CONCETTI SOCIOLOGICI & TIPI DI COMUNITÀ E DI ASSOCIAZIONE
MAX WEBER
Erfurt, 21 aprile 1864 – Monaco di Baviera, 14 giugno 1920
Lavoro di gruppo, Sociologia della famiglia
Prof.ssa A. Censi
A cura di:
Lisa Blasi
Lucrezia Sabina Conforzi
Ilaria Casamassima
Facoltà di Sociologia, La Sapienza
Emilio Cesare Bellezza
Samantha Calamanti
Clarissa Masci
Nicole Giudice
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INDICE
Introduzione ……………………………………………………………………………………………………………………….3
Concetti sociologici fondamentali……………………………………………………………………………………….5
Tipi di comunità e di associazione nella loro relazione con l’economia ……………………………….9
Comunità domestica……………………………………………………………………………………………..9
Comunità di vicinato, comunità economica e comune………………………………………….9
Le relazioni sessuali nella comunità domestica…………………………………………………….10
Il gruppo parentale e il regolamento delle relazioni sessuali………………………………..10
Relazioni con la costituzione militare ed economica…………………………………………….11
La dissoluzione della comunità domestica…………………………………………………………..11
Lo sviluppo verso l’oikos e la formazione della società………………………………………..12
Osservazione finali………………………………………………………………………………………………………..…13
Bibliografia e sitografia…………………………………………………………………………………………………...14
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INTRODUZIONE
Max Weber è uno degli autori classici della sociologia, nasce a Erfurt, Germania, nel 1864 da una famiglia
borghese possidente di una industria tessile e anche molto attiva culturalmente e politicamente. È grazie al
padre che si interessa di politica in quanto membro del partito liberale tedesco e fondatore di un circolo
culturale che ospitò nella propria casa. La sua carriera politica inizia nel partito cristiano sociale, però non
sarà coronata da grande successo; grazie alla madre, donna molto religiosa (protestante) e grande
sostenitrice e fondatrice di un’associazione di carità cristiana, la sua carriera e i suoi studi avranno una vera
e propria svolta, in quanto lo avvicineranno a capire l’importanza della religione e lo condurranno alla
stesura di uno dei suoi scritti più importanti “L’etica protestante e lo spirito del capitalismo” in cui spiega
come è nato e si è sviluppato il capitalismo moderno.
Weber si definisce un economista di stampo tedesco, crede che non esistano leggi universali dei processi
economici e che i fatti debbano essere ricostruiti storicamente, cerca di illustrare i vari periodi storici nei
quali si sono sviluppati i diversi tipi di economie, interessandosi dei fondamenti del capitalismo e della sua
origine. Svolge delle ricerche sulle condizioni sociali dell’economia fondiaria in Prussia, con le quali ottiene
ben due cattedre (Friburgo e Monaco), grazie alle quali farà un confronto tra la proprietà agricola e quella
capitalistica. Sempre in ambito economico si cimenta in un’altra sua opera molto impegnativa, che rimase
inconclusa e pubblicata dopo la sua morte, “Economia e società” che analizzeremo in un secondo
momento.
Weber ha una concezione del mondo multidimensionale e secondo lui il conflitto è l'espressione della
pluralità dei diversi gruppi, interessi e prospettive di cui è fatto il mondo, infatti pensa che esistano
molteplici sfere e che in ciascuna di esse si svolga la lotta per il potere nella storia. Parlando di Weber (che è
il principale esponente dei teorici analitici) e di potere non si può non fare riferimento ad un altro dei
grandi autori appartenenti alla tradizione del conflitto, Karl Marx (principale esponente dei teorici critici).
Entrambi credono che le DISUGUAGLIANZE SOCIALI aiutino a descrivere la società e a capire come i rapporti
di potere presenti in essa generino conflitti sociali. Weber però affianca al concetto di CLASSE di Marx
(definita dal possesso o meno di una posizione nel mercato vantaggiosa, quindi dal potere economico),
anche quello di CETO e di PARTITO. Weber pensa che non basta definire un aggregato sociale sulla base del
suo rapporto con i mezzi di produzione, esistono anche altre variabili da considerare al fine di comprendere
la visione del mondo e l’azione sociale di un attore in base ad aspetti non necessariamente materiali. Una
classe per essere dominante deve costituirsi in ceto, deve acquisire una coscienza derivante da barriere
legali o culturali, devono aumentare il loro potere economico, sociale, culturale, e soprattutto ideologico. Il
partito è una sintesi tra classe e ceto, un’associazione a cui gli individui possono partecipare per
accaparrarsi il controllo dell’apparato statale e del potere politico.
