MVE - ASL To2

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SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE
REGIONE PIEMONTE
Azienda Sanitaria Locale TO2
Costituita con D.P.G.R. n. 81 del 17.12.2007
Codice Fiscale/Partita Iva 09737190018
Sede legale: c.so Svizzera, 164 - 10149 TORINO
 011/4393111
A.S.L. TO2
Azienda Sanitaria Locale
Torino
OSPEDALE AMEDEO DI SAVOIA
DIREZIONE SANITARIA - SERVIZIO INFERMIERISTICO
e DIPARTIMENTO DI MALATTIE INFETTIVE
Misure organizzative e procedure operative per la gestione di
casi e contatti da malattia da Virus Ebola (MVE)
presso l’Ospedale Amedeo di Savoia
Aggiornato al
19/11/2014*
REDAZIONE
Direzione Sanitaria
Ospedale Amedeo di Savoia
Direzione Sanitaria
Ospedale Amedeo di Savoia
Servizio Infermieristico
Ospedale Amedeo di Savoia
Servizio Infermieristico Ospedale Amedeo
di Savoia
Responsabile Infermieristico Dipartimento
Integrato Malattie Infettive
Dott. Michele MORANDI
Dott.ssa Rosalia BIVONA
Dott.ssa Alessandra MONZEGLIO
Dott.ssa Elisa ORSINI
C.P.S.E. Duilia MAZZURI
COLLABORAZIONE
S.C. Rischio Infettivo
S.C. Rischio Infettivo
S.C. Malattie Infettive I
S.S. Accettazione
C.P.S.E. Paola BERTO
C.P.S.E. Katia FANTON
Dott.ssa Valeria BORGOMANERO
C.P.S.E. Angelo DE GIOVANNI
Direzione Sanitaria
Ospedale Amedeo di Savoia
S.C. Rischio Infettivo
S.C. Microbiologia e Virologia
S.C.dU. Malattie Infettive
a Direzione Universitaria
S.C. Malattie Infettive I
S.S. Accettazione
Dott.ssa Maria Teresa SENSALE
VALIDAZIONE
* Il seguente documento è soggetto a periodici aggiornamenti
1
Dott. Antonio MACOR
Dott.ssa Valeria GHISETTI
Prof. Giovanni DI PERRI
Dott. Pietro CARAMELLO
Dott. Bernardino SALASSA
SOMMARIO
1 Premessa
2. Introduzione
2.Brevi cenni generali sul virus Ebola
2.2 Situazione epidemiologica attuale
2.3 Manifestazioni cliniche di MVE
2.4 Definizioni di caso
3. Gestione del paziente presso l’Ospedale Amedeo di Savoia
3.1 Triage in Accettazione
3.2 Procedure per il ricovero del paziente
3.3 Comportamenti durante il ricovero
3.4 Aspetti di laboratorio
3.4.a) Diagnosi differenziale con altre patologie
3.4.b) Diagnosi specifica (ricerca del genoma del Virus Ebola)
3.5 Trasporto campioni ai laboratori
4. Allegati
Allegato 1
Allegato 2
Allegato 3
Allegato 4
Allegato 5
Allegato 6
Allegato 7
Allegato 8
Allegato 9
Allegato 10
Allegato 11
Allegato 12
Allegato 13
Allegato 14
Allegato 15
Tabelle categorie
Scheda di Triage paziente
Piantina dell’Accettazione
Scheda di Triage accompagnatore
Vestizione Dispositivi di Protezione Individuale (D.P.I.)
Svestizione Dispositivi di Protezione Individuale (D.P.I.)
Modalità di disinfezione e sanificazione
Flow chart del percorso
Elenco numeri di telefono
Ruolo del tutor
Modalità di sorveglianza sanitaria dei contatti
Modalità di sorveglianza sanitaria degli operatori
Gestione delle salme
Modalità di trattamento e smaltimento dei rifiuti
Servizio di trasporto medico infettivologo e D.P.I.
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1 . Premessa
Il presente documento si basa sulla situazione epidemiologica internazionale di
diffusione del Virus Ebola al 14 ottobre 2014. Tale situazione epidemiologica può mutare
nel tempo. Gli aggiornamenti del presente documento terranno necessariamente in
considerazione gli eventuali mutamenti dello scenario internazionale.
La procedura è stata redatta dal gruppo di lavoro composto dalla Direzione Sanitaria di
Presidio Amedeo di Savoia, dall’Ufficio Infermieristico e dal Dipartimento Integrato di
Malattie Infettive con riferimento al documento dell’Unità di crisi dell’INMI Lazzaro
Spallanzani di Roma, applicata al contesto del Comprensorio Amedeo di Savoia, per la
gestione di casi di Malattia da Virus Ebola (MVE), tenuto conto delle indicazioni emanate
dal Ministero della Salute e dagli organismi internazionali (in particolare CDC e OMS).
Per informazioni costantemente
consultabili
i
siti
dell’OMS
aggiornate
sull’andamento dell’epidemia
(http://www.who.int/csr/disease/ebola/en/),
e
sono
dell’CDC
(http://www.cdc.gov/vhf/ebola/).
Aggiornamenti epidemiologici in italiano sono consultabili sul sito del Ministero della
Salute
(http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_3_4.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=a
vvisi&tipo=eventiEpidemici)
3
2. Introduzione
2.1 Brevi cenni generali sul virus Ebola
La malattia da Virus Ebola (MVE), precedentemente conosciuta come febbre
emorragica Virale da Ebola Virus, è una malattia grave, spesso fatale, causata da un
Filovirus. Se ne conoscono 5 specie, di cui 4 patogene per l’uomo. Il primo di questo
gruppo di Virus fu scoperto nel 1976 nella Repubblica Democratica del Congo (allora
chiamata Zaire), da allora più di 20 epidemie si sono verificate principalmente in aree
remote dell’Africa centrale, causando da poche decine ad alcune centinaia di casi, con
letalità fino al 90%.
ll serbatoio dell’infezione è rappresentato con ogni probabilità da alcune specie di
pipistrelli. Occasionalmente, l’infezione viene trasmessa ad un ospite secondario (l’uomo e
altri animali), che sviluppa la patologia. L’uomo contrae solitamente la malattia attraverso il
contatto (caccia, macellazione, consumo alimentare) con carni di animali infetti (più
frequentemente scimmie), o, più raramente, attraverso il contatto diretto con i pipistrelli
portatori. Una volta contratta, la MVE si trasmette direttamente da uomo a uomo.
Il periodo di incubazione è mediamente di 8-10 giorni con un range di 2-21 giorni.
La MVE è altamente trasmissibile attraverso il contatto diretto con sangue infetto,
secrezioni, tessuti, organi o altri fluidi corporei incluse le secrezioni salivari (droplet) di
persone infette, vive o morte. Finora non è mai stata documentata trasmissione del virus
per via aerea. Il rischio di trasmissione del virus da persona a persona è più alto durante le
fasi avanzate della malattia. Una revisione della letteratura indica un basso rischio di
trasmissione nella prima fase della malattia (intorno ai primi sette giorni). La trasmissione
dell' infezione finora non è mai stata descritta durante il periodo di incubazione (cioè,
prima che il paziente diventi sintomatico) così come non è stata descritta alcuna
trasmissione senza un contatto diretto o indiretto con oggetti contaminati.
Le strutture sanitarie sono considerate ad alto rischio di trasmissione se non vengono
osservate le adeguate misure di prevenzione. Il rischio di trasmissione agli operatori
sanitari è correlato con il livello di adesione alle misure di prevenzione comunemente
previste (precauzioni standard e modalità di trasmissione) o specifiche per l’assistenza ai
pazienti con MVE, alla tipologia delle cure prestate e allo stadio clinico della malattia. Il
rischio di trasmissione è considerato maggiore in caso di esecuzione di procedure
invasive, per un paziente che manifesti diarrea, vomito o sanguinamenti, o in caso di
4
intensa sintomatologia.
l Virus Ebola sono classificati come agenti che necessitano, per la loro manipolazione in
laboratorio, di un livello di biosicurezza 4 (BSL-4; gruppo di rischio 4).
2.2 Situazione Epidemiologica Attuale
Dal Dicembre 2013 la più estesa epidemia di MVE mai registrata si sta verificando
nell’Africa Occidentale, in Guinea, Liberia, Sierra Leone, e in parte anche in Nigeria. Al 6
Ottobre 2014, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) riporta più di 7000 casi, tra
cui circa 3800 decessi. In particolare sono stati registrati più di 380 casi tra gli operatori
sanitari.
Al momento della stesura di questa procedura, l’epidemia è in rapida espansione in
Liberia, continua a causare nuovi casi in Guinea e Sierra Leone, mentre è definitivamente
contenuta in Nigeria.
2.3 Manifestazioni cliniche di MVE
La MVE in genere esordisce con una sindrome simil-influenzale (febbre e profonda
astenia), spesso accompagnata da artralgie, mialgie, cefalea, anoressia e, talora,
singhiozzo. Questa sintomatologia è spesso seguita da sintomi gastrointestinali (nausea,
vomito e diarrea). Talora i pazienti lamentano disfagia.
l sintomi tipici sono:
Caratteristiche precoci:
-
intensa stanchezza,
-
astenia
-
comparsa improvvisa di febbre (38,6°C ascellare)
-
cefalea
-
mialgia
-
artralgie
-
singhiozzo
-
congiuntivite
-
nausea ed anoressia
-
mal di gola e disfagia
-
dolore addominale
-
diarrea (sanguinolenta o meno)
5
Caratteristiche tardive:
-
confusione ed irritabilità
-
crisi convulsive
-
dolore toracico
-
diarrea (acquosa o sanguinolenta)
-
vomito (talora emorragico)
-
rush cutaneo
-
sanguinamento interno o esterno
-
aborto nelle gravide
-
distress respiratorio
-
shock
Caratteristiche delle emorragie:
-
stillicidio da punti di prelievo
-
epistassi
-
ecchimosi, petecchie
-
ematemesi
-
emottisi
-
emorragia gengivale
-
emorragia congiuntivale
-
sanguinamento vaginale non spiegabile
-
ematuria
La gravità della malattia può dipendere da vari fattori: presenza di co-morbidità; risposta
immune dell’individuo; modalità e durata di esposizione; dose infettante; stadio della
malattia (fase iniziale o avanzata).
