62
B
601-900
0,48
C
901-1400
0,40
D
1401-2100
0,36
E
2101-3000
0,34
F
oltre 3001
0,33
ARCHITETTURA
Bioclimatica
L’ISOLAMENTO
L’ISOLAMENTO
Le mura degli edifici nell’architettura bioecologica assumono il ruolo di “terza pelle”
per l’uomo: la nostra prima pelle è il tessuto cutaneo,
la seconda l’abbigliamento, la terza, appunto, l’edificio in
cui viviamo. Ciò che accomuna questi tre “strati” è il fine,
ovvero garantire protezione e benessere all’organismo, riparandolo dagli agenti esterni che potrebbero danneggiarlo.
A differenza dell’odierna tendenza che intende l’edificio come un contenitore ermetico, la
bioedilizia lo considera come un organismo
vivo, che consente cioè degli scambi tra ambiente interno
ed esterno.
Dopo aver tenuto conto delle caratteristiche naturali del
sito e aver pensato a una progettazione in grado di sfruttarne i vari aspetti, l’isolamento risulterà un elemen-
to chiave e modulabile in base alle esigenze.
In caso di clima piuttosto freddo con estati fresche
(irradianza molto inferiore a 290W/mq) e struttura massiva, è particolarmente indicato un isolante caratterizzato
da una bassa conducibilità termica λ, di buona resistenza
meccanica e all’umidità come il polistirene espanso sinterizzato additivato con grafite (EPS grigio), che migliora le
prestazioni termiche, o il polistirene estruso (XPS).
Tra gli EPS, l’solante Neopor WT 031 del Gruppo
Poron è adatto per le realizzazioni a cappotto e grazie a
una conducibilità termica di 0,031 W/mK, consente di
ottenere prestazioni elevate con spessori ridotti.
Su una tipica costruzione con “muratura in pietra da almeno 50 cm” oppure realizzata con “laterizio doppio UNI
da 25 cm” sono sufficienti 12/14 cm per raggiungere il
valore di trasmittanza U pari a 0,22 e ottenere anche le
agevolazioni fiscali.
In considerazione delle maggiori sollecitazioni dovute a
spruzzi d‘acqua, sporcizia e anche eventuali azioni meccaniche come urti e abrasioni, per le zone della zoccolatura
(ovvero quella fascia di isolamento in corrispondenza del
piano di campagna a contatto con il terreno fino a 50 cm
di altezza) è necessario adottare misure cautelative e differenziate rispetto alle altre superfici della facciata. In
particolare, la zona al di sotto e a contatto con il terreno
va ulteriormente impermeabilizzata e protetta.
È per questo che, lo stesso Gruppo Poron ha studiato un
pannello in polistirene espanso EPS additivato con grafite
che garantisce una λ pari a 0,030 W/mK appositamente
indicato per la realizzazione delle zoccolature dei sistemi a
cappotto: il MuroDUR oltre ad avere un assorbimento
Neopor® WT 031, Gruppo Poron. È
una lastra realizzata in Neopor® stampata
per termocompressione. L’aspetto tecnico
più interessante della lastra è l’utilizzo del
Neopor®, materiale di nuova generazione
BASF, costituito da EPS + grafite, elemento
naturale a base di carbonio, che unito al
potere termoisolante delle cellule chiuse
dell’EPS, abbassa in modo sostanziale il
valore della conduttività termica.
La superficie esterna della lastra presenta un
disegno romboidale in rilievo appositamente
studiato per favorire l’adesione del rasante.
La stessa trama in rilievo è presente su tutto
il perimetro della faccia interna della lastra
e su tre punti centrali, in modo da indicare
la corretta applicazione del collante. I sei
tagli rompi-tratta disposti longitudinalmente
svolgono la funzione di assorbire le tensioni
interne alla lastra determinate dalle
sollecitazioni termiche cui è sottoposta la
superficie esterna della lastra.
Spessori differenti rispondono alle diverse
esigenze di isolamento termico richiesto
per i differenti interventi in edilizia civile e
industriale.
Il λ termico della lastra Neopor® WT 031 è
tra i più bassi fra gli isolanti in commercio.
29
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ARCHITETTURA
MuroDUR 030, Gruppo Poron. È una lastra appositamente studiata
per ottenere un bassissimo assorbimento d’acqua. Nelle parti di edificio
esposte a pressione e umidità è imperativo che i materiali coibentanti
assorbano poca acqua, la quale peggiora notevolmente le caratteristiche
isolanti. MuroDUR 030 è stato sviluppato appositamente per questo tipo
di applicazioni: un prodotto con superficie perlante idrofobata.
MuroDUR 030 oltre ad avere un assorbimento d’acqua praticamente
nullo (0,6% del suo volume) viene prodotto con una resistenza a
compressione di 200 kPa. Questa caratteristica rende il pannello
particolarmente indicato per l’isolamento perimetrale della zoccolatura
del sistema cappotto e per l’isolamento controterra. Solitamente per
zoccolatura si intende la zona di una facciata soggetta a spruzzi d’acqua
che comincia dalla quota superiore del terreno, della pavimentazione o
della terrazza e ha un’altezza minima di 500 mm. Tuttavia grazie alle sue
performanti caratteristiche il MuroDUR 030 trova applicazione anche
nell’isolamento dei muri controterra, naturalmente predisponendo le
opportune protezioni.
d’acqua praticamente nullo (0,6% del suo volume) viene
prodotto con una resistenza a compressione di 200 kPa.
Il polistirene estruso di nuova generazione XENERGY™,
della Dow Building Solution, è l’evidenza di passione, tecnologia, sviluppo e sensibilità per l’ambiente che
coesistono armoniosamente per dare vita a un prodotto
innovativo ed eco-friendly. XENERGY™ è progettato
per accelerare il risanamento energetico: infatti, isola fino
al 20% in più rispetto alla media degli altri estrusi presenti sul mercato e utilizza, per la sua produzione, solo
agenti espandenti naturali, quali CO2 ed è additivato con
particelle di carbonio che migliorano le prestazioni termiche portando la conducibilità termica a 0,030-0,032
W/mK in funzione degli spessori contro i caratteristici
0,034-0,040 W/mK dei non additivati. Le nuove lastre
XENERGY™ mantengono la struttura a cellule chiuse,
tipica delle lastre Styrofoam, che conferisce al prodotto
una elevata resistenza alla compressione e all’umidità e
Bioclimatica
alla durabilità prestazionale. XENERGY™ è ideale per
qualunque tipo di applicazione: dalle strutture controterra,
al cappotto, dalla copertura ai solai interpiano anche con
riscaldamento a pavimento.
Nelle zone climatiche con estati calde e strutture
poco massive, bisogna privilegiare isolanti che aumentino
l’inerzia termica della struttura e quindi a elevata densità
ed elevato calore specifico. Ideali sono gli isolanti di origine
naturale come il sughero, la fibra di legno e la lana di legno
mineralizzata. È vero anche che in Italia esiste un’ampia
fascia climatica in cui si richiede un giusto compromesso
tra prestazioni invernali ed estive. In questo caso un isolante
che svolge in modo soddisfacente il proprio compito è la
lana di roccia che coniuga bassa conducibilità termica con
densità medio-alta.
I pannelli isolanti in lana di roccia di Knauf Insulation
sono considerati un’eccezionale soluzione per la coibentazione totale di un edificio e per la correzione dei ponti
termici, di facile manutenzione e particolarmente adatta
negli interventi di recupero e riqualificazione energetica.
Pannello FKD-S C1,
Knauf Insulation.
Pannello isolante in
lana di roccia con
primer a base di silicati
su un lato.
Dimensioni:
625 x 800 mm
Pannello FKD-U C2,
Knauf Insulation.
Pannello isolante in lana di
roccia con primer a base di
silicati su due lati.
Dimensioni: 400 x 1200 mm
XENERGY™, Dow Building Solution. Applicazione a pavimento
per una costruzione ecosostenibile con struttura in legno
Questi prodotti coniugano resistenza meccanica e durabilità mantenendo la struttura traspirante e permeabile
al vapore, con il vantaggio di non essere infiammabili né
idrofili.
Knauf Insulation propone il pannello FKD-S C1 con
un primer su un lato e il pannello FKD-U C2
31
che presenta un primer su entrambi i lati.
Questi prodotti rendono subito planare la superficie della
facciata, agevolando notevolmente la posa. Grazie alla
facilità e rapidità di esecuzione si riducono i passaggi e il
consumo di materiale rasante. Tutto questo porta non solo
ad un risparmio economico, ma soprattutto limita i difetti
di posa che, proprio in questa fase delicata di preparazione,
possono nascere.
Altro materiale interessante è il Multipor di Xella,
il primo isolante termico prodotto esclusivamente con materiali di origine minerale e
non fibroso, in classe di reazione al fuoco A1 (ignifugo)
e con un’elevata resistenza meccanica. L’origine minerale
conferisce rigidità al pannello e unitamente alla caratteristica porosità del silicato di calcio idrato, Multipor
presenta elevate doti di assorbimento acustico ed elevata
traspirabilità che garantisce una perfetta igroregolazione
dell’umidità per ambienti abitativi salubri e confortevoli.
Grazie alla sua compattezza, il pannello isolante minerale Multipor risulta estremamente stabile e le
sue caratteristiche di leggerezza, maneggevolezza e la resistenza alla compressione permettono una lavorazione semplice e veloce. Il pannello Multipor si integra perfet-
tamente con il sistema costruttivo in blocchi
e lastre Ytong, permettendo di realizzare interventi di
isolamento che soddisfano i più restrittivi parametri
di coibentazione, come ad esempio i livelli richiesti
per le case passive. Il pannello Multipor ha ottenuto
il certificato europeo ETA-05/0093 (Benestare
Tecnico Europeo), garanzia di qualità e di
elevate prestazioni in ogni applicazione.
KLIMAT IL SOFTWARE PER
COSTRUIRE BIOCLIMATICO
KliMat è il software di verifica
termoigrometrica che, unitamente alla conoscenza dei materiali del rivenditore BigMat,
offre un valido supporto al progettista nella definizione del
capitolato di progetto. KliMat, grazie al suo database di materiali dei più noti produttori nel settore
dell’edilizia con i relativi dati termici, è in grado
di realizzare, in breve tempo, la stratigrafia di una
qualunque struttura dell’edificio: copertura, pareti
perimetrali e di separazione tra diverse unità abitative
e anche le strutture controterra. Con KliMat BigMat
intende agevolare la sinergia tra “progettista-impresarivendita-cliente finale”, portando benefici all’impresa
in termini di costi, al progettista in termini di rispetto della normativa vigente e al cliente finale in
termini di soluzioni adeguate in grado di soddisfarne
le esigenze. Anche il progettista meno esperto potrà
realizzare le sue strutture con notevole risparmio di
tempo grazie alla descrizione dei materiali presenti
nell’archivio e alla visualizzazione delle schede tecniche nella relazione elaborata dal software. Il software
KliMat è in grado di verificare le prestazioni invernali
ed estive della struttura, grazie al calcolo della trasmittanza U, della trasmittanza periodica Yie, dello
sfasamento termico e alla verifica della formazione di
condensa mediante i diagrammi di Glaser. KliMat è
disponibile grauitamente in tutti i Punti Vendita
BigMat d’Italia, oppure registrandosi sul sito
www.bigmat.it.
VERIFICA TERMOIGROMETRICA
Multipor, Xella Italia. Dal successo dei blocchi in
calcestruzzo aerato autoclavato sono stati sviluppati
i pannelli isolanti minerali Multipor, realizzati nel
medesimo materiale dei blocchi ma con densità
ancora più basse. Ideati per la ristrutturazione di
edifici esistenti come modalità di rivestimento a
cappotto, i pannelli isolanti Multipor costituiscono
una integrazione naturale del sistema costruttivo in
blocchi e lastre Ytong. I pannelli isolanti Multipor
sono prodotti di elevata qualità, realizzati con
risparmio di risorse ed energia per contribuire in
modo significativo alla tutela dell’ambiente.
Trovano impiego nell’isolamento esterno e interno
di pareti esterne, nella correzione dei ponti termici,
in abbinamento con tamponamenti monostrato in
blocchi Ytong, nell’isolamento di solai freddi
(garage e cantine) e di coperture.
32
ARCHITETTURA
Bioclimatica
FACCIATE
ISOLAMENTO A SECCO: FACCIATE
VENTILATE E CONTROPARETI
Costruire sostenibile è forse la sfida più grande nei confronti dell’innovazione. Se innovazione, infatti, significa proporre il nuovo, ciò che ancora
non esiste, modificare ciò che esiste in funzione di nuovi
obiettivi e per ottenere nuovi risultati, trasferire “sapere” e “soluzioni”, allora innovare significa modificare il
paradigma attuale che vede il settore delle costruzioni
come massimo responsabile dei consumi di combustibili
fossili, grande produttore di rifiuti non riutilizzabili e
grande inquinatore.
Il costruire sostenibile deve propendere verso uno stile
costruttivo non più monolitico, ma flessibile che risponda
ai requisiti di “accessibilità”, “smontabilità” e “recuperabilità” per favorire tutte le operazioni di trasformazione
e demolizione con reimpiego dei materiali riciclabili a
favore di un minore impatto ambientale.
Questi requisiti sottendono un procedimento costrut-
tivo “a secco” basato su materiali sovrapposti in strati e
assemblati con connettori meccanici reversibili, e quindi
facilmente “de-costruibili”.
In merito a questo “stile”, risulta particolarmente interessante, e ricca di personalizzazione, la facciata ventilata
ovvero un particolare tipo di rivestimento
della chiusura perimetrale che assume un
nuovo ruolo di “pelle”, ossia di strato sottile distaccato dall’edificio che deve proteggere e caratterizzare.
L’elemento caratterizzante è la messa in opera con tecniche
a secco, senza malte e collanti ma tramite dispositivi di
fissaggio atti a realizzare una sottile intercapedine, tra
rivestimento e parete isolata, in cui si innesca una circolazione d’aria per effetto camino. Questo movimento d’aria
ha il duplice beneficio della riduzione delle rientrate di
calore nella stagione estiva e del controllo delle perdite
energetiche invernali.
Il Museo d’arte moderna
di Vienna, il Mumok
realizzato dagli architetti
Ortner & Ortner nel 2001,
è un’imponente struttura
caratterizzata dall’impiego
di materiali identici sia per le
superfici orizzontali sia per
quelle verticali.
La facciata ventilata è
realizzata, su una parete
portante in calcestruzzo
armato di 30 cm e isolamento
di 8 cm in lana di roccia,
con lastre basaltiche dello
spessore di 10 cm lasciando
una intercapedine d’aria di
5 cm.
Di particolare raffinatezza è
il taglio delle feritoie tra le
lastre e la differenziazione
delle aperture stesse.
La dimensione delle lastre
diventa maggiore verso
la parte alta dell’edificio,
distorcendo la prospettiva
naturale.
Le lastre ricavate mediante
taglio a sega diamantata
presentano una superficie
esterna porosa ma lucida:
particolare è l’effetto
cromatico che si ha durante
le piogge per cui l’originario
antracite fiammeggiante
diventa un nero intenso.
33
Rispetto a un sistema a cappotto, la facciata ventilata porta
con sé diversi vantaggi:
•la ventilazione aiuta ad asciugare l’isolante soggetto a
eventuale condensazione interstiziale;
•l’isolante è protetto sia dalla pioggia battente sia da
eventuali atti vandalici;
•migliora la prestazione termica dell’involucro;
•aumenta la durabilità dell’isolante;
•migliora l’isolamento acustico grazie a una maggiore
riflessione delle onde sonore.
Una delle caratteristiche della facciata ventilata è la possibilità di utilizzare una tipologia
infintamente ampia di materiali (pietra, cotto,
laterizi, ceramiche, fibrocemento, ecc.), così come di forme
e dimensioni (piastrelle, listelli, doghe, pannelli, lastre,
ecc.) consentendo al progettista di raggiungere risultati
estetici e di design particolari e originali.
Partiamo da uno dei più particolari, il policarbonato. Impiegato come alternativa al vetro per le sue
doti di trasparenza, resistenza meccanica e isolamento
termico, le lastre alveolari a 6 pareti ArcoPlus®626
di dott. Gallina vengono prodotte attraverso un processo di coestrusione, con protezione UV sul lato esterno
che garantisce la resistenza all’ invecchiamento anche dopo
una lunga esposizione al sole e agli agenti atmosferici.
La terracotta non poteva mancare a questa sfida con il
futuro: Terreal e SanMarco colgono l’occasione per
reinventarla, facendola diventare un materiale contemporaneo a forte valenza tecnologica senza, per questo mo-
Arcoplus 626, dott. Gallina. Tamponamento/copertura
realizzato/a con pannelli modulari in policarbonato alveolare
coestruso (con protezione ai raggi UV), spessore 20 mm K=1,7 W/
mqK, ottenuto con camere d’aria all’interno del pannello (minimo
5), completo di montanti di unione in acciaio plastificato o in
alluminio.
34
ARCHITETTURA
Bioclimatica
Zéphir Évolution, San
Marco Terreal. L’estetica
inconfondibile della terracotta
naturale di Terreal, con il
suo calore e la sua naturale
brillantezza cromatica, trova
nuove applicazioni in Zéphir
Évolution, che rappresenta
per molti versi una strada per
il futuro. Disponibile in vari
formati, fino al modulo 30x120
cm, e in una vastissima gamma
colori sempre in evoluzione.