La sociologia per Weber ha il compito di gettar luce sugli elementi di cui la storia è fatta, per studiare
l'AGIRE SOCIALE, dotato di senso, influenzato dagli atteggiamenti altrui e le sue motivazioni. A tal fine
utilizza delle strategie metodologiche:
- Verstehen (comprensione, immedesimazione, empatia) che gli consente di non fermarsi ad una semplice
registrazione empirica o a leggi astratte, ma gli permette di andare più a fondo, di spiegare le cause di tale
agire sociale;
- IDEAL TIPI, strumenti che ci permettono di categorizzare i fenomeni grazie ai loro elementi in comune e
non, per meglio analizzarli e confrontarli tra loro. Con l'Ideal tipo il ricercatore riuscirà a liberarsi dei suoi
valori e dei suoi interessi personali che lo hanno guidato nella scelta del problema da studiare, così potrà
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trovare le soluzioni più adatte ad esso, senza essere influenzato da giudizi di valore. Questo procedimento è
ciò che Weber chiamerà AVALUTIVITÀ DELLE SCIENZE SOCIALI.
Il metodo sociologico di Weber è anche influenzato da altri autori che come lui cercarono di scindere la
scienza sociale da quella politica. Da Dilthey capì l’importanza dell’immedesimazione, da Windelband capì
che i fenomeni sociali si presentano in modi differenti nel tempo e che quindi devono essere studiati
secondo un determinato metodo e questo metodo gli fu suggerito da Rickert, secondo il quale bisogna
avere una scala per categorizzarli tutti in base agli elementi rilevanti. Weber comprende anche che l’uomo
non interpreta mai la realtà interamente, perché l’interpretazione è un procedimento soggettivo, non
necessariamente valido per tutti.
Lo stato per Weber ha degli interessi, oltre che di natura economica, di sicurezza, di relazione con gli altri
stati, anche quello di salvaguardare l’ordine pubblico e il potere sociale nella comunità domestica.
Vedremo che, nell'analisi storica che Weber fa delle economie nelle civiltà, spiega come la società e la
famiglia siano anch'esse delle comunità basate su relazioni di sostentamento che le garantiscono
sopravvivenza, stabilìtà e solidità.
Weber muore nel 1920 a Monaco di Baviera in Germania rimanendo un economista, sociologo, filosofo e
storico tra più importanti e studiati fino ai giorni nostri.
Ora andiamo a vedere la ricostruzione fatta da Weber dei suddetti argomenti ripercorrendo “Economia e
società” e quelli che chiama “concetti sociologici fondamentali”, la loro applicazione ed evoluzione
nell’economia domestica.
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CONCETTI SOCIOLOGICI FONDAMENTALI
1. Con agire si intende un comportamento tramite il quale gli individui danno un senso soggettivo
all’azione. Per agire sociale si intende un comportamento umano dotato di senso soggettivo e che
si riferisce a un atteggiamento di altri individui. Esempio: uno scontro tra ciclisti sarebbe solo un
mero evento, il loro tentativo di evitarsi è da intendersi come agire sociale.
2. Per senso si intende:
- Senso soggettivato da attori o individui;
- Senso soggettivato da uno o più individui presi in considerazione come ideal-tipo.
3. L’Agire è mosso da intenzioni, per intendere si indica:
-
L’intendere che si verifica nel momento stesso dell’azione;
Intendere esplicativo che indica il momento in cui emerge una spiegazione ad un’azione.
Quindi rappresenta una comprensione del senso della singola azione, del senso comune,
accettato dalla media e del senso che è possibile far emergere per ottenere un ideal-tipo.
4. L'individuo agisce sempre in vista di un motivo che va a costituire la base del suo atteggiamento. È
anche esso, come l'agire, dotato di un senso.
