Anno accademico 1991-1992 1) Determinare le dimensioni π₯, π¦ e π§ di un parallelepipedo di volume πΌ 3 e superficie totale 2π½ 2 , sapendo che π₯, π¦ e π§ sono tre numeri in progressione geometrica. Se si calcola il volume e la superficie totale del parallelepipedo, si ottiene π = π₯π¦π§ = πΌ 3 , ππ = 2(π₯π¦ + π¦π§ + π₯π§) = 2π½ 2 , con evidente significato dei simboli utilizzati. Inoltre, dovendo le tre dimensioni essere tre numeri in progressione geometrica, si può porre π₯= π¦ , π§ = ππ¦ , π essendo π ≠ 0 la ragione della progressione. Eliminando le variabili π₯ e π§ nella formula del volume, si ottiene, π¦ 3 = πΌ 3 → (π¦ − πΌ) (π¦ β 2 + πΌπ¦ + πΌ 2 ) = 0 , β<0 da cui discende l’unica soluzione reale π¦=πΌ. Ripetendo la stessa sostituzione nella superficie totale, risulta 1 π¦ 2 (1 + π + ) = π½ 2 . π Se si sostituisce il valore trovato di π¦ = πΌ, si ottiene una relazione che consente di determinare la ragione della progressione geometrica 2 1 π½2 π½ 1 + π + = 2 = πΎ 2 , (πΎ = ) . π πΌ πΌ L’equazione ottenuta si può riscrivere nella forma equivalente π 2 + (1 − πΎ 2 )π + 1 = 0 , che avrà due radici reali, solo se il discriminante è non negativo β= (1 − πΎ 2 )2 − 4 = (πΎ 2 + 1)(πΎ 2 − 3) ≥ 0 → |πΎ| ≥ √3 . Esse sono pari a πΎ 2 − 1 + √(πΎ 2 + 1)(πΎ 2 − 3) πΎ 2 − 1 − √(πΎ 2 + 1)(πΎ 2 − 3) π1 = , π2 = 2 2 e sono entrambe positive. Vale la pena notare che, essendo unitario il termine noto dell’equazione di secondo grado, tale deve anche risultare il prodotto delle radici, vale a dire π1 β π2 = 1 . La figura che segue riporta l’andamento delle due soluzioni al variare di πΎ. Precisamente, la curva nera rappresenta la prima soluzione π1 ≥ 1, che cresce all’aumentare dell’ascissa, mentre la curva rossa mostra come la seconda soluzione π2 ≤ 1 decresca al crescere dell’ascissa. La linea costante blu rappresenta ovviamente l’andamento del prodotto, che, come si è già sottolineato, è costante. 3 Si determinano in tal modo le due soluzioni del problema π₯1 = πΌ/π1 = πΌπ2 , { π¦1 = πΌ , π§1 = π1 πΌ = πΌ/π2 , π₯2 = πΌ/π2 = πΌπ1 , { π¦2 = πΌ , π§2 = π2 πΌ = πΌ/π1 . In realtà, queste due soluzioni rappresentano geometricamente una sola, dato che i ruoli di π₯ e di π§ si possono scambiare vicendevolmente e, quindi, le due soluzioni 4 sono corrispondenti, grazie ad una rotazione di 90°, come illustrato nella figura che segue. 5 2) Otto amici, tre col cappello nero e cinque col cappello bianco, si scambiano casualmente i loro cappelli. Qual è la probabilità che alla fine ciascuno si ritrovi con un cappello dello stesso colore? Mettendo in corrispondenza biunivoca gli otto amici con i numeri naturali, la situazione iniziale è rappresentata nella figura che segue, con evidente significato dei simboli adoperati. ο 1 ο 2 ο ο 3 4 ο 5 ο ο 6 7 ο 8 La probabilità richiesta π risulta π = π1 β π2 β π3 = 3 2 1 1 β β = = 1.7857142 % , 8 7 6 56 in cui si è indicato con π1 la probabilità che 1 abbia il cappello nero, π2 la probabilità che, avendo già 1 il cappello nero, anche 2 l’abbia, π3 la probabilità che, avendo già 1 e 2 il cappello nero, anche 3 l’abbia. 