I fenomeni emorragici sono in genere tardivi; talora si verificano emorragie interne.
Nella fase tardiva la febbre può essere assente, ovvero si può avere un periodo di
apiressia seguito da ripresa febbrile (andamento bifasico). I pazienti con MVE possono
presentarsi in stato di shock a causa di intensa emorragia (evidente o interna) o per
l’insorgenza di una sepsi. Un’importante disidratazione è spesso frequente nei pazienti
con MVE. Il supporto intensivo è la sola modalità di gestione clinica con impatto positivo
sulla prognosi del paziente.
2.4 Definizioni di caso
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Il Ministero della Salute, mediante la Circolare del 6 Ottobre 2014, ha approntato le
definizioni di caso da utilizzare in ambito nazionale. Come per ogni altra definizione di
caso, queste possono cambiare, anche sostanzialmente, al mutare della situazione
epidemiologica nazionale ed internazionale (Allegato 1 Tabelle categorie).
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3. Gestione del paziente
presso l’Ospedale Amedeo di Savoia
Un caso sospetto, probabile o confermato di MVE può arrivare all’Ospedale Amedeo di
Savoia attraverso varie modalità. Il paziente può essere trasferito da altro ospedale
dell’ASL TO2 o da altra struttura sanitaria di Torino e Provincia o, presentarsi
spontaneamente presso l’Accettazione. La gestione di questi pazienti differisce
esclusivamente nelle prime fasi, mentre è completamente sovrapponibile a partire dal
momento del ricovero.
3.1 Triage in Accettazione OAS
L’infermiere, fin dal primo contatto via citofono, attraverso la zona filtro, cosidetta
“bussola”, dovrà valutare se il paziente ricade nella definizione di “caso sospetto” ponendo
domande specifiche per valutare se presenti uno o più sintomi come elencati nel criterio
clinico e se abbia visitato una zona affetta da MVE entro i 21 giorni precedenti la
comparsa dei sintomi (Allegato 2 Scheda di Triage paziente).
Nel caso in cui il paziente venga considerato come “caso sospetto”, l’infermiere dovrà:
-
tempestivamente indicare alla persona le modalità di accesso diretto all’area
dedicata all’isolamento in accettazione, attraverso il percorso esterno appositamente
identificato e dedicato (Allegato 3 Piantina dell’Accettazione).
-
una volta raggiunta la stanza di isolamento dell’Accettazione, raccomandare al
paziente di:
 effettuare l’igiene della mani
 indossare la mascherina chirurgica
 attendere il personale di assistenza per eventuali richieste
 non uscire fuori di essa
-
chiamare prontamente il Medico di Guardia
Successivamente, l’infermiere, dotato di guanti, procederà alla scrupolosa sanificazione
del citofono con panno monouso imbevuto di ipoclorito di sodio (Allegato 7 Modalità di
disinfezione e sanificazione).
Nel caso in cui la sala di attesa o la stanza di isolamento sia già occupata da altro
paziente non in valutazione per MVE, quest’ultimo dovrà essere trasferito presso il locali
liberi del Centro Prelievi Unificato (stanza dedicata ai prelievi difficili), dando priorità al
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paziente con MVE.
Evitare che i due pazienti vengano in contatto.
L’infermiere procederà inoltre a raccogliere generalità e contatti (compresi numeri
telefonici) degli accompagnatori che saranno valutati dallo stesso secondo una griglia
definita (Allegato 4 Scheda di Triage accompagnatore), che verrà ulteriormente indagata
dal medico di Accettazione.
Il Medico di Guardia, accompagnato dall’infermiere, attraverso il percorso dedicato
raggiungerà la stanza adiacente a quella di isolamento dove procederanno alla vestizione
con DPI (Allegato 5 Vestizione DPI). Il medico effettuerà una valutazione di gravità delle
condizioni cliniche, confermando o meno la definizione di caso. Il medico attuerà
direttamente nella stanza di isolamento ogni trattamento ritenuto necessario se urgente e
non differibile. Inoltre informerà il paziente sulle misure precauzionali che verranno messe
in atto.
In tutti i casi:
-
dovranno essere applicate le procedure per la corretta rimozione dei DPI
(Allegato 6 Svestizione DPI);
-
occorre limitare il numero di operatori esposti e registrarne le generalità (il Medico di
Guardia, l’Infermiere di Accettazione dedicato all’assistenza);
-
occorre limitare al minimo ogni procedura invasiva in Accettazione, a meno che non
sia urgente e non differibile;
-
i dispositivi dedicati alla rilevazione dei parametri vitali del paziente dovranno essere
esclusivamente monopaziente, fino a quando il sospetto di MVE non sia escluso e
comunque andranno sanificati all’interno della stanza dopo l’eventuale trasferimento
del paziente alla degenza attraverso le procedure di sanificazione specifiche
(Allegato 7 Modalità di disinfezione e sanificazione).
Il Medico di Guardia, sulla base dell’approfondimento anamnestico può:
a) escludere che il paziente sia un caso sospetto;
b) classificare il paziente come un caso sospetto:
 con criterio epidemiologico “a basso rischio”
 con criterio epidemiologico “ad alto rischio”
Nel caso a), il Medico di Guardia può sospendere l’isolamento (se non ne sussiste la
necessità per altre cause), e proseguire la gestione del paziente attraverso le procedure
del caso.
Nei casi b) (con criterio epidemiologico a basso o alto rischio), secondo le indicazioni
9
della Circolare Ministeriale del 6 ottobre 2014, il paziente verrà ricoverato presso la
porzione di degenza dedicata presso il Padiglione “N” (De Mattia) piano terra, ingresso
posteriore.
Il medico o l’infermiere avvisano (Allegato 9 Elenco numeri di telefono) la Direzione
Sanitaria e il Servizio Infermieristico. In orario notturno e festivo avvisano il Coordinatore
infermieristico che si occuperà di avvisare la Direzione Sanitaria e Il Servizio
Infermieristico.
La Direzione Sanitaria e il Servizio Infermieristico (il Coordinatore infermieristico in
orario notturno e festivo), una volta allertati circa la presenza di un caso sospetto, devono
prontamente:
-
attivare il personale infermieristico nel seguente modo :
 e’ previsto il distacco di due infermieri dall’ equipe del reparto De Mattia Piano
Terra da dedicare presso la porzione di reparto
ad
alto isolamento. Un
infermiere sarà direttamente coinvolto nell’ assistenza insieme al medico di
guardia e il secondo infermiere avrà lo specifico ruolo di tutor ( Allegato 10
Ruolo dell’infermiere tutor);
 è prevista l’attivazione dell’infermiere reperibile o, se in giorni e in orari
compatibili,il distacco di
un infermiere dei Servizi diurni del Dipartimento
Integrato di Malattie Infettive. Questo infermiere presterà servizio presso la
restante porzione di reparto dedicata alla degenza ordinaria. A suo fianco sarà
attivato un secondo infermiere scelto tra gli infermieri presenti in accettazione o
nei restanti reparti del Dipartimento;
 disporre le modalità di trasporto del paziente.
In tutti i casi il Medico di guardia:
-
prescrive gli esami diagnostici urgenti e non differibili, previa comunicazione ed
accordo con il Laboratorio dell’Ospedale Spallanzani di Roma
-
partecipa nelle procedure per la corretta rimozione dei DPI
(Allegato 6 Svestizione DPI)
Il Medico di guardia e la Direzione Sanitaria OAS daranno indicazioni e disposizioni
sulla dare indicazioni e disposizioni sulla sanificazione al termine del ricovero presso il
servizio di Accettazione (Allegato 7 Modalità di disinfezione e sanificazione).
La Direzione Sanitaria procede alla comunicazione del caso sospetto al Ministero della
Salute .
10
3.2 Procedure per il ricovero del paziente
Le procedure per il ricovero del paziente sono sovrapponibili sia nel caso di paziente
presentatosi spontaneamente in Accettazione, sia nel caso di paziente trasferito da altre
strutture, secondo la flow chart del percorso del paziente (Allegato 8 Flow chart del
percorso) .
In caso di paziente già annunciato, inviato da altra struttura, questi dovrà essere
direttamente trasferito presso la stanza di degenza dedicata senza passare attraverso i
locali dell’Accettazione.
Il paziente verrà trasportato nella porzione di reparto dedicata (reparto De Mattia
Padiglione “N” piano terra - ingresso posteriore), sulla base di una valutazione: a piedi, in
carrozzina
o
in
barella
facendogli
indossare
mascherina
chirurgica
e
guanti,
accompagnato dal personale dedicato dell’Accettazione dotato degli opportuni DPI, come
già elencato per l’accettazione del paziente nella stanza di isolamento.
Qualora il paziente dovesse essere trasportato da un’ambulanza del Servizio “118”
presso l’OAS, egli sarà destinato direttamente all’isolamento presso la degenza dedicata
del Padiglione “N” piano terra - ingresso posteriore, a condizione che l’inquadramento
sintomatologico ed epidemiologico sia stato già effettuato da un Medico Infettivologo,
Una volta ricoverato, il paziente verrà preso in carico da un Medico Infettivologo del
Reparto dedicato.
Va precisato che il Medico del Reparto dedicato dovrà concordare con i Centri di
riferimento Nazionale, Ospedale Spallanzani di Roma, le modalità per il trasporto dei
campioni, per l’effettuazione del test specifico e/o il trasferimento del paziente presso le
suddette strutture.