5. L'agire sociale può essere orientato:
-
In modo razionale rispetto allo scopo, ovvero mettendo in relazione lo scopo, i mezzi e le
conseguenze di tale agire;
In modo razionale rispetto al valore, quindi basato su una propria convinzione;
Affettivamente, quando si tratta di una risposta a stimoli affettivi;
Tradizionalmente, quando è dato come risposta a stimoli abitudinari.
6. Per relazione sociale si intende un comportamento di più individui che orientano il proprio agire in
base a un senso. Ciò va a costituire un agire sociale che prevede reciprocità nel rapporto e un
significato determinato in modo sperimentale ma non necessariamente assoluto.
All'interno della relazione il senso può essere visto in maniera differente. In questo caso la relazione
si definisce unilaterale. Nel momento in cui tutti i partecipanti attribuiscono lo stesso significato il
rapporto è definito bilaterale. Inoltre il senso può essere transitorio o mutevole in quanto il suo
contenuto può mutare.
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7. Può verificarsi il caso in cui determinati individui agiscano nello stesso modo. In riferimento a ciò si
può definire uso un' uniformità nell'agire sociale che poggia su un'abitudine. Quando la
consuetudine si perpetua nel tempo l'uno viene invece definito costume.
8. L'agire sociale può basarsi sull'esistenza di un ordinamento legittimo. L’ordinamento è una
relazione sociale in cui l’agire è orientato in base a massime, le quali se ritenute valide per l’agire
garantiscono la validità dell’ordinamento. Infine si può agire non osservando il senso
dell’ordinamento o seguendo ordinamenti tra loro contraddittori.
9. La legittimità di un orientamento può essere garantita:
-In modo affettivo;
- In modo razionale rispetto al valore;
- Su base religiosa;
- Da una situazione di interessi.
10. Un ordinamento può essere nominato:
- Convenzione: quando la sua validità è garantita dalla possibilità di andare incontro a una
disapprovazione generale;
- Diritto: quando la sua validità è garantita dalla possibilità di una coercizione.
La differenza fondamentale consiste nella presenza o meno di un apparato coercitivo. Infine
alcuni ordinamenti possono essere orientati in base all’etica.
11. La validità di un ordinamento può essere attribuita:
- In virtù della tradizione;
- In virtù di una credenza affettiva;
- In virtù di una credenza razionale rispetto al valore;
- In virtù di una statuizione positiva (insieme di disposizioni di carattere legale).
12. Con il termine lotta intende una relazione orientata all’affermazione del proprio volere su altri
individui. Tale lotta è pacifica quando non viene esercitata violenza; questa si definisce concorrenza
nel momento in cui fornisce la possibilità di competere anche ad altri e quando ha un ordinamento
si definisce regolata. Si ha selezione (sociale o biologica) quando la lotta è volta alla sopravvivenza
degli uomini.
Ci sono due tipi di lotte: una per la selezione delle relazioni sociali e una per la sopravvivenza.
Infatti la prima non ha a che fare con la selezione degli individui.
13. La comunità è una relazione sociale che si basa su un sentimento soggettivamente sentito di
comune appartenenza, ed essa quindi si trova in contrapposizione con la lotta. L’ associazione
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invece si basa su un’identità di interessi .
Tale distinzione richiama quella proposta da Tonnies, alla quale però aggiunge diversi tipi di
associazione:
-
In una situazione di mercato, dove lo scambio è razionale rispetto allo scopo;
In una situazione in cui ci si unisce grazie ad uno scopo liberamente pattuito;
In una situazione in cui ci si unisce razionalmente rispetto al valore.
All’interno della maggior parte delle relazioni sociali troviamo caratteristiche relative sia alla
comunità che all’associazione.
14. Una relazione sociale può essere definita “aperta” se la partecipazione degli altri gruppi viene
concessa, mentre se ciò non avviene si definisce “chiusa”. Quest’ultima può garantire ai membri del
gruppo diritti e/o possibilità liberamente acquisite, regolate o distribuite per misura e specie o
appropriate in maniera durevole. L’appropriazione può essere a profitto di tutti gli individui o solo
di alcuni di essi e può essere concessa in maniera più o meno libera. Gli individui che fanno parte di
una relazione chiusa vengono chiamati “consociati” o “consociati giuridici”. Oltre alla chiusura
verso l’esterno vi è la possibilità di avere una chiusura anche verso l’interno la quale può essere
utile al fine di mantenere un alto livello di qualità o per attuare una restrizione delle possibilità di
guadagno o in rapporto ai bisogni.