Peso: circa 32 Kg/mq.
tivo, perdere il calore e la tradizionalità che da sempre
la contraddistinguono. Le argille impiegate e le fasi di
produzione, completamente industrializzate per estrusione, consentono di realizzare prodotti meccanicamente
resistenti, con ottime caratteristiche di gelività e minime
tolleranze dimensionali per garantire la durabilità e la
dovuta precisione in fase di posa in opera. La lastra
monopelle Zéphir Évolution prodotta da Terreal
in grande formato e spessore solo 15 mm, associata al
sistema di fissaggio in lega di alluminio a montanti e
guide orizzontali, racchiude in sé tutte le caratteristiche
di resistenza sopradette con la particolarità di essere un
Isotec Parete, Brianza Plastica. Il pannello viene fissato alla superficie
esterna della struttura portante tramite tasselli o viti di ancoraggio
passanti attraverso il correntino in Aluzinc, adattandosi con facilità
a eventuali imperfezioni delle pareti esistenti. Il sistema così creato
costituisce un cappotto isolante dotato di profili di supporto per gli
elementi di finitura della facciata e consente l’applicazione di differenti
tipologie di rivestimento esterno, sia leggere sia pesanti. La creazione di
una camera d’aria ventilata continua tra isolante e rivestimento riduce
al minimo il surriscaldamento estivo della parete, limitando i rischi di
fenomeni di condensazione nel periodo invernale e proteggendo, grazie
al rivestimento impermeabile di alluminio, la parete da infiltrazioni
accidentali di acqua piovana.
prodotto leggero, veloce da applicare e indicato anche per
interventi di restauro in zona sismica.
Isotec Parete di Brianza Plastica è un sistema
di isolamento termico per pareti verticali, risultato di un
programma di ricerca e sviluppo in collaborazione con il
dipartimento BEST del Politecnico di Milano, che consente
di comporre a secco un cappotto termoisolante e strutturale, funzionale alla realizzazione di facciate ventilate.
Isotec Parete dispone di un correntino con ampio piatto
di appoggio, che consente una eccezionale flessibilità di
applicazione, permettendo di fissare le più svariate tipologie di rivestimenti.
La ventilazione ottenuta arriva a superare i 200 cmq/ml,
mentre la conduttività termica dichiarata λD è di 0,023
W/mK, secondo la normativa UNI EN 13165:2013. Il
pannello Isotec Parete è un componente edilizio che raggruppa un sistema di elementi e
strati funzionali – termoisolamento, impermeabilizzazione, ventilazione e portanza – che
contribuiscono a migliorare le prestazioni termo-igrometriche della chiusura verticale. È composto da un corpo
centrale isolante in poliuretano espanso rigido autoestinguente, ricoperto da un involucro impermeabilizzante, in
lamina di alluminio goffrato e reso portante da un profilo
nervato in Aluzinc che costituisce la camera di ventilazione
e la struttura di supporto del rivestimento di facciata. I
fori predisposti sul profilo metallico rendono possibile la
ventilazione della facciata e hanno anche la funzione di
far scorrere le eventuali infiltrazioni accidentali di acqua.
Il pannello è battentato sui lati in modo da realizzare a
incastro la continuità dei pannelli, eliminando la possibilità
di formazione di ponti termici. Isotec Parete è disponibile
in quattro diversi spessori (60, 80, 100 e 120 mm) e si
applica sia a nuove costruzioni sia in interventi di recupero
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Aquapanel®, Knauf.
Il sistema facciata
ventilata Aquapanel®
è stato sottoposto ad
accurati test di prova
supervisionati dall’istituto
IFT di Rosenheim, uno tra i
principali enti certificatori in
Europa, che ha eseguito test
di tenuta all’acqua, all’aria
e di resistenza meccanica,
tutti positivamente superati
dalla struttura progettata
da Knauf.
e di miglioramento prestazionale di edifici esistenti.
Appena nato e già molto apprezzato dal mercato, infine,
è un sistema innovativo che consente finiture tradizionali, studiato da Knauf. Si tratta delle lastre
Aquapanel® Outdoor, che permettono di realizzare facciate ventilate continue a giunto chiuso, con il
vantaggio per il progettista di poter scegliere tra
l’effetto estetico di un muro tradizionale o di
sperimentare forme architettoniche nuove, ma
sempre con il beneficio della ventilazione naturale.
Per la realizzazione del nuovo progetto, Knauf si è avvalsa della collaborazione con Metra, produttore leader
di sistemi per facciate ventilate, con cui è stato possibile
progettare profili e staffe specifiche che consentono la massima libertà progettuale e una notevole velocità di posa.
A questo proposito Claudia Chiti, responsabile tecnico di
Knauf, precisa: «Abbiamo potuto progettare una facciata
ingegnerizzata per Knauf, che riusciamo a posizionare a
interasse di un metro sulla parete esterna dell’edificio,
con un’ampissima libertà progettuale e una velocità di
posa particolarmente apprezzata dalle imprese così come
dal committente. Inoltre la struttura consente di posizionare nell’intercapedine uno strato di materiale isolante
di spessore anche superiore ai 20 cm che, associato alla
continuità della superficie di finitura e all’efficacia della
ventilazione, permette di ottenere un beneficio diretto sul
clima interno dell’edificio, sia in inverno sia in estate, e
un’elevata resistenza meccanica».
Uno degli elementi fondamentali, per le facciate ventilate
è sicuramente la membrana impermeabile e traspirante.
Si tratta di un sottile foglio di tessuto non tessuto
ultracentenaria, ci sono quelli a marchio DELTA® del
Gruppo Dörken. Tra questi, DELTA®-FASSADE
PLUS è una membrana altamente traspirante
impermeabile, un’induzione speciale ad alta
traspirazione su tessuto non tessuto in PES,
altamente resistente allo strappo, studiata ad
hoc per la realizzazione di facciate a giunti
aperti. Con doppia banda adesiva integrata, il rivestimento impermeabile e la resistenza ai raggi UV forniscono
una protezione sicura dall’esterno; il valore Sd di circa
0,02 m assicura la permeabilità al vapore garantendo sia
la funzionalità della struttura sia un isolamento termico
sempre asciutto. La tecnica costruttiva a secco può essere
applicata anche per interventi dall’interno, quando è necessario mantenere inalterata l’estetica dell’edificio sottoposto a vincoli architettonici, mediante la realizzazione di
contropareti/controsoffitti in cartongesso/gessofibra isolati
nella cui intercapedine possono essere alloggiati convenientemente gli impianti tecnologici. L’isolamento dall’interno
può essere molto vantaggioso quando si desidera avere un
rapido riscaldamento degli ambienti sfruttando opportuni
isolanti a bassa densità e inerzia termica.
Isover di Saint-Gobain lancia la sua nuova gamma di lana
di vetro, Isover 4+, per applicazione in inter-
no prodotta a partire da sole materie prime
naturali, come sabbia e vetro riciclato, e uno
speciale legante brevettato a base di “zucchero & limone” che garantisce la massima qualità
dell’aria interna grazie all’assenza di emissioni nocive alla salute dell’uomo. Par Gold è il prodotto della
gamma particolarmente indicato per essere impiegato per
le contropareti, conferendo al tempo stesso protezione dal
freddo, dal caldo, dai rumori e dal fuoco per un’architettura
sempre più sensibile ai temi dell’impatto ambientale e del
comfort abitativo.
altamente tecnologico, in grado di proteggere
l’isolamento da qualsiasi agente atmosferico
e di far traspirare l’edificio in maniera ottimale evitando
che l’aria circolante nell’intercapedine e carica di umidità
possa insinuarsi tra i giunti degli isolanti e condensare. Sul
mercato esistono moltissimi prodotti, ma sicuramente tra
i più affidabili, forti del rigore tedesco e di un’esperienza
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Isover 4+, Saint-Gobain. Nuovo nel packaging e nel colore,
Isover 4+ garantisce la massima qualità dell’aria interna grazie a
uno speciale legante a base di “zucchero & limone”.
ARCHITETTURA
PROTEGGERE LE VETRATE DAL SOLE
La luce del sole, utile in inverno per riscaldare l’edificio, è un problema in estate, specialmente in edifici che
presentano grandi superfici vetrate. Le schermature
solari, dette anche brise soleil, rappresentano un
sistema di protezione passiva di grande attualità, non solo
per il benessere abitativo, ma anche per le caratterizzazioni
estetiche derivanti. L’analisi dell’ombreggiamento parte da
considerazioni “bioclimatiche” analizzando l’orientamento
dell’edificio, la temperatura esterna e l’inclinazione del sole.
Esistono diverse tipologie di schermature in base alla loro
geometria, alla posizione e alla modalità di gestione: ovvero
schermature orizzontali o verticali, esterne o interne, fisse
o mobili. Le schermature orizzontali esterne sono molto
efficaci per le superfici esposte a sud, alle nostre latitudini,
impedendo l’ingresso della radiazione nelle ore centrali
estive poiché il sole è “alto” e consentendo il guadagno
solare in inverno quando il sole è molto inclinato . Viceversa
le schermature verticali sono efficaci per le superfici esposte
a est e ovest perché bloccano principalmente la radiazione molto inclinata, che in estate si ha solo nelle prime e
ultime ore del giorno sui fronti est e ovest dell’edificio.
Trattandosi di elementi esterni e soggetti agli attacchi
atmosferici, le brise soleil devono avere buoni requisiti di
resistenza meccanica, durabilità e manutenibilità.
Bioclimatica
inverno
nord
tiepido
freddo
sud
Estate
nord
fresco
sud
caldo
Anche in questo caso il laterizio viene riscoperto e valorizzato come materiale tecnologico. La possibilità che offre
il laterizio SanMarco Terreal è di coniugare un
sistema contemporaneo, basato su struttura
metallica da realizzarsi custom made per ogni
tipo di intervento, con il calore e la durabilità
del laterizio. Terreal offre una gamma di frangisole
in una grande varietà di lunghezze e sezioni trasversali
(quadrate, rettangolari e ovali) con sei prodotti che vanno
da un piccolo formato economico a frangisole di grandi di-
Shamal, San Marco Terreal. Shamal è un elemento per frangisole di grande formato - fino a 1.290 mm di lunghezza - dal raffinato profilo ad ala
d’aereo. Le elevate caratteristiche tecniche lo rendono idoneo anche in contesti dove è richiesta elevata resistenza ai carichi flessionali del vento e
all’urto. Già vincitore di premi internazionali per il suo particolare design, è disponibile in due versioni (una con il profilo più slanciato e larghezza
sezione 200 mm, l’altra più compatta con larghezza sezione 140 mm), in undici colori a impasto e due finiture di superficie (liscio e sabbiato).
Colori: rosa salmone, rosso arancio, rosso, violino, cioccolato, champagne, beige sahara, grigio perla, grigio scuro, ebano e bianco opale.
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LE FINESTRE BIOCLIMATICHE PER
ECCELLENZA
Nei tetti a falda il tallone d’Achille è la finestra. Ma non con la nuova generazione di
finestre per tetti VELUX, che porta con sé
luminosità, comfort e risparmio energetico. Le
nuove finestre hanno una superficie vetrata più
ampia. Più vetro significa una maggiore disponibilità di luce naturale, che si traduce in comfort
abitativo e risparmio di energia. Il design esterno e
interno è stato completamente rivisto, così da proporre una finestra dalle linee moderne ed essenziali,
in grado di inserirsi in qualsiasi contesto architettonico. L’applicazione della Thermo Technology™,
ovvero l’inserimento di materiale isolante
e legno termotrattato nel battente della
finestra, rappresenta un nuovo modo di concepire i
serramenti, migliorandone le prestazioni energetiche
complessive.
Nella versione elettrica e solare VELUX INTEGRA®,
le finestre sono dotate di control pad touch
screen che permette di aprirle e chiuderle a distanza
o di programmarle in funzione delle proprie giornate,
per il massimo del comfort. Impostando il control
pad e scegliendo fra gli 8 programmi predefiniti,
sarà possibile svegliarsi con la luce del sole e uscire
di casa senza preoccuparsi di controllare le finestre,
perché con un solo tocco si chiuderanno tutte. La sera,
si rientra in una casa con ambienti ben ventilati e
con la giusta temperatura. Nemmeno un temporale
improvviso sarà più un problema, perché in caso di
pioggia le finestre si chiuderanno automaticamente.
C’è un programma pensato anche per le vacanze, che
simula la presenza degli inquilini in casa alzando e
abbassando tende e tapparelle, quando questi non
ci sono.
38
mensioni. Di solito posati orizzontalmente, possibilmente
leggermente inclinati rispetto all’asse verticale, se intesi
come decorazione o protezione dal sole, questi frangisole offrono un grande potenziale di utilizzo. I profili che
SanMarco Terreal mette a disposizione sono molteplici, da
semplici tubolari (Autan), a elementi stondati (Harmattan),
fino a rigorosi elementi rettangolari (Zonda).
Le possibilità si estendono da piccoli elementi da 30 cm di
lunghezza fino a monoliti di 150 cm di lunghezza. Il frangisole di eccellenza dal punto di vista tecnico ed estetico è
rappresentato dalla linea Shamal, pale monolitiche fino
a 130 cm di lunghezza, con elegante profilo ovoidale, già
vincitore nel 2000 di premi di design internazionali, che
prevede un sistema di fissaggio caratteristico.
In generale, i frangisole SanMarco Terreal prevedono alloggiamenti per strutture metalliche di diversa grandezza
in funzione del tipo specifico, con la possibilità di adattare
diverse strutture a diversi tipi di immagine. Dal punto di
vista cromatico, la gamma delle possibilità va dai colori naturali delle argille (rosso, rosato e rosso arancio), ad argille
particolarmente chiare, come il color sabbia o champagne,
per risultati di estrema raffinatezza ed eleganza. Grande
riscontro progettuale hanno anche i toni grigi, dal beige
al grigio scuro, all’ebano, ricercati e contemporanei.
ARCHITETTURA
Bioclimatica
DRENAGGIO
L’IMPORTANZA
DEL DRENAGGIO DELLE ACQUE
Disastri idrogeologici e fenomeni di piogge straordinarie,
in grado di causare danni anche ingenti al territorio, sono
ormai sempre più frequenti e sono un aspetto che l’architettura bioclimatica deve tenere ben presente in fase di
progettazione. L’edilizia ha da anni dei sistemi tecnologici
in grado di aiutare a contenere questi fenomeni, ma forse
non sono così conosciuti.
Questi sistemi si chiamano MAD, membrane alveolari
drenanti, e in Italia sono rappresentati da un’associazione,
l’ASSODRAIN, che a marzo 2014 ha dato alle stampe una
pubblicazione tecnica di alto profilo, dal titolo “Guida al
drenaggio delle opere interrate. Come difendersi dagli effetti delle piogge tropicali: applicazioni verticali, orizzontali
e per tetti verdi” (si può ricevere gratuitamente, seguendo
le indicazioni scritte nella sezione “Pubblicazioni” del sito
web www.assodrain.it). Dagli scenari del primo gruppo
di lavoro dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate
Change, Gruppo intergovernativo sul cambiamento del
clima), si possono trarre una serie di considerazioni relative
agli impatti dei cambiamenti climatici, alla vulnerabilità
dei sistemi naturali e antropici e alle strategie di adattamento. La sensibilità del ciclo idrologico alla variazione della
temperatura e delle precipitazioni comporterà significative
modificazioni nell’umidità del suolo, nello scorrimento
superficiale dell’acqua, nella portata dei fiumi e dei laghi.
Questo esporrà gli ecosistemi e le comunità
umane a sostanziali cambiamenti nella disponibilità di acqua, nella qualità della stessa e
Complesso alberghiero realizzato con prodotti INDEX sulla costa orientale del Lago di Garda (VR) nella zona di Bardolino, che si integra magistralmente
nel paesaggio.
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Inusae seque vellibus que
volorescius es voloreperias
cumquam experum lacid
qui ut adictas perorro qui
diorempore re plis que es
et entiorem corerum que
volorum exernam aliquas
simo ilicid quatate venti
doluptissum fugitatemped
eaque niscit, nis esecullent
ut qui audandis ex essinti
umendit ius dolo occullanis
unditat ibuscia velluptatem
autem re vidunt alit arum
quo ium rem fugiatem
et lacepudant fugit
demporepedi aciet dit
quatatium harum et arum
et quuntin velesti atempori
doluptatis nobitius cuptasi
aut eos aritate pos illiquae
porepe re la vent ipsape
corepre iundani hilicia
Parco commerciale “I Giardini di Jesolo” in provincia di Venezia
nel rischio di alluvioni e siccità. Le ricerche indicano che lo stress delle risorse idriche potrà crescere in
molti Paesi tra i quali l’Europa meridionale e quindi anche
l’Italia. I modelli indicano per la maggior parte delle aree
una tendenza all’aumento del rischio di alluvioni e periodi
di siccità. Per questo, la necessità primaria è di
mettere in atto sistemi semplici ed efficaci in
grado di drenare le acque e confluirle verso
canali di raccolta, evitando così gran parte dei disastri
idrogeologici che già da tempo si stanno verificando e, anzi,
aiutando l’ecosistema mettendo in atto misure preventive anche in vista di periodi di scarsità di riserve idriche.
