Sommario: Presentazione pro- pagg. getto: Inserimento 1/2 al lavoro per pazienti dializzati e La IN FORMA Demografia pagg Nominato il Diret- pag. 6 tore di Pediatria, Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale Figli si nasce… pag. 7 Papà si diventa. Riservato ai papà in attesa. Animali n o n pagg. “convenzionali”… i 8/10 nostri nuovi amici Attenzione al be- pagg. nessere animale… 11/13 la farmacovigilanza veterinaria La soddisfazione dei familiari dei pazienti ricoverati in Unità di Terapia Intensiva pagg. 14/16 www.associazionep pag. ronefropatici.it 17 Prossimi menti appunta- pag. 18 Corso avanzato di psicofarmacologia clinica pagg. 19/20 Ri.scatti 2016. pag. “Rassegna fotogra- 21 fica dedicata alla normale straordinarietà delle donne” News pag. 22 Dicono di noi pag. 23 Numero 2/2016 Marzo/Aprile 2016 Presentazione progetto: “Inserimento al lavoro per pazienti dializzati e trapiantati”. Bando Fondazione Comunità Novarese onlus Venerdì 26 febbraio scorso, presso la sede della Cooperativa “Lavoro Malgrado Tutto” in via Gozzano 7/B a Borgomanero, è stato presentato il progetto per l’inserimento al lavoro per pazienti dializzati e trapiantati tramite il bando indetto dalla Fondazione Comunità del Novarese L’Associazione Pronefropatici di Borgomanero ha voluto offrire un’opportunità di lavoro ai pazienti della Nefrologia di Borgomanero, diretta da Stefano Cusinato, partecipando al “Bando Prospettiva 2015” della Fondazione della Comunità del Novarese con il progetto “Inserimento al Lavoro per Pazienti Dializzati e Trapiantati ” che prevede la creazione di 4 borse lavoro con durata semestrale, destinate a pazienti seguiti dalla Struttura medesima, ottenendone l’aggiudicazione. L’iniziativa prevede l’impiego dei pazienti, a cui saranno assegnate le borse al lavoro, alla produzione e lavorazione di prodotti alimentari del territorio e lavori di minuteria presso la cooperativa “Lavoro Malgrado Tutto” di Borgomanero, già impegnata nel dare sostegno alla persone disagiate. L’importo del progetto è di € 24.000 di cui € 12.000, pari al 50%, sono stati reperiti dall’Associazione e depositati sul Fondo Associazione presso la Fondazione della Comunità Novarese che, a sua volta, integrerà il restante 50% ed elargirà la somma complessiva. Il compito dell’Associazione Pronefropatici e della Nefrologia è stato quello di sensibilizzare e trovare sostenitori economici del progetto. I risultati raggiunti hanno ampiamente superato le previsioni grazie alla sensibilità alle problematiche sociali dimostrata dal Territorio, dal mondo dell’imprenditoria, dalle Fondazioni Bancarie e Comunitarie e degli Enti no profit, che ha consentito di raggiungere l’obiettivo economico necessario alla realizzazione del progetto. Inserimento al lavoro per pazienti dializzati e trapiantati Pagina 2 IN FORMA Questo progetto considera il lavoro sia uno strumento di cura che di sostegno, ai pazienti nefropatici e alle loro famiglie,– afferma Adriano Giacoletto, Direttore Generale dell’ASL NO – il lavoro diventa lo strumento che mette al centro “la persona” restituendole il rispetto per se stessa che la malattia spesso cancella e attribuendole un ruolo attivo nella famiglia e nella società. E’ doveroso un ringraziamento a tutti i soggetti, dal Volontariato alla Fondazione Comunità del Novarese e ai Privati che hanno contribuito a dare concretezza al progetto. Questo risultato, ottenuto attraverso la collaborazione di molte persone – afferma Stefano Cusinato, Direttore della Struttura di Nefrologia e Dialisi dell’ASL NO - permetterà di sostenere e aiutare alcune famiglie di pazienti, non solo offrendo loro un’importante opportunità di lavoro, ma anche e soprattutto diffondendo un messaggio di solidarietà capace di dare fiducia e speranza ai malati. La Fondazione è molto felice di collaborare, ormai da anni, con l'Associazione Pronefropatici "Fiorenzo Alliata" - commenta Cesare Ponti, Presidente della Fondazione della Comunità Novarese Onlus - che è anche una delle realtà che ha scelto di aprire un vero e proprio Fondo presso di noi. Questa iniziativa che andiamo a presentare e che punta alla collocazione professionale di famiglie che hanno a che fare con patologie nefropatiche e che, quindi, si trovano in situazioni di difficoltà, ha un ulteriore valore aggiunto perché dà sostegno in maniera originale e più duratura rispetto alle modalità classiche. Le domande, presentate con apposito modulo – dichiara Luciano Chiesa Presidente della Commissione valutatrice – verranno stimate sulla base di criteri relativi alle condizioni economico sociali del nucleo familiare risultante dall’ISEE (indicatore di situazione economica equivalente). I pazienti dializzati o trapiantati, seguiti dalla Nefrologia di Borgomanero, potranno ritirare il modulo presso il Centro Dialisi, il Day Hospital Multidisciplinare o la Segreteria del Reparto dove dovrà essere riconsegnato, oppure scaricarlo dal sito dell’Associazione Pronefropatici [www.associazionepronefropatici.it]. L’Associazione Profrenopatici, successivamente, in collaborazione con la Cooperativa Sociale Lavoro Malgrado Tutto, gestirà gli inserimenti lavoro dei pazienti. Periodico di informazione sanitaria dell’ASL NO (Novara) Direttore Editoriale: Adriano Giacoletto Arabella Fontana Simonetta Rizzolio Direttore Responsabile: Elena Vallana Coordinatori Comitato di Redazione: Davide Bordonaro Maurizio Robberto Comitato di Redazione: Anna Rita Audone Carmen Gatti Alberto Martinetti Alessandra Mondini Laurita Tanzi Ufficio Stampa ASL NO Via Dei Mille, 2—28100 Novara Tel. 0321 374521 Fax 0321 374546 Email: [email protected] Registrazione Tribunale di Novara: Aut. n. 31/97 del 26/07/1997 Hanno collaborato a questo numero: Maria Chiara Antoniotti Elena CostantI Stefano Cusinato Piera Mainini Sito internet: www.asl.novara.it Pagina facebook: ASL Novara Alcune immagini sono state liberamente scaricate da internet Redazione: Numero 2/2016 Pagina 3 La Demografia nell’ASL NO A cura del Servizio di epidemiologia dell’ASL NO Fonte dati: PISta Piemonte STAtistica e B.D.D.E. www.ruparpiemonte.it/cms/servizi-rupar/servizio/130-pista--piemontestatistica-e-bdde.html; Premessa: nel 2015 la ASL NO ha approvato un nuovo atto aziendale [consultabile sul sito aziendale alla pagina: http://www.asl13.novara.it/intranet/Atto-Azien/index.htm] che prevede la suddivisione organizzativa del territorio in 3 Distretti, che diventeranno operativi nei prossimi mesi. La relazione presentata descrive la popolazione residente nella ASL NO al 31 dicembre 2014 utilizzando i più comuni indicatori demografici, calcolati complessivamente e per i nuovi Distretti Quanti sono i residenti nell’ASL NO e come si distribuiscono nei Distretti dell’ASL? Al 31 dicembre 2014 le persone residenti nell’ASL di Novara risultano 349.773. Il 44% della popolazione (155.068 persone) risiede nel