15. Una relazione sociale può basarsi su un ordinamento di tipo tradizionale o statuito. In entrambi i
casi l’ordinamento può prevedere che le forme di agire siano imputate a tutti i membri (solidarietà
attiva) o che solo una parte di essi può imputarle agli altri (solidarietà passiva).
Infine il potere rappresentativo può essere conferito sia in tutti i modi e gradi, sia attribuito
secondo determinate caratteristiche o in base agli atti dei partecipanti.
Il fenomeno della solidarietà si può ritrovare:
-
In comunità tradizionali fondate sulla nascita o sulla vita in comune;
In relazioni chiuse che fanno valere le possibilità monopolizzate ricorrendo alla propria forza;
In associazioni rivolte in vista di un guadagno;
In associazioni di lavoratori rispondenti a certe condizioni.
16. Per gruppo sociale intende una relazione sociale chiusa verso l'esterno, nella quale si definisce
come agire del gruppo sia l'agire dell'apparato amministrativo sia l'agire dei membri del gruppo. I
gruppi sociali, i quali sono sempre legati alla presenza di un capo al loro interno, si definiscono
autonomi quando il loro ordinamento non viene stabilito da soggetti esterni al gruppo. Tali
ordinamenti possono essere decisi sia in base ad un libero accordo (tra i membri del gruppo) ma
anche per mezzo di un'imposizione. Gli ordinamenti che regolano l'agire del gruppo si definiscono
amministrativi, mentre quelli che regolano un agire sociale di altro tipo si definiscono regolativi.
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17. Esiste un particolare tipo di agire sociale, il quale è continuativo e finalizzato ad uno scopo e viene
definito impresa. L'unione rappresenta un gruppo sociale fondato su una stipulazione. Infine viene
definito istituzione il gruppo sociale in cui gli ordinamenti stabiliti vengono imposti con successo ad
ogni tipo di agire sociale.
18. La possibilità di far valere la propria volontà in una relazione sociale è definita potenza. Il potere è
la possibilità che un comando trovi obbedienza presso certe persone, quando invece vi è la
possibilità di trovare obbedienza pronta si parla di disciplina.
Anche se non è sempre necessaria l'esistenza di un gruppo amministrativo e sociale, la questione
del potere riguarda entrambi.
Weber distingue tre tipi di potere (autorità):
-
POTERE LEGALE:
Si basa sul riconoscimento dell'autorità di ordinamenti stabiliti e di coloro che esercitano
questo potere attraverso tali ordinamenti. Questo potere è a carattere razionale e si obbedisce
quindi alla "legge" e alle persone addette a farla osservare, non alla persona in quanto tale.
-
POTERE TRADIZIONALE:
Si basa sul potere conferito dalla tradizione, ovvero dal carattere sacro della tradizione che è
valida da sempre all'interno di un determinato gruppo sociale. In questo caso si obbedisce al
"RE" come persona legittimata dalla tradizione ad esercitare il potere.
-
POTERE CARISMATICO :
Si basa sul potere conferito in virtù del riconoscimento di qualità eccezionali, eroiche e
straordinarie di un individuo. In questo caso si obbedisce al "DUCE", eletto grazie
all'approvazione che è stato in grado di guadagnarsi per merito delle sue qualità.
19. Per gruppo politico si deve intendere un gruppo di potere in cui la validità dell’ordinamento è
garantita dalla minaccia della forza fisica da parte dell’apparato burocratico. Lo stato è un’impresa
istituzionale che avanza la pretesa di avere il monopolio della coercizione fisica legittima. Infine per
gruppo di potere ierocratico si intende un gruppo di potere in cui la coercizione avviene mediante la
concessione o il rifiuto di beni sacri.
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TIPI DI COMUNITA’ E DI ASSOCIAZIONE NELLA LORO RELAZIONE CON L’ECONOMIA
COMUNITÀ DOMESTICA
In questo lavoro l’intento di Weber è di esaminare la relazione dell’economia con la società, egli in
particolare prende in considerazione l’ambito della comunità domestica.