3.3 Comportamenti durante il ricovero.
Durante il ricovero, il paziente dovrà essere gestito dal Medico di Reparto, da
un’Infermiere del Reparto dedicato e da un Infermiere tutor del Reparto dedicato per un
massimo di 12 ore consecutive. La Direzione Sanitaria e il Servizio Infermieristico (il
Coordinatore Reperibile in orario notturno e festivo) provvederanno alla turnazione.
Consultare gli allegati relativi alla vestizione e svestizione dei DPI (Allegati 5 Vestizione
D.P.I. e Allegato 6 Svestizione D.P.I.).
Inoltre:
-
occorre ricordare l’aderenza scrupolosa a tutte le procedure standard, compreso il
lavaggio delle mani e l’applicazione delle misure per la prevenzione degli incidenti
11
con aghi e taglienti;
-
occorre limitare il numero degli operatori esposti, e per ogni operatore vanno
registrate le generalità ed i tempi di assistenza al paziente;
-
i visitatori non devono essere ammessi nelle stanze di isolamento;
-
il paziente dovrà essere messo a conoscenza che ogni oggetto personale
eventualmente introdotto verrà smaltito nei rifiuti speciali nel processo di disinfezione,
qualora il paziente risultasse positivo per MVE;
-
le procedure invasive, e quelle producenti aerosol, devono essere ridotte al minimo,
ed effettuate dopo un’attenta valutazione del rapporto tra rischi per il personale e
benefici per la gestione clinica del paziente;
-
lo strumentario e le apparecchiature necessarie all’assistenza e alla diagnosi devono
essere dedicate. All’interno della stanza non deve essere introdotto alcun tipo di
materiale destinato ad essere utilizzato al di fuori dell’unità di isolamento;
-
la cartella clinica non va messa nella stanza del paziente; all’interno della stanza di
isolamento saranno presenti penne, fogli e diagrammi per la registrazione della
temperatura e/o di altre funzioni metaboliche, ecc. che non potranno essere portati al
di fuori della stessa unità di isolamento;
-
ad ogni paziente verrà consegnato un termometro individuale che successivamente,
alla dimissione, in caso di positività per MVE, verrà smaltito nei rifiuti speciali;
-
i fonendoscopi, gli sfigmomanometri e altri dispositivi non critici dovranno rimanere
all'interno della stanza di isolamento e saranno predisposti kit dedicati;
-
padelle e pappagalli dovranno essere monouso;
-
eventuali esami strumentali necessari devono essere eseguiti, quando possibile, nella
stanza del paziente e concordati tra il medico infettivologo, responsabile della
gestione clinica, e i servizi interessati;
-
per eventuali esami radiografici le cassette radiografiche da utilizzare all’interno delle
stanze di degenza debbono essere ricoperte da tripla busta di plastica sigillata prima
dell’ingresso nella stanza di isolamento. Dopo l’uso, la prima busta andrà rimossa
nella stanza del paziente, la seconda nella zona filtro e la terza all’esterno. In caso di
contaminazione della busta esterna è necessario procedere nella stanza del paziente
alla decontaminazione di essa con panno imbevuto di ipoclorito di sodio ( Allegato 7
Modalità di disinfezione e sanificazione);
-
le superfici ambientali e lo strumentario potenzialmente contaminato devono essere
disinfettati con soluzione di ipocolorito di sodio (Allegato 7 Modalità di disinfezione e
12
sanificazione).
3.4 Aspetti di laboratorio.
Le attività diagnostiche per MVE vanno limitate al minimo indispensabile, per ridurre il
rischio associato alle procedure invasive nell’effettuazione dei prelievi ed alla
manipolazione dei campioni in laboratorio.
L’elenco indicativo (come da Circolare Regionale 18969 del 10 Settembre 2014) degli esami di
laboratorio è il seguente :
-
emocromocitometrico + formula
-
bilirubina
-
GPT,GGT
-
Glicemia
-
Creatinina
-
Proteina C reattiva
-
Na+; K+
-
LDH
-
CPK
-
PT-INR; aPTT
Gli esami verranno eseguiti, in condizioni di biosicurezza adeguate.
Ogni decisione a riguardo (necessità, modalità e sede di esecuzione) sul test
diagnostico per il virus Ebola (come da Circolare Regionale 22634 del 05 Novembre 2014), può
essere assunta solo in accordo con il Centro Nazionale di Riferimento per la gestione dei
casi (Ospedale Spallanzani di Roma) che discuterà di questa eventualità con il servizio
locale di infettivologia che ha in carico la gestione del caso sospetto.
3. 4. a) Diagnosi differenziale con altre patologie
In caso di sospetta MVE la principale patologia da prendere in considerazione nel
processo di diagnosi differenziale, è la malaria. Il presidio di laboratorio attivo h24 effettua
il test rapido su campione di sangue con anticoagulante (EDTA), subito dopo l’arrivo del
campione (provetta tappo viola, 3ml) in laboratorio.
Su esiti positivi al test rapido per malaria, viene eseguita la microscopia su striscio
sottile con calcolo dell’indice di parassitemia.
In base alla storia di viaggi del paziente, nella diagnosi differenziale può essere
13
considerata anche l’infezione da virus Dengue. Anche in questo caso, sul sangue con
anticoagulanti (EDTA) viene eseguito il test rapido, che rileva sia l’antigene NS1 sia gli
anticorpi IgG ed IgM.
In caso di positività, o per ulteriore approfondimento, vengono successivamente
eseguiti i test molecolari nei primi giorni lavorativi utili.
In ogni caso va concordato con il laboratorio l’invio di eventuali ulteriori campioni utili
alla diagnosi differenziale o all’inquadramento clinico (ad esempio liquor in caso di
sospetta meningite).
Esami da svolgere:
-
Ricerca parassita malarico (mediante test rapido immunocromatografico): solo se
positivi eseguire colorazione su striscio a strato sottile
-
Emocolture (sistemi automatizzati chiusi)
I campioni biologici vanno inviati al Laboratorio nel più breve tempo possibile.
Si raccomanda l’adozione di adeguate misure di protezione da parte degli operatori che
effettuano i prelievi ed il confezionamento dei campioni.
3.4.b) Diagnosi Specifica (ricerca del genoma del virus Ebola)
Attualmente, presso il Laboratorio di Microbiologia/Virologia OAS, non è ancora
effettuabile il test molecolare per la ricerca del genoma virus Ebola.
In attesa che il Laboratorio sia operativo e comunichi le specifiche modalità
sull’esecuzione del test, si ricorda che questo può essere eseguito solo in sede
extraregionale (Ospedale Spallanzani di Roma, con certificazione BLS 4), secondo le
indicazioni e gli accordi presi dall’infettivologo direttamente con il Laboratorio in oggetto.
La provetta da inviare, previa conferma da parte del Laboratorio dell’Ospedale
Spallanzani, sarà n°1 provetta con anticoagulante EDTA (tappo VIOLA) da 6 ml, da
confezionare con diverso involucro dalle altre provette (contenitore rigido rotondo).
Saranno considerati CASI CONFERMATI, da comunicare anche a livello
internazionale, esclusivamente i casi confermati dal Laboratorio Nazionale di riferimento
“L.Spallanzani”.
14
3.5 Trasporto campioni ai laboratori.
In base agli esami effettuati dovranno essere inviati nei diversi laboratori dell’ASLTO2,
secondo le seguenti indicazioni:
-
emocromo + coagulazione (totale 2 provette)  Laboratorio Analisi OMV
-
chimico-clinica (totale 1 provetta)  Laboratorio Analisi SGB
-
malaria + emocolture (totale 1 provetta [provetta emocromo]) + flaconi emocoltura)
 Laboratorio Microbiologia OAS
Per il trasporto delle provette, sono previste le seguenti indicazioni::
-
le provette devono essere conferite in sacchettino trasporto campioni con la zip
chiusa
-
Ogni sacchettino deve essere confezionato in un BIOTRANSPORT (uno per ogni
sede di arrivo: Laboratorio SGB, Laboratorio OMV, Microbiologia OAS), che
all’interno contiene doppio sacchetto di plastica con carta assorbente.
Sul COPERCHIO del BIOTRANSPORT deve essere scritta anticipatamente la
sede di destinazione (in modo che sia visibile anche dopo il suo inserimento nella
scatola arancione con coperchio trasparente
-
Contattare l’autista affinché venga direttamente a ritirare il campione in reparto,
munito della borsa blu con almeno 2 contenitori rigidi per il viaggio su strada
(scatola arancione con coperchio trasparente). Il personale del reparto conferirà il
BIOTRANSPORT dentro ogni singola scatola arancione/trasparente. L’autista, dopo
aver consegnato il BIOTRANSPORT direttamente al personale presente in
Laboratorio, lascia il Laboratorio con il contenitore arancione/trasparente vuoto
dentro la borsa blu
-
Il BIOTRANSPORT da destinare al Laboratorio del presidio in cui è ricoverato il
paziente, viene trasportato in Laboratorio dal personale di reparto all’interno del
contenitore per il trasporto dei campioni già in uso
Si ricorda che tutti i Laboratori devono essere “allertati” PRIMA dell’invio dei
campioni !!
Consultare i numeri telefonici riportati nell’ Allegato 9 Elenco numeri di telefono.
15
Qualora si determinasse la necessità di trasportare il campione presso Il Centro
Nazionale di Riferimento Ospedale Spallanzani di Roma, questa avverrà (come da
Circolare Regionale 22634 del 05 Novembre 2014),
a cura dei presidi multizonali veterinari
piemontesi che dispongono di veicoli idonei ad effettuare il trasporto in condizioni
di sicurezza.
Per richiedere il servizio di trasporto è necessario che il medico infettivologo
attivi la reperibilità del SeREMI dell’ASL AL (come da Circolare Regionale 22634 del 05
Novembre 2014) che
confermerà il rispetto delle procure e organizzerà le operazioni.
