dio - gruppo 1

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DIO - GRUPPO 1
(video Simpson – videogioco) http://www.youtube.com/watch?v=vByo5bPNDJ0
Alcuni spunti di riflessione
La provocazione iniziale ci invita a riflettere sull’immagine di Dio:
 Dio è una sorta di «Grande Fratello» a cui non scappa nulla e che ci spia per coglierci in fallo?
 Dio è un «mago» a cui ricorrere perché ci risolva il problema di un compito in classe?
 Dio è un’entità astratta che sta nei cieli, che ci circonda e ci avvolge… che ci fa stare bene ma non
ha niente a che fare con la nostra vita?
 L’uomo è il personaggio di un videogioco costruito da Dio?
 Un «burattino» nelle sue mani?
Prima che una questione di nomi… Dio è una questione di IDENTITÀ:
 A quale Dio diamo fiducia?
Lavoro di gruppo
1. Aiutare i ragazzi a riflettere sulla loro immagine di Dio (con aggettivi, simboli…). Per rompere il ghiaccio
mostrare loro delle immagini (v. fotocopie) e chiedere a ciascuno quale associano a Dio… perché?
L’animatore che guida il gruppo ne prende nota sul cartellone. Si discute brevemente sull’immagine di
Dio emersa dal confronto… mettendo in luce come a volte il nostro modo di credere nasconda il vero
volto di Dio (v. spunti di riflessione).
2. Chiedere ai ragazzi di pensare a Gesù - egli ci ha mostrato il volto del Padre - e di condividere cosa li
affascina… cosa crea loro problemi… cosa c’entra la fede in questo Dio con la nostra vita?
L’animatore che guida il gruppo ne prende nota sul cartellone.
3. Al termine del confronto invitare il gruppo a scrivere il «proprio» credo, la propria professione di fede…
«Credo in Dio, perché…» (simbolicamente il foglio potrebbe essere arrotolato come il testimone di una
staffetta).
1
CONOSCERE/TESTIMONIARE - GRUPPO 2
(video Griffin) http://www.youtube.com/watch?v=WnvRa7nhvkQ&feature=related
Alcuni spunti di riflessione
La provocazione iniziale ci invita a riflettere su ciò che effettivamente conosciamo della nostra fede e sul
fatto che spesso quando siamo chiamati a spiegare e a dare ragione di Colui in cui crediamo/di ciò in cui
crediamo ci troviamo in difficoltà. Se vogliamo veramente dare fiducia a Dio, mettere la nostra vita nelle
sue mani, dobbiamo «frequentarlo» e conoscerlo. Per svolgere al meglio il nostro servizio educativo tra i
bambini/ragazzi è importante prendersi cura della propria vita spirituale, valorizzare l’incontro personale
con Cristo attraverso i Sacramenti, l’ascolto della Parola, il confronto con gli altri animatori… l’incontro con
Cristo sostiene e rafforza la passione educativa, perché sappiamo che solo chi ha udito, visto con i propri
occhi, contemplato e toccato con le proprie mani, può raccontare che il Signore è la sua vita e la sua gioia.
Lavoro di gruppo
1. Consegnare a ciascuno ragazzo una scheda di lavoro (v. allegato), da compilare personalmente.
2. Aprire il confronto. Aiutare i ragazzi a riflettere sui luoghi dove si può incontrare/fare esperienza di Dio e
sul perché alcuni luoghi/esperienze favoriscono questo l’incontro e perché, altri, al contrario, sono
vissuti con più difficoltà.
Invitare ciascun ragazzo a raccontare, se lo desidera, un’esperienza in cui ha fatto esperienza di
Dio/ha sentito Dio particolarmente vicino.
3. Al termine del confronto invitare il gruppo a individuare i tre luoghi più significativi dove è possibile
incontrare/fare esperienza di Dio.
Quali sono i luoghi/le esperienze dove più facilmente possiamo incontrare/fare esperienza di Dio?
