Cinema&storia l’ultimo omaggio di Miyazaki all’Italia «S’alza il vento» di Enrico Petrucci I con la Grande Guerra. Inevitabile il confronto con la generazione successiva, quella di Horikoshi, che da ragazzo ha potuto solo sognare le gesta degli assi e che si ritroverà a vivere la distruzione dal cielo della Seconda guerra mondiale. Ma Caproni non è solo «uno fra i tanti». Oltre alle grandi capacità imprenditoriali unì doti da anticipatore: con i suoi aerei fu quasi l’inventore stesso dell’aviazione da bombardamento. I suoi bombardieri, fortemente sostenuti dal generale e teorico italiano Giulio Douhet (1869-1930), furono impiegati fra 1915 e 1918 infatti prima da Francia e poi da Italia e Stati Uniti, e sperimentalmente anche dall’Impero britannico. Lo stesso nucleo dell’aviazione da bombardamento degli Stati Uniti nasce in Italia, a Foggia, con addestratori e aerei italiani nel ‘17. Non pago di essere il demiurgo dell’aviazione da bombardamento, nel dopoguerra tentò, sempre investendo di tasca propria, di sviluppare l’aviazione civile: Caproni appartiene alla generazione dei pionieri che hanno visto diventare l’aviazione da passatempo avventuroso e pericoloso per inventori a realtà concreta | STORIA IN RETE 82 Settembre 2014 Settembre 2014 sia cercando di mettere a frutto le tecnologie sviluppate con i bombardieri, sia realizzando nuovi e visionari progetti. Chi quindi meglio di Caproni per rappresentare la duplice natura della tecnologia aeronautica che, come gran parte delle creazioni umane, porta con se http://cinema.fanpage.it/ l pioniere dell’aeronautica Giovanni Battista (Gianni) Caproni (1889-1957) è divenuto fonte di ispirazione del cineasta nipponico Hayao Miyazaki nel suo ultimo lungometraggio «S’alza il vento», a metà settembre nelle sale italiane. Il film racconta la vita, dall’infanzia ai primi successi, di un altro grande ingegnere aeronautico, quel Jiro Horikoshi (1903-1982) che progettò lo Zero, il temibile caccia che diede al Giappone la superiorità aerea nella prima fase della guerra del Pacifico durante la Seconda guerra mondiale. La cornice storica, con il Giappone della transizione fra epoca Taishō (1912-1926) e Shōwa (1926-1989), e la vicenda «aeronautica» di Horikoshi sono ricostruiti fedelmente, mentre nell’ampio spazio all’immaginazione che il regista ha dedicato alla vita privata e all’inconscio di Horikoshi domina, come ispiratore e come coscienza critica, proprio Caproni. Che ora grazie al regista viene riscoperto anche fuori dall’Italia, tanto che le voci di Wikipedia in giapponese, cinese e russo a lui dedicate sono state create poche settimane dopo l’uscita del film. Il primo incontro onirico fra l’italiano Gianni Caproni e il futuro ingegnere Jiro Horikoshi in «S’alza il vento», di Hayao Miyazaki (in basso) Studio Ghibli Fra storia e sogno l’ultimo film del premio Oscar Hayao Miyazaki racconta il Giappone e l’Italia degli anni Venti. Protagonisti, due geni dell’aviazione mondiale, Jiro Horikoshi, il padre del caccia Zero, e Giovanni Battista Caproni, uno dei pionieri dell’industria aeronautica. Una riflessione sul senso della storia e l’ennesimo omaggio del regista giapponese al nostro paese e al suo passato