Distretto Area Nord che comprende 46 Comuni. Nel Distretto Urbano di Novara risiede il 30% della popolazione (104.452 persone); una quota di poco inferiore (26%) risiede nel Distretto Area Sud (90.253 persone) che comprende 30 Comuni. Come è distribuita la popolazione per età e genere? Ci sono differenze tra i Distretti? Complessivamente le donne rappresentano il 51,5% della popolazione e sono più numerose degli uomini nelle classi di età più avanzate, costituendo il 58% della popolazione con più di 65 anni e il 67% di quella con più di 80 anni. Nelle classi di età infantili la differenza è più contenuta ed è a favore del sesso maschile (< 15 anni: 51% vs 49%) Tab. 1 – Distribuzione della popolazione al 31.12.2014 per sesso, classi di età e Distretto di residenza. Pagina 4 IN FORMA Quasi due terzi della popolazione dell’ASL NO ha un’età compresa tra i 15 e i 64 anni. Rispetto al 1992 si registra un invecchiamento della popolazione, con aumento degli ultra64enni (22% vs 17%), a scapito della classe di età 15-64 anni (64% vs 69%) mentre i valori rimangono costanti per i minori di 15 anni (14%). Nel 2014, ogni 100 residenti con meno di 15 anni si hanno 166 ultra64enni; dal 2000 l’indice di vecchiaia è aumentato su tutto il territorio ad eccezione del Distretto Area Sud che si differenzia dagli altri come Distretto con il valore più basso di indice di vecchiaia (149,3). Di poco superiori al valore aziendale risultano gli indici di vecchiaia dei Distretto Area Nord (169,8) e del Distretto Urbano di Novara (176,0) Fig. 1 – Indice di vecchiaia ASL NO e Distretti – Trend 2000-2014. Nell’ASL NO ogni 100 persone tra i 15 ed i 64 anni se ne registrano poco più della metà (56,0) nelle altre classi di età, considerate “non attive”; questo indice (“di dipendenza”) risulta in aumento con differenze contenute tra i Distretti della ASL. Il valore minimo si osserva per il Distretto Area Sud (54,8), quello massimo per quello di Area Nord (56,9); il Distretto Urbano di Novara registra un indice di vecchiaia di 55,6 (Fig. 2 Fig. 2 – Indice di dipendenza ASL NO e Distretti – Trend 2000-2014. Gli indici di vecchiaia e dipendenza dell’ASL NO sono entrambi inferiori a quelli regionali (Piemonte 2014: vecchiaia 189,6; dipendenza 59,7). Numero 2/2016 Pagina 5 Quanti sono gli stranieri residenti nell’ASL e come si distribuiscono per Distretti? Nel 2014 nell’ASL NO risultano residenti 36.168 stranieri, pari al 10,3% della popolazione, valore leggermente superiore a quello regionale (9,6%). Negli ultimi 10 anni l’aumento degli stranieri si è accompagnato ad una loro differente distribuzione sul territorio. Nel 2014 la maggiore presenza di stranieri si osserva nel Distretto Urbano di Novara (14,2%); inferiori al valore dell’ASL risultano le prevalenze di residenti stranieri nel Distretti Area Nord (8,0%) e nel Distretto Area Sud (9,9%). Nell’ultimo biennio la quota di stranieri residenti risulta abbastanza costante su tutto il territorio dell’ASL. ( Tab. 2 – Distribuzione stranieri residenti al 31.12.2014 per genere e Distretto di residenza. Fig. 3 – Stranieri (%) ASL NO e Distretto di residenza - Trend 2004-2014. Tra gli stranieri residenti nell’ASL predominano (Fig. 4).persone in età produttiva e bambini: 2 su 3 (65%) hanno meno di 40 anni e il 9% ha meno di 5 anni. Questa situazione si associa a indici di vecchiaia e dipendenza molto più bassi di quelli della popolazione complessiva: ogni 100 stranieri fino a 14 anni se ne registrano 17 di età superiore a 64 anni e ogni 100 stranieri tra i 15 ed i 64 anni “solo” 34 sono in età “non attiva” Fig. 4 – Piramide delle età italiani e stranieri per sesso e per età al 31.12.2014 Pagina 6 IN FORMA Nominato il Direttore di Pediatria, Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale all’Ospedale S.S. Trinità di Borgomanero dell’ASL NO Oscar Nis Haitink è il nuovo Direttore della Struttura Complessa di Pediatria, Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale del Presidio Ospedaliero di Borgomanero dell’ASL NO. Laureato in Medicina e Chirurgia con specializzazione in Clinica Pediatrica, ha conseguito il Dottorato di Ricerca nel 1987 in “Fattori di accrescimento” e nello stesso anno l’idoneità a Primario di Pediatria. Ha iniziato la carriera professionale come medico interno all’Università degli Studi di Parma, successivamente come medico di Pediatria all’Ospedale di Angera e dal 1988 presso la Divisione di Pediatria dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Maggiore della Carità di Novara. La Clinica Pediatrica dell’Ospedale novarese rappresenta uno dei principali reparti di diagnosi e cura pediatrica del Piemonte e centro di riferimento del quadrante nord-occidentale della regione. Negli oltre vent’anni di attività svolta presso tale Struttura ha maturato esperienza e autonomia gestionale sia in campo pediatrico sia nel campo dell’assistenza neonatale. E’ stato nominato dal 1991 al 1995 Responsabile dell’Ambulatorio di Auxologia ed Endocrinologia pediatrica, occupandosi in particolare della diagnosi e cura della pubertà precoce, ritardata e della diagnosi e terapia ormonale della bassa statura. Negli anni ha mantenuto vivo l’interesse per la cardiologia pediatrica seguendo ambulatorialmente numerosi bimbi e neonati affetti da cardiopatia congenita ed acquisita, divenendo nel 1996 Responsabile dell’Ambulatorio. Dal 1996 è membro del Consiglio dei docenti della Scuola di Specializzazione di Clinica Pediatrica dell’Università Avogadro del Piemonte Orientale e docente presso la medesima scuola, svolgendo attività di tutor per gli studenti Nel 1999 è stato nominato referente dell’Ufficio Qualità per la Clinica Pediatrica con il compito di controllo delle schede di dimissione ospedaliera, dell’appropriatezza del regime assistenziale e della stesura dello standard di servizio della clinica. Ha al suo attivo partecipazione a corsi di aggiornamento e congressi e numerose pubblicazioni scientifiche. Dal 1° febbraio, Dottore, ha assunto l’incarico di Direttore, qual è stato il suo approccio con la Struttura? Sono stato favorevolmente colpito da una situazione che ha superato le mie aspettative, grazie a una struttura accogliente, a misura di bambino e al personale che dedica impegno e professionalità al proprio lavoro. Il mio sforzo sarà quello di garantire servizi e prestazioni sempre migliori dal punto di vista qualitativo e in termini di appropriatezza alla popolazione infantile. Numero 2/2016 Pagina 7 Figli si nasce… Papà si diventa. Riservato ai papà in attesa. Riparte la 13° edizione del corso Ripartirà giovedì 24 marzo p.v. il “corso per i papà in attesa e neo-papà”, un percorso di sensibilizzazione alla nascita e alla condivisione delle responsabilità genitoriali, riservato ai papà in attesa nell’ASL NO. L’iniziativa si integra “in parallelo” con i Corsi di Accompagnamento alla nascita (CAN) dei Consultori