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ALLEGATO 1
ALLEGATO 1-aggiornato al 04/11/2014
TABELLE CATEGORIE
ASINTOMATICO HA SOGGIORNATO in un’AREA INFETTA da MVE nei PRECEDENTI 21 GIORNI
Oppure HA AVUTO CONTATTO con un CASO CONFERMATO O PROBABILE di MVE nei PRECEDENTI 21 GIORNI
NON HA AVUTO
NESSUN TIPO DI CONTATTO
CON CASI CONFERMATO O PROBABILE
E’ STATO ESPOSTO A CASO PROBABILE O CONFERMATO O AI SUOI LIQUIDI BIOLOGICI/TESSUTI NEL PERIODO
SUCCESSIVO ALLA COMPARSA DEI SINTOMI
CONTATTO CASUALE
CONTATTO A BASSO
RISCHIO
CONTATTO STRETTO
CONTATTO
CONTATTO
A RISCHIO INTERMEDIO
A RISCHIO ELEVATO
Persone che hanno condiviso spazi confinati
(stesso mezzo di trasporto, stesso albergo,
ecc) con il caso, senza contatto diretto con
sangue o materiali biologici
Personale sanitario adeguatamente
protetto (precauzioni standard)
Conviventi; coloro che hanno assistito un
caso probabile o confermato, o lo hanno
toccato senza venire a contatto visibile con
fluidi corporei, o ne hanno toccato gli abiti,
o hanno manipolato campioni biologici,
senza le dovute protezioni
Coloro che hanno avuto esposizione diretta
di cute (anche integra) o mucose a materiali
biologici del paziente, ed esempio a sangue,
vomito, secrezioni respiratorie, feci, urine;
contatto viso a viso, rapporto sessuale,
punture o altre ferite penetranti con
materiale potenzialmente contaminato,
manipolazione o ricomposizione della salma
senza adeguata protezione
QUARANTENA DOMICILIARE
QUARANTENA IN REGIME DI
RICOVERO OSPEDALIERO
A carico del DIPARTIMENTO di
PREVENZIONE ASL TO1
A carico della STRUTTURA
INFETTIVOLOGICA di RIFERIMENTO
SE COMPARE LA FEBBREO ALTRI SINTOMI
SE COMPARE LA FEBBREO ALTRI SINTOMI
Trattare come CASO SOSPETTO
Trattare come CASO PROBABILE
Nessuna misura di sorveglianza
Nessuna misura di
sorveglianza
17
PAZIENTE SINTOMATICO
CRITERIO CLINICO: FEBBRE > 38,6° (o storia di febbre nelle ultime 24 ore) E UNO DEI SEGUENTI SINTOMI: MAL DI TESTA INTENSO/VOMITO, DIARREA, DOLORE ADDOMINALE/MANIFESTAZIONI
EMORRAGICHE di VARIO TIPO NON SPIEGABILI/INSUFFICIENZA MULTI-ORGANO
OPPURE UNA PERSONA DECEDUTA IMPROVVISAMENTE ed INSPIEGABILMENTE
CRITERIO EPIDEMIOLOGICO: HA SOGGIORNATO IN UN’AREA AFFETTA DA MVE NEI PRECEDENTI 21 GIORNI OPPURE HA AVUTO CONTATTO CON UN CASO CONFERMATO O
PROBABILE DI MVE NEI PRECEDENTI 21 GIORNI
STRATIFICAZIONE CRITERIO EPIDEMIOLOGICO
CRITERIO BASSO RISCHIO
contatto casuale con un paziente febbrile autonomo in grado di
deambulare
(condivisione di sala d’attesa di un mezzo pubblico)
CRITERIO ALTO RISCHIO
□
Contatto faccia a faccia (ad esempio, a meno di 1 metro di distanza) senza indossare appropriati dispositivi di
protezione individuale (inclusi quelli per la protezione oculare) con un caso probabile o confermato che presenti
tosse, vomito, emorragia, o diarrea. Contatto sessuale non protetto con una persona precedentemente
ammalata, fino a tre mesi dopo la guarigione;
□
Contatto diretto con qualunque materiale contaminato da fluidi corporei di un caso probabile o confermato;
□
Esposizione della cute (ad esempio, per puntura accidentale) o delle mucose a sangue, altri liquidi biologici,
campioni di tessuto o di laboratorio di un caso probabile o confermato;
□
Partecipazione a riti funerari con esposizione diretta alla salma nelle aree geografiche (o proveniente dalle aree
geografiche) affette, senza appropriati dispositivi di protezione individuale;
□
Contatto diretto con pipistrelli, roditori, primati, vivi o morti, nelle zone (o proveniente dalle zone) affette o con
carne di animali selvatici (“bushmeat”).
CASO SOSPETTO
CASO PROBABILE
CRITERIO CLINICO E CRITERIO EPIDEMIOLOGICO
CRITERIO CLINICO
OPPURE
E
ALMENO 1 SINTOMO TRA QUELLI ELENCATI
CRITERIO EPIDEMIOLOGICO
(inclusa la febbre di qualsiasi grado)
CON ALTO RISCHIO DI ESPOSIZIONE
E
CRITERIO EPIDEMIOLOGICO CON ALTO RISCHIO di ESPOSIZIONE
QUARANTENA IN REGIME DI RICOVERO
c/o STRUTTURA INFETTIVOLOGICA di RIFERIMENTO
Ricovero in stanza singola di isolamento,
dotata di servizi igienici
TRASPORTO CON MEZZO DEDICATO 118 presso
Ospedale Regionale di riferimento
CASO CONFERMATO
CASO CONFERMATO
DIAGNOSI IN LABORATORIO
RICOVERO
c/o STRUTTURA INFETTIVOLOGICA
INMI “L.SPALLANZANI”-ROMA
Oppure A.O. “L.SACCO”-MILANO
TRASPORTO
con VOLO SPECIALE E ISOLATORE
18
SALMA
Confezionamento della
salma come da
regolamento di polizia
mortuaria
No restrizioni nel
trasporto
ALLEGATO 2
SCHEDA DI TRIAGE PAZIENTE
SCHEDA DI TRIAGE PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI MALATTIA DA EBOLA
VIRUS (EVD) ST1
SEDE…………………………… data ___________ ora _________
Cognome _______________ Nome________________Data nascita ___________ Luogo ___________
VALUTAZIONE CLINICA
Segni e sintomi
Temperatura > 38.6°C
Specificare:………..
Malessere generale Cefalea Faringodinia Vomito Diarrea
Numero scariche…………….
Poliatromialgie Dolori addominali
Rash cutaneo
Tosse
Inappetenza
Dispnea
Iniezione congiuntivale
Singhiozzo
Dolore toracico
Manifestazioni emorragiche Sede/Descrizione…………………………….………………………
Data di comparsa dei sintomi: …………………………
VALUTAZIONE EPIDEMIOLOGICA
Soggiorno in: GUINEA
SIERRA LEONE
LIBERIA
DURATA DEL SOGGIORNO…………DATA DI PARTENZA DALLA ZONA A RISCHIO……………………
DATA DI RIENTRO IN ITALIA………………………………..
CONTATTI CON CASI DI EVD (vivi o deceduti) SI NO
CONTATTI DIRETTI E/O MANIPOLAZIONE CON ANIMALI (pipistrelli, roditori, scimmie) SI NO
PAESI DI PROVENIENZA A RISCHIO PER EVD (al 21/08/2014)
SIERRA LEONE, LIBERIA, GUINEA
Il periodo di incubazione di EVD può variare da un minimo di 2 giorni ad un massimo di 21. Pertanto, il rischio si
configura per soggetti che abbiano soggiornato in area epidemica non oltre i 21 giorni dalla comparsa dei sintomi.
Informazioni sulle zone interessate:
http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_3_4.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=avvisi&tipo=ev
entiEpidemici
VALUTAZIONE
CASO ESCLUSO
CASO SOSPETTO A BASSO RISCHIO
CASO SOSPETTO AD ALTO RISCHIO (CASO PROBABILE)
Firma dell’infermiere _______________________ Firma del medico_______________________________
19
ALLEGATO 3
PIANTINA DELL’ACCETTAZIONE
LEGENDA :
1 triage
2 sala personale sanitario
3 sala attesa
4 sala visita ( DIVENTA ZONA FILTRO IN
CASO DI SOSPETTA FEV )
5 sala isolamento / sala degenza
temporanea ( CON ACCESSO SEPARATO )
ESTERNO
6 bagno utenti
7 bagno personale
PORTA
FINESTRA
8 antibagno zona isolamento
5
PORTA
6
7
8
2
ESTERNO
PORTA
4
PORTA
3
1
FINESTRA
PORTA INGRESSO con
campanello e zona filtro
PORTA
FINESTRA
ESTERNO
20
ALLEGATO 4
SCHEDA DI TRIAGE ACCOMPAGNATORE
SCHEDA DI TRIAGE PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO
DI MALATTIA DA EBOLA VIRUS (EVD)
PER ACCOMPAGNATORE -ST2SEDE …………………..
Data: ………………………. Ora: ……………
Cognome______________________________Nome_________________________
Data di nascita______________ Luogo__________________
TIPO DI CONTATTO
CONTATTO A BASSO
RISCHIO
□
□
□
□
CONTATTO A
RISCHIO
INTERMEDIO
□
□
□
□
□
□
□
□
□
□
□
CONTATTO AD
ALTO RISCHIO
-
Stesso aereo
Stesso mezzo di trasporto
Stesso albergo
Utilizzo protezioni individuali (es.
guanti)
Convivenza con il paziente
Assistenza del caso confermato o
probabile
Abbraccio con il paziente
Manipolazione campioni biologici del
paziente senza dovute protezioni
individuali (es. guanti)
Puntura accidentale
Contatto con mucose (es. bacio)
Contatto con fluidi corporei
Rapporto sessuale
Contatto congiuntivale
Ferita penetrante
Manipolazione salme senza dovute
protezioni individuali (es. guanti)
Durata del
contatto:____________
Durata del
contatto:____________
Data ultimo
contatto:____________
VALUTAZIONE
CONTATTO A BASSO RISCHIO
CONTATTO A RISCHIO INTERMEDIO
CONTATTO AD ALTO RISCHIO
Qualifica Operatore Sanitario
Firma Operatore Sanitario
Infermiere
Medico
___________________________
21
ALLEGATO 5
VESTIZIONE DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
(D.P.I.)