Le relazioni puramente sessuali tra uomo e donna e quelle fisiologiche tra genitori e figli non
costituiscono di per sé il senso di famiglia, bensì tali legami si trasformano in rapporti parentali
quando costituiscono uno specifico gruppo economico: la comunità domestica. Ciò che struttura la
famiglia in quanto categoria sociale è, dunque, una solidarietà mirata alla sussistenza dei suoi
membri.
Le relazioni fondate su una comunità sessuale durevole tra padre, madre e figli appaiono all’autore
“originarie”, ma, ad un’analisi approfondita, “originaria” risulta essere solo la relazione tra madre e
figlio, in quanto si tratta di una comunità di sostentamento la cui durata naturale è segnata dal
momento in cui il figlio è capace di procurarsi da solo il nutrimento ed è caratterizzata dalla
sicurezza affettiva e psicologica fornita ai figli. Le relazioni di comunità interferiscono nelle relazioni
sessuali e fisiologiche. Se la diade madre-figli deve essere considerata la forma più primitiva di
comunità familiare, ciò non implica che siano esistiti esclusivamente gruppi materni, infatti esistono
anche comunità di uomini, siano esse di carattere economico o militare, e di uomini e donne che
possono essere di carattere sessuale o economico. Il gruppo materno puro compare nel momento
in cui l’esistenza quotidiana degli uomini è confinata alla comunità dell’androceo.1
Il matrimonio nasce come istituzione sociale attraverso l’antitesi con altre relazioni sessuali quindi
la sua sussistenza implica:
- che non viene tollerato il sorgere della relazione contro la volontà del gruppo parentale della
donna o dell’uomo;
- che solo i discendenti da determinate comunità sessuali durevoli vengono considerati come
membri del gruppo per nascita.
Il matrimonio deriva, quindi, la sua specificità da ordinamenti diversi da quelli delle semplici
comunità sessuali o di allevamento.
La comunità domestica rappresenta la comunità economica più diffusa, è il fondamento
dell’autorità del forte, dell’esperto, del marito sulla moglie. Essa nella sua struttura pura, comporta
dal punto di vista economico e personale, una solidarietà verso l'esterno e una comunità di uso e di
consumo dei beni quotidiani all'interno. Nel comunismo domestico il singolo contribuisce secondo
le sue forze e gode secondo i suoi bisogni e tale aspetto è una caratteristica ancora presente nella
nostra famiglia. Un altro elemento caratterizzante è la condivisione della stessa abitazione.
COMUNITÀ DI VICINATO, COMUNITÀ ECONOMICA E COMUNE
Il gruppo domestico è la comunità che copre il fabbisogno di beni e lavoro della vita quotidiana.
Alcune parti di fabbisogno vengono coperte grazie all’aiuto del vicinato, che agisce al di là della
comunità domestica. Quando parla di vicinato intende una comunità non fondata esclusivamente
sulla vicinanza di insediamento, bensì su una vicinanza locale di dimora o di soggiorno. La comunità
di vicinato può assumere un aspetto esteriore diverso a seconda della specie di insediamento, e
1
Neologismo formato sull'analogia di gineceo, per indicare quell'ambiente della casa greca, e più particolarmente
della casa omerica, destinato ad accogliere gli uomini (TRECCANI, LA CULTURA ITALIANA).
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diverso risulta essere anche l’intensità dell’agire di comunità. Nella società moderna si trovano
situazioni ed esempi di una scarsa comunanza, nonostante vi sia una vicinanza fisica, anche se nelle
situazioni di pericolo vi può essere la possibilità che si inneschi un agire di comunità. La situazione
appena presentata la si può in alcuni casi riscontrare anche nelle campagne, dove il contadino non
desidera un’intromissione nei suoi affari. L’agire di comunità sembra rappresentare un’eccezione
nel vicinato, in quanto si fonda sulla comunanza del luogo. Nell'ambito dell'economia propria di
campagna è il villaggio il tipico gruppo di vicinato, esso consiste in un gruppo di comunità
domestiche insediate in stretta vicinanza. Il vicinato può però agire al di sopra dei confini ben più
definiti di altre formazioni, ad esempio politiche. Nella comunità di vicinato è importante il prestito
precario, ossia, il prestito a titolo gratuito di beni d'uso e il prestito senza interessi di beni di
consumo, e mediante il lavoro precario a titolo gratuito, si tratta nel complesso di forme di aiuto
che vengono fornite in caso di bisogno. Quanto appena detto non implica necessariamente che vi
sia un rapporto fraterno tra i vicini, anzi vi possono essere anche rapporti conflittuali. L’agire di
comunità fondato sul vicinato può porsi un ordinamento al fine di regolare i rapporti e il modo di
comportarsi dei partecipanti, ma questo aspetto non è necessario.