Familiari dell’ASL NO e “Figli si nasce… papà si diventa”, condotto dagli Psicologi dell’ambulatorio di Psicologia della Paternità è finalizzato a promuovere e valorizzare il ruolo del padre e della paternità consapevole e responsabile. La tredicesima edizione del corso “Figli si nasce… papà si diventa” si articola in 6 appuntamenti, al giovedì con cadenza quindicinale dalle 18.30 alle 20.00 per favorire l’equilibrio tra l’attività lavorativa e la vita privata della coppia. Il progetto prevede lezioni frontali, esperienze pratiche guidate da esperti [Psicologi, Ostetriche e Assistenti Sociali]; la costituzione di gruppi di riflessione e sensibilizzazione alla condivisione delle responsabilità di cura familiari. Gli incontri si terranno secondo calendari prestabiliti a Novara in Viale Roma 7 presso la sede Consultoriale [Palazzina A, ingresso A4, piano terra]. Sono aperte le iscrizioni al corso, totalmente gratuito, telefonando allo 0321 374112 oppure inviando un’ email all'indirizzo: [email protected] I “nuovi” papà hanno sempre più consapevolezza del proprio ruolo e vogliono essere proattivi nella gestione dei figli, sia prima della nascita e, quindi, nel sostenere e dare risposte adeguate alle future mamme, ma anche i momenti successivi al parto, in una dimensione che coinvolge il papà e la coppia – afferma Mauro Longoni Psicologo -. Durante gli incontri dei corsi precedenti è emerso il bisogno di condivisione, tanto che alcuni padri hanno costituito un gruppo sul social network facebook per affrontare il ”ruolo” di padre e hanno costituito un’associazione per confrontarsi, condividere esperienze e informazioni, ricordiamoci che ogni uomo può essere un padre ma bisogna essere speciali per essere un papà. Pagina 8 IN FORMA Animali non “convenzionali”… i nostri nuovi amici Intervista alla dott.ssa Elena Costanti, Dirigente Medico Veterinario dell’area di Igiene degli Allevamenti e delle Produzioni Zootecniche dell’ASL NO. Conigli, pappagalli, tartarughe, cavie, sauri, serpenti, criceti, furetti, cani della prateria…questi e molti altri sono definiti animali esotici o non convenzionali, che sono sempre più presenti nelle nostre case e, pertanto, si rende sempre più necessaria la figura di un medico veterinario che si occupi esclusivamente e in modo specialistico della loro salute. Dottoressa, che cosa consiglia di fare se si desidera accogliere nella propria casa uno di questi animali come animale da compagnia? Il primo consiglio è quello di informarsi, in quanto diventare proprietario di un animale significa prendersene cura, occuparsi del suo benessere e permettergli di vivere in un ambiente idoneo alla sua specie, cercare di dargli le migliori condizioni possibili di vita. La gestione di questi animali presenta numerose problematiche collegate alle diverse esigenze etologiche e fisiologiche delle specie interessate. Una volta stabilito quale tra questi animali vorremmo scegliere, dobbiamo cercare di acquisire più informazioni possibili riguardo alle sue necessità, il suo comportamento, la sua gestione, gli spazi da dedicargli, la corretta alimentazione, la riproduzione, i problemi sanitari che più frequentemente possono manifestarsi e la frequenza dei controlli medici cui sottoporlo. Naturalmente la fonte migliore per tutti questi consigli è il medico veterinario. Ci sono quindi caratteristiche ambientali, di habitat, che devono essere rispettate; ad esempio, se decido di tenere in casa un rettile piuttosto che un pappagallo? Ogni specie ha esigenze davvero diverse! La Regione Piemonte già da anni ha dimostrato grande attenzione verso quegli animali considerati “esotici” (pappagalli di grandi dimensioni del genere Ara, rapaci come il Falco di Harris, mammiferi come i Degu e gli Scoiattoli Canadesi ed i rettili a rischio di estinzione), ovvero quegli animali che non esistono in popolazioni che vivono stabilmente o temporaneamente in stato di naturale libertà sul nostro territorio. A tutela del loro benessere ha emanato la Legge Regionale n. 6/2010 e nel 2012 il Regolamento d’attuazione, che riportano le norme obbligatorie per la detenzione, l’allevamento e il commercio degli animali esotici. In questa legge vengono stabiliti quelli che sono gli obblighi di chi detiene animali esotici, in particolare: possibilità di movimento e arricchimenti ambientali delle strutture in cui vengono tenuti gli animali al fine di ricreare il più possibile il loro habitat naturale ed evitare così comportamenti stereotipati; una confortevole area di riposo all’interno della struttura in cui vengono tenuti; isolamento da rumori troppo forti; evitare la vicinanza con animali competitori; evitare qualsiasi forma di costrizione; fornire sempre un’alimentazione idonea alla specie, allo stato di salute ed all’età degli animali. Oltre a questo, nella legge Regionale vengono date indicazioni molto più specifiche a seconda delle specie considerate, per esempio proprio per i pappagalli ed altri uccelli esotici sono indicati i requisiti che devono avere le strutture che li ospitano, quindi le dimensioni delle voliere in rapporto all’apertura alare degli animali ospitati, posizionate in luoghi tranquilli, con coperture idonee per proteggerle dalle intemperie, gli arricchimenti ambientali, i nidi, l’illuminazione adeguata, l’alimentazione, l’acqua e ovviamente, l’igiene delle strutture che devono essere facilmente lavabili e disinfettabili. Se invece parliamo di rettili, dobbiamo allora ricordare che bisogna avere particolare cura in merito alla temperatura, all’umidità, all’illuminazione ed aerazione delle teche che li ospitano. Numero 2/2016 Pagina 9 Bisognerà allestire strutture che tengano conto delle loro dimensioni per garantirne la libertà di movimento ed in cui sia riprodotto il microclima dell’habitat di appartenenza a seconda della specie ospitata, in modo tale che l’animale possa espletare le proprie funzioni fisiologiche, con particolare attenzione ad una corretta digestione e al periodo della muta. Errori nelle condizioni di detenzione si possono infatti ripercuotere sulla salute di questi animali. Ma se si ammala, posso far visitare un animale esotico da qualsiasi medico veterinario? Considerata la sempre maggiore presenza di questi animali nelle nostre case, numerosi sono i medici veterinari hanno voluto approfondire le loro conoscenze in materia e si sono specializzati nella cura di questo tipo di animali. Il consiglio è comunque quello di sottoporre periodicamente il proprio animale ad una visita clinica. Quindi, per riassumere, se voglio acquistare un animale esotico come animale da compagnia, di che cosa devo accertarmi? Al momento dell’acquisto, bisogna accertarsi che l’animale sia accompagnato da idonea documentazione, che può essere un semplice documento commerciale o di cessione, oppure nelle specie che lo richiedono un documento C.I.T.E