Questi sistemi semplici sono le MAD. Come funzionano?
Le membrane alveolari di protezione e drenaggio sono composte da una struttura alveolare drenante e da un geotessile
filtrante e sono i prodotti idonei per migliorare l’efficacia
dell’impermeabilizzazione delle opere interrate (orizzontali
o verticali) e la sicurezza delle opere di ingegneria civile.
La messa in opera della membrana alveolare permette di
proteggere l’impermeabilizzazione dai danni meccanici
(rinterro e cedimento differenziale), ridurre la compressione
dello strato impermeabile impedendo la formazione di
pressione idrostatica e, secondo i casi, convogliare l’acqua
che si accumula verso un collettore periferico. Le membrane
alveolari, inoltre, impediscono il contatto diretto terrenomuro evitando la formazione di umidità.
40
I VANTAGGI DEL TETTO VERDE
Riducono la temperatura cittadina fino a 4 gradi, in caso
di piogge violente possono assorbire fino al 75% delle
precipitazioni e migliorano la qualità dell’aria. I vantaggi
dei tetti verdi e dei boschi urbani pensili sono strategici
e molteplici e sconfinano anche nella socialità, visto che,
oltre all’uso privato, un giardino pensile (declinazione
del tetto verde o del bosco urbano) può restituire aree
di ritrovo collettivo e trasformare il volto di quartieri a
livello estetico e di qualità della vita. Nell’architettura
bioclimatica il tetto verde gioca ovviamente un ruolo
fondamentale. I tetti verdi hanno anche la funzione di
ridurre il fenomeno delle “Isole di calore” delle città,
collaborando a diminuire il surriscaldamento
e consentendo un risparmio energetico sul
condizionamento estivo del 25%. Inoltre il tetto
verde “pulisce” dall’inquinamento urbano riducendo l’anidride carbonica, filtra l’acqua piovana
inquinante, raffredda l’aria grazie alla traspirazione di vapore acqueo, favorisce l’insediamento di
ecostistemi animali e riduce l’inquinamento
acustico all’interno dell’edificio. In Germania più
del 10% dei tetti è destinato a verde. Nella sola città di
Chicago uno studio di Weston Design Consultants stima
in 100 milioni di dollari il risparmio energetico annuo
ARCHITETTURA
Bioclimatica
STRATIGRAFIA
1. Supporto
2. Primer INDEVER o
E DOVER
3. FLEXTER TESTUDO
SPUNBOND
POLIESTERE
4. DEFEND ANTIRADICE
E POLIESTERE
5. Strato drenante
6. Strato filtrante
7. Terra di coltura
Defend Antiradice, INDEX. È una membrana
impermeabilizzante resistente alle radici. La
caratteristica antiradice è ottenuta additivando
la mescola bitume distillato polimero, con
specifico agente antiradice, Phenoxy-Fatty Acid
Ester. Defend Antiradice è certificata EN 13948;
una volta applicata, forma uno scudo continuo al
passaggio delle radici. L’armatura della membrana
è costituita da un tessuto non tessuto di poliestere
da filo continuo spunbond di alta grammatura
che è isotropo, imputrescibile, termofissato e
caratterizzato da elevata resistenza meccanica.
ricavabile dalla trasformazione a verde dei tetti della città.
Sia che si intervenga nella ristrutturazione di terrazze
esistenti cambiandone la destinazione a giardino, sia che
si operi su nuove strutture, la successione degli strati è la
medesima:
•strato portante;
•elemento impermeabilizzante;
•menbrana antiradice;
•elemento drenante ed elemento di accumulo idrico;
•elemento filtrante;
•strato colturale;
•strato di vegetazione.
La normativa di riferimento, la UNI 11235, ne indica i
requisiti minimi.
Non basta infatti solo del buon terreno, ma una successione
di strati che hanno il compito di alimentare le piante, di
fornire il sostegno, di assorbire e di drenare l’acqua, il tutto
contenuto e controllato dalla membrana impermeabilizzante che dovrà essere resistente all’aggressione delle radici. Le
membrane per giardini pensili, per poter essere marchiate
CE, dovranno possedere la certificazione di resistenza alle
radici secondo la norma EN 13948 che dura 2 anni e che
sottopone a prova anche il metodo di posa del materiale.
Defend Antiradice è la membrana antiradice
di 4 mm di spessore che INDEX produce per
l’impermeabilizzazione dei giardini pensili
certificata EN 13948. È costituita da un’armatura
resistente ed elastica in tessuto non tessuto di poliestere da
filo continuo impregnata e rivestita con una massa impermeabile bitume distillato polimero additivata con PhenoxyFatty Acid Ester, uno speciale additivo antiradice. Nelle
membrane tradizionali la resistenza antiradice è svolta da
barriere fisiche, lamine metalliche o film plastici dello spessore di pochi decimi di millimetro inseriti come armatura
41
ARCHITETTURA
Bioclimatica
Estensivo Agrileca 8-20, Laterlite. L’argilla espansa Agrileca come strato di alleggerimento e drenaggio rappresenta una soluzione
particolarmente vantaggiosa grazie alle particolari caratteristiche fisiche del prodotto come la leggerezza, vantando un peso estremamente
contenuto (20-40 Kg/mq per spessori tra 5-10 cm), il drenaggio di circa 500 mm/min, la porosità e la ritenzione idrica (c.a. 30%) per offrire
una preziosa riserva d’acqua ceduta alle piante per capillarità e diffusione. Agrileca offre le massime garanzie anche sotto il profilo della durata: non
marcisce, non si degrada nel tempo, resiste alle aggressioni di acidi, basi, solventi e ai cicli gelo-disgelo.
del foglio, ma lungo le sovrapposizioni di tali membrane
la protezione antiradice risulta necessariamente interrotta
in quanto le armature sono solo sovrapposte e la continuità
del manto è data solo dalla massa impermeabilizzante che
le ricopre. È possibile quindi che le radici si infilino tra le
sovrapposizioni delle membrane tradizionali perforandole.
Defend Antiradice essendo additivato in massa è invece
resistente in tutto il suo spessore impermeabile, sormonte
comprese, e costituisce uno scudo continuo antiradice di
ben 4 mm di spessore.
Laterlite, azienda produttrice di argilla espansa, in collaborazione con Climagrün, offre soluzioni per la realizzazione sia di tetti estensivi sia intensivi. L’argilla espansa
Leca è un materiale leggero, isolante e naturale molto
vantaggioso sia nella realizzazione dello strato drenante,
sia come componente nelle miscele del substrato colturale.
Assicura un ottimo drenaggio, una buona ritenzione idrica
e una resistenza alla compressione grazie alla sua scorza
esterna clinkerizzata compatta e indeformabile. Inoltre è
42
un prodotto ecocompatibile certificato ANAB-ICEA per
la bioarchitettura.
Recentissima è la realizzazione con soluzione Laterlite
di un tetto verde estensivo di un edificio industriale a uso
commerciale a Vipiteno (BZ) in un contesto di particolare
pregio paesaggistico. La stratigrafia di spessore contenuto a
soli 15 cm, prevede al di sopra della membrana antiradice
una stuoia protettiva, fornita dalla Climagrün, e a seguire
il vero e proprio strato drenante costituito da uno
spessore di 8 cm di Agrileca in granulometria
8-20, pompata direttamente in quota tramite i mezzi
cisternati Laterlite. Al di sopra dello strato drenante è
stata collocata una seconda stuoia filtrante, sempre fornita
da Climagrün, avente la funzione di impedire la caduta
di particelle di terriccio su quest’ultimo e il conseguente
intasamento con possibile compromissione del drenaggio,
e il substrato di terreno per l’impianto del verde pensile.
Per quanto riguarda quest’ultimo, la scelta è ricaduta sul
sedum, che grazie al suo limitato fabbisogno di acqua e
PER APRIRE IL TUO SPAZIO
BASTA CHIUDERLA.
Essential. Porte filo parete scorrevoli e a battente.
Le porte Essential hanno una particolare caratteristica: stipiti e cornici coprifilo
scompaiono totalmente, creando una perfetta fusione tra porta e parete. Un design
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ARCHITETTURA
Bioclimatica
LA PROGETTAZIONE DEL VERDE COME STRUMENTO DI CONTROLLO
MICROCLIMATICO E SPAZIO DI CONDIVISIONE SOCIALE:
UN’OPPORTUNITÀ PER CONDOMINI, PROGETTISTI E AMMINISTRATORI
di Susanna Tamborini, architetto paesaggista
L
o studio del clima e del microclima è una scienza relativamente recente, infatti già in tempi passati lo
studio dei giardini e del paesaggio hanno dimostrato come la vegetazione insieme a uno studio progettuale
mirato sia stata utilizzata per creare oasi di benessere in luoghi non sempre confortevoli dal punto di vista
climatico. Oggi questa tecnica viene, o meglio dovrebbe essere, “riscoperta” da parte dei professionisti,
che con la diffusione della tecnica (si pensi al condizionamento dell’aria), hanno dimenticato l’efficacia di soluzioni
tradizionali legate all’impiego degli alberi e del verde in generale. Le chiome degli alberi per esempio bloccano
la radiazione diretta del sole, variano l’intensità e la direzione del vento e possono sottrarre calore all’atmosfera
attraverso i processi di evapotraspirazione. E non si scordi mai che gli alberi sono dei “serbatoi di carbonio”, gas
responsabile dell’effetto serra. Quindi i professionisti mediante calcoli semplici possono (a qualsiasi scala, dalla
urbana a quella dell’edificio singolo) mitigare e creare oasi di benessere. Semplicemente calcolando l’ombreggiamento delle superfici artificiali, creando superfici traspiranti, creando cinture verdi si può modificare in modo
rilevante il clima urbano.
Ampia importanza deve essere data alla scelta vegetazionale, quindi si usino o si propongano coperture vegetali
orizzontali, i così detti tetti verdi, le coperture delle parti verticali con pareti verdi, la piantumazione di alberi che
possano proteggere così gli edifici sia in costruzione sia esistenti. Oltre agli aspetti architettonici ed estetici, ormai
noti a tutti, si approfondiscano con i committenti l’impatto e la valutazione dell’entità del risparmio energetico
ottenibili a seconda della scelta vegetazionale utilizzata.
Per essere concreti, per una progettazione paesaggistica effettiva e professionale bisognerebbe valutare i principali
elementi che interferiscono con il campo radiante, ossia la morfologia, cioè la forma tridimensionale degli edifici
e gli spazi da essi creati, i sistemi di ombreggiamento, pergole, zone di sosta, aree relax eseguite con vegetazione,
l’acqua che ha la funzione di rinfrescare l’ambiente circostante attraverso l’effetto di inerzia termica della massa
d’acqua e dell’evaporazione e i materiali delle pavimentazioni e delle facciate degli edifici. Studiati e analizzati
questi elementi, progettare e realizzare uno spazio verde collettivo, un giardino privato, un tetto verde o una parete
verde, renderebbe più vivibile e a misura d’uomo l’intervento, senza cadere in errori progettuali o peggio ancora
in errori di sottovalutazione del mantenimento della realizzazione stessa.
Proponiamoci per progetti che abbiano futuro e sostenibilità, analizziamo il più possibile le proiezioni dell’evoluzione del luogo nel quale siamo stai chiamati a operare e sensibilizziamo a ciò i nostri committenti, a qualsiasi scala.
alla capacità di sviluppo autonomo permette di limitare
al minimo gli oneri di manutenzione. L’intero pacchetto,
dello spessore complessivo di 15 cm, ha un peso contenuto,
anche a massima saturazione, pari a soli 130 Kg/mc.
La UNI 11235 non pone vincoli alla tipologia di materiali
da impiegare per gli strati, pertanto l’elemento drenante
può essere realizzato tanto con materiali sfusi, quanto
con materiali preformati, con riduzione degli spessori in
DELTA®-FLORAXX TOP, Dörken. Posa facile, veloce
ed economica grazie al pratico formato in rotolo. Con
DELTA®-FLORAXX TOP si possono realizzare giardini
pensili che non avranno più bisogno di particolari
attenzioni. Lo strato di terreno può essere inoltre
posizionato direttamente sul geotessuto filtrante già
integrato nel prodotto. Il manto vegetale, di facile
manutenzione, viene poi applicato separatamente.
44
ARCHITETTURA
Bioclimatica
innovazione in cantiere
gioco, ottimi risultati di durevolezza nel tempo e funzionamento del sistema di drenaggio. In quest’ottica l’utilizzo
delle MAD (membrane alveolari drenanti) risulterebbe
quanto mai strategico. Tra i prodotti più performanti in
commercio, DELTA®-FLORAXX di Dörken è
la soluzione per giardini pensili con riserva d’acqua che offre protezione, drenaggio
e accumulo idrico in un unico prodotto. La
Per il cantiere
nuova struttura a rilievi ottagonali alti 20 mm offre una
resistenza alla compressione di 200 kN/mq e una elevata
riserva d’acqua. La capacità drenante è elevata, anche con
pendenza dell’1% garantisce 0,86 l/s∙m per una lunghezza
massima di 40 m. Il geotessuto è subito pedonabile senza
creare eventuali problemi di scorrimento o spostamento
dello strato filtrante, così come problemi di sollevamento
in caso di vento.
WindiDrain di Onek è costituito da pannelli leggeri
realizzati in plastica rigenerata, stampati in base a uno
specifico progetto con bicchieri di ritenzione e fori di drenaggio. Questo particolare permette la fuoriuscita dell’acqua in eccesso e, allo stesso tempo, favorisce l’irrigazione
attraverso l’azione capillare e l’evaporazione all’interno
del suolo/livello di vegetazione. I bicchieri di ritenzione,
che dovranno essere riempiti col substrato minerale (tipo
argilla espansa), garantiscono una notevole portata permettendo di eseguire sopra uno strato di terreno vegetale
di elevato spessore.
L’altezza dei bicchieri è di 10 cm lasciando ampie cavità
vuote in tutte le direzioni ideali, in caso di necessità, per il
passaggio dell’impianto di irrigazione, tubi o altri servizi.
è il momento
della svolta
WindiDrain, Onek. Piedini di grande superficie
permettono di applicare gli elementi direttamente
sulla guaina isolante. Diversamente da altri sistemi,
WindiDrain lascia, al di sotto del livello del terreno,
un consistente vuoto in tutte le direzioni per il
passaggio dei sistemi di irrigazione, tubi o altri
servizi. Adattabile a tetti piani e inclinati grazie al tipo
particolare di incastro. Utilizzabile anche su superfici
inclinate fino a 30° (fissando gli elementi).
Velocità e semplicità di posizionamento.
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45
GEOTERMIA
IL RUOLO DELLA GEOTERMIA
Progettando secondo i principi della bioclimatica non
si può prescindere dallo sfruttare le fonti rinnovabili di
energia, e tra queste la geotermia rappresenta una fonte
energetica a elevato potenziale applicativo. Il calore della terra può essere utilizzato nei cosiddetti impianti
geotermici a bassa temperatura (o a bassa
entalpia) tanto per il riscaldamento invernale quanto
per il raffrescamento estivo degli ambienti e la produzione
di acqua calda grazie alla particolarità che la temperatura
della terra negli strati superficiali, fino a circa 100 m di
profondità, è costante durante tutto l’anno ed è compresa,
in Italia, tra i 12 °C e i 17 °C.
Gli elementi di un impianto geotermico sono
tre.
Il primo è il sistema di captazione dell’energia,
le sonde geotermiche, ovvero, gli scambiatori di calore: tubazioni di diametro 3-4 cm alloggiate nel terreno
a formare un circuito in cui scorre il fluido termovettore
(acqua semplice o glicole etilenico) scambiando calore con il
terreno. Le tubature possono essere interrate verticalmente
nel terreno fino a grandi profondità, 70-130 m (sonde
geotermiche verticali), oppure orizzontalmente a
1-3 m di profondità (sonde o collettori orizzontali).
I tubi affondati verticalmente nel terreno possono avere
Elementi di un impianto geotermico
RISCALDAMENTO
A PANNELLI RADIANTI
POMPA DI CALORE
SONDE GEOTERMICHE
46
SERBATOIO DI ACCUMULO
ARCHITETTURA
varie sezioni trasversali: singolo o doppio tubo a U, tubi
coassiali semplici o complessi. La scelta degli scambiatori
a U risulta essere la scelta adottata nella maggior parte
dei casi, in quanto, se ben dimensionata, è il sistema a
più elevata affidabilità. Nelle configurazioni a sviluppo
orizzontale, si possono avere circuiti ad anello chiuso o
aperto, a serpentina o a spirale.
Un impianto a sonde orizzontali è di più facile posa in
alcune condizioni (edificazioni e/o sbanchi terra per altri
scopi), risente dell’influenza stagionale dell’apporto solare
e ha bisogno di un’area più ampia per la posa in opera delle
sonde rispetto agli impianti a sonde verticali (circa due
tre volte la superficie interna da riscaldare). L’impianto
verticale occupa poco spazio e può essere installato anche su piccoli terreni, e il lavoro di ripristino dopo avere
effettuato la perforazione è minimo, per contro richiede
una macchina perforatrice per l’inserimento della sonda.