6 3) Un trinomio (a coefficienti reali) π(π₯) = ππ₯ 2 + ππ₯ + π ha la proprietà che, se π₯ è un numero intero, anche π(π₯) è un intero. Provare che 2π, 2π e π sono interi. Si può anche concludere che π e π sono interi? Sicuramente π è un numero intero, dato che π(0) = π . Inoltre, essendo interi π(1) = π + π + π , π(−1) = π − π + π , risultano numeri interi anche 2π = π(1) + π(−1) − 2π , 2π = π(1) − π(−1) . Non si può concludere, tuttavia, che π e π siano interi, dal momento che π(1) potrebbe essere dispari e π(−1) potrebbe essere pari. 7 4) Determinare quattro punti π΄, π΅, πΆ, π· su 4 lati consecutivi di un quadrato (vedi figura) in modo che sia minima la quantità 2 2 2 2 π½ = π΄π΅ + π΅πΆ + πΆπ· + π·π΄ . π΅ π΄ πΆ π· Per determinare il minimo di π½, si farà ricorso al principio di Fermat, secondo cui il tragitto di un raggio associato ad un’onda, ad esempio, luminosa è quello che rende estremale il tempo di percorrenza. Benché nella maggior parte dei casi il tempo di percorrenza sia il minimo possibile, esistono delle circostanze per cui il tragitto compiuto dal fronte d’onda corrisponde ad un massimo del tempo di percorrenza. Applicandolo in maniera più stringente all’Ottica, si può affermare che il percorso seguito da un raggio di luce per andare da un punto ad un altro attraverso un qualsiasi insieme di mezzi è tale da rendere il suo cammino ottico uguale, in prima approssimazione, agli altri cammini immediatamente adiacenti a quello effettivo, cioè un percorso che corrisponde a un valore stazionario della lunghezza del cammino ottico. 8 Venendo al minimo in esame, si osservi la figura di seguito riportata: in essa un osservatore ha fatto partire un raggio luminoso dal punto π΄, con un’inclinazione di 45° rispetto al lato da cui parte, che si è riflesso sui lati lunghi π del quadrato, secondo la legge ottica della riflessione. π΅ π−π₯ π₯ π΄ πΆ π· Sul quadrato originario ciò corrisponde ad un percorso che da π΄ torna ad π΄ dopo aver toccato tutti i lati, lungo i lati di un rettangolo con lati paralleli alle diagonali del quadrato. Ebbene, il rettangolo descritto rappresenta il primo passo per determinare il minimo valore di π½ rispetto a qualsiasi altra traiettoria possibile all’interno del quadrato. La lunghezza di tale percorso è π½(π₯) = 4(2π₯ 2 − 2ππ₯ + π2 ) e presenta un minimo per π₯ = π/2, in cui vale π π½ππΌπ = π½ ( ) = 2π2 . 2 9 5) Dati due punti π΄, π΅ del piano, determinare il luogo dei punti π per cui 2 2 π΄π + ππ΅ = π al variare del parametro reale π. Si nota anzitutto che il parametro reale k deve essere positivo, in quanto somma di distanze al quadrato, e quindi π ≥ 0 . Inoltre, detta π΄π΅ = 2π ≥ 0, se si pone, senza perdere in generalità, π΄(−π, 0) , π΅(π, 0) , π(π₯, π¦) , l’equazione del luogo risulta (π₯ + π)2 + π¦ 2 + (π₯ − π)2 + π¦ 2 = π → π₯ 2 + π¦ 2 = π − π2 . 2 Si può allora concludere che ο· se 0 ≤ π < 2π 2 , il luogo non esiste, ο· se π = 2π 2 , il luogo si riduce ad un solo punto del piano, l’origine degli assi, ο· se π > 2π 2 , il luogo rappresenta una circonferenza con centro nell’origine degli assi e raggio π π = √ − π2 . 2 10 6) Provare che, per ogni numero intero π, si possono sempre trovare due interi π₯, π¦ per cui π₯2 − π¦2 = π 3 . Per dimostrare che è sempre possibile determinare due interi che verifichino l’equazione data, bisogna distinguere due casi. (π) Sia π un intero dispari. Dato che (π₯ − π¦)(π₯ + π¦) = π 3 , se si pone π₯−π¦ =1 → π₯ =1+π¦, si ottiene 2π¦ + 1 = π 3 → π¦ = π3 − 1 π3 + 1 , π₯= . 2 2 Ad esempio, nel caso π = 3, i due interi sono π₯ = 14, π¦ = 13. (π) Sia π un intero pari. Dato che (π₯ − π¦)(π₯ + π¦) = π 3 , se si pone 11 π₯−π¦ =2 → π₯ =2+π¦, si ottiene π3 π3 π3 2π¦ + 2 = → π¦= −1, π₯ = +1. 2 4 4 Ad esempio, nel caso π = 4, i due interi sono π₯ = 17, π¦ = 15. 12