 = per nulla
 = poco
 = così così (con difficoltà)
 = abbastanza
 = molto
Gita in montagna
Amicizie e relazioni
Servizio a chi è in difficoltà
S. Messa
Lettura della Parola di Dio
Preghiera personale/in gruppo
Gruppo animatori
Ritiri, due giorni, esperienze forti








































Altro_________________________________________________________________
2
PREGHIERA - GRUPPO 3
(video Simpson) http://www.youtube.com/watch?v=pJX_Had42q8
Alcuni spunti di riflessione
La provocazione iniziale ci invita a riflettere sull’importanza di curare la propria relazione con Dio,
attraverso al preghiera. La preghiera, infatti, è un “veicolo di dialogo” indispensabile: ci riporta a Dio, ci ridà
la giusta dimensione delle cose, ci consola, ci protegge, …!
Bisogna accompagnare i ragazzi a prendere consapevolezza del loro modo di pregare, accompagnandoli
nella ricerca di modalità autentiche di vivere la propria fede e quindi la propria preghiera.
Certo occorre fare i conti con le difficoltà di ogni giorno, che rendono l’arte del pregare un’impresa ardua.
“Non riesco a trovare il tempo”; “Faccio fatica a trovare le parole da dire”; “Non capisco che senso abbia
continuare a ripetere formule a memoria”; “Dio non esaudisce mai le mie richieste”; “Non sono più un
bambino”: sono solo alcune espressioni raccolte qua e là, a testimonianza della fatica del pregare. Ma la
causa più profonda e più vera che fa della preghiera un’impresa ardua è la sensazione di un dialogo muto,
senza risposta alcuna, come parlare ad una pianta; un parlare asettico, senza segni di affetto e di vita. Della
serie: “Dio, se ci sei, batti un colpo!”.
L’importante, al di là delle “soddisfazioni” e dell’umana fatica del pregare, è arrivare a comprendere che il
frutto della preghiera consiste nell’incontro, nel cammino e nella scoperta di una Persona di cui noi siamo
immagine e somiglianza.
Lavoro di gruppo
1. “Brainstorming” parola preghiera.
2. Aprire il confronto a partire da quello che è emerso dal brainstorming (cercando di fare sintesi di quanto
scritto dai ragazzi). Per facilitare la discussione, si possono rivolgere ai ragazzi queste domande:
-
cosa ci spinge a pregare? (l’abitudine, il compito in classe, una situazione difficile, …)
in quali occasioni è più facile pregare? (da soli, in gruppo, in chiesa, in montagna, …)
come preghi? (dico sempre le solite preghiere, cambio preghiere ogni volta, mi rivolgo a Dio
come fosse un amico…)
cosa rende faticosa o difficile la preghiera? (mi stanco, mi annoio, non so cosa dire, …)
cosa ti piace della preghiera?
4. Al termine del confronto invitare il gruppo ad inventare delle modalità/dei segni per invitare i bambini
a pregare la sera (ad esempio, costruire un dado…).
3
MOTIVAZIONE GRUPPO 4
(video dr. House) http://www.youtube.com/watch?v=WPidcS8cyFE&feature=related
Alcuni spunti di riflessione
La provocazione iniziale ci invita a riflettere sull’importanza di avere dentro di noi – e di conseguenza di
coltivare – passioni grandi, per le quali vale la pena mettere in gioco sé stessi e dare la vita.
Anche per svolgere un servizio educativo è necessaria una passione autentica, una motivazione che vada
oltre il «mi piace». Solo una motivazione profonda, infatti, può sostenere nelle difficoltà e dare continuità al
proprio servizio. Solo se le motivazioni sono profonde e serie sarà naturale «essere se stessi», senza invidie
e senza protagonismi.
Lavoro di gruppo
1. Consegnare a ciascuno ragazzo un «animometro», da compilare personalmente.
2. Aprire il confronto a partire dalla classifica dei ragazzi:
- quali motivazioni hanno ottenuto un valore più alto, perché?
- cosa da forza ad una motivazione?
- ritieni che sia importante far emergere le motivazioni che ti muovono ad intraprendere la strada
dell’animazione? Perché?
- È importante condividere con gli altri animatori le proprie motivazioni. Perché?
3. Al termine del confronto invitare il gruppo a inventare e a mimare uno spot pubblicitario per
coinvolgere altri ragazzi nel servizio di animazione…
4.