Il secondo elemento è la pompa di calore geotermica, che consente il trasferimento dell’energia termica
dal sottosuolo all’ambiente da riscaldare (funzionamento
invernale) e, viceversa, poiché funziona in modo reversibile cede calore dall’ambiente da raffrescare al sottosuolo
(funzionamento estivo). Come funziona: la pompa di calore assorbe calore attraverso il fluido in un evaporatore;
ne alza la temperatura attraverso il compressore e cede
calore all’ambiente circostante attraverso il condensatore;
durante questo processo viene consumata energia elettrica.
Il bilancio energetico è a favore del sistema, poiché è in
grado di fornire più energia, sotto forma di calore, di quella
Bioclimatica
elettrica utilizzata per il suo funzionamento. L’efficienza è
espressa dal coefficiente di prestazione (C.O.P.),
che è dato dal rapporto tra l’energia prodotta e l’energia
consumata, e generalmente si aggira attorno a valori tra
4-4,9, ma può variare a seconda del tipo di macchina;
questo significa che una pompa di calore che produce
circa 4 kWh termici impiega circa 1 solo kWh elettrico
(gli altri 3 kWh, ovvero il 75% del fabbisogno termico,
vengono prelevati dal sottosuolo).
Il terzo e ultimo elemento è il sistema di distribuzione ed, eventualmente, di accumulo. Il rendimento di una pompa di calore è tanto maggiore quanto
L’ITALIA SPINGE SULLE POMPE DI CALORE
Il primo luglio 2014 verrà introdotta in via sperimentale la tariffa elettrica lineare D1, della quale potranno
beneficiare i clienti domestici che utilizzano nell’abitazione di residenza pompe di calore elettriche come unico
sistema di riscaldamento. Si tratta di un importante cambio di rotta fortemente voluto da Co.Aer - Associazione
dei costruttori di apparecchiature e impianti aeraulici - che ha sempre visto il sistema di tariffazione elettrica a
scaglioni di consumo con prezzi crescenti come un grosso ostacolo alla diffusione della tecnologia delle pompe di
calore. La tariffa deve essere significativamente competitiva e devono essere evitati sussidi nel calcolo degli oneri
di sistema. Inoltre, secondo Co.Aer andrebbe ridotta la tempistica di attivazione; adottando le modalità proposte
dall’AEEG (Autorità per l’Energia Elettrica il Gas e il sistema idrico) ci sarebbe infatti il rischio che possano trascorrere tre mesi da quando l’utente fa la richiesta al momento dell’effettiva applicazione della tariffa D1. Co.Aer
ritiene che l’applicazione dovrebbe invece essere immediata, con la riserva di applicare un ricalcolo della fattura a
seguito di successive verifiche che accertino la non idoneità dei requisiti presentati dal cliente.
Il 2014 potrebbe quindi essere un anno d’oro per le pompe di calore in Italia; fino al 31 dicembre questa tecnologia
godrà delle detrazioni fiscali del 65% e da luglio sarà superato anche uno dei più grossi ostacoli alla diffusione
di questa tecnologia nel nostro Paese, ovvero il costo dell’elettricità. La nuova tariffa D1 migliora nettamente la
convenienza economica di questo modo di climatizzare gli ambienti: per chi installa una pompa di calore, consentirà un risparmio di diverse centinaia di euro l’anno sulla bolletta elettrica.
47
minore è la differenza di temperatura tra la sorgente di
energia e l’ambiente da riscaldare, e pertanto più efficiente è il sistema. Questo è il motivo per cui gli impianti
geotermici sono particolarmente adatti per lavorare con
terminali di riscaldamento/raffrescamento funzionanti a
basse temperature (30-50 °C) come i pannelli radianti a
pavimento o i ventilconvettori. In particolare i pannelli
radianti sono la situazione ideale, poiché in inverno fanno
circolare acqua calda a 30-35 °C e in estate acqua fredda a
18-20 °C, riscaldando e raffrescando con il massimo grado
di comfort e risparmio energetico.
Sebbene un impianto geotermico sia più oneroso di un
impianto tradizionale, in funzione del fabbisogno termico
il costo per una casa da 100 mq si aggira dai 10.000 ai
25.000 euro (comprensivo di indagini geologiche, sonde
geotermiche, perforazioni, pompa di calore geotermica e
sistema di accumulo a cui va aggiunto l’impianto di distribuzione), mentre i risparmi economici che si possono
ottenere in esercizio ammontano a circa il 50% per il riscaldamento geotermico rispetto al metano e a circa il 60%
per il condizionamento geotermico rispetto al tradizionale. Inoltre le pompe di calore non necessitano di camini
(non c’è combustione) e non sono soggette all’obbligo di
revisione annuale delle caldaie. Tra i vantaggi, infine, le
agevolazioni sulle spese per la riqualificazione energetica
degli edifici: la sostituzione di impianti di climatizzazione
invernale con impianti geotermici dà infatti diritto a una
detrazione di imposta del 55%.
La durata media delle pompe di calore può essere paragonata a quella delle caldaie tradizionali (15 anni), mentre non
esistono dati certi sulla vita media delle sonde geotermiche
che qualche costruttore stima da 80 a 100 anni, anche se
le garanzie offerte vanno dai 20 ai 50 anni.
Per eseguire la perforazione è necessario chiedere l’autorizzazione con procedure che cambiano anche molto da
località a località. In certi casi basta attendere dal comune
il silenzio assenso e dopo 30 giorni si possono iniziare i
lavori, in altri si deve pagare una tassa una tantum per lo
sfruttamento dell’energia: si consiglia di informarsi presso
le autorità locali e il Genio Civile.
Si calcola che la installazione di un milione di
pompe di calore geotermiche consentirebbe
un risparmio annuo di 21,5 milioni di barili
di petrolio (a vantaggio della bilancia commerciale), 5,8 milioni di tonnellate di CO2 e
oltre 8 miliardi di kWh.
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48
Tecnologia per la vita
ARCHITETTURA
Bioclimatica
ISOLANTI
PHASE CHANGE MATERIALS
E ISOLANTI DI ULTIMA GENERAZIONE
Gli ultimi materiali in produzione più innovativi provengono dal settore aerospaziale. Partiamo dai PCM (Phase
Change Materials). Si tratta di materiali, anche
detti ad accumulo di calore latente, usati in specifiche
nicchie industriali, in grado di cambiare, a se-
conda delle sollecitazioni esterne, il proprio
stato da solido a liquido e viceversa, assorbendo
e trattenendo il calore. I materiali costituenti sono sali o
paraffine che possono accumulare o rilasciare una grande
quantità di calore a una temperatura costante che consente
il loro cambiamento di fase fisica. Ne risulta un materiale
in polvere che può essere applicato negli intonaci interni,
commercializzato anche in pannelli prefiniti di facile applicazione. Quando l’ambiente raggiunge la temperatura
di fusione della cera (23-26 °C), il sistema intonaco e
PCM assorbe calore fino a completa transizione di fase da
solida a liquida. Con lo stesso principio, durante la notte o
quando la temperatura è più bassa, il materiale si solidifica
e il calore viene ceduto all’ambiente.
Gli strati di PCM applicati nel nucleo interno dell’involucro, sulle frontiere trasparenti (vetrate integrate) o innovativi intonaci contenenti microscopiche sfere di cera assicurano, oltre all’isolamento, l’inerzia termica programmabile
sulla temperatura desiderata di comfort. Attenuando gli
sbalzi termici in ambienti indoor, il materiale è in grado
di assicurare una diminuzione delle emissioni di anidride
carbonica degli edifici in cui è applicato. Con questo sistema l’impianto di riscaldamento o raffrescamento funziona senza picchi giornalieri di energia, con conseguente
riduzione del costo economico.
Studi sperimentali su particolari materiali della categoria PCM hanno dimostrato che l’applicazione in contesti climatici caldi (CentroSud Italia) consente di ridurre il consumo
energetico e le emissioni di anidride carbonica
di circa il 20% e migliora il comfort abitativo in estate
e in inverno. Risultati simili si sono ottenuti in Germania.
A Londra e Parigi si è arrivati a un contenimento di emissioni quantificato in circa il 30%. Queste applicazioni
hanno dimostrato inoltre che è possibile ridurre il consumo
energetico di circa il 70%, abbinando i PCM a un ulteriore
strato d’isolamento termico.
I PCM sono stati testati anche come sistemi di raffre-
I PCM, inizialmente sviluppati dalla Nasa per realizzare le tute
degli astronauti e isolare alcuni strumenti elettronici esposti a
condizioni ambientali estreme, con elevate e frequenti variazioni
di temperatura, da alcuni anni stanno trovando applicazione anche
nell’edilizia. Tra le sostanze presenti in natura, in grado di cambiare
di fase al modificarsi delle condizioni termiche esterne, sono
state selezionate quelle che rispondevano a una serie di requisiti:
temperatura di fusione simile a quella di benessere interno di un
edificio, inerzia termica, entalpia, stabilità nella variazione di stato
e nel tempo, temperatura di congelamento, aspetti ecologici,
tossicità, prezzo e reperibilità. I materiali meglio rispondenti a
questi parametri sono risultati la cera di paraffina e una serie di
soluzioni saline.
scamento attivi con accumulo di calore latente. Essi si
attivano usando sistemi di trasporto dell’acqua (tubature
e scambiatori di calore). In questo modo si richiede meno
energia per la regolazione delle temperature dell’edificio.
Tale tecnologia è attualmente in fase di ulteriore sviluppo.
L’applicazione di tali materiali consente di ottenere lo
sfasamento di onda termica – prestazione propria dei materiali massivi a elevata inerzia – in spessori ridotti. I PCM
sono un’interessante soluzione come integrazione inerziale
in edifici leggeri e nel recupero di edifici esistenti dotati
di poca massa. I sali contenuti all’interno attenuano le
fluttuazioni di temperatura, così di giorno assorbono il
calore e di sera lo rilasciano attraverso la solidificazione. Il
risultato è un’inerzia termica facilmente programmabile
in relazione alla temperatura che si vuole ottenere. La
compatibilità tra lo strato inerziale in PCM e il sistema
S/R (struttura e rivestimento) consente l’applicazione a
parete, in copertura e a pavimento.
I PCM costituiscono un volano inerziale con
49
GESSO
®
®
mangiaVOC
Rende i muri di casa
naturalmente Bio-Attivi
IONE
Z
A
V
INNO NDIALE
MO
Rivoluzionario sistema di intonacatura e decorazione naturale eco-compatibile,
che cattura, trasforma e abbatte la formaldeide all’interno degli ambienti, rende
le murature naturalmente Bio-Attive che migliorano la qualità dell’aria indoor
a garanzia del benessere abitativo.
ARCHITETTURA
Come funzionano i PCM
Appena il PCM
solidifica il calore è
rilasciato nuovamente
nell’ambiente
La temperatura
cresce
PCM allo stato solido
Bioclimatica
L’utilizzo di lastre “nobilitate”
contenenti PCM consente di
mantenere la coerenza tettonica
del sistema e quella tecnologica,
oltre a consegnarci un edificio
dal comportamento attivo o
interattivo con gli impianti e
il clima esterno e in generale
sfasando i picchi di richiesta
energetica e limando i picchi
estremi.
È evidente che, oltre al risparmio
economico, puntare su sistemi
che funzionano al di fuori dei
picchi di richiesta energetica e
riducono l’impatto degli impianti
(anche in termini dimensionali),
significa ridurre il rischio di blackout e le sue conseguenze.
Quando il
PCM assorbe il
calore liquefà
La temperatura
si abbassa
PCM allo stato liquido
l’impiego di una quantità di materiale circa
40 volte più leggero di un altro tradizionale
massivo. Per esempio una lastra in gesso di 15 mm di
spessore, rivestita con PCM a base di paraffina, ha le stesse
prestazioni in termini di capacità termica di un blocco di
calcestruzzo pieno di 100 mm di spessore e di 150 mm
di laterizio.
VIP, Vacuum Insulation Panels, invece, sono
pannelli isolanti sottovuoto, le cui proprietà termiche derivano dall’impiego di gas rarefatti. Si presentano
con involucro ermetico in alluminio che racchiude e sigilla
una schiuma di acido silicico, priva di aria. Con valori
d’isolamento di 0,004-0,008 W/mK sono i materiali più
performanti sulla scena attuale, anche se poco diffusi per i
costi elevati. Il loro potere isolante è maggiore di cinquedieci volte rispetto a quello dei materiali termoisolanti
convenzionali. L’isolamento termico sottovuoto
occupa uno spazio tra cinque e dieci volte
minore di quello occupato da un materiale
isolante tradizionale. Risulta quindi molto indicato per riqualificazioni qualora lo spazio dispo-
nibile fosse scarso e si richiedesse un isolamento termico
elevato. I pannelli sandwich sono robusti e applicabili
in varie forme di piccola e grande dimensione, in cui è
integrato l’isolamento termico sottovuoto.
Questo sistema ha però dei punti debolil. In primis, il fatto
che i pannelli sottovuoto sono delicati. L’alterazione del
vuoto dovuto a un’accidentale scalfittura del rivestimento
potrebbe ridurne drasticamente le prestazioni termiche.
Questo li rende difficilmente maneggiabili in cantiere.
Il rischio è stato ovviato nei pannelli integrati sandwich
prefabbricati da applicare in sezioni di muro facilmente
individuabili per evitare perforazioni accidentali da parte
degli utenti nelle normali condizioni d’uso dell’immobile.
Altro sistema hi-tech interessante sono i TIM,
Transparent Insulation Materials. Sono materiali isolanti trasparenti, costituiti in genere
da doppi vetri con interposti elementi fibrosi,
come per esempio fibre di vetro. Raggiungono valori di
isolamento attorno a 1,3 W/mK. Sono semitrasparenti
alla radiazione solare e opachi alla radiazione infrarossa e
si possono applicare in ambienti che richiedono un’illuminazione naturale e una buona coibentazione. Vengono
impiegati per realizzare vetri a trasmissione variabile e
sono costituiti da:
•aerogel omogenei o granulari di natura inorganica. Sono
I VIP. Vengono messi in commercio in pannelli di forma rettangolare ma
potenzialmente possono essere possibili diverse forme di produzione
che si adattano al meglio alle applicazioni specifiche, soprattutto in
considerazione del fatto che i pannelli non possono essere tagliati o
adattati in opera. Il supporto su cui viene posato il pannello deve essere
privo di asperità per evitare ogni eventuale foratura accidentale. La
pannellatura viene infatti realizzata su progetto e fornita in moduli
che dovranno essere posati in cantiere cercando di limitare la fase di
stoccaggio durante la quale si possono verificare lesioni del materiale
che pregiudicherebbero la validità delle proprietà coibenti del
pannello compromettendo lo strato sottovuoto, basilare per le ottime
caratteristiche di conducibilità termica.
51
ARCHITETTURA
Bioclimatica
I MATTONI DI MAIS E FUNGHI
PER UN NUOVO SPAZIO A NEW
YORK. Lo studio di architettura The
Living di New York ha vinto l’ultima
edizione del premio Yap (Young
Architects Program) organizzato ogni
anno dalla galleria MoMA PS1, che si
trova a Long Island. Il progetto vincitore
si chiama Hy-Fi e sarà una costruzione
temporanea, formata da tre torri,
destinata a ospitare gli eventi estivi
della galleria, a partire dal prossimo
giugno. La particolarità che ha fatto
vincere il progetto Hy-Fi è il materiale di
costruzione, che sarà riciclabile al 100%.
In particolare, i mattoni saranno in mais
e miceli, e grazie alla tecnologia 3M
anche riflettenti.
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a struttura porosa e igroscopici, hanno un coefficiente di
trasmissione alla luce superiore all’80% e un coefficiente
di trasmissione termica molto basso variabile a seconda
dei costituenti e dello spessore;
•policarbonati o polimetilmetacrilati a struttura a nido
d’ape di natura organica.
Realizzate con una serie di fibre in materiale plastico o
vitreo, hanno ottime proprietà di trasmissione della luce
e di isolamento termico. I TIM possono essere impiegati come componenti in sistemi a guadagno diretto o
indiretto, accoppiati a elementi opachi di accumulo. Il
comfort luminoso dovuto a diffusione è buono ma gli
elementi non consentono la visione.
Gli schermi e le membrane traspiranti a igronometria variabile sono un’altra novità approdata non
da molto tempo in Italia. Si tratta di prodotti costituiti
da un materiale speciale in grado di modificare la sua
densità funzionando come un vero e proprio sensore di
umidità: maggiore è la quantità di vapore acqueo presente
nell’ambiente, maggiore sarà la capacità di evacuazione
di tale vapore da parte dello schermo e viceversa in caso
di necessità.
Un esempio è DELTA®-NOVAFLEXX, che può trasformare la sua funzione da schermo freno vapore (Sd =5 m) a
membrana traspirante (Sd = 0,2 m). È ideale per interventi
di ristrutturazione di tetti e pareti in caso, ad esempio,
di nuova applicazione o aumento dello spessore dell’isolamento termico.
Nel caso di edifici a basso consumo energetico tuttavia si
rende indispensabile il ricorso a un impianto di ventilazione
meccanica controllata (VMC) per il ricambio d’aria per fare
sì che il tasso di umidità non diventi un problema serio.
In quest’ottica l’innovativo sistema per la realiz-
zazione di tetti in legno BigMat VASS proporrà un modulo di VMC integrata (approfondimento
a pag. 78).