La comunità di vicinato è il fondamento originario del comune, ovvero di quella formazione fondata
su un agire politico di comunità.
LE RELAZIONI SESSUALI NELLA COMUNITÀ DOMESTICA
Le prime attenuazioni del potere domestico a carattere comunistico non derivano direttamente da
motivi economici, ma dallo sviluppo di pretese sessuali dei componenti della casa sulle donne
sottoposte alla comune autorità domestica; anche i poteri sessuali possono venir ritrovati
occasionalmente sotto forma di comunismo. In nessun luogo è possibile trovare una promiscuità
sessuale priva di ordinamento.
L’attuazione dell’esogamia domestica ha forse costituito l’inizio dell’esogamia regolata, vi era
dunque un commercio sessuale all’interno della comunità domestica. In conclusione vi è una forte
regolamentazione dei rapporti sessuali anche nel momento in cui risulta essere ammesso il
matrimonio all’interno della stessa famiglia.
IL GRUPPO PARENTALE E IL REGOLAMENTO DELLE RELAZIONI SESSUALI
Il gruppo parentale ha un carattere meno primitivo rispetto ai precedenti sopra spiegati, il suo agire
di comunità è discontinuo e può spiegare come può accadere anche tra persone che non si
conoscono. Tale gruppo presuppone l’esistenza di altri gruppi parentali intorno a sé, esso è
l’originario portatore di qualsiasi fedeltà, si presenta inoltre come la sede dello sviluppo dell’eredità
extra domestica, in quanto tiene uniti coloro che appartenevano alla stessa comunità domestica
prima che avvenisse una divisione al suo interno. L’azione della comunità si può caratterizzare per
l’imposizione dell’esogamia, divieto di lotta reciproca o per il dovere di una reciproca vendetta di
sangue.
È possibile che si presenti il caso in cui il gruppo di vicinato vada a coincidere con il gruppo
parentale. All’interno di quest’ultimo gruppo, in forma originaria, i diritti vengono tutelati
attraverso l’autodifesa, inoltre si trova ad essere autonomo rispetto al gruppo politico. Il gruppo
parentale presenta anche altre peculiarità come il fatto che può essere totalmente privo di
organizzazione, d’altronde non ha necessariamente bisogno di un capo stabile, bensì si configura
generalmente come una cerchia di persone amorfa. È possibile che un gruppo parentale si presenti
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dotato di un capo e con una configurazione simile a quella del gruppo politico, ciò è la conseguenza
di un uso di tale gruppo a scopi politici, economici o militari, ad esso originariamente estranei.
Nel complesso la casa, il gruppo parentale, il vicinato e la comunità politica s’intersecano tra di loro
e ciò può comportare dei conflitti di dovere e non solo.
RELAZIONI CON LA COSTITUZIONE MILITARE ED ECONOMICA
Le relazioni tra gruppo parentale, villaggio, comunità sono difficili da analizzare in modo esauriente,
ciò anche per il fatto che un gruppo può nascere da un altro attraverso eventuale scissione o simile.
Ponendo attenzione all’aspetto territoriale della comunità, possiamo notare che il suolo:
1. Può valere come luogo di lavoro, in tal caso il possesso terriero appartiene alle donne, dalle quali
dipende gran parte del lavoro agricolo, ovviamente tale forma non esiste mai in modo puro;
2. Può valere come possedimento maschile ottenuto e mantenuto attraverso l’uso delle armi;
3. Il dominio su di esso può essere acquistato attraverso il lavoro maschile e si può scegliere che
non passi in modo ereditario ai figli, a meno che essi non abbiano contribuito sotto ogni aspetto ai
doveri del gruppo;
4. Il carattere militare della comunità non agisce necessariamente nel senso del potere domestico
paterno, ciò dipende dal tipo di organizzazione militare.