S. (certificazione di identificazione e di legittima provenienza – Convenzione di Washington sul commercio Internazionale delle Specie animali e vegetali in via di Estinzione – Convention on International Trade of Endangered Species 1980) e contattare il Servizio Veterinario della ASL competente per territorio per verificare se la specie interessata è inclusa nella Legge Regionale già citata. Se lo fosse, entro 8 giorni dall’acquisto dovrà essere presentata al Sindaco del proprio Comune una domanda di autorizzazione alla detenzione, per il tramite appunto del Servizio Veterinario, che valuterà l’idoneità alla detenzione svolgendo un sopralluogo ispettivo finalizzato al rilascio del parere. Il veterinario dell’ASL, all’atto del sopralluogo, verificherà non solo le condizioni di detenzione dell’animale, ma anche che il proprietario sia in possesso di adeguate conoscenze etologiche e di pratiche di allevamento in riferimento alla specie interessata. Il parere favorevole verrà poi trasmesso al Sindaco, che rilascerà l’autorizzazione entro 60 giorni. L’autorizzazione alla detenzione è nominale ed è rilasciata esclusivamente al legittimo possessore dell’animale. In caso di alienazione per qualsiasi motivo degli animali detenuti, il detentore ha l’obbligo di darne comunicazione al Servizio Veterinario dell’ASL. Quali sono in seguito i controlli a cui vengono sottoposti questi animali esotici? Il Servizio Veterinario dell’ASL effettua periodicamente ispezioni di vigilanza presso i possessori di autorizzazione alla detenzione di animali esotici al fine di verificare che vengano sempre mantenute le condizioni di benessere ed igienico sanitarie che hanno appunto portato al rilascio dell’autorizzazione stessa e questo ovviamente significa che il benessere di questi animali deve essere sempre garantito. Si consiglia poi sempre ai proprietari di sottoporre i loro animali a visite mediche da veterinari liberi professionisti specializzati, al fine di garantire sempre il loro corretto stato di salute. Nel caso ci capitasse di ritrovare un animale esotico, a parte lo stupore e la paura, immagino se trattasse di un rettile, cosa bisognerebbe fare? La competenza sugli animali esotici è del Servizio Veterinario Area C - Igiene degli Allevamenti e delle Produzioni Zootecniche per quanto riguarda l’applicazione della Legge Regionale n°6/2010, del Corpo Forestale dello Stato e della Prefettura, se si tratta di animali ritenuti “pericolosi”, per quanto riguarda la tutela dell’incolumità pubblica. Prima di tutto si deve agire con circospezione, non avvicinarsi troppo all’animale, evitare di prenderlo o costringerlo, perché potrebbe spaventarsi, ferirsi nel tentativo di liberarsi, aggredire o fuggire. Pagina 10 IN FORMA Bisogna quindi tenersi ad una distanza tale da mantenere un contatto visivo e segnalare al più presto il ritrovamento alla Polizia Municipale, che attiverà a cascata tutta la rete di emergenza per il recupero dell’animale. Verrà infatti contattato il Servizio Veterinario dell’ASL affinché un medico veterinario verifichi se l’animale è esotico e/o pericoloso ed il Corpo Forestale dello Stato. Verranno poi valutate le condizioni di salute dell’animale e le strategie di cattura, cui possono essere coinvolti anche il Presidio Multizonale di Profilassi e Polizia Veterinaria e nei casi più difficoltosi anche i Vigili del Fuoco. Se l’animale è ferito, verrà deciso il trasporto verso cliniche o strutture veterinarie specializzate, che spesso sono convenzionate con Associazioni per la Protezione degli Animali (Guardie Ecozoofile ed altre Associazioni di volontariato). Gli animali recuperati afferiscono poi a strutture idonee ad accoglierli, quali i Centri di Recupero per gli Animali Selvatici ed Esotici, presenti su tutto il territorio nazionale. E parliamo dei circhi: spesso vediamo dai cartelloni pubblicitari che anche in queste strutture sono ospitati animali esotici e addirittura “pericolosi”. Anche questi animali vengono sottoposti a controlli? Anche per questi casi la Legge Regionale prevede un protocollo operativo per la gestione dei circhi e delle mostre viaggianti che prevedano la presenza di animali al seguito, sempre con la finalità di garantire nel miglior modo possibile il loro benessere. Al momento della richiesta di concessione del plateatico nella città in cui vuole insediarsi, il Legale Rappresentante della struttura circense dovrà presentare un elenco completo degli animali al seguito e la documentazione inerente al Servizio Veterinario dell’ASL competente per territorio. Valutata questa documentazione e le planimetrie delle strutture che ospiteranno gli animali, al momento dell’attendamento il Servizio Veterinario effettuerà un sopralluogo presso la struttura per verificare le condizioni di benessere e di salute degli animali. I circhi devono obbligatoriamente tenere la registrazione di tutti gli animali ospitati, devono avere un rapporto costante con un consulente medico veterinario libero professionista specializzato a seconda delle specie, che aggiornerà quindi le cartelle cliniche degli animali, dichiarando le profilassi o le terapie effettuate, così pure come la formazione del personale adibito alla gestione degli stessi, i piani di alimentazione, di pulizia e di emergenza. Per la detenzione di alcune specie che rientrano nell’elenco degli animali definiti “pericolosi”, come i grandi felini, gli elefanti e gli ippopotami è poi necessario che il circo abbia ottenuto un’autorizzazione particolare, che viene rilasciata dalla Prefettura a seguito della valutazione da parte di una Commissione Comunale di Vigilanza, che è comunque sempre integrata dal medico veterinario dell’ASL. Tutto questo verrà valutato dal punto di vista documentale, ma non solo, perché la Legge Regionale anche in questo caso a tutela del benessere degli animali ha stabilito delle metrature minime, cioè degli spazi che obbligatoriamente devono essere messi a disposizione degli animali, strutture interne, caravan e recinti esterni, protezione dalle intemperie, eventuali riscaldamenti, arricchimenti ambientali come pali per lo sfregamento delle unghie per i felini, vari oggetti per il gioco e vasche per fare il bagno. Al momento del sopralluogo, attraverso l’osservazione diretta degli animali, del loro comportamento e della verifica delle strutture a loro disposizione, cerchiamo quindi di valutare il benessere degli animali in tutte le sue componenti. Se il parere è favorevole, viene allora rilasciato al circo il nulla osta veterinario, che è indispensabile al fine di poter effettuare gli spettacoli. Numero2/2016 1/2015 Numero Pagina 11 Attenzione al benessere animale… la farmacovigilanza veterinaria Intervista alla dott.ssa Elena Costanti, Dirigente Medico Veterinario dell’area di Igiene degli Allevamenti e delle Produzioni Zootecniche dell’ASL NO. Siamo abituati a parlare di