52
IN SINTONIA CON IL MONDO
L’utilizzo più razionale di risorse ambientali rinnovabili
(radiazione solare per il riscaldamento degli ambienti e
per l’illuminazione naturale; vento, evaporazione di acqua
o scambio termico con il terreno per il raffrescamento
estivo, ecc.) unito a tecnologie e materiali innovativi, il
più possibile naturali o comunque eco-compatibili, sono
la strada per la riqualificazione del patrimonio esistente e
per le nuove costruzioni del futuro. In questo ambito, tutti
noi giochiamo un ruolo fondamentale: dalla progettazione
alla produzione, fino ai distributori di materiali edili e
al cliente finale, l’impegno comune deve essere quello di
seguire questa strada assieme. Perché costruire meglio vuol
dire vivere meglio! ■
ERRATA CORRIGE
Sullo scorso numero di UP! (n. 12, marzo 2014) nell’articolo Vestirsi a tema di pagg. 40-41 sono state pubblicate
delle fotografie errate riferite al prodotto Thermo
Reflex Pro 15 di Tema. Ci scusiamo per l’inconveniente con i lettori e le aziende coinvolte. Riportiamo di
seguito la foto corretta del prodotto.
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legno
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Nella nuova pubblicazione tecnica "Soluzioni per il legno"
realizzata da Isolmant, il tema dell’isolamento acustico dei
solai in legno viene sviluppato in ogni sua parte, esaminando i
sistemi “massicci” e quelli “leggeri”, fino a un capitolo dedicato
alla progettazione dell’acustica nelle strutture in legno: immagini,
sezioni, stratigrafie, unitamente a grafici e tabelle, consentono di
conoscere nei dettagli le caratteristiche degli interventi e la
varietà dei prodotti Isolmant utilizzati, con tutti i riferimenti
prestazionali e normativi e i risultati delle prove in opera.
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APP Isolmant
RIQUALIFICARSI
AD ARTE
Un importante lavoro di riqualificazione di un edificio utilizzato
per le esposizioni e le mostre del Comune di Colliano in provincia di Salerno
dimostra l’impegno dell’edilizia pubblica a essere sempre più green.
di Rosa Santavite
R
egole stringenti e incentivi messi in campo dalla pubblica amministrazione stanno aiutando il
mondo edile soprattutto nell’ottica della riqualificazione energetica degli edifici. Un settore in
continua ascesa tanto che alcune proiezioni parlano di un
raddoppio economico di questo mercato da qui al 2023.
In Italia comunque molti sono i cantieri già avviati soprattutto nel settore dell’edilizia pubblica e commerciale e
tutti registrano ottimi risultati sia nel rispetto dell’estetica
sia nel miglioramento delle prestazioni energetiche. Un
chiaro esempio di quanto appena affermato è rappresentato
dalla riqualificazione di palazzo Sibilla a Colliano, paese
nella provincia campana di Salerno. Un intervento, massiccio, invasivo e impegnativo che ha donato, in meno di
un anno – i lavori iniziati a ottobre 2013 sono pressoché
conclusi –, una nuova vita all’edificio costruito nell’800,
che ospita esposizioni e mostre. Gli obiettivi sono stati tutti
raggiunti: sviluppo e diffusione dell’efficienza energetica,
riduzione dei consumi di energia primaria, certificazione
energetica del patrimonio immobiliare, utilizzo di materiali
eco compatibili, diffusione delle pratiche di monitoraggio
delle prestazione energetiche, rispetto dei canoni estetici
preesistenti. Ma sono i numeri che decreteranno la bontà
di questo intervento. Cifre attualmente solo ipotizzabili ma
che assicureranno, secondo i progettisti, una riduzione
del 30% nelle emissioni di CO2 e del 15-25%
nei consumi termici ed elettrici. Risultati figli
dell’isolamento termico dell’involucro, dell’uso di serramenti dalle elevate prestazioni, dell’inserimento di sistemi di
produzione di calore ad alto rendimento e di fonti rinnovabili per la copertura del fabbisogno di acqua calda sanitaria.
Progetto finanziato dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare attraverso il POIN “Energie
Rinnovabili e Risparmio Energetico” FESR 2007-2013
e Progetto co-finanziato dall’Unione Europea.
54
L’ORIGINE
Il palazzo Sibilla è una costruzione risalente al 1870, precaria e incapace di contenere il riscaldamento estivo o di
garantire un adeguato isolamento in inverno. I solai non
presentavano coibentazione e il sottotetto praticabile non
era né ventilato né isolato. Gli stessi infissi erano incapaci di
garantire alcun taglio termico e l’impianto di riscaldamento era organizzato con tradizionali termosifoni in ghisa. La
caldaia, pur essendo a gas, era di vecchia generazione così
come l’illuminazione di tipo tradizionale sfruttava corpi
illuminanti al neon non a risparmio energetico.
LA TRASFORMAZIONE
Il palazzo necessitava quindi di un massiccio ripensamento
energetico che ne riqualificasse completamente le prestazioni. La copertura, di 430 mq, è stata quindi
isolata dall’interno tramite uno strato coibentante
e la realizzazione di una camera di ventilazione che ha
aumentato la velocità del flusso dell’aria riscaldata verso il
colmo. In tutte le pareti perimetrali è stato realizzato un
cappotto interno, ponendo particolare cura nell’annullamento di possibili ponti termici. Lo strato di coibentazione
è stato realizzato con le contropareti Calibel CBV della
Isover ancorate a una intelaiatura a montanti e traversi
posta direttamente sull’intonaco esistente. Per migliorare le proprietà ignifughe delle pareti, lo strato isolante è
stato chiuso esternamente da un cartongesso. Tra questi
due strati si trova una barriera al vapore che assicura la
traspirabilità della parete. Il benessere interno è inoltre garantito dall’aggiunta di controsoffitti coibentati che
annullano le dispersioni termiche tra i vari piani verticali.
L’intonaco interno è stato rifinito con il rasante idrofugo
RN360 della Weber ideale per la sua alta traspirabilità e
per l’applicazione su pitture da risanamento. Gli infissi
Posa della tubazione dell’impianto radiante a pavimento
Lucernaio con infisso in alluminio a taglio termico
e vetro camera basso emissivo
Posizionamento di pannello sottocoppo
per consentire la ventilazione del tetto
55
IL PROGETTISTA
Isolamento
all’estradosso del solaio
del sottotetto mediante
posa a pavimento di
un pannello in EPS con
sovrastante massetto
provvisto di rete di
rinforzo
precedenti sono stati sostituiti da nuovi modelli in legno
lamellare con vetri termoisolanti e a bassa emissività. L’adozione di dispositivi intelligenti per il
controllo e monitoraggio dei vari impianti termici ed elettrici è un altro plus di questo intervento.
I termosifoni in ghisa sono stati sostituiti da un moderno
impianto radiante a molteplici zone separate in grado di
migliorare le prestazioni e le necessità di riscaldamento
e anche di raffrescamento. Collaborano nella gestione del
risparmio sia elettrico sia termico l’inserimento di un impianto fotovoltaico da 9 kWp, di pannelli solari termici per
la produzione di acqua sanitaria e l’integrazione del riscaldamento tramite pannelli radianti, ventilazione controllata
con recupero energetico e sonde e collettori geotermici.
La caldaia esistente è stata sostituita da una pompa di
calore con alimentazione geotermica dalla potenza di
50 kW. Un sistema che migliora il benessere interno per
tutto l’anno: in inverno riscaldando attraverso il calore
prelevato dalle geosonde, in estate scambiando il calore
dell’abitazione con le temperature inferiori del terreno. Il
Il progetto è stato curato e sviluppato dalla ING
and ARCH Studio Associati di Giuseppe Sarno e
Saveria Campiglia di Salerno. Lo studio si occupa di
“Engineering and Management Services” aiutando la
propria clientela in tutte le fasi che conducono alla
realizzazione dei progetti: dalla pianificazione temporale con budgeting e controllo dei costi all’analisi della
congruità del costo del progetto e della commessa.
Uno studio che promuove progetti d’avanguardia
e attento a curare tutte le fasi di realizzazione delle
opere monitorando tempistiche e costi, aiutando nelle
procedure tecnico amministrative e svolgendo anche
consulenza e studi per gare di appalto di infrastrutture viarie, ferroviarie e metropolitane.
nuovo impianto d’illuminazione lavora con lampade ad
alta efficienza e funzionanti mediante l’azione
di sensori di presenza e di daylighting.
SISTEMI DI MONITORAGGIO
DELLE PRESTAZIONI
Nell’ottica di realizzare una sorta di catasto energetico
degli edifici pubblici di Colliano, nell’intervento che ha
interessato il palazzo Sibilla è stato inserito un sistema di
monitoraggio delle prestazioni.
Tale sistema consente di misurare e registrare in
tempo reale gli assorbimenti e i principali valori
elettrici e termici degli impianti.
Il controllo è effettuato tramite l’inserimento nella domotica di moduli miniaturizzati per la registrazione delle
grandezze della corrente, della tensione, della potenza
attiva e della potenza reattiva.
Un software di gestione consente l’archiviazione di tutti i
dati e la loro trasformazione in grafici di chiara lettura. ■
IL RUOLO DI BIGMAT
BigMat Clemente Lorenzo & C. Sas ha avuto particolare importanza nella realizzazione di questo intervento. Con la sua
consulenza e l’elevata qualità del suo servizio si è rivelata un interlocutore professionale e in grado di fornire i materiali
estetici e tecnologici richiesti dalla progettazione. BigMat Clemente & C. è un’impresa famigliare che nasce negli anni
Sessanta e, col tempo, riesce a diventare un importane punto di riferimento per molte aziende e professionisti della
zona grazie anche al continuo e incessante rinnovamento. Non da molto, a guidare l’azienda è la figura del giovane
Maurizio Clemente, che dichiara: «Attualmente l’azienda conta su un magazzino coperto di oltre 1.500 mq dove si
può trovare un vasto assortimento di prodotti all’avanguardia e uno showroom con un’ampia scelta di finiture. La scelta
vincente è quella di assicurare ai nostri clienti i migliori prodotti sul mercato e professionalità nel servizio offerto. Non
vendiamo solo materiali edili ma offriamo conoscenze tecniche e specifiche nei vari settori, analisi e problem solving».
56
Novità assoluta! Da oggi c’è il nuovo NanoFlex® Eco
NanoFlex® Eco: la prima membrana impermeabile
traspirante, antialcalina e cloro-resistente
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insensibile all’aggressione degli alcali e del cloro che si mantiene
impermeabile nel tempo, flessibile e traspirante.
Nasce l’impermeabilizzazione ad alta resistenza che garantisce continuità
prestazionale degli adesivi H40® Eco.
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GLI SPECIALISTI DELL’ACQUA
AMPLIARE
CON IL LEGNO
Case history dell’Hotel Dolce Vita di Liscia di Vacca (OT),
ampliato di un piano senza chiudere l’attività nemmeno un giorno.
di Bibi Velluzzo
58
R
istrutturare un hotel continuando l’attività come
niente fosse. Possibile? A quanto pare sì. Lo
dimostra l’intervento, durato circa due mesi, di
sopraelevazione dell’Hotel Dolce Vita di Liscia
di Vacca, nel Comune di Arzachena (OT). Scopo dell’intervento è stato la realizzazione di un ulteriore piano su una
copertura a falde in latero-cemento esistente. Il personale
tecnico della BigMat Alfano Spa di Amantea (CS) ha così
ideato la realizzazione di un telaio con travi lamellari
irrigidito con pannelli X-Lam.
L’INTERVENTO
Dopo un primo intervento di rimozione delle tegole e del
tetto sono ufficialmente iniziati i lavori, che hanno visto
livellare il telaio già esistente. Sono state individuate le
posizioni dei pilastri in calcestruzzo sottostanti creando,
con apposite staffe, i punti di scarico delle travi in legno
direttamente sul telaio in calcestruzzo armato. Una volta
realizzato il nuovo piano orizzontale si è poi passati alla
posa degli elementi verticali e, quindi, di quelli orizzontali
di copertura. Il terzo piano dell’hotel stava così prendendo
forma e, una volta ultimato l’intervento, avrebbe ospitato
tre suite e due camere standard.
59
presentano:
UN D
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gio
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robusto
Il legno è vita.
Proteggilo
L’intervento ha previsto anche la realizzazione di un tetto piano in legno dove è stato ricavato dello spazio per una zona solarium con vasca
idromassaggio annessa. Tutti gli elementi sono
Curalo con la qualità
dei prodotti Amonn.
stati progettati e tagliati negli stabilimenti della BigMat
Alfano. L’intervento ha così ottenuto i seguenti vantaggi:
•carichi ridotti sulla struttura esistente in calcestruzzo
grazie alla leggerezza delle strutture in legno;
•tempi di realizzazione dell’intera struttura portante molto brevi e utilizzo immediato della stessa per le rifiniture
e gli impianti;
•intervento strutturale a secco;
•salvaguardia degli arredi e degli impianti dei vani sottostanti. ■
IL RUOLO DI BIGMAT
In questo importante intervento di restauro e ampliamento l’azienda BigMat Alfano Spa di Amantea
(CS) è stata la protagonista per tutto ciò che ha riguardato la parte tecnica ed esecutiva. Il personale si
è dimostrato ancora una volta altamente specializzato
e preparato, in grado d’offrire un servizio efficiente
di consulenza e assistenza.
La BigMat Alfano nasce nel 1954 dall’idea e dal
coraggio imprenditoriale di Rocco e Salvatore, i fondatori, e si afferma nel territorio circostante come
azienda leader nella commercializzazione di materiali edili. Nel corso degli anni cresce e si sviluppa,
diversificando le attività, dislocandole in due Punti
Vendita, ubicati strategicamente lungo la S.S.18,
ciascuno dei quali con le proprie specializzazioni.
Negli ultimi anni ha inaugurato il nuovo showroom
di soluzioni tecniche, con lo scopo di mostrare quanto
di meglio offre il mercato, per fornire sempre un
servizio rivolto alla customer satisfaction.
Affidati agli specialisti
della protezione del legno.
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SOPRAELEVARE
E RISTRUTTURARE
CON BIGMAT VASS
La versatilità del sistema BigMat VASS in un intervento
in provincia di Imperia.
di Nicola Pisano
U
n’abitazione privata oggetto di un importante intervento di rinnovamento, che ha visto
eseguire lavori di ristrutturazione, di sopraelevazione e di rifacimento del tetto, offre un
esempio concreto della versatilità e delle potenzialità del
sistema BigMat VASS.
L’impresa coinvolta nei lavori è la Glorio Costruzioni Srl
di San Bortolameo al Mare (IM) e per la realizzazione di
Diano Marina (IM) ha trovato nel concittadino BigMat
Comed Srl un interlocutore preparato e in grado di offrire
una vasta scelta di materiali tecnici e professionali, nonché
un partner all’avanguardia per i sistemi costruttivi in legno.
62
PAROLA ALL’ESPERTO
FASI PROGETTUALI
L’operazione si è svolta in varie fasi. Per prima cosa si è
proceduto alla demolizione del tetto esistente e della muratura di appoggio all’ultimo piano. La muratura perimetrale
portante è stata quindi ricostruita e finita con un cordolo
in cemento armato su cui sono state appoggiate le travi
dell’orditura primaria in legno lamellare GL24h, qualità
a vista e impregnatura bianca. Sull’orditura sono poi stati
posati i moduli BigMat VASS a comporre la stratigrafia
richiesta come isolamento.
Il colmo senza appoggi ha obbligato a costruire un telaio
e quattro cantonali su quattro pilastri. Le lavorazioni sulle
travi sono state eseguite nel centro BigMat di Busca (CN)
con una macchina a controllo numerico gestita tramite software CAD CAM, senza la quale non sarebbe stato possibile
raggiungere la stessa qualità e precisione del lavoro finito.
Al primo piano, nell’abitazione esistente, è stata creata
la zona giorno con un ingresso, un bagno cieco dotato di
aspirazione forzata e la zona pranzo, composta da ampia
cucina e salone. Nell’ingresso è stata realizzata una scala
che ha messo in comunicazione con l’area del
sottotetto, opportunamente sopraelevata, per potervi
ricavare il soggiorno, dalla quale poi si accede al nuovo
terrazzo edificato sul prolungamento dei pilastri sottostanti, un’area disimpegno che dà accesso alla lavanderia e al
servizio igienico per la zona giorno e la zona notte composta
da due camere e un bagno. Internamente la media delle
altezze è risultata di 2,30 m (2,65 m di altezza massima
ricavata tramite controsoffittatura e 1,95 m di altezza
minima sul perimetro). Il tetto a quattro falde, del
tipo ventilato, è stato costruito con travatura in legno
e isolante sottotegola.
La muratura perimetrale è stata realizzata con camera
isolante e le bucature sono state posizionate in asse con
quelle sottostanti già esistenti. Il riscaldamento interno
è a pavimento mentre l’impianto di condizionamento è a
“pompa di calore”. Dopo accurata scrostatura, è stato rifatto anche l’intonaco del muro di recinzione della proprietà.