Lo sviluppo della struttura della comunità domestica rappresenta una continua attenuazione del
potere paterno, per questo risulta errata l’ipotesi di un dominio universale del matrimonio secondo
il matriarcato. Ripercorrendo in breve l’evoluzione e la storia del patriarcato si nota come nel
medioevo il potere paterno fosse in qualche modo illimitato, la situazione cambia lievemente con
l’intervento di comunità politiche ed economiche, ma la tappa importante è rappresentata dal
momento in cui avviene la distinzione tra figli legittimi e illegittimi, in tale contesto attraverso il
matrimonio si cerca di assicurare una buona posizione alle figlie che si sposano. Di conseguenza è
l’esigenza della donna di affermare la sua legittimità a lasciare un forte segno a tale sviluppo. La
donna, in seguito al matrimonio, passa da forza lavoro a dote; il matrimonio legittimo risulta
nascere dagli interessi della donna, ma ciò non comporta necessariamente il dominio esclusivo
della monogamia. La monogamia in quanto istituzione viene in un primo momento attuata dai
Greci e dai Romani, successivamente il Cristianesimo l’ha elevata a norma assoluta.
Per l’analisi dell’evoluzione della comunità domestica, lo sviluppo del matrimonio è importante sia
perché in tal modo i figli legittimi rivestono una posizione giuridica speciale, sia perché l’apporto
delle doti differenzia la situazione economica dei mariti.
Assistiamo, in seguito, ad uno smembramento della comunità domestica, dovuto anche a motivi
economici relativamente antichi, quali le prime forme di diritto ereditario, per cui i frutti del lavoro
non vanno alla comunità bensì a particolari individui.
LA DISSOLUZIONE DELLA COMUNITÀ DOMESTICA
La moltiplicazione delle possibilità che troviamo con lo sviluppo della civiltà fa si che l’individuo
sopporti con sempre maggiore difficoltà gli stili di vita rigidi offerti dal vivere comunitario,
comunque il restringimento del potere domestico risulta essere il prodotto di motivi interni ed
esterni. La conseguenza di tale “smembramento”, così lo definisce Weber, è la crescente divisione
delle comunità in seguito a matrimoni; prevale il guadagno individuale piuttosto che quello della
comunità. Lo stimolo a sottomettersi alla casa di tipo comunistico diventa sempre minore, la
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garanzia della sicurezza viene fornita dal potere politico istituzionalizzato, l’individuo riceve la sua
cultura dallo stato oggettivo delle cose, non da come queste vengono presentate dalla comunità.
Vi possono essere dei casi in cui la comunità domestica appare ancora, a livello esteriore, integra,
ma al suo interno troviamo comunque il processo di smembramento anche a causa del crescere
della calcolabilità.
L’economia monetaria permette la calcolabilità oggettiva delle prestazioni produttive e apre la
possibilità di soddisfare liberamente i bisogni individuali, ma tale parallelismo tra economia
monetaria e indebolimento della comunità domestica non è completo, in quanto il potere
domestico si presenta come una formazione indipendente che ha influenzato le relazioni sociali. È
comunque indubbio che i fattori economici vadano ad intervenire in maniera decisiva. Una
trasformazione rilevante del potere domestico si riscontra nelle comunità domestiche medievali
come quelle fiorentine, che praticavano il principio della solidarietà; in tali contesti, l’importanza
del capitale andava a crescere notevolmente e il profitto capitalistico andava a divenire una vera e
propria professione esercitata all’interno di un’impresa che andava differenziando dall’agire
comunitario; ciò comporta una separazione spaziale della casa dal luogo di lavoro, ma il momento
decisivo è la distinzione giuridica tra questi due luoghi.
LO SVILUPPO VERSO L’OIKOS E LA FORMAZIONE DELLA SOCIETÀ
In seguito ad un’apertura verso l’esterno assistiamo ad uno smembramento della comunità
domestica, a ciò si contrappone un’articolazione interna alla comunità e una sua configurazione in
termini di “oikos” 2 , che indica un’economia domestica di notevoli dimensioni. Esso comporta la
copertura organizzata del fabbisogno.