uso e abuso di medicinali rivolti alla cura delle persone, ma dimentichiamo spesso che i farmaci vengono utilizzati anche in campo veterinario per la cura degli animali e non solo per i nostri animali da compagnia, ma anche per gli animali che producono alimenti per l’uomo, come latte, uova e carne. Dottoressa, in ambito veterinario si parla di farmacosorveglianza: di che cosa si tratta? La farmacosorveglianza è l’insieme di tutte le attività di controllo a carattere preventivo riguardanti l’impiego dei medicinali veterinari e delle pre-miscele medicate inserite negli alimenti zootecnici contenenti sostanze farmacologiche. Il controllo viene effettuato seguendo tutto l’iter del farmaco veterinario, cioè partendo dalla produzione, poi a livello di distribuzione, di detenzione, di fornitura e fino all’impiego dei medicinali veterinari negli allevamenti, che è il punto di maggiore interesse, in quanto può avere riscontri diretti sulla salute pubblica. Quale è il principale impiego dei farmaci veterinari negli allevamenti? Oltre all’utilizzo dei vaccini a scopo profilattico, per far sì che gli animali allevati sviluppino una risposta anticorpale tale da proteggerli nei confronti delle principali malattie infettive riferibili alle varie specie, il principale impiego dei farmaci è per la cura degli animali che si ammalano. Gli allevatori sono infatti obbligati a garantire lo stato di salute e di benessere dei loro animali ed a sottoporre tempestivamente i soggetti ammalati a visita clinica da parte di un medico veterinario, che fornirà o prescriverà le cure necessarie. Una curiosità: ma il farmaco veterinario viene prescritto con un particolare ricettario, soprattutto se si tratta di farmaci destinati alla cura di animali produttori di alimenti per l’uomo? Certamente! Il Codice Europeo o Comunitario dei Medicinali Veterinari, entrato in vigore nel 2006 con il Decreto Legislativo n. 193, impone che la vendita di medicinali veterinari ad azione immunologica, di premiscele medicate e di medicinali contenenti chemioterapici, antibiotici, antiparassitari, corticosteroidi, ormoni, antiinfiammatori, sostanze psicotrope (ad eccezione di quelle per le quali è richiesta la ricetta medica speciale), sostanze neurotrope, tranquillanti e beta-agonisti, se prescritti per animali destinati alla produzione di alimenti per l’uomo, possa essere effettuata soltanto a seguito di prescrizione medico veterinaria non ripetibile. Tale prescrizione viene fatta su modello ministeriale in triplice copia, di cui la prima copia viene conservata dal farmacista, la seconda deve essere inviata dal farmacista stesso al Servizio Veterinario della ASL entro una settimana dalla vendita e la terza viene conservata dall’allevatore, come indicazione per l’utilizzo del farmaco stesso, della posologia e degli animali da sottoporre a trattamento farmacologico. Ciò è molto importante, perché è il primo feedback che ha il Servizio Veterinario, riguardo a qualsiasi farmaco prescritto per gli animali da produzione. Naturalmente tutte le ricette pervenute vengono controllate (nell’anno 2015 ne sono arrivate 3800). Pagina 12 IN FORMA Cosa viene controllato invece in allevamento? Nell’ambito della farmacosorveglianza in allevamento viene invece controllato l’utilizzo dei medicinali veterinari. Secondo quanto previsto dal Codice Comunitario, gli allevatori di animali produttori di alimenti per l’uomo hanno infatti l’obbligo di dichiarare tutti i trattamenti farmacologici somministrati su un apposito registro ufficiale a pagine prenumerate e vidimato dall’ASL, indicando l’identificazione del medicinale veterinario, la quantità, il nome e l’indirizzo del fornitore, l’identificazione degli animali trattati e la data di inizio e di fine trattamento; unitamente al registro devono anche conservare le copie delle prescrizioni medico veterinarie e la documentazione d’acquisto dei farmaci. Oltre alla correttezza delle registrazioni e di tutta la documentazione presente, durante le verifiche in allevamento vengono anche valutate la coerenza (per quantità e tipologia) e la congruità dei medicinali utilizzati o eventualmente presenti in scorta (negli allevamenti autorizzati a detenere scorte) con la reale esigenza, in base alla realtà zootecnica (dimensione e tipologia) ed alla situazione epidemiologica dell’allevamento. Ma come può l’utilizzo di medicinali veterinari per la cura di animali produttori di alimenti per l’uomo avere delle influenze sulla salute pubblica? L’utilizzo dei medicinali veterinari negli animali da reddito è consentito e addirittura obbligatorio per garantire la loro salute ed il mantenimento del loro benessere. Ma l’utilizzo del farmaco deve avvenire in maniera responsabile e gli allevatori devono in primo luogo rispettare quello che viene definito “tempo di attesa: intervallo di tempo che deve intercorrere tra l’ultima somministrazione del medicinale veterinario agli animali e l’ottenimento di prodotti alimentari da tali animali per tutelare la salute pubblica garantendo che detti prodotti non contengano residui in quantità superiore ai limiti massimi di residui di sostanze attive, come stabilito ai sensi del regolamento (CEE) n°37/2010”(D.L.vo 193/2006). Il rischio di un utilizzo scorretto è quello di avere poi dei residui di farmaci negli alimenti prodotti dagli animali trattati, pensiamo al latte, alle uova ed alla carne. Il concetto di “residuo” viene espresso dal Decreto Legislativo n°158 del 2006 come “residuo di sostanze ad azione farmacologica, di loro prodotti di trasformazione, nonché di altre sostanze che si trasmettono ai prodotti animali e che possono essere nocivi per la salute umana”. Proprio per ridurre al minimo il rischio di avere residui di farmaci negli alimenti, questo decreto stabilisce anche un piano di campionamento ministeriale, chiamato Piano Nazionale per la ricerca dei Residui, che consiste in un "piano di campionamento a livello del processo di allevamento degli animali da reddito e di prima trasformazione dei prodotti di origine animale al fine di svelare i casi di somministrazione illecita di sostanze vietate e di somministrazione abusiva di sostanze autorizzate e di verificare la conformità dei residui di medicinali veterinari con i limiti massimi di residui (LMR) fissati nell’allegato del regolamento (UE) n°37/2010 e delle quantità massime di antiparassitari e di contaminanti ambientali fissate dalla normativa nazionale e comunitaria”. A livello di verifiche in allevamento vengono quindi effettuati dal Servizio Veterinario numerosi campionamenti sugli animali vivi, attraverso il prelievo di sangue, urina, pelo ed al macello sulle matrici alimentari da loro derivate, proprio per evitare che residui di farmaci passino negli alimenti e possano essere assunti dalle persone attraverso l’alimentazione quotidiana. Numero 2/2016 Pagina 13 Possono esserci