Regole comportamentali durante la vestizione con i Dispositivi di Protezione
Individuale (DPI):
-
rispettare la sequenza indicata sotto l’osservazione di un secondo operatore
addestrato (tutor) e di fronte a uno specchio;
-
selezionare, tramite spunta, l’attività effettuata (a cura del secondo operatore/tutor);
-
controllare l’integrità dei dispositivi e non utilizzare dispositivi non integri;
-
scegliere i dispositivi della propria taglia prima della vestizione;
-
effettuare l'igiene delle mani prima di indossare guanti nuovi (Allegato 7 Modalità di
disinfezione e sanificazione)
DPI dispositivi di protezione individuale:
copricapo monouso (cuffia da sala operatoria)
tuta completa idrorepellente monouso
stivali in gomma
filtrante facciale FFP3
copricapo a mantellina monouso dotata di maschera chirurgica idrorepellente
incorporata
occhiali di protezione oppure visor
grembiule impermeabile monouso
doppio paio di guanti lunghi
22
VESTIZIONE DPI MVE:
TUTONE/ FILTRANTE
FFP3/ VISOR
oppure
TUTONE/ MASCHERA
PIENO FACCIALE con
FILTRI LATERALI
NELLA CAMERA “PULITA”- UTILIZZARE, se necessita, UNA SEDIA
□ RIMUOVERE OROLOGIO DA POLSO, ANELLI, FERMAGLI
□ EFFETTUARE IGIENE DELLE MANI
□ LEGARE I CAPELLI (SE LUNGHEZZA MEDIO/LUNGA) con ELASTICO (NON MOLLETTONE)
□ INDOSSARE LA DIVISA MONOUSO della propria taglia
□ SCEGLIERE LA TUTA DELLA PROPRIA TAGLIA
□ RIMUOVERE LE CALZATURE
□ EFFETTUARE IGIENE DELLE MANI
□ INDOSSARE IL COPRICAPO MONOUSO (cuffia da sala operatoria)
□ INDOSSARE 1° PAIO DI GUANTI LUNGHI
□ INDOSSARE LA TUTA INTEGRALE (non chiudere ancora la cerniera e la linguetta del mento e non alzare ancora il cappuccio)
□ AGGANCIARE L’ELASTICO DELLA TUTA AL POLLICE
□ ALLACCIARE I NASTRI DELLA TUTA INCROCIANDOLI SOPRA IL PIEDE E INTORNO ALLA CAVIGLIA (facendo un “fiocco”)
□ INDOSSARE GLI STIVALI
□ INDOSSARE IL FILTRANTE/MASCHERA PIENO FACCIALE
FILTRANTE FACCIALE FPP3
MASCHERA PIENO FACCIALE A FILTRI LATERALI (da preferire)/CON UNICO FILTRO:
o
o
o
Tempo stimato di
vestizione:
15 minuti
POSIZIONARE IL FILTRANTE SENZA INCROCIARE
GLI ELASTICI
MODELLARE IL NASELLO SUL NASO
EFFETTUARE LA PROVA DI TENUTA (chiudendo la
valvola e soffiando OPPURE mettendo le mani a
conchiglia, inspirare ed espirare: verificare che
l’aria fuoriesca NON dai bordi del filtrante)
o
o
o
o
o
o
o
RIMUOVERE LE PROTEZIONI DEI FILTRI
AVVITARE I FILTRI ALLA MASCHERA
POSIZIONARE IL FILM PROTETTIVO SULLA ZONA VISIVA COME PREDISPOSIZIONE
POSIZIONARE LA MASCHERA DA SOTTO A SOPRA
REGOLARE GLI ELASTICI DELLA MASCHERA SECONDA LA SEQUENZA PREVISTA (stringere gli
elastici laterali, stringere quelli superiori e stringere quelli sottostanti)
EFFETTUARE LA PROVA DI TENUTA (inspirare ed espirare: verificare che l’aria NON fuoriesca dai
bordi del filtrante)
ASSICURARSI CHE LA MASCHERA SIA BEN ADERENTE AL VOLTO
CHIUSURA DELLA TUTA:
o
o
MONITORAGGIO
COSTANTE da parte di n°1
OPERATORE con CHECK
LIST
CHIUSURA DELLA TUTA (con l’aiuto del secondo operatore-tutor):
POSIZIONARE IL CAPPUCCIO DELLA TUTA SUL CAPO
SIGILLARE TUTTE LE BANDE ADESIVE (una verticale e
una sotto al mento)
o
o
POSIZIONAMENTO COPRICAPO A MANTELLINA:
o LEGARE IL LACCIO POSTERIORE SUL DAVANTI
o LEGARE I TRE LACCI ANTERIORI POSTERIORMENTE AL
CAPO
INDOSSARE GREMBIULE IMPERMEABILE MONOUSO
POSIZIONARE IL CAPPUCCIO DELLA TUTA SUL CAPO, SOPRA I MARGINI DELLA MASCHERA A
PIENO FACCIALE, IN MODO CHE TUTTA LA SUPERFICIE DEL VOLTO SIA COPERTA DAI DISPOSITIVI
E NON VI SIA NESSUN TRATTO A CONTATTO CON L’ARIA AMBIENTE
SIGILLARE TUTTE LE BANDE ADESIVE (una verticale e una sotto al mento)
INDOSSARE GREMBIULE IMPERMEABILE MONOUSO
INDOSSARE OCCHIALI oppure VISOR (CON PELLICOLA
TRASPARENTE SULLA PARTE DI PLASTICA SCOPERTA)
Aggiornata al 17/11/2014
□
INDOSSARE 2° PAIO DI GUANTI LUNGHI SOPRA IL POLSINO DELLA TUTA
23
ALLEGATO 6
SVESTIZIONE DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
(D.P.I.)
Regole comportamentali durante la svestizione e la rimozione dei DPI:
-
rispettare la sequenza indicata davanti a uno specchio ed, eventualmente,
servendosi anche dell’aiuto di un operatore tutor al di fuori dell’area di svestizione;
-
selezionare, tramite spunta, l’attività effettuata (a cura del secondo operatore/tutor);
-
evitare qualsiasi contatto trai DPI potenzialmente contaminati e il viso, le mucose o
la cute;
-
i DPI monouso vanno smaltiti nell’apposito contenitore nell’area di svestizione;
-
decontaminare i DPI riutilizzabili (stivali, goggles, pieno facciale,) secondo la
procedura;
-
in caso di evidente contaminazione dei dpi durante l’assistenza si raccomanda di
uscire dalla stanza e di procedere ad una nuova vestizione di DPI -
24
SVESTIZIONE DPI
MVE:
TUTONE/ FILTRANTE
FFP3/ VISOR
oppure
TUTONE/ MASCHERA
PIENO FACCIALE con FILTRI
LATERALI
Tempo stimato di
svestizione:
30 minuti
MONITORAGGIO
COSTANTE da parte di n°1
OPERATORE con CHECK
LIST
Aggiornata al 17/11/2014
USCIRE DALLA STANZA DI ISOLAMENTO E RECARSI NELLA CAMERA DELLO “SPORCO” SECONDO PERCORSO IDENTIFICATO.