Uno degli aspetti più importanti da valutare durante
l’organizzazione di un cantiere edile è quello della
logistica, sia in termini di accessibilità del sito a
mezzi operativi, sia per quanto riguarda l’approvvigionamento e lo stoccaggio dei materiali necessari al
cantiere stesso. In alcune zone questo aspetto è particolarmente critico a causa della conformazione del territorio; in zone densamente abitate, ed è il caso della
realizzazione di Diano Marina, spesso si deve operare
in cantieri dove gli spazi liberi attorno all’edificio
sono scarsi e difficilmente accessibili. Nel cantiere
in oggetto è stata sfruttata a pieno la modularità del
sistema BigMat VASS: all’impresa viene fornito uno
schema di montaggio dei vari moduli sull’orditura
principale. La procedura di qualità interna secondo la
normativa ISO 9001:2008 prevede che ogni modulo
venga siglato in azienda; in questo modo gli viene
assegnata una posizione e, di conseguenza, un ordine
di posa. I moduli vengono imballati in casse di legno della dimensione di un europallet, tutte le casse
contengono moduli della stessa tipologia e portano
la sigla dei moduli in modo da essere riconoscibili
dall’esterno. In questo modo è possibile utilizzare un
deposito di appoggio o fare riferimento al magazzino
BigMat locale per far arrivare in cantiere, giorno
per giorno, solo il materiale necessario alla parte di
copertura in allestimento. Anche quando lo spazio
non è un problema, la corretta disposizione delle
casse in base all’ordine di posa accelera e semplifica
notevolmente la gestione della logistica di cantiere.
Le casse proteggono i moduli dagli urti durante il
trasporto e dalle intemperie nel caso in cui rimangano
diversi giorni in cantiere prima dell’installazione.
Luca Mercante
Direttore tecnico Team BigMat VASS
NOVITÀ
BigMat lancia le viti da carpenteria a marchio.
È appena iniziata la distribuzione nei Punti Vendita italiani della
nuova gamma di viti da carpenteria a marchio BigMat che conta ben
28 referenze e che nasce a supporto dell’impegno di BigMat verso
il settore del legno. La gamma, come di consueto, è composta da
prodotti di alta qualità e nasce dalla collaborazione con Unifix.
64
IL RUOLO DI BIGMAT
I DETTAGLI
Protagonista dell’intervento è stata la BigMat
Comed Srl di San Bortolameo al Mare (IM) che nasce
nel 2007 quando Emiliano Ardissone, Bruno Guazzo
e Luigi Montano riuniscono le rispettive competenze
e conoscenze, fondando l’azienda che entra da subito
a far parte di BigMat, condividendone in pieno le
metodologie, gli interessi e gli obiettivi.
Aggregando le esperienze maturate in svariati settori,
i tre imprenditori offrono un supporto fondamentale
per l’edilizia e sono punti di riferimento sia per gli
addetti ai lavori sia per gli utenti finali.
La profonda conoscenza delle problematiche di lavoro
e delle offerte del mercato hanno portato all’offerta di
un mix di prodotti altamente selezionati e collaudati,
non perdendo mai di vista l’innovazione mirata alle
esigenze del cliente e non fine a se stessa.
La consulenza e l’elevata qualità del servizio di
BigMat Comed ha inciso in modo rilevante nella
chiusura in tempi brevissimi dei lavori e nell’utilizzo
di materiali e attrezzature top.
La parte di copertura esterna ai muri perimetrali è stata realizzata con la tecnica del falso puntone. Esso si interrompe
in corrispondenza della muratura e si esce all’esterno con un
trave appoggiato sopra il puntone stesso di sezione adatta
a compensare l’altezza dell’isolamento in modo da avere
sulle parti esterne solo le tegole o in alcuni casi le perline
più tegole. La progettazione del falso puntone
permette di dimensionarne la lunghezza e il
fissaggio sul puntone in maniera strutturalmente veri-
ficata in modo da ridurre il materiale utilizzato e i ponti
termici rispetto alla consuetudine.
Nella copertura sono stati poi integrati alcuni pannelli
solari che garantiranno il fabbisogno di energia rinnovabile
così come prescritto dalla normativa regionale.
I calcoli termici sono stati eseguiti mediante KliMat (vedi
box a pag. 32), il software di verifica termoigrometrica
studiato da BigMat che offre un valido supporto al progettista nella definizione del capitolato di progetto e che
in caso di riqualificazione consente anche una stima del
risparmio energetico. ■
LA UNI CHE
RIVOLUZIONA
L’IMPIEGO DEGLI SMT
La nuova norma UNI 11470:2013 “Coperture discontinue – Schermi e
membrane traspiranti sintetiche – Definizione, campo di applicazione e
posa in opera” pone finalmente termine alla mancata regolamentazione
degli schermi e delle membrane traspiranti, un prodotto che da oggi BigMat
propone anche con il suo brand.
di Carlo Vacca
G
li schermi e le membrane traspiranti (SMT)
hanno finalmente ottenuto un riconoscimento
normativo anche in Italia. Dopo oltre due anni
di lavoro, che ha visto impegnati i tecnici
dell’Associazione italiana schermi e membrane traspiranti
(AISMT, www.aismt.it) con la commissione UNI, il risultato è arrivato con la pubblicazione della norma
UNI 11470:2013 “Coperture discontinue –
Schermi e membrane traspiranti sintetiche
66
– Definizione, campo di applicazione e posa
in opera”, con cui l’Italia pone finalmente termine alla
mancata regolamentazione degli schermi e delle membrane
traspiranti, prodotti strategici e indispensabili per i nuovi
sistemi costruttivi e per rispondere alle normative in materia di risparmio energetico. «Lo scenario delle costruzioni
italiane è di un’edilizia rivolta sempre più al risparmio
energetico e alla sostenibilità ambientale. In questo contesto diventa fondamentale regolare e controllare
il passaggio del vapore acqueo, affinché non possa
➊Tegole
➋ Listello portategola
➌ Controlistello di ventilazione
➍ Tavolato di legno
➎Trave
➏
Membrana altamente traspirante
o traspirante
Coibente
Schermo freno vapore
condensare all’interno delle strutture e degli isolamenti
mantenendo inalterate le prestazioni termiche degli stessi – spiega il presidente di AISMT Gabriele Nicoli –. Di
fondamentale importanza è la protezione dell’involucro
edilizio dall’acqua, possibile grazie alle caratteristiche di
tenuta all’acqua tipiche degli schermi e delle membrane traspiranti. Anche la tenuta all’aria di questi
materiali ha un ruolo chiave: garantisce un elevato
risparmio energetico, fermando le perdite di calore, che
sono una delle principali cause del peggioramento delle
prestazioni energetiche degli edifici. L’utilizzo di questi
prodotti, pertanto, diventa condizione sine qua non per
i nuovi sistemi costruttivi e per gli isolamenti termici
impiegati nel risparmio energetico, al fine di proteggerli
dall’umidità. In questo contesto, la nuova regolamentazione garantirà quindi la correttezza dell’impiego e della
messa in opera necessari per poter realizzare un’opera a
regola d’arte, limitando i danni spesso derivanti dalla
“libera interpretazione” nell’utilizzo degli SMT, schermi
e membrane traspiranti». Grazie anche al contributo di
AISMT, quindi, il mercato italiano delle costruzioni è riuscito finalmente a varare la sua legge in materia di SMT,
seguendo l’esempio di altre importanti nazioni che molto
prima hanno ritenuto necessario regolamentare questa
categoria di prodotti, come Germania e Francia.
notevole attenzione anche all’indicazione della corretta
messa in opera degli SMT e chiarisce l’importante
ruolo giocato dagli accessori per la tenuta ermetica
al vento, all’aria e all’acqua, con una particolare attenzione
agli elementi di fissaggio e alle loro risposte in base al supporto. AISMT ha dato alle stampe un’utile guida alla
LA NORMA UNI 11470 IN SINTESI
sul sito www.aismt.it.
In sintesi, la norma definisce le modalità applicative degli
schermi e le membrane traspiranti sintetiche (secondo la
UNI EN 13859-1 e la UNI EN 13984) e il loro utilizzo
su copertura a falda, su supporti continui o discontinui o a
contatto diretto con isolante termico. La norma preci-
sa le specifiche di prodotto minime che devono essere garantite
e definisce le regole
comuni di installazione e posa in opera. Entrando nello specifico, la nuova norma UNI
descrive le classificazioni
e i requisiti in funzione
della traspirabilità, della proprietà di resistenza
alla trazione e di massa
areica, definendo che
gli schermi traspiranti
con un peso inferiore a
145 g/mq non trovano
applicazione posati su tavolato in legno. La norma UNI 11470 pone
➐
➑
➒
Guarnizione sottolistello
➊
➋
➌
➐
➏
➒
➑
➍
➎
norma che può essere richiesta gratuitamente
LA RISPOSTA DI BIGMAT
BigMat risponde a questa importante novità normativa
allargando la grande famiglia dei suoi prodotti a marchio
con un’importante gamma di schermi e membrane traspiranti. Tre le tipologie selezionate dai tecnici
BigMat, tutte naturalmente provviste di marcatura
DoP come da Regolamento europeo 305/2011, vediamole.
BIG AIR 150 È una membrana impermeabile e altamente
traspirante composta da un triplo strato di membrana aperta alla diffusione del vapore (altamente traspirante) posta
tra due strati di tessuto non tessuto. Studiato per tetti in
pendenza, senza ventilazione interna, è ideale per la posa
a diretto contatto con qualsiasi isolamento termico e su
tavolato in legno. Grazie all’elevata permeabilità al vapore
(valore Sd ca. 0,02 m) Big AIR 150 capta l’umidità residua
presente negli interni e la disperde all’esterno. Dall’esterno
protegge l’isolamento termico dalla neve e dalla pioggia,
garantendo in tal modo che l’isolamento termico esterno
rimanga asciutto e funzionante.
Big AIR 150 impedisce fastidiosi riflessi abbaglianti attraverso lo speciale trattamento superficiale, offre un’alta
67
sicurezza di calpestio e
lavorabilità e ha una classe di resistenza al fuoco
E secondo la normativa
EN 13501-1.
BIG VE 165 È il classico
schermo freno vapore impermeabile, pratico e robusto. Impermeabile all’acqua
e all’aria, stabilizzato ai raggi
UV, con armatura altamente
resistente allo strappo, non
microperforato e facile da posare, Big VE 165 è composto
da un tessuto non tessuto con
rivestimento speciale. Per tetti inclinati, ideale per la posa
sul tavolato in legno (perlina) sotto
l’isolamento termico con funzione anticondensa, e senza bitume, è stabile al calore
e si posa facilmente, senza nessun problema anche
quando le temperature sono elevate. Inoltre, è particolarmente robusto grazie alla protezione ottimizzata del
rivestimento. L’alta resistenza all’abrasione e le eccellenti
LA POSA
Il rotolo viene steso e applicato a partire dalla linea
di gronda per fasce parallele e sovrapposte di minimo
10 cm per pendenze superiori al 40%, non meno di
20 cm per pendenze superiori fra il 30%-40%, sia nel
caso di supporti discontinui tipo travetti o listelli sia
per i supporti continui tipo tavolato in legno. L’SMT
viene opportunamente sigillato in corrispondenza
degli elementi passanti del tetto e delle discontinuità
in modo da garantire una corretta tenuta all’aria e
l’impermeabilità.
proprietà antisdrucciolo ne facilitano la posa. Con un peso
di 165 g/mq e la pratica larghezza del rotolo di 1,50 m
garantisce un elevato rendimento di posa a basso costo.
BIG VL 145 È lo schermo freno vapore doppio strato composto da un tessuto non tessuto associato a uno strato
impermeabile all’acqua per il controllo e la regolazione
della diffusione del vapore acqueo verso gli strati superiori
del tetto. Ideale per la posa sul tavolato in legno (perlina),
sotto l’isolamento termico con funzione anti-condensa. ■
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PROMUOVERE UNA VERA E PROPRIA CULTURA DEL COSTRUIRE
Il settore delle costruzioni rappresenta un elemento d’importanza
primaria per lo sviluppo di tutte le
economie e per il livello di qualità della
vita. È una verità ormai consolidata su cui
convengono tutti. Così è stato, anche e
forse soprattutto, per l’Italia che, attraverso la ristrutturazione e l’ampliamento
delle infrastrutture e la messa a disposizione di abitazioni per l’intera collettività,
ha saputo dall’immediato dopo guerra
in poi mettere a disposizione dello sviluppo del Paese (prima industriale e poi
dei servizi) il substrato necessario per
la crescita della nostra economia fino ai
più alti livelli mondiali. Da ormai troppi
anni questo meccanismo si è inceppawww.federcostruzioniweb.it
70
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to e l’industria delle costruzioni segna
una regressione senza precedenti che,
di fatto, condiziona negativamente l’intera economia. Federcostruzioni vuole
essere espressione della volontà degli
industriali del settore di non arrendersi
a questa situazione e di mettere insieme
le tante competenze presenti all’interno
delle diverse categorie industriali che la
compongono per un cambiamento di rotta. Federcostruzioni quindi si occupa di
mettere a punto posizioni comuni che rispecchino e rispondano alle esigenze del
mondo produttivo in una logica trasversale. Sicuramente è il caso della ricerca e
dell’innovazione in modo da rispondere
alla esigenza di innalzare il livello tecnologico delle realizzazioni edili e infrastrutturali, sia al fine di contenere i costi
complessivi delle realizzazioni, sia ancora
al fine di assicurare al cosiddetto made in
Italy delle costruzioni di rafforzare il prestigio di cui ha goduto e continua a godere
a livello internazionale. Lo stesso è per
la lotta a tutte le forme di concorrenza
anomala che si fondano essenzialmente
nel mancato rispetto delle leggi regalando
in questo modo, a chi le contravviene, un
vantaggio che è strettamente ricollegato
al risparmio derivante dall’inosservanza
delle regole del costruire a regola d’arte,
di quelle attinenti il rispetto dell’ambiente
e della sicurezza dei lavoratori, di quelle
contro il riciclaggio di “denaro proveniente da attività illecite”. Corollario di tutte
queste considerazioni è la promozione di
una vera e propria cultura del costruire
(dal recupero alla nuova edificazione) che
sappia assicurare al Paese il meglio di
questa industria.
EDILIZIA SCOLASTICA, FEDERLEGNOARREDO SIGLA
UN ACCORDO CON IL COMUNE DI MILANO
De Ponti: «Con la firma del documento, Milano guarda al futuro. Una grande occasione per i
cittadini e le imprese».
Con un accordo stipulato a fine
febbraio tra l’amministrazione
Comunale e FederlegnoArredo la città
di Milano apre alle scuole in legno. Si
tratta di una realtà finora diffusa in modo particolare nel nord Europa e che
sarà sviluppata in città con il supporto
tecnico della federazione che rappresenta il settore in tutte le sue componenti, dalla materia prima al prodotto
finito, in Italia e nel mondo. Le scuole
in legno garantiscono velocità di costruzione, sismo-resistenza, risparmio
energetico e sostenibilità economica.
Le scuole in legno, i cui progetti saranno inseriti nel bilancio di previsione
2014, sono previste su edifici fino a tre
piani, comprensivi di mensa e palestre.
Diversi i pregi rispetto alle scuole tradizionali costruite in laterizi e cemento:
in primo luogo i tempi che risultano
dimezzati, poi la maggiore funzionalità in quanto è possibile in tempi rapidi modificare la composizione delle
aule e la stessa organizzazione degli
ambienti interni. Consistenti sono i
vantaggi sotto il profilo ambientale:
ogni metro cubo di legno utilizzato in
sostituzione di un altro materiale da costruzione è in grado di immagazzinare
0,9 tonnellate di CO2, un risultato che
si ottiene anche quando è impiegato
per costruire un edificio. Inoltre il legno è un materiale isolante al punto
da garantire, nell’edilizia scolastica, un
risparmio sul piano energetico di circa il
40% rispetto alle strutture tradizionali.
«È con piacere che sottoscriviamo
un accordo con l’amministrazione
comunale per incrementare la diffusione di edifici a struttura in legno a
uso scolastico, per dare servizi alla
città risparmiando risorse e creando
spazi sicuri. Anche alla luce del piano
scuole annunciato dal premier incaricato Matteo Renzi: un programma
straordinario per l’edilizia scolastica.
Grazie alla lungimiranza del Comune,
a Milano istituzioni e tessuto imprenditoriale giocano d’anticipo. Con l’impegno dell’ufficio tecnico dell’Area Legno
della federazione, che affianca quotidianamente le imprese per risolvere
le criticità che possono emergere sia
con la committenza privata che pubblica», dichiara il direttore generale di
FederlegnoArredo, Giovanni De Ponti.
Il legno, dunque, come soluzione
per vivere meglio e per garantire
un futuro migliore alle giovani generazioni. Utilizzato in larga misura in
Nord Europa e Nord America per
gli edifici pubblici e privati, da alcuni
anni trova anche in Italia applicazioni sempre più frequenti. Per Milano
è l’occasione di rinnovare il patrimonio di edilizia scolastica, in parte obsoleto, anche in vista di Expo 2015.
«Da sempre lavoriamo per promuovere la tipologia costruttiva in legno,
evidenziandone le peculiarità in termini
di sismo-resistenza, risparmio energetico e sostenibilità. A oggi gli edifici a struttura di legno rappresentano
l’eccellenza costruttiva delle imprese
italiane, anche alla luce dell’esperienza positiva fatta nei momenti della
ricostruzione post sisma in Emilia»,
commenta Emanuele Orsini, presidente di Assolegno, l’associazione di
FederlegnoArredo che raccoglie le più
importanti imprese italiane specializzate in edilizia in legno.