abusi di farmaci e per quale finalità oppure utilizzi di medicinali vietati? Particolare attenzione in questo caso deve essere rivolta all’uso degli antibiotici, che dovrebbero essere somministrati esclusivamente ad animali ammalati e basando la scelta sui risultati dell’antibiogramma, che definisce la sensibilità del battere isolato alle diverse categorie di antibiotici. L’uso prudente degli antibiotici è infatti particolarmente importante per prevenire il fenomeno dell’antibiotico-resistenza, ovvero lo sviluppo di batteri resistenti che renderebbero inefficace l’utilizzo degli antibiotici stessi. Viene poi valutato in allevamento anche l’utilizzo estensivo e prolungato di antibiotici e di altri farmaci a particolari fasce omogenee di animali per fasi produttive, che potrebbero far presumere ad un uso “auxinico” illecito, cioè ad un uso dei farmaci come promotori di crescita. Infine, come abbiamo detto, il Piano Nazionale per la ricerca dei Residui prevede anche la ricerca di ormoni e sostanze vietate ad effetto anabolizzante, per smascherare l’eventuale utilizzo fraudolento di queste sostanze vietate. Possono esserci segnalazioni di reazione avverse ai farmaci e a chi vanno segnalate? In questo caso si parla di farmacovigilanza veterinaria, che ha la finalità di controllare costantemente il farmaco veterinario già autorizzato ed in commercio, durante il suo impiego nella pratica clinica. Ha lo scopo di controllare la sicurezza clinica dei farmaci negli animali, ma anche le possibili reazioni avverse nell’uomo che li manipola, di controllare l’assenza di fenomeni negativi sull’ambiente, la sicurezza degli alimenti di origine animale e l’eventuale comparsa di farmaco resistenza, valuta cioè in definitiva il rischio/beneficio di un farmaco. La farmacovigilanza non ha limiti temporali, perché il periodo di osservazione di un farmaco è pari alla sua commercializzazione ed interessa tutti i soggetti coinvolti nel suo impiego. In Piemonte è attivo presso la Facoltà di Medicina Veterinaria di Grugliasco (TO) il C.R.R.F.V. (Centro di Referenza Regionale per la Farmacovigilanza Veterinaria) che raccoglie e studia tutte le segnalazioni di reazioni avverse o di diminuita efficacia dei farmaci veterinari. I medici veterinari e i farmacisti, in collaborazione con gli allevatori, hanno l’obbligo di comunicare al Centro sia i casi di sospette reazioni avverse riscontrate negli animali trattati o nelle persone che hanno manipolato il farmaco veterinario in questione, come pure una eventuale diminuzione della sua efficacia terapeutica, mediante la compilazione di apposite schede di segnalazione scaricabili dal sito del Centro citato. Pagina 14 IN FORMA La soddisfazione dei famigliari dei pazienti ricoverati in Unità di Terapia Intensiva A cura del personale della Struttura: P. Alberganti P; a. Albertin: S. Bacchetta; S. Caligara; M. Crepaldi; C.Distratis, S. Dozio; R. Federico; S. Frova; Hernandez M. Iaci; M. Iannucci; F. Malgaroli; D. Marchi; R. Matella M. Pastore; E. Rabozzi ; ML. Riboni; V. Storno; D. Valli; FD,Del Gaudio. Keywords: “family satisfaction”, “intensive care unit”, “FS-icu24” Razionale. La soddisfazione del paziente è stata identificata come un indicatore della qualità delle cure. In terapia intensiva i pazienti non sono in grado a volte di comunicare e la soddisfazione della famiglia del paziente è spesso una importante alternativa. Sono crescenti in letteratura gli studi che dimostrano come i famigliari siano molto soddisfatti delle cure ricevute in terapia intensiva dai loro cari. Obiettivo: L’obiettivo principale del lavoro è stato quello di misurare gli scostamenti tra le attese dei famigliari rispetto ai livelli organizzativi forniti dal servizio e misurare la percezione dei famigliari rispetto alla qualità delle prestazioni cliniche medico-infermieristiche fornite . Metodo: E’ stata eseguita una revisione della letteratura per identificare una strumento (questionario) idoneo per la valutazione della soddisfazione dei famigliari dei pazienti ricoverati in terapia intensiva. Dopo un focus group multidisciplinare (infermieri,medici,psicologo) è stato scelto di utilizzare il questionario: FS-ICU24 validato anche in lingua Italiana e reperibile gratuitamente. Sono seguite due giornate formative con l’obiettivo di far conoscere al personale della Struttura. lo strumento e saperlo utilizzare e somministrare. Il questionario è stato distribuito— dal 1° gennaio 2015 al 30 Settembre 2015—al familiare, identificato come caregiver, del paziente ricoverato per almeno 48 h . Il questionario utilizzato è stato integrato da un ulteriore quesito, ossia: ritiene siano sufficienti i tempi previsti per le visite al suo famigliare? Risultati: Nel periodo analizzato sono transitati 125 pazienti. Il questionario è stato somministrato a 93 famigliari identificati come caregiver, mentre 32 pazienti sono stati esclusi per inadeguatezza dei criteri di inclusione ed esclusione dello studio. Il campione esaminato è risultato composto da 52 questionari, di cui 2 sono stati esclusi dalle analisi perché incompleti. Le caratteristiche del campione esaminato sono rappresentate nella Tabella 1. Analisi dei risultati: Il questionario FSICU24 indagava la percezione dei famigliari rispetto 5 aspetti: la qualità assistenziale,il sostegno ricevuto,il clima percepito,gli aspetti comunicativi con particolare riferimento alle informazioni ricevute, e i processi decisionali. Sono stati analizzati 51 questionari (Tabella 2). Per quanto concerne la qualità assistenziale il 63% dei famigliare ritiene l’assistenza erogata da ottima a buona, sufficiente il 29%, insufficiente l’8%. Numero 2/2016 Pagina 15 Per quanto concerne il sostegno emotivo ricevuto, il 63% dei famigliari ritiene di essere stato sostenuto da ottimo a buono, sufficientemente il 23% ,insufficientemente il 13%. Il clima percepito é stato ritenuto da ottimo a molto buono del 30% dei casi, sufficiente nel 42%, insufficiente nel 28%. Gli aspetti comunicativi intesi come passaggio di informazioni cliniche medico/infermiere verso i famigliari sono state ritenute nel 65% da ottime a buone, sufficienti nel 27%, insufficienti nell’8% dei casi. Per ciò che concerne i processi decisionali, ossia i tempi,le modalità, il coinvolgimento nel prendere le decisioni cliniche l’ 80% dei famigliari ritiene siano da buono a ottimo, sufficiente il 12%, insufficiente l’8%. Infine in riferimento alla domanda che voleva conoscere se i famigliari reputassero sufficienti o meno i tempi dedicate alle visite dei loro cari, (attualmente 30 min. alle h.13 e 30 min. alle h.19), l’ 81.6% reputa che i tempi a disposizione per le visite siano sufficienti. Tabella 1- Caratteristiche dei familiari IN FORMA Pagina Pagina 14 16 Tabella 2—DImenisioni esplorate La soddisfazione dei famigliari dei pazienti ricoverati in Unità di Terapia Intensiva