NELLA CAMERA DELLO “SPORCO”, SOPRA LE TRAVERSE IMBEVUTE DI IPOCLORITO DI SODIO e CON SEDIA A DISPOSIZIONE, se necessita
□
RIMUOVERE IL PRIMO PAIO DI GUANTI LUNGHI ( DA SMALTIRE NEL CONTENITORE PER RIFIUTI BIOLOGICI)
□
EFFETTUARE FRIZIONE DELLA MANI CON MOLECOLA ALCOLICA
□
GUARDARSI ALLO SPECCHIO e CHIEDERE AL TUTOR SE PRESENTI EVIDENTI CONTAMINAZIONI (se presenti DECONTAMINARE CON SOLUZIONE SPRAY di IPOCLORITO DI SODIO a cura
del TUTOR)
□
INDOSSARE UN PAIO DI GUANTI LUNGHI
□
RIMUOVERE IL GREMBIULE IMPERMEABILE ( DA SMALTIRE NEL CONTENITORE PER RIFIUTI BIOLOGICI):
SLACCIARE LACCIO POSTERIORE
ALLUNGARLO FACENDO PRESA DALLA PARTE ANTERIORE
PASSARE IL CORDINO DALLA TESTA E ARROTTOLARE IL GREMBIULE DALLA PARTE INTERNA VERSO L’ESTERNO
SMALTIRE NEL CONTENITORE PER RIFIUTI BIOLOGICI
□
RIMUOVERE IL COPRICAPO A MANTELLINA INSIEME CON GLI OCCHIALI (DA SMALTIRE NEL CONTENITORE PER RIFIUTI BIOLOGICI):
SLEGARE I TRE LACCI POSTERIORI E QUELLO ANTERIORE DEL COPRICAPO
SFILARE E RIMUOVERE IL COPRICAPO DALLA PARTE POSTERIORE DAL BASSO VERSO L’ALTO E DA DIETRO IN AVANTI
RIMUOVERE CONTEMPORANEAMENTE COPRICAPO E OCCHIALI
□
RIMUOVERE GLI STIVALI, EVENTUALMENTE SEDENDOSI
□
RIMUOVERE IL PAIO DI GUANTI LUNGHI
□
EFFETTUARE FRIZIONE DELLA MANI CON MOLECOLA ALCOLICA
□
RIMUOVERE LA TUTA con l’aiuto del secondo operatore/tutor, SOPRA UNA TRAVERSA:
STRAPPARE DELICATAMENTE LA BANDA ADESIVA DA SOTTO AL MENTO E FISSARLA ADESA ALL’ESTERNO
APRIRE LA CERNIERA COMPLETAMENTE
RIMUOVERE L’ELASTICO DELLA TUTA DAL POLLICE
SLACCIARE I NASTRI DEI CALZARI DELLA TUTA
SFILARE IL CAPPUCCIO
CON L’AIUTO DEL TUTOR POSIZIONATO ALLE SPALLE E CHINANDOSI, ARROTOLARE LA TUTA DALL’INTERNO VERSO L’ESTERNO OLTRE IL BACINO
RIMUOVERE LA TUTA TOGLIENDO UN PIEDE ALLA VOLTA, eventualmente SEDENDOSI, E APPOGGIARE IL PRIMO PIEDE LIBERO SUBITO NELLA ZONA “PULITA”, SOPRA UNA
TRAVERSA
PASSARE COMPLETAMENTE NELLA ZONA “PULITA” UNA VOLTA SFILATA L’INTERA TUTA
SMALTIRE LA TUTA INSIEME ALLA TRAVERSA NEL CONTENITORE PER RIFIUTI BIOLOGICI
□
EFFETTUARE FRIZIONE DELLA MANI CON MOLECOLA ALCOLICA
□
RIMUOVERE IL PAIO DI GUANTI LUNGHI
□
INDOSSARE UN PAIO DI GUANTI LUNGHI
□
RIMUOVERE IL FILTRANTE FACCIALE/MASCHERA PIENO FACCIALE
FILTRANTE FACCIALE FPP3
MASCHERA PIENO FACCIALE A FILTRI LATERALI:
o
RIMUOVERE L’ELASTICO PIU’ BASSO, DIETRO LA NUCA
A cura del secondo operatore/tutor:
o
RIMUOVERE L’ELASTICO PIU’ ALTO
o
RIMUOVERE IL FILM PROTETTIVO
o
SMALTIRE NEL CONTENITORE PER RIFIUTI BIOLOGICI
o
SLACCIARE GLI ELASTICI FACENDO FORZA SULLA PARTE RIGIDA DEGLI ELASTICI,
SECONDO LA SECONDA LA SEQUENZA PREVISTA (slacciare elastici laterali, slacciare
quelli superiori e slacciare quelli sottostanti)
MASCHERA PIENO FACCIALE con UNICO FILTRO:
A cura del secondo operatore/tutor:
o
TENERE LA MASCHERA DAL FILTRO CON UNA MANO SOLA
o
SLACCIARE GLI ELASTICI DELLA MASCHERA FACENDO FORZA SULLA PARTE RIGIDA DEGLI
ELASTICI (con la mano destra slacciare gli elastici del lato destro; con la mano sinistra
slacciare gli elastici del la to sinistra)
o
RIMUOVERE LA MASCHERA DAL BASSO VERSO L’ALTO
o
SVITARE I FILTRI DALLA MASCHERA E SMALTIRLI NEL CONTENITORE PER RIFIUTI
BIOLOGICI
o
IMMERGERE LA MASCHERA IN UN CONTENITORE RIGIDO GIA’ PREDISPOSTO CON
SOLUZIONE DISINFETTANTE
□
RIMUOVERE IL PAIO DI GUANTI LUNGHI
□
ESEGUIRE FRIZIONE DELLE MANI
□
RIMUOVERE IL COPRICAPO MONOUSO -cuffia da sala operatoria (SMALTIRE NEL CONTENITORE PER RIFIUTI BIOLOGICI)
□
RIMUOVERE IL PAIO DI GUANTI (SMALTIRE NEL CONTENITORE PER RIFIUTI BIOLOGICI)
□
USCIRE DALLA STANZA
□
ESEGUIRE L’IGIENEDELLE MANI NELLA ZONA FILTRO DELLA STANZA “SPORCA”
25
ALLEGATO 7
MODALITA’ DI DISINFEZIONE E DI SANIFICAZIONE
Il virus Ebola è sensibile ad una vasta gamma di disinfettanti per uso ospedaliero
utilizzati per la disinfezione di superfici resistenti, non-porose.
Il disinfettante di maggior uso è la comune varecchina (ipoclorito di sodio) a
concentrazione di:
-
1000 ppm (per la disinfezione di superfici ed oggetti non visibilmente contaminati)
-
5000 ppm (per la disinfezione di superfici ed oggetti visibilmente contaminati)
-
10.000 ppm (per la decontaminazione/assorbimento di grandi versamenti).
Le soluzioni diluite (vedi tabella n. 1) sono stabili 24 ore, ma è preferibile allestirle al
momento dell’uso.
TAB. N. 1. DILUIZIONE CLORODERIVATI IN PPM
Concentrazione iniziale
Sodio ipoclorito 1,1%
(Amuchina, ecc.)
Clorossidante elettrolitico 2,7%
B. (Antisapril, Decs Ambiente
Plus, ecc.)
Sodio ipoclorito 4.5 – 5%
C.
(Candeggina**)
Sodiodicloroisocianurato
D. (NaDCC) cp 4,6 g
(Bionil, ecc.)
A
Per 1 lt di soluzione
1.000
5.000 ppm
ppm
Per 5 lt di soluzione
1.000 ppm
5.000 ppm
90 ml
450 ml
450 ml
2.275 ml
37 ml
185ml
185 ml
925 ml
20 ml
100 ml
100 ml
500 ml
2
compresse
2
compresse
10
compresse
Le operazioni di pulizia devono essere limitate al minimo indispensabile:
-
stanza di degenza: pulizia ordinaria una volta al giorno, con soluzioni di cloro a
1000 ppm; preferire soluzioni a base di clorossidante elettrolitico (B) che
consentono un unico intervento di detersione e disinfezione. Le operazioni di pulizia
devono
essere
effettuate
dallo
stesso operatore
che
presta
assistenza,
opportunamente protetto in base al livello di rischio definito. Al termine delle
operazioni di pulizia l’operatore rimuove i DPI e pratica l’igiene delle mani
-
stanza di svestizione: pulizia ordinaria almeno una volta al giorno e dopo svestizioni
26
di DPI vistosamente contaminati. La pulizia va eseguita indossando i DPI previsti
per il tutor/secondo operatore, equiparabili al basso rischio di trasmissione, da
rimuovere seguendo le specifiche istruzioni operative
-
in caso di contaminazione ambientale con fluidi del paziente, l’area interessata
dovrà essere sottoposta a disinfezione secondo il ciclo a tre tempi:
1. Disinfezione/decontaminazione dei fluidi
2. Pulizia/detersione con soluzione detergente
3. Disinfezione delle superfici con soluzione di sodio ipoclorito (C) o di
Dicloroisocianurato (D)
Per versamenti, sia piccoli che grandi, prima della detersione, procedere alla
solidificazione con prodotto ad alto potere assorbente a base di cloro (Bionil granuli),
attendere 10 minuti, raccogliere il materiale ed eliminarlo in contenitore rigido a tenuta di
liquidi; trattare infine l’esterno del contenitore rigido con ipoclorito 1000 ppm; dopo la
detersione, effettuare una disinfezione finale con una soluzione di ipoclorito 1000 ppm.
Si raccomanda di non spruzzare i disinfettanti direttamente sopra gli spandimenti per
evitare la formazione di aerosol
-
al termine della degenza procedere alla sanificazione dei locali e delle attrezzature
ed alla successiva disinfezione con cloro derivati a 5000 ppm. Utilizzare
esclusivamente materiale monouso o comunque a perdere.
Le apparecchiature di laboratorio utilizzate per processare campioni di paziente
sospetto o affetto da MVE devono essere trattate in accordo con quanto consigliato dalla
ditta produttrice e/o dai protocolli in uso all’interno dei laboratori (utilizzando, per esempio,
cloro derivati o fenoli, entrambi allo 0,5%).
Vassoi, stoviglie e posate saranno monouso (plastica o carta) per consentirne la
termodistruzione.
27
TAB. N. 2. IGIENE MANI
L’igiene delle mani è la principale misura di prevenzione insieme all’utilizzo dei DPI.
Deve essere effettuata:
-
Prima di indossare i DPI ed entrare in aree di isolamento
Prima di procedure asettiche sul paziente
-
Dopo attività con esposizione potenziale a liquidi biologici
-
Dopo aver toccato l’ambiente circostante il paziente
-
Dopo aver rimosso i DPI
L’igiene delle mani deve essere effettuata con prodotti idroalcolici e/o detergenti
(lavaggio sociale); nelle stanze di isolamento deve essere eseguita la frizione del guanto
esterno, con prodotti idroalcolici, prima di procedere alla sua sostituzione.
Al termine delle operazioni di svestizione deve essere ripetuta una azione di igiene delle
mani.