Scopri di più sull’edilizia scolastica su UP! n. 11, dicembre 2013.
Sfoglialo su www.bigmat.it
www.federlegnoarredo.it
71
FORMAZIONE E MERCATO DELLE COSTRUZIONI
Il Formedil cerca un modo diverso per guardare al futuro
“Progetto Futuro” è un percorso avviato dal Formedil
verso una formazione in grado di intercettare i mutamenti del mercato delle costruzioni alla luce di una trasformazione che è strutturale, di un inevitabile approccio
sostenibile.
Un processo che richiede una riflessione anche su come la
formazione debba rinnovarsi e adeguarsi alle nuove esigenze.
Si tratta soprattutto di individuare percorsi e innovazioni che
riguardano una molteplicità di aspetti dell’industria edilizia,
tecniche professionali, ma anche organizzative e gestionali,
necessarie per sostenere un sistema imprenditoriale che [email protected] www.formedil.it
ve trovare modalità nuove di porsi sul mercato individuando
soluzioni in linea con le nuove richieste del mercato. Processi
nei quali la formazione può avere un ruolo importante.
Il progetto è stato suddiviso in tre seminari, tenutisi in tre
macro aree geografiche per meglio favorire la totale partecipazione delle Scuole Edili di tutta Italia, che si sono svolti
rispettivamente per il Nord a Sirmione il 5 e 6 dicembre
2013, per il Centro a Perugia l’11 febbraio 2014 e per il Sud
a Reggio Calabria il 28 febbraio e il primo marzo 2014.
Con questi seminari interregionali il Formedil ha inteso condividere riflessioni sullo stato di salute del Sistema Bilaterale,
riflettere sulle linee evolutive per l’azione delle Scuole Edili,
focalizzare i temi dell’innovazione formativa di sistema, favorire una crescita culturale del sistema rispetto alle innovazioni
zione
l’evoluespai
dei v
VANTAGGI
• Incremento delle nervature sottostanti la
struttura con conseguente aumento delle
resistenze ai carichi, alla pedonabilità ed
alla stabilità nel tempo
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in atto e allo stesso tempo avviare una sperimentazione nei
confronti delle piccole imprese. La riflessione comune ha
riguardato le trasformazioni del mercato che impongono a
tutti un cambiamento di mentalità necessario per arrivare a
una riconfigurazione del settore basata su un deciso processo
di aggregazione e di integrazione.
Un’esigenza che nasce da un contesto che impone un ripensamento dell’organizzazione del cantiere e dei processi costruttivi alla luce dei nuovi obiettivi di sostenibilità.
Efficientamento energetico, riduzione dell’impatto ambientale, riciclo dei rifiuti sono tre elementi che portano a rivedere
tecniche e soluzioni costruttive e di conseguenza stanno
orientando i nuovi processi costruttivi.
«Un efficiente e ben strutturato sistema coerente, organizzato, ricco di competenze e attento ai cambiamenti e alle
trasformazioni del mercato delle costruzioni al servizio delle
nuove esigenze di imprese e lavoratori». È questo il traguardo al quale, secondo il presidente del Formedil Massimo
Calzoni, deve tendere la rete delle Scuole Edili aderenti al
Sistema Bilaterale delle Costruzioni. «L’obiettivo di questo
progetto, e in particolare di questi incontri propedeutici e
di prima riflessione, è di contribuire a rafforzare la logica
di sistema della formazione bilaterale – spiega Enzo Pelle,
vicepresidente del Formedil –. Rilanciare la formazione che
guarda sia il sistema delle imprese sia quello delle maestranze
facendo prevalere la qualità».
Durante questi seminari sono intervenuti esperti chiamati a
portare la propria testimonianza in un giro di tavolo coordinato dal giornalista Alfredo Martini e sono emersi utili spunti
di riflessione anche grazie al dibattito con le scuole presenti.
PREMIUM SISTEMI DI CAROTAGGIO
Nuova geNerazioNe di motori per il carotaggio
Potenti e altamente produttivi
Robusti e affidabili
Maneggevoli
Una società del gruppo SWAROVSKI
73
IL CONSULENTE D’AZIENDA
IL RISPETTO DELL’AMBIENTE: VINCOLO OD OPPORTUNITÀ?
Per anni abbiamo creduto che la tutela del territorio
e il rispetto dell’ambiente richiedesse semplicemente
l’imposizione di regole e meccanismi sanzionatori che potessero inibire comportamenti opportunistici da parte di
alcuni attori del sistema economico, che usino abusivamente
un bene comune prezioso come l’ambiente senza pagarne
i costi economici e sociali, anche rilevanti, che ne derivano.
Ma la globalizzazione dei mercati avvenuta senza una vera
globalizzazione delle regole, e una crisi economica che sembra aver riscritto le dinamiche del “gioco competitivo” tra
le imprese, hanno dimostrato che un sistema ecosostenibile
debba necessariamente basarsi su presupposti differenti.
William Edwards, guru della qualità totale, affermava infatti
che “affinché un sistema possa sostenersi nel lungo periodo
è necessario che ogni componente ne tragga un vantaggio
che possa contribuire all’incremento di valore per tutte le
altre”. Non quindi vantaggi individuali a beneficio solo del
singolo, ma di una crescita del sistema nel suo complesso.
I vantaggi e le interconnessioni tra le esigenze di sostenibilità
ambientale e il relativo impatto sociale sono facilmente comprensibili e condivisibili: l’utilizzo consapevole delle risorse
ambientali, ovviamente limitate, è necessariamente legato
al benessere sociale in termini di salute, sicurezza e crescita.
Le cose si complicano quando in
questo equilibrio si cerca
74
di aggiungere la dimensione economica:
perché le imprese dovrebbero basare il
proprio modello di business sulla tutela
e valorizzazione di aspetti ambientali e
sociali? Ma soprattutto perché dovrebbero farlo in questo periodo di non facile congiuntura economico-finanziaria?
La risposta si può leggere nell’affermazione di Edwards e cioè che le imprese Roberto Schiesari
devono tendere ad acquisire vantaggi
propri (sostenibilità economica) che possano però contribuire alla crescita di valore per il contesto naturale (sostenibilità
ambientale) e delle persone (sostenibilità sociale). Ma come
spesso accade, la sua applicazione – soprattutto in ambito
aziendale – non è altrettanto facile. Senza dubbio la visione
ecosostenibile deve influenzare in prima battuta la tipologia di
prodotti e servizi: la ricerca di nuove soluzioni e di materiali
innovativi può contribuire alla definizione di una offerta differenziata e differenziante, creando nuove leve competitive
in un mercato variegato e costituito da nicchie e microsegmenti dove l’impresa, anche di piccole-medie dimensioni,
può assumere un ruolo rilevante e addirittura di leader. A
differenza del passato, la maggiore sensibilità e attenzione da
parte del cliente sui temi di
eco-compatibi-
IL CONSULENTE D’AZIENDA
lità rende più facile ed efficace la necessaria comunicazione di queste nuove tendenze produttive e commerciali: il
mercato finale è infatti sempre più attento e disponibile a
essere influenzato e indirizzato verso una nuova idea di
“abitare” e vivere gli spazi, anche quelli lavorativi. Questo
rappresenta un volano per modi innovativi di costruire,
ma anche di ristrutturare o addirittura di recuperare aree
– anche industriali e commerciali – in un nuovo concetto
di spazio da “vivere” in cui si possano integrare esigenze
lavorative, di benessere, di vita quotidiana e di tempo libero. L’eco-compatibilità si lega inoltre alla ottimizzazione
dei costi di gestione, che le ricerche considerano oggi un
elemento essenziale di orientamento delle scelte. La vera
rivoluzione è legata in realtà a un ridisegno ecosostenibile
dell’intero modello di business dell’azienda. Basti pensare
a una co-evoluzione del rapporto con i clienti e i fornitori,
ottimizzando le scelte logistiche e informativo/documentali
ma anche condividendo scelte produttive a monte (fornitori) e soluzioni commerciali a valle (clienti). Il processo di
innovazione del prodotto viene quindi condiviso al di fuori
delle “mura” aziendali, partendo da esigenze o proposte
di tutti gli attori della catena del valore. Non bisogna sottovalutare inoltre quanto una nuova visione eco-compatibile
possa incidere sui processi interni all’azienda, dalle scelte
produttive a quelle di localizzazione. Un modo differente
di organizzare e “vivere” il lavoro, aprendo gli spazi “aziendali” non solo ai dipendenti e collaboratori, ma anche ad
altri attori del mercato e del territorio. Un’azienda che non
stravolga il territorio, ma che si adegui alle sue “forme” e
contribuisca alla sua evoluzione sostenibile e da esso ne
tragga linfa vitale per il proprio sviluppo e proiettando la
“vision” tramite i prodotti e servizi sui mercati anche più
lontani. Un antico proverbio Masai recita: “Trattiamo bene
la terra su cui viviamo: essa non ci è stata donata dai nostri
padri, ma ci è stata prestata dai nostri figli”. Quindi lo sforzo
del sistema in tutte le sue componenti deve far si che su quella
stessa terra che restituiremo ai nostri figli possano esserci
aziende e mercati globalizzati eco(nomicamente)-sostenibili!
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RIFLESSIONI DI UN ARCHITETTO
SAPIENZA DELLA TRADIZIONE E FIDUCIA NELL’INNOVAZIONE
La crisi economica strutturale ha prodotto molti cambiamenti per lo più irreversibili, cambiamenti che erano già in atto, ma che si sono realizzati con una velocità che
ha sorpreso tutti. Non si tornerà indietro, tutto sarà diverso
e occorre ripensare in modo nuovo l’abitare, il costruire e
le nuove idee non potranno fare a meno di interagire fortemente con le risorse naturali. Negli ultimi anni c’è stato un
distacco dalla realtà e dalla natura a favore di un approccio
più astratto verso le cose e l’ambiente, ma ora, la direzione
di ricerca più interessante è quella che torna all’aspetto
sensibile delle cose, forse per bilanciare l’immersione nella
rivoluzionaria cultura digitale. Contemporaneamente anche
la cultura sta tornando a valorizzare la vita vicino alla natura,
Corte rurale bioclimatica, residenza con gestione domotica (Lelli & Associati
architettura + Magazé). Foto Mario Ciampi
76
alla sua ricchezza, ai suoi tempi e ai suoi
prodotti, perché la natura è la prima risorsa di vita. In architettura, per quanto
riguarda l’utilizzo delle risorse naturali,
ci sono due interessanti direzioni di ricerca, ma soprattutto due filosofie di
co-abitare con la natura.
Una fa riferimento alla sapienza antica,
allo studio e al recupero delle tradizioni Gabriele Lelli
nate quando il rapporto con la natura
era più stretto. Uno sguardo indietro che insegna moltissimo
in termini di massimo sfruttamento delle risorse bioclimatiche
di un certo luogo. Fino a un secolo fa tutte le risorse naturali erano utilizzate per il comfort ambientale e la relazione
diretta con l’ambiente portava a un’armonia generale della
materia, delle cose amalgamate, spesso dall’autocostruzione
o dalla capacità artigianale a piegare la materia alle necessità
umane. Basta pensare tutto il valore intrinseco custodito
nella cultura del costruire in campagna o in montagna. Primo
fra tutti il luogo della costruzione, che si decideva sul sito in
relazione ai percorsi, ai venti, all’orientamento solare, agli
alberi, mentre oggi si decide in un ufficio, lontano, sulla carta
bianca di uno strumento urbanistico comunale, sviluppato
con rarissimi sopralluoghi. I materiali erano quelli reperibili,
locali, forzatamente naturali perché erano gli unici disponibili,
assemblati con tecniche, che ci appaiono semplici, ma sono
per noi irriproducibili frutto di conoscenza profonda della
materia, poi trasformata con pazienza e perizia. In questo tipo
di cultura è già intrinseco l’utilizzo stretto delle risorse naturali, insieme ai materiali tradizionali e le sofisticate tecniche
artigianali che insieme creano quell’atmosfera rassicurante
di armonia con l’ambiente che oggi immaginiamo destinata
soprattutto agli ambienti domestici.
D’altro canto, seguendo una filosofia diversa e utilizzando
nelle costruzioni le tecnologie più recenti e raffinate si raggiungono risultati decisamente migliori in termini di sfruttamento bioclimatico delle risorse naturali. Dal totale controllo
dei dati sfruttando la domotica alle superlative prestazioni
delle pareti vetrate che permettono meravigliose trasparenze
insieme a sofisticati frangisole, poi i sistemi di ventilazioni
attraverso l’edificio e le facciate, coadiuvati da sofisticati
impianti integrati solari termici, fotovoltaici, microeolici,
geotermici. Aggiungiamo i nuovi materiali di coibentazione,
l’uso di nuove tecnologie di costruzioni in legno, laterizio,
RIFLESSIONI DI UN ARCHITETTO
cemento e metallo. L’utilizzo di questa cultura costruttiva e lo
sfruttamento delle risorse naturali basata sull’innovazione è
stata utilizzata prevalentemente per edifici dedicati al lavoro,
alla produzione o a edifici specialistici. Anche se l’hi-tech
nato negli anni settanta sta diventando sempre più diffuso e
sempre meno con l’accezione decisamente industriale che
lo ha contraddistinto, proprio l’estetica della muscolatura
tecnologica domina ancora gli edifici che sfruttano al meglio
le risorse bioclimatiche rendendoli poco domestici.
Entrambe le culture hanno efficacia bioclimatica e particolare
atmosfera. Ora mancano ancora le soluzioni per rendere
sinergiche le due direzioni di ricerca: introdurre e integrare l’innovazione nelle architetture tradizionali, visto che ci
sono molti obblighi normativi da rispettare, e contemporaneamente rendere l’edificio bioclimatico più domestico
e amabile. Su questo fronte si confronteranno i progettisti
nei prossimi anni.
Gabriele Lelli
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SISTEMI COSTRUTTIVI IN LEGNO: IL RAFFRESCAMENTO
Nella progettazione di un involuriali e tecnologie che lasciano penetrare all’interno delle abitazioni le alte
cro edilizio è necessario scegliere
componenti, materiali e relativi spessotemperature raggiunte all’esterno nei
ri, tenendo conto di diversi parametri
momenti più caldi, facendo sentire il
che ne caratterizzano il comportamenbisogno di adottare sistemi di raffreto per rispondere a differenti esigenze
scamento “attivi”.
che cambiano a seconda della zona
L’utilizzo di materiali isolanti con alta
climatica in cui si trova l’edificio e della
inerzia termica (materiali ad alta denstagione dell’anno.
sità) permette di ottenere una maggior
I principali fattori che bisogna valutare
attenuazione dell’ampiezza del flusso
sono:
termico entrante e il suo sfasamento
•le dispersioni termiche dell’involucro;
nel tempo. In questo modo si riesce
•la generazione di condensazioni ina limitare la temperatura all’interno
terstiziali nelle strutture;
dell’edificio ottenendo un buon comfort
•la prestazione energetica invernale
abitativo senza la necessità di impianti
ed estiva dell’edificio.
di condizionamento attivi.
pag UP bigmat:pagina
UP-BigMat
08/05/14
17.39
Pagina
1
Molti edifici sono costruiti con matePiù l’involucro è isolato ed ermetico
maggiore deve
essere l’attenzione rivolta alla
qualità dell’aria
intesa come percentuale di umidità relativa ottimale, rischio di
condensazione e
Luca Mercante
muffa. Pertanto
è fondamentale il ricambio d’aria, che
può avvenire per via naturale tramite le finestre oppure per Ventilazione
Meccanica Controllata (VMC).
Per quanto riguarda la ventilazione,
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diretto: il primo è quello che si ha sulla
persona, consentendo e facilitando lo
scambio termico tra questa e l’ambiente che la circonda, il secondo, invece,
agisce sul bilancio termico dell’edificio
stesso.
La ventilazione degli ambienti ha un effetto raffrescante quando l’aria esterna
in ingresso ha una temperatura compresa tra i 15 °C e i 20 °C, che di solito
nel periodo estivo avviene durante le
ore notturne, o di giorno se l’aria può
essere prelevata da zone fresche e ombreggiate. Tenuto conto che la ventilazione consente anche il ricambio d’aria
necessario a un ambiente salutare, essa
si può anche ottenere in modo naturale, attraverso l’opportuna apertura
di finestre.
Aprire le finestre può però risultare scomodo e non sempre possibile,
da queste esigenze sono nati sistemi
di raffrescamento che garantiscono
un controllo delle condizioni interne
(temperatura, umidità relativa e CO2)
garantendo gli opportuni ricambi d’aria
attraverso sistemi di ventilazione naturale o meccanica controllati. Questi sistemi di ricambio d’aria “forzato” sono
sempre attivi, 24 ore su 24 e per tutto
l’arco dell’anno, con il vantaggio di poter controllare esattamente le portate,
limitando al minimo indispensabile il
ricambio dell’aria e quindi gli sprechi di
energia, cosa che con l’apertura delle
finestre è evidentemente impossibile.