ASLNO. U.O. Rianimazione Borgomanero. Si ringrazia la Direzione Sanitaria, il Direttore della Struttura Anestesia e Rianimazione e tutto il personale medico per la disponibilità e la collaborazione. Un altro grazie alla Struttura Qualità e il Settore Formazione per il supporto formativo, nonché il dott. Nucera dell’Epidemiologia. per l’elaborazione dei dati. Bibliografia. Heyland DK, G.M R, O’Calleghan CJ,Dodec PM,Cook DJ. Dying in the ICU: perspective of family members. Chest, 2003; 124.392-7. (pubmed: 12853551). Stricker KH, Kimberger O, Schimdlin K, Zwahlen M, Mohr U, Rothen HU. Family satisfaction in intensive care unit: what makes the difference? Intensive Care Med. 2009;35:2051-9 (pubmed:19730813). Schwarzkopf D, Behrend S, Skupkin H, et al. Family satisfaction in the intensive care unit: a quantitative and qualitative analysis. Intensive care med. 2013 DOI 10.1007/s00134-013-2862-7. Numero 2/2016 Pagina 17 www.associazionepronefropatici.it http://www.associazionepronefropatici.it/ è l’indirizzo del sito realizzato dall'Associazione Pronefropatici “Fiorenzo Alliata” di Borgomanero per creare un canale di comunicazione con i navigatori della rete e per ottimizzare i percorsi comunicativi con i pazienti e le istituzioni. L’Associazione nasce il 17 novembre 1987 grazie alla donazione del geometra Fiorenzo Alliata a favore del Centro Dialisi di Borgomanero. L’Associazione affianca il Reparto di Nefrologia e Dialisi dell’ASL NO, occupandosi di aiutare i pazienti nefropatici, di prevenire le malattie renali e cardiovascolari, di favorire la ricerca in campo nefrologico e svolgendo attività di segretariato sociale. In questi anni, numerosi sono stati gli interventi di assistenza e supporto ai pazienti nefropatici, non ultimo la creazione della “Borsa alimentare del paziente nefropatico” che sostiene, ad oggi, circa 25 famiglie di pazienti seguiti presso la Struttura di Nefrologia dell’ospedale di Borgomanero. Per quanto riguarda la prevenzione, l’Associazione ha realizzato numerosi progetti; tra i più rilevanti citiamo “Il Laboratorio della salute”, "La strada della salute" e non ultimo l’incontro con i ragazzi delle medie superiori “Il nefrologo nella scuola”, ove ogni anno, per la giornata mondiale del rene, vengono organizzati incontri negli Istituti scolastici del territorio. Rilevante è stata anche la creazione della “Scuola Piemontese di Nefrologia di Orta San Giulio” e gli eventi promossi che hanno visto la partecipazione di Università, Ospedale e Medici di Medicina Generale. Il 7 novembre 2014 è stata organizzata la serata “Un rene per amico” durante la quale è stato presentato il DVD dal titolo “La terapia sostitutiva renale: una scelta consapevole e condivisa” realizzato dalla Struttura Complessa di Nefrologia. In questi anni l’Associazione ha sostenuto e promosso programmi sensibilizzazione verso le malattie renali; con il contributo dei Nefrologi ha partecipato a trasmissioni televisive e radiofoniche, incontri con la popolazione e con gli studenti. Sono state realizzate anche guide cartacee e DVD per i pazienti uremici e trapiantati. Nel sito realizzato sono inserite diverse sezioni utili tra cui: Nefrologia ASL NO Scuola Piemontese di Nefrologia di Orta San Giulio ASL NO altri utili ai pazienti nefropatici Rassegna stampa Attività svolte Per saperne di più www.associazionepronefropatici.it Pagina 18 IN FORMA L’ASL NO aderisce anche quest’anno alla “giornata mondiale del rene” per sensibilizzare e informare le persone sulle malattie renali, per un’efficace prevenzione attraverso l’esecuzione di semplici esami e l'adozione di corretti stili di vita. Le persone potranno sottoporsi gratuitamente a un colloquio con il medico nefrologo, alla misurazione dei valori di pressione arteriosa, alla verifica della circonferenza addominale, al calcolo dell’indice di massa corporea e all’esecuzione di un prelievo di sangue per il controllo della funzionalità renale. Nelle postazioni della CRI saranno presenti Medici e Infermieri della nostra Struttura, insieme a personale volontario della CRI e dell'Associazione Pronefropatici. Le giornate previste lunedì 7 marzo 2016 a Oleggio dalle 9.00 alle 13.00 piazza Martiri martedì 8marzo 2016 ad Arona dalle 9.00 alle 13.00 corso della Repubblica venerdì 11 marzo 2016 a Borgomanero dalle 9.00 alle 13.00 piazza Martiri Giovedì 10 marzo 2016 dalle 10.30 alle 14.00 presso l’auditorium dell’Istituto Tecnico “Leonardo da Vinci” in via Aldo Moro, 13 a Borgomanero, la Struttura Complessa di Nefrologia dell’ASL NO ha organizzato un convegno riservato alle Scuole dedicato alla prevenzione delle malattie renali. Grazie alla collaborazione dei Docenti dell’Istituto tecnico “Leonardo da Vinci” di Borgomanero, la Struttura Complessa di Nefrologia del P.O. di Borgomanero vuole essere presente nelle Scuole per parlare di queste patologie, come prevenirle e come curarle. Numero 2/2016 Pagina 19 Corso avanzato di Psicofarmacologia Clinica Intervista a Piera Mainini, Direttore dell’Unità Modulare di Psichiatria dell’ASL NO Venerdì 29 gennaio è iniziato ad Arona il “Corso avanzato di psicofarmacologia clinica” nato da un'idea di operatori della struttura di Borgomanero. Si tratta di un evento formativo accreditato ECM, articolato su quattro giornate, distribuite tra i mesi di gennaio settembre Perchè un corso di farmacologia? In Psichiatria il farmaco rappresenta uno degli strumenti della cura: non è l'unico, oltre ad esso vi è la riabilitazione e le varie forme di psicoterapia, ma tutti questi presidi devono essere utilizzati al meglio per permettere la guarigione della persona. Nel campo della farmacologia negli ultimi anni sono stati attuati vari studi ed indagini al fine di valutare non solo l'efficacia ma anche le ricadute degli eventuali effetti collaterali al fine di garantire la qualità di vita della persona e spesso, come avviene anche negli altri campi della medicina, alcuni studi clinici vengono attuati nelle realtà virtuali dei centri di ricerca, quindi lontani dal mondo reale delle persone. Questo corso si avvale di un corpo docente di primo ordine costituito tra gli altri, da quattro figure di rilievo internazionale, quali il Prof. Giulio Perugi (Pisa), il Prof. Icro Maremmani (Pisa), il Dott. Marco Vaggi (Genova) e il Prof. Andrea Fagiolini (Siena). Come è nato il progetto? Posso ringraziare i miei colleghi, il dott. Giorgio Castignoli ed il dott. Carlo Cattaneo che, grazie alle loro competenze professionali, hanno rapporti con le strutture dove operano i docenti prima citati che hanno accettato di partecipare a questo progetto, la cui organizzazione amministrativa è stata realizzata dall'Istituto di Scienze del Comportamento De Lisio di Pisa. Avere qui sul nostro territorio persone di questo calibro scientifico è un avvenimento particolare anche perché le giornate sono piene e la metodica è interattiva con