28
ALLEGATO 8
FLOW CHART DEL PERCORSO
29
ALLEGATO 9
ELENCO NUMERI DI TELEFONO
SERVIZIO
NUMERO TELEFONICO
ASLTO2
OAS
PORTINERIA
DIREZIONE SANITARIA
011 439.3847
011 439.3931
011 439.3932
011 439.3933
SERVIZIO INFERMIERISTICO
011 439.3743
RESPONSABILE INFERMIERISTICO
MALATTIE INFETTIVE
011 439.3796
MEDICO DI GUARDIA
348 4303241
COORDINATORE REPERIBILE
348 4303247
AUTISTI OAS
011 439.3825
AUTISTI REPERIBILI OAS
011 439.3847 (contattare la Portineria)
ACCETTAZIONE
011 439. 3839
CENTRO PRELIEVI UNIFICATO
011 439.3887
MICROVIROLOGIA OAS
LU-VE dalle ore 8.00 alle ore 16.00
011 439.3838 (Segreteria)
011 439.3936 – 011 439.3947 (Batteriologia)
011 439. 3893 (Parassitologia)
Passare dal Centralino 011 439.3847
oppure
Centralino OMV 011 439.3111
(9 da telefono interno)
REPERIBILE MICROVIROLOGIA
(dopo le ore 16.00 e festivi)
OMV
LABORATORIO ANALISI OMV
011. 439.3520 (24h/24h)
SGB
LABORATORIO ANALISI SGB
011 240.2366 (24h/24h)
ASTO 1
DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE E
IGIENE PUBBLICA
LU-VE dalle ore 8.00 alle ore 16.00
Tel al numero 011 5663153-5663137-5663026
Dalle ore 18.00 (24 h/h per prefestivi e festivi) pronta
disponibilità tramite 118
SPALLANZANI
ACCETTAZIONE
06 551701
VIROLOGO 24h/24h
06 55170666
SACCO- Via G.B. Grassi 74- 20157 Milano
CENTRALINO
02 39041
02 39043118
(ambulatorio medico infettivo logo di PS)
02 39043051 (triage)
MEDICO INFETTIVOLOGO DI GUARDIA
(reperibile presso Pronto Soccorso)
30
ALLEGATO 10
RUOLO DEL TUTOR
Il tutor ha il ruolo di:
-
aiutare, durante le manovre di vestizione e vestizione D.P.I., il medico e
l’infermiere dedicati all’ assistenza;
-
compilare la check list prevista per la vestizione e la svestizione dei D.P.I.;
-
supportare i colleghi provvedendo a fare tutti i lavori richiesti presso la zona
pulita;
-
provvedere a fare eventuali telefonate necessarie su richiesta del medico e
dell’infermiere dedicati (dotato di telefono cordless dedicato)
31
VESTIZIONE
TUTOR
□
□
□
□
□
□
□
□
□
□
o
o
SVESTIZIONE
TUTOR
□
□
□
□
□
□
□
□
□
□
□
□
□
□
RIMUOVERE OROLOGIO DA POLSO, ANELLI, FERMAGLI
EFFETTUARE IGIENE DELLE MANI
LEGARE I CAPELLI (SE LUNGHEZZA MEDIO/LUNGA) con ELASTICO (NON MOLLETTONE)
INDOSSARE LA DIVISA MONOUSO della propria taglia
EFFETTUARE IGIENE DELLE MANI
INDOSSARE IL COPRICAPO MONOUSO (cuffia da sala operatoria)
INDOSSARE I GAMBALI AL GINOCCHIO
INDOSSARE 1° PAIO DI GUANTI LUNGHI
INDOSSARE CAMICE IMPERMEABILE
INDOSSARE FILTRANTE FACCIALE FFP3
o POSIZIONARE IL FILTRANTE SENZA INCROCIARE GLI ELASTICI
o MODELLARE IL NASELLO SUL NASO
o EFFETTUARE LA PROVA DI TENUTA (chiudendo la valvola e soffiando OPPURE mettendo le mani a
conchiglia, inspirare ed espirare: verificare che l’aria fuoriesca NON dai bordi del filtrante)
INDOSSARE IL COPRICAPO A MANTELLINA :
o LEGARE IL LACCIO POSTERIORE SUL DAVANTI
o LEGARE I TRE LACCI ANTERIORI POSTERIORMENTE AL CAPO
INDOSSARE OCCHIALI oppure VISOR (CON PELLICOLA TRASPARENTE SULLA PARTE DI PLASTICA
SCOPERTA)
INDOSSARE 2° PAIO DI GUANTI LUNGHI SOPRA LA MANICA DEL CAMICE
RIMUOVERE UN PAIO DI GUANTI LUNGHI
ESEGUIRE FRIZIONE DELLA MANI CON MOLECOLA ALCOLICA
INDOSSARE UN PAIO DI GUANTI LUNGHI
RIMUOVERE I GAMBALI AL GINOCCHIO, EVENTUALMENTE SEDENDOSI
RIMUOVERE IL COPRICAPO A MANTELLINA INSIEME CON GLI OCCHIALI (DA SMALTIRE NEL
CONTENITORE PER RIFIUTI BIOLOGICI):
SLEGARE I TRE LACCI POSTERIORI E QUELLO ANTERIORE DEL COPRICAPO
SFILARE E RIMUOVERE IL COPRICAPO DALLA PARTE POSTERIORE DAL BASSO VERSO L’ALTO E DA
DIETRO IN AVANTI
RIMUOVERE CONTEMPORANEAMENTE COPRICAPO E OCCHIALI
RIMUOVERE IL PAIO DI GUANTI
ESEGUIRE FRIZIONE DELLA MANI CON MOLECOLA ALCOLICA
INDOSSARE UN PAIO DI GUANTI LUNGHI
RIMUOVERE IL CAMICE IMPERMEABILE, APRENDOLO POSTERIORMENTE E SFILANDOLO ROVESCIATO
RIMUOVERE IL FILTRANTE FACCIALE
o RIMUOVERE L’ESTATICO PIU’ BASSO, DIETRO LA NUCA
o RIMUOVERE L’ELASTICO PIU’ ALTO
o SMALTIRE NEL CONTENITORE PER RIFIUTI BIOLOGICI
RIMUOVERE IL COPRICAPO MONOUSO (cuffia da sala operatoria)
RIMUOVERE IL PAIO DI GUANTI
ESEGUIRE IGIENE DELLE MANI
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ALLEGATO 11
MODALITA’ DI SORVEGLIANZA SANITARIA DEI CONTATTI
Fin dal primo contatto con il paziente sospetto, i sanitari devono prendere nota di
eventuali contatti, o interrogando direttamente il paziente o interrogando eventuali persone
che lo accompagnano. Le generalità dei contatti (nome ed altri dati anagrafici disponibili,
inclusi indirizzo e numero di telefono), raccolti anche in tempi diversi dal Medico di Guardia
o Medico di Reparto, devono essere comunicati alla Direzione Sanitaria, che provvederà a
far pervenire l’informazione al Ministero della Salute ed alla ASL di residenza per
l’attuazione delle misure di sorveglianza (come da indicazione della Circolare Ministeriale).
Un registro dei contatti, con le generalità, deve essere presente in Accettazione.
Il Ministero della Salute ha descritto, nella circolare n° 0026377 del 1 Ottobre 2014, i
criteri per la definizione e la gestione dei contatti.
Criteri per la definizione dei contatti, si definisce “contatto” una persona asintomatica
che sia stata esposta, negli ultimi 21 giorni, a un caso probabile o confermato o ai suoi
liquidi biologici/tessuti nel periodo successivo alla comparsa dei sintomi. Per i contatti si
identificano tre livelli di rischio:
a) Contatti a basso rischio (“contatti casuali”): persone che hanno condiviso spazi
confinati (come aver viaggiato
con lo stesso mezzo di trasporto, avere soggiornato nello stesso albergo, ecc) con il
caso, senza contatto diretto con sangue o materiali biologici.
A questa categoria appartiene il personale sanitario che ha gestito un caso
adeguatamente protetto o ha manipolato campioni biologici con le adeguate protezioni;
b) Contatti a rischio intermedio (“contatti stretti”): si considerano contatti a medio rischio
i conviventi; coloro che hanno assistito un caso probabile o confermato, o lo hanno toccato
senza venire a contatto visibile con fluidi corporei, o ne hanno toccato gli abiti, o hanno
manipolato campioni biologici, senza le dovute protezioni;
c) Contatti a rischio elevato (“contatti stretti ad alto rischio”): Coloro che hanno avuto
esposizione diretta di cute (anche integra) o mucose a materiali biologici del paziente, ad
esempio a sangue, vomito, secrezioni respiratorie, feci, urine; contatto viso a viso,
rapporto sessuale, punture o altre ferite penetranti con materiale potenzialmente
contaminato, manipolazione o ricomposizione della salma senza adeguata protezione.
Le misure nei confronti dei contatti mirano ad identificare precocemente l’eventuale
insorgenza di sintomi compatibili con MVE, ed ad informare la persona sui comportamenti
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da tenere per evitare l’eventuale esposizione a contagio di altre persone.
Le misure nei confronti dei contatti sono di seguito riassunte : Misure per la gestione
dei contatti dalla Circolare del Ministero della Salute n° 0026708 dello 06/10/2014.
A tutti i contatti devono essere fornite adeguate informazioni riguardo ai seguenti punti:
-
la specifica condizione di rischio;
-
i sintomi di esordio della malattia;
-
le modalità di trasmissione, mettendo in evidenza la necessità di evitare
assolutamente il contatto diretto o indiretto di altre persone con il sangue, ad esempio
tramite l’uso in comune di strumenti per l’igiene personale o il soccorso per piccole
ferite;
-
l’opportunità di evitare farmaci che possano mascherare l’insorgenza di febbre;
-
il numero di telefono da chiamare in caso di dubbi o di comparsa dei sintomi (Per i
contatti in quarantena domiciliare la sorveglianza è a carico del Dipartimento di
Prevenzione).
Inoltre, vengono consigliate le seguenti misure aggiuntive:
a) Contatti a basso rischio: nessuna misura aggiuntiva.
b) Contatti a rischio intermedio: quarantena, possibilmente domiciliare.
Per opportunità di monitoraggio, il paziente non deve uscire anche se asintomatico; è
compito del Servizio Sanitario e dei Servizi Sociali valutare particolari necessità
garantendo il supporto necessario:
-
automisurazione (se possibile) della temperatura ogni 12 ore;
-
sorveglianza sanitaria attiva telefonica da parte degli operatori del Dipartimento di
Prevenzione per monitorare temperatura ed eventuale insorgenza di altri sintomi;
-
se compare febbre >38,6°C o altri sintomi, come da definizione di caso, entro il
periodo di quarantena, il contatto viene riclassificato come “caso sospetto” e devono
essere messe in atto le relative misure.