La VMC consiste nell’immissione di aria
“nuova” prelevata dall’esterno tramite
apposite bocchette di immissione installate nei locali “nobili”, come soggiorno e camere, e nella contemporanea
espulsione dell’aria esausta, attraverso opportune bocchette di estrazione
posizionate negli ambienti in cui c’è
maggiore concentrazione di umidità
(bagno e cucina) e una canalizzazione,
all’esterno dell’edificio. Tale portata d’aria è modificabile attraverso specifiche
bocchette installate e può variare in
base alla maggiore o minore umidità
relativa interna o alla presenza o meno
di persone. In questo modo il ricambio
sarà maggiore o minore a seconda della
effettiva qualità dell’aria interna e quindi
della reale necessità di ricambio. L’aria
estratta viene reintegrata immettendone altrettanta nelle camere da letto
e nei soggiorni.
Ciò può avvenire direttamente dall’esterno, grazie ad apposite griglie di
transito oppure, nei sistemi a recupero
di calore attraverso una rete di distribuzione e bocchette di mandata. In questo caso si recupera parte dell’energia
termica dell’aria espulsa cedendola a
quella in entrata.
MODULO FREE-ROOF
In quest’ottica BigMat VASS ha sviluppato un sistema di free cooling integrato
all’interno di un modulo di copertura
che permette di controllare e modificare le condizioni ambientali dei locali
sottotetto (temperatura, umidità relativa e CO2). Questi elementi hanno
una parte in contatto con il sottotetto
e una parte in contatto con l’ambiente
79
esterno. Gli elementi potranno svolgere
2 differenti funzioni:
•completo isolamento tra l’esterno e
il locale sottotetto;
•circolazione di aria tra i due ambienti.
La prima funzione è necessaria quando
le condizioni del sottotetto (temperatura e umidità relativa) sono ritenute
migliori rispetto all’esterno ed è assimilabile a quanto normalmente avviene
con una copertura di buon livello.
La seconda è necessaria nel caso opposto cioè quando le condizioni esterne
sono migliori rispetto a quelle del sottotetto: due o più moduli opportunamente dislocati sulla copertura forzano una
circolazione d’aria attraverso apertura
di canali di aerazione e azionamento di
relative ventole servoassistite (blower).
Il sistema FREE-ROOF è un modulo
di copertura BigMat VASS in cui sono
inseriti elementi meccanici (serrande e
ventole) controllati da un PLC che ne
regola il funzionamento.
Nello specifico all’interno del modulo
vengono montati:
•una serranda di taratura, necessaria
per la regolazione dell’apertura e
chiusura dei condotti di areazione,
comandata da un motore passopasso (chiudendo le serrande si isola il locale sottotetto dall’ambiente
esterno);
•un condotto in PP a bassa rugosità
superficiale per collegare l’interno
dell’edificio con l’esterno;
•una ventola per la circolazione forzata dell’aria;
•griglie e filtro di protezione;
•sensori di temperatura, umidità e
CO2 che forniscono le informazioni
necessarie al PLC per comandare gli
attuatori in accordo con la logica di
controllo programmata.
L’impatto dei condotti di ventilazione
sulla coibentazione è stato ridotto al minimo e al tempo stesso è stata rispettata l’integrazione architettonica. Tutti
i cablaggi sono completamente integrati
80
nel modulo e comodamente convogliati
nel cavedio tecnico. I moduli sviluppati
sono identici alla versione standard, fatta
eccezione per le aperture in corrispondenza delle ventole/serrande. Grazie a
queste caratteristiche questa soluzione permette di realizzare un sistema di
controllo e ricambio dell’aria distribuito
senza bisogno di realizzare canalizzazioni incassate o controsoffittature.
La logica di controllo è centralizzata
e il PLC dialoga in modalità wireless
con i sensori all’interno e all’esterno
dell’abitazione riuscendo a garantire
indipendenza di regolazione nelle varie
stanze in cui il sistema è installato; in
questo modo si riducono al minimo i
componenti di maggior valore senza
ridurre le possibilità di regolazione.
La logica controllo è stata sviluppata per
regolare la ventilazione così da avere il
massimo comfort interno possibile dati
i parametri ambientali interni ed ester-
ni. Il comfort dipende principalmente
da temperatura e umidità relativa (in
misura minore dalla velocità dell’aria e
dal livello di CO2). Sebbene il senso di
benessere/comfort percepito vari da
persona a persona, si è considerata una
regione di parametri ambientali (evidenziata nella carta bioclimatica di Olgyay)
che vengono mediamente percepite
come confortevoli. Il modulo è stato
testato presso il VASS-lab di Cellarengo
(AT) dove è stato riprodotto un caso
reale. È stata realizzata la copertura,
con inclusi i moduli FREE-ROOF, di un
edificio in muratura di 56 mq ed è stato
monitorato il funzionamento del sistema
durante diversi mesi per analizzarne le
risposte e affinare la logica di controllo.
È attualmente in corso la definizione di
alcuni siti nei quali verranno eseguite
installazioni pilota a partire dall’estate.
Luca Mercante
Direttore tecnico Team BigMat VASS
Diagramma bioclimatico di Olgyay.
Olgyay definisce il benessere come “la situazione in cui non viene provata alcuna sensazione
di disagio”. La zona di comfort varia al variare delle condizioni ambientali. Sono presi in
considerazione variabili ambientali (temperatura dell’aria, umidità, movimento dell’aria e calore
radiante) e parametri soggettivi (attività svolta, abbigliamento e acclimatizzazione). Al centro
si ha una zona di comfort mentre nel resto del diagramma sono indicate le misure correttive
da adottarsi per rientrare in tale condizione. La zona di comfort invernale è spostata più in
basso di quella estiva (bastano temperature più basse). Se il punto nel diagramma, determinato
attraverso la conoscenza di temperatura e umidità relativa (assumendo come costanti attività e
abbigliamento), si trova al di sopra della zona di comfort è necessaria una ventilazione.
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NEWS DAL MONDO BIGMAT
BIGMAT: GLI APPUNTAMENTI DI PRIMAVERA
Per la prima volta in qualità d’espositore, BigMat Edilmarket di
Massa è stato presente all’ormai nota
fiera Tutto Casa, svoltasi dal 24 aprile
al 4 maggio a Massa Carrara.
Nonostante le difficoltà di mercato e
BigMat Edilizia Trinese di Trino
(VC) festeggia l’8 giugno l’apertura del nuovo reparto elettrico e lo
fa in occasione della manifestazione
“Trino in Piazza” promossa dall’Associazione Operatori Commercianti
Trinesi (AOCT). Nell’arco di tutta la
giornata l’allestimento di stand di com-
mercianti e artigiani locali, bancarelle
gastronomiche, degustazioni, grigliate
pronte al momento e anche musica,
danze, trucchi e giochi per bambini. In
questo contesto BigMat Edilizia Trinese
sarà presente con uno stand e con il
gonfiabile BigMat, per promuovere
l’azienda e tutte le sue novità.
BigMat F.lli Gazzarrini di Casciana Terme (PI) ha partecipato alla
XXI edizione della rinomata Fiera di
Primavera a La Rosa di Terriciola (PI)
di Aprile. La fiera è nota per dare spazio ai settori artigianato, commercio e
agricoltura. Il titolare Marco Gazzarini
ha commentato così la partecipazione:
«Ritengo che l’evento sia riuscito molto
bene, l’afflusso è stato proporzionato
alla tipologia di fiera e alla sua ubicazione».
82
del settore, i risultati positivi di questa iniziativa non si sono fatti di certo
attendere.
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NEWS DAL MONDO BIGMAT
BIGMAT CONTINUA AD INVESTIRE SULLA CULTURA DEL LEGNO
Dopo aver debuttato al MADE
EXPO ed essersi presentato al
mondo della progettazione e delle imprese alla fiera Klimahouse, il sistema
costruttivo BigMat VASS è protagonista
di una serie di incontri su tutto il territorio italiano, ospite dei Punti Vendita
BigMat.
L’ultimo appuntamento è stato sabato
24 maggio dalle 10 alle 17 alla BigMat
Edilizia Due, di Carcare (SV) che si è
trasformata in un’agorà dove esperti del
settore si sono incontrati e confrontati
con progettisti, architetti, imprese e
privati per discutere e presentare tutti
i vantaggi del legno. Una giornata intera per capire quanto importante sia il
legno per il mondo dell’edilizia e quali
siano le tecnologie all’avanguardia che
rendono questo materiale naturale la
soluzione idonea per il costruire contemporaneo. «Negli ultimi due anni
abbiamo investito molto nel legno come materiale da costruzione – dichiara
Davide Gazzoni responsabile acquisti e
vendite dell’azienda –, questo perché
l’edilizia tradizionale, da sempre settore
trainante, ha finito la sua spinta e parallelamente è stata sostituita dal costruire in legno. Noi eravamo già pronti e
questo cambiamento del mercato ci ha
permesso di raccogliere molte soddisfazioni. Il numero di preventivi continua a
crescere, segno che il cliente apprezza
le nostre scelte e i nostri servizi, e anche
i dati dei fatturati degli ultimi due anni
registrano, grazie al legno, un più del
3-4%». All’appuntamento organizzato
dal Punto Vendita di Carcare hanno partecipato vari professionisti del settore,
come i tecnici BigMat VASS che hanno
mostrato le potenzialità del rivoluzionario sistema, trattato anche dalla BigMat
Edilizia Due, per la costruzione di tetti
in legno tramite l’uso di moduli preas-
84
In questa pagina le immagini dell’evento dedicato al legno che si è svolto il 24 maggio da BigMat Edilizia
Due, Carcare (SV)
semblati in azienda. Una serie di vantaggi resi tangibili, nell’appuntamento del
24 maggio, dalla possibilità di assistere
all’assemblaggio di un tetto BigMat
VASS. Ci sono stati inoltre due stand
con delle dimostrazioni organizzate dai
tecnici delle aziende DeWalt (produttore di elettroutensili) e Norton (leader
NEWS DAL MONDO BIGMAT
Incontro del 17 aprile da BigMat Lamberti, Albenga (SV)
nella produzione di dischi diamantati).
«Questo appuntamento è stata l’occasione per portare nel Punto Vendita sia i
nostri target di riferimento sia i semplici
curiosi – dichiara Davide Gazzoni –.
Vogliamo far capire quanto siano più
importanti gli investimenti nella qualità rispetto alle semplici politiche di
prezzo. Vogliamo dimostrare il valore
aggiunto del prodotto finito di qualità».
Grande successo hanno avuto anche
gli incontri sullo stesso tema svoltisi nei
mesi di febbraio e marzo in Toscana
dai Punti Vendita BigMat: Bigazzi
Edilizia,
Costruire Materiali per l’Edilizia, Focardi&Cerbai Edilizia e Parretti
Renato Edilizia, in Liguria da BigMat
Lamberti e in Saredegna da BigMat
Pisano e Tecnicom di F. Cossu.
PROSSIMO APPUNTAMENTO BIGMAT VASS
CONVEGNO BIGMAT:
SISTEMI COSTRUTTIVI IN LEGNO
Giovedì 05 giugno 2014 - ore 15.15
BigMat
Programma:
Strutture per tetti in legno.
ha il piacere di invitarLa
Relatore: Emanuele Ricciardi
al convegno BigMat VASS
innovativa con tecnologia integrata per la realizzazione
Sistemi Costruttivi in Legno.
Tetto BigMat VASS: soluzione modulare preassemblata
di un tetto ad alta efficienza.
Relatore: Ing. Giuseppe Gianolio
Sistemi di giunzione tra elementi lignei strutturali:
criteri di scelta e dimensionamento, protezione
Hotel Giò Perugia
Centro Congressi
V. Ruggero D'Androtto, 19
Perugia
al fuoco e sistemi per aumentare
la resistenza al sisma.
Relatore: Ing. Franco Moar
Misure di prevenzione e protezione contro il rischio
di caduta dall’alto: il fascicolo dell’opera, iter
procedurale per la progettazione dell’elaborato tecnico
della copertura, criteri per la progettazione
Registrazione partecipanti h 15.00
Inizio convegno h 15.15
ed installazione dei dispositivi di protezione,
esempi di comportamenti non conformi.
Relatore: Ing. Giancarlo Vitali
Iscriviti al Convegno
su bigmat.it
Un momento dell’incontro da BigMat Pisano,
Mandas (CA)
85
NEWS DAL MONDO BIGMAT
BIGMAT FIORINI EDILIZIA RIDISEGNA IL SUO PUNTO VENDITA
Spazi ridisegnati, offerta merceologica ampliata e settorializzata,
ripensamento dei percorsi espositivi e
attenzione anche verso una clientela differente: è così che BigMat Fiorini Edilizia
di Empoli (FI) ha ridisegnato il suo Punto
Vendita. «Il mondo dell’edilizia è cambiato – analizza Andrea Fiorini, titolare
della realtà empolese – i grandi volumi
della merceologia tradizionale, registrati
dal 2001 al 2008, hanno lasciato il passo
ad altro. Ora si parla di ristrutturazione
e manutenzione e alle imprese si è affiancato il mercato dei privati: sempre
più attivo, preparato e direttamente
coinvolto». Così con l’ottobre del 2013
sono partiti i lavori che hanno interessato i 2mila mq di area coperta dello
stabile, sviluppato su due piani, presente
nel Punto Vendita di via Gian Battista
Vico. «Abbiamo suddiviso gli spazi esistenti in vari settori: 300 mq per il libero servizio, 500 mq per la zona outlet
86
e 300 mq per il cartongesso. L’area
rimanente ospita il colore, il servizio
tintometrico e le soluzioni per i pallet.
Altra novità è uno showroom habiMat
di 200 mq e con il meglio del mercato.
Al primo piano dell’edificio si trovano
un nuovo ufficio tecnico di 80 mq, gli
uffici amministrativi e una sala riunioni
da 30 posti per gli aggiornamenti dello
staff e per i corsi di formazione rivolti
a imprese, progettisti e professionisti
della filiera edile». Ma i cambiamenti
non sono finiti: anche l’area esterna è
stata ridisegnata realizzando «un’area
tecnica con esposte una serie di soluzioni innovative per il giardino: pavimenti,
casette in legno, gazebi e barbecue.
Finalmente – prosegue Fiorini – possiamo seguire il cliente dalle fondamenta all’antenna. Nel ripensare gli spazi,
inoltre, abbiamo migliorato i percorsi
interni, inserito opportune indicazioni e cartellonistiche, facilitando così i
movimenti dei clienti». Una ristrutturazione importante «che – dichiara Fiorini
– permette di aprirci in maniera forte e
decisa al mondo del privato. Un’offerta
più generalista che non scorda però l’edilizia tradizionale». La BigMat Fiorini
Edilizia con i suoi due Punti Vendita di
Empoli (FI) e Montelupo Fiorentino (FI)
è ormai una realtà consolidata e ha una
storia scandita da alcune tappe e scelte
strategiche. Nasce nel 1938 come una
piccola realtà artigianale dedicata alla
produzione di manufatti ornamentali in
cemento: balaustre, cornici e tini. Oggi,
con la giovanissima terza generazione
della famiglia rappresentata da Andrea
e Fabio, l’azienda continua a crescere e
a specializzarsi: oltre a occuparsi della
rivendita di materiali edili, offre anche
servizi di assistenza e consulenza, corsi
di aggiornamento e un attento servizio
post-vendita con personale altamente
qualificato.
La Nuova
Generazione
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di materiale isolante e legno termotrattato
nel telaio.
NEWS DAL MONDO BIGMAT
LA SOLIDARIETÀ È IN VIAGGIO
Il primo aiuto di
BigMat al progetto
che sostiene la costruzione
e la gestione dell’ospedale pediatrico Mohamed Aden Sheikh
Children Teaching Hospital di Hargeisa, nella regione del
Somaliland in Somalia (vedi UP! n.12 pag. 44), è in partenza.
Tutte le travi per le coperture sono state lavorate e sono
pronte per partire (in estate).
88
Il progetto ha entusiasmato anche due fornitori di
BigMat, che hanno voluto
dare il loro contributo. «La Nordlam e il Gruppo Rubner
da sempre sono favorevoli e supportano opere umanitarie,
ancor più se si tratta di strutture sanitarie nei paesi del Terzo
Mondo», fa sapere Alex Rungger, responsabile vendite di
Nordlam GmbH. «L’essenza di ogni azienda sono le persone
che ogni giorno la animano; un apporto, seppur modesto, a
questo importante progetto umanitario, permette di esprimere il desiderio di tutti i nostri collaboratori di rendersi utili
nei confronti della parte più debole di un popolo bisognoso.
Nel contempo, rappresenta un valore in più della collaborazione con il Gruppo BigMat», sono le parole entusiaste
dell’amministratore delegato di Unifix, Ernesto Covini. È di
qualche mese fa la decisione di BigMat di supportare l’associazione Marco Berry Onlus, impegnata a raccogliere i fondi
per sostenere la costruzione e la gestione dell’ospedale pediatrico progettato dall’architetto Giorgio Rosental di Torino.
Un’attività volta ad assicurare un modello di pace basato
sulla garanzia dei diritti umani fondamentali, come quello
della salute. Il progetto è sostenuto da istituzioni pubbliche,
organizzazioni no profit, università, da varie organizzazioni
non governative (ONG), da La Fondazione Specchio dei
Tempi de La Stampa e ovviamente dall’ex iena Marco Berry.
Ora manca da finanziare il trasporto, puoi contribuire anche
tu con una donazione sul sito www.marcoberryonlus.org.
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