la discussione di casi clinici portati dai partecipanti. Ricordo che le figure sopramenzionate sono clinici che oltre alle altissime competenze scientifiche, svolgono quotidianamente attività clinica con pazienti che accedono alle loro strutture sanitarie. Come si svolge concretamente il corso? Ad ogni esperto viene collegato un tema specifico a cui è dedicata una intera giornata a sviluppo monotematico. La prima giornata è stata dedicata al trattamento dei disturbi bipolari, patologia molto più diffusa di quanto si pensasse e conoscesse solo alcuni anni fa, quindi alla stabilizzazione dell'umore secondo le evidenze scientifiche accreditate ed al trattamento nell'età evolutiva. Pagina 20 IN FORMA La seconda giornata sarà centrata sulla cura dell'ADHD e sul trattamento psicofarmacologico nelle situazioni di abuso di sostanze; in questo campo ricordiamoci che sono molto diffuse le “nuove” sostanze che richiedono accorgimenti di trattamento specifici. La terza giornata avrà come oggetto il trattamento delle psicosi e delle schizofrenie, con una particolare attenzione ai cosiddetti esordi, cioè all'attenzione ai giovani che manifestino disturbi della sfera psicotica su cui gli interventi attenti e precisi cambiano radicalmente l'evoluzione della patologia; ricordiamo che anche il Ministero della Salute ha posto come prioritario questo interesse. La quarta giornata sarà centrata sul trattamento di particolari sottogruppi di pazienti, quali quelli affetti da depressione resistente, l'anziano ed un approfondimento critico della farmacologia degli antipsicotici. Come già detto sono giornate con parte di relazione frontale con alta interattività e discussione di casi clinici. L'iniziativa è totalmente svincolata dalle aziende farmaceutiche e non ha sponsorizzazione. A chi è rivolto il corso? Sì, è rivolta a Psichiatri che operano nei servizi pubblici; si ipotizzavano una cinquantina di adesioni e nella realtà, il numero è stato di una settantina di persone. Sono Specialisti provenienti da tutta l’Italia settentrionale, Responsabili di Strutture e Dipartimenti, Universitari, Specializzandi, nonché colleghi provenienti dalla Svizzera. Gli argomenti trattati e l'importanza dei relatori sono gli elementi che hanno indotto a questa partecipazione: soprattutto per quei colleghi che operano in zone periferiche rapportarsi con docenti di questo calibro e con la modalità interattiva rappresenta un'occasione unica. Numero 2/2016 Ri-Scatti 2016. “Rassegna fotografica dedicata straordinarietà delle donne” Pagina 21 alla normale In occasione del cosiddetto “marzo in rosa”, L’ASL NO organizza una rassegna fotografica dedicata alle donne che nella loro normalità fanno qualcosa di straordinario e che verrà esposta nella sede legale dell’ASL in viale Roma 7 a Novara [Palazzina A, ingresso A2 – piano terra] da venerdì 11 marzo a venerdì 25 marzo 2016. L’iniziativa è fatta in collaborazione con l’agenzia ABComunicazione di Novara, che già l’anno scorso aveva presentato la rassegna fotografica nel capoluogo e che, nel 2016, ha rivolto lo zoom fotografico soprattutto alle donne impegnate nel mondo sanitario. Donne “normali” che si incrociano per la strada, sugli autobus, in treno, al supermercato, al lavoro e che riescono a conciliare tutti gli impegni, tradizionalmente attribuiti al ruolo femminile. Il presupposto è che comunicare è “come realizzare un abito di sartoria, un prodotto unico ed esclusivo efficace e non ripetibile” , come affermano le Comunicatrici dell’agenzia. Attraverso dodici scatti fotografici, dodici immagini di donne che hanno cambiato la loro vita in nome dell’amore, della passione, della famiglia, del lavoro, emerge prepotente come sia necessario a volte prendere in mano il proprio destino. Si tratta di storie simili a quelle di milioni di altre donne, ma forse anche per questo, ancora più significative. Ri-Scatti 2016, grazie all’Agenzia ABComunicazione e alle fotografie suggestive di Fabio Bonanno presenta immagini femminili legate al mondo sanitario, donno che svolgono il loro mestiere con competenza e intensità e che dedicano il tempo libero al volontariato, all’associazionismo, ad una passione inconsueta o con rilevanza sociale. Ci sono anche storie di atlete, di donne che semplicemente si raccontano, attraverso i volti che non hanno bisogno di ritocchi perché mettono in luce la bellezza di chi è consapevole delle proprie scelte. Ri-Scatti è anche un evento multimediale perché le immagini sono pubblicate sui principali social network e condivise a cascata nei profili di altri utenti. La rassegna fotografica resterà esposta da lunedì a venerdì, dall’11 al 25 marzo p.v. dalle 8.00 alle 18.00, e ci auguriamo che sia un modo per dare intendere la donna nella sua complessità e totalità Pagina 22 IN FORMA Siamo su internet www.asl.novara.it Numero 2/2016 Lettera firmata – 31 gennaio 2016 – Urologia ASL NO Buonasera, mio padre è attualmente ricoverato nel reparto di urologia presso l’Ospedale di Borgomanero. Intendo segnalare la totale soddisfazione per la professionalità e soprattutto per le doti di umanità oltre che per la cortesi esibite da tutto il personale di tale unità operativa guidata dal dott. Giorgio Monesi. La presente segnalazione affinché si provveda ad estenderla al personale tutto. Lettera firmata – S. Natale 2015 – Cure Palliative ASL NO— Sede di Arona Un grazie di cuore ad ognuno di Voi, perché siete riusciti a portare ancora speranza... e calore… e sorrisi.. in un momento per noi terribile! Il più difficile della nostra vita. Siete stati per Pagina 23 noi uno spiraglio di cielo sereno Vi ringraziamo infinitamente… e auguriamo ad ognuno di voi di passare un felice Natale ri che si trovano in una condizione di vulnerabilità e necessità di supporto anche umano. Continuate su questa via e fate altri proseliti, potenziate questo nuLettera firmata – 8 feb- cleo di persone e perbraio 2016 – Cure Pal- mettetegli di restare liative ASL NO, sede di speciali. Questo giudizio vuole Novara Sono il figlio di un vostro essere scevro da quei ex assistito, recentemente coinvolgimenti emotivi che potrebbero alterarscomparso. Desideravo segnalare il ne la corretta chiave di mio personale apprezza- lettura. mento, condiviso dalla Grazie Sara, grazie famiglia tutta, per Laura, continuate così. l’operato del vostro per- Sorridere costa assai sonale di Novara e in poco ma dona tantissiparticolare delle dottores- mo a chi si trova in se: Sara Torrente e Lucia frangente della vita in Colombo, n o n c h é cui è vulnerabile, smarrito e spaventato. dell’infermiera Sara. In un clima di tagli, burocrazia, difficoltà gestionali e logistiche in cui versa tutto il comparto, fa piacere vedere che in alcuni ambiti resta viva la passione per la propria attività professionale congiunta ad un’attenzione e delicatezza estreme per il paziente malato e i suoi familia-