La quarantena domiciliare può essere considerata realizzabile anche in presenza di più
persone contemporaneamente (ad es. un nucleo familiare), tenuto conto del basso rischio
di contagiosità nelle prime fasi della malattia. I componenti adulti del nucleo familiare
dovranno essere istruiti su iniziali misure più restrittive di isolamento, da adottare in caso
di comparsa di sintomi in uno o più di loro a livello domiciliare. In tal caso essi dovranno
darne immediata comunicazione telefonica al Dipartimento di Prevenzione, che si attiverà
per il loro trasporto ed trattamento presso la struttura di riferimento.
Per i contatti in quarantena domiciliare la sorveglianza è a carico del Dipartimento di
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Prevenzione.
c) Contatti a rischio elevato: quarantena in regime di ricovero ospedaliero, nella
struttura infettivologica di riferimento individuata dalla organizzazione regionale:
-
sorveglianza sanitaria con misurazione della temperatura ogni 12 ore
-
in caso insorga febbre o qualsiasi sintomo, il paziente dovrà essere isolato secondo le
precauzioni raccomandate per i casi sospetti/probabili.
La quarantena e la sorveglianza sanitaria adottate per i contatti a rischio intermedio o
elevato vengono interrotte dopo 21 giorni dall’ultima esposizione a rischio, o
anticipatamente se si tratta di un contatto di caso sospetto che venga declassato a “non
caso”, a seguito di esclusione dell’infezione da Ebola mediante test di laboratorio.
Per la gestione dei contatti, occorre comunque ricordare che a tutt’oggi nessun soggetto
asintomatico ha trasmesso la patologia durante il periodo di incubazione. In caso di
ricovero di tali pazienti per un principio precauzionale, si consigliano le seguenti misure:
-
il soggetto asintomatico è ricoverato in stanza singola utilizzando le precauzioni
standard (camice monouso, guanti, mascherina chirurgica, se necessaria, e
soprattutto igiene delle mani) in un reparto del Dipartimento Integrato di Malattie
Infettive
-
un unico operatore sanitario per turno si dedica alle cure del contatto.
-
il contatto è sottoposto a sorveglianza sanitaria con l’auto-rilevazione della
temperatura almeno 2 volte al di e comunque prima che il personale entri nella stanza
del contatto. La temperatura viene misurata con termometro dedicato e viene
comunicata al personale sanitario. Il personale sanitario controlla la temperatura
immediatamente dopo l’ingresso nella stanza.
-
i prelievi vanno effettuati indossando i dispositivi di protezione individuale (guanti,
mascherina facciale e occhiali) in accordo alle precauzioni standard suindicate e
seguendo le misure di prevenzione delle ferite con ago.
-
il personale sanitario prima di entrare nella stanza chiede al citofono la temperatura al
contatto:
a) se apiretico è consentito l’ingresso nella stanza;
b) se febbrile il personale soprassiede all’ingresso nella stanza del contatto che sta
presentando i primi sintomi febbrili e chiama il medico di reparto o di guardia che
avviserà il responsabile della gestione clinica e la Direzione Sanitaria.
Il paziente diventa dunque un caso sospetto e va di conseguenza gestito con le procedure
già descritte per questi casi.
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ALLEGATO 12
MODALITA’ DI SORVEGLIANZA SANITARIA DEGLI
OPERATORI SANITARI
Tutti gli operatori che entrano in contatto con il paziente (sia esso sospetto o
confermato), o con i campioni diagnostici, o con i materiali potenzialmente
contaminati, devono registrare data ed orario, nome, domicilio, contatto telefonico,
mansione ed eventuali note nel registro conservato nei locali esterni alla stanza di
isolamento. Devono essere inoltre istruiti a comunicare qualunque esposizione non
protetta o inosservanza/variazione delle procedure raccomandate. Tutti gli operatori
che hanno avuto contatto con il paziente dotati degli appropriati DPI sono considerati
contatti a basso rischio, e pertanto nessuna misura aggiuntiva è prevista a parte un
supplemento informativo circa le modalità di trasmissione e le modalità con cui
comunicare l’eventuale comparsa di sintomi.
Per gli operatori sanitari che hanno avuto esposizioni tali da classificarli come
contatti a rischio intermedio o elevati, vanno applicate le relative misure. L’operatore
deve essere prontamente allontanato dal lavoro, e posto in isolamento domiciliare od
ospedaliero, a seconda del livello di esposizione. In caso di isolamento domiciliare,
deve essere data indicazione affinché, alla eventuale comparsa della sintomatologia,
l’operatore contatti il Medico di Accettazione via telefono tramite centralino (e non di
presentarsi spontaneamente presso l’Accettazione), in modo da organizzare un
trasporto in condizioni di adeguato bio-contenimento.
In caso di esposizione accidentale a rischio per via percutanea, mucosa o cutanea
valgono le indicazioni di primo intervento già emanate per le esposizioni a rischio di
trasmissione di patogeni ematici (HIV, HBV e HCV).
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ALLEGATO 13
MODALITA’ DI GESTIONE DELLE SALME
In caso di decesso del paziente, il corpo deve essere considerato come contagioso, e
come tale trattato con la massima cautela.
L’autopsia è fortemente sconsigliata se non strettamente necessaria.
Gli operatori devono continuare ad indossare i DPI consigliati, ed applicare tutte le
procedure di prevenzione.
Avvolgere la salma in lenzuolo imbevuto di soluzione disinfettante (ipoclorito di sodio) e
chiuderla in doppio sacco di plastica, impermeabile, con chiusura ermetica.
Per permettere che tutta l’operazione si svolga in condizioni di massima sicurezza,
gli infermieri provvederanno ad indossare un triplice paio di guanti e si serviranno di due
barelle nella stanza di degenza per la preparazione della salma.
Sulle due barelle, poste in serie e parallele al letto di degenza, verranno stesi per
ognuna il sacco impermeabile aperto.
Dopo aver avvolto la salma nel lenzuolo imbevuto di soluzione disinfettante, gli
infermieri la deporranno nel sacco sulla prima barella lasciando quest’ultimo aperto.
Tolto il paio di guanti più esterno, uno degli infermieri provvederà alla chiusura del
sacco contenente la salma. Entrambi provvederanno poi a deporre la salma nel secondo
sacco e provvederanno alla sua chiusura solo dopo aver tolto il secondo paio di guanti.
La barella verrà spostata nel corridoio del reparto, sopra una traversa imbevuto di
ipoclorito di sodio, dove avverrà la consegna della stessa agli operatori dell’agenzia
funebre.
Lo spostamento della salma sarà cura del personale sanitario interno.
Gli operatori dell’agenzia funebre, indosseranno comunque i dispositivi di protezione
previsti
per
l’assistenza
ai
pazienti
con
febbre
emorragica
e
provvederanno
immediatamente alla chiusura della cassa con termosaldatura nel corridoio del reparto.
La salma dopo la chiusura in cassa deve essere immediatamente inumata, tumulata o
cremata (art. 10 DPR n. 285/90).
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ALLEGATO 14
MODALITA’ DI TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DEI
RIFIUTI DEI PAZIENTI CON MVE
Devono essere posti in un sacco di plastica chiusi all’interno di un contenitore rigido
apposito (di colore blu) a tenuta di liquidi, disinfettato esternamente con ipoclorito di sodio,
ed avviati all’incenerimento i seguenti rifiuti:
-
rifiuti solidi
-
gli aghi e gli oggetti taglienti raccolti in apposito recipiente rigido, ermeticamente
padelle e pappagalli monouso (posizionati direttamente dal paziente, se
deambulante)
-
rifiuti di laboratorio
I contenitori dei rifiuti non devono essere né riaperti, né riutilizzati.
I contenitori rimarranno chiusi nella stanza di isolamento fino ad accertamento di
Malattia da Virus Ebola; in caso di esito negativo, essi rientreranno nel normale circuito di
smaltimento dei rifiuti sanitari a rischio infettivo; in caso di esito positivo, il contenitore
rigido dovrà essere disinfettato esternamente con ipoclorito di sodio, prima di uscire dal
reparto.
L’allontanamento dei contenitori rigidi dal reparto verrà effettuato previ accordi tra la
Direzione Sanitaria OAS e la ditta dei rifiuti.
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ALLEGATO 15
SERVIZIO DI TRASPORTO MEDICO INFETTIVOLOGO E D.P.I.
La Direzione Sanitaria OAS ha predisposto, in attesa che venga assegnata un’auto
dedicata, un’autovettura (PANDA targata DJ413FL) prevalentemente assegnata ai medici
in pronta disponibilità, provvista dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) necessari
Sono presenti i seguenti dispositivi (già predisposti in kit):
Kit DPI prima valutazione:
N° 4 divise monouso (n°1 S; n°1 M; n°1 L; n° 1 XL)
N° 3 tute (n°1 M; n°1 L; n° 1 XL)
N° 1 Visor
N° 1 copricapo monouso (cuffia da sala operatoria)
N° 2 filtranti facciali FFP3
N° 1 cappuccio a mantellina
N° 8 guanti lunghi (n° 4 guanti M; n° 4 guanti L)
N° 2 gambali al ginocchio
Kit DPI MVE:
N° 4 divise monouso (n°1 S; n°1 M; n°1 L; n° 1 XL)
N° 3 tute (n°1 M; n°1 L; n° 1 XL)
N° 1 copricapo monouso (cuffia da sala operatoria)
N° 1 grembiule monouso
N° 1 cappuccio a mantellina
N° 8 guanti lunghi (n° 4 guanti M; n° 4 guanti L)
N° 1 maschera pieno facciale con filtri laterali
N° 2 filtri per maschera pieno facciale
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