ANIMOMETRO
Ecco alcuni motivi per i quali si può desiderare di cimentarsi nell’animazione. Fa’ una graduatoria delle tue
scelte:
(nel primo riquadro) scrivi l’ordine di importanza delle motivazioni che hai scelto: 1 = la più importante; 2 =
la seconda per importanza; 3 = la terza per importanza…
(nel secondo riquadro) con ? se hai degli interrogativi
VOTO ? ANIMARE… PERCHÈ
per conoscere altra gente…
è una possibilità per conoscermi e valorizzare i miei talenti
me l’ha chiesto il don
ho voglia di impegnarmi in un servizio per gli altri
perchè è figo!!!
perchè sono stato animato e ora tocca a me
mi piace il gruppo animatori
mi hanno chiesto e ho detto sì senza pensarci
mi piace stare con i bambini
è un modo per passare l’estate
4
mi piace testimoniare le cose in cui credo
per trovare il/la ragazzo/a
perchè si aiutano i bambini a crescere
per testimoniare ai bambini che è bello essere cristiani e che la
fede non è un optional nella vita
perché lo fanno tutti i miei amici
perchè ci si diverte
perché qualcuno deve pur farlo
perchè finalmente sono grande
perché così comando io
perchè a casa mi stufo
perché i bambini poi mi vogliono bene
perchè così divento importante
perché voglio cambiare il mondo
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SERVIZIO
GRUPPO 5 (video Scrubs)
http://www.youtube.com/watch?v=NsMfjx_pa_g&feature=related
Alcuni spunti di riflessione
La provocazione iniziale ci invita a riflettere su come i nostri atteggiamenti/comportamenti influiscano sulle
relazioni e sull’andamento dell’attività. Per svolgere al meglio il nostro servizio è importante prendere
coscienza del proprio modo di rapportarsi agli altri e fare tutto il possibile per creare un clima di accoglienza
e di collaborazione.
1. Invitare ciascun componente del gruppo a scrivere 5 situazioni/cose che un animatore non dovrebbe
mai fare se vuole vivere davvero bene il proprio servizio e la relazione con i bambini/gruppo animatori:
per vivere bene il servizio non si deve mai… (fare riferimento a situazioni concrete).
2. Aprire il confronto, mettendo in luce che per vivere bene la dimensione del servizio è necessario
maturare alcune «note di stile». Ciò che rende unica e speciale un’esperienza di animazione è
soprattutto ciò che non si vede ma… si respira nell’aria. La modalità di stare con i ragazzi e tra animatori,
lo stile delle relazioni e della comunicazione, il «come» e non solo il «che cosa»; tutto ciò si vive e si
realizza insieme, ogni giorno. Chi sceglie di essere animatore è chiamato ad essere d’esempio per i più
piccoli e a mostrare coerenza in ogni momento:
-
hai già avuto occasione di riflettere sull’importanza del «modo» in cui agisci? In quale
circostanza?
ritieni sia importante condividere lo stesso «stile» all’interno del gruppo animatori? Cosa si può
fare per favorire uno stile condiviso?
3. Al termine del confronto invitare il gruppo a scrivere la «ricetta» per la torta del «buon servizio».
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LAVORO DI SQUADRA
GRUPPO 6 (video gruppo) http://www.youtube.com/watch?v=_CcGJd2Zwmw
Alcuni spunti di riflessione
La provocazione iniziale ci invita a riflettere sull’importanza di fare squadra e di condividere i propri talenti.
Lavorare in gruppo non è facile, anzi è molto esigente! Però rappresenta lo strumento più efficace per
favorire il raggiungimento degli obiettivi e per far fronte alle difficoltà.
1. “Giro” di presentazioni: alle informazioni generali (nome, cognome, attività, ecc…) si può chiedere da
quanto tempo ciascun ragazzo svolge servizio in oratorio e condividere una cosa bella dell’essere
animatore…
2. Attività: costruzione quadrati.
3. Aprire il confronto.
4. Al termine del confronto invitare il gruppo ad inventare una scultura - con il proprio corpo - che faccia
capire cosa significa fare squadra.
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