L’autore nota quindi il passaggio da una comunità domestica alla società che definisce come “luogo
di associazioni, di scambi, di conflitti, come contesto umano plasmato dalle idee e dalle azioni dei
soggetti individuali e collettivi, in cui l’incontro-scontro di credenze e di interessi definisce il
possibile ordine esistente, al di là di ogni forma di solidarietà e di coscienza collettiva” (“Famiglia e
sociologia”, A. Censi, Pearson, 2014). L’individuo pur nascendo all’interno della comunità
domestica, se ne allontana presto grazie all’influenza delle agenzie di socializzazione.
In conclusione possiamo notare che la società moderna diventa un luogo di specializzazione
razionale che risponde a delle continue esigenze di carattere tecnico e la dissoluzione della
comunità domestica porta con sé anche il declino dei valori tradizionali e la perdita di quelli che
prima erano considerati dei sistemi di riferimento; nonostante ciò la famiglia continua comunque a
sostenere i suoi membri.
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L’organizzazione sociale della Grecia antica ruotava intorno alla caratteristica struttura di base dell’oikos. Si tratta di
una struttura complessa, che accoglie al suo interno un insieme di elementi di natura diversa, che si ritrova
uniformemente lungo tutto il percorso della storia greca, fin dall’epoca arcaica, che si applica, nei suoi caratteri
fondamentali, a tutti i componenti della collettività, a prescindere dal loro status civico e dal livello sociale, e che
caratterizza, sia pure in forme diverse, tanto le società aristocratiche quanto le democratiche.
(http://www2.units.it/etica/2007_1/FERRUCCI.pdf)
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OSSERVAZIONI FINALI
Il nostro lavoro ha avuto come fondamentale oggetto di studio, come già detto, l’opera “Economia
e società”. Abbiamo notato come Weber, in riferimento alla famiglia abbia effettuato un excursus
storico di quelle che sono state le diverse famiglie, o meglio comunità domestiche che si sono
alternate nel tempo, mettendo in evidenza il loro rapporto con l’apparato sociale.
Nelle comunità domestiche o di altro tipo, vigeva inizialmente un comunismo, dove, l'autorità era
attribuita al più forte o al più esperto sotto il tetto abitativo. Quest'ultimo accomunava gli interessi
e gli scopi di tutti i suoi membri diventando la base economica principale. Risulta di notevole
importanza anche la condivisione di una stessa località, non solo di una casa, che costituisce una
rete di relazioni sociali che danno un forte aiuto e sostegno alle famiglie costituendosi in comunità
di vicinato (forma originaria del moderno comune). Anche il clan (dove gli anziani sono i capi) è
importante al di fuori delle mura domestiche, esso funge da regolatore e protettore dei propri
membri (es: regola la sessualità, protegge e risarcisce in caso di danno, salvaguarda i diritti dei
propri membri e garantisce i mezzi di sussistenza); può essere paterno (discendenza patrilineare) o
materno (discendenza matrilineare); da questa distinzione infatti, dipende la struttura del nucleo
familiare (chi entra nel clan di chi, chi ha più mezzi di chi, ecc...).
Inoltre Weber ha analizzato come è cambiato nel tempo il rapporto tra uomo e donna soprattutto
per un bisogno di quest’ultima di vedersi riconosciuti legittimamente i propri figli e i propri diritti
economici. Abbiamo visto come secondo Weber il calcolo economico, che caratterizza sempre di
più la famiglia, porta a una disgregazione delle vecchie funzioni familiari (affettiva, economica,
politica, autoritaria, biologica, culturale, sociale e simbolica) e dei ruoli svolti in essa, e un crescente
individualismo. Ora è il potere politico e non più il clan o la famiglia a proteggere gli individui, ma
sono le agenzie di socializzazione esterne a fornire l'educazione all'individuo facendolo allontanare
sempre prima dalla comunità domestica che non è più il principale sostentamento degli individui,
ma è solo un luogo di consumo. Il lavoro si specializza e la sua ereditarietà si slega dai legami di
parentela. Una volta che i figli raggiungono la posizione sociale ambita la famiglia ha dato alla
società la specializzazione professionale di cui aveva bisogno concludendo il suo compito.
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BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
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
“FAMIGLIA E SOCIOLOGIA” A. CENSI, PEARSON, 2014
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