“VOI DUNQUE PREGATE COSI’”(MT6,9) IL PADRE NOSTRO COME ITINERARIO
PER LA CONVERSIONE DELLE CHIESE
Il gruppo del SAE di Livorno con il Ce.Do.Mei, ha organizzato presso la Parrocchia della Sacra
Famiglia, un incontro di riflessione sul Padre Nostro a partire da una recente pubblicazione del
Gruppo di Dombes su questa preghiera nei Vangeli secondo Matteo e Luca. Da diversi anni le
Chiese quando si ritrovano, pregano la preghiera del Signore con la stessa traduzione e questo deve
far si che tutti coloro che per mezzo del Battesimo diventano figli dello stesso Padre e fratelli e
sorelle in Gesù Cristo che è il “Figlio primogenito del Padre Nostro” , lo diventino sempre di più. Il
prof. Andrea Zargani, diacono, in questo percorso di conversione, essenziale alle nostre Chiese
nella prospettiva dell’unità, ha posto l’attenzione su come durante i secoli, questa che avrebbe
dovuto essere compresa nello stesso modo, ha manifestato forti tendenze alla
“confessionalizzazione”, perdendo di vista la comunione ecclesiale e talvolta addirittura la
ostacolava. Guardando dunque alla storia, i due più antichi commentari sul Padre Nostro sono
quelli dei Padri della Chiesa: Tertulliano del II secolo di tradizione latina e Origene di quella greca
del III secolo. Il primo, ha una impostazione più pratica, anche morale e invita i fedeli a recitarla più
volte nella giornata; il secondo invece pone più l’attenzione all’aspetto spirituale dovuto ad un
percorso interiore che risente anche della filosofia del suo ambiente religioso. Comunque tutti i
grandi Padri, tra cui Cipriano, Ambrogio, Cirillo di Gerusalemme, Agostino, hanno sempre
guardato a questa preghiera sia per le catechesi battesimali, sia quando hanno redatto dei trattati
sulla preghiera, o hanno scritto rapporti sulle pratiche dei cristiani per uso liturgico e privato. Nel
Medio Evo, si continua la tradizione dei Padri e bisogna arrivare al periodo della Riforma per
coglierne l’aspetto confessionale. Infatti Lutero ne evidenzierà la fedeltà al Vangelo con una
relazione intima con Dio che perdona direttamente senza la mediazione sacerdotale. Calvino si
sofferma più sull’aspetto del “pane quotidiano” che viene donato da Dio insieme alla remissione dei
peccati. La Chiesa Cattolica specie con Bellarmino e con la revisione dei catechismi, pone più
attenzione alle differenze con le altre Chiese, e per molte generazioni i cattolici hanno imparato a
pregare per il ritorno dei dissidenti all’unità della Chiesa cattolica, nel senso confessionale del
termine e non a pregare in comunione con loro. Bisogna arrivare al ‘900 e al Concilio Vaticano II
perché come già detto, esso diventi la preghiera comune delle Chiese. Il Pastore Valdese, Marco
Fornerone, a partire dall’analisi biblica ha posto l’attenzione sulle radici ebraiche perché partendo
dal Vangelo secondo Matteo il testo del Padre Nostro presenta molte affinità con l’antica tradizione
che risale all’epoca della costruzione del secondo tempio, nel VI secolo a. C. e nella liturgia ebraica
sinagogale, la preghiera del Qaddish recitata in aramaico presenta domande simili a quelle del
Padre Nostro. Un accento particolare è stato posto sulla richiesta del “non indurci in tentazione”
che viene vista come una funzione pedagogica da parte di Dio perché vuole provare la nostra fede e
ci vuole condurre alla piena comunione con lui.